Bullettino di Paletnologia Italiana. 100(1), pp. 291-298., 2020
Introduzione. La necropoli di Genicciola o Cenisola, come documentata da Gaetano Chierici e Paolo... more Introduzione. La necropoli di Genicciola o Cenisola, come documentata da Gaetano Chierici e Paolo Podestà 1 nel 1879, è situata sulle colline lunigianesi nel comune di Calice al Cornoviglio, in provincia di La Spezia. La necropoli, in origine rappresentata da almeno un'ottantina di tombe a cassetta riferi-bili a un insediamento ligure apuano, venne sco-perta in modo fortuito nel 1870 da un contadino del posto, Vincenzo Tamburini. Gli scavi furono inizialmente condotti senza alcun criterio scien-tifico, provocando la perdita del contesto, delle associazioni e dei corredi. Buona parte degli og-getti rinvenuti venne acquisita quasi 10 anni dopo da Paolo Podestà che, con la direzione scientifica di don Gaetano Chierici, nel 1879 riprese gli scavi e recuperò tre nuove tombe, le uniche indagate con metodo scientifico. I resti di quella che dove-va essere una vasta area funeraria a cremazione, datata tra la fine del IV e il I secolo a.C., sono at-tualmente rappresentati da una trentina di urne 1 Podestà 1879. cinerarie e relativi corredi conservati presso i mu-sei di La Spezia, Parma, Reggio Emilia e Roma. Come per la maggior parte degli insediamen-ti liguri dell'area apuana, non vi sono tracce che indizino la posizione dell'antico abitato di Ge-nicciola, che forse sorgeva in corrispondenza di quello attuale, a breve distanza dalla necropoli. E come la maggior parte degli insediamenti liguri apuani, vedi Filattiera o Levigliani 2 , anche Genicciola è situata lungo un'importante via di passo, a controllo delle valli del Vara e del Magra e delle rotte commerciali che dalla costa portavano verso l'entroterra e l'area Padana. Il sito sorgeva, infat-ti, a una quota di circa 435 m s.l.m., nel punto in cui il percorso di sottocrinale incrocia la via che, attraverso il passo del Bracco, collegava il basso corso del Magra al golfo del Tigullio (fig. 1). È pos-sibile che la posizione strategica di Genicciola ab-bia contribuito alla sua prosperità e permanenza anche dopo la conquista romana e la fondazione della colonia di Luni, nel 177 a.C. La necropoli ligure di Genicciola. Nuovi dati sugli scavi condotti da Gaetano Chierici in Lunigiana Riassunto La necropoli ligure di Genicciola (Calice al Cornoviglio, SP) fu rinvenuta tra il 1870 e il 1879 sulle colline lunigianesi. Il rituale funebre a cremazione e le deposizioni in urne cinerarie in tombe a cassetta litica, così come i corredi rinvenuti al loro interno, identificano questa comunità con l'etnia Ligure Apuana che abitò l'area tra la fine del IV e il I secolo a.C. Delle circa 80 tombe di cui esiste memoria, sono rimaste solo trenta urne e relativi corredi, attualmente conservati nei musei di La Spezia, Parma, Reggio Emilia e Roma. Purtroppo gli scavi effettuati senza alcun criterio scientifico e la dispersione di una parte significativa delle evidenze archeologiche, combinata con l'impossibilità di ricomporre e abbinare i singoli corredi con la rispettiva urna, ha im-pedito la ricostruzione di alcuni aspetti dell'organizzazione della necropoli e il suo sviluppo nel tempo. Una revisione approfondita dell'intero contesto attraverso l'analisi dei dati archeologici e dei manoscritti di Chierici, combinati con lo studio antropologico dei resti cremati, ha fornito ulteriori dati sulla comunità di Genicciola, sui rituali funerari e sulla sua appartenenza a un gruppo etnico ben definito, anche nel periodo di convivenza con la civiltà romana.
Le pratiche di sussistenza nel corso del neolitico in area mediterranea sono al centro del dibatt... more Le pratiche di sussistenza nel corso del neolitico in area mediterranea sono al centro del dibattito archeo-logico da lungo tempo e spesso alla base delle cate-gorie concettuali di cui la ricerca archeologica si serve per comprendere le dinamiche sociali e culturali del passato. Tuttavia, sono ancora scarse le evidenze di-rette della dieta praticata dai gruppi umani di area me-diterranea nel corso del neolitico e le nostre conoscenze si affidano prevalentemente a limitati set-tori del record archeologico. in questa direzione, oggi sono ben affermati specifici metodi di indagine, come l'analisi degli isotopi stabili di carbonio (δ 13 C) e azoto (δ 15 n) su collagene umano e animale, che consentono di esplorare la componente proteica della dieta prati-cata dai gruppi umani del passato, in modo da argi-nare le limitazioni insite nell'analisi del record paleobotanico e/o archeozoologico. in particolare, l'indagine isotopica è in grado di evi-denziare la dieta a lungo termine in relazione al con-sumo medio di alimenti negli ultimi anni di vita. l'analisi degli isotopi stabili effettuata su campioni umani e animali da numerosi siti neolitici su un'ampia zona del territorio pugliese ha permesso di evidenziare una sostanziale omogeneità nella composizione della dieta di queste popolazioni, caratterizzata tuttavia da alcune interessanti eccezioni. l'ambito cronologico indagato comprende tutte le fasi del neolitico e l'area * i dati relativi agli autori sono stati inseriti in calce al presente articolo. riassunTO-evidenze isOTOPiChe e PaleOdieTa nel neOliTiCO PuGliese. versO la GlOBalizzaziOne?-le evidenze dirette della dieta in area Mediterranea nel corso del neolitico sono piuttosto limitate. in Puglia, la maggior parte dei dati paleonutrizionali proviene tuttora dal record archeologico, che per sua natura è soggetto a molteplici limitazioni. in questo senso si inseriscono le indagini degli isotopi stabili di carbonio e azoto misurabili nel collagene umano e animale. Questo genere di analisi permette di ricostruire la componente proteica della dieta. in particolare, il rapporto isotopico del carbonio permette di distinguere tra tipi di piante consumate in ragione del processo fotosintetico utilizzato (i.e., piante C 3 o C 4), nonché tra dieta di tipo terrestre piuttosto che marina. il rapporto isotopico dell'azoto è invece utile nella collocazione degli organismi esaminati all'interno della catena trofica, misurando l'apporto relativo di proteine animali e/o vegetali. l'indagine isotopica effettuata su una serie di siti pugliesi riferibili a tutte le fasi del neolitico, ci ha permesso di individuare una sostanziale indifferenziazione nelle pratiche di sussistenza, che prevede, verosimilmente, l'impiego di un range ricor-rente di specie animali e vegetali. Questa koiné alimentare, si materializza nel consumo di specie prevalentemente terrestri, con un limitato impiego di risorse marine. i dati emersi da questa indagine ci costringono a riconsiderare alcuni assunti, rivelando al tempo stesso una complessità inattesa. suMMary-isOTOPiC evidenCe and PaleOdieT in The aPulian neOliThiC. TOwards GlOBalizaTiOn?-The neolithic Mediterranean diet has been the focus of a long-standing debate in archaeology. it is upon diet that most theories on cultural practices have found its conceptual bases. There is however little direct evidence of food practices in the apulian neolithic, for which most of our understanding derives from the archaeological record. direct sources can today be provided by stable carbon and nitrogen analysis on human and animal bone collagen. These analyses have the ability to determine the protein composition of past diet, so as to overcome any limitation linked to the botanic or zooarchaeological record. The ratio between stable isotopes of carbon can help distinguish between groups of plants with different photosynthetic processes (i.e., C 3 vs. C 4), or rather between terrestrial and marine environments. nitrogen isotope ratio is helpful to reconstruct the trophic level of an organism. The isotopic investigation carried out on a number of sites from apulia, dated to the neolithic, has allowed us to assess a substantial homogeneity in the isotopic record, so as to reveal a dietary pattern composed of recurrent foods throughout the various phases of the neolithic. a number of exceptions could be envisaged, however the most striking results derives from the apparent consistency of human diet. food practices seem to be directed towards the consumption of mainly terrestrial resources, with little if any contribution of marine species and animal proteins scarcely consumed. The isotopic investigation presented here forces us to reconsider hitherto believes, disclosing a level of complexity that was long neglected.
Anteprima riguardante il primo set scrittorio completo, di età romana, ritrovato in Sardegna nell... more Anteprima riguardante il primo set scrittorio completo, di età romana, ritrovato in Sardegna nella sepoltura a cremazione di un giovane individuo.
Recent archaeological excavations at the Carcer/Tullianum, in the Roman Forum, allowed the unexpe... more Recent archaeological excavations at the Carcer/Tullianum, in the Roman Forum, allowed the unexpected recovery of human burials associated with the very early foundations of the monument, at the beginning of the iron age. The study of these burials resulted in interesting paleopathological discoveries, concerning the skeleton of a strongly-built male, radiocarbon-dated between 830 and 780 BC. The telltale posture of the skeleton and the presence of a massive perimortal blunt force trauma of the skull shed light on the mode and circumstances of the death of this subject, and are suggestive of ritual sacrifice. The archaeological, mythological and historical backgrounds, combined with the paleopathological evidence, help us to get a glimpse of life and death at the origins of Rome.
The increasing attention of archaeological and anthropological research towards palaepathological... more The increasing attention of archaeological and anthropological research towards palaepathological studies has allowed to focus the examination of many skeletal samples on this aspect and to evaluate the presence of many diseases afflicting ancient populations. This paper describes the most interesting diseases observed in skeletal samples from some necropoles found in urban and suburban areas of Rome during archaeological excavations in the last decades, and dating back to the Imperial Age. The diseases observed were grouped into the following categories: articular diseases, traumas, infections, metabolic or nutritional diseases, congenital diseases and tumours, and some examples are reported for each group. Although extensive epidemiological investigation in ancient skeletal records is impossible, the palaeopathological study allowed to highlight the spread of numerous illnesses, many of which can be related to the life and health conditions of the Roman population.
The increasing attention of archaeological and anthropological research towards palaepathological... more The increasing attention of archaeological and anthropological research towards palaepathological studies has allowed to focus the examination of many skeletal samples on this aspect and to evaluate the presence of many diseases afflicting ancient populations. This paper describes the most interesting diseases observed in skeletal samples from some necropoles found in urban and suburban areas of Rome during archaeological excavations in the last decades, and dating back to the Imperial Age. The diseases observed were grouped into the following categories: articular diseases, traumas, infections, metabolic or nutritional diseases, congenital diseases and tumours, and some examples are reported for each group. Although extensive epidemiological investigation in ancient skeletal records is impossible, the palaeopathological study allowed to highlight the spread of numerous illnesses, many of which can be related to the life and health conditions of the Roman population.
Antonio Ascenzi is well known within the scientific community for his original contributions to m... more Antonio Ascenzi is well known within the scientific community for his original contributions to morbid anatomy and in particular for his studies on the fields of bone biology, bone biomechanics, haematology and congenital heart disease. Additionally, Ascenzi was also interested in human evolution and applied his deep knowledge of pathology to ancient human remains, conducting research in paleoanthropology on fossilized Neanderthal specimens found in Italy. The name of Ascenzi is linked with the discovery and study of the most ancient Italian bone fossils, namely the Ceprano skull, an early specimen of Homo erectus. Furthermore, his pioneering researches on the Uan Muhuggiag and Grottarossa mummies and his rigorous studies on several aspects and problems concerning the pathologies of past human populations made him a pioneer in the fields of Italian mummiology and paleopathology. The thread that linked his diversified research interests outside and within human anthropology was a pro...
One of the goals of the anthropological research of the Anthropological Service of the Archaeolog... more One of the goals of the anthropological research of the Anthropological Service of the Archaeological Superintendence of Rome is to reconstruct the hygienic-environmental living conditions of the ancient populations in Imperial Age. We considered some not specific pointers of stress in four necropolis, that are excavated in the last years in the Suburbium. In particular Harris's lines, porotic hyperostosis and enamel hypoplasia are been considered. Two shape of research have been lead: (a) an analysis of the frequencies of the three factors on the data from a single necropolis and (b) a comparison between enamel hypoplasia and porotic hyperostosis. The distributions of such alterations indicates the presence of light stresses.
Bullettino di Paletnologia Italiana. 100(1), pp. 291-298., 2020
Introduzione. La necropoli di Genicciola o Cenisola, come documentata da Gaetano Chierici e Paolo... more Introduzione. La necropoli di Genicciola o Cenisola, come documentata da Gaetano Chierici e Paolo Podestà 1 nel 1879, è situata sulle colline lunigianesi nel comune di Calice al Cornoviglio, in provincia di La Spezia. La necropoli, in origine rappresentata da almeno un'ottantina di tombe a cassetta riferi-bili a un insediamento ligure apuano, venne sco-perta in modo fortuito nel 1870 da un contadino del posto, Vincenzo Tamburini. Gli scavi furono inizialmente condotti senza alcun criterio scien-tifico, provocando la perdita del contesto, delle associazioni e dei corredi. Buona parte degli og-getti rinvenuti venne acquisita quasi 10 anni dopo da Paolo Podestà che, con la direzione scientifica di don Gaetano Chierici, nel 1879 riprese gli scavi e recuperò tre nuove tombe, le uniche indagate con metodo scientifico. I resti di quella che dove-va essere una vasta area funeraria a cremazione, datata tra la fine del IV e il I secolo a.C., sono at-tualmente rappresentati da una trentina di urne 1 Podestà 1879. cinerarie e relativi corredi conservati presso i mu-sei di La Spezia, Parma, Reggio Emilia e Roma. Come per la maggior parte degli insediamen-ti liguri dell'area apuana, non vi sono tracce che indizino la posizione dell'antico abitato di Ge-nicciola, che forse sorgeva in corrispondenza di quello attuale, a breve distanza dalla necropoli. E come la maggior parte degli insediamenti liguri apuani, vedi Filattiera o Levigliani 2 , anche Genicciola è situata lungo un'importante via di passo, a controllo delle valli del Vara e del Magra e delle rotte commerciali che dalla costa portavano verso l'entroterra e l'area Padana. Il sito sorgeva, infat-ti, a una quota di circa 435 m s.l.m., nel punto in cui il percorso di sottocrinale incrocia la via che, attraverso il passo del Bracco, collegava il basso corso del Magra al golfo del Tigullio (fig. 1). È pos-sibile che la posizione strategica di Genicciola ab-bia contribuito alla sua prosperità e permanenza anche dopo la conquista romana e la fondazione della colonia di Luni, nel 177 a.C. La necropoli ligure di Genicciola. Nuovi dati sugli scavi condotti da Gaetano Chierici in Lunigiana Riassunto La necropoli ligure di Genicciola (Calice al Cornoviglio, SP) fu rinvenuta tra il 1870 e il 1879 sulle colline lunigianesi. Il rituale funebre a cremazione e le deposizioni in urne cinerarie in tombe a cassetta litica, così come i corredi rinvenuti al loro interno, identificano questa comunità con l'etnia Ligure Apuana che abitò l'area tra la fine del IV e il I secolo a.C. Delle circa 80 tombe di cui esiste memoria, sono rimaste solo trenta urne e relativi corredi, attualmente conservati nei musei di La Spezia, Parma, Reggio Emilia e Roma. Purtroppo gli scavi effettuati senza alcun criterio scientifico e la dispersione di una parte significativa delle evidenze archeologiche, combinata con l'impossibilità di ricomporre e abbinare i singoli corredi con la rispettiva urna, ha im-pedito la ricostruzione di alcuni aspetti dell'organizzazione della necropoli e il suo sviluppo nel tempo. Una revisione approfondita dell'intero contesto attraverso l'analisi dei dati archeologici e dei manoscritti di Chierici, combinati con lo studio antropologico dei resti cremati, ha fornito ulteriori dati sulla comunità di Genicciola, sui rituali funerari e sulla sua appartenenza a un gruppo etnico ben definito, anche nel periodo di convivenza con la civiltà romana.
Le pratiche di sussistenza nel corso del neolitico in area mediterranea sono al centro del dibatt... more Le pratiche di sussistenza nel corso del neolitico in area mediterranea sono al centro del dibattito archeo-logico da lungo tempo e spesso alla base delle cate-gorie concettuali di cui la ricerca archeologica si serve per comprendere le dinamiche sociali e culturali del passato. Tuttavia, sono ancora scarse le evidenze di-rette della dieta praticata dai gruppi umani di area me-diterranea nel corso del neolitico e le nostre conoscenze si affidano prevalentemente a limitati set-tori del record archeologico. in questa direzione, oggi sono ben affermati specifici metodi di indagine, come l'analisi degli isotopi stabili di carbonio (δ 13 C) e azoto (δ 15 n) su collagene umano e animale, che consentono di esplorare la componente proteica della dieta prati-cata dai gruppi umani del passato, in modo da argi-nare le limitazioni insite nell'analisi del record paleobotanico e/o archeozoologico. in particolare, l'indagine isotopica è in grado di evi-denziare la dieta a lungo termine in relazione al con-sumo medio di alimenti negli ultimi anni di vita. l'analisi degli isotopi stabili effettuata su campioni umani e animali da numerosi siti neolitici su un'ampia zona del territorio pugliese ha permesso di evidenziare una sostanziale omogeneità nella composizione della dieta di queste popolazioni, caratterizzata tuttavia da alcune interessanti eccezioni. l'ambito cronologico indagato comprende tutte le fasi del neolitico e l'area * i dati relativi agli autori sono stati inseriti in calce al presente articolo. riassunTO-evidenze isOTOPiChe e PaleOdieTa nel neOliTiCO PuGliese. versO la GlOBalizzaziOne?-le evidenze dirette della dieta in area Mediterranea nel corso del neolitico sono piuttosto limitate. in Puglia, la maggior parte dei dati paleonutrizionali proviene tuttora dal record archeologico, che per sua natura è soggetto a molteplici limitazioni. in questo senso si inseriscono le indagini degli isotopi stabili di carbonio e azoto misurabili nel collagene umano e animale. Questo genere di analisi permette di ricostruire la componente proteica della dieta. in particolare, il rapporto isotopico del carbonio permette di distinguere tra tipi di piante consumate in ragione del processo fotosintetico utilizzato (i.e., piante C 3 o C 4), nonché tra dieta di tipo terrestre piuttosto che marina. il rapporto isotopico dell'azoto è invece utile nella collocazione degli organismi esaminati all'interno della catena trofica, misurando l'apporto relativo di proteine animali e/o vegetali. l'indagine isotopica effettuata su una serie di siti pugliesi riferibili a tutte le fasi del neolitico, ci ha permesso di individuare una sostanziale indifferenziazione nelle pratiche di sussistenza, che prevede, verosimilmente, l'impiego di un range ricor-rente di specie animali e vegetali. Questa koiné alimentare, si materializza nel consumo di specie prevalentemente terrestri, con un limitato impiego di risorse marine. i dati emersi da questa indagine ci costringono a riconsiderare alcuni assunti, rivelando al tempo stesso una complessità inattesa. suMMary-isOTOPiC evidenCe and PaleOdieT in The aPulian neOliThiC. TOwards GlOBalizaTiOn?-The neolithic Mediterranean diet has been the focus of a long-standing debate in archaeology. it is upon diet that most theories on cultural practices have found its conceptual bases. There is however little direct evidence of food practices in the apulian neolithic, for which most of our understanding derives from the archaeological record. direct sources can today be provided by stable carbon and nitrogen analysis on human and animal bone collagen. These analyses have the ability to determine the protein composition of past diet, so as to overcome any limitation linked to the botanic or zooarchaeological record. The ratio between stable isotopes of carbon can help distinguish between groups of plants with different photosynthetic processes (i.e., C 3 vs. C 4), or rather between terrestrial and marine environments. nitrogen isotope ratio is helpful to reconstruct the trophic level of an organism. The isotopic investigation carried out on a number of sites from apulia, dated to the neolithic, has allowed us to assess a substantial homogeneity in the isotopic record, so as to reveal a dietary pattern composed of recurrent foods throughout the various phases of the neolithic. a number of exceptions could be envisaged, however the most striking results derives from the apparent consistency of human diet. food practices seem to be directed towards the consumption of mainly terrestrial resources, with little if any contribution of marine species and animal proteins scarcely consumed. The isotopic investigation presented here forces us to reconsider hitherto believes, disclosing a level of complexity that was long neglected.
Anteprima riguardante il primo set scrittorio completo, di età romana, ritrovato in Sardegna nell... more Anteprima riguardante il primo set scrittorio completo, di età romana, ritrovato in Sardegna nella sepoltura a cremazione di un giovane individuo.
Recent archaeological excavations at the Carcer/Tullianum, in the Roman Forum, allowed the unexpe... more Recent archaeological excavations at the Carcer/Tullianum, in the Roman Forum, allowed the unexpected recovery of human burials associated with the very early foundations of the monument, at the beginning of the iron age. The study of these burials resulted in interesting paleopathological discoveries, concerning the skeleton of a strongly-built male, radiocarbon-dated between 830 and 780 BC. The telltale posture of the skeleton and the presence of a massive perimortal blunt force trauma of the skull shed light on the mode and circumstances of the death of this subject, and are suggestive of ritual sacrifice. The archaeological, mythological and historical backgrounds, combined with the paleopathological evidence, help us to get a glimpse of life and death at the origins of Rome.
The increasing attention of archaeological and anthropological research towards palaepathological... more The increasing attention of archaeological and anthropological research towards palaepathological studies has allowed to focus the examination of many skeletal samples on this aspect and to evaluate the presence of many diseases afflicting ancient populations. This paper describes the most interesting diseases observed in skeletal samples from some necropoles found in urban and suburban areas of Rome during archaeological excavations in the last decades, and dating back to the Imperial Age. The diseases observed were grouped into the following categories: articular diseases, traumas, infections, metabolic or nutritional diseases, congenital diseases and tumours, and some examples are reported for each group. Although extensive epidemiological investigation in ancient skeletal records is impossible, the palaeopathological study allowed to highlight the spread of numerous illnesses, many of which can be related to the life and health conditions of the Roman population.
The increasing attention of archaeological and anthropological research towards palaepathological... more The increasing attention of archaeological and anthropological research towards palaepathological studies has allowed to focus the examination of many skeletal samples on this aspect and to evaluate the presence of many diseases afflicting ancient populations. This paper describes the most interesting diseases observed in skeletal samples from some necropoles found in urban and suburban areas of Rome during archaeological excavations in the last decades, and dating back to the Imperial Age. The diseases observed were grouped into the following categories: articular diseases, traumas, infections, metabolic or nutritional diseases, congenital diseases and tumours, and some examples are reported for each group. Although extensive epidemiological investigation in ancient skeletal records is impossible, the palaeopathological study allowed to highlight the spread of numerous illnesses, many of which can be related to the life and health conditions of the Roman population.
Antonio Ascenzi is well known within the scientific community for his original contributions to m... more Antonio Ascenzi is well known within the scientific community for his original contributions to morbid anatomy and in particular for his studies on the fields of bone biology, bone biomechanics, haematology and congenital heart disease. Additionally, Ascenzi was also interested in human evolution and applied his deep knowledge of pathology to ancient human remains, conducting research in paleoanthropology on fossilized Neanderthal specimens found in Italy. The name of Ascenzi is linked with the discovery and study of the most ancient Italian bone fossils, namely the Ceprano skull, an early specimen of Homo erectus. Furthermore, his pioneering researches on the Uan Muhuggiag and Grottarossa mummies and his rigorous studies on several aspects and problems concerning the pathologies of past human populations made him a pioneer in the fields of Italian mummiology and paleopathology. The thread that linked his diversified research interests outside and within human anthropology was a pro...
One of the goals of the anthropological research of the Anthropological Service of the Archaeolog... more One of the goals of the anthropological research of the Anthropological Service of the Archaeological Superintendence of Rome is to reconstruct the hygienic-environmental living conditions of the ancient populations in Imperial Age. We considered some not specific pointers of stress in four necropolis, that are excavated in the last years in the Suburbium. In particular Harris's lines, porotic hyperostosis and enamel hypoplasia are been considered. Two shape of research have been lead: (a) an analysis of the frequencies of the three factors on the data from a single necropolis and (b) a comparison between enamel hypoplasia and porotic hyperostosis. The distributions of such alterations indicates the presence of light stresses.
Rispetto alla precedente edizione del 2005: sono stati aggiunti 2 capitoli, uno su isotopi stabil... more Rispetto alla precedente edizione del 2005: sono stati aggiunti 2 capitoli, uno su isotopi stabili e uno su DNA, curati da specialisti. Sono stati ampliati i capitoli che riguardano cremazioni, paleopatologia, odontologia e tafonomia. È stata aggiornata la bibliografia ed alcune metodologie. Per il resto è simile al precedente che cominciava ad essere vecchiotto... Tutte le altre edizioni, 13 a partire dal 2005, uscite anche con copertine diverse, sono solo RISTAMPE. Questa del 2015 invece è un nuovo aggiornamento e riporta la scritta “Nuova edizione”.
Gorini I., Pezzoni B. ( a cura di), Le collezioni storiche di otorinolaringoiatria, Atti delle Giornate di Museologia Medica. Qiaderno n. 8. Varese 8 novembre 2019, pp. 59-62, 2019
Nel contributo si descrivono sei preparati in liquido di dimora (formalina) conservati nel Museo... more Nel contributo si descrivono sei preparati in liquido di dimora (formalina) conservati nel Museo di Anatomia Patologica risalenti agli anni '60 del XX secolo.
Uploads
Papers by Simona Minozzi