Books by Giacomo Lanzilotta
Estratto del catalogo della mostra. Testi di Francesco Giuliani, Rosanna Carrieri, Federica Coi, ... more Estratto del catalogo della mostra. Testi di Francesco Giuliani, Rosanna Carrieri, Federica Coi, Ruggiero Doronzo, Francesco Dragoni, Massimo Guastella, Giacomo Lanzilotta, Marika Lapolla, Michela Laporta, Carla Masciandaro, Rosamaria Pepe, Daniela Rucco, Liliana Tangorra.
nel suo studio di piazza Mentana a Milano, 1930 (foto Archivio Vito Saponara) on l'obiettivo di d... more nel suo studio di piazza Mentana a Milano, 1930 (foto Archivio Vito Saponara) on l'obiettivo di divulgare la conoscenza delle assai diffuse testimonianze artistiche presenti nel nostro territorio, il Comune di Castellana Grotte ha avviato un programma di valorizzazione di opere e artisti cui la nostra città diede i natali.
Contributi di Francesco Abbate, Mimma Pasculli Ferrara, Giacomo Lanzilotta, Mario Alberto Paone, ... more Contributi di Francesco Abbate, Mimma Pasculli Ferrara, Giacomo Lanzilotta, Mario Alberto Paone, Mariella Intini.
Papers by Giacomo Lanzilotta
Partner tecnico Aon Spa | Fine Arts, Jewellery & Private Client Solution trasporti opere d' arte ... more Partner tecnico Aon Spa | Fine Arts, Jewellery & Private Client Solution trasporti opere d' arte Caradonna Art Movers-Bitonto (Bari) catalogo a cura di Giacomo Lanzilotta autori dei saggi critici e delle schede in catalogo
Uno dei dipinti più rappresentativi del Seicento napoletano, presenti nelle collezioni della Pina... more Uno dei dipinti più rappresentativi del Seicento napoletano, presenti nelle collezioni della Pinacoteca, è la bella tela raffigurante l'Annuncio ai pastori ( ), opera di un pittore dall'identità ancora incerta, conosciuto proprio come il 'Maestro dell'Annuncio ai pastori': così denominato dalla critica per via del soggetto più ricorrente, quasi monotematico, che ne caratterizza la produzione. Una carrellata di opere che gli sono attribuite ci aiutano meglio a conoscere questo misterioso personaggio, a cominciare appunto dalla serie dei dipinti accomunati dal medesimo soggetto: da quello più famoso di Capodimonte (fig. 2) al capolavoro di Birmingham (fig. 3), più altri meno noti riconducibili alla sua mano, passati sul mercato antiquario (figg. 4-5) e/o di ubicazione ignota (fig. ). L'autore, ce ne accorgiamo subito, rivela palesemente la sua adesione al verbo caravaggesco, e per l'approccio propriamente pittorico e compositivo, e per le sue, per così dire, scelte di contenuto. Storie di pastori, sorpresi di notte dagli annunci degli angeli, come s'è visto, ovvero inginocchiati davanti al giaciglio del Salvatore appena nato, quando si tratta di sacre rappresentazioni, quali le Adorazioni del Museo di San Paolo del Brasile ( , della Fondazione Longhi di Firenze ( , del Museo dei Francescani di Gerusalemme ( ) o quello in collezione privata di una recente compravendita londinese ( . In diversi casi i pastori vengono rappresentati nella semplicità delle loro azioni quotidiane, come nella tela romana di Palazzo Braschi (proveniente dai Musei Capitolini, ) o in un'altra di ubicazione ignota, documentata da una vecchia fotografia dell'archivio di Federico Zeri ( . A completamento della produzione del Maestro, cui accenniamo qui per dovere di cronaca ma che meriterebbe senz'altro un approfondimento in un'altra sede più opportuna, sono da considerare anche una serie di ritrat-
"Artemisia e i pittori del conte: la collezione di Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona", cat. mostra (Conversano, Castello e chiesa S. Giuseppe, 4 aprile-30 settembre 2018), Cava de' Tirreni 2018, 2018
Ignoto pittore del XVII secolo, Ritratto del conte Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona, Conversan... more Ignoto pittore del XVII secolo, Ritratto del conte Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona, Conversano, Casino di caccia di Marchione.
Forse non tutti sanno che il pittore Edouard Manet (Parigi, 1832(Parigi, -1883, il cui nome istin... more Forse non tutti sanno che il pittore Edouard Manet (Parigi, 1832(Parigi, -1883, il cui nome istintivamente associamo al gruppo degli Impressionisti, negli anni sessanta dell'Ottocento era soprannominato nelle cronache della stampa le parisien espagnol, il parigino spagnolo: così lo aveva ribattezzato il critico Paul Mantz in un suo articolo del 1863. Una definizione non altro che il riflesso di tutta la sua produzione di quel periodo -che va grosso modo dal 1860 al 1868 -così ben caratterizzata stilisticamente da essere riconosciuta, appunto, come pittura "spagnola". Vale la pena rammentare qualche dettaglio biografico del nostro pittore, che era nato nel 1832 da una famiglia dell'alta borghesia parigina -il padre alto funzionario del Ministero della Giustizia e la madre figlia di diplomatici -e primogenito di tre figli: pertanto, almeno inizialmente, indirizzato per la sua formazione a una carriera giuridica o diplomatica. Chi lo fece avvicinare all'arte fu uno zio materno, Edouard Fournier, con il quale ancora ragazzino cominciò a frequentare abitualmente le sale del Louvre: il giovane Manet fu subito attratto dai grandi classici della pittura italiana e spagnola (quest'ultima era all'epoca arricchita dalla splendida collezione di Luigi Filippo), che diventarono oggetto di numerose sue repliche di studio. Da un canto quindi ci sono i capolavori del siglo de oro, di Velazquez, Cano, Murillo e Zurbaran, tanto ammirati nel grande museo parigino. D'altro canto, e in particolare durante i decenni centrali del secolo, che vanno dalla monarchia orleanista al Secondo Impero, la stessa cultura spagnola era di moda a Parigi, uno stile di grande richiamo per il gusto delle classi borghesi: quasi un mito, per così dire, alimentato dalla letteratura e dagli spettacoli che circolavano in quegli anni. Basti pensare a Théophile Gautier, che ne 1843 pubblica il suo Voyage en Espagne, resoconto del suo soggiorno di sei mesi nella penisola iberica, o a Prosper Mérimée, con la sua novella Carmen, del 1845, dalla quale deriverà la celebre opera di Bizet (1875). Nei teatri parigini, frequenti erano gli spettacoli della Zarzuela o delle danze spagnole, come il flamenco, la cubana habanera o il bolero, portate in scena da compagnie come quella di Mariano Camprubi ( ), per esempio, la quale inaugurò la stagione dell'Hippodrome di Porte Dauphine nell'agosto 1862. Una
antonianista paleografo e storico dell'arte, fondatore della rivista «Il Santo» 517 ORLANDO TODIS... more antonianista paleografo e storico dell'arte, fondatore della rivista «Il Santo» 517 ORLANDO TODISCO, Il trascendimento della conflittualita Á attraverso la liberta Á. La «plenitudo potestatis» nella critica di Guglielmo d'Ockham 575 NOTE E RICERCHE GIACOMO LANZILOTTA, Episodi insoliti di iconografia antoniana nella chiesa dei Santi Medici in Conversano 603 EMANUELE FONTANA, Un nuovo sigillo francescano: Trento 1351 613 LYDIA SCHUMACHER, I francescani del tredicesimo secolo: agostiniani o innovatori? 627 RECENSIONI E SEGNALAZIONI CARLOS ESTEBAN SALTO SOLA  , La funcio Ân del deseo en la vida espiritual segu Ân Buenaventura de Bagnoregio (Antonino Poppi), 639-642; IACOPONE DA TODI, Tractatus utilissimus. Verba, a cura di ENRICO MENESTO Á (Eleonora Lombardo), 642-646; ANTONIO PAGANI, Il tesoro dell'umana salvezza e perfezione. Opera teologicospirituale del XVI secolo, a cura di DONATELLA ANOLFI (Antonino Poppi), 646-648; I cappuccini nell'Umbria dell'Ottocento. Atti del Convegno internazionale di studi, a cura di Gabriele Ingegneri (Michele Najjar), 648-651; LINO MOCATTI -SILVANA CHISTE Á , Necrologio (Domenico Gobbi), 651-654; DIEGO CICCARELLI, «Gratia laborandi». Ricerche paleografiche e francescane (Luciano Bertazzo), 655-656; «Registrum Scripturarum» della Procura generale dell'Ordine Cappuccino 1650-1688, a cura di GIUSEPPE AVARUCCI (Luciano Bertazzo), 656; JUANETI  N NIN Ä O, Interrogatorio en la causa de la venerable virgen sor Ana Marõ Âa de San Jose Â. Edicio  n, introduccio  n y notas de Mercedes Marcos Sa  nchez (Marzia Ceschia), 656-657; MARIA GEMMA TOMAINO, Roberto di Molesme e la fondazione di Cõ Ãteaux nelle principali fonti storiche dell'XI e del XII secolo e nella «Vita d. Roberti» (XIII secolo). Nel IX centenario della morte di san Roberto (1111-2011), (Luciano Bertazzo), 657-660; UMBERTO ZUCCA, Beato Francesco Zirano martire (Michele
La grande mostra allestita nel 2003 alla Pinacoteca Provinciale di Bari sulla ricamatrice leccese... more La grande mostra allestita nel 2003 alla Pinacoteca Provinciale di Bari sulla ricamatrice leccese Marianna Elmo e sui "quadri a fili incollati", suoi e di altri artisti dell'epoca, costituì la grande occasione per fare il punto sulla situazione degli studi relativi a questa rara tecnica esecutiva, peculiare produzione artistica in gran voga nel Settecento e poi caduta in disuso nella prima metà del secolo successivo 1 .
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