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La costruzione “prendere e V” nell’italiano contemporaneo

2019, Le tendenze dell’italiano contemporaneo rivisitate. Atti del LII Congresso Internazionale di Studi della Società di Linguistica Italiana (Berna, 6-8 settembre 2018), a cura di Bruno Moretti, Aline Kunz, Silvia Natale e Etna Krakenberger, Milano, Officinaventuno, 2019.

L’articolo analizza nel dettaglio la costruzione “prendere e V” (es. l’istinto è di prendere e mollare tutto su due piedi) tramite una metodologia mista che unisce un’analisi strutturale e funzionale basata su dati tipologici a un’inda- gine sperimentale basata su corpora e dati elicitati tramite questionario. Sulla base dei risultati dell’indagine, proponiamo di considerare la costruzione in esame come un caso di pseudo-coordinazione che veicola una semanti- ca sia aspettuale che di “sorpresa”, e quindi come una marca di miratività. Nell’italiano contemporaneo, “prendere e V” si rivela una costruzione emer- gente, probabilmente in evoluzione: sebbene al momento il suo uso da parte dei parlanti sia non omogeneo e la sua diffusione incerta, la sua presenza nei corpora testimonia una certa produttività e vitalità che potrebbe portare a un’ulteriore espansione della costruzione.

DOI: 10.17469/O2102SLI000007 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI La costruzione ““prendere e V” nell’italiano contemporaneo L’articolo analizza nel dettaglio la costruzione “prendere “ e V” (es. l’istinto è di prendere e mollare tutto su due piedi) tramite una metodologia mista che unisce un’analisi strutturale e funzionale basata su dati tipologici a un’indagine sperimentale basata su corpora e dati elicitati tramite questionario. Sulla base dei risultati dell’indagine, proponiamo di considerare la costruzione in esame come un caso di pseudo-coordinazione che veicola una semantica sia aspettuale che di “sorpresa”, e quindi come una marca di miratività. Nell’italiano contemporaneo, ““prendere e V” si rivela una costruzione emergente, probabilmente in evoluzione: sebbene al momento il suo uso da parte dei parlanti sia non omogeneo e la sua diffusione incerta, la sua presenza nei corpora testimonia una certa produttività e vitalità che potrebbe portare a un’ulteriore espansione della costruzione. Parole chiave: aspettualità, italiano, miratività, pseudo-coordinazione, verbi leggeri. 1. Introduzione1 Lo scopo di questo contributo è analizzare nel dettaglio una costruzione dell’italiano contemporaneo ancora poco descritta e codificata, ovvero la costruzione ““prendere e V”, formata dal lessema prendere (ma, come vedremo, anche pigliare), dalla congiunzione e e da un secondo verbo, che risulta flesso come prendere. Vediamo alcuni esempi di questa costruzione tratti dal corpus di italiano scritto contemporaneo CORIS2 (grassetto nostro): 1 Desideriamo ringraziare i partecipanti al LII Congresso SLI di Berna per gli utili commenti. L’articolo è il frutto della stretta collaborazione tra gli autori. Ai fini dell’accademia italiana, Francesca Masini è responsabile dei paragrafi 1.1, 2.3, 2.4, 3, 4, 4.2, 5, mentre Simone Mattiola dei paragrafi 1, 1.2, 2, 2.1, 2.2, 3.1, 4.1. A Greta Vecchi va attribuita la sistemazione dei dati elicitati tramite questionario. 2 Cfr. § 3 per dettagli sul corpus CORIS. 116 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI (1) Ha aggiunto che da un po’ di tempo c’erano problemi, e che la situazione fra loro due era un po’ tesa, e che a volte capitava che sua moglie dopo una litigata particolarmente violenta dicesse che adesso si era stufata sul serio, prendesse e andasse via per un paio di giorni. Ma poi torna sempre, ha aggiunto. Purtroppo. (2) E poi gli orsi non sono animali migratori, non assomigliano per niente alle rondini. Gli orsi vagabondano, sono animali erranti. Prendono e partono, o e non è affatto detto che ritornino. (3) Io e mio marito si litiga, chiaro, come tutte le coppie sposate di questo mondo. E ogni tanto salta la pazienza, anche perché l’ultima delle pensate che ha avuto, vero, lasciamo perdere. Ci siamo fatti ridere dietro da tutto il paese. E io ho preso e sono andata per i fatti miei. L’unione di prenderee con il secondo verbo (V V2) non ha l’effetto semantico di enumerazione e/o sequenzialità che ci potremmo aspettare data la struttura coordinativa della costruzione. L’esempio in (2) che abbiamo appena visto, ad esempio, non denota due eventi consecutivi – uno di ‘prendere’ e uno di ‘partire’ – ma un evento unico: gli orsi, infatti, non prendono alcunché, ciò che fanno è piuttosto partire (in un determinato modo). Siamo quindi di fronte a una discrepanza di forma e funzione. 1.1 Studi precedenti Cenni a questa costruzione pluriverbale nella lingua italiana compaiono già in Rohlfs (1969 [1954]: 134-135; grassetti nostri), che osserva quanto segue: “Un aspetto incoativo sta anche alla base dell’uso pleonastico di ‘pigliare’, che unito a un altro verbo esprime intensità o vivacità. Questa costruzione perifrastica si ha particolarmente nei dialetti dell’Italia meridionale [ma] non è sconosciuto più a settentrione”. Rohlfs (1969 [1954]: 134-135) riporta alcuni esempi, tra cui quelli in (4): (4) a. pigghiau e cci detti lu gaddu ‘gli diede il gallo’ b. ora se v’un la smettete, e’’ piglio e me ne vo c. Va ciapà su e l’è nà via ‘ha pigliato su ed è andato via’ (siciliano) (fiorentino) (trentino) Successivamente, il lavoro seminale di Eugenio Coseriu (1977 [1966]) offrirà una trattazione interlinguistica più ampia e approfon- LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 117 dita di questa specifica costruzione. Coseriu parte dalla costruzione “TOMAR Y” in spagnolo (5) e poi identifica strutture equivalenti in 32 lingue europee, sia indoeuropee (germaniche, slave, romanze, baltiche, più albanese e greco) che ugrofinniche, offrendo anche un dettagliato stato dell’arte dello studio di questa costruzione nelle varie tradizioni linguistiche. Si veda ad esempio l’espressione russa in (6) (Coseriu 1977 [1966]: 124 nota 35). (5) Spagnolo Tomo y prendere.1sg.prs e ‘Prendo e me ne vado’ me 1sg.refl voy. andare.1sg.prs (6) Russo vzjal i zagovoril prendere.3sg.m.pst e cominciare_a_parlare.3sg.m.pst ‘Prese e cominciò a parlare’ Coseriu considera “TOMAR Y” una “costruzione paratattica” con valore di “globalità dell’azione” (ovvero, tutta l’azione è realizzata); non attribuisce, dunque, un valore propriamente incoativo a questa costruzione, come sostenuto da Rohlfs per l’italiano e i suoi dialetti e da altri autori per altre lingue3. Lo studio di Coseriu si sofferma anche sulle possibili origini di questa costruzione, che è attestata in molte lingue nell’area europea: lo studioso sostiene che avrebbe origine dal greco antico (ipotesi monogenetica). Tale ipotesi è stata messa in discussione da Ross (2017), che, discutendo proprio il saggio di Coseriu, identifica la costruzione “TOMAR Y” in oltre 60 lingue: oltre a quelle già citate da Coseriu, aggiunge altre lingue indoeuropee (es. armeno, vafsi, persiano) ma anche non-indoeuropee e non-ugrofinniche parlate sempre in zona euroasiatica (es. basco, maltese, turco, cumucco, ciuvascio, tataro), nonché l’arabo della Mauritania. Per quanto riguarda più precisamente l’italiano e i suoi dialetti, Coseriu non aggiunge molto a quanto osservato da Rohlfs, al quale sostanzialmente si rifà, limitandosi a osservare che l’uso di prendere (o pigliare, a Roma) in questa costruzione è proprio dell’uso colloquiale. 3 Dalla rassegna di Coseriu emergono alcuni valori ricorrenti attribuiti a “TOMAR Y” nelle varie lingue, tra cui: espletivo, ingressivo/incoativo, perfettivizzante, azione rapida e inattesa, risoluzione del soggetto, ecc. 118 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI 1.2 Il contributo del presente studio Da questa breve introduzione emerge come questa costruzione generi più di un interrogativo, dall’estensione effettiva della sua diffusione alla sua origine, dalla sua natura ai suoi valori semantici. Il presente articolo vuole contribuire a questo filone di ricerca proponendo uno studio mirato di questa costruzione nell’italiano contemporaneo. In particolare, cercheremo dapprima di definire le caratteristiche della costruzione ““prendere e V” e di definirne la natura, anche in relazione ad altre strutture simili a livello intra- e inter-linguistico (§ 2). Dopodiché ci concentreremo sul suo comportamento e uso nell’italiano contemporaneo, con particolare riferimento alla semantica. A questo scopo, illustreremo i dati ricavati da un’indagine basata su corpora (§ 3), nonché alcuni risultati di una seconda indagine basata su dati elicitati tramite questionario (§ 4). Nel paragrafo finale (§ 5) trarremo alcune conclusioni. 2. “Prendere e V V”: caratteristiche e classificazione Che tipo di costruzione è ““prendere e V”? Come già accennato nell’introduzione, si tratta di una struttura di natura coordinativa – due verbi flessi nello stesso modo uniti tra loro dal connettivo e – che presenta però caratteristiche particolari dal punto di vista semantico, poiché non veicola una sequenza o somma di due eventi, bensì un unico evento complesso. Le due forme verbali sono generalmente consecutive, ovvero non interrotte da altro materiale lessicale (es. avverbi). Nel complesso, le sue caratteristiche strutturali e semantiche la rendono simile ad almeno tre tipi di costruzioni pluriverbali note a livello interlinguistico: le perifrasi verbali (§ 2.1), i verbi seriali (§ 2.2) e la pseudo-coordinazione (§ 2.3). Nei prossimi sottoparagrafi esamineremo differenze e somiglianze di ““prendere e V” con questi tre tipi di costruzioni, per cercare di capire a quale si possa ricondurre. 2.1 Perifrasi verbali Le perifrasi verbali sono caratterizzate dall’unione di un verbo “leggero”, spesso desemantizzato e portatore di valori aspettuali o modali, e un verbo lessicale pieno, il cui significato complessivo non è strettamente riconducibile alla somma del significato delle parti (Cerruti LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 119 2011). Nella costruzione “prendere “ e V” non riusciamo in effetti a identificare un vero e proprio evento di ‘prendere’ che si sommi all’evento veicolato dal secondo verbo. Piuttosto, prendere sembrerebbe apportare un significato di tipo aspettuale, o meglio azionale, di inizio e/o imminenza dell’azione, come illustrato in (7): (7) [...] l’istinto è di prendere e mollare tutto su due piedi [...] Del resto, prenderee veicola incoatività in altre costruzioni dell’italiano, incluse proprio le perifrasi, come quella del tipo “prendere “ a V” (8a), ma anche le costruzioni a verbo supporto (8b): (8) a. prendere a correre (=cominciare a correre) b. prendere coraggio (=cominciare ad avere coraggio) Accanto al valore azionale, però, ““prendere e V” sembra veicolare anche una semantica di “sorpresa”, caratterizzando l’evento denotato dal secondo verbo come inatteso, improvviso, subitaneo o comunque non neutro dal punto di vista dell’affect, t come testimoniato dall’esempio che abbiamo appena visto in (7). Già Coseriu (1977 [1966]) notava come il valore di azione inattesa che genera sorpresa o irritazione si ritrovi spesso nella letteratura su “TOMAR Y” (cfr. § 1.1 e nota 3). La costruzione ““prendere e V”, dunque, presenta delle similarità funzionali con le perifrasi verbali italiane, ma anche alcune specificità. Le differenze più marcate si riscontrano però a livello formale: nelle perifrasi verbali italiane, infatti, troviamo tipicamente i due verbi in sequenza diretta (es. stare + VGERUNDIO: sta mangiando) oppure i due verbi uniti da una preposizione (es. continuare a VINFINITO: continuare a mangiare), mentre nella costruzione in esame i due verbi presentano gli stessi tratti grammaticali e sono uniti da una marca di coordinazione. 2.2 Verbi seriali La natura coordinativa della costruzione e il fatto che i due verbi denotino semanticamente un unico evento ci ricordano la serializzazione verbale. Tra le caratteristiche principali dei verbi seriali c’è proprio quella di denotare generalmente un evento unico (complesso), anche se talvolta possiamo trovare realizzata una relazione di causa-effetto tra primo e secondo verbo (Aikhenvald 2006: 14-16). Da un punto di vista formale, nelle costruzioni a verbo seriale i due verbi compaiono tipicamente nella stessa forma (Aikhenvald 2006: 8-10). 120 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI Tra le funzioni tipiche dei verbi seriali troviamo, tra gli altri, valori direzionali/locativi (9), funzioni relative alla realizzazione argomentale (transitivi, comitativi, strumentali, ecc.; cfr. es. (10)), e valori relativi a tempo-aspetto-modo (11). (9) Tariana phia-nihka phita pi-thaketa tu-rec.pst.infer 2sg+prendere 2sg-attraversare+caus pi-eme ha-ne-na 2sg-mettere_dritto+caus dem-distal-cl:vertical hyapa-na-nuku ha-ne-ɾiku-ma-se ɾ colle-cl:vertical-top.non.a/s dem-distal-cl:loc-cl:pair-loc ‘Sei tu che hai portato quella montagna attraverso (lett. prendere-attraversare-mettere dritto) (il fiume) dall’altra parte?’ (adattato da Aikhenvald 2006: 2) (10) Saramaccano Kófi bi bái dí búku dá dí muyé Kofi tempo comprare il libro dare la donna ‘Kofi ha comprato il libro alla donna’ (adattato da Aikhenvald 2006: 26) (11) Kristang kora yo ja chegá nalí eli ja kaba bai quando 1sg prf arrivare lì 3sg prf finire andare ‘Quando arrivai lì, lui se n’era andato’ (adattato da Baxter 1988: 213, citato in Aikhenvald 2006: 23) Tuttavia, i verbi seriali sono caratterizzati dall’assenza di marcatori espliciti di coordinazione, contrariamente alla nostra costruzione. 2.3 Pseudo-coordinazione La presenza di una marca di coordinazione esplicita sembrerebbe invece avvicinare ““prendere e V” a un terzo tipo di fenomeno spesso chiamato “pseudo-coordinazione”, sebbene il termine non sia universalmente usato dagli studiosi. Riportiamo in (12) una definizione recente: (12) canonical verbal pseudocoordination “a two-verb complex predicate involving a light verb and a main verb, connected by a particle originating/grammaticalized from the coordinating conjunction ‘and’.” (Ross 2016a: 228) LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 121 Basandoci sulla panoramica interlinguistica fornita da Ross (2016a), notiamo come nei casi di pseudo-coordinazione da lui identificati (con ‘prendere’ ma anche con altri verbi, specialmente di moto) i due verbi compaiano tipicamente nella stessa forma flessa (una sola eccezione rilevata) e denotino un unico evento complesso. Inoltre, la pseudo-coordinazione può veicolare una semantica di tipo aspettuale nonché una semantica di “sorpresa”. Come già accennato nel § 2.1, il significato di “sorpresa” (inteso come evento inatteso, improvviso, subitaneo) emerge da lavori su lingue diverse, come testimoniato dai seguenti esempi in spagnolo (13) e svedese (14) (rimandiamo a Ross 2016b per una panoramica completa). (13) Spagnolo Ramón fue y se cayó Ramon andare.3sg.pst e refl cadere.3sg.pst ‘Ramon cadde improvvisamente’ (adattato da Arnaiz & Camacho 1999: 318) (14) Svedese Ragna tog och läste en bok. Ragna prendere.3sg.pst e leggere.3sg.pst un libro ‘≈ (Inaspettatamente, improvvisamente) Ragna lesse un libro’ (adattato da Wiklund 2008: 165) Lo stesso vale per i significati di tipo aspettuale e azionale (incoativo, cfr. (15)-(17), ma anche durativo, cfr. (18)), che vengono identificati come valori della costruzione pseudo-coordinante in tutta una serie di lingue: (15) Basso tedesco He güng bi un schreev dat op. lui andare.3sg.pst a e scrivere.3sg.pst quello su ‘(Lui) cominciò a scriverlo’ (adattato da Höder 2011: 177) (16) Norvegese Så tar Oscar og forteller così prendere.3sg.prs Oscar e raccontare.3sg.prs oss hele livet sitt. a_noi tutta vita sua ‘E così Oscar prende e ci racconta tutta la sua vita’ (adattato da Jørgensen 2003: 56) 122 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI (17) Siciliano di Modicaa4 Jemu a mmanciamu. andare.1pl a mangiare.1pl ‘Andiamo a mangiare (adattato da Manzini & Savoia 2005: 688-701, citato in Di Caro & Giusti 2015: 396) (18) Cahuilla ne-ñáš man ne-ŋáaŋ-qal 1sg-sedere e 1sg-piangere-dur ‘Me ne stavo lì (seduto) a piangere’ (adattato da Seiler 1977: 184, citato in Ross 2016a: 227) Valori di tipo aspettuale sono veicolati anche da una struttura dell’odia (lingua indoaria) che Lemmens & Sahoo (2019) chiamano “light verb construction”: tale costruzione è formata da un verbo pesante, un elemento di raccordo -i- e un verbo leggero (V-i-V). Poiché la natura di -i- non è meglio specificata, tecnicamente potrebbe non trattarsi di pseudo-coordinazione; tuttavia, questa costruzione è molto simile a quelle che abbiamo appena visto e alla nostra costruzione con ““prendere e V”. I verbi leggeri che possono entrare nella costruzione V-i-V sono una decina (principalmente verbi di moto) e hanno la funzione di “modulate the interpretation of the event encoded by the main verb by adding a particular aspectuall (i.e., phasal) l profile on the event, profiling the onset, duration or completion of the event” (Lemmens & Sahoo 2019: 125, enfasi nell’originale). Il tipo di valore aspettuale veicolato varia a seconda del verbo leggero utilizzato: ad esempio, -uʈʈh ‘salire/alzarsi’ (glossato come ‘rise’ dagli autori) (V-i-uʈʈh) esprime incoatività, -bas ‘sedere/ sedersi’ (V-i-bas) esprime duratività, -ne ‘prendere’ (V-i-ne) esprime completezza dell’azione. Alcuni di questi verbi leggeri veicolano, in aggiunta, anche “sorpresa”: esprimono, cioè, l’idea che l’evento sia in qualche modo inatteso. Tra questi c’è -uʈʈh ‘salire/alzarsi’, che esprime sia incoatività sia “sorpresa”: 4 Questo tipo di strutture sono state particolarmente investigate per le varietà italo-romanze meridionali (oltre ai riferimenti citati in (17), si vedano anche Cardinaletti & Giusti 2001, 2003). L’elemento di raccordo a è generalmente considerato come derivante o dalla preposizione latina AD ‘to’ (Manzini & Savoia 2005) o dalla congiunzione AC ‘and’ (Rohlfs 1969: § 761; Cardinaletti & Giusti 2001). Se si trattasse di una preposizione, allora non saremmo di fronte a un caso di pseudo-coordinazione, bensì a un altro tipo di costruzione più prossima alle perifrasi verbali (cfr. § 2.1). LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 123 (19) Odia ghare pashu pashu se haʈʈhāt̪t gitt̪ a casa.loc entrare entrare lui improvvisamente canzone gā-i-uʈ u hilā cantare-lnk-salire/alzarsi. k 3sg.pst ‘Mentre entrava in casa, improvvisamente cominciò a cantare una canzone’ (Lemmens & Sahoo 2019: 133) Questa osservazione ha indotto gli autori a considerare queste costruzioni come marche di “miratività” (DeLancey 1997; Peterson 2015), e più precisamente marche di miratività “non-parasitic” (nel senso di Peterson 2017), un fatto significativo se consideriamo che le marche di miratività non-parassitarie sono piuttosto rare nelle lingue del mondo. 2.4 Riassumendo La Tabella 1 riassume i risultati della discussione appena conclusa, incrociando le caratteristiche formali e funzionali della costruzione ““prendere e V” con quelle (generalmente riconosciute) delle perifrasi verbali, dei verbi seriali e della pseudo-coordinazione. Tabella 1 - Che tipo di costruzione è? Costruzione “prendere e V” Perifrasi verbali Verbi seriali Pseudo-coordinazione + – – + – ± + + + + + – ± ± – + ± ± Forma Unione di due V Connettivo AND Stessa forma per i due V Funzione Denotazione unico evento Semantica aspettuale Semantica di “sorpresa” Come si può notare, la nostra costruzione condivide una parte delle caratteristiche con perifrasi e verbi seriali, mentre mostra una compatibilità pressoché totale con la pseudo-coordinazione. Ci sembra, dunque, di poter affermare che “prendere “ e V” possa essere considerata come un caso di pseudo-coordinazione. 124 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI 3. Dati da corpora: risultati e analisi Nel paragrafo precedente abbiamo visto come le caratteristiche di ““prendere e V” consentano di collocarla, con relativa sicurezza, nel dominio della pseudo-coordinazione. Una volta chiarita la questione classificatoria, possiamo passare a investigare quale sia lo statuto di questa costruzione nell’italiano contemporaneo, in termini di presenza, uso, diffusione. Come anticipato nel § 1, per rispondere a queste domande abbiamo effettuato uno studio basato su corpora. I corpora utilizzati sono: (i) il già citato CORIS (Rossini Favretti et al.l 2002), un corpus di italiano scritto contemporaneo, bilanciato per generi testuali, composto attualmente da circa 150 milioni di parole (URL: http://corpora. dslo.unibo.it/TCORIS/); (ii) itWaC (Baroni et al.l 2009), un corpus di italiano scritto del web, composto da circa 1 miliardo e mezzo di parole, consultato tramite la piattaforma SketchEngine (https://www. sketchengine.eu/). Come corollario di tale indagine, abbiamo poi aggiunto dati elicitati tramite questionario, per i quali rimandiamo al § 4. 3.1 La costruzione ““prendere e V” nei corpora CORIS e itWaC La ricerca nei due corpora utilizzati è stata effettuata tramite un’estrazione semi-automatica dei dati. Dapprima, abbiamo ricercato tutte le stringhe così composte: (20) lemma prenderee o pigliaree + particella su (opzionale) + uno o due clitici (opzionali) + congiunzione e + qualsiasi verbo Come risulta evidente dalla stringa, questa ricerca ci ha permesso di estrarre la costruzione in esame nella sua configurazione “semplice” (21a) e in alcune varianti: in alcuni casi (poco numerosi) al posto di prendere troviamo pigliare (21b) (cfr. § 1); in altri, a prendere o pigliare si accompagna anche la particella su (21c-d), formando di fatto un verbo sintagmatico (Masini 2005; Iacobini & Masini 2017). A questi casi si aggiungono quelli in cui il secondo verbo è preceduto da uno (21e)o due (21f ) clitici. (21) a. Non mi fa paura lasciare il paesello natio, sono uno che ogni tot prende e cambia tutto [...] b. Una notte, saranno state le due o le tre di notte, piglia e va al Castagno [...] c. [...] ogni tanto qualcuno chiama per un intervento e allora prendo p su e vado a fare il mio dovere LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 125 d. Vedi, Han Shan era uno studioso cinese che si stufò della grande città e del mondo e pigliò p g su e andò a nascondersi sulle montagne. e. Ma magari prendo p e mi vado a cercare una stanza in città f. Quando vado a trovare i miei nipoti, lui prende p e se ne va. I risultati ottenuti sono stati controllati e ripuliti manualmente dagli autori del presente contributo e sono stati successivamente annotati secondo i seguenti parametri: • Fonte (CORIS o itWaC) • Fonte_bis (sottocorpus del CORIS) • Lemma_v1 (prendere ( e o pigliare) • Su (presenza o assenza della particella su) • Lemma_v2 (lemma del secondo verbo) • Lemma_v3 (lemma dell’eventuale terzo verbo; cfr. infra) • Movimento (appartenenza o meno di v2 ai verbi di moto) • Note (eventuali) La base di dati finale ammonta a 329 esempi reali: 55 dal CORIS e 274 da itWaC. Considerando la diversa dimensione dei due corpora (itWaC è dieci volte più grande di CORIS), l’incidenza della presenza della costruzione ““prendere e V” è maggiore nel CORIS. In quest’ultimo corpus, come mostrato nel Grafico 1, ““prendere e V” si trova soprattutto nella narrativa e nei “monitor corpora”, ovvero testi aggiunti periodicamente (l’ultimo aggiornamento è del 2016), successivamente alla prima pubblicazione della risorsa nel 2001. Grafico 1 - Distribuzione nel CORIS (sottocorpora) 126 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI Per quanto riguarda la configurazione della costruzione, i dati rivelano che questa si presenta abbastanza stabilmente nella sua forma ‘canonica’, ovvero con il lemma prendere (anziché pigliare) e senza la particella su. Nello specifico, la variante con pigliare compare in 28 casi contro i 301 di prendere, mentre la particella su segue il primo verbo in soli 17 casi su 329. Per quanto concerne invece il secondo verbo (lemma_v2), abbiamo un totale di 106 lemmi5, alcuni dei quali hanno una notevole token frequency (andare, andarsene, partire, fare, andare via)6, mentre altri compaiono poche volte (cfr. Grafico 2); ben 75 verbi (baciare, copiare, fiondarsi, mandare al diavolo, suonare, volare, e molti altri) occorrono una sola volta nella nostra base di dati. Grafico 2 - Token frequency di lemma_v2 ( frequenza >1) 5 I verbi multiparola (andare via, girare al largo, ecc.) sono stati lemmatizzati come lemmi a sé stanti. Per quanto riguarda i verbi con il si, se questi compaiono nei nostri dati solo con il si (es. illuminarsi) allora sono stati lemmatizzati con il si, se invece compaiono con e senza il si con il medesimo significato (es. cancellaree e cancellarsi) sono stati lemmatizzati senza il si. Laddove la presenza del si determini una differenza di significato rispetto alla base (mettersi nel senso di ‘cominciare (a)’ vs. mettere), la forma è stata lemmatizzata a parte, con il si. 6 Nel ripulire i risultati ci siamo imbattuti in diversi esempi dell’espressione prendere (su) e portare a casa (27 in totale), una locuzione dal significato idiomatico che abbiamo escluso dalla nostra base di dati, essendo più interessati a investigare gli usi produttivi della costruzione in esame. LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 127 Dunque, sebbene la costruzione presenti una nicchia di verbi (essenzialmente verbi di moto, come vedremo a breve) con cui occorre con maggior frequenza, essa è aperta a molti altri verbi appartenenti ad altre classi semantiche, con i quali occorre in genere poche volte, a testimonianza della produttività della costruzione. Come si può notare dal Grafico 2 (che illustra, per motivi di spazio, solo i lemmi con frequenza maggiore di 1), la presenza di verbi di moto (inclusi i verbi di moto causato, es. buttare via) è decisamente cospicua: oltre ai verbi già citati, troviamo soprattutto verbi di moto direzionali (come scappare, salire, uscire), ma anche alcuni verbi di moto di maniera (come correre e volare). La Tabella 2 riassume la presenza dei verbi di moto (compresi quelli di moto causato) all’interno dei due corpora utilizzati. Tabella 2 - Presenza dei verbi di moto CORIS Verbi di moto (causato) Altre classi di verbi Totale n. 46 9 55 % 83,6 16,4 itWaC n. 185 89 274 % 67,5 32,5 CORIS+itWaC n. 231 98 329 % 70,2 29,8 Vediamo come l’incidenza dei verbi di moto sia più significativa nel CORIS rispetto a itWaC, dove circa un terzo (32,5%) dei verbi appartiene ad altre classi semantiche, un dato che potremmo interpretare come un segno di “espansione” della costruzione verso domini diversi rispetto a quello puramente spaziale, considerando che il corpus itWaC rappresenta, complessivamente, una varietà di lingua più recente e “meno controllata” rispetto a quella del CORIS. Relativamente alla massiccia presenza di verbi di moto nella nostra costruzione, è doveroso osservare che l’altissima incidenza di andare è dovuta anche al fatto che in diversi casi (17 su 74) andare regge un terzo verbo (lemma_v3), che contribuisce in maniera significativa alla designazione dell’evento, ad esempio: (22) a. Io presi e andai a iscrivermi a lettere. b. Sarò egoista ma prendereii e andreii a ballare a Cuba Topic [...] Lo stesso succede con altri verbi, aspettuali (come cominciare, iniziare, mettersi, partire, cfr. (23a)) o causativi, come faree (23b): 128 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI (23) a. A volte prende e inizia a ridere da solo... b. [...] ma non mi sembra così ovvio prendere e far partire due aerei da aviano e bombardare l’iran ... Infine, sebbene la nostra indagine si sia concentrata su due corpora di italiano scritto di ampie dimensioni come CORIS e itWaC, nel tentativo di ottenere dati quantitativi significativi su una costruzione non particolarmente frequente, vale la pena riportare che uno spoglio del LIP (De Mauro et al.l 1993) ha dato risultati esigui circa la presenza di ““prendere e V”. Abbiamo infatti trovato solo tre esempi della nostra costruzione, riportati di seguito: (24) a. abbiamo organizzato proprio una sfilata di intimo maschile nel senso ci sono questi eh questi otto modelli che prendono e sfilano insomma fanno vedere questi capi di questa ditta [FE7] b. voglio dire gli eserciti forse a un certo punto prenderanno e se ne torneranno e_ i giornalisti pure sicuramente mentre invece le centinaia di migliaia di persone che sono state direttamente colpite dal conflitto rimarranno li’ [MC9] c. allora ho preso e me ne so’ andato via alle nove eh alle otto e mezza [RB1] Da un lato, la nostra costruzione dovrebbe avere carattere colloquiale (§ 1.1), quindi ci aspetteremmo di vederla ben attestata nel parlato; dall’altro il LIP è un corpus di dimensioni decisamente più piccole rispetto agli altri due, pertanto la scarsità di risultati è prevedibile. Ulteriori indagini su corpora di parlato più recenti sarebbero auspicabili per verificare la vitalità di ““prendere e V”. 4. Dati elicitati: risultati e analisi Per testare meglio la diffusione della costruzione ““prendere e V” abbiamo elaborato un questionario tramite GoogleForm e lo abbiamo sottoposto attraverso vari canali7 via internet, ottenendo un totale di 1421 risposte da parte di parlanti nativi. Il questionario è composto da esempi reali (frasi estrapolate dai corpora e all’occorrenza manipolate) e si compone di tre parti: 7 Ringraziamo tutti i parlanti che ci hanno voluto fornire le loro intuizioni e, in particolare, i Gruppi Facebook Linguistica in pillolee e Linguistica@UNIBO per aver diffuso il questionario. LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 129 • Parte 1: Giudizi di accettabilità delle frasi presentate (10 stimoli di cui 3 distrattori/frasi di controllo) • Parte 2: Tipo di emozione veicolata dalle frasi presentate (8 stimoli di cui 3 distrattori/frasi di controllo) • Parte 3: (Eventuale) differenza tra coppie di frasi con e senza prendere e (8 stimoli di cui 3 distrattori/frasi di controllo) Forniamo innanzitutto alcuni metadati relativi ai parlanti che hanno risposto ai quesiti. I parlanti sono di età variabile, ma la fascia più rappresentata è decisamente quella tra i 21 e i 30 anni (Grafico 3). Il genere è sbilanciato: le parlanti femmine sono infatti 1087, mentre i parlanti maschi solo 334. Per la maggior parte, i soggetti sono lavoratori e studenti, come illustrato nel Grafico 4. La quasi totalità dei soggetti ha dichiarato di parlare o capire il dialetto (Grafico 5), specificando quale. Questa parte dei risultati del questionario è stata rielaborata manualmente: abbiamo infatti suddiviso i dialetti in 4 macro-aree (nord, centro, sud, Sardegna), per ridurre la frammentazione dell’informazione. Come mostrato nel Grafico 6, la metà dei soggetti parla/capisce un dialetto meridionale, poi abbiamo, in successione, le varietà del nord e quelle del centro. Grafico 3 - Età dei parlanti 130 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI Grafico 4 - Occupazione dei parlanti Grafico 5 - Sai il dialetto? Grafico 6 - Quale dialetto? LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 131 Nei sottoparagrafi che seguono discutiamo una parte dei risultati del questionario, ritenuti significativi per l’analisi. 4.1 Giudizi di accettabilità La prima parte del questionario contiene giudizi di accettabilità su frasi in cui la nostra costruzione compare in varie configurazioni (cfr. (21), § 3.1). Le risposte possibili erano SI (accettabile) e NO (non accettabile). Come è facile aspettarsi, le frasi con il su (es. La cosa migliore che un lettore possa fare è prendere su e andare nei luoghi di cui parlo) sono state ritenute molto meno accettabili (i NO superano abbondantemente i SI) rispetto a quelle senza il su: l’uso dei verbi sintagmatici può infatti variare molto a livello sociolinguistico. Lo stesso vale (se pur in misura minore) per l’impiego di pigliare anziché prendere (es. Non sapevo dove andare, allora piglio e chiedo a lei), a conferma che la configurazione ‘standard’ è quella prendere+e+V V2. Vediamo uno degli stimoli di quest’ultimo tipo: (25) Sara ha l’assillante tentazione di prendere e andarsene per la propria strada Grafico 7 - Giudizi di accettabilità e dialetti: esempio (25) La frase è stata ritenuta accettabile da circa due terzi dei soggetti: abbiamo infatti il 69% di SI e il 31% di NO. Incrociando i giudizi con le variabili sociolinguistiche a disposizione (età, genere, occupazione) non emergono dati particolarmente significativi, le proporzioni non cambiano in maniera significativa. Se prendiamo in considerazione i 132 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI dialetti, notiamo che al ‘sud’ c’è una maggiore incidenza dei NO sui SI rispetto a ‘nord’ e ‘centro’ per la frase (25), un dato interessante considerando che la pseudo-coordinazione dovrebbe essere particolarmente presente nelle varietà meridionali secondo Rohlfs (1969 [1954]) (cfr. § 1.1). Si osservi a proposito il Grafico 7. Un secondo stimolo è quello che troviamo in (26): (26) Il significato del sogno era che Nora dovesse prendere e andare in un posto che nessuno conosceva La frase viene ritenuta accettabile da poco più della metà dei soggetti: 45% NO vs. 55% SI. I soggetti nella fascia 21-40 anni hanno una percentuale di accettabilità leggermente maggiore rispetto al totale. Se consideriamo i dialetti, per ‘sud’ e ‘Sardegna’ i NO superano i SI, diversamente da ‘nord’ e ‘centro’, come mostrato nel Grafico 8. Grafico 8 - Giudizi di accettabilità e dialetti: esempio (26) 4.2 Emozione veicolata In questa seconda parte del questionario si è cercato di identificare il tipo di ‘emozione’ (affect) comunicata dalla costruzione in esame per confermare (o meno) ciò che è stato notato in letteratura (cfr. §§ 2.1 e 2.3). Anche in questo caso ai soggetti sono stati sottoposti esempi reali, che in alcuni casi sono stati lievemente manipolati per eliminare marche di affect. Le risposte possibili erano: SORPRESA, FASTIDIO, NESSUNA, ALTRO. LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 133 Vediamo un paio di stimoli ((27) e (28)) e i relativi risultati (Grafici 9 e 10, rispettivamente). Come si può notare, la maggior parte dei parlanti segnala che le frasi in questione veicolano sorpresa o fastidio. (27) Avevamo deciso di non dirlo a nessuno, poi lui [...] prende e fa un numero di telefono Grafico 9 - Tipo di emozione: esempio (27) (28) Una notte, saranno state le due o le tre di notte, piglia e va al Castagno; scassina la porta della Sagrestia, sale sul campanile della chiesa e ci mette un grammofono Grafico 10 - Tipo di emozione: esempio (28) 134 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI Chi ha selezionato la risposta ALTRO, ha potuto esplicitare le proprie intuizioni in un campo aperto: per quanto riguarda (27), diversi parlanti hanno specificato che la frase veicola sia sorpresa che fastidio, altri hanno aggiunto proprietà quali l’incredulità, la subitaneità (azione veloce, improvvisa) o il disappunto; a proposito di (28), invece, sono stati rilevati valori quali divertimento, enfasi/intensità/partecipazione, subitaneità, risolutezza del soggetto. Allo scopo di investigare ulteriormente questo aspetto, abbiamo sottoposto i parlanti a un’ultima batteria di esempi (terza parte del questionario), questa volta in coppia. Ad esempio, a fronte di stimoli come i seguenti: (29) (A) Troppo facile prendere e andare via, a come fanno tutti (B) Troppo facile andare via, a come fanno tutti (30) (A) Ero stanca, ho preso e sono andata per i fatti miei (B) Ero stanca, sono andata per i fatti miei abbiamo chiesto ai parlanti se reputavano (A) e (B) ‘equivalenti’. In questi casi, abbiamo registrato una (non troppo marcata) maggioranza di SI: nel caso di (29) abbiamo il 61% di SI vs. il 39% di NO, mentre per (30) abbiamo il 57,3% di SI vs. il 42,7% di NO. Questi risultati da un lato confermano che la frase con prendere viene percepita come una specie di ‘variante’ della versione con verbo singolo, in cui prendere non introduce un evento separato da quello denotato dal secondo verbo. Al contempo, abbiamo una percentuale non trascurabile di parlanti che segnala la non equivalenza delle due versioni. Chi ha risposto NO nel caso di (29) nel campo libero ha specificato, ad esempio, che la frase in (A): è più incisiva/enfatica/espressiva; denota un evento improvviso/ inatteso; esprime fastidio/rabbia/disappunto; è più colloquiale/ informale rispetto a (B), che suona invece più neutra. Questi dati e i precedenti sembrerebbero confermare la semantica di “sorpresa” (in senso ampio, positivo o negativo) della costruzione ““prendere e V” nella lingua italiana. LA COSTRUZIONE ““PRENDERE E V” NELL’ITALIANO CONTEMPORANEO 135 5. Conclusioni In questo contributo abbiamo analizzato, tramite una metodologia mista, la costruzione ““prendere e V” nell’italiano contemporaneo. Dal punto di vista strutturale, la costruzione in esame presenta caratteristiche (unione di due verbi flessi allo stesso modo e uniti da una congiunzione) che la collocano nel dominio della pseudo-coordinazione. Dal punto di vista funzionale, oltre a denotare un evento unico, ““prendere e V” veicola una semantica sia aspettuale che di “sorpresa”, piuttosto diffusa nella pseudo-coordinazione a livello interlinguistico. Essa potrebbe quindi essere considerata come una marca di mirativitàà (DeLancey 1997; Peterson 2015, 2017), come proposto anche da Ross (2016b) e Lemmens & Sahoo (2019) per strutture pseudo-coordinative in altre lingue. Dal punto di vista dell’uso, la nostra indagine mostra come ““prendere e V” sia una costruzione emergente, o comunque in evoluzione: la sua presenza nei corpora è certamente non trascurabile, ma non è (ancora?) usata in maniera omogenea dai parlanti. In particolare, i dati del questionario evidenziano una situazione piuttosto incerta, con tassi di accettabilità variabili (la costruzione sembrerebbe essere più accettata da parlanti di varietà non meridionali). I dati da corpora d’altro canto mostrano una certa produttività di ““prendere e V” e una tendenza a unirsi a classi di verbi diverse rispetto alla nicchia di elezione (verbi di moto), che sembrerebbe indicare una fase di espansione della costruzione. Riferimenti bibliografici Aikhenvald, Alexandra Y. 2006. Serial verb constructions in typological perspective. In Aikhenvald, Alexandra Y. & Dixon, R.M.W. (a cura di), Serial verb constructions, 1-68. Oxford: Oxford University Press. Arnaiz, Alfredo & Camacho, José. 1999. A topic auxiliary in Spanish. In Gutiérrez-Rexach, Javier & Martínez-Gil, Fernando (a cura di), Advances in Hispanic linguistics: Papers from the 2nd Hispanic Linguistics Symposium, vol. 2, 317-331. Boston: Cascadilla Press. Baroni, Marco & Bernardini, Silvia & Ferraresi, Adriano & Zanchetta, Eros. 2009. The WaCky Wide Web: A collection of very large linguistically 136 FRANCESCA MASINI, SIMONE MATTIOLA, GRETA VECCHI processed web-crawled corpora. 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