Libri by Alessandro Bellino
Il nazismo ha costituito una sfida tremenda per la Chiesa cattolica, che, in un certo senso, cont... more Il nazismo ha costituito una sfida tremenda per la Chiesa cattolica, che, in un certo senso, continua fino ad oggi: molti giudizi sul cattolicesimo contemporaneo ruotano ancora intorno al rapporto di Pio XI e di Pio XII con Hitler. Il nazismo ha anzitutto disorientato la Chiesa tedesca, stretta tra minacce gravissime e crimini che non tollerano il silenzio. Alessandro Bellino ricostruisce l’accidentato percorso di questa Chiesa, ripercorrendo un vasto dibattito storiografico e mettendo a fuoco vicende poco conosciute, come i processi per scandali finanziati e sessuali del clero che il regime usò come pesanti mezzi di pressione. Ciò che accadeva in Germania coinvolse subito anche la S. Sede. Dai documenti vaticani, qui ampiamente esplorati, emerge una gestione quotidiana della sfida nazista, che non seguì inizialmente un disegno chiaro e organico, ma che poi acquistò un orientamento sempre più severo. Lungo questa strada, la condanna della Mit Brennender Sorge non è stata un punto d’arrivo definitivo, ma la base di una sistematica strategia diplomatica - anch’essa ricostruita per la prima volta – volta a contrastare l’influenza nazista nel mondo. La S. Sede agì come un collettivo in cui non c’era spazio per contrapposizioni radicali, ma dai documenti emergono differenze di giudizio, di atteggiamento, di azione. Il Segretario di Stato Eugenio Pacelli appare pienamente coinvolto nel progressivo indurimento della linea vaticana e il pontificato di Pio XI si chiuse con una ferma presa di posizione proposta dal Segretario di Stato a sostegno del card. Mundelein contro l’“imbianchino austriaco e per giunta inetto”.
Articoli scientifici by Alessandro Bellino
€ 33,00 si può parlare di un «sessantotto cattolico»? e se è esistito, è stato solo una component... more € 33,00 si può parlare di un «sessantotto cattolico»? e se è esistito, è stato solo una componente della contestazione giovanile, irrilevante e risucchiata dall'attrazione a sinistra, oppure si è trattato di un fenomeno consistente, caratterizzato da dinamiche specifiche e ramificato a livello europeo, se non su scala globale? Quali ne sono i riferimenti culturali, le reti di collegamento, i momenti e i luoghi in cui si è sviluppata una riflessione comune? esiste davvero, insomma, una sorta di filo rosso che unisce gli studenti della Jec parigina e gli universitari cattolici che a Madrid scendono in piazza contro Franco, le avanguardie cattoliche della contestazione belga e gli studenti italiani che si sono mobilitati sin dall'inizio degli anni sessanta? a tali interrogativi vuole rispondere questo libro, che analizza le direttrici di marcia che hanno portato i giovani cattolici europei «verso il sessantotto», considerando un arco temporale ampio, che comprende il passaggio tra anni cinquanta e sessanta e gli orientamenti del mondo studentesco europeo del decennio che precede la contestazione. italia, Francia, Belgio, olanda, Germania, austria, spagna: paesi che hanno avuto un sessantotto spesso dirompente, alimentato proprio dalla gioventù cattolica. Gli studenti cattolici hanno in parte anticipato le istanze di contestazione, dal protagonismo generazionale alla vocazione antiautoritaria, declinandola in ambito ecclesiale e sociale. come i loro compagni, anzi ancor prima dei loro compagni, hanno vissuto i lunghi anni sessanta come un anticipo di contestazione, mettendo in sinergia, non senza contraddizioni, tensioni spirituali, esperienze associative e aspirazioni sociali.
Edizione e commento a un votum inedito redatto da Gundlach nel 1930 per la Nunziatura di Berlino.... more Edizione e commento a un votum inedito redatto da Gundlach nel 1930 per la Nunziatura di Berlino. Si tratta del suo primo testo sul nazismo.
Relazioni a conferenze by Alessandro Bellino
La relazione intende mettere in luce la riflessione interna con cui il Bund Neudeutschland – punt... more La relazione intende mettere in luce la riflessione interna con cui il Bund Neudeutschland – punta di diamante della gioventù cattolica tedesca – affrontò gli anni Sessanta. In particolare si prenderanno in esame alcuni temi quali: il ruolo del Bund nella Chiesa in relazione ai fermenti conciliari e alla contestazione dottrinale, il suo rapporto con il passato nazionalsocialista, la sua concezione della scuola e della società, le interazioni tra la sua coscienza tedesca/mitteleuropea e uno scenario geopolitico attraversato da crescenti squilibri di povertà e ricchezza, decolonizzazione e globalizzazione.
1. Nella Chiesa. Si mettono in luce i nessi di continuità e i cambiamenti all’interno del Bund nella riflessione sul ruolo dei laici nella Chiesa. Prendendo le mosse dall’ultimo scorcio del Pontificato di Pio XII (cfr. discorso al secondo Congresso sull’Apostolato dei laici, Roma, ottobre 1957), e passando attraverso la significativa riflessione sul dibattito conciliare, si giunge fino alla contestazione dottrinale che emerge con forza nel 1968 in merito al rapporto con la gerarchia e con l’enciclica Humanae vitae. Obiettivo è quello di reinserire la riflessione sul laicato nel dibattito già presente nella fase preconciliare e lasciar intravedere la diversa coniugazione di un tema in relazione alle diverse problematiche politico-culturali degli anni Sessanta, evidenziando l’erosione di un modello che, portato all’esasperazione, giunse fino alle estreme conseguenze, ovvero alla contestazione aperta.
2. Nella scuola. Il dibattito sul ruolo del laicato, pur nei suoi cambiamenti, comportò un’evoluzione significativa nell’autocoscienza del Bund, nelle interazioni tra la sua appartenenza ecclesiale, la sua funzione educativa, il rapporto tra individuo e comunità/associazione: da Milieu estraniato dalla società e in potenziale conflitto con essa a presenza attiva e principio di cambiamento dall’interno. La scuola e l’accademia vennero viste come possibilità di coniugare teoria e prassi, sullo sfondo di uno scenario in cui le categorie interpretative della realtà apparvero sempre più labili e il modello costantiniano, con la sua pretesa di regolare verticisticamente i rapporti tra fede religiosa e vita quotidiana, tra il mondo e la Chiesa, drammaticamente al tramonto.
3. Il rapporto con il nazionalsocialismo. L’autocoscienza di una realtà non può non misurarsi con la propria storia. Per il Bund l’esperienza del nazionalsocialismo ha significato, come per tutta la compagine sociale cattolica, misurarsi con la modernità, con una concezione problematica del rapporto con l’autorità e con un’altrettanto difficoltosa coniugazione tra la propria dimensione politico-sociale e quella religiosa. Tutti questi problemi furono oggetto della discussione storiografica che eruppe all’inizio degli anni Sessanta: tra Böckenforde e Amery si infranse fino a quel momento l’idea di una compagine sociale compatta nella resistenza al nazionalsocialismo ed emerse l’idea di un’acies subordinata alla gerarchia, senza una propria coscienza politico-sociale e pervasa da categorie astratte e premoderne. La riflessione ingenerata da Böckenforde sui presunti nessi tra il periodo nazionalsocialista e l’attualità si tradussero in un’analoga riflessione interna al cattolicesimo tedesco – e al Bund – circa il proprio rapporto con il passato più recente. Esito di tale riflessione non fu solo una risposta complessa e feconda sul piano storiografico, ma anche il ripensarsi del cattolicesimo tedesco sul proprio ruolo sociale e politico, sul rapporto tra laici e gerarchia.
4 Tra Europa e America Latina. E’ nella seconda metà degli anni ’50 che il cattolicesimo si aprì nuovamente a una dimensione globale. In Germania, per impulso della Pontificia Commissione per l’America Latina, vennero fondate Misereor ed Adveniat, due uffici episcopali preposti all’interazione con i popoli in via di sviluppo e con l’America Latina. Queste iniziative crearono reti e contatti che gli studenti cattolici del Bund percepivano quotidianamente. Il dibattito interno si innestò sulla precarietà di una prospettiva nazionalistica e sulla necessità di vivere quotidianamente l’integrazione europea nella propria riflessione. Parimenti, anche sulla scorta dei nuovi mezzi di comunicazione, le vicende dei paesi extraeuropei ricevettero progressiva attenzione giacchè, dalla fine dell’eurocentrismo e dai processi di decolonizzazione, nacquero nuove attese e speranze alla ricerca di un destino comune.
Die Enzyklika “ Mit brennender Sorge “ ist „ höhe und Wendepunkt der päpstlichen Politik gegenübe... more Die Enzyklika “ Mit brennender Sorge “ ist „ höhe und Wendepunkt der päpstlichen Politik gegenüber Deutschland “; die Devisen-und Sittlichkeitsprozesse, die in verschiedenen Wellen die Moralität selbst der Kirche zu stören versuchten, werden hier ins Licht der vatikanischen Quellen in Angriff genommen, um das päpstlichen Schreiben in der konkrete Lage der deutschen Katholischen Kirche zu setzen und die Entscheidungsprozesse des Hl. Stuhl zu verstehen.
Seminari by Alessandro Bellino
Presentazione Dopo le precedenti tre edizioni svoltesi dal 2013 -incentrate sui cardinali segreta... more Presentazione Dopo le precedenti tre edizioni svoltesi dal 2013 -incentrate sui cardinali segretari di Stato Pietro Gasparri (2013-2014) ed Eugenio Pacelli (2015) -in questa occasione il "workshop sulla politica internazionale della Santa Sede" sarà dedicato alla questione del cattolicesimo politico nel periodo compreso tra la fine della Grande Guerra e lo scoppio della Seconda Guerra mondiale e all'approccio dei due pontefici Benedetto XV e Pio XI a questo fenomeno. L'iniziativa, destinata a studiosi di diversa provenienza ai quali è stato richiesto un contributo inerente ai rispettivi ambiti di ricerca, intende far emergere la "prospettiva vaticana" circa le problematiche affrontate dal movimento cattolico (in alcuni casi ancora allo stato nascente) di fronte alla crisi dello stato liberale e all'emergere dei totalitarismi in Europa e nelle Americhe. Il dialogo e la discussione avverranno innanzitutto a partire dalla documentazione conservata negli archivi vaticani. L'incontro vuole, inoltre, rappresentare un'occasione privilegiata di aggiornamento e di confronto circa lo stato della ricerca sui pontificati dei papi Della Chiesa e Ratti.
Recensioni by Alessandro Bellino
Compte rendu by Alessandro Bellino
L'articolo presenta l'Archivio storico della Segreteria di Stato: il nuovo sistema digitale, le c... more L'articolo presenta l'Archivio storico della Segreteria di Stato: il nuovo sistema digitale, le carte rese disponibili.
Articoli divulgativi by Alessandro Bellino
Note in margine a : Robert Alexander Maryks, Pouring Jewish water into fascist wine: untold stori... more Note in margine a : Robert Alexander Maryks, Pouring Jewish water into fascist wine: untold stories of (catholic)
Jews from the Archiv of Mussolini’s jesuits Pietro Tacchi Venturi, Brill, Boston, 2012
A 100 anni dalle apparizioni mariane a Fatima, l'articolo propone un breve inquadramento delle vi... more A 100 anni dalle apparizioni mariane a Fatima, l'articolo propone un breve inquadramento delle vicende politico-religiose del Portogallo in quegli anni, sulla base della documentazione vaticana.
Book Reviews by Alessandro Bellino
Talks by Alessandro Bellino
Intervista ad Alessandro Bellino sul suo recente volume "Il Vaticano e Hitler. Santa Sede, Chiesa... more Intervista ad Alessandro Bellino sul suo recente volume "Il Vaticano e Hitler. Santa Sede, Chiesa tedesca e nazismo (1922-1939)", Milano, Guerini e Associati, 2019.
Drafts by Alessandro Bellino
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Libri by Alessandro Bellino
Articoli scientifici by Alessandro Bellino
Relazioni a conferenze by Alessandro Bellino
1. Nella Chiesa. Si mettono in luce i nessi di continuità e i cambiamenti all’interno del Bund nella riflessione sul ruolo dei laici nella Chiesa. Prendendo le mosse dall’ultimo scorcio del Pontificato di Pio XII (cfr. discorso al secondo Congresso sull’Apostolato dei laici, Roma, ottobre 1957), e passando attraverso la significativa riflessione sul dibattito conciliare, si giunge fino alla contestazione dottrinale che emerge con forza nel 1968 in merito al rapporto con la gerarchia e con l’enciclica Humanae vitae. Obiettivo è quello di reinserire la riflessione sul laicato nel dibattito già presente nella fase preconciliare e lasciar intravedere la diversa coniugazione di un tema in relazione alle diverse problematiche politico-culturali degli anni Sessanta, evidenziando l’erosione di un modello che, portato all’esasperazione, giunse fino alle estreme conseguenze, ovvero alla contestazione aperta.
2. Nella scuola. Il dibattito sul ruolo del laicato, pur nei suoi cambiamenti, comportò un’evoluzione significativa nell’autocoscienza del Bund, nelle interazioni tra la sua appartenenza ecclesiale, la sua funzione educativa, il rapporto tra individuo e comunità/associazione: da Milieu estraniato dalla società e in potenziale conflitto con essa a presenza attiva e principio di cambiamento dall’interno. La scuola e l’accademia vennero viste come possibilità di coniugare teoria e prassi, sullo sfondo di uno scenario in cui le categorie interpretative della realtà apparvero sempre più labili e il modello costantiniano, con la sua pretesa di regolare verticisticamente i rapporti tra fede religiosa e vita quotidiana, tra il mondo e la Chiesa, drammaticamente al tramonto.
3. Il rapporto con il nazionalsocialismo. L’autocoscienza di una realtà non può non misurarsi con la propria storia. Per il Bund l’esperienza del nazionalsocialismo ha significato, come per tutta la compagine sociale cattolica, misurarsi con la modernità, con una concezione problematica del rapporto con l’autorità e con un’altrettanto difficoltosa coniugazione tra la propria dimensione politico-sociale e quella religiosa. Tutti questi problemi furono oggetto della discussione storiografica che eruppe all’inizio degli anni Sessanta: tra Böckenforde e Amery si infranse fino a quel momento l’idea di una compagine sociale compatta nella resistenza al nazionalsocialismo ed emerse l’idea di un’acies subordinata alla gerarchia, senza una propria coscienza politico-sociale e pervasa da categorie astratte e premoderne. La riflessione ingenerata da Böckenforde sui presunti nessi tra il periodo nazionalsocialista e l’attualità si tradussero in un’analoga riflessione interna al cattolicesimo tedesco – e al Bund – circa il proprio rapporto con il passato più recente. Esito di tale riflessione non fu solo una risposta complessa e feconda sul piano storiografico, ma anche il ripensarsi del cattolicesimo tedesco sul proprio ruolo sociale e politico, sul rapporto tra laici e gerarchia.
4 Tra Europa e America Latina. E’ nella seconda metà degli anni ’50 che il cattolicesimo si aprì nuovamente a una dimensione globale. In Germania, per impulso della Pontificia Commissione per l’America Latina, vennero fondate Misereor ed Adveniat, due uffici episcopali preposti all’interazione con i popoli in via di sviluppo e con l’America Latina. Queste iniziative crearono reti e contatti che gli studenti cattolici del Bund percepivano quotidianamente. Il dibattito interno si innestò sulla precarietà di una prospettiva nazionalistica e sulla necessità di vivere quotidianamente l’integrazione europea nella propria riflessione. Parimenti, anche sulla scorta dei nuovi mezzi di comunicazione, le vicende dei paesi extraeuropei ricevettero progressiva attenzione giacchè, dalla fine dell’eurocentrismo e dai processi di decolonizzazione, nacquero nuove attese e speranze alla ricerca di un destino comune.
Seminari by Alessandro Bellino
Recensioni by Alessandro Bellino
Compte rendu by Alessandro Bellino
Articoli divulgativi by Alessandro Bellino
Jews from the Archiv of Mussolini’s jesuits Pietro Tacchi Venturi, Brill, Boston, 2012
Book Reviews by Alessandro Bellino
Talks by Alessandro Bellino
Drafts by Alessandro Bellino
1. Nella Chiesa. Si mettono in luce i nessi di continuità e i cambiamenti all’interno del Bund nella riflessione sul ruolo dei laici nella Chiesa. Prendendo le mosse dall’ultimo scorcio del Pontificato di Pio XII (cfr. discorso al secondo Congresso sull’Apostolato dei laici, Roma, ottobre 1957), e passando attraverso la significativa riflessione sul dibattito conciliare, si giunge fino alla contestazione dottrinale che emerge con forza nel 1968 in merito al rapporto con la gerarchia e con l’enciclica Humanae vitae. Obiettivo è quello di reinserire la riflessione sul laicato nel dibattito già presente nella fase preconciliare e lasciar intravedere la diversa coniugazione di un tema in relazione alle diverse problematiche politico-culturali degli anni Sessanta, evidenziando l’erosione di un modello che, portato all’esasperazione, giunse fino alle estreme conseguenze, ovvero alla contestazione aperta.
2. Nella scuola. Il dibattito sul ruolo del laicato, pur nei suoi cambiamenti, comportò un’evoluzione significativa nell’autocoscienza del Bund, nelle interazioni tra la sua appartenenza ecclesiale, la sua funzione educativa, il rapporto tra individuo e comunità/associazione: da Milieu estraniato dalla società e in potenziale conflitto con essa a presenza attiva e principio di cambiamento dall’interno. La scuola e l’accademia vennero viste come possibilità di coniugare teoria e prassi, sullo sfondo di uno scenario in cui le categorie interpretative della realtà apparvero sempre più labili e il modello costantiniano, con la sua pretesa di regolare verticisticamente i rapporti tra fede religiosa e vita quotidiana, tra il mondo e la Chiesa, drammaticamente al tramonto.
3. Il rapporto con il nazionalsocialismo. L’autocoscienza di una realtà non può non misurarsi con la propria storia. Per il Bund l’esperienza del nazionalsocialismo ha significato, come per tutta la compagine sociale cattolica, misurarsi con la modernità, con una concezione problematica del rapporto con l’autorità e con un’altrettanto difficoltosa coniugazione tra la propria dimensione politico-sociale e quella religiosa. Tutti questi problemi furono oggetto della discussione storiografica che eruppe all’inizio degli anni Sessanta: tra Böckenforde e Amery si infranse fino a quel momento l’idea di una compagine sociale compatta nella resistenza al nazionalsocialismo ed emerse l’idea di un’acies subordinata alla gerarchia, senza una propria coscienza politico-sociale e pervasa da categorie astratte e premoderne. La riflessione ingenerata da Böckenforde sui presunti nessi tra il periodo nazionalsocialista e l’attualità si tradussero in un’analoga riflessione interna al cattolicesimo tedesco – e al Bund – circa il proprio rapporto con il passato più recente. Esito di tale riflessione non fu solo una risposta complessa e feconda sul piano storiografico, ma anche il ripensarsi del cattolicesimo tedesco sul proprio ruolo sociale e politico, sul rapporto tra laici e gerarchia.
4 Tra Europa e America Latina. E’ nella seconda metà degli anni ’50 che il cattolicesimo si aprì nuovamente a una dimensione globale. In Germania, per impulso della Pontificia Commissione per l’America Latina, vennero fondate Misereor ed Adveniat, due uffici episcopali preposti all’interazione con i popoli in via di sviluppo e con l’America Latina. Queste iniziative crearono reti e contatti che gli studenti cattolici del Bund percepivano quotidianamente. Il dibattito interno si innestò sulla precarietà di una prospettiva nazionalistica e sulla necessità di vivere quotidianamente l’integrazione europea nella propria riflessione. Parimenti, anche sulla scorta dei nuovi mezzi di comunicazione, le vicende dei paesi extraeuropei ricevettero progressiva attenzione giacchè, dalla fine dell’eurocentrismo e dai processi di decolonizzazione, nacquero nuove attese e speranze alla ricerca di un destino comune.
Jews from the Archiv of Mussolini’s jesuits Pietro Tacchi Venturi, Brill, Boston, 2012