Davide Angelucci
Davide Angelucci ha conseguito la laurea triennale in Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico e la laurea magistrale in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Roma Tre, rispettivamente nel 2008 e nel 2011, occupandosi di Arte Medievale, con particolare attenzione ai contesti pittorici dei luoghi di culto, di cicli pittorici parietali e di pittura votiva.
Dopo un anno di lavoro presso il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno per progetti di promozione del patrimonio storico-artistico nell’ambito del Servizio Civile Nazionale è tornato a occuparsi di ricerca con una borsa di studio dell’Università di Roma Tre per conseguire un dottorato di ricerca nel 2017 in Storia e Conservazione dell’Oggetto d’Arte e di Architettura con un progetto di studio del patrimonio pittorico medievale della diocesi di Terracina-Sezze-Priverno tra la fine dell’XI e il XIV secolo. Negli anni ha collaborato a più riprese con la cattedra di Storia dell’Arte Medievale della stessa università e partecipato a convegni della disciplina.
Parallelamente agli studi accademici si è formato in diversi campi affini, conseguendo l’abilitazione di guida turistica e l’abilitazione all’insegnamento della Storia dell’Arte presso le scuole secondarie di secondo grado. Ha seguito corsi di formazione per la promozione turistica territoriale e conseguito certificazioni di lingua inglese e di sicurezza informatica. Ha lavorato come storico dell’arte catalogatore dei beni mobili della diocesi di Anagni-Alatri per la CEI.
Dal 2012 ha visto nascere e crescere l’associazione culturale Artesìa che si occupa di promozione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, archeologico e museale di Roma e del basso Lazio.
Dal 2006 collabora a più livelli con la direzione del Museo della Cattedrale di Anagni, per la quale si è occupato dell’allestimento della collezione permanente, di eventi e aperture straordinarie, di mostre temporanee, della formazione dei tirocinanti universitari, di contatti istituzionali e con i fornitori, del servizio di visite guidate interne e, insieme con la dott.ssa Claudia Coladarci, della pubblicazione di un libro che si presenta come la nuova e completa guida storico-artistica del Museo.
Dall'anno scolastico 2019-2020 ha la cattedra di Storia dell'Arte presso il Liceo Classico "Dante Alighieri" di Latina.
Supervisors: Giulia Bordi and Antonella Ballardini
Dopo un anno di lavoro presso il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'Interno per progetti di promozione del patrimonio storico-artistico nell’ambito del Servizio Civile Nazionale è tornato a occuparsi di ricerca con una borsa di studio dell’Università di Roma Tre per conseguire un dottorato di ricerca nel 2017 in Storia e Conservazione dell’Oggetto d’Arte e di Architettura con un progetto di studio del patrimonio pittorico medievale della diocesi di Terracina-Sezze-Priverno tra la fine dell’XI e il XIV secolo. Negli anni ha collaborato a più riprese con la cattedra di Storia dell’Arte Medievale della stessa università e partecipato a convegni della disciplina.
Parallelamente agli studi accademici si è formato in diversi campi affini, conseguendo l’abilitazione di guida turistica e l’abilitazione all’insegnamento della Storia dell’Arte presso le scuole secondarie di secondo grado. Ha seguito corsi di formazione per la promozione turistica territoriale e conseguito certificazioni di lingua inglese e di sicurezza informatica. Ha lavorato come storico dell’arte catalogatore dei beni mobili della diocesi di Anagni-Alatri per la CEI.
Dal 2012 ha visto nascere e crescere l’associazione culturale Artesìa che si occupa di promozione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, archeologico e museale di Roma e del basso Lazio.
Dal 2006 collabora a più livelli con la direzione del Museo della Cattedrale di Anagni, per la quale si è occupato dell’allestimento della collezione permanente, di eventi e aperture straordinarie, di mostre temporanee, della formazione dei tirocinanti universitari, di contatti istituzionali e con i fornitori, del servizio di visite guidate interne e, insieme con la dott.ssa Claudia Coladarci, della pubblicazione di un libro che si presenta come la nuova e completa guida storico-artistica del Museo.
Dall'anno scolastico 2019-2020 ha la cattedra di Storia dell'Arte presso il Liceo Classico "Dante Alighieri" di Latina.
Supervisors: Giulia Bordi and Antonella Ballardini
less
InterestsView All (13)
Uploads
Books by Davide Angelucci
informazioni chiare e fruibili al grande pubblico. Il volume va così ad aggiornare una bibliografia di guide locali ormai datata e che non tiene conto del nuovo allestimento, delle nuove collezioni messe in mostra, delle più recenti scoperte e dei restauri in corso o appena conclusi.
Un posto d’onore ha la celebre Cripta di San Magno, con il suo prezioso ciclo di pittura murale medievale unico al mondo. Tutte le pitture sono state spiegate passo passo, anche con l’ausilio di citazioni dalla Bibbia per consentire al lettore di comprendere al meglio le scene e i personaggi che animano questa cappella. Il libro è stato volutamente dotato di un ricco apparato fotografico, che comprende anche foto scattate con l’ausilio del drone o di ambienti solitamente inaccessibili.
Papers by Davide Angelucci
This article aims to re-examine the frescoes in the Selvascura hermitage in Bassiano both from an iconographic and stylistic point of view. In the past, the paintings aroused some attention from local connoisseurs, but they collected a barely timid interest in critical publications.
The carried-out research revealed the existence of a link between the iconographic choices made in the cave paintings and the Greek theological literature, especially the Heavenly Ladder of St. John Climacus, known by the Spiritual Franciscans thanks to the translations by Angelo Clareno.
Therefore, it is possible to suggest a new iconological interpretation of the frescoes on the right side of the cave and to overcome the traditional approach that considered the decoration as a mere juxtaposition of votive panels. Furthermore, a painting inspired by one of the apologues told by
Barlaam to the Indian prince Josaphat has been identified and it can be added to the small list of monumental works with this theme.
Finally, an accurate analysis of the stylistic features allows to date back the paintings to the period between the end of the 13th and the beginning of the 14th century and to recognize the style of an unknown artist very close to the Magister Conxolus’s lesson.
There are some Roman structures, the so-called Baths of Neptune, few meters from the famous Pesco Montano passage, very close to both the Port and via Appia, on the town boundaries. They are still visible on the ground floor of the Salvini’s Villa, partly reused in the Middle Ages as chapel and infirmary of a Leper hospital dedicated to St Mary Magdalene. The primary known reference concerning the leprosarium must be the mention in Odda Mancarella’s will (1236), where there’s no indication on the belonging of the hospital. Secondly, there’s evidence that the management of the leprosarium was in the care of a begging friars’ order, probably Franciscans. Moreover, in the mid 14th century the management appeared neither continuous nor uniform, but by turns, with administrators belonging to both the secular and the regular clergy; among these, in 1349 the Cistercians of Fossanova are highlighted as the first monastic order certainly linked to our leprosarium. In 1353 the leprosarium became relevant, since it went under the protection of Pope Innocent VI. Further records are in the late 14th century, with the involvement of the Magdalene complex in the events regarding the Western Schism. The architectural ensemble is composed by a barrel-vaulted room, the chapel, and two large vaulted rooms, the infirmary, previously used as a cistern for the rainwater collection. Actually only the wall-paintings, in bad conditions of conservation, testify the use as a sacred space of these rooms between 12th and 14th centuries. A careful survey of wall-paintings still visible in the chapel allowed to identify: on the northern wall a picture with Christ, or Virgin Mary, on the throne among male and female saints and an anonymous female donor, on the eastern wall a cycle of St Marina/Margaret of Antioch and a votive panel with three female saints. This is the most ancient wall-painted decoration preserved in a Medieval Leper hospital in Italy and Europe, dated to the last quarter of the 12th century. An accurate review of the paintings allowed us to examine in detail some unpublished elements that permitted us to redefine stylistic and iconographic aspects and, therefore, a chronological overview.
The medieval portico of Terracina cathedral, whose dating ranges between the 12th and 13th century according to the various proposals promoted by art historians in recent decades, has been the subject of numerous publications. Various interpretative hypotheses have been advanced in the investigations on the figures and the symbolic elements, leading critics to propose an exegesis in an eschatological-apocalyptic key in which the Salvation of man is achieved through the defense of the Church and fighting the forces of evil. This paper intends both to offer new elements of reflection on some iconography of the preserved mosaic and to re-examine the question concerning the portion of the lost mosaic that was on the left lintel. In light of the discovery of an unpublished 18th-century document in the archive of the chapter of Sezze cathedral, it is now possible toclarify the iconographic subject of the lost mosaic definitively, as well as retrace the causes and the moment of its loss.
Fenestella by Davide Angelucci
informazioni chiare e fruibili al grande pubblico. Il volume va così ad aggiornare una bibliografia di guide locali ormai datata e che non tiene conto del nuovo allestimento, delle nuove collezioni messe in mostra, delle più recenti scoperte e dei restauri in corso o appena conclusi.
Un posto d’onore ha la celebre Cripta di San Magno, con il suo prezioso ciclo di pittura murale medievale unico al mondo. Tutte le pitture sono state spiegate passo passo, anche con l’ausilio di citazioni dalla Bibbia per consentire al lettore di comprendere al meglio le scene e i personaggi che animano questa cappella. Il libro è stato volutamente dotato di un ricco apparato fotografico, che comprende anche foto scattate con l’ausilio del drone o di ambienti solitamente inaccessibili.
This article aims to re-examine the frescoes in the Selvascura hermitage in Bassiano both from an iconographic and stylistic point of view. In the past, the paintings aroused some attention from local connoisseurs, but they collected a barely timid interest in critical publications.
The carried-out research revealed the existence of a link between the iconographic choices made in the cave paintings and the Greek theological literature, especially the Heavenly Ladder of St. John Climacus, known by the Spiritual Franciscans thanks to the translations by Angelo Clareno.
Therefore, it is possible to suggest a new iconological interpretation of the frescoes on the right side of the cave and to overcome the traditional approach that considered the decoration as a mere juxtaposition of votive panels. Furthermore, a painting inspired by one of the apologues told by
Barlaam to the Indian prince Josaphat has been identified and it can be added to the small list of monumental works with this theme.
Finally, an accurate analysis of the stylistic features allows to date back the paintings to the period between the end of the 13th and the beginning of the 14th century and to recognize the style of an unknown artist very close to the Magister Conxolus’s lesson.
There are some Roman structures, the so-called Baths of Neptune, few meters from the famous Pesco Montano passage, very close to both the Port and via Appia, on the town boundaries. They are still visible on the ground floor of the Salvini’s Villa, partly reused in the Middle Ages as chapel and infirmary of a Leper hospital dedicated to St Mary Magdalene. The primary known reference concerning the leprosarium must be the mention in Odda Mancarella’s will (1236), where there’s no indication on the belonging of the hospital. Secondly, there’s evidence that the management of the leprosarium was in the care of a begging friars’ order, probably Franciscans. Moreover, in the mid 14th century the management appeared neither continuous nor uniform, but by turns, with administrators belonging to both the secular and the regular clergy; among these, in 1349 the Cistercians of Fossanova are highlighted as the first monastic order certainly linked to our leprosarium. In 1353 the leprosarium became relevant, since it went under the protection of Pope Innocent VI. Further records are in the late 14th century, with the involvement of the Magdalene complex in the events regarding the Western Schism. The architectural ensemble is composed by a barrel-vaulted room, the chapel, and two large vaulted rooms, the infirmary, previously used as a cistern for the rainwater collection. Actually only the wall-paintings, in bad conditions of conservation, testify the use as a sacred space of these rooms between 12th and 14th centuries. A careful survey of wall-paintings still visible in the chapel allowed to identify: on the northern wall a picture with Christ, or Virgin Mary, on the throne among male and female saints and an anonymous female donor, on the eastern wall a cycle of St Marina/Margaret of Antioch and a votive panel with three female saints. This is the most ancient wall-painted decoration preserved in a Medieval Leper hospital in Italy and Europe, dated to the last quarter of the 12th century. An accurate review of the paintings allowed us to examine in detail some unpublished elements that permitted us to redefine stylistic and iconographic aspects and, therefore, a chronological overview.
The medieval portico of Terracina cathedral, whose dating ranges between the 12th and 13th century according to the various proposals promoted by art historians in recent decades, has been the subject of numerous publications. Various interpretative hypotheses have been advanced in the investigations on the figures and the symbolic elements, leading critics to propose an exegesis in an eschatological-apocalyptic key in which the Salvation of man is achieved through the defense of the Church and fighting the forces of evil. This paper intends both to offer new elements of reflection on some iconography of the preserved mosaic and to re-examine the question concerning the portion of the lost mosaic that was on the left lintel. In light of the discovery of an unpublished 18th-century document in the archive of the chapter of Sezze cathedral, it is now possible toclarify the iconographic subject of the lost mosaic definitively, as well as retrace the causes and the moment of its loss.