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Seminario introduttivo al laboratorio di stereotomia (Dipartimento di Architettura di Palermo, ed. 14, corpo C, 18-30 aprile 2016). Palermo Lunedì 18 aprile 2016 - h9:30 Aula magna del Dipartimento di Architettura.
Score@Poliba La legge della Regione Puglia del 27 ottobre 2009, n. 26 “Tutela e valorizzazione del sistema costruttivo con copertura a volta” pone l’accento sulla necessità di preservare il know how delle maestranze regionali sul tema della costruzione dei tipici sistemi voltati in tufo. Le finalità della legge (Art. 1) sono quelle di conservare le costruzioni tipiche e a volta del territorio pugliese e tutelare le tecniche costruttive tradizionali, riconoscendole come elementi caratterizzanti della cultura della popolazione pugliese. A tale scopo (Art. 2) al fine di tale incentivo, la Regione Puglia promuove progetti formativi per la trasmissione e conservazione delle conoscenze tecniche e applicative necessarie alla realizzazione di tali strutture. All’interno di questo quadro normativo, il presente paper presenta una ricerca sulla progettazione di una serie di edifici paradigmatici concepiti e realizzati secondo l’idea di fondere la tradizione costruttiva della volta a stella leccese all’interno di progetti innovativi di architettura contemporanea.
2008
Il presente articolo si pone come obiettivo una preliminare disamina delle principale tecniche costruttive in pietra adottate nella Toscana medievale nel periodo compreso tra l’VIII ed il XII secolo. Nello specifico l’attenzione viene posta sul periodo altomedievale riguardo al quale, in tempi recenti, sono stati editi contributi relativi a specifici contesti. Inoltre vengono inclusi nell’articolo anche casi parzialmente editi emersi nelle ultimissime indagini archeologiche concentrate nel sud della Toscana. La finalità consiste, quindi, nel riunire tali dati in un quadro generale che possa fornire un’immagine concreta del costruire in pietra ed individuare i differenti areali di produzione. È così delineato un percorso che vede, tra VIII ed inizio X secolo, spiccare Lucca come sede di una scuola di muratori e maestranze specializzate protagonisti della formazione di specifici saperi forse poi importati in territori politicamente soggetti alla stessa Lucca, come quelli posti nella Maremma settentrionale. Al contempo sono esaminati anche i casi di tecniche con diverse caratteristiche rispetto a quelle lucchesi diffuse nel resto della Toscana, frutto della circolazione di altri saperi. Viene poi esaminato l’emergere di Pisa, tra fine X ed XI secolo, come nuovo punto di riferimento nella formazione e sviluppo di rinnovate tecniche la cui circolazione sembra dipendere anche da specifici contesti politici ed economici e i relativi areali di diffusione di questi modi di costruire che preludono ai grandi cambiamenti di piena età romanica.
La roccia (o la "pietra"), nel nostro ambiente è il materiale più facile da reperire in natura.
“Archeologia Medievale”, XXXV, pp.23-38., 2008
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Recensione della I conferenza del 3 Novembre 2014 all'interno del ciclo "Il racconto delle pietre" per ricordare i 950 anni dalla posa della prima pietra della Cattedrale di Pisa.
Le Residenze Sabaude come cantieri di conoscenza. Ricerca storica, materiali e tecniche costruttive , 2005
In queste note si riferisce in maniera sintetica di quelle pietre, in grande prevalenza di provenienza regionale, impiegate nella costruzione e nella decorazione esterna degli edifici piemontesi. Vengono considerati cioè quei materiali che, a differenza delle pietre puramente da decorazione che vengono impiegate negli interni, possono presentare le più varie problematiche nei riguardi della conservazione per il fatto di essere maggiormente esposte agli agenti del degrado
2012
Nel campo applicativo dei lapidei per l’architettura e il design i processi di innovazione tecnologica che si sono susseguiti dagli anni ’20 del Novecento a oggi hanno fornito spunti creativi e strumenti produttivi articolati e complessi ad una fervida cultura progettuale. Se, per il “design litico”, il passaggio dalle arti decorative all’industria all’inizio del XX secolo non significa un superamento totale di una realtà in favore dell’altra, ma un continuo processo di andata e ritorno tra dinamiche ideative ed esecutive sempre compresenti, così anche in apertura del nuovo millennio marmi e pietre assumono configurazioni formali e costruttive che si muovono costantemente tra arte, artigianato e piccola industria; tra produzione manuale, assistita, parzialmente o totalmente automatizzata; tra “artigianato anonimo”, totale controllo autoriale del progetto o creatività di equipe. L’articolo propone un’analisi critica di tale scenario condotta attraverso alcuni casi studio significativi di elementi costruttivi in pietra naturale e ricomposta.
Quando un ambiente naturale è destinato ad essere coltivato la sua presa di possesso conduce a ridisegnare il territorio; si sviluppa così un'architettura che nasce dalla terra, con materiali da questa direttamente provenienti e determinata da stretti reticoli di confini che materializzano il suo controllo legale. Opere di irrigazione, confini dei lotti, strade di comunicazione sono tutti elementi che concorrono a costruire e a tracciare il paesaggio secondo strumenti e regole urbane a cui si interfacciano volumi di differenti dimensioni e forme. L'uomo diviene così artefice dell'edificazione dell'ambiente naturale: recinge lo spazio coltivato, realizza la sua abitazione, coltiva i campi. Ma nel gesto dell'edificare si nasconde anche un significato semiotico -come afferma Emilio Turri -ossia il segno del possesso, la legittimazione di una occupazione e quindi la percezione chiara di una presenza all'interno del paesaggio 1 . Così per coltivare un territorio l'uomo finisce per costruirlo, assegnandogli una connotazione che diventa immagine della propria attività, dell'organizzazione, del lavoro e della propria cultura. Anche Carlo Cattaneo, osservando il paesaggio, afferma che «un popolo deve edificare i suoi campi come le sue città» 2 e per primo ha sostenuto il concetto di «paesaggio edificato» 3 . Ai tracciati naturali dei fiumi e dei torrenti si interfacciano quelli artificiali delle strade e dei muri di confine, mentre tra le ombre della vegetazione arborea si stagliano volumi fatti di pietra che il tempo trasforma in relazione all'uso e alle necessità dell'uomo. Ecco che la presa di possesso da parte di una comunità individua tutte quelle risorse necessarie per la sopravvivenza e induce a ridisegnare il territorio assumendo una connotazione antropica.
I Manuali del recupero dei centri storici della Sardegna. Architettura in pietra delle Barbagie, dell'Ogliastra, del Nuorese e delle Baronie, 2009
architettura in pietra Il volume in formato .pdf REQUISITI TECNICI WIN 9x/2000/XP oltre al pacchetto Microsoft Office (Word/Excel) a cura di Antonello Sanna
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Journal of Dental Education, 2013
Diplomatica, 2020
Handbook of Philosophy of Climate Change, 2023
(2015) ‘Ethnic Rights and Constitutional Change: The Constitutional Recognition of Ethnic Nationalities in Myanmar’ in Andrew Harding and Mark Sidel (ed) Central-local Relations in Asian Constitutional Systems. Hart Publishing
Proceedings of MOL2NET 2020, International Conference on Multidisciplinary Sciences, 6th edition, 2020
Desinformemonos, 2024
English Teaching: Practice and …, 2009
A Late Cretaceous Sea Turtle from Bentiaba, Angola ascribed to Euclastes, 2022
Fuzzy Inference System - Theory and Applications, 2012
T&H TURISMO & HOTELARIA NO CONTEXTO DO DARK TOURISM, 2021
Fertility and Sterility, 2009
International Journal of Research and Analytical Reviews (IJRAR), 2024
Journal of Biological Chemistry, 2011
Aggression and Violent Behavior, 2014
The Spine Journal, 2021
Jurnal Kefarmasian Indonesia, 2020
Technium Social Sciences Journal, 2022