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2015, ARLIAN – Laboratorio di Arti e Linguaggi in Antropologia,
Raccolta delle immagini di copertina del sito ARLIAN - Laboratorio di Arti e Linguaggi in Antropologia dell’Università degli Studi di Siena, marzo 2015, già http://arlian.media.unisi.it/, ora offline, pp. 53.
Quali nessi si stabiliscono tra i sensi, il corpo e i flussi di pensiero? Per rispondere a questa domanda, piuttosto che parlare in terza persona un antropologo descrive in prima persona ciò che “prova” in una spiaggia siciliana in una giornata di caldo torrido. L’occasione è propizia per fare dialogare non soltanto elementi della dimensione sensoriale e cognitiva, ma, anche, per mettere a fronte alcune teorie relative all’azione e al “pensare”. Il genere in cui viene “trasposta” questa breve etnografia, in rottura con alcuni classici dell’antropologia, è più vicino ai testi realizzati da alcuni scrittori di letteratura che tendono a tradurre il vissuto in flussi di coscienza (Woolf, Joyce). Tra le altre cose, in questo esempio di etnografia riflessiva si pone il problema del rapporto tra il vissuto e le figure retoriche (la metafora e la sinestesia più particolarmente) e delle possibilità insite nelle commistione tra un approccio semiotico e antropologico.
Una linea di connessione antropologica tra i riti in onore di Artemide Brauronia e la Passio di Sant'Orsola.
2020
“Immagina che… Uno sguardo antropologico sul mondo. Parleremo di confini, soglie e limiti e... di corpi confinati”, Teresa Lucente e M. Squillacciotti, incontro al METISINROMA, 9 maggio 2020. L’intervento all’incontro si è svolto a “quattro mani” con la partecipazione di Teresa Lucente, anche se le sue considerazioni non sono riportate in questo documento. Il contributo, in attesa della pubblicazione con i materiali dell’incontro romano è stato pubblicato, rivisto e modificato, nella rivista “Testimonianze”, numero 532-533 di luglio-ottobre, 2020, pp. 61-67 con il titolo Quel che ci insegna l'Angelo di Wenders. Vedi ivi: https://www.academia.edu/44499794/Quel_che_ci_insegna_lAngelo_di_Wenders
L'antropologia è passata dall'essere disciplina conosciuta e praticata nel XIX secolo all'essere ignorata e frutto di misunderstanding nel corso del Novecento. Questo nonostante possa fornire numerosi spunti di riflessione e soluzioni da applicare al society menagement. Cosa può fare oggi l'antropologia per uscire da questo impasse? Come superare i confini dell'accademia ed entrare nella pratica pubblica?
L’articolo ha come oggetto di studio le possibilità di concepire, in trasposizione etnografica, una nozione di inizio (Aragon, Gracq) in concomitanza con gli ineludibili contesti d’uso e le altrettanto ineludibili forme di pensiero in divenire che lo accompagnano (Deleuze). La domanda che mi sono posto è fondamentalmente la seguente: cosa vuol dire iniziare (a osservare, capire, scrivere) in una circostanza in cui l’orale e lo scritto si rimandano continuamente? Piuttosto che pormi filosoficamente questa domanda in astratto, ho preferito diversamente, da antropologo del linguaggio, affrontare la questione più concretamente, in uno spazio specifico, in mezzo a tante altre persone impegnate in diverse forme d’interazione. Di conseguenza, come ‘pretesto’ di contesto d’uso spaziale (facendo esplicito riferimento a Wittgenstein e ‘piegandolo’ alla mia situazione) ho intenzionalmente utilizzato un luogo di intersezioni di ritualità quotidiane (Rosaldo): un bar di una grande libreria di Palermo, in Italia. Per quanto riguarda la forma dell’enunciazione (in definitiva e nella sua ultima fase, basata sul modello greimasiano, cioè, una enunciazione enunciata), ho invece usato il contrappunto, interponendo immagini fotografiche e scrittura, perché mi ha consentito di parlare di alcune tipologie possibili di comprensione (relative al visibile e scrivibile) a partire da alcuni scrittori che si pongono già, specificamente, il problema in brevi ma particolarmente densi racconti (Le bave del diavolo di Cortazar; Signifying nothing di Wallace; Contrappunto di DeLillo). Questa mia analisi, per quanto puntuale e occorrenziale (che vorrei fosse qui assimilabile il più possibile a un atto di parole), fa parte integrante di una ricerca più ampia in corso – sul quotidiano e sulle interazioni che lo caratterizzano in contesti d’uso specifici – in cui mi interrogo puntualmente sul significato della comprensione e del pensare per flussi più che per – chiari e inequivocabili – segmenti intenzionali, mentalmente eterodiretti di pensiero.
Malighetti R. 2014, Antropologie dalla Cina, SEID, Firenze.
L’antropologia ebbe origine nel Diciannovesimo secolo con l’espansione degli interessi economici e politici europei. Si qualificò in termini eurocentrici come visione della modernità verso ciò che non è moderno, e, come l’occhio, si sottrasse allo sguardo. Quando, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il centro del mondo si spostò negli Stati Uniti, i quartieri generali della conoscenza e l’antropologia si mossero coerentemente. La disciplina sviluppò un approccio trasversale ed etnografico che attraversa tutte le culture, comprese quelle che danno forma al pensiero scientifico. L’analisi delle società complesse aprì gli spazi per studiare la complessità di ogni società e cultura. Oggi che i centri del pianeta si moltiplicano, superando le dicotomie fra Primo e Terzo Mondo, le tradizioni antropologiche “minori” acquisiscono autorevolezza, emancipandosi dalla subalternità alle scuole anglosassoni. Da questa prospettiva il testo discute gli importanti contributi dell’antropologia cinese alla comprensione della contemporaneità. Illustra come la fertile e consolidata enciclopedia del sapere dell’antropologia cinese, sviluppatasi in stretto contatto con i principali indirizzi europei e nord-americani, produce proposte originali. Risultato del dialogo e della collaborazione dell’autore con alcuni fra i principali studiosi cinesi, il libro costituisce un’introduzione allo studio dell’antropologia della Cina che la comunità accademica e scientifica, non solo italiana, non ha ancora considerato con la dovuta attenzione.
InterAlia, 2015
Consonancias. Revista del Conservatorio Superior de Música de Castilla-La Mancha, 2022
Histologia e Embriologia... É arte! - 2020
Transstellar Journals, 2019
Journal of Financial Economic Policy, 2019
Journal of Materials Engineering and Performance, 2018
Frontiers in Marine Science, 2023
Italian Journal of Pediatrics, 2017
Archives of Clinical and Experimental Medicine, 2020
Journal of Clinical and Experimental Hepatology, 2013