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Sin dal suo primo apparire nel VI millennio a. c. la scrittura s'intreccia alla linea grafica, al disegno: nei registri contabili dei sumeri screziati di pittogrammi, nei segni cuneiformi degli assiri, nei sacri geroglifici degli egiziani, nelle prime tavolette incise dagli scribi babilonesi. Sulla pietra, sull'argilla, sul papiro. A questi primi segni, allusivi di un messaggio sincretico e stilizzato, dal II millennio a. c. i cinesi aggiungono nei loro ideogrammi la chiave per la trasmissione del suono che diviene trait d'union tra il segno linguistico e il segno grafico. Il suono libera la parola dal suo rigido involucro semantico, il significato, e la fa vivere autonoma, rendendola con espressione del poeta Osip Mandel'štam "carne sonora e parlante". 1 Per illustrare il mio tema non percorrerò tutta la storia della scrittura dai primi segni alla nascita dell'alfabeto e al suo differenziarsi presso i diversi popoli. Mi interessava solo ricordarne l'origine per investigare l'intreccio di parola e disegno nei manoscritti degli scrittori russi, studiarne le interrelazioni, il reciproco contributo alla composizione della pagina. Parola e disegno sono modi di rappresentazione in parte antitetici, divergenti: la parola s'interpreta sul paramentro acustico, il disegno sul parametro ottico. La parola appena pronunciata muore, ma può rinascere infinite volte, per morirne altrettante. Il disegno si propone in termini spaziali, come qualcosa che permane: una cornice che circoscrive, una linea ondulata, un taglio che seziona lo spazio. La percezione acustica si realizza secondo una progressione regolata e continua, la percezione ottica non ha un percorso obbligato: posso leggere un quadro o un disegno, partendo da qualsiasi punto. Interpretando insieme parola e disegno come un unico documento visivo (pur senza trascurare il fattore melodico, il suono della parola), fondo la dimensione prevalentemente temporale dello scritto-la successione lineare delle parole, il loro distendersi orizzontale nella riga nera dello scritto-con la dimensione prevalentemente spaziale del disegno, nei cui contorni s'insedia il tratto iconico. La straordinaria ampiezza del tema-quando ti ci inoltri, scopri che non esiste scrittore che non abbia disegnato-ma anche la varietà di espressione grafica degli scrittori mi inducono a restringere la mia analisi ai disegni degli scrittori inseriti nei manoscritti, cioè a quei testi, in cui ad un messaggio linguistico autonomo e completo si accompagna un messaggio iconico (a matita, a inchiostro di china, a carboncino), dove la comunicazione figurale si aggiunge al 1 O. Mandel'štam, O prirode slova, in Sobranie sočinenij, pod red. G. B. Struve e N. A.
Quando l’Arte lascia il segno. Collezioni grafiche del Museo Civico di Pordenone, 2023
Elephant&Castle, 2021
Dall'autoritratto all'autocoscienza: la scrittura del riconoscimento di Carla Lonzi SILVIA CUCCHI Pontormo, lo schermo e la trasparenza. Diari d'artista nell'era digitale SAMUELE FIORAVANTI Flavio Favelli, piegare il tempo con l'arte e la parola RICCARDO DONATI
L’Ospedale di Vigevano. Storia e Arte, a cura di L. Giordano, Società Storica Vigevanese, Vigevano 2005, pp. 144-175, 2005
L a quadreria dell'Ospedale comprende numerose opere raccolte o commissionate nei secoli dagli istituti di carità cittadini. Nei due locali adiacenti alla sala del Consiglio dell'ospedale novecentesco è stato allestito, in tempi recenti, uno spazio espositivo nel quale è confluita la maggior parte dei pezzi conservati, a cominciare dalle opere antiche pervenute alla raccolta dai tre Ospedali riuniti, dalle opere pie e tramite lasciti testamentari. Fu infatti pratica non inconsueta presso i notabili vigevanesi nominare come eredi universali l'Ospedale e le opere pie; i testamenti dimostrano come spesso questi enti abbiano incamerato, insieme agli arredi dell'abitazione privata del benefattore, anche i dipinti, che entravano così a far parte delle raccolte dell'ospedale 1 . Nella quadreria sono esposti inoltre i ritratti dei benefattori 2 , commissionati a più riprese dal Consiglio di amministrazione, e alcuni pezzi di arredamento provenienti dai vari istituti di carità.Tra questi è degno di nota uno stipo in legno d'ebano, della metà del XVIII secolo, proveniente dall'orfanotrofio Merula. I ritratti ottocenteschi senza dubbio costituiscono il nucleo più consistente della collezione nella sua forma attuale. A partire dalla prima metà del XIX secolo furono infatti intrapresi diversi programmi di commemorazione dei filantropi vigevanesi che avevano beneficato l'Ospedale; essi vennero attuati mediante la realizzazione di ritratti dipinti a tutta figura, busti marmorei da collocare nell'ospedale settecentesco e tondi realizzati a olio su supporto povero, ovvero su carta. Solo nel 1860 la Commissione amministratrice espresse la necessità di rinnovare organicamente la quadreria elaborando un programma sistematico volto a rendere omaggio ai benefattori e ai fondatori in base al loro lascito e al ruolo da essi rivestito all'interno dell'istituzione ospedaliera. La ricerca di razionalizzazione e unitarietà che si espresse nel 1860 rispondeva probabilmente a scopi organizzativi e utilitaristici: di fatto era consuetudine, almeno dal XVIII secolo, ritrarre i benefattori ed esporre le loro effigi sulla facciata dello stabilimento destinatario dei loro lasciti nel giorno del Corpus Domini 3 . La tradizione del ritratto celebrativo proseguì anche nel Novecento, quando l'opera di commemorazione venne affidata ad artisti vigevanesi della nuova generazione formatasi presso l'Accademia di Brera grazie alle borse di studio istituite, a partire dal 1872, da Domenico Pisani e dal pittore Giovanni Battista Garberini, la cui gestione era affidata proprio alla Commissione amministratrice dell'ospedale ed istituti annessi. Il modello a cui si ispira la galleria dei benefattori vigevanesi è sicuramente quello della Cà Granda di Milano, che tuttavia se ne distanzia per numero di ritratti eseguiti e per qualità dei singoli dipinti. Nell'ambito del programma celebrativo, l'eccezione è rappresentata dai ritratti scolpiti, per i quali l'Ospedale vigevanese si rivolse a tre famosi scultori milanesi orbitanti intorno all'Accademia di Brera e attivi presso i più importanti cantieri della città. Per i dipinti invece la Commissione amministratrice predilesse maestranze locali di capacità certo più modeste, ma sicu-1 ASOC, Opera pia Deomini, 3/19, Inventario delle sostanze cadenti nell'eredità del Signor Cavalier ed Avvocato Vincenzo Deomini rogato Girolamo Biffignandi 1896. 24. Giugno e successive.
Rivista Internazionale di Studi Leopardiani, 2020
Archivi, arte, storia a Bologna. Per Mario Fanti, 2023
Il libro delle immagini, 2020
Il libro delle immagini di Bianco-Valente Postmedia Books 2020 208 pagine ISBN 9788874902620 "Meme, selfie, gif, loghi, icone: in questo libro non troverete nulla di tutto ciò. Solo immagini. Immagini immaginate, immaginarie, immaginifiche." dalla prefazione di Brunella Velardi. Con testi di Monica Carocci, Emilia Giorgi, Manuel Orazi, Lisa Parola, Vincenzo Tenore, Pietro Gaglianò, Claudia Losi, Stefano Coletto, Aurora Fonda, Giovanni Innella, Roberta Valtorta, Lorenzo Madaro, Silvia Bordini, Massimiliano Tonelli, Vincenzo Estremo, Andrea Canziani, Daria Filardo, Fuani Marino, Sasvati Santamaria, Florian Hüttner, Marco Izzolino, Elena Magini, Guglielmo Finazzer, Maria Rosa Sossai, Costanza Meli, Maria De Vivo, Roberto Pinto, Emanuela Barbi, Nicola Ciancio, Alfredo Cramerotti, Antonello Tolve, Carlo Vanoni, Marco Senaldi, Agata Polizzi, Cecilia Guida, Giovanni Viceconte, Teresa Macrì, Lelio Aiello, Pino Corrias, Emanuela De Cecco, Ciro Discepolo, Elisabetta De Luca, Martinelli/Venezia, Massimo Mattioli, Francesco De Grandi, Marina De Chiara, Francesco Lauretta, Eugenio Tibaldi, Serena Carbone, Jota Castro, Angelo Bellobono, Carmela Cammarata, Luigi Pagliarini, Ernesto Luciano Francalanci, Elena Giulia Rossi, Matteo Innocenti, Riccardo Caldura, Driant Zeneli, Alessandro Castiglioni, Giuseppe Giacoia, Daniela Comani, Maria Carmen Morese, Gennaro Bencivenga, Laura Barreca, Stefania Crobe, Anna Mazza, Roberto Lacarbonara, Tiziana Terranova, Serena Fineschi, Maria Teresa Annarumma, Marcello Smarrelli, Giancarlo Norese, Pasquale Campanella, Fabio Landolfo, Andreas Schlüter, Maurizio Braucci, Gabi Scardi, Adriana Rispoli, Marco Enrico Giacomelli, Giulia Grechi, Valeria Bottalico, Gianni Romano, Nicolas Martino, Marco Petroni.
La presente ricerca si pone l'obiettivo di tracciare l'esistenza di un autore amatoriale.
Revista AJAYU
Quando il lusso diviene colore: i marmi delle Terme Erculee di Milano, 2019
Revista Scientific, 2017
Bailey, D.W., Tringham, R.E., Bass, J., Hamilton, M., Neumann, H., Stevanović, M., Angelova, I. and Raduncheva, A. 1998. Journal of Field Archaeology 25(4): 373-96., 1998
2012
IJFMR Volume 6, Issue 4, July-August 2024. DOI 10.36948/ijfmr.2024.v06i04.26562
Türkiyat Mecmuası, 2019
Journal of Research in Nursing, 2018
2016
Journal of South American Earth Sciences, 2016
Academia Biology, 2023
Journal of Materials Chemistry B, 2015
Revista Encontros Teológicos, 39(2)., 2024