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Anzi (PZ), scavi nella proprietà De Asmundis

2018, 58° Convegno Internazionale di Studi sulla Magna Grecia, “La Magna Grecia nel Mediterraneo in età arcaica e classica. Forme, mobilità, interazioni”. Istituto per la Storia e l’Archeologia della Magna Grecia – Taranto, 27-30 settembre 2018

Da ormai quattro anni (2014)(2015)(2016)(2017), dopo un lungo silenzio durato più di un quindicennio, la ricerca archeologica è ripresa nella località di Anzi (PZ) piccolo centro abitato della Lucania interna. L'antico insediamento, indicato sulla Tabula Peutingeriana come Anxia lungo il percorso della via Herculia, conobbe importanti vicende insediative soprattutto tra l'VIII sec. a.C. e il IV sec. d.C. I lavori, sono stati condotti dall'Università degli Studi della Basilicata -Dipartimento di Scienze Umane DiSU -sede di Potenza (dir. scientifica: Prof.ssa Maria Chiara Monaco; responsabili archeologi: Dr. Fabio Donnici e Dr. Antonio Pecci) d'intesa con il Comune di Anzi e con I'IBAM-CNR di Tito Scalo -Potenza (ing. Nicola Masini). L'esigenza, che ha inizialmente mosso la ricerca e che resta tutt'ora di assoluta validità riguarda la ricomposizione della complessiva fisionomia del territorio del centro abitato ( ) e del suo comprensorio che, a fronte dell'enorme quantitativo di scavi non regolari effettuati nel corso del XIX secolo, ha finora conosciuto pochissime indagini regolari da parte della Soprintendenza archeologica della Basilicata: anni 1980-1982 (Bottini P. 1982, Anzi: due anni di ricerche archeologiche: catalogo della Mostra, Matera) e 2001.

Comune di Anzi ANZI (PZ), Proprietà De Asmundis Università degli Studi della Basilicata (Dipartimento di Scienze Umane) Direzione Scientifica: prof.ssa Maria Chiara Monaco Responsabili sul campo: Antonio Pecci, Fabio Donnici Fig. 1. Le popolazioni della Basilicata in età arcaica (VII-V sec. a.C.). INTRODUZIONE Da ormai quattro anni (2014-2017), dopo un lungo silenzio durato più di un quindicennio, la ricerca archeologica è ripresa nella località di Anzi (PZ) piccolo centro abitato della Lucania interna. L’antico insediamento, indicato sulla Tabula Peutingeriana come Anxia lungo il percorso della via Herculia, conobbe importanti vicende insediative soprattutto tra l’VIII sec. a.C. e il IV sec. d.C. I lavori, sono stati condotti dall'Università degli Studi della Basilicata - Dipartimento di Scienze Umane DiSU - sede di Potenza (dir. scientifica: Prof.ssa Maria Chiara Monaco; responsabili archeologi: Dr. Fabio Donnici e Dr. Antonio Pecci) d'intesa con il Comune di Anzi e con I'IBAM-CNR di Tito Scalo – Potenza (ing. Nicola Masini). L'esigenza, che ha inizialmente mosso la ricerca e che resta tutt'ora di assoluta validità riguarda la ricomposizione della complessiva fisionomia del territorio del centro abitato (fig. 1) e del suo comprensorio che, a fronte dell'enorme quantitativo di scavi non regolari effettuati nel corso del XIX secolo, ha finora conosciuto pochissime indagini regolari da parte della Soprintendenza archeologica della Basilicata: anni 1980-1982 (Bottini P. 1982, Anzi: due anni di ricerche archeologiche: catalogo della Mostra, Matera) e 2001. Scala 1:60 Fig. 2. Pianta e sezione del Saggio A. LA CAMPAGNA DI SCAVI 2018 Tra giugno e luglio 2018 il lavoro dell’équiope si è concentrato nella realizzazione di un ampio saggio stratigrafico in contrada Potente (proprietà De Asmundis). Il terreno, immediatamente a sud dell’attuale centro abitato e prospicente la fiumara di Anzi (affluente del Basento) è volto a meridione, verso la val d’Agri. Tale area, oggetto di un fruttuoso survey archeologico effettuato nel corso del 2017, aveva già restituito in superficie una considerevole presenza di materiale archeologico. In particolare si erano evidenziati una serie di blocchi ipoteticamente ricondotti al prolungamento di un possente muro (di terrazzamento o di cinta?) in tecnica poligonale che gli scavi effettuati dalla Soprintendenza Archeologica nel 2001 avevano segnalato nel terreno adiacente. L’ipotesi si era vista confermata da successive indagini e da analisi da remote sensing (LiDAR, drone, immagini aeree, etc.) che, in coincidenza con il prolungamento del muro in questione, avevano mostrato una rilevante anomalia. Lo stesso survey effettuato nel 2017 aveva inoltre evidenziato una generalizzata e rilevante concentrazione di ceramica enotria, un più ridotto nucleo di manufatti di età lucana e la più totale assenza di materiali ceramici di età romana. L’obiettivo principale della campagna del 2018 era dunque dettato dalla necessità di verificare, con un saggio stratigrafico, questa porzione di terreno per sondare le evidenze emerse sia dal survey che dalle indagini da remote sensing. IL SAGGIO A L’area di scavo (fig. 2), denominata Saggio A, di 12x10 m ca., all’interno del quadrato di 20x20 m interessato da precedenti indagine geofisiche effettuate dall’IBAM-CNR di Tito Scalo, è stata divisa in tre settori differenti (S1, S2, S3). Asportati i livelli di più recente frequentazione (US 1,2,3,4,8 etc.), sono stati rinvenuti strati di crollo (US 12-10-16) e di obliterazione (18-11-19-9) di un muro di età arcaica (fig. 3), probabilmente rimaneggiato e oggetto di spoliazioni già in età antica. Si nota infatti una trincea di fondazione effettuata con molta probabilità sul piano di calpestio antico (US 13), a sua volta poggiante sul banco naturale (US 14), su cui insistono i resti di due filari paralleli in grossi blocchi poligonali, distanti tra loro circa due metri; il riempimento interno è costituito da pietre sbozzate di piccole dimensioni. I resti strutturali individuati sorgono in coincidenza dell’anomalia precedentemente individuata e marcano in senso est-ovest tutto il ripido pendio di contrada Potente fino a intersecare il muro individuato nel terreno adiacente a seguito degli scavi effettuati dalla Soprintendenza archeologica nel 2001. L’ipotesi è che tale possente muro (di terrazzamento o di cinta?) possa ricongiungersi ad altri tratti già individuati più a settentrione dalle precedenti ricognizioni effettuate dell’Università degli Studi della Basilicata andando a definire un insediamento probabilmente ascrivibile già all’età enotria. I MATERIALI Negli strati più antichi, posizionati al di sotto della probabile trincea ricavata nel banco naturale, sono state individuate unità stratigrafiche caratterizzate dall’abbondante presenza di ceramica enotria dell’Età del ferro. Tra i frammenti rinvenuti (fig.4), se ne segnalano diversi con decorazione “a tenda” della metà dell’VIII secolo a.C. che trovano puntuali confronti con i reperti dalle necropoli di Guardia Perticara. Se già le indagini degli anni passati avevano consentito di inserire Anzi quale insediamento, al momento, più avanzato del comparto enotrio in Basilicata, il rinvenimento della ceramica “a tenda” ne retrodata ora il popolamento stabile alla piena Età del Ferro. Interessante è anche la scoperta di tre monete fior di conio di età classica, rinvenute negli strati più superficiali. Si tratta di uno statere di Thurii (D: un toro cozzante, inferiormente un delfino e la legenda ΘOΥΡΙΩΝ; R; il volto di profilo di Atena con elmo laureato); di uno statere incuso di Crotone (D: tripode con un airone e la legenda ϘΡΟΤΩΝ; R: un tripode incuso); di uno statere d’argento di Taranto (D: Taras/Falanto su delfino, conchiglia in posizione inferiore e legenda TARAS; R: cavaliere al galoppo). In base al confronto con quanto rinvenuto nella vicina necropoli in loc. Pagliarone a Marsico Nuovo (Pz) la presenza di queste monete, tutte fior di conio, induce ad ipotizzarne l’utilizzo come obolo di Caronte. Degno di nota inoltre un frammento di terracotta architettonica gorgonica di probabile fattura tarantina databile alla fine del VI sec. - inizio del V a.C. Come già i dati della ricognizione effettuata l’anno precedente avevano evidenziato, si sottolinea l’assoluta mancanza di reperti ceramici attribuibili all’età romana, quando ormai la cima del Monte Siri doveva essere stata abbandonata ed il popolamento, caratterizzato dalla presenza di ville e di fattorie sparse sul territorio, si era spostato a valle. Hanno partecipato alla campagna 2018: Linda Parisi, Anna Rita Lucciardi, Ida Campanile, Monica Romano, Maurizio Castoldi, Michela Melissa Sardone, Anna Maria Forcillo, Federica Zaccagnino, Fernando Bove, Antonio Saponara, Antonio Cirigliano, Mariangela Cirigliano, Maria Teresa De Stefano, Giovanna Rasulo, Annalisa Gagliardi, Francesca Villani. Fig. 3. Strato di crollo del muro di epoca arcaica. Fig. 4. Frammenti ceramici di cultura enotria.