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2015, Psichiatria e Psicoterapia Culturale
È un grande onore per me darvi il benvenuto al simposio speciale pre-congresso: Culture, spirituality & psychopathology: Integrating clinical and theoretical perspectives, frutto dell'organizzazione congiunta delle associazioni World Association of Cultural Psychiatry (WACP) e Royal Society of Medicine (RSM). In quanto studiosi di Scienze Umanistiche siamo consapevoli di confrontarci con un compito straordinario quando si tratta di comprendere come il sentire spirituale dell'uomo confluisca nelle principali religioni esistenti. Lo sviluppo di questo ambito di studi è di innegabile importanza. Non è un caso infatti che al Terzo Congresso Mondiale di Psichiatria Culturale sia pervenuto un così largo numero di articoli sulla relazione che intercorre tra spiritualità e cultura, tanto da spingere il comitato scientifico ad organizzare una giornata pre-congressuale, per una più attenta analisi delle questioni teoriche sollevate.
Incontri di psicoeducazione sul modello della Logoterapia di V. Frankl, per pazienti oncologici, portatori di malattie croniche e degenerative, e dei loro famigliari, care-givers.
Frammenti di filosofia contemporanea, Limina Mentis, 2015
Studia Patavina, 2015
Kultur, Religion und Psychotherapie, hg. von Mario Schlegel und Nicola Gianinazzi
2020
parlare di psicoanalisi e religione significa affrontare un argomento che presenta perlomeno quattro diversi aspetti tra loro intercorrelati ma che tuttavia è opportuno trattare separatamente. Si tratta del rapporto che la psicoanalisi può avere, rispettivamente: a) con la fede; b) con le "visioni del mondo" (weltanshauung) ebraica e cristiana; c) con il "sacro" e, infine, d) con l'esegesi e la teologia. A tutto ciò va aggiunto il discorso della psicopatologia legata a particolari modi di vivere la religiosità. Non ci si dilungherà più di tanto su quest'ultimo punto. Com'è noto esso costituisce, nella storia della psicoanalisi, la base di partenza delle ricerche psicoanalitiche sulla religione e la posizione di Freud a questo riguardo è esplicitata chiaramente in un suo scritto del 1907 in cui le pratiche rituali di carattere religioso sono assimilate ai cerimoniali tipici della nevrosi ossessiva. L'idea di Freud era che la religione potesse considerarsi una sorta di nevrosi ossessiva dell'umanità e, ancora più precisamente, che la nevrosi ossessiva stessa fosse una specie di religione privata del nevrotico. Il ruolo giocato dal senso di colpa è, a questo riguardo, cruciale. Naturalmente una simile posizione teorica è stata considerata logicamente collegata all'ateismo di Freud. Rimandando a quanto ho già scritto su questo nel quarto capitolo del mio "Psicoanalisi e cultura" (Edizioni Armando) e ricordando che quanto svilupperò qui di seguito è frutto del lavoro che ha portato alla redazione, oltre che di altri capitoli di quel mio stesso libro, anche e soprattutto del mio precedente saggio di psicoanalisi e religione "Nel nome del Padre e di Edipo" (Edizioni Armando), affronterò perciò qui di seguito per prima la questione del rapporto tra la psicoanalisi e la fede. Passerò quindi a considerare, nell'ordine, i rapporti della psicoanalisi con le "visioni del mondo" (weltanshauung) ebraica e cristiana; con il "sacro" e, quindi, con l'esegesi e la teologia. Alcune considerazioni conclusive sull'ermeneutica e il "pensiero debole" chiuderanno il presente intervento. 2. Psicoanalisi e fede Peter Gay, storico dell'illuminismo oltre che autorevole biografo di Freud, in un suo lavoro dedicato ai rapporti della psicoanalisi con la religione ha sottolineato con enfasi l'inequivocabile ateismo del fondatore della psicoanalisi. In effetti, in una lettera del 1929 al suo amico e discepolo Oskar Pfister, pastore protestante interessato a fondere la psicoanalisi con la "cura d'anime" cui era chiamato dal proprio magistero, Freud sostenne drasticamente che la psicoanalisi si basava "su un'universale concezione scientifica del mondo, con la quale quella religiosa resta incompatibile". In altri contesti aveva tuttavia sostenuto una posizione più morbida. Nel 1909, P P
Le "avvertenze per l'uso" date dal professore Galzigna all'inizio di questo corso non potevano essere più necessarie in una disciplina ancora così oscura come la psichiatria, che si prefigge l'indagine di un universo così vasto e misterioso come è quello della mente umana: "fate il vuoto dentro di voi, è l'unico modo per evitare i pregiudizi che esistono in noi e per conoscere veramente l'altro". Questo perchè la formazione culturale di ciascuna persona è diversa e influisce sul suo essere, ma al tempo stesso, sia che ci rapportiamo con individui appartenenti al nostro gruppo culturale che non, quali criteri autorizzano a definire malattia un comportamento sociale? Infatti, se non intendiamo fare della psichiatria e della scienza in generale, ma in particolare quella curativa, uno strumento di dominio, dobbiamo renderci conto che i sistemi classificatori delle culture sono diversi per contenuti a causa di tutte le confluenti diversità ambientali, climatiche ecc. in cui tali
HAL (Le Centre pour la Communication Scientifique Directe), 2014
Anche se si augurava che un giorno si potessero ricondurre gli eventi mentali ai processi fisico-chimici che ne sono alla base Freud era sostanzialmente un dualista, nel senso che concepiva la mente e il corpo come due entità separate, con la pulsione a fare da intermediario tra loro, come " rappresentante rappresentativo " dei processi regolatori somato-viscerali all'interno della psiche (1915). Non sapeva che il fisicalismo trionfante avrebbe posto un sistema universale di teorie a fondamento di tutte le scienze e ne avrebbe tentato l'unificazione. Grazie alla teoria dell'informazione, alla psicologia cognitiva e alle neuroscienze esso ha elaborato una teoria compiuta della mente, di fronte alla quale la psicoanalisi si trova in una posizione malcerta, che investe le sue stesse fondamenta epistemologiche, in quanto ha finora adottato modelli dell'apparato psichico puramente ipotetici, e dopo Freud non ha più fatto riferimento alle conoscenze scientifiche del suo tempo. Il primo problema che si pone al fisicalismo o materialismo è quale posto attribuire alla mente in un sistema che contempla solo l'esistenza del corpo. Il suo infatti è un sistema monistico, che spiega l'intera realtà in termini di materia, energia, forze, onde e particelle. Secondo Paternoster (2003) le possibili posizioni negazioniste della mente come entità a sé stante sono tre: (i) il riduzionismo, che col " monismo neurale " sostiene che la mente è un epifenomeno dell'attività cerebrale, un prodotto della sua funzione, allo stesso modo in cui un ormone è la secrezione di una ghiandola endocrina (isomorfismo funzionale cervello-mente); tutt'al più, col dual aspect monism, monismo dal duplice aspetto percettivo, ammette che mente e cervello siano fatti della stessa sostanza, che si esprime con due diverse fenomenologie, e gli stati mentali siano stati funzionali del cervello o comunque un altro aspetto della attività cerebrale (ii) l'eliminativismo, secondo cui gli stati mentali sono costrutti teorici di una teoria sbagliata che prima o poi sarà soppiantata dalle neuroscienze (iii) il comportamentismo logico, per il quale gli stati mentali non designano esperienze private, ma disposizioni al comportamento, e la mente è un concetto introdotto per razionalizzare quest'ultimo. In realtà il fisicalismo trova i suoi oppositori anche tra alcuni neuroscienziati e filosofi della mente, soprattutto in quanto esso nega il valore dell'esperienza soggettiva e della descrizione in prima persona, antitetica alla descrizione in terza persona del linguaggio scientifico sperimentale. Gli autori che difendono il dualismo insistono sull'aspetto qualitativo o fenomenico dell'esperienza, che comunque sia è soggettiva e irriducibile. Le aporie del fisicalismo sono la coscienza, il legame mente-corpo (come uno stato mentale, per esempio un'intenzione, possa causare un'azione fisica), i qualia (le raw feel, sensazioni grezze, le unità fondamentali della percezione, definibili solo soggettivamente, gli aspetti qualitativi delle esperienze coscienti, ognuna delle quali ha una sfumatura soggettiva che la rende diversa dalle altre). Esiste un aspetto soggettivo, irriducibile, intraducibile e non riferibile dell'esperienza stessa, in virtù del quale noi umani non potremo mai sapere cosa si prova a vivere nell'universo costruito sugli echi del sonar del pipistrello (Nagel, 1974), o la neuroscienziata Mary, ferratissima sulla neurofisiologia della percezione ma vissuta in un stanza dove tutto è in bianco e nero, rimarrà sempre stupefatta quando uscirà fuori e vedrà per la prima volta i colori (Jackson, 1986). Una posizione fisicalista diversa dal negazionismo è per Chalmers (1996) quella di chi non nega la coscienza, ma intende spiegarla con i metodi del fisicalismo, i quali sono adatti all'indagine di strutture e funzioni puramente fisiche. Tra questi vi sono Crick & Koch (1990), con la loro " teoria neurobiologica della coscienza " , per la quale essa è nothing but a pack of neurons (" nient'altro che una massa di neuroni " , Crick, 1994, p.3). Secondo questa teoria l'oscillazione coerente dei neuroni della corteccia " lega " l'attività dei processori sensoriali per produrre la percezione cosciente, attraverso dei circuiti riverberanti sincronizzati. Le rappresentazioni intero-ed estero-cettive della memoria di lavoro (vedi infra) a livello della corteccia prefrontale laterale scaricano
La consulenza filosofica oggi tra formazione e ricerca, 2023
Journal of informatics education and research, 2024
Not yet published
Frontiers in Psychology, 2023
arXiv (Cornell University), 2021
Monographs in Mediterranean Archaeology, 2023
Urban History 41 (2014) 369-93, 2014
@rqueología y Territorio, 2020
Educational Philosophy and Theory, 2013
Paralelo 31, 2022
International Journal of Ayurveda and Pharma Research, 2021
Jurnal Kesehatan Ibu dan Anak, 2015
Journal of Heart and Lung Transplantation, 2016
The Journal of Physical Chemistry A, 1998
European Heart Journal
International Journal for Research in Applied Science and Engineering Technology