L'attività letteraria nel ghetto- Venezia 1550-1650.

«La Rassegna Mensile di Israel», 2016

Nella presente nota vengono pubblicati due documenti inediti contenenti dati anagrafici relativi alla famiglia del noto banchiere Moshè Cohen Rapa di Mestre, tra il 1482 e il 1519. Nell'ultima registrazione, del feb-braio 1519, viene menzionato, per la prima volta in ambito ebraico, il ter-mine ghet, inteso come il ghetto di Venezia. In base a questa testimonianza, e ad altre fonti coeve, si propone una nuova ipotesi sulla diffusione della parola ghetto presso gli ebrei italiani del Cinquecento, tramite il concetto del tabù linguistico e l'accostamento al lemma giudeo-italiano Chadòlia (Madonna). Storici e linguisti si sono confrontati a lungo discutendo dell'origine del termine ghetto e tuttavia non sono ancora arrivati a una conclusione pie-namente soddisfacente e definitiva. 1 Come è noto, il termine geto o getto è 1 La letteratura sull'argomento è ormai molto ampia. Si segnala in particolare: Emilio Teza, Intorno alla voce ghetto, dubbi da togliere e da risvegliare, «Atti del R.

2012

e il suo tempo, in Dante, Verona e la cultura ebraica, Firenze, Giuntina 2004, pp. 15-41. 4 Appare, a tal proposito, molto significativo il fatto che Yehudà traduca e spieghi in giudeo-italiano alcuni passi della Commedia di Dante: vedili ora in J. B. Sermoneta, Una trascrizione in caratteri ebraici di alcuni brani filosofici della Commedia, in Scripta Romanica et Occidentalia. Melanges de littérature, art et philosophie dediés à Hiram Peri, a c. di M. Lazar, Jerusalem, Magnes Press 1963, pp. 23-42; ma vedi, per la sua azione culturale, S. Denenedetti Stow, Lingua e cultura: Jehudàh romano come "mediatore della comunicazione" nella Roma ebraica medievale, in "Italia Judaica",VI, 1998, pp. 94-105. 19 UMBERTO FORTIS LA VITA QUOTIDIANA NEL GHETTO

È l'interesse a tutto campo per il glorioso passato della Serenissima ad animare il mondo intellettuale ottocentesco allo stesso modo impegnato nel recupero critico del patrimonio storico-culturale-artistico e nel riconoscimento del valore etico della sua conoscenza. Conoscenza del patrimonio che, nella duplice natura teorico-pratica, diventa presupposto imprescindibile per la sua salvaguardia e valorizzazione. In parallelo al dibattito sullo stato del patrimonio -già messo a dura prova dagli sconvolgimenti politici dovuti ai passaggi di diversi governi, francese prima, austriaco poi -viaggia la produzione editoriale che vede autori diversi per formazione e competenza scientifica impegnati non solo nella ricerca fine a se stessa, ma anche, e soprattutto, coinvolti con vari ruoli in attività di tutela e di formazione.

STUDI NOVECENTESCHI, vol. 70; p. 49-68, ISSN: 0303-4615

2003

La "canora cetra" e il "vindice metro" È strale ogni tuo verso, onde trafigi di malvagia perfidia il fianco e il dorso.

3 7 11 Precise informazioni sui prezzi sono scarse. La collezione di opuscoli acquistati da Hernan Colòn, spesso annotata con prezzi e date d'acquisto, sembra suggerire che la tariffa corrente per un opuscolo di quattro pagine in-4° tra il 1510 e il 1520 fosse all'incirca di un quattrino o un terzo di soldo. Vedi KLAUS WAGNER -MANUEL CARRERA, Catalogo dei libri a stampa in lingua italiana della Biblioteca Colombina di Siviglia / Catalogo de los impresos en lengua italiana de la Biblioteca Colombina de Sevilla, Modena, Panini, 1991. L'operaio dell'Arsenale di Venezia meno pagato riceveva all'incirca 20 ducati all'anno, con 124 soldi a ducato, mentre una pagnotta di pane costava due soldi nel 1534 (PAOLA PA-VANINI, Abitazioni popolari e borghesi nella Venezia cinquecentesca, «Studi veneziani », 5, 1981, pp. 63-126). 12 Il ruolo cruciale di fattori come il gesto, l'intonazione e l'accompagnamento musicale nelle esibizioni orali in simili testi conservati solo in forma di opuscoli è sottolineato da GIORGIO RAIMONDO CARDONA, Culture dell'oralità e culture della scrittura, in Letteratura italiana, II, Produzione e consumo, diretta da ALBERTO ASOR ROSA, Torino, Einaudi, 1983, p. 38.

Il ghetto di Venezia

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