Academia.eduAcademia.edu

Le storie segrete di Procopio

Procopius was one of the most important historian of the early bizantine empire. Was his Anectoda an advise to not belive to history books, or was a grundge with Justianian?

Le storie segrete di Procopio di Becherucci Filippo Procopio è considerato il maggior storico della prima età bizantina, nacque a Cesarea di Palestina, una città che aveva dato i natali a personalità del calibro di Basilio Magno e allo storico di Costantino, Eusebio. Studiò a Gaza un importante centro ellenistico. Due sono le opere per cui, nel medioevo, venne ritenuto un grande storico e che contribuirono, basti pensare a Dante, alla fama del suo imperatore Giustiniano: ​Le guerre di Giustiniano ​ed il ​De Aedificiis1. Sia nelle ​Guerre​ che, soprattutto, nel ​De Aedificiis,​regna un completo servilismo nei confronti di Giustiniano, lasciando intendere che egli fosse sostanzialmente aderente alla politica imperiale ed in sintonia con le classi elevate che detenevano il potere. La pressoché totale noncuranza verso movimenti di rivolta sociale, o religiosi, di cui infatti manca ogni analisi, riconducendo ogni fenomeno storico a scontri di fazione o di persone, lo configurano sicuramente come uno storico ufficiale 2. Tanto più sorprendente, allora, appare la redazione della cosiddetta ​Storia Segreta. L’opera, variamente nota o, come ​Storia Segreta​ o come ​Anecdota​(Ovvero gli inediti), allude a memorie di intonazione polemica non destinate alla pubblicazione. Non c’è dubbio che si tratti una sorta di supplemento alle ​Guerre​ a cui, infatti, vengono fatti vari riferimenti e di cui spesso integra il racconto, magari con particolari taciuti per l’impossibilità, o l'inopportunità, di raccontali precedentemente3. Si intuisce che l’opera fu scritta dopo la morte di Teodora, quando Giustiniano era ancora vivo, rimanendo inedita per molto tempo; se ne hanno accenni solo nel XI secolo nell'enciclopedia bizantina nota come ​Lessico Suda4 e poi nuovamente nel XIV secolo nell'opera dello storico ecclesiastico Niceforo Callisto. Nell’introduzione, d’altronde, Procopio stesso ci dice che esitò molto a scrivere questo testo, perchè se infatti l’imperatore fosse venuto a conoscenza di una simile opera egli, e molti dei suoi informatori sarebbero stati sicuramente uccisi. Scomparve fino al 1623 quando venne riscoperta nella biblioteca vaticana. Scoperta sensazionale che accese un dibattito che, per certi versi, non si è ancora sopito. Procopio ​“storia segreta”​, a cura di F.M. Pontani, Newton Compton Italiana 1972, pag 11. ​storia segreta. ​ Cit, pag 12. 3 ​storia segreta​, Cit, pag 13. 4 Dove si dice che “L’opera contiene contiene rimproveri e scherno per Giustiniano imperatore e Teodora sua moglie, nonché verso Belisario e la di lui consorte”, cfr Procopio ​storie segrete​, a cura di P. Cesaretti, Bur 2010, pag 13 1 2 Gli ​Anecdota​ era un’opera dissacrante nei confronti di due mostri sacri come Belisario e Giustiniano, quest’ultimo, nel medioevo, ammantato di un aureola di sovrano giusto. Soprattutto emergeva un forte contrasto tra gli encomi delle ​Guerre ​e del ​De Aedificiis rispetto alla mordace implacabilità degli ​Anecdota. Sin da subito ci fu chi negò che l’opera potesse essere di Procopio e, se anche lo fosse stata, si riteneva essere uno sfogo di basso livello, per così dire una caduta di stile dello storico5. In entrambi i casi ciò rendeva inattendibile il contenuto, ma nel 1865 P.Dahn dimostrò senza dubbio che l’opera apparteneva allo storico di Cesarea. Inoltre anche se alcuni elementi scadono nel fantastico o nel magico, ed altri sono semplice sfoggio di erudizione6, alcuni pettegolezzi, benchè chiaramente non di prima mano, hanno il sapore di non essere stati inventati dall’autore; altri, come la lettera di Teodora a Zabergane nel capitolo secondo, potrebbero essere perfino veri7. Resta evidente che, in ogni caso, l’opera non ha subito una completa revisione. Scritto in uno stile molto vivido, il nucleo dell’opera è dedicato senza ombra di dubbio a Giustiniano, descritto come un analfebeta ladro il cui unico scopo è arricchirsi a spese dello stato, magari, nel frattempo, ammantandosi di moralità e giustizia. Il capolavoro di tutto il testo è però la descrizione della vita, e delle gesta, dell’imperatrice Teodora. L’immagine della dissolutezza e della depravazione della donna è data con riferimenti concreti e piccanti, ma senza mai scadere nel volgare o nel pornografico e forte è, attraverso una serie di digressioni, la sua accusa alla classe degli aristocratici per aver permesso all’imperatore un simile matrimonio, consentendo l‘ingresso a palazzo di una donna di basso rango; infatti Teodora faceva l’attrice in spettacoli alquanto discutibili nei teatri di Costantinopoli. Emerge, perciò, un giudizio non tanto di merito, ma basato sulla classe sociale dei coniugi8 ritenuti dall’autore socialmente inadatti a governare l’impero, diventando di fatto il vero male dello stato, sempre pronti per facili guadagni, o concupiscenza, a rovinare persone degne o leali servitori dell’impero, trasformando la conduzione dello stato in un affare privato dei due. Dopo la rivolta di Nika, repressa brutalmente nel sangue con una strage di cittadini da Belisario, si arriva ad una vera e propria subordinazione degli affari di stato a quelli privati della coppia imperiale: il senato è svuotato di ogni potere e ridotto ad un simulacro privo di ​storia segreta​, Cit. pag 14. Il caso, ad esempio, della digressione su Domiziano. 7 ​storia segreta, ​Cit. pag 21. 8 Bisogna ricordare che Giustiniano, benché educato nel migliore dei modi, appartenesse, come lo zio Giustino, ad una famiglia di basso rango, se non addirittura popolare. 5 6 ogni dignità, mentre l’amministrazione e sconvolta poichè i due alterano con la frode e la corruzione il normale corso delle cariche civili e militari9 Giustiniano e Belisario perdono tutta la loro aura sacra e della nobiltà che gli aveva contraddistinti nelle ​Guerre. Belisario ci viene dipinto completamente succube della moglie Antonina e ben lieto di farsi abbindolare dalla donna sebbene colta in flagrante adulterio:: “Soggiogato qual era dalla passione per la donna non voleva credere affatto a ciò che vedeva con i suoi occhi” 10, e ribaltando il giudizio che ne aveva dato nelle ​Guerre​, Belisario viene mostrato come un avido sempre in cerca di facili guadagni, considerato che Procopio era stato segretario personale di Belisario11, e che doveva conoscerlo piuttosto bene, si deve interpretare la luce che la storia segreta ​getta sul generale come un intimo sdegno nei confronti del militare? Importantissimo è il capitolo dodici, dedicato a descrivere come le azioni di Giustiniano trascendono l’umana natura e siano degne del signore delle tenebre, ci viene infatti mostrato un sovrano infaticabile nel compiere il male, soprattutto nell’appropriarsi delle ricchezze dell’impero e nel versare sangue innocente, e con una resistenza fisica senza eguali che ne rafforza l’immagine demoniaca. Possiamo leggere infatti: “E che altro poteva essere se non un demone maligno quell’uomo, che mai prendeva cibo bevanda o sonno a sazietà, ma spilluzzicava a caso quel che gli si imbandiva, e perlustrava in piena notte la reggia, pur praticando satanicamente il sesso?”12 Dietro ogni azione del sovrano si trova la sua avidità di denaro e la sua sete di sangue, anche quando sostiene di combattere per l’ortodossia e per la chiesa, in realtà sta tramando la caduta di qualche brava persona o di qualche popolo per appropriarsi delle loro ricchezze. Mera facciata per azioni illecite e fondamentalmente ipocrita. Non ci è dato sapere se l’autore credesse veramente. come sostiene da esempio Cyrill Mango nel suo ​“Civiltà Bizantina”​, che Giustiniano fosse una qualche sorta di Demone13, o se, come suggeriscono altri autori, fosse solo una sorta di iperbole atta a rendere la profonda malvagità del sovrano, o se ancora si tratta di un ribaltamento del concetto di “amico di Dio”, epiteto che contraddistingueva gli imperatori cristiani che teoricamente si sarebbero dovuti comportare con il loro popolo come un padre con i figli14. Resta il problema ci conciliare gli elogi delle due precedenti opere con la totale diffamazione della ​storia segreta. ​storie segrete,​ Cit, pag 25 ​storie segret,​ Cit. pag 47 11 C. Mango ​la civiltà bizantina,​ Editori​ ​Laterza 2009, pag 349 12 ​storie segrete, ​Cit. pag 181 13 La civiltà bizantina, ​Cit. pag 350 14 Questo è il ruolo che viene affidato all’imperatore nell’anonimo ​dialogo delle scienze della politica 9 10 La polemica di Procopio sulla corte, e soprattutto sulla coppia imperiale, non si trasforma mai in una critica ben organizzata o in una riflessione sui mali dello stato, ma si frantuma in una serie di gravi episodi, anche se non ben controllati, chiaramente volti ad oscurare la fama di Giustiniano e Belisario15. Si può ritenere che Procopio abbia voluto. oltre alle grandi gesta, trasmettere ai posteri anche i risvolti negativi dell’opera dell'imperatore e della sua corte? Molti elementi del libro, lungi da essere una satira di costume o sociale, scadono nel pettegolezzo bello e buono, e saranno da attribuire ad uomo risentito per la sua esclusione dal palazzo? Oppure, non essendo gli ​anecdota​, destinati alla pubblicazione non possiamo supporre che riflettano veramente l’opinione dello storico? Pare però eccessivo un giudizio positivo, come quello espresso da Filippo Maria Pontani16 sul ruolo delle​ storie segrete​ come avvertimento per i posteri. A nostro parere, quale che sia il motivo di una tale ferocia, non si può escludere che, come sostiene Mango, il vero pensiero di Procopio sia proprio quello espresso negli ​Anecdota​, e non quello delle ​Guerre. Traspare, infatti, in tutta l’opera un’avversione per chi non è di sangue aristocratico che, a nostro avviso non lascia adito a dubbi: Solo un potere malvagio poteva aver sconvolto cosi il mondo da consentire a persone umili di ascendere alle più alte cariche dello stato e la situazione della ​basileia​, ovvero dell’impero, ne era lo specchio fedele. 15 16 ​Storie Segrete​, Cit. pag 18 ​Storia Segreta ​ Cit. pag 22 Bibliografia: Procopio, ​Storia segreta​, a cura di F.M. Pontani, Newton Compton Italiana 1972 Procopio ​Storie segrete​, a cura di F. Conca, Bur 2010 C. Mango, ​La civiltà Bizantina​, Editori Laterza 2009