Antonella Meniconi
Antonella Meniconi is Full Professor of History of Political Institutions at Sapienza University of Rome. Ph.D. at University of Pavia. She has published numerous essays (more than one hundred between volumes, curatorships and articles) on the history of Parliament, public administration, advocacy, judiciary, also focusing on some biographical profiles. She has also written on the concept of autonomy in Europe; the transition from Fascism to the Republic, with attention to the Italian ruling classes and to the theme of justice; as well as the relationship between the anti-Jewish laws of 1938 and the world of law and institutions,
She has participated in numerous conferences and various research projects also at the international level (e.g. at the Max-Planck-Institut für ausländisches öffentliches Recht und Völkerrecht in Heidelberg; at the John D. Calandra Italian American Institute, Queens College of the City of New York University; with the University of Brasilia and the University of Macerata).
She is deputy editor of the review on the history of institutions “Le Carte e la Storia”, Category A journal for historical and juridical studies.
From 2021 president of the Società per gli studi di storia delle istituzioni.
She has participated in numerous conferences and various research projects also at the international level (e.g. at the Max-Planck-Institut für ausländisches öffentliches Recht und Völkerrecht in Heidelberg; at the John D. Calandra Italian American Institute, Queens College of the City of New York University; with the University of Brasilia and the University of Macerata).
She is deputy editor of the review on the history of institutions “Le Carte e la Storia”, Category A journal for historical and juridical studies.
From 2021 president of the Società per gli studi di storia delle istituzioni.
less
Related Authors
Niccolò Scaffai
University of Siena / Università di Siena
Giorgio Grimaldi
Link Campus University
Nicola Lupo
LUISS Guido Carli
Barbara Martini
"Tor Vergata" University of Rome
Mario Ascheri
Università Degli Studi Di Roma Tre
Sara Corsi
Università degli Studi "La Sapienza" di Roma
Maria Alessandra Bilotta
Universidade Nova de Lisboa
InterestsView All (36)
Uploads
Published works by Antonella Meniconi
INDICE
Introduzione, di Antonella Meniconi, Francesco Soddu, Giovanna Tosatti
PARTE PRIMA: La storia delle istituzioni: uno studioso, un possibile percorso di ricerca
La storiografia delle istituzioni: un bilancio, di Sabino Cassese
Come eravamo, di Luigi Berlinguer
Una questione di metodo, di Mario Caravale
Guido Melis e gli Archivi, di Marina Giannetto
PARTE SECONDA: Gli studi sulla storia delle istituzioni in Italia: temi e prospettive
Le istituzioni dell’età moderna e contemporanea, di Marco Meriggi
La storia del Parlamento, di Francesco Soddu
La storia dell’amministrazione, di Giovanna Tosatti
La storia delle istituzioni giudiziarie, di Antonella Meniconi
Le istituzioni del welfare tra fascismo e Repubblica, di Michela Minesso
Le istituzioni del e nel fascismo: una chiave di lettura, di Leonardo Pompeo D’Alessandro
A proposito di statistica, di Dora Marucco
Appunti sull’approccio prosopografico alla storia delle istituzioni contemporanee, di Fernando Venturini
PARTE TERZA: La storia delle istituzioni: il cantiere delle ricerche
Snodi di storia costituzionale: modelli, transplant, intrecci, di Francesco Bonini
Studiare le istituzioni europee, di Sandro Guerrieri
Gli studi di storia delle istituzioni in Francia, di Francesco Di Donato
Le istituzioni nella costituzione del Sacro Romano Impero della Nazione Tedesca, di Angela De Benedictis
Intorno ad Alberto Beneduce e i suoi enti. Accostamenti, ritorni, sconfinamenti, di Giovanni Farese
«Non si deve mai giuocare il tempo». La variante di Eva fra melancolia e sentimento politico nel Risorgimento italiano, di Pasquale Beneduce
Le istituzioni amministrative nel mondo del digitale, di Alessandro Natalini
Archivi di ieri, di oggi e di domani. Rileggendo gli scritti archivistici di Guido Melis, di Stefano Vitali
PARTE QUARTA: La storia delle istituzioni: identità e contaminazioni
Storia giuridica e storia istituzionale: una contaminazione positiva!, di Mario Ascheri
Storia del diritto e storia delle istituzioni: una necessaria convergenza, di Bernardo Sordi
Storia delle dottrine politiche e storia delle istituzioni: due discipline sorelle?, di Luca Scuccimarra
La storia del sistema amministrativo italiano e del suo diritto, di Marcello Clarich
Gli studi sui linguaggi istituzionali, di Michele Cortelazzo
Storia delle istituzioni e storia economica: un dialogo ineludibile, di Daniela Felisini
A proposito di mescolare: le istituzioni e l’eredità culturale, di Madel Crasta
Indice dei nomi
Gli autori e le autrici
ANTONELLA MENICONI insegna Storia delle istituzioni politiche nella Sapienza-Università di Roma. Vicedirettrice della rivista «Le Carte e la Storia», presidente della Società per gli studi di storia delle istituzioni, con il Mulino ha pubblicato «La maschia avvocatura. Istituzioni e professione forense in epoca fascista» (2006), «Storia della magistratura italiana» (2013) e ha curato «L'epurazione mancata. La magistratura tra fascismo e Repubblica» (con G. Neppi Modona, 2022).
FRANCESCO SODDU insegna Storia della pubblica amministrazione e Storia delle istituzioni politiche nell'Università di Sassari. Ha pubblicato numerosi studi sul Parlamento italiano e inglese, tra cui «Il Parlamento di Giolitti. Camera e Senato nella XXII legislatura (1904-1909)» (UNIDATA, 1999) e «In Parlamento. Deputati e senatori nell'età della Destra» (Edes, 2005), occupandosi, altresì, della storia delle istituzioni politiche sarde e dell'intervento speciale dello Stato al Sud.
GIOVANNA TOSATTI ha insegnato Storia dell'amministrazione pubblica e Storia delle istituzioni europee nell'Università della Tuscia. Con il Mulino ha pubblicato «Storia del Ministero dell'Interno. Dall'Unità alla regionalizzazione» (2009) e ha curato, assieme a Guido Melis, «Il potere opaco. I gabinetti ministeriali nella storia d'Italia» (2020) e «Le parole del potere. Il lessico delle istituzioni in Italia» (2021).
Between the end of Fascism and the beginning of the Republic, many magistrates were subjected to the judgement of the antifascist purge Commissions to assess whether they were fit to serve the new democratic institutions. In the foreground were the magistrates most compromised with the regime, placed at the head of the judiciary, in the Special Tribunal for the Defence of the State or in the Race Tribunal, or in the Italian Social Republic. The same magistrates, mostly unscathed by the cumbersome mechanisms of purges, found themselves after a short time at the top of the Court of Cassation, the Courts of Appeal, or in important ministerial posts, or even in the Constitutional Court, having in fact made an advantageous compromise with the new rulers. A fresco rich in detail, from which it emerges how accounts with the fascist past were never really settled in the Republic, which started out burdened by a heavy authoritarian legacy, destined to produce its effects until the 1960s.
Experiences and Theoretical Settings", edited by Massimo Meccarelli, Cristiano Paixão and Claudia Roesler (2020)
alla magistratura. Sui temi della giustizia si realizzò un compromesso tra le diverse forze politiche (come avvenne più in generale), ma il ruolo di giuristi come Piero Calamandrei fu determinante nella fissazione dei nuovi principi costituzionali a tutela del potere giudiziario. Nonostante ciò, la transizione fu un lento e combattuto processo. Saranno infatti necessari ancora molti anni affinché l’indipendenza dei magistrati sia pienamente affermata e il corpo giudiziario liberato dai vincoli
gerarchici che l’avevano in precedenza dominato anche nell’esercizio della giurisdizione.
Prepared by a debate of about two years, especially among the insiders (magistrates and politicians experts in law), the new Constitution of 1948 guaranteed autonomy and independence to the Judiciary. On the issues of justice, a compromise between the different political forces was realized, as in general, but the role of jurists such as Piero Calamandrei was decisive in establishing the new constitutional principles for the protection of judicial power. Nevertheless, the transition was a slow and fought process. Many years will be indeed necessary still for the independence of the magistrates to be fully established and the judiciary be freed from the hierarchical constraints that had previously dominated it even in the exercise of jurisdiction.
Parole chiave: Presidente della Repubblica, Consiglio superiore della magistratura, Magistratura, potere giudiziario.
Antonella Meniconi, Towards the Judiciary’s independence (1944-1948)
The long history of the judiciary, of which the Grandi law of 1941 was the epilogue, left a difficult legacy to the new democratic state in the transition from fascism to democracy. The Italian Constitution was, in general, the result of the convergence between Catholics, Communists and Socialists, but regarding the themes of justice one can speak of an important exception. Indeed, in this field the contribution of experts, such as Piero Calamandrei with his conception of self-government already elaborated since 1921, and the role of the high judiciary, that influenced in different phases the work of the Constituent Assembly, were decisive. The final text reflected the achievement of the autonomy of the judiciary, while referring to the future the realization of full independence.
Il testo approfondisce ciò che condusse all'espulsione di centinaia di professionisti forensi dalla propria dimensione lavorativa e quindi sociale. Si analizza, anche grazie a fonti archivistiche, la vicenda interna ed esterna agli organi professionali degli avvocati dell'epoca che, senza scrupoli, parteciparono convintamente all'attuazione delle leggi antiebraiche.
La tesi è che esista una persistenza e persino una vischiosità di stilemi, prassi, comportamenti e, più in alto, di modelli normativi e amministrativi che si perpetua pressoché inalterata lungo tutta la storia istituzionale italiana.
Il primo aspetto è quello dell’epurazione: la tesi, ormai fatta propria dalla storiografia, è quella di una mancata epurazione, ma forse sarebbe più corretto affermare che fu tentata un’eliminazione più radicale dal corpo dello Stato di coloro che si erano compromessi maggiormente con il regime, ma che questo tentativo fallì per molteplici ragioni. Come dimostrò Pietro Saraceno, all’inizio degli anni Novanta, vi fu infatti “un numero non del tutto trascurabile di magistrati, almeno nei gradi più alti della gerarchia giudiziaria” sottoposto ai procedimenti di epurazione.
Il secondo aspetto attiene alla continuità dell’apparato giudiziario in materia di carriera, promozioni e modalità di scelta dei responsabili degli uffici.
Il terzo aspetto riguarda la continuità nella giurisprudenza e nel mondo giudiziario in riferimento alla vita stessa dei tribunali e delle corti durante gli anni della transizione.
Il quarto aspetto riguarda il ruolo dell’organo supremo della giurisdizione, la Corte di cassazione, che vide senza dubbio accrescere in quegli anni il proprio peso specifico. Infine, come conclusione si accennerà al cambiamento imposto dalla Costituzione e alla sua lenta attuazione.
Sommario: 1. Premessa. – 2. L’epurazione. – 3. La continuità nel corpo giudiziario. – 4. La continuità nella giurisprudenza e nel mondo giudiziario. – 5. I vertici della Corte di cassazione. – 6. Conclusioni
Pesavano, però, sul nuovo soggetto non solo l’eredità virtuosa della partecipazione di molti alla Resistenza, ma anche l’intrinseco rapporto che altri, in specie alti magistrati, avevano intrattenuto con il regime fascista.
La lenta attuazione della Costituzione, con l’istituzione solo nel 1958 del Csm, nascose, in realtà, anche nella magistratura, una lotta sorda tra “innovatori” e “conservatori”. Solo negli anni Sessanta, l’entrata in ruolo di una nuova generazione favorì anche l’inveramento dei valori costituzionali.
È precisamente in questa chiave che ancora oggi il ruolo del magistrato e il suo impegno nelle correnti giudiziarie può avere un ruolo “politico”, ovvero costituzionale.
INDICE
Introduzione, di Antonella Meniconi, Francesco Soddu, Giovanna Tosatti
PARTE PRIMA: La storia delle istituzioni: uno studioso, un possibile percorso di ricerca
La storiografia delle istituzioni: un bilancio, di Sabino Cassese
Come eravamo, di Luigi Berlinguer
Una questione di metodo, di Mario Caravale
Guido Melis e gli Archivi, di Marina Giannetto
PARTE SECONDA: Gli studi sulla storia delle istituzioni in Italia: temi e prospettive
Le istituzioni dell’età moderna e contemporanea, di Marco Meriggi
La storia del Parlamento, di Francesco Soddu
La storia dell’amministrazione, di Giovanna Tosatti
La storia delle istituzioni giudiziarie, di Antonella Meniconi
Le istituzioni del welfare tra fascismo e Repubblica, di Michela Minesso
Le istituzioni del e nel fascismo: una chiave di lettura, di Leonardo Pompeo D’Alessandro
A proposito di statistica, di Dora Marucco
Appunti sull’approccio prosopografico alla storia delle istituzioni contemporanee, di Fernando Venturini
PARTE TERZA: La storia delle istituzioni: il cantiere delle ricerche
Snodi di storia costituzionale: modelli, transplant, intrecci, di Francesco Bonini
Studiare le istituzioni europee, di Sandro Guerrieri
Gli studi di storia delle istituzioni in Francia, di Francesco Di Donato
Le istituzioni nella costituzione del Sacro Romano Impero della Nazione Tedesca, di Angela De Benedictis
Intorno ad Alberto Beneduce e i suoi enti. Accostamenti, ritorni, sconfinamenti, di Giovanni Farese
«Non si deve mai giuocare il tempo». La variante di Eva fra melancolia e sentimento politico nel Risorgimento italiano, di Pasquale Beneduce
Le istituzioni amministrative nel mondo del digitale, di Alessandro Natalini
Archivi di ieri, di oggi e di domani. Rileggendo gli scritti archivistici di Guido Melis, di Stefano Vitali
PARTE QUARTA: La storia delle istituzioni: identità e contaminazioni
Storia giuridica e storia istituzionale: una contaminazione positiva!, di Mario Ascheri
Storia del diritto e storia delle istituzioni: una necessaria convergenza, di Bernardo Sordi
Storia delle dottrine politiche e storia delle istituzioni: due discipline sorelle?, di Luca Scuccimarra
La storia del sistema amministrativo italiano e del suo diritto, di Marcello Clarich
Gli studi sui linguaggi istituzionali, di Michele Cortelazzo
Storia delle istituzioni e storia economica: un dialogo ineludibile, di Daniela Felisini
A proposito di mescolare: le istituzioni e l’eredità culturale, di Madel Crasta
Indice dei nomi
Gli autori e le autrici
ANTONELLA MENICONI insegna Storia delle istituzioni politiche nella Sapienza-Università di Roma. Vicedirettrice della rivista «Le Carte e la Storia», presidente della Società per gli studi di storia delle istituzioni, con il Mulino ha pubblicato «La maschia avvocatura. Istituzioni e professione forense in epoca fascista» (2006), «Storia della magistratura italiana» (2013) e ha curato «L'epurazione mancata. La magistratura tra fascismo e Repubblica» (con G. Neppi Modona, 2022).
FRANCESCO SODDU insegna Storia della pubblica amministrazione e Storia delle istituzioni politiche nell'Università di Sassari. Ha pubblicato numerosi studi sul Parlamento italiano e inglese, tra cui «Il Parlamento di Giolitti. Camera e Senato nella XXII legislatura (1904-1909)» (UNIDATA, 1999) e «In Parlamento. Deputati e senatori nell'età della Destra» (Edes, 2005), occupandosi, altresì, della storia delle istituzioni politiche sarde e dell'intervento speciale dello Stato al Sud.
GIOVANNA TOSATTI ha insegnato Storia dell'amministrazione pubblica e Storia delle istituzioni europee nell'Università della Tuscia. Con il Mulino ha pubblicato «Storia del Ministero dell'Interno. Dall'Unità alla regionalizzazione» (2009) e ha curato, assieme a Guido Melis, «Il potere opaco. I gabinetti ministeriali nella storia d'Italia» (2020) e «Le parole del potere. Il lessico delle istituzioni in Italia» (2021).
Between the end of Fascism and the beginning of the Republic, many magistrates were subjected to the judgement of the antifascist purge Commissions to assess whether they were fit to serve the new democratic institutions. In the foreground were the magistrates most compromised with the regime, placed at the head of the judiciary, in the Special Tribunal for the Defence of the State or in the Race Tribunal, or in the Italian Social Republic. The same magistrates, mostly unscathed by the cumbersome mechanisms of purges, found themselves after a short time at the top of the Court of Cassation, the Courts of Appeal, or in important ministerial posts, or even in the Constitutional Court, having in fact made an advantageous compromise with the new rulers. A fresco rich in detail, from which it emerges how accounts with the fascist past were never really settled in the Republic, which started out burdened by a heavy authoritarian legacy, destined to produce its effects until the 1960s.
Experiences and Theoretical Settings", edited by Massimo Meccarelli, Cristiano Paixão and Claudia Roesler (2020)
alla magistratura. Sui temi della giustizia si realizzò un compromesso tra le diverse forze politiche (come avvenne più in generale), ma il ruolo di giuristi come Piero Calamandrei fu determinante nella fissazione dei nuovi principi costituzionali a tutela del potere giudiziario. Nonostante ciò, la transizione fu un lento e combattuto processo. Saranno infatti necessari ancora molti anni affinché l’indipendenza dei magistrati sia pienamente affermata e il corpo giudiziario liberato dai vincoli
gerarchici che l’avevano in precedenza dominato anche nell’esercizio della giurisdizione.
Prepared by a debate of about two years, especially among the insiders (magistrates and politicians experts in law), the new Constitution of 1948 guaranteed autonomy and independence to the Judiciary. On the issues of justice, a compromise between the different political forces was realized, as in general, but the role of jurists such as Piero Calamandrei was decisive in establishing the new constitutional principles for the protection of judicial power. Nevertheless, the transition was a slow and fought process. Many years will be indeed necessary still for the independence of the magistrates to be fully established and the judiciary be freed from the hierarchical constraints that had previously dominated it even in the exercise of jurisdiction.
Parole chiave: Presidente della Repubblica, Consiglio superiore della magistratura, Magistratura, potere giudiziario.
Antonella Meniconi, Towards the Judiciary’s independence (1944-1948)
The long history of the judiciary, of which the Grandi law of 1941 was the epilogue, left a difficult legacy to the new democratic state in the transition from fascism to democracy. The Italian Constitution was, in general, the result of the convergence between Catholics, Communists and Socialists, but regarding the themes of justice one can speak of an important exception. Indeed, in this field the contribution of experts, such as Piero Calamandrei with his conception of self-government already elaborated since 1921, and the role of the high judiciary, that influenced in different phases the work of the Constituent Assembly, were decisive. The final text reflected the achievement of the autonomy of the judiciary, while referring to the future the realization of full independence.
Il testo approfondisce ciò che condusse all'espulsione di centinaia di professionisti forensi dalla propria dimensione lavorativa e quindi sociale. Si analizza, anche grazie a fonti archivistiche, la vicenda interna ed esterna agli organi professionali degli avvocati dell'epoca che, senza scrupoli, parteciparono convintamente all'attuazione delle leggi antiebraiche.
La tesi è che esista una persistenza e persino una vischiosità di stilemi, prassi, comportamenti e, più in alto, di modelli normativi e amministrativi che si perpetua pressoché inalterata lungo tutta la storia istituzionale italiana.
Il primo aspetto è quello dell’epurazione: la tesi, ormai fatta propria dalla storiografia, è quella di una mancata epurazione, ma forse sarebbe più corretto affermare che fu tentata un’eliminazione più radicale dal corpo dello Stato di coloro che si erano compromessi maggiormente con il regime, ma che questo tentativo fallì per molteplici ragioni. Come dimostrò Pietro Saraceno, all’inizio degli anni Novanta, vi fu infatti “un numero non del tutto trascurabile di magistrati, almeno nei gradi più alti della gerarchia giudiziaria” sottoposto ai procedimenti di epurazione.
Il secondo aspetto attiene alla continuità dell’apparato giudiziario in materia di carriera, promozioni e modalità di scelta dei responsabili degli uffici.
Il terzo aspetto riguarda la continuità nella giurisprudenza e nel mondo giudiziario in riferimento alla vita stessa dei tribunali e delle corti durante gli anni della transizione.
Il quarto aspetto riguarda il ruolo dell’organo supremo della giurisdizione, la Corte di cassazione, che vide senza dubbio accrescere in quegli anni il proprio peso specifico. Infine, come conclusione si accennerà al cambiamento imposto dalla Costituzione e alla sua lenta attuazione.
Sommario: 1. Premessa. – 2. L’epurazione. – 3. La continuità nel corpo giudiziario. – 4. La continuità nella giurisprudenza e nel mondo giudiziario. – 5. I vertici della Corte di cassazione. – 6. Conclusioni
Pesavano, però, sul nuovo soggetto non solo l’eredità virtuosa della partecipazione di molti alla Resistenza, ma anche l’intrinseco rapporto che altri, in specie alti magistrati, avevano intrattenuto con il regime fascista.
La lenta attuazione della Costituzione, con l’istituzione solo nel 1958 del Csm, nascose, in realtà, anche nella magistratura, una lotta sorda tra “innovatori” e “conservatori”. Solo negli anni Sessanta, l’entrata in ruolo di una nuova generazione favorì anche l’inveramento dei valori costituzionali.
È precisamente in questa chiave che ancora oggi il ruolo del magistrato e il suo impegno nelle correnti giudiziarie può avere un ruolo “politico”, ovvero costituzionale.
Direttore Guido Melis Vicedirettori Francesco Di Donato, Antonella Meniconi, Marco Meriggi Comitato scientifico Paolo Alvazzi del Frate, Livio Antonielli, Agostino Attanasio, Marc Olivier Baruch, Francesco Bonini, Sandro Bulgarelli, Mario Caravale, Paola Carucci, Madel Crasta, Piero Craveri, Werner Daum, Francesco Di Donato, Marina Giannetto, Enrico Gustapane, Filippo Liotta, Luigi Londei, Luca Mannori, Dora Marucco, Aldo Mazzacane, Antonella Meniconi, Claudio Meoli, Marco Meriggi, Vincenzo Pellegrini, Carlos Petit, Nico Randeraad, Andrea Romano, Francesco Soddu, Francesca Sofia, Donato Tamblè, Giovanna Tosatti, Isabella Zanni Rosiello Coordinamento redazionale Saverio Carpinelli (responsabile), Carlo Bersani, Leonardo P. D'Alessandro, Marco De Nicolò, Laura Di Fiore, Daniela Felisini, Alessio Gagliardi, Oscar Gaspari, Chiara Giorgi, Maurizio Griffo, Federico Lucarini, Daniela Manetti, Michela Minesso, Luisa Montevecchi, Leonida Tedoldi, Silvia Trani, Fernando Venturini, Francesco Verrastro, Giovanni Zanfarino.
Nel 2018 si compie l’ottantesimo anno dell’emanazione delle leggi antiebraiche. Leggi che costituirono la più grave lacerazione dei principi fondamentali dell’ordinamento giuridico e dello Stato di diritto.
Il complesso tema del rapporto tra i giuristi e la normativa antiebraica è al centro del volume, che raccoglie, fuori da ogni retorica, testimonianze, riflessioni storiche, documenti e immagini originali, nonché inedite prospettive di ricerca. Si approfondisce così il ruolo dei giuristi nella formazione delle leggi antiebraiche, l’approccio estensivo o restrittivo che i magistrati adottarono nell’interpretazione e nell’applicazione delle stesse norme, le zone d’ombra, le adesioni opportunistiche e compromissorie alle posizioni antisemite del regime, così come gli sprazzi di luce gettati da coloro che si contrapposero ai princìpi discriminatori affermati nei provvedimenti e le conseguenze che la promulgazione della normativa razziale ebbe per gli avvocati e i magistrati ebrei italiani.
Justice is the field in which the legitimacy of the national state and fascist violence found different ways to combine repression and consensus-making.
Secondo incontro. La lingua delle leggi, Roma, 8 giugno 2017
Scuola nazionale dell'amministrazione, via dei Robilant, 11
Justice is the field in which the legitimacy of the national state and fascist violence found different ways to combine repression and consensus-making.
https://www.giustiziainsieme.it/it/gli-attori-della-giustizia/3149-evoluzione-magistratura-italiana-in-eta-repubblicana-un-profilo-storico-antonella-meniconi?hitcount=0
Discussione sul libro di Giampiero Sica “Prove di fiducia. Il Presidente
della Camera e il parlamentarismo nel periodo statutario”