Books by Julia Vicioso
Julia VICIOSO, Leonardo da Vinci e la Nazione Fiorentina a Roma, 2019
Leonardo da Vinci and the Florentine community in Rome
Introduction (Sheila Barker); Chapter 1 "‘Più che famose’:
Some Thoughts on Women Artists in Ear... more Introduction (Sheila Barker); Chapter 1 "‘Più che famose’:
Some Thoughts on Women Artists in Early Modern Europe" (Sheila ffolliott); Chapter 2 "Sofonisba Anguissola at the Court of Philip II" (Cecilia Gamberini); Chapter 3 "Sofonisba Anguissola, ‘Pittora de Natura’:
A Page from Van Dyck’s Italian Sketchbook" (Barbara Tramelli); Chapter 4 "Lucrezia Quistelli (1541–94), a Woman Artist in Vasari’s Florence" (Sheila Barker); Chapter 5 "Arcangela Paladini and the Medici" (Lisa Goldenberg Stoppato); Chapter 6 "Costanza Francini:
A Painter in the Shadow of Artemisia Gentileschi" (Julia Vicioso); Chapter 7 "The Medici’s First Woman Court Artist:
The Life and Career of Camilla Guerrieri Nati" (Eve Straussman-Pflanzer); Chapter 8 "A Newly Discovered Late Work by Artemisia Gentileschi:
Susanna and the Elders of 1652" (Adelina Modesti); Chapter 9 "Female Painters and Cosimo III de’ Medici’s Art Collecting Project" (Roberta Piccinelli); Chapter 10 "The English Collectors of Italy’s Female Old Masters, 1700–1824" (Nicole Escobedo)
La pubblicazione del presente volume scaturisce dal ventennale lavoro di ricerca svolto dall'autr... more La pubblicazione del presente volume scaturisce dal ventennale lavoro di ricerca svolto dall'autrice riguardo la Basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma, dove la Compagnia della Pietà rappresentava il sodalizio fiorentino, incaricato della gestione della chiesa. In tale contesto -in cui vigeva una singolare norma controriformata che limitava gli apparati scultorei a favore di quelli pittorici- i simboli iconografici della Nazione Toscana e della Compagnia della Pietà, come il giglio e la rappresentazione della Pietà, spiccano in diverse tipologie di opere che vanno dai ceri dipinti per la Candelora alle pale d'altare.
Il volume è arricchito dalla trascrizione di una gran mole di documento dell'Archivio dell'Arciconfraternita e dell'Archivio di Stato di Roma, relativi al periodo che va dal '500 al primo '600 e attestanti la presenza di numerosi artisti più o meno noti. Tra questi ultimi troviamo Costanza Francini, inconsueta figura di pittrice che si inserisce in un contesto sociale favorevole alla donna, tanto da ottenere per il proprio lavoro il medesimo compenso dei colleghi uomini. L'interesse per la figura di Costanza è dato tra l'altro dalla sua amicizia con la celebre artista Artemisia Gentileschi, facilitata dalla vicinanza delle loro dimore - entrambe risiedevano un tempo presso la chiesa dei Fiorentini- de dal fatto di aver subito ripetute accuse diffamatorie per il loro legame con il pittore Agostino Tassi.
Ricerca centrata sulla polemica della riproposizione degli intonaci sui prospetti cinquecenteschi... more Ricerca centrata sulla polemica della riproposizione degli intonaci sui prospetti cinquecenteschi, ed in particolare sul peperino di recupero della chiesa Sant'Andrea sulla Via Flaminia a Roma.
Tutori: Prof. Giorgio Torraca e Prof. Arnaldo Bruschi. Coordinatore Prof. Giovanni Carbonara.
San Giovanni dei Fiorentini papers by Julia Vicioso
"The Society of Mercy of the Florentine Nation in Rome. Commissions, solidarity, membership and c... more "The Society of Mercy of the Florentine Nation in Rome. Commissions, solidarity, membership and charity towards foreigners of any condition"
This essay is part of an extensive research on the church, property and places of the Florentine community in Rome. It aims to examine the relation between the Florentines and other foreign groups established in Rome, attracted by the many opportunities the Papal City offered. This Florentine social group was first organized in 1448 within a charitable brotherhood called Compagnia della Pietà or the Society of Pity. Still active today, it gathered such as other confraternities in Florence did. Members of this large Florentine community rotated actively around the confraternity and the places where they met weekly to fulfill their spiritual and social needs establishing and consolidating relations that leaded to common good, mutual help economic benefits and Florentine prestige. The Society was therefore meant to assist the sick and the poor Tuscan citizens and to defend commercial and social interests while promoting "Fiorentinità" through the exaltation of their traditions of social, political and cultural grandeur. But, how open was the Society towards foreigners who intended to be a member, to have a funeral celebrated, to access charity or to work for the Confraternity in Rome? The Company slowly succeeded in promoting and sponsor zing the construction of a National Church that reflected Florentine grandeur using the main symbol of Florence: Santa Maria del Fiore's dome in the same proportions of the cupolone. The final result was not by Florentine hands such as Antonio da Sangallo the younger nor Michelangelo Buonarroti, that among other Florentine artists were the authors of splendid projects but one by foreigners Giacomo della Porta, Carlo Maderno and Francesco Borromini. Three non Florentine architects was the response to having then the same architects of Saint Peters Basilica, the greatest construction site in Europe ever, to continue the Florentine grandeur idea without regarding nationality as it was initially.
Gli inizi del classicismo nell'Italia settentrionale e la formazione di Andrea Bregno e dei Lomba... more Gli inizi del classicismo nell'Italia settentrionale e la formazione di Andrea Bregno e dei Lombardo "veneziani" Stefania Pasti Aspetti dell'arte a Roma sotto il pontificato di Sisto IV La scuola scultorea romana del secondo Quattrocento. Il Il Ciborio degli Apostoli e il monumento a Paolo II: due esempi di scultura in Vaticano 13 15 17 21 27 45 55 67 77 87 95 Carlo La Bella Classicismo e prontezza: Giovanni Dalmata e il pluralismo delle maniere nella scultura del secondo Quattrocento a Roma Johannes Riill Forma e scultura nelle poesie del giovane Michelangelo Oscar Schiavone Un inedito riscontro: Michelangelo e la committenza Capranica-Porcari. Il vento marino e il Leone reggistemma Sezione I -Donatello. Il corpo e l'espressione Sezione II -Il "Gran Componitore" Andrea Bregno e bottega Sezione III -La scuola romana del XV secolo Sezione IV -Michelangelo e la scultura a Roma nel primo Cinquecento Sezione V -Michelangelo. Il mito di un volto Documentazioni e restauri Andrea Bregno e il portale sistino della Chiesa di San Cosimato in Roma Intorno a Bregno, Pontelli e Bramante (e Michelangelo): il Palazzo .: Archivio dell'Arei confraternita di San Giovanni dei Fiorentini, Roma (d'ora in poi AAF), val. 331, ff. 2ve 31', doc. cit. da 1. POLVERINI FaSI, Pietà, devozione e politica: due confraternite fiorentine nella Roma del Rinascimemo, in «Archivio storico italiano», 547/1, 1991, p. 132. Il volume è scomparso dall'archivio storico della chiesa ma abbiamo potuto prendere in visione una copia microfilmata del documento in questione, fatto fare dalla professoressa Polverini Fasi al tempo della sua ricerca, per il quale la ringraziamo. La datazione dei documenti consultati in questo studio è dovuto allo 'stile della Incarnazione' del computo fiorentino, per il quale vanno rettificate tutte le date anteriori al 25 marzo di ogni anno con una unità in meno sul millesimo nostro, facendo corrispondere il 20 gennaio 1492 al 20 gennaio 1493 etc. Cfr.: 1. POLVERINI FaSI, Pietà., ' J cic, nota 26. AAF, val. 331, ff. 3r-4r, doc. cit. in 1. POLVERINI FaSI, Pietà .. . , cit., nota 25. Ivi, ff. 4r-4v. Gli stessi oggetti sono elencati nell'inventario del 1495 in ibidem, f. 27v. Cfr.: R. LONGHI, Dlle proposte per Michelangelo giovane, in "Paragone", 101, 1958, pp. 59-64. I membri della Compagnia della Pietà dell'anno in cui compare per la prima volta la statua del San Gi()Vanll;1l0 sono: Piero d'Arezzo procuratore, Niccolò di Aocooio da Rabatta
OGIUNTI SOGGIORNO A ROMA (1513-1516 nica, il fascino dell'autografo e il significato misterioso e... more OGIUNTI SOGGIORNO A ROMA (1513-1516 nica, il fascino dell'autografo e il significato misterioso ed emozionante delle parole divengono, nel 10ro insieme, una sorta di eloquente sintesi delle compiesse ragioni umane e artistiche che sono all 'origine della Sagrestia Nuova. Da una parte risalta, anche senza voleri a enfatizzare, l'interpretazione antropomorfica, che trasforma il profilo della base a destra in basso in un profilo umano, non so se caricaturale, ma senza dubbio urlante; dall'altra, le scritte evocano, al di là delle forzature neo platoniche inttodotte da alcuni studiosi, i temi esistenziali del Tempo e della Morte.
Sede della Redazione: Via di San Michele, 22 -ROMA -Te!. 5818269, 5843-2420 -Telefax 58432 352 72... more Sede della Redazione: Via di San Michele, 22 -ROMA -Te!. 5818269, 5843-2420 -Telefax 58432 352 72 ANNO 1992 MARZO-APRILE ANGELO BOTTINI e PIER GIOVANNI GUZZO: Busti divini da Lavello NAXOS VI: ANNO LXXVII SERIE VI I MARIA COSTANZA LENTINI: Un secondo contributo sulla ceramica di Naxos: idrie ed anfore I l GUSTINA SCAGLIA: Il Frontespizio di Nerone, la Casa Colonna e la scala di età romana antica in un disegno 35 nel Metropolitan Museum of Art di New York EVA SZMODIS-EsZLA.RY: Recenti acquisti italiani del Dipartimento di sculture antiche del Museo di Belle Arti 63 di Budapest JULlA VICIOSO: La Basilica di San Giovanni dei Fiorentini in Roma: individuazione delle vicende progettuali 73 LILIANA BARROERO: L'I Incoronazione della Vergine' in San Pietro a Leonessa. Quadro di Giulio Bianchi II5 pittore sabino MARIA GRAZIA BERNARDINI: Una postilla al catalogo del Museo della Cattedrale di Perugia 129 JULIA VICIOSO Questo saggio è dedicato a Giuseppe Zander che mi ha aiutato nell'impostazione della ricerca LA BASILICA DI SAN GIOVANNI DEI FIORENTINI A ROMA: INDIVIDUAZIONE DELLE VICENDE PROGETTUALI PRESENTAZIONE « La chiesa romana della N azione Fiorentina rappresenta, nei suoi progetti, uno dei fatti più notevoli ed importanti del Rinascimento architettonico, nella sua attuazione una delle sconfitte maggiori a cui hanno partecipato le forze della natura ed il disordine e la imprevidenza degli uomini» (Gustavo Giovannoni 1959) Il saggio di Julia Vicioso è parte di una ricerca, iniziata e svolta sotto la mia guida nell' ambito della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti dell' Università di Roma, attraverso la quale si percorre la vicenda del San Giovanni dei Fiorentini di Roma dall'inizio fino al XIX secolo. La sezione che qui si presenta affronta l'intricata vicenda della genesi, del tormentato inizio, delle lunghe pause, attraverso cui l'idea di costruire in Roma la chiesa della Nazione Fiorentina affiora, prende corpo e si svolge nel XVI secolo: fino alle ultime battute costruttive del gran cantiere nel primo Seicento. Una vicenda entro cui si coinvolgono alcuni dei più importanti architetti del ed altri, con fasi progettuali molteplici e contrastanti; di cui quella del Concorso, stabilizzata dal relativo decreto di erezione emanato da Leone X nel gennaio del 1519, fu la più vistosa ed affollata. Uno sviluppo epocale, scandito in parallelo con quello del San Pietro Vaticano, di cui molti progetti riprendono temi e problemi, sviluppandoli nella specifica realtà topografica e dimensionale, su cui molti storici dell' architettura si sono soffermati illustrandone aspetti o fasi. Il lavoro della Vicioso entra nell' intricato problema adottando per i tanti progetti e disegni fin qui noti, una chiave di lettura finora non adoperata su questo tema in modo cosi sistematico: quella della decodificazione del sistema di notazioni metriche e delle misure, che caratterizzano per forza di cose elaborati il cui fine era una concreta realizzazione, relativi all'edificio ed all'intorno urbano. Chiave di lettura, che, oltre a consentire un attraversamento significativo nel vastissimo campo in esame, consente, alla conclusione della traversata, di presentarne una situazione particolarmente interessante: per le notazioni e le osservazioni convergenti su quanto fin qui consolidato del tema, per le aperture nuove e le ipotesi che si formulano anche trasformando molte cose che sembravano autorevolmente consolidate. Chiave di lettura, che, auspicata nel 1963 da Giuseppe Zander proprio a proposito di un disegno per San Giovanni dei Fiorentini -quello di Casa Sacchetti -m'era occorso in più occasioni di adoperare: in particolare per riferire proprio al tema di San Giovanni dei Fiorentini, il disegno Peruzzi UA 505, fino ad allora riferito al San Pietro, o precedentemente per lo studio del ciclo di disegni preparatori del peruzziano Duomo di Carpi. Di questo approccio "metrico", specificatamente architettonico, i riferimenti alle dimensioni del lotto, la particolare posi tura del lotto nei confronti del Tevere, la presenza sul lotto della preesistente chiesa di San Pantaleone, la Vicioso ha fatto la chiave di volta del suo rinnovato percorso di lettura. In particolare il problema della profondità del sito e della presenza in esso della chiesa di San Pantaleone, hanno costituito elementi cardine per riesaminare il problema. Così la proposta scala tura tra disegni contenuti nella profondità originaria del lotto (tra 200 e 210 palmi) -profondità dell'edificio prima del progetto del Sansovino -e quelli di 220 palmi (profondità del progetto vincitore del Sansovino che venne messo in opera -entrando nel fiume -come dirà il Vasari -e quindi allungando l'area originaria), consente la revisione di parecchie ipotesi che sembravano fin qui consolidate o la proposta di nuove ipotesi. Quali per esempio quella -anticipata dalla sagacia di Giovannoni -di attribuire a prove di Antonio il Giovane per il Concorso non tanto i progetti centrici, ma quelli a basilica UA 862 e 863, da me definiti a suo tempo di caratura tipologica neo "paleocristiana". Così l'accantonamento dell'ipotesi, avanzata da Schwager nel 1975, di una piazza anteposta tra la facciata della chiesa e via Giulia, desunta dalle misure tra 270 e 340 palmi presente in alcuni disegni di Antonio, oltre che nel disegno di anonimo di Casa Sacchetti; accantonamento conseguente alla raggiunta definizione del lotto, fin qui non definito nella sua realtà dimensionale, e che non raggiunge l'ipotizzata lunghezza. Donde l'interessante nuova ipotesi -avanzata a partire da una nota del disegno di Casa Sacchetti -che è di 240 palmi -di un gruppo di progetti la cui parte anteriore emergerebbe dal filo di via Giulia; con la conseguenza di un'ipotesi di traèciato di via Giulia di diversa conclusione. Non più tendente sul Ponte Trionfale, ma che si relazionerebbe nella connessione viaria verso Castel Sant'Angelo: una apertura particolarmente problematica, tutta da verificare, ma estremamente stimolante. Così ancora il particolare ruolo di vincolo e di condizionamento, che la preesistente chiesa di San Pantaleone ebbe durante tutto il ciclo progettuale: tale da influire decisamente con la realizzazione edilizia nel 1582 di Giacomo Della Porta; per la quale è ipotizzato, anche in conseguenza della rilettura dei documenti della costruzione, uno sviluppo che in parte adegua le nuove cappelle dellaportiane al corpo della preesistente chiesa: contribuendo così a spiegare la particolarità della ricomparsa tipologica di chiesa a tre navate. Vecchia chiesa, rimasta in esercizio nel tempo dei tanti progetti, per la cui decorazione si spende nel 1567 (colonna a chiaro-scuro, tribuna pitturata "azzurro e stelle") al tempo della rettorìa tenuta da San Filippo Neri e dai suoi preti. Non è il caso di ulteriori osservazioni. Basteranno questi brevi cenni a dare il tono del lavoro della Vicioso, a segnalarne qualcuna delle tante particolarità e dell' interesse; alla cui definizione non ultimo aspetto è la riproduzione e l'analisi delle decine e decine di disegni che hanno cadenzato la secolare vicenda del San Giovanni dei Fiorentini di Roma. SAN DRO BENEDETTI
Other papers by Julia Vicioso
Documento 1: lavori di sterro per il luogo "dove si vuoI far la fontana alla Vigna del Monte", Ar... more Documento 1: lavori di sterro per il luogo "dove si vuoI far la fontana alla Vigna del Monte", Archivio di Stato di Roma, Camerale I, fabbriche, b.1517 Fontane -Addi detto (31 maggio 1551) scudi 7 baiocchi 62 1/2 al detto (Bernardino Manfredi) per pagar un(o) che ha lavorato a cavar terra dove si vuoi far la fontana alla Vigna del Monte cioè canne 5 p(alm)i 87 Fontane -(31 giugno 1551) A quel che cava la terra al luogo dove si fa la fontana alla Vigna scudi 15 d'oro
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Books by Julia Vicioso
Some Thoughts on Women Artists in Early Modern Europe" (Sheila ffolliott); Chapter 2 "Sofonisba Anguissola at the Court of Philip II" (Cecilia Gamberini); Chapter 3 "Sofonisba Anguissola, ‘Pittora de Natura’:
A Page from Van Dyck’s Italian Sketchbook" (Barbara Tramelli); Chapter 4 "Lucrezia Quistelli (1541–94), a Woman Artist in Vasari’s Florence" (Sheila Barker); Chapter 5 "Arcangela Paladini and the Medici" (Lisa Goldenberg Stoppato); Chapter 6 "Costanza Francini:
A Painter in the Shadow of Artemisia Gentileschi" (Julia Vicioso); Chapter 7 "The Medici’s First Woman Court Artist:
The Life and Career of Camilla Guerrieri Nati" (Eve Straussman-Pflanzer); Chapter 8 "A Newly Discovered Late Work by Artemisia Gentileschi:
Susanna and the Elders of 1652" (Adelina Modesti); Chapter 9 "Female Painters and Cosimo III de’ Medici’s Art Collecting Project" (Roberta Piccinelli); Chapter 10 "The English Collectors of Italy’s Female Old Masters, 1700–1824" (Nicole Escobedo)
Il volume è arricchito dalla trascrizione di una gran mole di documento dell'Archivio dell'Arciconfraternita e dell'Archivio di Stato di Roma, relativi al periodo che va dal '500 al primo '600 e attestanti la presenza di numerosi artisti più o meno noti. Tra questi ultimi troviamo Costanza Francini, inconsueta figura di pittrice che si inserisce in un contesto sociale favorevole alla donna, tanto da ottenere per il proprio lavoro il medesimo compenso dei colleghi uomini. L'interesse per la figura di Costanza è dato tra l'altro dalla sua amicizia con la celebre artista Artemisia Gentileschi, facilitata dalla vicinanza delle loro dimore - entrambe risiedevano un tempo presso la chiesa dei Fiorentini- de dal fatto di aver subito ripetute accuse diffamatorie per il loro legame con il pittore Agostino Tassi.
Tutori: Prof. Giorgio Torraca e Prof. Arnaldo Bruschi. Coordinatore Prof. Giovanni Carbonara.
San Giovanni dei Fiorentini papers by Julia Vicioso
This essay is part of an extensive research on the church, property and places of the Florentine community in Rome. It aims to examine the relation between the Florentines and other foreign groups established in Rome, attracted by the many opportunities the Papal City offered. This Florentine social group was first organized in 1448 within a charitable brotherhood called Compagnia della Pietà or the Society of Pity. Still active today, it gathered such as other confraternities in Florence did. Members of this large Florentine community rotated actively around the confraternity and the places where they met weekly to fulfill their spiritual and social needs establishing and consolidating relations that leaded to common good, mutual help economic benefits and Florentine prestige. The Society was therefore meant to assist the sick and the poor Tuscan citizens and to defend commercial and social interests while promoting "Fiorentinità" through the exaltation of their traditions of social, political and cultural grandeur. But, how open was the Society towards foreigners who intended to be a member, to have a funeral celebrated, to access charity or to work for the Confraternity in Rome? The Company slowly succeeded in promoting and sponsor zing the construction of a National Church that reflected Florentine grandeur using the main symbol of Florence: Santa Maria del Fiore's dome in the same proportions of the cupolone. The final result was not by Florentine hands such as Antonio da Sangallo the younger nor Michelangelo Buonarroti, that among other Florentine artists were the authors of splendid projects but one by foreigners Giacomo della Porta, Carlo Maderno and Francesco Borromini. Three non Florentine architects was the response to having then the same architects of Saint Peters Basilica, the greatest construction site in Europe ever, to continue the Florentine grandeur idea without regarding nationality as it was initially.
Other papers by Julia Vicioso
Some Thoughts on Women Artists in Early Modern Europe" (Sheila ffolliott); Chapter 2 "Sofonisba Anguissola at the Court of Philip II" (Cecilia Gamberini); Chapter 3 "Sofonisba Anguissola, ‘Pittora de Natura’:
A Page from Van Dyck’s Italian Sketchbook" (Barbara Tramelli); Chapter 4 "Lucrezia Quistelli (1541–94), a Woman Artist in Vasari’s Florence" (Sheila Barker); Chapter 5 "Arcangela Paladini and the Medici" (Lisa Goldenberg Stoppato); Chapter 6 "Costanza Francini:
A Painter in the Shadow of Artemisia Gentileschi" (Julia Vicioso); Chapter 7 "The Medici’s First Woman Court Artist:
The Life and Career of Camilla Guerrieri Nati" (Eve Straussman-Pflanzer); Chapter 8 "A Newly Discovered Late Work by Artemisia Gentileschi:
Susanna and the Elders of 1652" (Adelina Modesti); Chapter 9 "Female Painters and Cosimo III de’ Medici’s Art Collecting Project" (Roberta Piccinelli); Chapter 10 "The English Collectors of Italy’s Female Old Masters, 1700–1824" (Nicole Escobedo)
Il volume è arricchito dalla trascrizione di una gran mole di documento dell'Archivio dell'Arciconfraternita e dell'Archivio di Stato di Roma, relativi al periodo che va dal '500 al primo '600 e attestanti la presenza di numerosi artisti più o meno noti. Tra questi ultimi troviamo Costanza Francini, inconsueta figura di pittrice che si inserisce in un contesto sociale favorevole alla donna, tanto da ottenere per il proprio lavoro il medesimo compenso dei colleghi uomini. L'interesse per la figura di Costanza è dato tra l'altro dalla sua amicizia con la celebre artista Artemisia Gentileschi, facilitata dalla vicinanza delle loro dimore - entrambe risiedevano un tempo presso la chiesa dei Fiorentini- de dal fatto di aver subito ripetute accuse diffamatorie per il loro legame con il pittore Agostino Tassi.
Tutori: Prof. Giorgio Torraca e Prof. Arnaldo Bruschi. Coordinatore Prof. Giovanni Carbonara.
This essay is part of an extensive research on the church, property and places of the Florentine community in Rome. It aims to examine the relation between the Florentines and other foreign groups established in Rome, attracted by the many opportunities the Papal City offered. This Florentine social group was first organized in 1448 within a charitable brotherhood called Compagnia della Pietà or the Society of Pity. Still active today, it gathered such as other confraternities in Florence did. Members of this large Florentine community rotated actively around the confraternity and the places where they met weekly to fulfill their spiritual and social needs establishing and consolidating relations that leaded to common good, mutual help economic benefits and Florentine prestige. The Society was therefore meant to assist the sick and the poor Tuscan citizens and to defend commercial and social interests while promoting "Fiorentinità" through the exaltation of their traditions of social, political and cultural grandeur. But, how open was the Society towards foreigners who intended to be a member, to have a funeral celebrated, to access charity or to work for the Confraternity in Rome? The Company slowly succeeded in promoting and sponsor zing the construction of a National Church that reflected Florentine grandeur using the main symbol of Florence: Santa Maria del Fiore's dome in the same proportions of the cupolone. The final result was not by Florentine hands such as Antonio da Sangallo the younger nor Michelangelo Buonarroti, that among other Florentine artists were the authors of splendid projects but one by foreigners Giacomo della Porta, Carlo Maderno and Francesco Borromini. Three non Florentine architects was the response to having then the same architects of Saint Peters Basilica, the greatest construction site in Europe ever, to continue the Florentine grandeur idea without regarding nationality as it was initially.
Vedremo come a partire dall'arrivo - nella rettoria della chiesa- del fiorentino Filippo Neri si rese evidente per la prima volta l'apertura anche a diversi forestieri, che offrivano i propri servigi a questo compatto gruppo sociale.
Ne seguì che la realizzazione della chiesa nazionale fiorentina fu – paradossalmente – il risultato del progetto di due architetti non fiorentini: Giacomo della Porta e Carlo Maderno; progetto così sfuggito dalle mani dei più prestigiosi architetti fiorentini del Cinquecento, come – tra gli altri – Antonio da Sangallo il Giovane e Michelangelo Buonarroti. In ogni modo, sembrerebbe che fosse una delle priorità della Compagnia il potere di esprimere il primato della Nazione fiorentina a Roma, non solo tramite la chiesa nazionale, ma anche offrendo la carità ai poveri di altre nazioni.
Universal exhibitions seek the international projection of the participating countries through the interpretation of a theme. This time it is "Feeding the planet, energy for life". The issue has many facets ranging from food habits, food shortages and biodiversity to the responsible and sustainable use of natural resources, production technologies and other elements related to the agri-food sector.
Each country has addressed the issue according to their way of dealing with matters related to food security and nutrition through attractive architectural spaces that convey different messages to the more than 24 million visitors expected to attend Expo Milano 2015. This interaction has encouraged friendly competition among the architectural projects of the various pavilions.
Dominican Republic is a regular participant in World Fairs. The country's first participation in a major international fair was at the Ibero-American Exposition held in Seville, Spain in 1929, a presence that meant an extraordinary effort for the country due to the financial difficulties of the moment.
The Seville Fair sought to open Spain, and the participating countries, to external emerging new trends and to accelerate the modernization process. The Dominican Republic built for the occasion as its national pavilion, a replica of the Diego Columbus Palace in Santo Domingo. The pavillion is today the Regional Roads Office of Seville.
During the most recent Universal Exhibition held in 2010 in Shanghai, the Dominican visual offer consisted in a pavilion inspired by the Diego Columbus Palace in Santo Domingo and in the Cathedral Santa Maria la Menor, also in Santo Domingo.
A work team was formed under the coordination of the Dominican Commissioner General, Ambassador Mario Arvelo Caamaño, which includes more than 100 volunteers under the guidelines of a steering committee, in which the author of these lines contributes as a consultant architect and protocol director for the Dominican participation.
The Office of the Commissioner General proposed, as the core of the Dominican participation, to present to global citizens the success story of the rural and agri-food model of development of the Dominican Republic implemented by the administration of President Danilo Medina.
The model exhibited in the Dominican pavilion emphasizes components that the specialized UN agencies value as useful to achieve full food and nutrition security, including gender, fostering producer partnerships, providing technical assistance to strengthen every link in the production chain, training to reduce post-harvest looses and facilitate access to markets, among other practices of proven effectiveness.
The central theme of the Dominican Pavilion is therefore "Empower family farmers to feed themselves, their communities and the world."
The Dominican pavilion is located within one of the major thematic areas of Expo Milano 2015: The Coffee Cluster, one of the nine spaces created by the organizing committee, under the agribusiness units criterion. The exhibits are designed in clusters around products such as rice, cocoa, fruits, cereals or the Mediterranean diets and the participants are able to share these spaces with other nations and benefit by having lower operating costs.
The space occupied by the Coffee Cluster is located on the south side of the great pedestrian axis of Expo Milano 2015 (called Decumanus following the Roman imperial tradition), that is divided into an open central area leading to the clusters and individual pavilions. By area, the Coffee Cluster is the main cluster of the Universal Exhibition. The cluster is a particular example of sustainable temporary architecture, with inspiration in the shade created by the high branches of the trees under which coffee grows. The pavilion halls are a metaphor of the robust branches of this plant.
Thus, the warm tones and natural colors characterize the environment, changing as the light filters from the outside through the cover, influencing the perception of space and giving visitors the illusion of being in a coffee forest. The greenhouse with the coffee trees gives the name to the cluster is located opposite the main entrance of the Dominican pavilion.
The outside of the Coffee Cluster is built with far and between inter-crossed horizontal lines made of recycled wood that is stained in dark brown, the color of roasted coffee, with the intention to relate the architecture to coffee, and the art and culture related to the popular grain.
The double height of the entire cluster is enriched with numerous gigant posters in black and white by the Brazilian artist Sebastião Salgado, one of the greatest living photographers. Starting from the title "Scent of a Dream", the cluster is also a journey through images and texts suspended in the air, allowing visitors to tour the coffee culture.
The interior design of the Dominican pavilion was assigned to the Dominican Architecture Laboratory (LAD). This study of young architects from the Dominican Republic had the commission of creating the successful Dominican pavilion for the Venice Biennale of Architecture in 2014. In 2015 they became the first Dominican architecture firm to exhibit at the Museum of Modern Art in New York.
LAD managed to reuse some of the installations used in the Venice Biennale, including ten illumination boxes for fixed images, audiovisual equipment and artisanal rugs (the pellizas from Bonao) while creating a totally new concept.
The exhibition space is lined with photographs and videos. The fixed images that were donated by highly reputed Dominican photographers through a public contest are gigantic and illuminated in retro style to achieve great impact.
The double height exhibition space of eight meters was articulated with creative colors cones designed by LAD, a concept by architects Ruben Hernandez Fontana and Sachi Hoshikawa that was made in Italy by the firm Xilos Golfieri with filaments that allow light to permeate and flow, magnetically attracting the viewer into the pavilion.
The result is an elegant yet cheerful explosion of color that initially greets the visitor in the room and guides the latter, first, to contemplate the crystal clear waters of our island and, second, to hear the brief and powerful message of the video on the surprise visits made by President Medina to small producers around the country. Trained for the occasion, volunteers that competed for the posts, and Dominican staff help to encourage dialogue in the pavilion space with the public, with the intention that the visitors continue to think about their experience long after having left the pavilion, and consider traveling to the Dominican Republic to witness first hand the changes that are being implemented.