Papers by Ivan Malara
“Galileo as a Reader of Ptolemy: Notes on the Occasion of the 400th Anniversary of Il Saggiatore (1623).” Rivista di Storia della Filosofia, 3(2023), pp. 465-473, 2023
The controversy between the Jesuit Orazio Grassi and Galileo Galilei flared up in just under a ye... more The controversy between the Jesuit Orazio Grassi and Galileo Galilei flared up in just under a year, but lasted almost ten. Eventually, the initial question about comets grew increasingly thorny and complicated. By taking this complex story as a starting point, this short paper intends to shed more light on Ptolemy’s role in Galileo’s work. At times, it appears that Galileo employs a Ptolemaic rhetoric, structured to function in a pro-Copernican as well as anti-Tychonic manner.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Galilaeana, 2019
Bookmarks Related papers MentionsView impact
History and Philosophy of Science by Ivan Malara
Starting from the fourteenth century, "intension" (intensio) and "remission" (remissio) became te... more Starting from the fourteenth century, "intension" (intensio) and "remission" (remissio) became terms linked to the philosophical attempt at quantifying qualitative changes…
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Marco Sgarbi (ed.), Encyclopedia of Renaissance Philosophy, 2020
Traditionally, gravitas denotes the inner source of movement towards the centre of the universe. ... more Traditionally, gravitas denotes the inner source of movement towards the centre of the universe. In the mediaeval Latin tradition, the chief problem was to fit this notion within a coherent Aristotelian framework. As philosophers in the Renaissance begin to breach the constraints of Aristotelian natural philosophy, we see diverse attempts to conceive gravitas as a force also responsible for natural phenomena such as tides and free fall acceleration. The coexistence in the Renaissance of different Aristotelian and non-Aristotelian concepts of gravitas makes the latter a polysemic scientific term, whose meaning can be determined only after careful examination of the context in which it was employed.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Marco Sgarbi (ed), Encyclopedia of Renaissance Philosophy, 2019
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Thesis Chapters by Ivan Malara
PhD thesis
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Il Consiglio Direttivo della SISFA (Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia... more Il Consiglio Direttivo della SISFA (Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia) e la Commissione giudicatrice per il Premio di Laurea SISFA 2019 hanno deciso di premiare la mia tesi di laurea magistrale. Di seguito la valutazione complessiva:
«La Commissione valuta la tesi di Malara come meritevole del Premio SISFA 2019. Rispetto ai punti che la Commissione ha preso in considerazione la tesi presenta elementi di completezza, di originalità, di argomentazione, di collegamento tra temi specifici e temi generali che la rendono estremamente interessante. Il tema affrontato – quello della Cosmogonia in Galilei – è complesso se non altro per l’esiguità della sua trattazione nei pur ampi studi storici su Galilei. Per la sua collocazione temporale anche in manoscritti e opere giovanili il tema si prestava all’individuazione di elementi di continuità e discontinuità con la tradizione medievale, un problema storiografico del quale Malara, facendo riferimento all’ampia letteratura, cerca di sollevare quesiti e risposte originali. Interessante dal punto di vista fisico la trattazione del rapporto tra legge di caduta dei gravi e l’ipotesi cosmogonica, sostenuta da Galilei nelle opere maggiori, secondo la quale Dio avrebbe fatto cadere in caduta libera i pianeti (dalla stessa altezza) e avrebbe poi inferto ad essi una deviazione che li avrebbe costretti a percorrere un’orbita circolare con la stessa velocità orbitale che essi avevano raggiunto al momento della deviazione. La terminologia è quella galileiana che si accorda con difficoltà a quella successiva. L’argomento permetterebbe di capire se Galilei abbia usato la prima formulazione (errata) della legge di caduta dei gravi oppure se sia pervenuto alla legge corretta sulla base dei suoi calcoli cosmogonici. L’Autore riporta le contrapposte tesi sostenute da due storici introducendo utili considerazioni al riguardo. Dal punto di vista filosofico l’Autore individua la persistenza dell’aristotelismo laddove egli, come molti storici, partiva dall’ipotesi dell’influenza della filosofia platonica nello sviluppo del pensiero galileiano. Viene mostrato in definitiva come il tema cosmogonico, lungi dall’essere trattato da Galilei essenzialmente nelle sue opere mature, sia invece presente anche nelle opere giovanili e che non sia affatto un argomento collaterale e secondario rispetto a quello della Meccanica».
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Master Thesis in Philosophy, State University of Milan, a.a. 2015/2016.
ERRATA CORRIGE
• pp. 88... more Master Thesis in Philosophy, State University of Milan, a.a. 2015/2016.
ERRATA CORRIGE
• pp. 88-89: La copia de "Le Transformazioni" consultabile online sul sito del Museo Galileo non è quella posseduta da Galileo. Dunque, anche le annotazioni a mano marginali, che io ingenuamente attribuisco al Pisano, non sono di quest'ultimo (ringrazio il Prof. Michele Camerota per avermelo fatto gentilmemte notare);
• p. 93: «la scoperta che tutti i corpi, se lasciati cadere, si muovono con velocità proporzionali al quadrato dei tempi di caduta, ossia la cosiddetta legge di caduta dei gravi». La legge di caduta dei gravi corretta vuole che gli spazi percorsi, non la velocità, siano proporzionali al quadrato dei tempi. Il mio lapsus è forse dovuto al fatto che, quando scrivevo, avevo in mente la prima formulazione di Galileo, secondo cui la velocità di caduta aumenta all'aumentare degli spazi percorsi, a loro volta proporzionali al quadrato dei tempi. Come ricordo anche nella tesi, fu solo in un secondo momento che Galileo si rese conto dell'errore, capendo che la velocità di caduta incrementa in maniera direttamente proporzionale al tempo. Mi consolo notando che non sono stato l'unico a commettere questo errore. Anche al Galileo più maturo, ormai avvedutosi da tempo dell'errore, capita di fare la seguente osservazione: «le innate velocità da tutti i mobili dovere essere nel vacuo tra di loro tutte simili ed eguali, crescenti però continuamente in duplicata proporzione de' tempi» (OG, VII, pp. 742-743).
Bookmarks Related papers MentionsView impact
La prima sezione dell'elaborato offre l'analisi accurata delle principali allocuzioni con cui la ... more La prima sezione dell'elaborato offre l'analisi accurata delle principali allocuzioni con cui la Chiesa, per volere di Giovanni Paolo II, nel 1992 tentò di riabilitare l'immagine di Galileo Galilei a distanza di poco più di tre secoli dalla condanna del 22 giugno 1633.
Nelle altre due sezioni, invece, vengono presi in esame alcuni concetti fondamentali che aiutano a comprendere la legittimità storica o meno di alcune delle tesi sostenute dal cardinale Poupard e da Giovani Paolo II.
Tesi triennale in Filosofia discussa l'11 aprile 2014; Università degli Studi di Milano; Relatore: Elio Nenci.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Conference Presentations by Ivan Malara
Galileo Galilei before the Sidereus Nuncius (1610), 2023
From numerous perspectives, the Sidereus Nuncius represents a pivotal work—a symbolic turning poi... more From numerous perspectives, the Sidereus Nuncius represents a pivotal work—a symbolic turning point signaling the dawn of a new epoch while concurrently marking the conclusion of an ancient worldview. In 1610 the publication of this work (“one’s man battle cry against ignorance” according to the suggestive definition by John W. Hessler) did also mark a turning point in its author’s life. Up until then, Galileo Galilei (1564-1642) had scant publications to his name, due in large part to his academic obligations as a mathematics professor at the Universities of Pisa (from 1589 to 1592) and Padua (from 1592 to 1610). But thanks also to the political slant he gave to some of the telescopic discoveries described in the Sidereus Nuncius, in 1610 he managed to transition to the Medici court, free from teaching duties and now revered as the Grand Duke of Tuscany’s mathematician and philosopher.
Galileo’s most renowned works, including The Assayer (1623), the Dialogue Concerning the Two Chief World Systems (1632), and the Discourses and Mathematical Demonstrations Relating to Two New Sciences (1638), were all published after the Sidereus Nuncius. This period, defined by Galileo’s relentless pursuit to validate his “sensible experiences and certain demonstrations”, saw notable challenges, including the 1616 Congregation of the Index decree opposing the Copernican model and Galileo’s subsequent trial and abjuration on June 22, 1633.
Even though these crucial events and Galileo’s most noteworthy publications unfolded during and after 1610, Galilean scholars have consistently underlined the importance of the years before the Sidereus Nuncius was published. This emphasis on Galileo’s earlier period can be traced back to, at least, Antonio Favaro’s Galileo Galilei e lo Studio di Padova (1888) and its preparatory studies.
It is in this early period, indeed, that Galileo formulated a new “doctrine” of motion (as termed by Benedetto Castelli in a 1607 letter), became convinced of the truth of the Copernican view (with the first pieces of evidence dating back to 1597), established connections with leading scientific figures of his time (e.g., Christoph Clavius, Guidobaldo del Monte, Michel Coignet, Jacopo Mazzoni, Paolo Sarpi, Gian Vincenzo Pinelli, Kepler, and many others), and began to shape the first students of his ‘school’, such as Benedetto Castelli and Girolamo Spinelli. With their assistance, he also participated in substantial scientific and technical discussions, such as that on the nova of 1604, or the one on the instrumental power of his geometric and military compass.
Recognizing the crucial role this period plays in interpreting the subsequent developments of Galileo’s natural philosophy, the conference seeks to reflect anew on specific aspects of Galileo’s life and work before the Sidereus Nuncius. The goal is twofold: first, to deliver a comprehensive assessment of the studies on Galileo’s Pisan and Paduan period (also in relation to the ‘official’ Artistotelianism of the universities and the higher intellectual freedom permitted by local academies), thus setting a benchmark for future investigations; second, to present fresh research that illuminates this seminal period for Galileo’s scientific and philosophical thought. This kind of exploration may enhance our understanding of Galileo’s later work, and by extension, our perception of this important figure in the history of early modern science.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
CANCELLED DUE TO COVID-19
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Sleep and wakefulness, alongside the closely related phenomena of dreams and divination through d... more Sleep and wakefulness, alongside the closely related phenomena of dreams and divination through dreams, have since long been objects of analysis in the philosophical and in the medical tradition. We are interested in discussing the themes of sleep and wakefulness in different philosophical traditions.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Book Reviews by Ivan Malara
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by Ivan Malara
History and Philosophy of Science by Ivan Malara
Thesis Chapters by Ivan Malara
«La Commissione valuta la tesi di Malara come meritevole del Premio SISFA 2019. Rispetto ai punti che la Commissione ha preso in considerazione la tesi presenta elementi di completezza, di originalità, di argomentazione, di collegamento tra temi specifici e temi generali che la rendono estremamente interessante. Il tema affrontato – quello della Cosmogonia in Galilei – è complesso se non altro per l’esiguità della sua trattazione nei pur ampi studi storici su Galilei. Per la sua collocazione temporale anche in manoscritti e opere giovanili il tema si prestava all’individuazione di elementi di continuità e discontinuità con la tradizione medievale, un problema storiografico del quale Malara, facendo riferimento all’ampia letteratura, cerca di sollevare quesiti e risposte originali. Interessante dal punto di vista fisico la trattazione del rapporto tra legge di caduta dei gravi e l’ipotesi cosmogonica, sostenuta da Galilei nelle opere maggiori, secondo la quale Dio avrebbe fatto cadere in caduta libera i pianeti (dalla stessa altezza) e avrebbe poi inferto ad essi una deviazione che li avrebbe costretti a percorrere un’orbita circolare con la stessa velocità orbitale che essi avevano raggiunto al momento della deviazione. La terminologia è quella galileiana che si accorda con difficoltà a quella successiva. L’argomento permetterebbe di capire se Galilei abbia usato la prima formulazione (errata) della legge di caduta dei gravi oppure se sia pervenuto alla legge corretta sulla base dei suoi calcoli cosmogonici. L’Autore riporta le contrapposte tesi sostenute da due storici introducendo utili considerazioni al riguardo. Dal punto di vista filosofico l’Autore individua la persistenza dell’aristotelismo laddove egli, come molti storici, partiva dall’ipotesi dell’influenza della filosofia platonica nello sviluppo del pensiero galileiano. Viene mostrato in definitiva come il tema cosmogonico, lungi dall’essere trattato da Galilei essenzialmente nelle sue opere mature, sia invece presente anche nelle opere giovanili e che non sia affatto un argomento collaterale e secondario rispetto a quello della Meccanica».
ERRATA CORRIGE
• pp. 88-89: La copia de "Le Transformazioni" consultabile online sul sito del Museo Galileo non è quella posseduta da Galileo. Dunque, anche le annotazioni a mano marginali, che io ingenuamente attribuisco al Pisano, non sono di quest'ultimo (ringrazio il Prof. Michele Camerota per avermelo fatto gentilmemte notare);
• p. 93: «la scoperta che tutti i corpi, se lasciati cadere, si muovono con velocità proporzionali al quadrato dei tempi di caduta, ossia la cosiddetta legge di caduta dei gravi». La legge di caduta dei gravi corretta vuole che gli spazi percorsi, non la velocità, siano proporzionali al quadrato dei tempi. Il mio lapsus è forse dovuto al fatto che, quando scrivevo, avevo in mente la prima formulazione di Galileo, secondo cui la velocità di caduta aumenta all'aumentare degli spazi percorsi, a loro volta proporzionali al quadrato dei tempi. Come ricordo anche nella tesi, fu solo in un secondo momento che Galileo si rese conto dell'errore, capendo che la velocità di caduta incrementa in maniera direttamente proporzionale al tempo. Mi consolo notando che non sono stato l'unico a commettere questo errore. Anche al Galileo più maturo, ormai avvedutosi da tempo dell'errore, capita di fare la seguente osservazione: «le innate velocità da tutti i mobili dovere essere nel vacuo tra di loro tutte simili ed eguali, crescenti però continuamente in duplicata proporzione de' tempi» (OG, VII, pp. 742-743).
Nelle altre due sezioni, invece, vengono presi in esame alcuni concetti fondamentali che aiutano a comprendere la legittimità storica o meno di alcune delle tesi sostenute dal cardinale Poupard e da Giovani Paolo II.
Tesi triennale in Filosofia discussa l'11 aprile 2014; Università degli Studi di Milano; Relatore: Elio Nenci.
Conference Presentations by Ivan Malara
Galileo’s most renowned works, including The Assayer (1623), the Dialogue Concerning the Two Chief World Systems (1632), and the Discourses and Mathematical Demonstrations Relating to Two New Sciences (1638), were all published after the Sidereus Nuncius. This period, defined by Galileo’s relentless pursuit to validate his “sensible experiences and certain demonstrations”, saw notable challenges, including the 1616 Congregation of the Index decree opposing the Copernican model and Galileo’s subsequent trial and abjuration on June 22, 1633.
Even though these crucial events and Galileo’s most noteworthy publications unfolded during and after 1610, Galilean scholars have consistently underlined the importance of the years before the Sidereus Nuncius was published. This emphasis on Galileo’s earlier period can be traced back to, at least, Antonio Favaro’s Galileo Galilei e lo Studio di Padova (1888) and its preparatory studies.
It is in this early period, indeed, that Galileo formulated a new “doctrine” of motion (as termed by Benedetto Castelli in a 1607 letter), became convinced of the truth of the Copernican view (with the first pieces of evidence dating back to 1597), established connections with leading scientific figures of his time (e.g., Christoph Clavius, Guidobaldo del Monte, Michel Coignet, Jacopo Mazzoni, Paolo Sarpi, Gian Vincenzo Pinelli, Kepler, and many others), and began to shape the first students of his ‘school’, such as Benedetto Castelli and Girolamo Spinelli. With their assistance, he also participated in substantial scientific and technical discussions, such as that on the nova of 1604, or the one on the instrumental power of his geometric and military compass.
Recognizing the crucial role this period plays in interpreting the subsequent developments of Galileo’s natural philosophy, the conference seeks to reflect anew on specific aspects of Galileo’s life and work before the Sidereus Nuncius. The goal is twofold: first, to deliver a comprehensive assessment of the studies on Galileo’s Pisan and Paduan period (also in relation to the ‘official’ Artistotelianism of the universities and the higher intellectual freedom permitted by local academies), thus setting a benchmark for future investigations; second, to present fresh research that illuminates this seminal period for Galileo’s scientific and philosophical thought. This kind of exploration may enhance our understanding of Galileo’s later work, and by extension, our perception of this important figure in the history of early modern science.
Book Reviews by Ivan Malara
«La Commissione valuta la tesi di Malara come meritevole del Premio SISFA 2019. Rispetto ai punti che la Commissione ha preso in considerazione la tesi presenta elementi di completezza, di originalità, di argomentazione, di collegamento tra temi specifici e temi generali che la rendono estremamente interessante. Il tema affrontato – quello della Cosmogonia in Galilei – è complesso se non altro per l’esiguità della sua trattazione nei pur ampi studi storici su Galilei. Per la sua collocazione temporale anche in manoscritti e opere giovanili il tema si prestava all’individuazione di elementi di continuità e discontinuità con la tradizione medievale, un problema storiografico del quale Malara, facendo riferimento all’ampia letteratura, cerca di sollevare quesiti e risposte originali. Interessante dal punto di vista fisico la trattazione del rapporto tra legge di caduta dei gravi e l’ipotesi cosmogonica, sostenuta da Galilei nelle opere maggiori, secondo la quale Dio avrebbe fatto cadere in caduta libera i pianeti (dalla stessa altezza) e avrebbe poi inferto ad essi una deviazione che li avrebbe costretti a percorrere un’orbita circolare con la stessa velocità orbitale che essi avevano raggiunto al momento della deviazione. La terminologia è quella galileiana che si accorda con difficoltà a quella successiva. L’argomento permetterebbe di capire se Galilei abbia usato la prima formulazione (errata) della legge di caduta dei gravi oppure se sia pervenuto alla legge corretta sulla base dei suoi calcoli cosmogonici. L’Autore riporta le contrapposte tesi sostenute da due storici introducendo utili considerazioni al riguardo. Dal punto di vista filosofico l’Autore individua la persistenza dell’aristotelismo laddove egli, come molti storici, partiva dall’ipotesi dell’influenza della filosofia platonica nello sviluppo del pensiero galileiano. Viene mostrato in definitiva come il tema cosmogonico, lungi dall’essere trattato da Galilei essenzialmente nelle sue opere mature, sia invece presente anche nelle opere giovanili e che non sia affatto un argomento collaterale e secondario rispetto a quello della Meccanica».
ERRATA CORRIGE
• pp. 88-89: La copia de "Le Transformazioni" consultabile online sul sito del Museo Galileo non è quella posseduta da Galileo. Dunque, anche le annotazioni a mano marginali, che io ingenuamente attribuisco al Pisano, non sono di quest'ultimo (ringrazio il Prof. Michele Camerota per avermelo fatto gentilmemte notare);
• p. 93: «la scoperta che tutti i corpi, se lasciati cadere, si muovono con velocità proporzionali al quadrato dei tempi di caduta, ossia la cosiddetta legge di caduta dei gravi». La legge di caduta dei gravi corretta vuole che gli spazi percorsi, non la velocità, siano proporzionali al quadrato dei tempi. Il mio lapsus è forse dovuto al fatto che, quando scrivevo, avevo in mente la prima formulazione di Galileo, secondo cui la velocità di caduta aumenta all'aumentare degli spazi percorsi, a loro volta proporzionali al quadrato dei tempi. Come ricordo anche nella tesi, fu solo in un secondo momento che Galileo si rese conto dell'errore, capendo che la velocità di caduta incrementa in maniera direttamente proporzionale al tempo. Mi consolo notando che non sono stato l'unico a commettere questo errore. Anche al Galileo più maturo, ormai avvedutosi da tempo dell'errore, capita di fare la seguente osservazione: «le innate velocità da tutti i mobili dovere essere nel vacuo tra di loro tutte simili ed eguali, crescenti però continuamente in duplicata proporzione de' tempi» (OG, VII, pp. 742-743).
Nelle altre due sezioni, invece, vengono presi in esame alcuni concetti fondamentali che aiutano a comprendere la legittimità storica o meno di alcune delle tesi sostenute dal cardinale Poupard e da Giovani Paolo II.
Tesi triennale in Filosofia discussa l'11 aprile 2014; Università degli Studi di Milano; Relatore: Elio Nenci.
Galileo’s most renowned works, including The Assayer (1623), the Dialogue Concerning the Two Chief World Systems (1632), and the Discourses and Mathematical Demonstrations Relating to Two New Sciences (1638), were all published after the Sidereus Nuncius. This period, defined by Galileo’s relentless pursuit to validate his “sensible experiences and certain demonstrations”, saw notable challenges, including the 1616 Congregation of the Index decree opposing the Copernican model and Galileo’s subsequent trial and abjuration on June 22, 1633.
Even though these crucial events and Galileo’s most noteworthy publications unfolded during and after 1610, Galilean scholars have consistently underlined the importance of the years before the Sidereus Nuncius was published. This emphasis on Galileo’s earlier period can be traced back to, at least, Antonio Favaro’s Galileo Galilei e lo Studio di Padova (1888) and its preparatory studies.
It is in this early period, indeed, that Galileo formulated a new “doctrine” of motion (as termed by Benedetto Castelli in a 1607 letter), became convinced of the truth of the Copernican view (with the first pieces of evidence dating back to 1597), established connections with leading scientific figures of his time (e.g., Christoph Clavius, Guidobaldo del Monte, Michel Coignet, Jacopo Mazzoni, Paolo Sarpi, Gian Vincenzo Pinelli, Kepler, and many others), and began to shape the first students of his ‘school’, such as Benedetto Castelli and Girolamo Spinelli. With their assistance, he also participated in substantial scientific and technical discussions, such as that on the nova of 1604, or the one on the instrumental power of his geometric and military compass.
Recognizing the crucial role this period plays in interpreting the subsequent developments of Galileo’s natural philosophy, the conference seeks to reflect anew on specific aspects of Galileo’s life and work before the Sidereus Nuncius. The goal is twofold: first, to deliver a comprehensive assessment of the studies on Galileo’s Pisan and Paduan period (also in relation to the ‘official’ Artistotelianism of the universities and the higher intellectual freedom permitted by local academies), thus setting a benchmark for future investigations; second, to present fresh research that illuminates this seminal period for Galileo’s scientific and philosophical thought. This kind of exploration may enhance our understanding of Galileo’s later work, and by extension, our perception of this important figure in the history of early modern science.