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Estratto Capitolo "Antropologia dell'educazione e Etnografia scolastica"

2018, Insegnare domani nella scuola Secondaria. Conoscenze antro-psico-pedagogiche, metodologie e tecnologie didattiche.

In questo capitolo, il focus sarà lo studio dell’educazione tramite l’approccio antropologico. Con antropologia dell’educazione si intende l’applicazione degli strumenti tipici dell’antropologia, e in particolare la ricerca sul campo di tipo etnografico, applicati al campo di interesse della pedagogia. L’antropologia dell’educazione ha iniziato chiedendosi, anzitutto, come e perché gli esseri umani in generale educhino nel modo in cui lo fanno, ovvero mettendo in atto processi di educazione che consistono nell’acquisire, trasmettere, produrre e trasformare la conoscenza culturale per interpretare e agire sul mondo.

32. ANTROPOLOGIA DELL’EDUCAZIONE E ETNOGRAFIA SCOLASTICA (Tiziana Chiappelli e Chiara Carletti)* ANTROPOLOGIA DELL'EDUCAZIONE ETNOGRAFIA SCOLASTICA SISTEMI SCOLASTICI PROCESSI multiculturalità dispersione scolastica culturali istituzionali riconoscimento culturale-intercultura deprivazione culturale riproduzione vs trasformazione discontinuità culturale * I paragrafi del presente capitolo sono da attribuirsi nel seguente modo: Tiziana Chiappelli è autrice dei paragrafi primo, secondo (esclusi i sottoparagrafi Deprivazione culturale e Discontinuità culturale) e sesto; Chiara Carletti è autrice dei paragrafi terzo, quarto, quinto e dei sottoparagrafi Deprivazione culturale e Discontinuità culturale. Il paragrafo conclusivo è stato scritto a quattro mani dalle autrici. © 2018, Erickson 436 INSEGNARE DOMANI NELLA SCUOLA SECONDARIA Che cosa è l’antropologia dell’educazione Nei precedenti capitoli è stato spiegato cosa sia l’antropologia e come si applichi a vari oggetti di studio. In questo capitolo, il focus sarà lo studio dell’educazione tramite l’approccio antropologico. Con antropologia dell’educazione si intende l’applicazione degli strumenti tipici dell’antropologia, e in particolare la ricerca sul campo di tipo etnografico, applicati al campo di interesse della pedagogia. L’antropologia dell’educazione ha iniziato chiedendosi, anzitutto, come e perché gli esseri umani in generale educhino nel modo in cui lo fanno, ovvero mettendo in atto processi di educazione che consistono nell’acquisire, trasmettere, produrre e trasformare la conoscenza culturale per interpretare e agire sul mondo. Gli antropologi dell’educazione cercano inoltre di capire come i processi di insegnamento e di apprendimento di un dato gruppo umano siano organizzati socialmente e culturalmente, e come si inquadrino all’interno delle strutture sociali: le domande teoriche di base non possono essere separate dall’analisi contestuale, in particolare in relazione alle strutture politiche e delle asimmetrie di potere. Ma cosa è l’educazione, dal punto di vista antropologico? Quando «nasce» e perché? Cosa ha comportato nello sviluppo delle forme di vita dell’umanità? E, in maniera ancor più radicale: potrebbe esistere l’umanità per come la conosciamo senza educazione? Per rispondere almeno in parte a queste domande, dobbiamo ripartire dai nostri progenitori: dobbiamo ripercorrere parte della storia dell’homo sapiens e della sua diffusione sul pianeta terra. La diffusione dell’homo sapiens avviene grazie a caratteristiche che, pur fondate su una dotazione biologica, si staccano tuttavia dal mero codice genetico per aprirsi a quella che è stata chiamata «la rivoluzione cognitiva», il passaggio da un orizzonte di possibilità dettate dal mero set di caratteristiche biofisiche della specie umana a una più ampia gamma di comportamenti adattativi in interazione dinamica con l’ambiente circostante. L’intelligenza, la creatività, la curiosità e intraprendenza dell’homo sapiens si rivelano delle vere e proprie armi di difesa, offesa e strumenti di trasformazione del mondo circostante: l’uso di utensili, del fuoco, il passaggio all’agricoltura, l’allevamento di animali in sostituzione della mera caccia si rivelano non solo ottime strategie di sopravvivenza, ma anche modalità di intervento sul mondo circostante che ne cambieranno il volto, in una serie di mutazioni profonde tuttora in corso. È questa capacità tutta umana di intervenire nell’ambiente circostante per plasmarlo in funzione della propria utilità che è alla base della possibilità stessa della storia dell’umanità: grazie a questa predisposizione, l’homo sapiens, di per sé creatura fragile dal punto di vista fisico ed esposta a mille pericoli, salirà in un tempo incredibilmente breve al vertice della catena alimentare del pianeta terra, e inizierà un processo di alterazione del mondo naturale che, dall’estinzione della megafauna terrestre (lo sterminio di quella acquatica è tuttora in corso) e dalla diffusione quasi epidemica del frumento, arriverà fino alle nanotecnologie, all’esplorazione dello spazio extraterrestre, ai robot… fino insomma all’attuale quarta rivoluzione industriale. © 2018, Erickson