Papers by Maria Grazia Turco
Defensive architecture of the mediterranean, 2024
The essay analyzes the 'various landscapes' of the coastal system in the Lazio territory, perceiv... more The essay analyzes the 'various landscapes' of the coastal system in the Lazio territory, perceived as a resource, seen as a set of elements settled over time. The proposed research aims to deepen, through some consecutive phases, the anthropization process of the coastal areas. This whole includes various complexes to be safeguarded by a protection program, based on a unitary projectable to include the various and 'different' systems of the territory-environmental, landscape, architectural-now closely related to each other in determining the characteristics and quality of the present layout. For their sustainable use i.a. process of knowledge and reading capable is needed in order to reconnect the various places and the various elements to base on History the actions of the present, highlighting historical and artistic connections and instances, in some cases, difficulty to read. The essay analyzes the defensive system of the Lazio coast, along the coastal area of the Tyrrhenian Sea, along the formal Papal State. The historical defensive system, characterized by a compact set of coastal towers, which for century-from the 9 th to the 18 th century-constituted the defense against raids from the sea, has a main significance. These architectures, dismantled during the second half of the nineteenth century, still represent important historical, architectural and constructive events. Actually, along the Lazio coast, from North to South, there are about 30 towers: some still intact others in state of ruins.
Il saggio analizza i ‘paesaggi diversi’ del sistema costiero nel territorio laziale, percepiti come risorsa, visti come un insieme di elementi sedimentati nel tempo. La ricerca proposta intende approfondire, attraverso alcune fasi successive, il processo di antropizzazione delle aree costiere. Questo insieme comprende complessi diversi da salvaguardare con un programma di tutela, basato su una progettazione unitaria in grado di comprendere i ‘diversi’ sistemi del territorio – ambientale, paesaggistico, architettonico – ormai strettamente correlati tra loro nel determinare le caratteristiche e la qualità dell’assetto attuale. Per la loro fruizione sostenibile è necessario un processo di conoscenza e lettura capace di ricollegare i diversi luoghi e i diversi elementi per fondare sulla Storia le azioni del presente, evidenziandone connessioni e istanze storico-artistiche, in alcuni casi di difficile lettura. Il saggio analizza il sistema difensivo del litorale laziale, lungo la fascia costiera del Mar Tirreno, lungo l’area pontificia. Di primaria importanza è il sistema difensivo storico, caratterizzato da un insieme compatto di torri costiere, che per secoli – dal IX al XVIII secolo – ha costituito la difesa dalle incursioni provenienti dal mare. Queste architetture, smantellate nella seconda metà dell’Ottocento, rappresentano ancora oggi importanti vicende storiche, architettoniche e costruttive. Infatti, lungo il litorale laziale, da Nord a Sud, si contano circa 30 torri: alcune ancora integre altre in stato di rudere.
Adaptive Cities through the post pandemic lens. Ripensare tempi e sfide della città flessibile nella storia urbana , 2024
Alla fine dell'Ottocento, dopo il trasferimento della Capitale da Firenze a Roma, il mondo politi... more Alla fine dell'Ottocento, dopo il trasferimento della Capitale da Firenze a Roma, il mondo politico e culturale italiano fu coinvolto in un importante dibattito sulla pianificazione di Roma. Protagonista principale fu l'Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAR), fondata il 23 gennaio 1890 su iniziativa dell'architetto Giovanni Battista Giovenale.
L'articolo analizza le attività di alcune donne legate al contesto dell'architettura, del restauro e dell'archeologia: Ersilia Lovatelli, archeologa; la collezionista d'arte tedesca Enrichetta Hertz e la contessa Maria Ponti Pasolini, tutte socie dell'AACAR e prime laureate universitarie delle Facoltà di Architettura e Ingegneria romane.
In the late nineteenth century, after the transfer of the Capital from Florence to Rome, the Italian political and cultural world was caught up in an important debate regarding the planning of Rome. The chief protagonist was the Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAR), established on 23 January 1890, following an initiative by the architect Giovanni Battista Giovenale. The paper analyzes the activities of some women related to the context of architecture, restoration
and archaeology: Ersilia Lovatelli, archaeologist; the German art collector Enrichetta Hertz and Countess Maria Ponti Pasolini, all members of the AACAR and the first female university graduates from the Roman Schools of Architecture and Engineering.
Beyond the gaze. Interpreting and understanding the city, 2023
Maria Teresa Parpagliolo è stata una paesaggista e progettista di giardini italiana che ha lavora... more Maria Teresa Parpagliolo è stata una paesaggista e progettista di giardini italiana che ha lavorato in Italia e in Gran Bretagna dal 1920 fino alla sua morte. È stata membro del British Landscape Institute ed è considerata
una pioniera del design paesaggistico europeo. Tra il 1958 e il 1961, ha progettato il paesaggio che circonda il quartiere Casal Palocco di Roma. Il quartiere, costruito a partire dal 1961 dalla Società Generale Immobiliare tra Roma e il mare, è nato con l'intento di creare una città giardino, basata su alcuni modelli anglosassoni. Tra i progettisti del verde c'era l'architetto
Maria Teresa Parpagliolo Shephard, che ha progettato non solo un originale parco-strada, ma anche gli spazi agli ingressi dei condomini e tutti i giardini privati.
Maria Teresa Parpagliolo was an Italian landscape and garden designer who worked in Italy and
Britain from 1920 until her death. She was a member of the British Landscape Institute and is considered
to have been a pioneer of European landscape design. Between 1958-1961, she planned the
landscape surrounding the Casal Palocco district of Rome. The district, built starting in 1961 by the
Società Generale Immobiliare between Rome and the sea, was born with the intention of creating a
garden city, based on some Anglo-Saxon models. Among the planners of the green was the architect
Maria Teresa Parpagliolo Shephard, who designed not only an original street-park, but also the
spaces at the entrances to the condominiums and all the private gardens.
Beyond the gaze. Interpreting and understanding the city, 2023
Il saggio raccoglie spunti e contributi sullo sviluppo degli edifici per il cinema nel Novecento;... more Il saggio raccoglie spunti e contributi sullo sviluppo degli edifici per il cinema nel Novecento; in particolare, varie opere del Novecento intraprese da alcuni degli architetti più significativi del Movimento Moderno. Il saggio analizza anche la situazione attuale e i recenti interventi di recupero, restauro e valorizzazione di tali strutture, spesso soggette a manomissioni, trasformazioni, aggiornamenti funzionali che ne hanno compromesso le prerogative architettoniche.
The paper collects insights and contributions on the development of the cinema buildings in twentieth century; specifically, various works of the twentieth century undertaken by some of the most significant architects of the Modern Movement. The essay analyzes also the current situation and the recent interventions for the recovery, restoration and enhancement of such structures, often subject to tampering, transformations, functional updates that have compromised the architectural
prerogatives.
Convegno, 2024
Il convegno con dialoghi sulla formazione di Lina Bo Bardi a Roma verso l’opera costruita in Bras... more Il convegno con dialoghi sulla formazione di Lina Bo Bardi a Roma verso l’opera costruita in Brasile fa parte delle attività del progetto di Carla Zollinger, borsista all’Accademia di Spagna. Questo convegno di studi, organizzato da Carla Zollinger e Fabio Colonnese, indaga su come la traiettoria di Lina Bo Bardi verso l’opera costruita in Brasile affonda le radici nella sua formazione a Roma, tra le dinamiche del regime fascista e l’offerta dalle correnti moderniste europee. Lina Bo Bardi è una delle architette più note a livello internazionale del XX secolo. La sua traiettoria verso l’opera costruita in Brasile affonda le radici nella sua esperienza giovanile e nella sua formazione professionale a Roma, durante il regime fascista. In quegli anni, la città era il teatro non solo di grandi trasformazioni urbane ma anche della contesa ideologica tra le dinamiche di appropriazione e asservimento alle logiche del regime, che si estendevano ad ogni ambito storico e culturale, e l’alternativa offerta dalle correnti moderniste europee. In questo scenario, gli studiosi invitati sono chiamati a ricostruire il contesto in cui Lina Bo si è formata e l’origine dei temi che ha sviluppato durante la sua carriera, come la formazione nella Scuola di Architettura romana, la tutela e la trasformazione della città, l’architettura razionalista e la collettività, la rete di relazioni familiari, il rapporto tra Roma e Milano, il discorso patriarcale nella professione.
"Palladio", N. S., XXXVI, 71, 2023
La recensione approfondisce il volume di Guido Zucconi che analizza, sotto prospettivee sfaccetta... more La recensione approfondisce il volume di Guido Zucconi che analizza, sotto prospettivee sfaccettature diverse, le molteplici influenze che la rivoluzione sanitaria, dell’ultimoquarto dell’Ottocento, ha avuto sulle trasformazioni urbanistiche delle città europee e italiane. Il volume, infatti, presenta un’ampia trattazione, dettagliata e documentata, sia sulle premesse sociali e politiche che daranno vita alle straordinarie scoperte microbiologiche, del francese Louis Pasteur e del medico tedesco Robert Koch, sia la successiva rivoluzione sanitaria che ha innescato provvedimenti amministrativi, atti legislativi e problematiche operative legate alla cultura urbana dei centri storici europei.
Tra Roma e il mare. Insediamenti, trasformazioni territoriali, patrimoni culturali e ambientali, tra evo antico ed età moderna, 2023
Dopo gli “escavamenti” di antichità settecenteschi, condotti con il solo scopo di arricchire il m... more Dopo gli “escavamenti” di antichità settecenteschi, condotti con il solo scopo di arricchire il mercato antiquario, il pontificato di Pio VII Chiaramonti viene ricordato per le prime sistematiche ricerche e per alcune iniziative per la città ma anche per le attività archeologiche in alcune aree esterne come Ostia e Porto. Un periodo che apre nuove strade per l’archeologia e per le prime leggi di tutela: il Chirografo pontificio (1802) e l’Editto del cardinal Pacca (1820), con il suo successivo Regolamento (1821).
After the eighteenth-century "excavations" of antiquity conducted with the purpose of enriching the antiques market, the pontificate of Pius VII Chiaramonti is remembered for the first systematic research and restoration in the center of Rome but also for archaeological activities in peripheral area such as Ostia and Porto. These activities were accompanied by articulated protection Laws: the Chirograph of 1802, the Edict of Cardinal Pacca (1820) and its subsequent Regulations (1821).
Al femminile. L’architettura. Le arti e la storia, 2023
La presentazione del libro Al femminile. L’architettura. Le arti e la storia (Franco Angeli 2023)... more La presentazione del libro Al femminile. L’architettura. Le arti e la storia (Franco Angeli 2023) costituisce una
delle tappe di un percorso più ampio teso a illuminare il ruolo delle donne nella trasformazione degli spazi fisici
e offre l’occasione per costruire una rete di studiose e studiosi sul tema della progettualità femminile in Italia.
Il seminario intende sviluppare un dialogo tra generazioni e discipline diverse al fine di mettere in luce culture e
figure femminili, legate al mondo della progettazione, valorizzando un approccio di genere.
Nel corso del pomeriggio sarà presentato anche l’esito del primo ‘censimento’ degli studi in corso, in Italia e
all’estero, sui seguenti temi:
_ il lavoro di progettiste italiane nei campi dell’architettura e dell’urbanistica, del paesaggio e dell’ingegneria;
_ le tematiche di genere legate al progetto di trasformazione degli spazi fisici.
L’impatto delle attività industriali sull’ambiente ha creato nuovi paesaggi caratterizzati da amp... more L’impatto delle attività industriali sull’ambiente ha creato nuovi paesaggi caratterizzati da ampie mineralizzazioni, drammatiche cesure e caratteristici landmark. A valle di una ormai consolidata risacca delle attività industriali pesanti, il riconoscimento delle invarianti patrimoniali dei siti e la presa d’atto del necessario risarcimento ambientale guidano verso un progetto di area vasta che colga l’operare sul paesaggio industriale come occasione per ristabilire un equilibrio territoriale interrotto. Se nei secoli scorsi l’estrazione di materie prime veniva considerata come possibilità per l’edilizia, attualmente si prende atto della non ‘rinnovabilità’ delle risorse lapidee e si cerca un equilibrio tra estrazione ed estensione del ciclo di vita dei materiali. Il convegno vuole indirizzare l’attenzione verso una maggiore conoscenza storico-paesaggistica dei siti industriali alla luce dei necessari interventi progettuali, con un focus sui processi di valorizzazione e ri-conversione che li caratterizzano.
Città contemporanee e sicurezza tecnica. Dall’incendio della Basilica di San Paolo alle città del XXI secolo, 2023
Il contributo indaga, attraverso un documento inedito dell’Unione Nazionale Protezione Antiaerea ... more Il contributo indaga, attraverso un documento inedito dell’Unione Nazionale Protezione Antiaerea (UNPA) ritrovato presso l’Archivio del Centro di Studi per la Storia dell’Architettura, l’attività svolta dalla commissione negli anni Trenta del secolo scorso; specificatamente si analizza lo studio, impostato da una commissione di tecnica presieduta da Gustavo Giovannoni, per la predisposizione di un futuro piano regionale che preveda per Roma l’individuazione di nuove unità urbanistiche, le borgate satelliti, o centri satelliti, in modo tale che queste possano formare un circuito completo attorno alla città. Questi centri satelliti, questi quartieri modernissimi, realizzeranno anche la nuova città anti-aerea, protetta dalla sua stessa ubicazione e struttura. La Commissione propone, pertanto, unità urbanistiche – a Roma in quel momento ci sono 14 provincie di sfollamento – organicamente disposte, capaci di contenere una popolazione anche doppia e tripla del normale, ma contestualmente in grado di garantire un regolare ritmo di vita. Si tratta delle future borgate romane che trovano anticipazione proprio nella pianificazione antiaerea in vista di un secondo conflitto mondiale. Proprio di Giovannoni ricorda, nel documento, alcuni quartieri, tra i più recenti, quali buoni esempi di entità urbanistiche antiaeree, facendo riferimento, ai progetti: della città Giardino Aniene, San Saba, la Garbatella e l’area tra Roma e il mare con la previsione di numerose borgate satelliti “disposte a rosario” lungo la direttrice dell’Ostiense, come Acilia, Ostia Marittima, integrata dal potenziamento delle comunicazioni come il raddoppio della ferrovia elettrica Roma-Lido.
Il pensiero di Gaetano Miarelli Mariani sul restauro architettonico; Frammenti Sangalleschi , 2023
Marteì 19 settembre, alle ore 16:00, presso la sede dell'Istituto Nazionale di Studi Romani, piaz... more Marteì 19 settembre, alle ore 16:00, presso la sede dell'Istituto Nazionale di Studi Romani, piazza Cavalieri di Malta 2 - Roma, verranno presentati due volumi - "Il pensiero di Gaetano Miarelli Mariani sul restauro architettonico" e "Frammenti Sangalleschi" - che raccolgono gli scritti sul restauro e sulla storia dell'architettura di Gaetano Miarelli Mariani a ventanni dalla sua scomparsa.
Waterfront dialectics. Rome and its region facing climate change impacts, 2023
The essay analyzes the various ‘different landscapes’ of the Ostiense coastal system intended as ... more The essay analyzes the various ‘different landscapes’ of the Ostiense coastal system intended as strength of the geographical considered area; in this frame, the territory is perceived as a resource, seen as a set of elements settled over time. Ostiennse coast is full of ancient, medieval, and modern settlements and testimonies representin an exceptional archive regarding the reconstructionof the main phases characterizing the history, the human and wild environment, over the time. Based on archaeological and historical data, as well as on iconographic and photographic documentation, the research aims at reconstructing the various steps describing the settlements’evolution, highlighting the most significant stages; the relation with geomorphological changes, significantly influencing human activities, will be also considered.
Il contributo analizza i diversi “paesaggi” del sistema costiero ostiense inteso come punto di forza dell’area geografica considerata; in tale contesto, il territorio è percepito come una risorsa, visto come un insieme di elementi sedimentati nel tempo. La costa ostiennse è ricca di insediamenti antichi, medievali e moderni e di testimonianze che rappresentano un archivio eccezionale per quanto riguarda la ricostruzione delle principali fasi che hanno caratterizzato la storia, l’ambiente umano e naturale, nel tempo. Sulla base dei dati archeologici e storici, nonché della documentazione iconografica e fotografica, la ricerca mira a ricostruire i vari momenti che descrivono l’evoluzione degli insediamenti, evidenziandone le fasi più significative; viene, inoltre, considerata la relazione con i cambiamenti geomorfologici che influenzano, significativamente, le diverse attività umane.
Forme dell’Abitare a Roma. Echi dell’Antico nell’architettura del primo Novecento, 2023
The restoration interventions of Ostia Antica that took place starting from the Unification of It... more The restoration interventions of Ostia Antica that took place starting from the Unification of Italy onwards, strongly conditioned, not always negatively, the image of the ruins. The study aims at reconstructing the strong influence on the site by the different interventions. Starting from the protective measures of Pius VII and from the successive enterprises of Pius IX, the study intends to retrace the stages of the restorations that have defined a site characterized by a unique and unrepeatable ‘genius loci’. Ostia Antica has influenced, in the first half of the twentieth century, not only archaeological studies but also the architectural, cultural and political context. The undisputed protagonist remains Guido Calza who, through the obstinate excavations, had the opportunity to dig into the evolution of the Ostiense living.
Per una comprensione corretta dell’area archeologica di Ostia Antica occorre tenere presente che alcuni interventi di restauro, attuati dall’Unità d’Italia in poi, hanno fortemente condizionato, seppure non sempre negativamente, l’immagine delle rovine. Partendo dai provvedimenti di tutela di Pio VII e dalle successive imprese di Pio IX, il contributo ripercorrere le tappe dei ‘restauri’ ostiensi che hanno definito un sito fortemente caratterizzato da un ‘genius loci’ unico e irripetibile che ha influenzato, nella prima metà del Novecento, non solo gli studi archeologici ma anche il contesto architettonico, culturale e politico. Tra i protagonisti, Guido Calza, nel 1922, chiarisce l’importanza archeologica di Ostia con le seguenti parole: “quando io sono andato ad Ostia dieci anni fa erano scavate due o tre case in tutto e sebbene fossero già notevoli le differenze con la domus pompeiana non si era pensato [che] si potesse studiare il tipo fino ad allora ignoto di una nuova casa latina” . Una chiave di lettura questa che si propone, attraverso l’analisi dei documenti conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma e il rilievo di alcuni caseggiati abitativi che hanno influenzato un vero e proprio movimento architettonico, di definire una visione critica, oltre che approfondita, degli scavi archeologici nel passaggio tra i due secoli.
Rappresentazione, Architettura e Storia. La diffusione degli ordini religiosi in Italia e nei Paesi del Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna, 2023
Il contributo ripercorre le vicende di alcuni complessi monastici dell’Ordine benedettino in ambi... more Il contributo ripercorre le vicende di alcuni complessi monastici dell’Ordine benedettino in ambito romano; si tratta di di veri e propri ‘sistemi’ urbani che, sebbene oggi in un contesto estremamente frammentario e alterato, rendono comunque ancora possibile identificare oltre che le dinamiche d’insediamento anche i meccanismi di controllo esercitati sia all’interno della città sia nel territorio extraurbano. Si analizzano le vicende di due chiese del rione Trastevere: S. Benedetto in Piscinula e S. Cecilia. Altresì, il settore compreso tra Roma e la foce del Tevere, ambito territoriale definito da due percorsi consolari, la Via Ostiense e la Via Portuense, che costeggiano il fiume, lungo le cui sponde sono localizzati i possedimenti dei benedettini romani, connotati non solo da funzioni produttive ma anche da una posizione strategica di controllo e gestione delle vie d’acqua e di terra. La committenza ha da sempre condizionato e indirizzato l’architettura sia nella sua fase progettuale e di cantiere sia nella sua conservazione, tenuto conto delle vicende storiche coeve, della situazione economica al contorno e della cultura architettonica del momento. Un ordine religioso è tra i committenti più esigenti perché, vivendo secondo precisi dogmi, richiede un’architettura che identifichi le proprie necessità. I due tomi raccolgono contributi che affrontano le modalità in cui gli ordini e le congregazioni religiose, tra Medioevo ed Età Moderna, hanno rappresentato sé stessi tramite l’arte e l’architettura. Gli atti sono frutto del convegno, svolto a maggio 2021, organizzato in seno alle molteplici attività complementari che il Dottorato di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura di Sapienza Università di Roma offre per la formazione accademica integrando i tre distinti, ma affini, settori disciplinari.
The paper traces the history of a number of monastic complexes of the Benedictine Order in the Roman area; these are true urban 'systems' which, although today in an extremely fragmented and altered context, nevertheless still make it possible to identify not only the dynamics of settlement but also the mechanisms of control exercised both within the city and in the extra-urban territory. The vicissitudes of two churches in the Trastevere district are analyzed: S. Benedetto in Piscinula and S. Cecilia. Also, the sector between Rome and the mouth of the Tiber, a territorial sphere defined by two consular routes, the Via Ostiense and the Via Portuense, which run along the river, along whose banks the estates of the Roman Benedictines are located, connoted not only by productive functions but also by a strategic position of control and management of water and land routes.
in “Studi Romani”, XLVII, 1-2, gennaio-giugno 1999, pp.112-118, tavv. XXV-XXXII, ISSN 0039-2995. , 1999
Il contributo analizza un brano pavimentale seicentesco della demolita chiesa di S. Urbano ai Pan... more Il contributo analizza un brano pavimentale seicentesco della demolita chiesa di S. Urbano ai Pantani ritrovato in uno degli ambienti del Museo di Roma in via dei Cerchi, oggi sede degli uffici del Comune di Roma. Si tratta di un pavimento, a "vasole, e mandole, e quadretti di bianco e nero e bardiglio di Carrara" (Virgilio Spada, Francesco Borromini) proveniente dalla basilica di S. Giovanni in Laterano commissionato da Innocenzo X (1644-1655) dopo il Giubileo del 1650 (A. Roca De Amicis 1998). Il lastrico viene, quindi, smantellato e ricomposto in S. Urbano che verrà, poi, demolita nel 1932; a seguire il pavimento recuperato da Antonio Muñoz viene reimpiegato negli spazi del Museo di Roma. Dimenticato, il rivestimento marmoreo viene rintracciato, negli ambienti del Comune di Roma, dall'autore del contributo che ne ripercorre le vicende storiche e costruttive.
The paper analyzes a seventeenth-century floor piece from the demolished church of S. Urbano ai Pantani found in one of the rooms of the Museum of Rome in Via dei Cerchi, now the offices of the Municipality of Rome. It is a floor, in “vasole, and mandole, and squares of black and white and Carrara bardiglio” (Virgilio Spada, Francesco Borromini) from the basilica of S. Giovanni in Laterano commissioned by Innocent X (1644-1655) after the Jubilee of 1650 (A. Roca De Amicis 1998). The pavement was, then, dismantled and reassembled in S. Urbano, which would be, then, demolished in 1932; to follow, the floor recovered by Antonio Muñoz was reused in the spaces of the Museum of Rome. Forgotten, the marble cladding is traced, in the rooms of the Municipality of Rome, by the author of the contribution that traces its historical and constructive events.
Al femminile. L’architettura, le arti e la storia, 2023
Negli anni di passaggio tra i due secoli, Ottocento e Novecento, Roma, soprattutto dopo l’Unità d... more Negli anni di passaggio tra i due secoli, Ottocento e Novecento, Roma, soprattutto dopo l’Unità d’Italia e il trasferimento della Ca¬pitale da Firenze, si caratterizza per una fervida vivacità intellettuale spesso sollecitata e sostenuta anche da alcune significative figure femminili che operano nell’architettura, nell’urbanistica, nell’archeologia e nel restauro attraverso il loro graduale processo di partecipazione nel mondo culturale. In quest’ottica nascono a Roma sodalizi come l’Associazione Nazionale per la Donna, nel 1897, prima organizzazione femminile italiana; l’Unione Femminile Nazionale a Milano, nel 1899 e, nel 1903, il Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, aderente al Consiglio Internazionale femminile . Una fase di grande trasfor¬mazione sociale e culturale che diventa occasione per esprimere idee, aspirazioni, sogni. Ma già alcuni anni prima troviamo alcune protagoniste in associazioni romane, in particolare nell’Associazione Artistica fra i Cultori dell’Architettura, sodalizio che ha avuto un ruolo fondamentale nella costruzione della città. Si tratta di un gruppo di donne colte, emancipate, impegnate nel processo di evoluzione civile, politico, sociale e culturale, con una vastissima gamma d’interessi, figure carismatiche impegnate nella concretizzazione di idee e obiettivi importanti, rivolti al miglioramento delle condizioni di vita delle donne, a risolvere i grandi problemi del tempo ma, soprattutto, a elevare culturalmente coloro che vivono ai margini, nelle campagne e nelle grandi città in trasformazione.
In the transitional years between the two centuries, the nineteenth and twentieth centuries, Rome, especially after the Unification of Italy and the transfer of the Capitale from Florence, is characterized by a fervent intellectual vitality often urged and sustained also by some significant female figures working in architecture, town planning, archaeology and restoration through their gradual process of participation in the cultural world. With this in mind, sodalities such as the National Association for Women, in Rome, in 1897, Italy's first women's organization; the National Women's Union in Milan, in 1899; and, in 1903, the National Council of Italian Women, an adherent of the International Women's Council . A phase of great social and cultural transfor¬mation that becomes an opportunity to express ideas, aspirations, dreams. But already a few years earlier we find some women protagonists in Roman associations, particularly in the Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAR), an association that played a fundamental role in the construction of the city. It was a group of educated, emancipated women, committed to the process of civil, political, social and cultural evolution, with a very wide range of interests, charismatic figures engaged in the concretization of important ideas and goals, aimed at improving the living conditions of women, solving the great problems of the time but, above all, culturally elevating those living on the margins, in the countryside and in the large cities undergoing transformation.
Vamos ao lyrico. Conservar e renovar o património edificado do Teatro Nacional de São Carlos (São Carlos National Theatre’s architectural heritage. A proposal for its conservation and renovation), 2023
La ricerca si inserisce nel filone d’indagine sulle architetture dei teatri e dei luoghi dello sv... more La ricerca si inserisce nel filone d’indagine sulle architetture dei teatri e dei luoghi dello svago, per approfondirne trasformazioni e sviluppi tra Ottocento e Novecento, in ambito italiano e internazionale. Lo studio approfondisce contesti, esigenze ed esperienze che hanno determinato, nel passaggio tra Ottocento e Novecento, una radicale e significativa rivoluzione formale e tecnica nell’ambito della rappresentazione teatrale e dei relativi spazi architettonici. Le tematiche affrontate sono diverse: dall’evoluzione dei teatri europei dell’Ottocento, nelle loro manifestazioni sociali, politiche e architettoniche, alle innovazioni novecentesche che spesso hanno comportato modifiche nei sistemi impiantistico-tecnologici; dall’inserimento di nuove funzioni legate a un’inedita espressione d’arte, quale il cinematografo. Particolare attenzione è stata riservata anche alle questioni riguardanti il restauro e la valorizzazione sia dei teatri storici italiani. Si è quindi passati, quindi, ad analizzare l’attualità, mettendo a confronto recenti interventi di recupero, restauro e valorizzazioni di tali strutture per la rappresentazione, spesso oggetto di manomissioni, trasformazioni, aggiornamenti funzionali che ne hanno compromesso le specifiche prerogative testimoniali ed espressive. Oggi molte di queste strutture, ormai prive dell’originaria funzione, hanno perduto quel ruolo urbano e pubblico di riferimento che le caratterizzava; attualmente decadute e, sovente, oggetto d’interminabili contenziosi, queste vengono demolite o rinnegate, e, nella migliore delle ipotesi, alterate come esclusivi prodotti di consumo legati a disinvolte esigenze di mercato. Il contributo, che si basa sull’approfondimento delle attuali conoscenze sull’argomento, intende impostare una rilettura di più ampio respiro sull’argomento che tenga conto della complessità degli aspetti connessi alla trasformazione funzionale e all’adeguamento di queste strutture. Verificare l’attuale casistica di utilizzo che, da una prima indagine, sembra muoversi tra operazioni di ripristino, adeguamento, ri-uso, modificazione e innovazione. Attraverso alcune esperienze italiane e internazionali, si vogliono presentare alcuni casi esemplari che ben esemplificano le diverse problematiche legate all’aggiornamento di tali strutture.
The research is part of a study on the architecture of theaters and places of entertainment, to deepen transformations and developments between the nineteenth and twentieth century, in Italy and internationally. The study deepens contexts, needs and experiences that have determined, between nineteenth and twentieth centuries, a radical and significant formal and technical revolution in the field of theatrical representation and related architectural spaces. The themes dealt with are different: from the evolution of the nineteenth-century European theaters, in their social, political and architectural events, to the twentieth-century innovations that often involved changes in the systems-technological systems; from the insertion of new functions linked to an unprecedented expression of art, such as the cinema. Attention was also paid to issues concerning the restoration and enhancement of Italian historical theaters. The paper analyzes also the current situation and the recent interventions for the recovery, restoration and enhancement of such structures for the representation, often subject to tampering, transformations, functional updates that have compromised the specific testimonial and expressive prerogatives. Today many of these structures, now deprived of their original function, have lost the urban and public role of reference that characterized them; now fallen and, often, subject of endless litigation, these are demolished or denied, and, at best, altered as exclusive consumer products linked to casual market needs. The contribution, which is based on the deepening of current knowledge on the subject, intends to look more closely at the subject, which takes account of the complexity of aspects related to the functional transformation and adaptation of these structures. Verify the current case studies of use that, from a first survey, seems to move between operations of restoration, adaptation, re-use, modification and innovation. Through some Italian and international experiences, we want to present some exemplary cases that well exemplify the different problems related to the updating of these structures.
L’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura in Roma. 1890-1930, 2021
During the late nineteenth century, after the unification of Italy and the problematic transfer f... more During the late nineteenth century, after the unification of Italy and the problematic transfer from Florence to Rome of the capital (21st January 1871), the Italian political and cultural scene was involved in a crucial public debate about the planning of Rome. In this field, main figure was Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAR). the Society was established on 23 January 1890, on the initiative promoted by the architect Giovanni Battista Giovenale and a group of artists, architects, and men of letters, called “Amici dei Monumenti”, interested in the under-way transformation of Rome and in the conservation of its monuments. The paper focuses on the activities carried on by the Society, namely on the work by major figures playing a decisive role during the late nineteenth century and the first decades of the following century. In this regard, it is worth mentioning the series of projects by Gustavo Giovannoni, Marcello Piacentini, Antonio Munoz, Giacomo Boni, Maria Ponti Pasolini, as those by many other architects joining AACAR. Approaching thq question in a free and democratic way, main aim of the Society was the promotion of the “benevolence” and the “prestige” of Architecture, in all irs many facets, as well as the professional reputation and prestige of the architects. Interests concerned urbanism, restoration of monuments, architecture, aesthetics, preservation of historic centres, as well as educational and professional issues. The involvement in the debate regarding the city was extensive, as «Annuario», from 1891 to 1929, clearly reveals. AACAR graphic and photographic documentation is currently preserved at the Centro Studi di Storia dell'Architettura in Rome, Casa dei Crescenzi.
L’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAr) viene fondata il 23 gennaio 1890 dall’architetto Giovanni Battista Giovenale e un gruppo di soci fondatori, tutti legati al mondo dell’architettura, dell’arte e della letteratura, amanti dei monumenti, riuniti per un unico obiettivo: seguire le vicende post-unitarie della Capitale attraverso un’intensa attività propositiva e di controllo delle molteplici iniziative che caratterizzano la vita culturale di fine Ottocento.
Il Tevere e Roma. Alla riscoperta del rapporto storico tra le vie d’acqua e le città UNESCO, 2022
Il Centro Storico di Roma è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale nel 1980; successi... more Il Centro Storico di Roma è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale nel 1980; successivamente, nel 19901, un accordo tra Santa Sede e Stato italiano amplia l’area includendo, all’interno delle Mura Aureliane, anche i beni extraterritoriali di proprietà pontificia, vale a dire la Città del Vaticano e la basilica di S. Paolo fuori le Mura. Un’area transnazionale, quindi, altamente diversificata e stratificata, che comprende numerose aree archeologiche indissolubilmente connesse con il tessuto urbano attuale dove le vestigia antiche e il verde sono indissolubilmente legati. Roma, d’altra parte, è riconosciuta quale città più verde d’Europa, con un’estensione e varietà del verde che rappresenta il 67% del territorio comunale; il verde pubblico all’interno del tessuto urbano è composto da parchi urbani, ville storiche, giardini pubblici e aree verdi di arredo per un totale di 3.932 ettari. In quest’ottica, negli ultimi anni, sono stati realizzati alcuni significativi interventi che hanno avuto come obiettivo primario non solo la conservazione e la valorizzazione dei siti e del patrimonio materiale e immateriale ma anche aggiornamenti per una nuova valorizzazione dell’area monumentale, per una nuova tutela del patrimonio storico.
El Mundo de las Catredales. Pasado, presente y futuro, 2021
This contribution analyses the post Vatican II (1963) situation in Italy and important examples o... more This contribution analyses the post Vatican II (1963) situation in Italy and important examples of liturgical upgrading; the upgrades include restoration, conservation or new designs, all based on a diversified architectural language inspired by the study and knowledge of history, architecture, art, liturgy, and the synergy between them. The Apostolic Constitution Sacrosanctum Concilium, one of the four Second Vatican Council documents, was a key reference for transformation projects involving the presbytery and architecture of catholic churches. By continuously updating the sacred space both the Church and sacred architecture have always skilfully addressed different cultural climates and changes in ritual requirements. Throughout the centuries this led to the construction of complex buildings in which spatial and architectural design transformed doctrinal ideas into architecture. The Council held in sixties was a watershed that produced many important changes and in-depth deliberations, conjuring up events of the distant past considered as milestones in the history of architecture and the liturgical evolution of sacred buildings.
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Papers by Maria Grazia Turco
Il saggio analizza i ‘paesaggi diversi’ del sistema costiero nel territorio laziale, percepiti come risorsa, visti come un insieme di elementi sedimentati nel tempo. La ricerca proposta intende approfondire, attraverso alcune fasi successive, il processo di antropizzazione delle aree costiere. Questo insieme comprende complessi diversi da salvaguardare con un programma di tutela, basato su una progettazione unitaria in grado di comprendere i ‘diversi’ sistemi del territorio – ambientale, paesaggistico, architettonico – ormai strettamente correlati tra loro nel determinare le caratteristiche e la qualità dell’assetto attuale. Per la loro fruizione sostenibile è necessario un processo di conoscenza e lettura capace di ricollegare i diversi luoghi e i diversi elementi per fondare sulla Storia le azioni del presente, evidenziandone connessioni e istanze storico-artistiche, in alcuni casi di difficile lettura. Il saggio analizza il sistema difensivo del litorale laziale, lungo la fascia costiera del Mar Tirreno, lungo l’area pontificia. Di primaria importanza è il sistema difensivo storico, caratterizzato da un insieme compatto di torri costiere, che per secoli – dal IX al XVIII secolo – ha costituito la difesa dalle incursioni provenienti dal mare. Queste architetture, smantellate nella seconda metà dell’Ottocento, rappresentano ancora oggi importanti vicende storiche, architettoniche e costruttive. Infatti, lungo il litorale laziale, da Nord a Sud, si contano circa 30 torri: alcune ancora integre altre in stato di rudere.
L'articolo analizza le attività di alcune donne legate al contesto dell'architettura, del restauro e dell'archeologia: Ersilia Lovatelli, archeologa; la collezionista d'arte tedesca Enrichetta Hertz e la contessa Maria Ponti Pasolini, tutte socie dell'AACAR e prime laureate universitarie delle Facoltà di Architettura e Ingegneria romane.
In the late nineteenth century, after the transfer of the Capital from Florence to Rome, the Italian political and cultural world was caught up in an important debate regarding the planning of Rome. The chief protagonist was the Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAR), established on 23 January 1890, following an initiative by the architect Giovanni Battista Giovenale. The paper analyzes the activities of some women related to the context of architecture, restoration
and archaeology: Ersilia Lovatelli, archaeologist; the German art collector Enrichetta Hertz and Countess Maria Ponti Pasolini, all members of the AACAR and the first female university graduates from the Roman Schools of Architecture and Engineering.
una pioniera del design paesaggistico europeo. Tra il 1958 e il 1961, ha progettato il paesaggio che circonda il quartiere Casal Palocco di Roma. Il quartiere, costruito a partire dal 1961 dalla Società Generale Immobiliare tra Roma e il mare, è nato con l'intento di creare una città giardino, basata su alcuni modelli anglosassoni. Tra i progettisti del verde c'era l'architetto
Maria Teresa Parpagliolo Shephard, che ha progettato non solo un originale parco-strada, ma anche gli spazi agli ingressi dei condomini e tutti i giardini privati.
Maria Teresa Parpagliolo was an Italian landscape and garden designer who worked in Italy and
Britain from 1920 until her death. She was a member of the British Landscape Institute and is considered
to have been a pioneer of European landscape design. Between 1958-1961, she planned the
landscape surrounding the Casal Palocco district of Rome. The district, built starting in 1961 by the
Società Generale Immobiliare between Rome and the sea, was born with the intention of creating a
garden city, based on some Anglo-Saxon models. Among the planners of the green was the architect
Maria Teresa Parpagliolo Shephard, who designed not only an original street-park, but also the
spaces at the entrances to the condominiums and all the private gardens.
The paper collects insights and contributions on the development of the cinema buildings in twentieth century; specifically, various works of the twentieth century undertaken by some of the most significant architects of the Modern Movement. The essay analyzes also the current situation and the recent interventions for the recovery, restoration and enhancement of such structures, often subject to tampering, transformations, functional updates that have compromised the architectural
prerogatives.
After the eighteenth-century "excavations" of antiquity conducted with the purpose of enriching the antiques market, the pontificate of Pius VII Chiaramonti is remembered for the first systematic research and restoration in the center of Rome but also for archaeological activities in peripheral area such as Ostia and Porto. These activities were accompanied by articulated protection Laws: the Chirograph of 1802, the Edict of Cardinal Pacca (1820) and its subsequent Regulations (1821).
delle tappe di un percorso più ampio teso a illuminare il ruolo delle donne nella trasformazione degli spazi fisici
e offre l’occasione per costruire una rete di studiose e studiosi sul tema della progettualità femminile in Italia.
Il seminario intende sviluppare un dialogo tra generazioni e discipline diverse al fine di mettere in luce culture e
figure femminili, legate al mondo della progettazione, valorizzando un approccio di genere.
Nel corso del pomeriggio sarà presentato anche l’esito del primo ‘censimento’ degli studi in corso, in Italia e
all’estero, sui seguenti temi:
_ il lavoro di progettiste italiane nei campi dell’architettura e dell’urbanistica, del paesaggio e dell’ingegneria;
_ le tematiche di genere legate al progetto di trasformazione degli spazi fisici.
Il contributo analizza i diversi “paesaggi” del sistema costiero ostiense inteso come punto di forza dell’area geografica considerata; in tale contesto, il territorio è percepito come una risorsa, visto come un insieme di elementi sedimentati nel tempo. La costa ostiennse è ricca di insediamenti antichi, medievali e moderni e di testimonianze che rappresentano un archivio eccezionale per quanto riguarda la ricostruzione delle principali fasi che hanno caratterizzato la storia, l’ambiente umano e naturale, nel tempo. Sulla base dei dati archeologici e storici, nonché della documentazione iconografica e fotografica, la ricerca mira a ricostruire i vari momenti che descrivono l’evoluzione degli insediamenti, evidenziandone le fasi più significative; viene, inoltre, considerata la relazione con i cambiamenti geomorfologici che influenzano, significativamente, le diverse attività umane.
Per una comprensione corretta dell’area archeologica di Ostia Antica occorre tenere presente che alcuni interventi di restauro, attuati dall’Unità d’Italia in poi, hanno fortemente condizionato, seppure non sempre negativamente, l’immagine delle rovine. Partendo dai provvedimenti di tutela di Pio VII e dalle successive imprese di Pio IX, il contributo ripercorrere le tappe dei ‘restauri’ ostiensi che hanno definito un sito fortemente caratterizzato da un ‘genius loci’ unico e irripetibile che ha influenzato, nella prima metà del Novecento, non solo gli studi archeologici ma anche il contesto architettonico, culturale e politico. Tra i protagonisti, Guido Calza, nel 1922, chiarisce l’importanza archeologica di Ostia con le seguenti parole: “quando io sono andato ad Ostia dieci anni fa erano scavate due o tre case in tutto e sebbene fossero già notevoli le differenze con la domus pompeiana non si era pensato [che] si potesse studiare il tipo fino ad allora ignoto di una nuova casa latina” . Una chiave di lettura questa che si propone, attraverso l’analisi dei documenti conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma e il rilievo di alcuni caseggiati abitativi che hanno influenzato un vero e proprio movimento architettonico, di definire una visione critica, oltre che approfondita, degli scavi archeologici nel passaggio tra i due secoli.
The paper traces the history of a number of monastic complexes of the Benedictine Order in the Roman area; these are true urban 'systems' which, although today in an extremely fragmented and altered context, nevertheless still make it possible to identify not only the dynamics of settlement but also the mechanisms of control exercised both within the city and in the extra-urban territory. The vicissitudes of two churches in the Trastevere district are analyzed: S. Benedetto in Piscinula and S. Cecilia. Also, the sector between Rome and the mouth of the Tiber, a territorial sphere defined by two consular routes, the Via Ostiense and the Via Portuense, which run along the river, along whose banks the estates of the Roman Benedictines are located, connoted not only by productive functions but also by a strategic position of control and management of water and land routes.
The paper analyzes a seventeenth-century floor piece from the demolished church of S. Urbano ai Pantani found in one of the rooms of the Museum of Rome in Via dei Cerchi, now the offices of the Municipality of Rome. It is a floor, in “vasole, and mandole, and squares of black and white and Carrara bardiglio” (Virgilio Spada, Francesco Borromini) from the basilica of S. Giovanni in Laterano commissioned by Innocent X (1644-1655) after the Jubilee of 1650 (A. Roca De Amicis 1998). The pavement was, then, dismantled and reassembled in S. Urbano, which would be, then, demolished in 1932; to follow, the floor recovered by Antonio Muñoz was reused in the spaces of the Museum of Rome. Forgotten, the marble cladding is traced, in the rooms of the Municipality of Rome, by the author of the contribution that traces its historical and constructive events.
In the transitional years between the two centuries, the nineteenth and twentieth centuries, Rome, especially after the Unification of Italy and the transfer of the Capitale from Florence, is characterized by a fervent intellectual vitality often urged and sustained also by some significant female figures working in architecture, town planning, archaeology and restoration through their gradual process of participation in the cultural world. With this in mind, sodalities such as the National Association for Women, in Rome, in 1897, Italy's first women's organization; the National Women's Union in Milan, in 1899; and, in 1903, the National Council of Italian Women, an adherent of the International Women's Council . A phase of great social and cultural transfor¬mation that becomes an opportunity to express ideas, aspirations, dreams. But already a few years earlier we find some women protagonists in Roman associations, particularly in the Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAR), an association that played a fundamental role in the construction of the city. It was a group of educated, emancipated women, committed to the process of civil, political, social and cultural evolution, with a very wide range of interests, charismatic figures engaged in the concretization of important ideas and goals, aimed at improving the living conditions of women, solving the great problems of the time but, above all, culturally elevating those living on the margins, in the countryside and in the large cities undergoing transformation.
The research is part of a study on the architecture of theaters and places of entertainment, to deepen transformations and developments between the nineteenth and twentieth century, in Italy and internationally. The study deepens contexts, needs and experiences that have determined, between nineteenth and twentieth centuries, a radical and significant formal and technical revolution in the field of theatrical representation and related architectural spaces. The themes dealt with are different: from the evolution of the nineteenth-century European theaters, in their social, political and architectural events, to the twentieth-century innovations that often involved changes in the systems-technological systems; from the insertion of new functions linked to an unprecedented expression of art, such as the cinema. Attention was also paid to issues concerning the restoration and enhancement of Italian historical theaters. The paper analyzes also the current situation and the recent interventions for the recovery, restoration and enhancement of such structures for the representation, often subject to tampering, transformations, functional updates that have compromised the specific testimonial and expressive prerogatives. Today many of these structures, now deprived of their original function, have lost the urban and public role of reference that characterized them; now fallen and, often, subject of endless litigation, these are demolished or denied, and, at best, altered as exclusive consumer products linked to casual market needs. The contribution, which is based on the deepening of current knowledge on the subject, intends to look more closely at the subject, which takes account of the complexity of aspects related to the functional transformation and adaptation of these structures. Verify the current case studies of use that, from a first survey, seems to move between operations of restoration, adaptation, re-use, modification and innovation. Through some Italian and international experiences, we want to present some exemplary cases that well exemplify the different problems related to the updating of these structures.
L’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAr) viene fondata il 23 gennaio 1890 dall’architetto Giovanni Battista Giovenale e un gruppo di soci fondatori, tutti legati al mondo dell’architettura, dell’arte e della letteratura, amanti dei monumenti, riuniti per un unico obiettivo: seguire le vicende post-unitarie della Capitale attraverso un’intensa attività propositiva e di controllo delle molteplici iniziative che caratterizzano la vita culturale di fine Ottocento.
Il saggio analizza i ‘paesaggi diversi’ del sistema costiero nel territorio laziale, percepiti come risorsa, visti come un insieme di elementi sedimentati nel tempo. La ricerca proposta intende approfondire, attraverso alcune fasi successive, il processo di antropizzazione delle aree costiere. Questo insieme comprende complessi diversi da salvaguardare con un programma di tutela, basato su una progettazione unitaria in grado di comprendere i ‘diversi’ sistemi del territorio – ambientale, paesaggistico, architettonico – ormai strettamente correlati tra loro nel determinare le caratteristiche e la qualità dell’assetto attuale. Per la loro fruizione sostenibile è necessario un processo di conoscenza e lettura capace di ricollegare i diversi luoghi e i diversi elementi per fondare sulla Storia le azioni del presente, evidenziandone connessioni e istanze storico-artistiche, in alcuni casi di difficile lettura. Il saggio analizza il sistema difensivo del litorale laziale, lungo la fascia costiera del Mar Tirreno, lungo l’area pontificia. Di primaria importanza è il sistema difensivo storico, caratterizzato da un insieme compatto di torri costiere, che per secoli – dal IX al XVIII secolo – ha costituito la difesa dalle incursioni provenienti dal mare. Queste architetture, smantellate nella seconda metà dell’Ottocento, rappresentano ancora oggi importanti vicende storiche, architettoniche e costruttive. Infatti, lungo il litorale laziale, da Nord a Sud, si contano circa 30 torri: alcune ancora integre altre in stato di rudere.
L'articolo analizza le attività di alcune donne legate al contesto dell'architettura, del restauro e dell'archeologia: Ersilia Lovatelli, archeologa; la collezionista d'arte tedesca Enrichetta Hertz e la contessa Maria Ponti Pasolini, tutte socie dell'AACAR e prime laureate universitarie delle Facoltà di Architettura e Ingegneria romane.
In the late nineteenth century, after the transfer of the Capital from Florence to Rome, the Italian political and cultural world was caught up in an important debate regarding the planning of Rome. The chief protagonist was the Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAR), established on 23 January 1890, following an initiative by the architect Giovanni Battista Giovenale. The paper analyzes the activities of some women related to the context of architecture, restoration
and archaeology: Ersilia Lovatelli, archaeologist; the German art collector Enrichetta Hertz and Countess Maria Ponti Pasolini, all members of the AACAR and the first female university graduates from the Roman Schools of Architecture and Engineering.
una pioniera del design paesaggistico europeo. Tra il 1958 e il 1961, ha progettato il paesaggio che circonda il quartiere Casal Palocco di Roma. Il quartiere, costruito a partire dal 1961 dalla Società Generale Immobiliare tra Roma e il mare, è nato con l'intento di creare una città giardino, basata su alcuni modelli anglosassoni. Tra i progettisti del verde c'era l'architetto
Maria Teresa Parpagliolo Shephard, che ha progettato non solo un originale parco-strada, ma anche gli spazi agli ingressi dei condomini e tutti i giardini privati.
Maria Teresa Parpagliolo was an Italian landscape and garden designer who worked in Italy and
Britain from 1920 until her death. She was a member of the British Landscape Institute and is considered
to have been a pioneer of European landscape design. Between 1958-1961, she planned the
landscape surrounding the Casal Palocco district of Rome. The district, built starting in 1961 by the
Società Generale Immobiliare between Rome and the sea, was born with the intention of creating a
garden city, based on some Anglo-Saxon models. Among the planners of the green was the architect
Maria Teresa Parpagliolo Shephard, who designed not only an original street-park, but also the
spaces at the entrances to the condominiums and all the private gardens.
The paper collects insights and contributions on the development of the cinema buildings in twentieth century; specifically, various works of the twentieth century undertaken by some of the most significant architects of the Modern Movement. The essay analyzes also the current situation and the recent interventions for the recovery, restoration and enhancement of such structures, often subject to tampering, transformations, functional updates that have compromised the architectural
prerogatives.
After the eighteenth-century "excavations" of antiquity conducted with the purpose of enriching the antiques market, the pontificate of Pius VII Chiaramonti is remembered for the first systematic research and restoration in the center of Rome but also for archaeological activities in peripheral area such as Ostia and Porto. These activities were accompanied by articulated protection Laws: the Chirograph of 1802, the Edict of Cardinal Pacca (1820) and its subsequent Regulations (1821).
delle tappe di un percorso più ampio teso a illuminare il ruolo delle donne nella trasformazione degli spazi fisici
e offre l’occasione per costruire una rete di studiose e studiosi sul tema della progettualità femminile in Italia.
Il seminario intende sviluppare un dialogo tra generazioni e discipline diverse al fine di mettere in luce culture e
figure femminili, legate al mondo della progettazione, valorizzando un approccio di genere.
Nel corso del pomeriggio sarà presentato anche l’esito del primo ‘censimento’ degli studi in corso, in Italia e
all’estero, sui seguenti temi:
_ il lavoro di progettiste italiane nei campi dell’architettura e dell’urbanistica, del paesaggio e dell’ingegneria;
_ le tematiche di genere legate al progetto di trasformazione degli spazi fisici.
Il contributo analizza i diversi “paesaggi” del sistema costiero ostiense inteso come punto di forza dell’area geografica considerata; in tale contesto, il territorio è percepito come una risorsa, visto come un insieme di elementi sedimentati nel tempo. La costa ostiennse è ricca di insediamenti antichi, medievali e moderni e di testimonianze che rappresentano un archivio eccezionale per quanto riguarda la ricostruzione delle principali fasi che hanno caratterizzato la storia, l’ambiente umano e naturale, nel tempo. Sulla base dei dati archeologici e storici, nonché della documentazione iconografica e fotografica, la ricerca mira a ricostruire i vari momenti che descrivono l’evoluzione degli insediamenti, evidenziandone le fasi più significative; viene, inoltre, considerata la relazione con i cambiamenti geomorfologici che influenzano, significativamente, le diverse attività umane.
Per una comprensione corretta dell’area archeologica di Ostia Antica occorre tenere presente che alcuni interventi di restauro, attuati dall’Unità d’Italia in poi, hanno fortemente condizionato, seppure non sempre negativamente, l’immagine delle rovine. Partendo dai provvedimenti di tutela di Pio VII e dalle successive imprese di Pio IX, il contributo ripercorrere le tappe dei ‘restauri’ ostiensi che hanno definito un sito fortemente caratterizzato da un ‘genius loci’ unico e irripetibile che ha influenzato, nella prima metà del Novecento, non solo gli studi archeologici ma anche il contesto architettonico, culturale e politico. Tra i protagonisti, Guido Calza, nel 1922, chiarisce l’importanza archeologica di Ostia con le seguenti parole: “quando io sono andato ad Ostia dieci anni fa erano scavate due o tre case in tutto e sebbene fossero già notevoli le differenze con la domus pompeiana non si era pensato [che] si potesse studiare il tipo fino ad allora ignoto di una nuova casa latina” . Una chiave di lettura questa che si propone, attraverso l’analisi dei documenti conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma e il rilievo di alcuni caseggiati abitativi che hanno influenzato un vero e proprio movimento architettonico, di definire una visione critica, oltre che approfondita, degli scavi archeologici nel passaggio tra i due secoli.
The paper traces the history of a number of monastic complexes of the Benedictine Order in the Roman area; these are true urban 'systems' which, although today in an extremely fragmented and altered context, nevertheless still make it possible to identify not only the dynamics of settlement but also the mechanisms of control exercised both within the city and in the extra-urban territory. The vicissitudes of two churches in the Trastevere district are analyzed: S. Benedetto in Piscinula and S. Cecilia. Also, the sector between Rome and the mouth of the Tiber, a territorial sphere defined by two consular routes, the Via Ostiense and the Via Portuense, which run along the river, along whose banks the estates of the Roman Benedictines are located, connoted not only by productive functions but also by a strategic position of control and management of water and land routes.
The paper analyzes a seventeenth-century floor piece from the demolished church of S. Urbano ai Pantani found in one of the rooms of the Museum of Rome in Via dei Cerchi, now the offices of the Municipality of Rome. It is a floor, in “vasole, and mandole, and squares of black and white and Carrara bardiglio” (Virgilio Spada, Francesco Borromini) from the basilica of S. Giovanni in Laterano commissioned by Innocent X (1644-1655) after the Jubilee of 1650 (A. Roca De Amicis 1998). The pavement was, then, dismantled and reassembled in S. Urbano, which would be, then, demolished in 1932; to follow, the floor recovered by Antonio Muñoz was reused in the spaces of the Museum of Rome. Forgotten, the marble cladding is traced, in the rooms of the Municipality of Rome, by the author of the contribution that traces its historical and constructive events.
In the transitional years between the two centuries, the nineteenth and twentieth centuries, Rome, especially after the Unification of Italy and the transfer of the Capitale from Florence, is characterized by a fervent intellectual vitality often urged and sustained also by some significant female figures working in architecture, town planning, archaeology and restoration through their gradual process of participation in the cultural world. With this in mind, sodalities such as the National Association for Women, in Rome, in 1897, Italy's first women's organization; the National Women's Union in Milan, in 1899; and, in 1903, the National Council of Italian Women, an adherent of the International Women's Council . A phase of great social and cultural transfor¬mation that becomes an opportunity to express ideas, aspirations, dreams. But already a few years earlier we find some women protagonists in Roman associations, particularly in the Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAR), an association that played a fundamental role in the construction of the city. It was a group of educated, emancipated women, committed to the process of civil, political, social and cultural evolution, with a very wide range of interests, charismatic figures engaged in the concretization of important ideas and goals, aimed at improving the living conditions of women, solving the great problems of the time but, above all, culturally elevating those living on the margins, in the countryside and in the large cities undergoing transformation.
The research is part of a study on the architecture of theaters and places of entertainment, to deepen transformations and developments between the nineteenth and twentieth century, in Italy and internationally. The study deepens contexts, needs and experiences that have determined, between nineteenth and twentieth centuries, a radical and significant formal and technical revolution in the field of theatrical representation and related architectural spaces. The themes dealt with are different: from the evolution of the nineteenth-century European theaters, in their social, political and architectural events, to the twentieth-century innovations that often involved changes in the systems-technological systems; from the insertion of new functions linked to an unprecedented expression of art, such as the cinema. Attention was also paid to issues concerning the restoration and enhancement of Italian historical theaters. The paper analyzes also the current situation and the recent interventions for the recovery, restoration and enhancement of such structures for the representation, often subject to tampering, transformations, functional updates that have compromised the specific testimonial and expressive prerogatives. Today many of these structures, now deprived of their original function, have lost the urban and public role of reference that characterized them; now fallen and, often, subject of endless litigation, these are demolished or denied, and, at best, altered as exclusive consumer products linked to casual market needs. The contribution, which is based on the deepening of current knowledge on the subject, intends to look more closely at the subject, which takes account of the complexity of aspects related to the functional transformation and adaptation of these structures. Verify the current case studies of use that, from a first survey, seems to move between operations of restoration, adaptation, re-use, modification and innovation. Through some Italian and international experiences, we want to present some exemplary cases that well exemplify the different problems related to the updating of these structures.
L’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura (AACAr) viene fondata il 23 gennaio 1890 dall’architetto Giovanni Battista Giovenale e un gruppo di soci fondatori, tutti legati al mondo dell’architettura, dell’arte e della letteratura, amanti dei monumenti, riuniti per un unico obiettivo: seguire le vicende post-unitarie della Capitale attraverso un’intensa attività propositiva e di controllo delle molteplici iniziative che caratterizzano la vita culturale di fine Ottocento.
Some recent proposals, in fact, which have aroused dissatisfaction among the insiders, have brought interest to this issue, however, already widely discussed and investigated since the seventies of the twentieth century. These are mostly interventions that, although performed on individual architectural episodes, inevitably alter, with their presence, that chromatic relationship that is established over time, between building and context, introducing elements of "dissonance" that soon become examples to be emulated. These are repeated and arbitrary renewals, often based on manual indications and far from the disciplinary field of conservation and restoration, which tend to remove the "wrinkles" of time, which aim to completely rebuild the built, canceling out any trace of the past. To this we can also associate the many restorations supported only by the pedestrian repetition of presumed original colors, or likewise those colorings that seem to ignore the lexicon of architectural orders. These complex experiences should be supported by a prior recognition of the values that define the work (historical, aesthetic, material, environmental, etc.); values can be identified only through a methodological and cognitive process - based on the deepening of stratigraphic successions, urban transformations and direct and indirect investigations - able to direct and guide the chromatic intervention in its fundamental articulations. Values sometimes completely ignored in the name of a 'cherished' exploitation guided solely by economic and material needs. In essence, the failure to recognize these peculiarities puts into practice an attitude that is harmful to architecture; in these cases, we can no longer speak of optimization of values, but only of the production of dis-values which inevitably lead to the aesthetic, historical and material mortification of the architecture of our cities.
The book collects insights and contributions on the development and transformation of theatrical buildings between the nineteenth and twentieth century; it is a passing moment in which the European theatrical activity has brought about profound changes in the architectural design of these buildings. The problems related to the setting up of new cinema halls are also tackled; specifically, various works by some of the most interesting architects of the Modern are studied, including Sergio Musmeci, Giorgio Calza Bini, Adalberto Libera and Riccardo Morandi. The book analyze also the current situation and the recent interventions for the recovery, restoration and enhancement of such structures for the representation, often subject to tampering, transformations, functional updates that have compromised the specific testimonial and expressive prerogatives.
A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta è un uomo politico a sollevare l’argomento sia alla Camera dei Deputati sia nell’Assemblea capitolina: il medico e uomo di cultura Guido Baccelli (1830-1916) il quale diventa promotore di un ambizioso programma rivolto alla salvaguardia delle memorie storiche della Capitale, nel legame che queste hanno sviluppato con le aree e con il contesto vegetale in cui si trovano.
Si tratta di uno degli ultimi brani della città compreso tra il colle Celio e Aventino che ancora conserva un aspetto campestre distinto da rovine, vigne e ville che deve essere difeso dalla speculazione edilizia per diventare un vasto parco urbano con grandi viali alberati.
Nel dibattito emergono alcuni personaggi dell’epoca, tra questi gli archeologi Giacomo Boni, direttore del Foro Romano, e Rodolfo Lanciani, membro della Commissione Reale, e alcuni soci dell’Associazione Artistica fra i Cultori dell’Architettura come Gustavo Giovannoni e Maria Pasolini Ponti.
La sistemazione dell’area, iniziata nel 1887, con la legge n. 4730, viene avviata solo nel 1909, continuata durante il conflitto mondiale e definitivamente conclusa, il 22 aprile 1917 con la consegna al Ministero della Pubblica Istruzione e al Comune di Roma.
This paper analyzes the long and difficult events of the realization of the archaeological Promenade in Rome; with the proclamation of the Unification of Italy, indeed, starts an heated debate about the conservation and enhancement of the ancient remains of the Capital.
Since the second half of the eighties is a politician to raise the argument in the Chamber of Deputies and in the Municipality: doctor and man of culture Guido Baccelli (1830-1916) who becomes a promoter of an ambitious program for the preservation of historical memories of the capital, the bond that they have developed with the areas and with the plant environment in which they are located.
It is one of the last areas of the city between the Celio and the Aventine hills that still preserves a rural aspect with ruins, vineyards and villas that must be defended from speculation to become an urban park with large avenues.
During the debate there are some personalities of the time, including archaeologists as Giacomo Boni, director of the Roman Forum, and Rodolfo Lanciani, member of the Royal Commission, and some members of the Artistic Association (between) including Academics of Architecture like Gustavo Giovannoni and Maria Pasolini Ponti.
The planning of the resettlement work of this archaeological site, which began in 1887, with the law n. 4730, starts only in 1909, continued during the World War and finally completed in 22 April 1917 with delivery to the Ministry of Education and the Municipality of Rome.
Occasione questa per indagare le dinamiche culturali e architettoniche novecentesche oltre che l’operatività di altri protagonisti in ambito italiano ed europeo.
Pierre Vago (Budapest, 1910 - Noisy-sur-Ecole, 2002 è stato architetto, urbanista, critico dell’architettura; egli viene, altresì, ricordato per la sua figura di ‘attivista politico’ in àmbito architettonico, fautore d’importanti istituzioni, come l’Unione Internazionale degli Architetti, e fondatore, con André Bloc, della rivista “L’Architecture d’Aujourd’hui”.
L’incontro intende analizzare il pensiero e i progetti di Vago soprattutto attraverso il materiale inedito conservato presso il suo archivio personale, confluito nel Centre d’Archives d’Architecture du XXe siècle Citè de l’Architecture et du Patrimoine-Institut Français d’Architecture, e gli ulteriori riferimenti archivistici conservati presso il Service Départemental de l’Architecture et du Patrimoine francese.
Il volume, che comprende contributi di studiosi nazionali e internazionali, sviluppa diverse tematiche tutte all'interno del filone di ricerca sull'architettura teatrale e gli spazi destinati alla rappresentazione, compresi i cinematografi. Particolare attenzione è riservata agli ambiti del restauro e della valorizzazione di questo ingente patrimonio architettonico e culturale, sia teatri sia cinema, oggi compromesso da motivazioni economiche e leggi di mercato che ne determinano continue trasformazioni d'uso.
Nel libro vengono affrontati argomenti differenti: dall’evoluzione dei teatri europei dell’Ottocento, nelle loro manifestazioni sociali, politiche e architettoniche, alle innovazioni novecentesche che spesso hanno comportato la modifica dei sistemi impiantistico-tecnologici; dall’inserimento di nuove funzioni legate a un’inedita espressione d’arte e rappresentazione, vale a dire il cinematografo, alla sperimentazione costruttiva degli anni Cinquanta del Novecento caratterizzata da alcuni dei protagonisti del Movimento Moderno, quali Sergio Musmeci, Giorgio Calza Bini, Riccardo Morandi.
Dopo i saluti istituzionali affidati alla preside della Facoltà di Architettura, Anna Maria Giovenale, e al direttore di Dipartimento, Carlo Bianchini, il volume sarà presentato dall'architetto Roberto Veneziani, da Francesco Giambrone, sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, e da Onofrio Cutaia, direttore generale della Direzione Spettacolo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Coordinerà l'evento la professoressa Renata Picone dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II". All'incontro saranno presenti gli autori.