Books by Giancarlo Palombini
Questo corposo e articolato volume offre ai lettori specialisti, così come agli appassionati e ag... more Questo corposo e articolato volume offre ai lettori specialisti, così come agli appassionati e agli interessati al patrimonio culturale regionale, un’ampia documentazione su “Sega la vecchia” raccolta nel corso di più di sessanta anni di attività di ricerca etnografica. Il “Sega la vecchia”, così come si configura nella parte occidentale del territorio regionale, consiste in una rappresentazione itinerante con questua, realizzata nel periodo di mezza Quaresima da squadre composte ciascuna da quindici-venti giovani contadini di sesso maschile: ogni squadra si sposta di casolare in casolare mettendo ripetutamente in scena il proprio spettacolo sino all’alba e ottenendo in cambio uova e vino. La rappresentazione, che dura circa mezz’ora, viene ripetuta di fronte a un pubblico costituito dagli abitanti del casolare e da eventuali vicini accorsi per l’occasione: senza importanti variazioni può essere eseguita anche una decina di volte nella stessa nottata e poi in altre tre o quattro notti consecutive o comunque ravvicinate. L’intreccio della rappresentazione ruota attorno alla scena in cui i due segantini “abbattono” e poi cercano di segare la Vecchia che, in alcuni casi, è allo stesso tempo una Quercia. Il Vecchio marito arriva cercando la consorte, poi si dispera nel ritrovarla in punto di morte, ferita e “segata”. In molti casi, dopo l’intervento delle forze dell’ordine e l’individuazione delle responsabilità, per curare la Vecchia moribonda, entrano in scena gli operatori sanitari (Farmacista, Medico, infermieri) accompagnati dal Somaro. Arriva poi il Prete che impartisce l’estrema unzione alla moribonda, la quale, in alcune varianti guarisce immediatamente e inizia a ballare con gli altri personaggi, in altre viene presa e trascinata via da “Maravalle”, il Diavolo.
Sin dall’inizio delle sue attività, nell’autunno del 2008, la Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia (in convenzione con le università di Firenze e di Siena) ha deciso di impegnare parte delle sue forze in un lavoro collettivo di ricerca che potesse comunicare il senso e gli scopi della sua necessaria presenza nella realtà regionale umbra. In relazione alla ratifica da parte del Parlamento italiano nel settembre 2007 della “Convention for the safeguarding of the intangible cultural heritage” adottata dall’UNESCO a Parigi nell’ottobre 2003, nonché al più recente testo del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, la Scuola ha ritenuto opportuno realizzare – proprio per far comprendere concretamente l’importanza che riveste il lavoro etnografico e antropologico nella individuazione e nella documentazione delle peculiarità presenti all’interno dei diversi contesti culturali – un’opera che riuscisse a trattare, con criteri scientifici e in modo esaustivo, uno di quei beni culturali immateriali che costituiscono l’oggetto della Convenzione. La scelta è caduta su “Sega la vecchia”, sia per la presenza di una ricca e articolata documentazione negli archivi della Sezione antropologica del Dipartimento Uomo & Territorio, sia perché questa forma di rappresentazione teatrale itinerante con questua è stata sicuramente uno dei fenomeni più rilevanti, complessi, dinamici e profondi, in cui si dispiega, con straordinaria immediatezza, il ricco humus culturale delle classi subalterne rurali nella nostra regione. Ne è risultato un volume di 1536 pagine, articolato in tre tomi, di cui due testuali con trascrizioni linguistiche, trascrizioni musicali, saggi interpretativi, schede e commenti e uno fotografico che raccoglie 284 scatti effettuati dal 1958 a oggi. All’interno del cofanetto è inoltre presente un DVD multimediale che contiene un cospicuo corpus di materiali audio-visivi.
Papers by Giancarlo Palombini
Questo corposo e articolato volume offre ai lettori specialisti, così come agli appassionati e ag... more Questo corposo e articolato volume offre ai lettori specialisti, così come agli appassionati e agli interessati al patrimonio culturale regionale, un’ampia documentazione su “Sega la vecchia” raccolta nel corso di più di sessanta anni di attività di ricerca etnografica. Il “Sega la vecchia”, così come si configura nella parte occidentale del territorio regionale, consiste in una rappresentazione itinerante con questua, realizzata nel periodo di mezza Quaresima da squadre composte ciascuna da quindici-venti giovani contadini di sesso maschile: ogni squadra si sposta di casolare in casolare mettendo ripetutamente in scena il proprio spettacolo sino all’alba e ottenendo in cambio uova e vino. La rappresentazione, che dura circa mezz’ora, viene ripetuta di fronte a un pubblico costituito dagli abitanti del casolare e da eventuali vicini accorsi per l’occasione: senza importanti variazioni può essere eseguita anche una decina di volte nella stessa nottata e poi in altre tre o quattro notti consecutive o comunque ravvicinate. L’intreccio della rappresentazione ruota attorno alla scena in cui i due segantini “abbattono” e poi cercano di segare la Vecchia che, in alcuni casi, è allo stesso tempo una Quercia. Il Vecchio marito arriva cercando la consorte, poi si dispera nel ritrovarla in punto di morte, ferita e “segata”. In molti casi, dopo l’intervento delle forze dell’ordine e l’individuazione delle responsabilità, per curare la Vecchia moribonda, entrano in scena gli operatori sanitari (Farmacista, Medico, infermieri) accompagnati dal Somaro. Arriva poi il Prete che impartisce l’estrema unzione alla moribonda, la quale, in alcune varianti guarisce immediatamente e inizia a ballare con gli altri personaggi, in altre viene presa e trascinata via da “Maravalle”, il Diavolo. Sin dall’inizio delle sue attività, nell’autunno del 2008, la Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia (in convenzione con le università di Firenze e di Siena) ha deciso di impegnare parte delle sue forze in un lavoro collettivo di ricerca che potesse comunicare il senso e gli scopi della sua necessaria presenza nella realtà regionale umbra. In relazione alla ratifica da parte del Parlamento italiano nel settembre 2007 della “Convention for the safeguarding of the intangible cultural heritage” adottata dall’UNESCO a Parigi nell’ottobre 2003, nonché al più recente testo del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, la Scuola ha ritenuto opportuno realizzare – proprio per far comprendere concretamente l’importanza che riveste il lavoro etnografico e antropologico nella individuazione e nella documentazione delle peculiarità presenti all’interno dei diversi contesti culturali – un’opera che riuscisse a trattare, con criteri scientifici e in modo esaustivo, uno di quei beni culturali immateriali che costituiscono l’oggetto della Convenzione. La scelta è caduta su “Sega la vecchia”, sia per la presenza di una ricca e articolata documentazione negli archivi della Sezione antropologica del Dipartimento Uomo & Territorio, sia perché questa forma di rappresentazione teatrale itinerante con questua è stata sicuramente uno dei fenomeni più rilevanti, complessi, dinamici e profondi, in cui si dispiega, con straordinaria immediatezza, il ricco humus culturale delle classi subalterne rurali nella nostra regione. Ne è risultato un volume di 1536 pagine, articolato in tre tomi, di cui due testuali con trascrizioni linguistiche, trascrizioni musicali, saggi interpretativi, schede e commenti e uno fotografico che raccoglie 284 scatti effettuati dal 1958 a oggi. All’interno del cofanetto è inoltre presente un DVD multimediale che contiene un cospicuo corpus di materiali audio-visivi.
A note from the Festival Director. Il Festival delle Ciaramelle, Amatrice (RI) 5-7 August 2016, P... more A note from the Festival Director. Il Festival delle Ciaramelle, Amatrice (RI) 5-7 August 2016, Perugia 12 November 2016.
Nota critica di Nicola Scaldaferri, ed, Santi, animali e suoni: Feste dei campanacci a Tricarico... more Nota critica di Nicola Scaldaferri, ed, Santi, animali e suoni: Feste dei campanacci a Tricarico e San Mauro Forte , 1 CD allegato, Udine, Nota, Geos cd book, Musica e cultura tradizionale della Basilicata, 4, 2005, pp. 96; Nicola Scaldaferri, Steven Feld, eds, I suoni dell’albero: Il Maggio di S. Giuliano ad Accettura , 2 CD allegati, Udine, Nota, Geos cd book, Musica e cultura tradizionale della Basilicata, 6, 2012, pp. 132.
Toxicologic Pathology, 1984
Studies were carried out on microsomes isolated from the highly differentiated (slow-growing) Mor... more Studies were carried out on microsomes isolated from the highly differentiated (slow-growing) Morris hepatoma 9618A, on microsomes and plasma membranes from the poorly differentiated (fast-growing) Morris hepatoma 3924A, and rat liver used as control. The lipid composition (phospholipid and cholesterol content, degree of fatty acid unsaturation) and peroxidation of such membranes has been correlated with the order and fluidity of the membrane bilayer. The results indicate that substrate availability is the rate-limiting step in microsomal and plasma membrane lipid peroxidation of hepatoma 3924A. From diphenylhexatriene fluorescence depolarization measurements it appears that the changes in lipid composition cause an increase in the order of the lipid bilayer on going from the control to hepatoma 9618A and 3924A microsomes, while fluidity is virtually unchanged. Conversely, for similar chemical changes, in plasma membranes from hepatoma 3924A the order is nearly the same and there is a decrease in fluidity. The changes in the above parameters of tumor membranes might be partly related to the loss of protective enzymes against oxygen radicals. This is supported by the observation that inhibition of liver superoxide dismutase and glutathione reductase, by treatment of rats with diethyldithiocarbamate and chloroethyl nitrosourea, respectively, renders the microsomal membranes more resistant to lipid peroxidation in vitro.
Toxicologic Pathology, 1984
Studies were carried out on microsomes isolated from the highly differentiated (slow-growing) Mor... more Studies were carried out on microsomes isolated from the highly differentiated (slow-growing) Morris hepatoma 9618A, on microsomes and plasma membranes from the poorly differentiated (fast-growing) Morris hepatoma 3924A, and rat liver used as control. The lipid composition (phospholipid and cholesterol content, degree of fatty acid unsaturation) and peroxidation of such membranes has been correlated with the order and fluidity of the membrane bilayer. The results indicate that substrate availability is the rate-limiting step in microsomal and plasma membrane lipid peroxidation of hepatoma 3924A. From diphenylhexatriene fluorescence depolarization measurements it appears that the changes in lipid composition cause an increase in the order of the lipid bilayer on going from the control to hepatoma 9618A and 3924A microsomes, while fluidity is virtually unchanged. Conversely, for similar chemical changes, in plasma membranes from hepatoma 3924A the order is nearly the same and there is a decrease in fluidity. The changes in the above parameters of tumor membranes might be partly related to the loss of protective enzymes against oxygen radicals. This is supported by the observation that inhibition of liver superoxide dismutase and glutathione reductase, by treatment of rats with diethyldithiocarbamate and chloroethyl nitrosourea, respectively, renders the microsomal membranes more resistant to lipid peroxidation in vitro.
saggi 111 repertori Archivio di Etnografia • n.s., a. VI, n. 1-2 • 2011 • 111-137 ■ Folclorismi d... more saggi 111 repertori Archivio di Etnografia • n.s., a. VI, n. 1-2 • 2011 • 111-137 ■ Folclorismi dialettali e sonori repertori 112
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Sin dall’inizio delle sue attività, nell’autunno del 2008, la Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia (in convenzione con le università di Firenze e di Siena) ha deciso di impegnare parte delle sue forze in un lavoro collettivo di ricerca che potesse comunicare il senso e gli scopi della sua necessaria presenza nella realtà regionale umbra. In relazione alla ratifica da parte del Parlamento italiano nel settembre 2007 della “Convention for the safeguarding of the intangible cultural heritage” adottata dall’UNESCO a Parigi nell’ottobre 2003, nonché al più recente testo del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, la Scuola ha ritenuto opportuno realizzare – proprio per far comprendere concretamente l’importanza che riveste il lavoro etnografico e antropologico nella individuazione e nella documentazione delle peculiarità presenti all’interno dei diversi contesti culturali – un’opera che riuscisse a trattare, con criteri scientifici e in modo esaustivo, uno di quei beni culturali immateriali che costituiscono l’oggetto della Convenzione. La scelta è caduta su “Sega la vecchia”, sia per la presenza di una ricca e articolata documentazione negli archivi della Sezione antropologica del Dipartimento Uomo & Territorio, sia perché questa forma di rappresentazione teatrale itinerante con questua è stata sicuramente uno dei fenomeni più rilevanti, complessi, dinamici e profondi, in cui si dispiega, con straordinaria immediatezza, il ricco humus culturale delle classi subalterne rurali nella nostra regione. Ne è risultato un volume di 1536 pagine, articolato in tre tomi, di cui due testuali con trascrizioni linguistiche, trascrizioni musicali, saggi interpretativi, schede e commenti e uno fotografico che raccoglie 284 scatti effettuati dal 1958 a oggi. All’interno del cofanetto è inoltre presente un DVD multimediale che contiene un cospicuo corpus di materiali audio-visivi.
Papers by Giancarlo Palombini
Sin dall’inizio delle sue attività, nell’autunno del 2008, la Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia (in convenzione con le università di Firenze e di Siena) ha deciso di impegnare parte delle sue forze in un lavoro collettivo di ricerca che potesse comunicare il senso e gli scopi della sua necessaria presenza nella realtà regionale umbra. In relazione alla ratifica da parte del Parlamento italiano nel settembre 2007 della “Convention for the safeguarding of the intangible cultural heritage” adottata dall’UNESCO a Parigi nell’ottobre 2003, nonché al più recente testo del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, la Scuola ha ritenuto opportuno realizzare – proprio per far comprendere concretamente l’importanza che riveste il lavoro etnografico e antropologico nella individuazione e nella documentazione delle peculiarità presenti all’interno dei diversi contesti culturali – un’opera che riuscisse a trattare, con criteri scientifici e in modo esaustivo, uno di quei beni culturali immateriali che costituiscono l’oggetto della Convenzione. La scelta è caduta su “Sega la vecchia”, sia per la presenza di una ricca e articolata documentazione negli archivi della Sezione antropologica del Dipartimento Uomo & Territorio, sia perché questa forma di rappresentazione teatrale itinerante con questua è stata sicuramente uno dei fenomeni più rilevanti, complessi, dinamici e profondi, in cui si dispiega, con straordinaria immediatezza, il ricco humus culturale delle classi subalterne rurali nella nostra regione. Ne è risultato un volume di 1536 pagine, articolato in tre tomi, di cui due testuali con trascrizioni linguistiche, trascrizioni musicali, saggi interpretativi, schede e commenti e uno fotografico che raccoglie 284 scatti effettuati dal 1958 a oggi. All’interno del cofanetto è inoltre presente un DVD multimediale che contiene un cospicuo corpus di materiali audio-visivi.