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2012, Antonio Cimino, Vincenzo Costa (ed.), Storia della fenomenologia
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2017
italianoIl pensiero di Emmanuel Levinas dischiude le coordinate di uno spazio relazionale in cui identita e alterita trovano il proprio «luogo». Il presente contributo tratteggia il particolare intreccio fra esperienza letteraria ed esperienza dell’alterita nell’orizzonte ultimo della trascendenza. Ogni relazione e caratterizzata da una particolare asimmetria che rivela le identita dei soggetti coinvolti ed allo stesso tempo rimanda al di la di essi, attraverso una eccedenza di senso che si rivela nella sproporzione dell’incontro. L’esperienza letteraria si caratterizza per il suo «fare segno» verso questo orizzonte ultimo, rimandando a una presenza che interpella attraverso la traccia dell’assenza. Attraverso una analisi della metafora della «curvatura dello spazio intersoggettivo» e il suo ritornare sullo sfondo delle riflessioni piu recenti di Levinas si cerchera di descrivere la funzione testimoniale del linguaggio e la ritmica dialogica della persona umana. EnglishThe thought o...
Dialegesthai, 2011
L'intento del presente articolo è analizzare, negli scritti di Levinas, la fenomenologia e il ruolo del Male e del Messianismo nel percorso iperbolico di soggettivazione della soggettività. L'ipotesi metodologica che a esso soggiace è che ci sia una profonda relazione tra i commenti talmudici e gli scritti filosofici di Levinas e, in particolare, che il Messianismo lungi dall'essere semplicemente un fenomeno legato a una tradizione religiosa particolaristica, sia un evento pertinente alla soggettività fenomenologicamente intesa. Il male dell'ipostasi La nauseabonda vergogna dell'essere Già in Dell'evasione Levinas si sofferma sul carattere d'irremissibilità dell'esistenza, sull'«acuto sentimento di essere incatenati» a essa 1 , mentre in Dall'esistenza all'esistente rileva come la domanda sull'essere che non trova risposta costituisca un «mal d'essere» 2. La consapevolezza dell'ingombro dell'essere porta la società contemporanea a un desiderio di evasione, al bisogno di fuga dalla propria identità 3. 1 Cfr. DE p. 14. Queste le abbreviazioni usate nel corso dell'articolo: ADV L'au-delà du verset, Editions des Minuit, Paris 1982, trad. it. di Giuseppe Lissa, L'aldilà del versetto, Guida, Napoli 1986. AE Autrement qu'être ou au-delà de l'essence, Nijhoff, La Haye 1974, trad. it. di M.T. Aiello e S. Petrosino, Altrimenti che essere o al di là dell'essenza,
Dialegesthai, 2012
Nell'articolo precedente abbiamo analizzato la visione soggettivistica del Messianismo in Levinas come apogeo nell'iperbole di soggettivazione della soggettività. Nel presente lavoro ne esamineremo l'aspetto religioso, all'interno di una concezione ebraica che è molto complessa, e della quale Levinas coglie gli aspetti più consoni al suo pensiero; infine vedremo come il filosofo collega la propria visione soggettivistico/religiosa del Messianismo al Sionismo inteso come tentativo di declinare nelle categorie politiche ciò che per sua natura eccede il politico 1 .
2014
Confronto tra Levinas e Buber sulle categorie principali della relazione dialogic
2021
The issue of the relationship between Levinas and the feminine has been a central role in recent levinasian studies and represents one of the places where critics are most in disagreement. In fact, there are those who highlight the devaluing and stereotypical representation of woman in a subordinate position with respect to male subjectivity, reducing her to the space of the house or to erotic pleasure; while others focus mainly on the importance of the maternal sense of ethical subjectivity. The aim of this article is to show all the places where Levinas talks about the role of the female and to reconstruct the critical debate on them. In doing this, we will try to answer urgent questions that characterize the current feminist philosophies: how to think together about vulnerability, responsibility and a dispossessed subject without ending up supporting a conservative vision that justifies forms of submission and subordination? To answer this question, we will show the main female figures that we encounter in the author's thought, illustrating the specific role of each of them within his work. At that point we will analyze the debate that has developed around this theme and we will show our personal conclusions.
Il breve scritto su Max Picard 1 rappresenta il primo e forse più esplicito passo in direzione di una completa ed esaustiva definizione del concetto di poesia da parte di Emmanuel Levinas. Un primo segnale in questo senso inizia di fatto ad emergere proprio nelle coeve riflessioni 'estetiche' del filosofo in Voix de fin silence 2 e in La servante et son maitre 3 ; ma è con questa breve ed intensa comunicazione, nonché con il saggio Linguaggio e prossimità 4 , che Levinas fornisce in modo più diretto il senso della sua originale visione più matura riguardo alla poesia, alla poesia pura.
DIFFERENZE E RELAZIONI VOLUME I: IL PROSSIMO E L’ESTRANEO, 2013
Ipotesi sull'estraneo a partire dalla traumatologia esperienziale di Lévinas.
Quando il materialismo impera, risorge la magia. Stiamo vivendo, come del tempo preconizzarono le dottrine tradizionali, un'era di "seconda religiosità". Dopo secoli di razionalismo materialistico, I'uomo riprende ad avvertire "un battere d'ali nere, un raspare di forme e di entità dal di fuori sul margine estremo dell'universo conosciuto" (H. P. Lovecraft). Privo tuttavia dell'interiore sicurezza che in antico gli veniva dalla coscienza della sua superiorità spirituate, I'uomo vede oggi l'ignoto manifestarsi sotto le forme dell'incubo. Ne deriva il suo rifiuto dell'alto, e il suo rifugiarsi verso il basso; non I'ateismo ma il satanismo; non il paganesimo, bensì una religiosità distorta ed infera. Di qui, il rinnovato interesse per tutto quanto è occultismo, spiritismo, esperimenti extra-normali, infine magia. Riproporre questo termine proprio oggi, in un momento in cui il suo significato, dopo secoli di derisione, sta raggiungendo il punto più basso a causa dell'uso indiscriminato e plebeo che di esso si fa, significa correre il rischio di fornire ulteriore esca alla denigrazione volontaria o inconsapevole, alle interpretazioni distorte o deliberatamente artefatte. In un periodo come l'attuale, in cui la vita sembra essere senza scopo, in cui l'uomo consapevole vede la scomparsa di qualsiasi ideologia positiva (nel senso di attiva, e non certo di positivistica!) , in cui la personalità indifesa ed in cui anche le coscienze piu forti vacillano, noi riteniamo tuttavia che una "visione del mondo" conforme al credo dell'Alta Magia, come ci è stato tramandato dagli insegnamenti tradizionali, abbia, per chi rifiuta di farsi prendere nella morsa del materialismo e dell'empirismo, valore profondo e positivo. Lungi dall'essere una barbarica forma di protoscienza, la magia -o meglio, la "concezione magica del mondo" -consente di porsi di fronte al reale su di un piano completamente diverso da quello offerto dal pensiero strettamente "scientifico", Contemplare "magicamente" la realtà significa assumere di fronte all'essere un atteggiamento non passivo, ma attivo. Per la magia, la conoscenza vera è di per sè potenza, e non risiede in una semplice registrazione e catalogazione di fatti o pseudofatti, ma porta con se un'attestazione di dominio. Per giungere a tanto, perseguendo, attraverso le vie dell'ascesi, la Grande Opera, occorre sottoporsi ad un processo di auto-trasformazione. "Questa conoscenza è trascendente anche nel senso che essa presuppone un cambiamento di stato. Non la si consegue che trasformando un modo di essere in un altro modo di essere, mutando la propria coscienza", si legge nella Introduzione alla Magia, a cura del Gruppo di Ur. (Edizioni Mediterranee, Roma, 1971). Gli insegnamenti di chi, in passato, percorse questa stessa via, ci sotto giunti, racchiusi in testi che parlano all'uomo modern in un linguaggio muto, attraverso immagini indecifrabili e concetti troppo lontani dal sentire confemporaneo perchè possano ancora aver valore illuminante. Perso o dimenticato il significato trascendente, le formule son divenute frasi morte, pronunziate solo con le labbra. "La Chiave dei Grandi Misteri", afferma un occultista del secolo scorso, Eliphas Levi, "è stata smarrita". Questo non significa, tuttavia, che non sia possibile ritrovarla. Proprio oggi, forse, nel momento in cui sembra si sia toccato il fondo dell'Età Oscura, inizia a manifestarsi il riflusso di alcune coscienze verso una concezione piu alta dell'essere e della stessa spiritualità. Per favorire questo processo di recupero dei valori dimenticati, riproponendo un insegnamento che trae la sua validità non dall'umano ma dal transumano (per usare il termine di un grande Iniziato: Dante Alighieri), non ci è sembrato inutile ripresentare quei testi in cui schegge dell'antico sentire siano ancora reperibili, sia pure sotto successive sedimentazioni. Le opere raccolte in questo volume sono state per secoli portatrici di un verbo trascendente, studiato con venerazione e tramandato con prudenza e accortezza. II loro vero significato, la "lettera che vivifica", lasciamo siano i lettori a ritrovarlo. g.d.t. II potere di una fervida fantasia è la componente principale di ogni operazione magica. PARACELSO II diciottesimo Arcano Maggiore dei Tarocchi raffigura la Luna dipingendola, tradizionalmente, come un volto di donna. Alta nel cielo notturno, stilla dagli occhi lacrime rosse su un sentiero diritto che si perde in lontananza fra due torri. Un cane e un lupo abbaiano alla sua luce, mentre un granchio scivola sulla riva di uno stagno tra il riflesso del raggi argentei. E' una delle carte più interessanti di questo gioco mistico la cui origine si perde nei tempi. Rappresenta la vita segreta della mente e, attraverso un simbolismo chiaramente sessuale, la penetrazione dell'Iniziato nell'ignoto. II riflesso della luce lunare suscita fantasmi: nella sua fosforescenza si muovono creature della notte, incubi e illusioni, II cane e il lupo sono gli impulsi animali dell'umano, liberati dal potere dell'astro notturno. II grancbio sta per la costellazione del Cancro, che domina il silenzio, le forze nascoste, gli influssi invisibili. La luce d'argento lo fa emergere dall'acqua stagnante: e l'arcano che si manifesta e prende forma nel mondo sensibile. I flutti da cui esce sono le acque del Genesi, il caos, l'abisso " informe e vuoto " dal quale si formò l'Universo. Come nella Bibbia, l'elemento vivificante è costituito dalla luce, cioè l'illuminazione divina, che dissipa le tenebre della ragione. L'insieme raffigura, come del resto molte altre carte dei Tarocchi, I'operazione magica. Ma il suo simbolismo, benchè suggestivo, è chiuso, e rimane tale finchè lo si esamina attraverso il freddo obiettivo della logica razionale e materialista. Per dissuggellarlo occorre sottoporsi ad una Discesa agli Inferi, in cui si dissolvano gli automatismi mentali, che ci costringono a ragionare secondo gli schemi del Tempirismo, e ci riporti a contatto con le verità iniziatiche del Mito. E' un viaggio pericoloso. II Dottor Faust vi perse l'anima (malgrado ciò che disse poi Goethe), Pico della Mirandola la ragione, Jacques Cazotte la testa. Sarà bene dunque farci indicare la strada da chi la conosce sicuramente, avendola percorsa per primo. L'universo della Magia E' vero, è vero senza errore, è certo e verissimo: Ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso e come ciò che è in alto, per fare il miracolo della Cosa Unica. Inizia così la Tavola di Smeraldo, documento antichissimo attribuito dalla tradizione a Ermete Trismegisto, il " tre volte grande ", mitico iniziatore dei fituali magici mediterranei. " E' tutta la Magia in una pagina ", ne dice Eliphas Levi, occultista del secolo scorso. In effetti, I'inizio della Tavola attesta il Principio Primo della scienza magica, dal quale tutto il resto della dottrina discende a guisa di successivi corollari. Questo Principio Primo consiste precisamente in un modo particolare di concepire I'Universo, Dio, l'Uomo e le mutue relazioni. All'occhio del mago il Cosmo non appare come un assembramento disordinato (o comunque disposto secondo un ordine inconoscibile) di enti diversi, in genere senza rapporti reciproci. Al contrario, l'Universo è simile a un corpo umano: tutti i suoi organi, anche i piu differenti e distanti, sono legati l'uno all'altro tanto che agire su di uno significa provocare effetti a volte insospettati sugli altri.E come dall'unione di tutti gli organi nasce un essere unico, l'uomo, dotato di sue caratteristiche singolari, cosi dall'unione di tutti gli enti dell'universo nasce una Cosa Unica, dotata a sua volta di proprietà e caratteristiche singolari. Per il mago questa Cosa Unica, cioe l'Universo con tutto ciò che contiene, è Dio. II paragone con il corpo umano non è casuale. Per il mago, infatti, se l'Universo-Dio è il Macrocosmo, l'uomo e il Microcosmo: una sua piccola immagine simbolica che ne riproduce, ridotte agli infinitesimi, tutte le caratteristiche. In questo modo il pensiero magico giunge a concepire una singolare, e senza dubbio affascinante, forma di unicità dell'Essere, ricomponendo in uno schema senza dicotomie la triade Dio-Universo-Uomo. Aspirazione del mago è di pervenire alla coscienza totale di questo Essere Unico: estendere cioè, mediante un processo di espansione spirituale, la sua singolarità sino a recepire tutti gli aspetti diversi ma concomitanti dell'Ente Universale e, una volta giunto a contemplarli nella loro totalità indifferenziata, imparare a dominarli. Ciò è nelle sue possibilità in quanto, secondo il pensiero magico, tutte le cose sono aspetti di una sola cosa, e nel Microcosmo si stempera e sintetizza il Macrocosmo, cioè Dio. Giunto a tanto, il mago diviene Uomo Completo. " Si eleva al di sopra degli angeli, sino a giungere all'Archetipo stesso, con il quale diviene cooperatore, e nulla gli è piu impossible ", dice l'occultista rinascimentale Cornelio Agrippa. E' questa la Grande Opera, obiettivo supremo della Magia, al cui compimento nessuno, se non pochi eletti, è mai pervenuto. Spingiamoci adesso ancora un po' più avanti nella direzione indicata dal parallelismo fra l'Universo e l'uomo, dal quale abbiamo preso le mosse. In un singolo individuo, personalità, carattere e comportamento sono determinati dall'intercomporsi di impulsi differenti: amore, odio, volontà di potenza, istinto distruttivo, forza di conservazione, ecc, Nel suo corpo scorrono poi flussi di fondamentale importanza per la vita, anche se non immediatamente discernibili; la corrente sanguigna, gli impulsi nervosi, le contrazioni muscolari, e fenomeni ancora più sottili, come le complesse reazioni biochimiche su cui si basa il funzionamento degli organi essenziali. Nell'Organismo Universale si manifesta qualcosa di simile. La sua struttura è percorsa da forze misteriose, che lo condizionano nella sua interezza. Queste forze sono mitiche (in senso fenomenologico) e metafisiche: sfuggono dunque ad ogni...