Papers by Marija Mitrovic
Italica Belgradensia, 2016
Primerjalna Knjizevnost, Nov 1, 2016
Slovene Studies, Jan 2, 1998
Zaloznistvo trZaskega tiska. The largest undertaking in the publishing field in Slovenia a projec... more Zaloznistvo trZaskega tiska. The largest undertaking in the publishing field in Slovenia a project whos e first results appeared at the end of 1987 is the Enciklopedija Slovenije (L: MK). Of this national encyclopedia, planned for twelve volumes of approximately 5,600 pag es with 8,000 subject and 6,000 biographic entries and almost 10,000 illustrations, the fi rst volume has appeared. Even this volume makes evident the serious nature of the u ndertaking: its information is quite condensed and, to the extent that this is possible, wher ever additional information is necessary bibliographic references are also provided. Th e encyclopedia encompasses the entire Slovene cultural universe, without regard to sta te boundaries, neglecting neither emigres nor people of other nations who in one w ay or another, culturally or through scholarship, have enriched Slovene history. One volu me per year is planned for this major lexicographic undertaking, which joins other proje cts of this sort which have either already been realized (Slovenski biografski leksikon) or are in progress (Slovar slovenskega knjiinega jezika). The Literarni leksikon is a project of the Research Center of the Slovene Academy of Arts and Sciences / Institute for Slovene Literature and Literary Scienc e (Znanstvenoraziskovalni center SAZU / Institut za slovensko literaturo in literarne vede) and has been under way for a full ten years. In 1987 two issues appeared (both L: DZ): Janko Kos, Predromantika (= vol. 31,96 pp.) and Marko Terseglav, Ljudsko pesnist vo (= vol. 32, 170 pp.). Not only the number of volumes (32 to date) but, even more so, the details and treatment of each literary term examined, are most praiseworthy. The editorial board v (Darko Dolinar, Janko Kos, Majda Stanovnik, Drago Sega) continues to s elect and, with the help of a team of Slovene specialists treat, terms and concepts that have until now been somewhat shunted to the side, or at least insufficiently elaborated, in stud ies of Slovene literature. The term 'preromanticism', for example, has been used for a long time-at least from the beginning of the twentieth century-as the designation of a stylist ic and intellectual trend in European literature. In Slovene historiography, however, it has eithe r been not used at all, or (in the opinion of Janko Kos) has been mistakenly con nected with the period 1780-1810. Of a true preromanticism among Slovene cultural figu res Kos speaks only with reference to the period 1810-1830, or even later. The young scholar Marko Terseglav has examined the concept of folk poetry in a manner which tak es into account the newest insights from folklore studies both abroad and in Yugoslavia. O ne should also mention that the volumes published in 1986 are also most worthy of attenti on: Janko Kos, Razsvetljenstvo; Andrej Inkret, Drama in gledalisce; and Lado Kralj , Ek spresionizem. The interwar period, especially the epoch of the so-called historical av ant-garde, is attracting the attention of Slovene authors. Most recently this period has b een treated not only encyclopedically (in the above-cited work by Janko Kralj), but in two other ways as well: through reprinting, by the re-publication of the 1927 journal Tank (L: MK), issued with extensive commentary and notes from the pens of Peter Krecic and De nis Poniz, with
Primerjalna Knjizevnost, 1988
Študija obravnava predvsem razlike m ed slovensko »značajevko«, obrnjeno k osebni problem atiki, ... more Študija obravnava predvsem razlike m ed slovensko »značajevko«, obrnjeno k osebni problem atiki, in srbsko vaško povestjo (seoska pripovetka), k i upodablja socialno, krajevno in zgodovinsko pogojeni tip člove ka. Srbske povesti so opazno daljše, ju n a ki postavljeni v prostor, k i je ši roko zasnovan, pisatelj jim pogosto prepusti besedo, tako da v pripove dovanje vnašajo počasni epski ritem in kolokvialno ter socialno diferen ciran jezik. Ala koncu študije so om enjene še druge razlike m ed sloven sko in srbsko kratko prozo, k i zadevajo način afirmacije lastnega naroda, upiranje starejšim m odelom pripovedovanja ali njihovo povzemanje, deli tev na elitno in neelitno literaturo ter odnos do artificialnosti.
I morti che tornano Si ntetizzando il libro Parlando di Michelangelo (O Michelangelu govoreći), d... more I morti che tornano Si ntetizzando il libro Parlando di Michelangelo (O Michelangelu govoreći), di Radoslav Petković si può comprendere perché Michelangelo sia diventato uno dei pilastri rinascimentali e perché né Michelangelo né il Rinascimento non potessero nascere nel cerchio culturale bizantino. Per costruire il suo saggio Petković, scrittore serbo, ha studiato a lungo le fonti artistiche, poetiche, storiche e filologiche del mondo latino e del mondo greco. Per illustrare il perché nella cultura orientale europea non esistesse il motivo che troviamo al centro dell'interesse del nostro convegno, occorrerebbe una ricerca altrettanto approfondita. Lungi dal sentirmi esperta in filologia, storia dell'arte, etnologia e quant'altro sarebbe necessario conoscere per trovare una giusta risposta, oso offrire una riflessione sull'argomento basandomi piuttosto sulla conoscenza della cultura scritta e orale. Pur non potendo offrire in questa sede una compiuta risposta all'interrogativo sul perché il "ballo con la morte" come motivo artistico non esista nella letteratura e cultura serba, desidero presentare una riflessione eterogenea e amatoriale. Nei territori abitati dai serbi 1 , i monasteri costituiscono le uniche tracce materiali della Serbia medievale. Dal dodicesimo al quattordicesimo secolo lo Stato serbo fu abbastanza forte, sebbene oggi non esistano più né i palazzi né le città medievali, perché, tranne i monasteri, per tutte le altre costruzioni si usava legno e altri materiali non durevoli. Le conquiste ottomane e l'istituzione di una parte del potente impero islamico sul
Slovene Studies, Jul 1, 1987
Studi Slavistici, Jul 20, 2021
Il volume Gerasim Zelić e il suo tempo è agile e-mi verrebbe da dire-dilettevole. Mi permetto di ... more Il volume Gerasim Zelić e il suo tempo è agile e-mi verrebbe da dire-dilettevole. Mi permetto di usare questo aggettivo nonostante si tratti di un libro pubblicato da un editore scientifico come la Firenze University Press (<https://media.fupress.com/files/pdf/24/3998/3998_21706>), frutto di una ricerca biennale intitolata The Interconfessional Polemic Between the Ortodox Serbs and Catholic Church in the Manuscripts of Gerasim Zelić, finanziata dal Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell'Università degli Studi di Padova. I contributi presentati riguardano un periodo storico poco noto e sono focalizzati su un personaggio non molto studiato. Il volume, curato da Monica Fin e Han Steenwijk, contiene nove saggi che si leggono con grande interesse. Nel contributo intitolato La polemica confessionale fra ortodossi e cattolici negli scritti di Gerasim Zelić la curatrice sottolinea che scannerizzando "circa 300 documenti, per un totale di oltre 1000 carte manoscritte redatte in serbo, italiano, tedesco, greco e latino, è stato ricavato un corpus finale costituito da 140 documenti strettamente pertinenti alla tematica indagata del progetto. I manoscritti scelti coprono un arco di tempo che va dal gennaio 1794 al settembre 1830. La maggior parte del corpus è costituita dalla corrispondenza personale di Gerasim Zelić, oltre a numerosi documenti ufficiali emanati dalle autorità veneziane, austriache e francesi che all'epoca si avvicendarono nella dominazione della Dalmazia" (p. 3). Il materiale digitalizzato è disponibile in linea ed è consultabile all'indirizzo: <http://www. maldura.unipd.it/zelic/> il che consente a tutti di usufruire dei risultati di questa ricerca. "Oltre che dal punto di vista storico-culturale-scrive ancora la Fin-i documenti raccolti costituiscono materiale di grande rilievo anche per l'analisi di tipo linguistico: a tale proposito, particolare interesse è già stato espresso dal comitato scientifico del Rečnik slavenosrpskog jezika, che ha individuato nei manoscritti legati alla figura di Zelić un valido corpus di riferimento per le ricerche sulla lingua serba di epoca precedente alla standardizzazione" (p. 5). Per rendere il materiale accessibile anche a chi non conosce l'alfabeto cirillico si è deciso di traslitterare i testi in caratteri latini. Bisogna ammettere che il livello tecnologico conseguito dai collaboratori di questo progetto si avvicina-rispetto a quanto si sarebbe potuto realizzare in era pre-elettronica-al puro Science Fiction visto il risultato ottenuto! Si può presumere che l'altro curatore, Han Steenwijk, sia 'l'anima' della parte tecnologica del progetto perché nel suo contributo intitolato Lingue letterarie storiche in ambito culturale serbo: alcuni problemi di codifica html dimostra come un linguista possa usare questi risultati tecnologica
La nave sulla scena teatrale Dal la biblica arca di Noé e dalla barca mitologica con la quale Car... more La nave sulla scena teatrale Dal la biblica arca di Noé e dalla barca mitologica con la quale Caronte trasportava le anime dei morti all'Ade, gli oggetti natanti hanno un ruolo altamente simbolico e occupano un posto importante nel mondo dell'immaginazione e dell'arte. Navigare richiede sforzo, resistenza e coraggio, porta all'incontro con l'ignoto, esotico e avventuroso. La nave è come un mondo in miniatura: su una superficie minuscola vivono e lavorano genti di diversi paesi che spesso, oltre ad avere la pelle di colore diverso, parlano lingue diverse e sono caratterizzate da abitudini diverse. Anche i nomi delle parti di un oggetto navigante lo avvicinano ad un essere vivente, alla sua pienezza, alla sua diversità e alla sua fertilità: nella lingua serba/croata la nave ha "utroba" (trad. lett. visceri), "kljun" (trad. lett. becco), "telo" (trad. lett. corpo), "kobilica" (trad. lett. piccola cavalla). I sogni, gli ideali, il desiderio di scoprire il nuovo, di collegare il visibile con l'invisibile, il reale con l'immaginario, nei miti e leggende più vari sono sempre associati agli oggetti natanti. Una delle prime opere della letteratura croata a raggiungere una notorietà popolare è un libro in prosa che si intitola Korabljica (Barca). Andrija Kačić Miošić (1704-1760), l'autore di questa raccolta di prosa, pubblicata a Venezia nel 1760, è uno dei primi autori di bestseller della letteratura croata. Divenne famoso perché sapeva utilizzare modalità comunicative vicine all'uomo comune, quali il decasillabo epico sul piano formale e la narrazione aneddotica. Per quanto riguarda i temi è sempre rima
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