Ilbono | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Sardegna | |
Territorio | Ogliastra | |
Altitudine | 400 m s.l.m. | |
Superficie | 31,13 km² | |
Abitanti | 2.045 (2021) | |
Nome abitanti | ilbonesi | |
Prefisso tel | +39 0782 | |
CAP | 08040 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Giovanni Battista (24 giugno) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Da sapere
[modifica]Data l'estrema conservatività che la Sardegna manifesta anche nel campo della lingua, molto spesso un solo fonema finale, vocale o consonante, può costituire un'ottima spia per intravedere se un certo toponimo sardo sia di origine latina oppure di origine pre-latina, cioè protosarda.
Per esempio la "esse" finale in toponimi sardi ci indica che sono molto probabilmente di origine latina, come Austis, Cabras, Calangianus ecc. Invece la "O" finale in toponimi sardi predispone a una loro dichiarazione nuragica come Bonnanaro, Bono, Desulo, Mogoro, Orgosolo, Osilo, Sìligo, Sorgono ecc. Nel toponimo ogliastrino Ilbono, pronunciato nel dialetto locale e dei dintorni, Irvono e anticamente Irbono, già la "O" finale costituisce una spia circa la sua lontana origine nuragica. Ma qualcosa di importante ci assicura che effettivamente questo toponimo è di origine nuragica: la sua connessione con un appellativo sardo che è di quasi matrice nuragica, il nome cinghiale "silvone, sirvone, sirbone". La caduta della esse iniziale del toponimo è effetto di un fenomeno fonetico, che è comune in molte lingue che possiedono gli articoli: la deglutizione del supposto articolo determinativo "Su" e la sua successiva caduta. In origine dunque il toponimo sarà stato "Silvono" e "Silbono", dopo sarà stato interpretato come "s'Ilbono", cioè "su Ilbono". Tale confusione sarà stata favorita dalla già analizzata "O" finale, la quale era differente dalla più comune "E" di Silbone.
Ilbono, dunque, trae molto probabilmente la sua denominazione dalla circostanza che in epoca assai antica la zona sarà stata particolarmente ricca di cinghiali. La matrice nuragica di questo toponimo è confermata dall'esistenza, nell'agro di Ilbono, di nove nuraghi secondo Emanuele Melis, e ben 14 secondo Vittorio Angius (Casalis Dizionario s.v.). Secondo altri studiosi in nome Ilbono deriva da "Bun", altezza - elevazione; secondo altri ancora, deriverebbe da Iliesi-Ilienses che, furono popoli vissuti nei monti della Barbagia.
Cenni geografici
[modifica]Ilbono si trova in Ogliastra e confina con Arzana, Bari Sardo, Elini, Lanusei, Loceri e Tortolì.
Cenni storici
[modifica]- Il paleolitico in Ogliastra (20.000 - 7.000 a.C.)
Le prime testimonianze della presenza dell'uomo in Sardegna risalgono al paleolitico inferiore, rinvenuto per la prima volta negli anni ottanta nel territorio di comuni dell'Anglona. Non esistono documentazioni certe riguardo all'esistenza umana nel paleolitico in Ogliastra, ma alcune caverne di tale periodo fanno pensare alla sua presenza.
- Il neolitico e le sue testimonianze (dal 6.000 - 1.800 a.C.)
Per quanto concerne il periodo prenuragico, allo stato attuale sembrano mancare nel territorio di Ilbono tracce riferibili alle culture più antiche del neolitico. Largamente attestato è invece l'orizzonte cronologico del neolitico recente o finale, che comprende l'intero III millennio a.C.; sono stati ricondotti a questo periodo vasti complessi archeologici, aree con elementi di cultura materiale, aspetti della religione megalitica che si manifesta con elementi diversi: Domus de Janas e menhir.
- Il nuragico
I nuraghi, grandiose costruzioni megalitiche, divenuti monumenti simbolo della civiltà nuragica, costituiscono la testimonianza più importante della preistoria sarda sia dal punto di vista quantitativo (se ne contano circa 7000 in tutta la Sardegna), che qualitativo, per la particolare tecnica costruttiva basata sulla sovrapposizione a secco di massi enormi e per le documentazioni da essi ricavabili su quella che viene considerata un'epoca di grande splendore del nostro passato.
- Il medioevo
Appartenne al giudicato di Cagliari e fece parte della curatoria dell'Ogliastra. Alla caduta del giudicato (1258) passò sotto il dominio dei pisani, e successivamente (1324) degli aragonesi, che lo incorporarono nella contea di Quirra, formatasi nel 1363 e data in feudo dal Re d'Aragona Pietro IV il cerimonioso a Berengario Carroz. Nel 1603 la contea fu trasformata in marchesato e data in feudo ai Centelles e successivamente agli Osorio de la Cueva, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale.
Cultura e tradizioni
[modifica]Le tradizioni: il costume tipico
[modifica]Il costume femminile. Una distinzione nel costume femminile era legata al ceto sociale delle persone. Infatti, quelle benestanti usavano un copricapo, “sa mantilla”, in panno rosso bordata di pizzo o nastro di colore diverso, di dimensioni e forme varie. Le persone appartenenti a ceti sociali più modesti, mettevano “su colore”, anche questo in panno rosso, rettangolare col bordo nero: era abbellito da un soggolo in argento lavorato come una catena, tenuta da “is gàncius”. Questi due copricapi erano usati per le occasioni importanti come le feste e i matrimoni; per la quotidianità invece si indossava, come ancora oggi “su panniggeddu” e per andare in chiesa “su sciallu”. Quest'ultimo poteva essere in seta (per le occasioni importanti) o in lana pregiata (Tibet) e ambedue abbelliti dalle frange. Rivedendoli oggi colpisce l'eleganza di questi due capi, sia i colori nero e viola che la finezza del tessuto e l'originalità della spilla in filigrana d'oro -“s'agulla”- che serviva da fermascialle.
C'è poi la camicia bianca, di cotone, indumento ricco e appariscente, infatti, è ricamata a mano con vari punti: punto oliva, il punto erba, lo “sfilato”, il punto inglese, il punto pieno e ad intaglio, solitamente è rifinita in pizzo. La camicia viene agganciata da dei bottoni detti “is butones de oro”. Sopra la camicia d'estate si indossava “su cosso” un bolero in seta operata guarnito da passamaneria multicolore, sostituito d'inverno da “su corpetto” sempre in seta ma a maniche lunghe. Col tempo questi due capi sono stati sostituiti nella quotidianità da “su gipone”, un indumento meno importante e più pratico. La gonna, “sa fardeta”, è lunga, pieghettata, solitamente con l'orlo impunturato e abbellito da un nastro con vari disegni. Sotto la gonna è indossata una sottogonna detta “su suntanu”, solitamente in cotone ricamato. Sopra invece si mette un grembiule nero, anch'esso ricamato, con tre pieghe orizzontali a balze, detto “s'antalena”.
Oggi il costume tradizionale si indossa solo in occasione di grandi feste popolari.
Lingue parlate
[modifica]La variante del sardo parlata a Ilbono è il campidanese ogliastrino con influssi del barbaricino.
Come orientarsi
[modifica]Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]In auto
[modifica]- Da Nuoro: SS 389 Var Nuoro-Lanusei. Successivamente immettersi sulla SS 198 e continuare in direzione Lanusei, poi, continuare fino a Ilbono.
- Da Cagliari: SS 125 Orientale Sarda fino a Tortolì. Continuare fino all'uscita "Tortolì-Arbatax-Lanusei-Nuoro", poi, continuare sulla SS 198 in direzione Lanusei fino a Ilbono.
In nave
[modifica]Dai porti di Tortolì-Arbatax, Cagliari, Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres.
In autobus
[modifica]Linee ARST 9131 Lanusei-Arzana, 9130 Lanusei-Arbatax e 302 Nuoro-Lanusei-Bari Sardo-Tortolì.
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]Architetture religiose
[modifica]Siti archeologici
[modifica]- 3 Area archeologica di Scerì, ☎ +39 329 8703515, suia.snc@gmail.com. Adulti: 3,00 €; bambini dai 6 ai 12 anni, anziani over 70 e gruppi organizzati (min. 20 persone): 2,00 €; Gratuito bambini fino ai 6 anni e persone diversamente abili con accompagnatore. Nel prezzo è inclusa la visita guidata. Aprile-Maggio: Mar-Dom 9:00-12:00 e 16:00-19:00; Giugno-Settembre: Mar-Dom 9:00-12:30 e 16:00-20:00; Ottobre e Marzo: Mar-Dom 9:00-12:00 e 15:00-18:00; Novembre-Febbraio: Mar-Dom 9:30-13:00 e 14:00-16:30.
- 4 Domus de janas di Perda Carcina.
Eventi e feste
[modifica]- Sagra dell'olio e delle olive. A marzo.
- Riti della Settimana Santa. A marzo o aprile.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi modici
[modifica]- 1 S'Acacia, Via Roma 46A, ☎ +39 0782 32347. Pizzeria.
Prezzi medi
[modifica]- 2 Lo sfizio, Via Nazionale 60, ☎ +39 328 9460031, salvatorecannizzaro@pec.it. Ristorante-pizzeria.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi modici
[modifica]- 1 Le Roverelle, SS 198 km 93,6, ☎ +39 0782 34038, +39 328 9373112. Check-in: 15:00-22:00, check-out: 7:00-11:00. B&B.
- 2 Scerì, Via Roma 143, ☎ +39 0782 512035. Check-in: 15:00-21:00, check-out: 7:00-11:00. B&B.
Prezzi medi
[modifica]- 3 Casa Anna, Via Roma 25, ☎ +39 338 9685722. Check-in: 18:00-20:00, check-out: 8:00-11:00.
Sicurezza
[modifica]Numeri utili
[modifica]- 1 Carabinieri, Via Elini 21, ☎ +39 0782 33421, stnu232380@carabinieri.it.
- 2 Guardia medica, Via Umberto I 10, ☎ +39 0782 33768.
- 3 Farmacia Mereu, Via Nazionale 30, ☎ +39 0782 33090, farmacia.mereu.ilbono@gmail.com. Lun-Gio 9:00-12:30 e 16:30-19:00, Ven 9:00-12:30 e 16:30-19:30, Sab 9:00-12:30.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- 4 Ufficio postale, Via Roma 143 A, ☎ +39 0782 33011, fax: +39 0782 33011. Lun, Mer e Ven 8:20-13:45.
Nei dintorni
[modifica]- Elini
- Arzana
- Lanusei
- Tortolì
- Arbatax
- Bari Sardo
- Santa Maria Navarrese
- Baunei
- Monte Perda Liana
- Gairo
- Osini
- Ulassai
- Jerzu
Altri progetti
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