Volumi by Stefano Telve
a cura di Rita Librandi, Roma, Carocci, 2019
Lo studio esamina le diverse interpretazioni del costrutto formato da ‚rimanere’ seguito da parti... more Lo studio esamina le diverse interpretazioni del costrutto formato da ‚rimanere’ seguito da participio passato, proponendo una distinzione tra valore stativo e valore eventivo con lettura anticausativa oppure passiva. L’interpretazione si fonda sull’analisi delle peculiarità sintattiche e semantiche delle principali componenti del costrutto (‚rimanere’, verbo al participio, argomento esterno) emerse dall’interrogazione di ampi ‚corpora’ digitali di italiano, in prospettiva anche diacronica e in comparazione con altre lingue.
Articoli in rivista o in volume by Stefano Telve
in Dante, l’italiano, a cura di Giovanna Frosini e Giuseppe Polimeni, Firenze, Accademia della Crusca-goWare, pp. 169-182, 2021
Un fattore spiccatamente costitutivo del melodramma e del libretto d'opera, più che di ogni altro... more Un fattore spiccatamente costitutivo del melodramma e del libretto d'opera, più che di ogni altro genere letterario, è il riuso di testi preesistenti; e sono ben note a questo proposito, nella librettistica, sia la forte presenza della letteratura 'alta' , come fonte diretta o mediata, sia le diverse modalità del rapporto che intercorrono tra l'una e l'altra a seconda delle epoche, dei generi e delle inclinazioni di musicisti e librettisti [1]. Nel corso dei secoli il ritorno a Dante, in particolare, ha avuto nella librettistica, come anche nella letteratura e nella cultura in senso più ampio, un andamento carsico, affiorando nel Seicento, tornando latente nel Settecento, riemergendo con rinnovato vigore nel corso dell'Ottocento fino oltre l'inizio del secolo successivo e tornando ad attenuarsi nel pieno Novecento (quando è però tutta l'opera lirica a scomporsi in forme che non si richiamano a precedenti, come per Il killer di parole di Claudio Ambrosini, del 2010). Nel canone dei quattro maggiori poeti che venne a costituirsi durante il XVIII secolo (Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso), «l'uomo nuovo era naturalmente l'antico, Dante», per riprendere le parole spese in un'analoga occasione celebrativa da Carlo Dionisotti, che scorgeva l'oppositum di Dante in un poeta che aveva raggiunto universale acclamazione in Italia e in Europa attraverso i suoi melodrammi, cioè Pietro Metastasio [2]. L'accostamento può evocare altre coppie di opposti richiamati a proposito della musica italiana e del suo rapporto con la poesia nella storia: quella tra 'seriousness' (comune a tutti i musicisti che si sono rivolti a Dante) e 'lightness' , e quella tra Dante (la cui parola genera musica) e Petrarca (la cui parola ha musica), e ancora quella tra musicalità e musicabilità (nel senso di 'potenziale musicale') dei versi danteschi [3]. Procediamo però con ordine, per secoli e per temi, premettendo qui che i riferimenti a Dante, di là da alcune eccezioni, sono stati sempre intesi come riferimenti alla Divina Commedia [4] .
in «Studi linguistici italiani», XLVI, II, pp. 145-162, 2020
in «Italiano LinguaDue», 2, pp. 493-518, 2020
in "I suoi begli anni". Verga tra Milano e Catania (1872-1891), a cura di Gabriella Alfieri, Andrea Manganaro, Silvia Morgana, Giuseppe Polimeni, Fondazione Verga, Leonforte, Euno Edizioni, vol. I, pp. 693-704, 2020
in D. Pietrini (Hrsg.), Il discorso sulle migrazioni / Der Migrationsdiskurs. Approcci linguistici, comparativi e interdisciplinari / Linguistische, vergleichende und interdisziplinäre Perspektiven, Berlin, Peter Lang, pp. 57-76, 2020
in «Zibaldone – Zeitschrift für italienische Kultur der Gegenwart», Zwischen Canzone und Rap – Italopop heute, n. 69, Frühjahr 2020, pp. 27-39, 2020
in L’italiano lungo le vie della musica: la canzone, a cura di Lorenzo Coveri e Pierangela Diadori, Le vie dell'italiano: mercanti, viaggiatori, migranti, cibernauti (e altro). Percorsi e incroci possibili tra letteratura, lingua, cultura e civiltà, Firenze, Cesati, pp. 113-119, 2020
in «Ecco il mondo»: Arrigo Boito, il futuro nel passato e il passato nel futuro, a cura di Maria Ida Biggi, Emanuele d’Angelo, Michele Girardi, Venezia, Marsilio, pp. 169-181, 2019
L’italiano sul palcoscenico a cura di Nicola De Blasi e Pietro Trifone, 2019
Gli studi riuniti in questo libro danno conto del nesso tra gli usi linguistici degli autori di t... more Gli studi riuniti in questo libro danno conto del nesso tra gli usi linguistici degli autori di testi per la scena e la particolare situazione comunicativa che si realizza in diversi generi dello spettacolo, dalla commedia alla tragedia, dall opera lirica no alla canzone. Nella comunicazione scenica, infatti, diversamente da quanto accade nella scrittura letteraria, l italiano entra direttamente in contatto con il pubblico attraverso la voce: in questo modo la lingua della tradizione da un lato raggiunge gli ascoltatori attraverso l oralità, nella recitazione e nel canto degli interpreti, dall altro si apre alla realtà linguistica quotidiana, che sale sulla ribalta, sia pure in forme a volte stilizzate, con il plurilinguismo dei dialetti e con i registri colloquiali dell italiano.
Francesco Sansovino scrittore del mondo, Atti del convegno internazionale di studi Pisa, 5-6-7 dicembre 2018 a cura di Luca D'Onghia e Daniele Musto, Edizioni di Archilet, 2019, 2019
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