Giovanni Carrosio
Sociologist of territory and environment, I am concerned with energy transition, environmental issues and rural development and territorial cohesion. In particular: I have dealt with the social aspects of the energy transition, in the urban and rural areas, with housing retrofits, biofuels, integration of renewables into farms and local energy communities; I have been dealing with biodiversity, sustainability, environmental justice and social enterprise for the environment with particular attention to fragile areas; Development of marginal areas and territorial cohesion policies, deepening the relationship between migrants and welfare in marginal contexts and the place-based approach to development.
Sociologo dell’ambiente e del territorio, mi occupo di transizione energetica, di questioni ambientali e di sviluppo rurale e coesione territoriale. In particolare: ho approfondito gli aspetti sociali della transizione energetica, in ambito urbano e rurale, occupandomi di retrofit delle abitazioni, di biocarburanti, di integrazione delle rinnovabili nelle aziende agricole e di comunità energetiche locali; mi sono occupato di biodiversità, sostenibilità, giustizia ambientale e impresa sociale per l’ambiente con particolare attenzione alle aree fragili; di sviluppo delle aree marginali e politiche di coesione territoriale, approfondendo la relazione tra migranti e welfare in contesti marginali e l’approccio place-based allo sviluppo.
Sociologo dell’ambiente e del territorio, mi occupo di transizione energetica, di questioni ambientali e di sviluppo rurale e coesione territoriale. In particolare: ho approfondito gli aspetti sociali della transizione energetica, in ambito urbano e rurale, occupandomi di retrofit delle abitazioni, di biocarburanti, di integrazione delle rinnovabili nelle aziende agricole e di comunità energetiche locali; mi sono occupato di biodiversità, sostenibilità, giustizia ambientale e impresa sociale per l’ambiente con particolare attenzione alle aree fragili; di sviluppo delle aree marginali e politiche di coesione territoriale, approfondendo la relazione tra migranti e welfare in contesti marginali e l’approccio place-based allo sviluppo.
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Books by Giovanni Carrosio
l’incarico all’Università degli Studi di Trieste di effettuare uno studio
su un’ipotesi di “Città metropolitana di Trieste”.
Il primo passo è stata la ricognizione degli ambiti disciplinari e
delle competenze utili per analizzare il tema. Sono stati individuati
quattro ambiti che indicheremo come:
• Ambito urbanistico-territoriale
• Ambito economico-trasportistico
• Ambito socio-politico
• Ambito giuridico-legislativo
Pur non essendo esaustivo, ciascuno di questi ambiti ha un sicuro
rilievo nel definire e valutare l’impatto che la costituzione della
città metropolitana potrebbe avere rispetto all’assetto territoriale,
economico, sociale e amministrativo esistente.
Si è quindi formato un ampio gruppo di ricerca proveniente da
studiosi appartenenti a quattro diversi Dipartimenti: il Dipartimento
di Ingegneria e Architettura, il Dipartimento di Scienze Economiche,
Aziendali, Matematiche e Statistiche, il Dipartimento di Scienze
Politiche e Sociali e il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del
Linguaggio, dell`Interpretazione e della Traduzione. Per il Dipartimento
di Ingegneria e Architettura hanno partecipato Paola Di
Biagi, Alessandra Marin, Claudia Marcon e Igor Ciuffarin; per il
Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e
Statistiche Romeo Danielis, Lucia Rotaris; per il Dipartimento di
Scienze Politiche e Sociali Giorgio Osti, Giovanni Carrosio e Marco
Cesa; e per il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio,
dell`Interpretazione e della Traduzione Paolo Giangaspero,
Alessia Ottavia Cozzi, Pietro Faraguna e Federico Gambini.
La provenienza multidisciplinare del gruppo di ricerca ha permesso
di evidenziare le specificità di ciascuna disciplina nell’affrontare
il tema oggetto di studio e di metterle a confronto, facendole interagire,
nel caso specifico dell’ipotesi della Città Metropolitana di
Trieste.
Articles by Giovanni Carrosio
schools in which the levels of education and teacher quality are equivalent to those guaranteed in larger urban centres, hospitals capable of guaranteeing essential health services (first aid; emergency; birthing;
transfusions) or adequate internal and external mobility systems, the
question of constitutionality and right to full citizenship constituents arise on one hand; while on the other, a vicious circle of marginality is triggered, in which demographic haemorrhage follows a process of continual reduction of these services, precluding the usefulness of any sort of development intervention. Starting from this assumption, the public policy National Strategy for Inner Areas works to guarantee the inner citizenship rights as a pre-condition to foster economic development. The article illustrates the welfare question in the Italian inner peripheries, analyzing the theory and methods of intervention of the public policy.
Watersheds have always been an object of study for the marked unequal distribution of environmental bads between upstream and downstream areas. The Po valley is an exemplary case: within the alternation of sources of pollution and artificial and natural purification systems, there are many polluters and many territories that serve as downstream collectors. In the article we will discuss the conflict over water pollution between the Po Delta and the city of Milan, which has developed through the civil justice system. The conflict was solved before the end of the legal trials, when the city of Milan introduced important purification systems. However, such dispute was followed by other environmental and judicial issues. Production and disposal of sewage sludge from the urban waste water treatment provoked a respacialization of environmental injustice. Once again, pollution - this time in the form of sludge - is disposed of in fragile areas, which, unlike the Polesine, are within the Lombardia region.
L’analisi compiuta si basa sui dati del censimento degli impianti a biogas realizzato nell’ambito del progetto di ricerca PRIN 2008LY7BJJ_002, che consentono di capire l’evoluzione del settore in modo diacronico, mettendo in luce localizzazione degli impianti, potenza elettrica installata, matrici agricole utilizzate nel processo di digestione anaerobica. Ad una analisi di tipo quantitativo, si è aggiunta l’individuazione di una serie di studi di caso rappresentativi della varietà dei modelli organizzativi adottati per la produzione agroenergetica e sono state effettuate diciotto interviste a testimoni qualificati: agricoltori, tecnici, progettisti, agronomi. Le interviste, in particolare, hanno permesso di comprendere le varie sfaccettature dei tipi di pressione esistenti in un campo organizzativo popolato da una vastità di figure professionali.
In sede di conclusione di ipotizza come, a partire da una revisione dei sistemi di incentivazione, sarebbe possibile contrastare le pressioni che hanno portato il campo organizzativo verso un isomorfismo inefficiente, favorendo la diversificazione degli impianti, dei modi di approvvigionamento, degli utilizzi e delle destinazioni del biogas e dell’energia prodotta da esso.
The article discusses the general aspects of the energy retrofit of existing buildings, highlighting how the incentive policies and technology paths have produced a vicious circle, which hinders the spread of energy retrofits. The first part focuses on the international literature and identifies some useful dimensions useful to the reconstruction of the state of the art in Italy; the second part analyzes the national policies, the mechanisms that minimize effects and the reasons for the absence of medium to large scale energy retrofit cases in Italian cities; the third part deals with the issue from the point of view of technology paths, highlighting some of the difficult aspects of consolidation of the energy retrofit organizational field and the ongoing uncertainty around the efficiency and savings devices. In the conclusions some indications for policy are provided, highlighting how urban policies invest more on energy efficiency than energy saving, debunking incentive systems adopted on a national scale.
Negli ultimi anni, assistiamo ad una riemersione dell’interesse delle scienze sociali per le questioni energetiche. L’articolo traccia lo stato dell’arte degli studi sociologici sull’energia ed è strutturato in due parti: nella prima si ripercorrono le principali tappe del rapporto tra sociologia ed energia, individuando le fasi storiche nelle quali si sono addensati la maggior parte degli studi e le tipologie di approcci utilizzati; nella seconda parte verranno individuate le principali tematiche affrontate dalla sociologia contemporanea, mettendo in luce come anche in Italia esista una tradizione recente di studi sull’energia. Infine, verranno individuate le principali questioni attorno alle quali è possibile sviluppare la ricerca, con particolare attenzione al rapporto tra energia e potere.
It is difficult to establish a virtuous circle: even if the role of institutions is active in promoting projects for the revitalization of local micro-economies.
A second narrative emphasize cases of people who have
chosen an opposite migration project: leave the cities to settle in remote areas. The paper focuses on a case study, the neo-rural network in the Borbera and Curone Valleys (North Italy). The reconstruction of their experience and the analysis of the their social networks allow us to focus on the dynamics of marginal areas, identifying alternatives scenarios. It is necessary, therefore, to reverse the perspective, highlighting the signs of a change.
l’incarico all’Università degli Studi di Trieste di effettuare uno studio
su un’ipotesi di “Città metropolitana di Trieste”.
Il primo passo è stata la ricognizione degli ambiti disciplinari e
delle competenze utili per analizzare il tema. Sono stati individuati
quattro ambiti che indicheremo come:
• Ambito urbanistico-territoriale
• Ambito economico-trasportistico
• Ambito socio-politico
• Ambito giuridico-legislativo
Pur non essendo esaustivo, ciascuno di questi ambiti ha un sicuro
rilievo nel definire e valutare l’impatto che la costituzione della
città metropolitana potrebbe avere rispetto all’assetto territoriale,
economico, sociale e amministrativo esistente.
Si è quindi formato un ampio gruppo di ricerca proveniente da
studiosi appartenenti a quattro diversi Dipartimenti: il Dipartimento
di Ingegneria e Architettura, il Dipartimento di Scienze Economiche,
Aziendali, Matematiche e Statistiche, il Dipartimento di Scienze
Politiche e Sociali e il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del
Linguaggio, dell`Interpretazione e della Traduzione. Per il Dipartimento
di Ingegneria e Architettura hanno partecipato Paola Di
Biagi, Alessandra Marin, Claudia Marcon e Igor Ciuffarin; per il
Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e
Statistiche Romeo Danielis, Lucia Rotaris; per il Dipartimento di
Scienze Politiche e Sociali Giorgio Osti, Giovanni Carrosio e Marco
Cesa; e per il Dipartimento di Scienze Giuridiche, del Linguaggio,
dell`Interpretazione e della Traduzione Paolo Giangaspero,
Alessia Ottavia Cozzi, Pietro Faraguna e Federico Gambini.
La provenienza multidisciplinare del gruppo di ricerca ha permesso
di evidenziare le specificità di ciascuna disciplina nell’affrontare
il tema oggetto di studio e di metterle a confronto, facendole interagire,
nel caso specifico dell’ipotesi della Città Metropolitana di
Trieste.
schools in which the levels of education and teacher quality are equivalent to those guaranteed in larger urban centres, hospitals capable of guaranteeing essential health services (first aid; emergency; birthing;
transfusions) or adequate internal and external mobility systems, the
question of constitutionality and right to full citizenship constituents arise on one hand; while on the other, a vicious circle of marginality is triggered, in which demographic haemorrhage follows a process of continual reduction of these services, precluding the usefulness of any sort of development intervention. Starting from this assumption, the public policy National Strategy for Inner Areas works to guarantee the inner citizenship rights as a pre-condition to foster economic development. The article illustrates the welfare question in the Italian inner peripheries, analyzing the theory and methods of intervention of the public policy.
Watersheds have always been an object of study for the marked unequal distribution of environmental bads between upstream and downstream areas. The Po valley is an exemplary case: within the alternation of sources of pollution and artificial and natural purification systems, there are many polluters and many territories that serve as downstream collectors. In the article we will discuss the conflict over water pollution between the Po Delta and the city of Milan, which has developed through the civil justice system. The conflict was solved before the end of the legal trials, when the city of Milan introduced important purification systems. However, such dispute was followed by other environmental and judicial issues. Production and disposal of sewage sludge from the urban waste water treatment provoked a respacialization of environmental injustice. Once again, pollution - this time in the form of sludge - is disposed of in fragile areas, which, unlike the Polesine, are within the Lombardia region.
L’analisi compiuta si basa sui dati del censimento degli impianti a biogas realizzato nell’ambito del progetto di ricerca PRIN 2008LY7BJJ_002, che consentono di capire l’evoluzione del settore in modo diacronico, mettendo in luce localizzazione degli impianti, potenza elettrica installata, matrici agricole utilizzate nel processo di digestione anaerobica. Ad una analisi di tipo quantitativo, si è aggiunta l’individuazione di una serie di studi di caso rappresentativi della varietà dei modelli organizzativi adottati per la produzione agroenergetica e sono state effettuate diciotto interviste a testimoni qualificati: agricoltori, tecnici, progettisti, agronomi. Le interviste, in particolare, hanno permesso di comprendere le varie sfaccettature dei tipi di pressione esistenti in un campo organizzativo popolato da una vastità di figure professionali.
In sede di conclusione di ipotizza come, a partire da una revisione dei sistemi di incentivazione, sarebbe possibile contrastare le pressioni che hanno portato il campo organizzativo verso un isomorfismo inefficiente, favorendo la diversificazione degli impianti, dei modi di approvvigionamento, degli utilizzi e delle destinazioni del biogas e dell’energia prodotta da esso.
The article discusses the general aspects of the energy retrofit of existing buildings, highlighting how the incentive policies and technology paths have produced a vicious circle, which hinders the spread of energy retrofits. The first part focuses on the international literature and identifies some useful dimensions useful to the reconstruction of the state of the art in Italy; the second part analyzes the national policies, the mechanisms that minimize effects and the reasons for the absence of medium to large scale energy retrofit cases in Italian cities; the third part deals with the issue from the point of view of technology paths, highlighting some of the difficult aspects of consolidation of the energy retrofit organizational field and the ongoing uncertainty around the efficiency and savings devices. In the conclusions some indications for policy are provided, highlighting how urban policies invest more on energy efficiency than energy saving, debunking incentive systems adopted on a national scale.
Negli ultimi anni, assistiamo ad una riemersione dell’interesse delle scienze sociali per le questioni energetiche. L’articolo traccia lo stato dell’arte degli studi sociologici sull’energia ed è strutturato in due parti: nella prima si ripercorrono le principali tappe del rapporto tra sociologia ed energia, individuando le fasi storiche nelle quali si sono addensati la maggior parte degli studi e le tipologie di approcci utilizzati; nella seconda parte verranno individuate le principali tematiche affrontate dalla sociologia contemporanea, mettendo in luce come anche in Italia esista una tradizione recente di studi sull’energia. Infine, verranno individuate le principali questioni attorno alle quali è possibile sviluppare la ricerca, con particolare attenzione al rapporto tra energia e potere.
It is difficult to establish a virtuous circle: even if the role of institutions is active in promoting projects for the revitalization of local micro-economies.
A second narrative emphasize cases of people who have
chosen an opposite migration project: leave the cities to settle in remote areas. The paper focuses on a case study, the neo-rural network in the Borbera and Curone Valleys (North Italy). The reconstruction of their experience and the analysis of the their social networks allow us to focus on the dynamics of marginal areas, identifying alternatives scenarios. It is necessary, therefore, to reverse the perspective, highlighting the signs of a change.
Although now many policies at Community and national level push for energy upgrading the existing housing stock, the sector continues to be sluggish. On closer inspection, in the Italian cities the energy efficiency strategies focus more on the side of the production of thermal energy. The utilities are adopting district heating to streamline its heat production and distribution systems. This strategy, supported by the local government, seems to be functional to consolidate the existing techno-institutional regime, where energy production is produced by fossil fuels and waste. District heating is a device capable of improving energy efficiency of thermal power plants and incinerators, thanks to the exploitation of waste heat of power plants. The paper aims to investigate the expansion of district heating networks, starting from a research hypothesis: that the strategy of the utilities to invest heavily district heating is an obstacle to large-scale deployment of energy saving measures. District heating seems to create an effect of technological lock-in with respect to the ability to implement energy retrofit interventions.
Risulta difficile, in queste condizioni, ristabilire un circolo virtuoso: gli interventi volti alla rivitalizzazione delle microeconomie locali si scontrano con risorse umane rarefatte o addirittura assenti.
In un processo di deterioramento della struttura socio – economica così marcato, il sistema dei servizi locali perde le proprie soglie di economicità e diviene sempre più difficile garantire alla popolazione il minimo dei servizi essenziali per consentire una residenzialità sul territorio senza forti disagi. Tra l’altro, l’elevata presenza di famiglie con un solo componente, per lo più composte da persone anziane, e la bassa densità abitativa, con la dispersione degli abitanti in piccoli nuclei non contigui, rendono problematica la ricerca di forme di solidarietà e di mutuo aiuto per far fronte alla carenza dei servizi pubblici.
Anche la residenzialità intermittente, quella praticata da persone che nell’area marginale possiedono una seconda casa, diventa problematica. È sufficiente il venir meno della manutenzione alla rete viaria interna per far sì che quei nuclei abitati ormai soltanto pochi giorni all’anno diventino inaccessibili.
Molti studiosi ritengono che nella transizione al post-fordismo anche le aree rurali siano investite da processi di diversificazione e di rifunzionalizzazione (Basile e Cecchi, 2001). In epoca fordista, la campagna era esclusivamente dedita alla produzione di beni primari, mentre oggi le vengono attribuite nuove funzioni (l’erogazione di servizi di tipo ricreativo, culturale, turistico, ecologico).
In questo processo le aree marginali potrebbero continuare il percorso segnato dalla ulteriore spinta modernizzatrice, fino al punto di diventare aree pressoché deantropizzate, finalizzate alla conservazione e riproduzione delle risorse ambientali (Gubert, 1989).
Tuttavia alcuni osservatori sono convinti che un territorio lasciato a se stesso, senza più interventi umani volti a contenere i dissesti causati da eventi naturali, generi effetti controproducenti, sia in termini di conservazione del patrimonio ambientale che in termini economici. Il Cresme (2000), infatti, ha quantificato in 400 milioni di euro la spesa annuale derivante dai danni riferibili all’abbandono ed alla conseguente scarsa tutela e gestione del territorio. Diversi istituti agrari e centri di ricerca, inoltre, hanno denunciato la continua erosione di biodiversità derivante dall’esaurirsi dell’attività agricola in territori nei quali si è conservato, fino all’abbandono, uno straordinario patrimonio varietale.
Per individuare degli scenari differenti da quelli prospettati da chi sostiene sia inevitabile un lento ed inesorabile esaurirsi della presenza umana nei territori marginali, non possiamo eludere dall’analisi i casi di controtendenza. Anche se pochi e sporadici, essi rappresentano le possibili alternative al destino ecologico.
scaturite dalla società civile italiana. L’attenzione a tale campo
d’indagine è motivata dall’esigenza di valutare la sostenibilità ambientale
e economica di una transizione verso modelli a basso contenuto di
carbonio, dato che i consumi di energia fossile, tuttora prevalenti, sono
ritenuti a ragione la causa principale del cambiamento climatico. L’analisi è stata condotta con alcuni strumenti microsociologici, nonostante appaia evidente come la questione energetica sia largamente dominata da strategie ed equilibri politico-economici di livello mondiale.
L’applicazione dell’analisi ecologica verrà effettuata attraverso la rappresentazione cartografica. Grazie ad una serie di mappe tematiche, si individueranno le aree della penisola nelle quali la presenza immigrata è più o meno significativa. A partire dalla rappresentazione, si otterrà un quadro attraverso il quale comprendere la logica di localizzazione degli immigrati nell’Italia minore ed una serie di aree omogenee per livello di presenza immigrata, composte da più comuni contigui territorialmente.
Di queste aree si fornirà un quadro generale, provando a quantificare la presenza immigrata in base alla provenienza ed alla storicità dei flussi. Le eventuali concentrazioni territoriali per etnia in aree caratterizzate da una popolazione autoctona relativamente anziana, come i comuni dell’Italia minore, possono fare supporre la presenza di economie di enclave, e pertanto di modelli di integrazione basati sui principi della successione ecologica (Aldrich et al, 1985).
Sarà cura verificarlo a partire dalle informazioni acquisite.
Infine, si proveranno a formulare ipotesi relative alla pluralità dei modelli territoriali di impiego del lavoro immigrato nell’Italia minore, sulla scorta dei lavori già presenti per le aree metropolitane e dell’industria diffusa (Ambrosini, 2011).
analysis: the relationship between energy and society, with different
contributions from several European scholars. e articles cover a series
of topics concerning energy policies, risk communication, and sustainable
development. e increasingly complex social organization emerging
from the energy shifts of the last two centuries, incorporates an increasing
quantity of expert knowledge.
Quite paradoxically, when the expert systems seem to be realizing the dream
of total control on the uncertainty of the events, any occasional accident
reveals to be a check for them contributes to undermining their credibility.
Following the idea of a post-democratic turn, this kind of mistrust can
be considered a different face of political elites and politics in general,
in the frame of a radical change concerning political culture in the last
several decades. is change is clear in areas such as risk communication,
governance, and energy policies.
- i settori che hanno un immediato legame con in capitale naturale: agricoltura, pesca,
gestione delle foreste e dell’acqua. Questi settori hanno un impatto significativo sull’economia e costituiscono la base per la produzione primaria;
- i settori così detti della Brown Economy: trasporti, energia, produzione industriale. Questi
settori hanno davanti a sé importanti prospettive: efficientamento e risparmio di risorse possono diventare gli elementi sui quali costruire una nuova crescita e il rilancio
dell’occupazione. L’efficienza nell’utilizzo delle risorse ed il risparmio di energia possono
avere molte applicazione settoriali: esse riguardano, ad esempio, la manifattura, il settore edilizio, il ciclo dei rifiuti.
Nel nostro caso, la ricerca si limita al settore energetico, in tutte le sue declinazioni. Produzione di energia da fonti rinnovabili, risparmio ed efficienza. L’energia è un bisogno trasversale, e rimanda ad un altro modo di guardare la Green Economy. Seguendo, cioè, un approccio trasversale, individuando nella questione energetica un elemento che coinvolge tutti i settori produttivi nonché i consumi finali. Il tema del risparmio, in particolare, verrà affrontato approfondendo, tramite
interviste agli attori locali, il tema del green building. In un territorio come il Polesine, l’utilizzo residenziale dell’energia ha un peso importante e prospetta interessanti prospettive per quanto riguarda interventi di risparmio e di efficientamento nell’utilizzo delle risorse.