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La Seconda Guerra Mondiale. La guerra in Sardegna

2021

 La Sardegna svolge, nel conflitto, un ruolo importante perché essendo il suolo nazionale più vicino a Gibilterra può inviare ricognitori fino all'altezza delle Baleari per avvistare e tallonare i convogli, scortati da corazzate e portaerei, che riforniscono Malta e le truppe inglesi in Libia che combattono contro l'esercito italiano.

IL SECONDO CONFLITTO MONDIALE. LA GUERRA IN SARDEGNA  La Sardegna svolge, nel conflitto, un ruolo importante perché essendo il suolo nazionale più vicino a Gibilterra può inviare ricognitori fino all’altezza delle Baleari per avvistare e tallonare i convogli, scortati da corazzate e portaerei, che riforniscono Malta e le truppe inglesi in Libia che combattono contro l’esercito italiano.  Dalla Sardegna partono centinaia di caccia militari che scaricano bombe e siluri contro la flotta britannica lungo quello che è noto come “il corridoio della morte”, la porzione di mare compresa tra la costa nord africana, la Sardegna e la Sicilia.  Le prime bombe cadono su Cagliari appena sei giorni dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Francia e alla Gran Bretagna, il 16 giugno 1940: alcuni aerei francesi colpiscono, con scarsi risultati, la zona di Bonaria.  Dal 10 al 16 maggio 1942 il Duce, Benito Mussolini, visita la Sardegna passando per Sassari, Tempio Pausania, La Maddalena, Caprera con visita alla tomba di Garibaldi, Macomer, Nuoro, Oristano, Mussolinia, Montevecchio, Cagliari, Sant’Antioco e Carbonia.  Alla fine del 1942, gli Alleati sbarcano in Tunisia e Cagliari viene sorvolata, per la prima volta, dagli aerei americani. Fino ad ora, le bombe cadute sulla città non sono state molte e hanno provocato danni limitati e poche vittime; a partire dal 17 febbraio, alle ore 14.00, 105 quadrimotore, scortati da caccia pesanti, disseminano migliaia di bombe di piccolo calibro, destinate ad uccidere specialmente nella zona di Bonaria e dietro la chiesa di S. Anna. I morti accertati sono più di 100: molte persone rimangono uccise in piazza mentre si apprestano ad entrare nei rifugi. In un’altra zona della città, sempre lo stesso giorno, le vittime sono 83, tra di esse molti bambini che sono appena usciti dalla scuola materna.  Nel 1943, i bombardamenti avvengono il 26 e 28 febbraio e il 13 maggio.  Il 26 febbraio, in realtà, sarebbe dovuta essere bombardata la città di Palermo ma trovando la città coperta dalle nubi si preferisce spostarsi sul secondo obiettivo appunto Cagliari, che quel giorno prevede cielo sereno. Vengono sganciate 204 bombe dirompenti che colpiscono la stazione, affollata di gente, il municipio, il mercato, l’ospedale, il bastione di S. Remy; i morti accertati sono 113 più una innumerevole quantità di feriti. Quel giorno, i cagliaritani abbandonano la città a piedi, su treni secondari o con mezzi di fortuna. La città rimane paralizzata per giorni.  Il 28 febbraio, due giorni dopo, 46 bombardieri e 40 caccia tornano e sganciano 533 bombe di grosso calibro, con un potenziale pari a 123 tonnellate di esplosivo. Si tratta di una strage: le vittime sono 410, ma si calcola che tra il 26 e il 28 febbraio siano rimaste uccise 150 persone in più rispetto alle vittime accertate.  Il 13 maggio, altri bombardieri e caccia militari sganciano 450 tonnellate di esplosivo, con un arsenale di più di 1.300 bombe fatte cadere sulla città.  Questi bombardamenti massici, sulla città di Cagliari, vengono effettuati dagli Alleati con il pretesto di trarre in inganno i tedeschi: si vuole far credere, ai nazisti, che gli Alleati sbarcheranno in Sardegna e non in Sicilia. Dunque, è a questo scopo che vengono concepiti ed eseguiti i bombardamenti da parte degli aerei militari americani sulla città di Cagliari.  I tedeschi cadono nel tranello, ordito loro dagli Alleati, e fino alla fine sono convinti del fatto che, se uno sbarco ci sarà, esso avverrà in Sardegna e non in Sicilia. Da annotare che anche lo stesso Fuhrer, A. Hitler si convince di questo fatto e, a tal proposito, ordina il trasporto di truppe ed artiglieria in Sardegna per fronteggiare l’attacco degli Alleati. Come si sa, invece, lo sbarco avverrà in Sicilia il 9 luglio del 1943.  In Sardegna, gli allarmi si ripetono a partire dal 24 maggio 1943 e per tutti i giorni seguenti, fino ai mesi di giugno e di luglio. Le incursioni degli aerei Alleati interessano anche Carbonia, Sassari, Olbia, Alghero. Gli aerei italiani, inferiori sul piano militare, possono fare poco.  Intanto, i cagliaritani che non sono riusciti a lasciare la città si sono rifugiati nelle grotte: una condizione infima di vita che continua largamente ancora anni dopo che la guerra è finita.  L’ultimo allarme è del 19 dicembre 1943 per un aereo che passa altissimo sopra la città, ma oramai il peggio è passato. Sono arrivati gli americani e, poco alla volta, la gente torna alla normalità. La appena nata “Radio Sardegna” con trasmissioni come “Chi l’ha visto?” consente a molte persone di ritrovarsi.  Su oltre 1.000 giorni di guerra, Cagliari ha avuto circa 800 allarmi di incursioni effettivi o di possibili incursioni di aerei nemici; 857 morti accertati più molti altri che non è stato possibile identificare, forse la stima potrebbe arrivare alle 1.000 vittime. Circa 10.000 bombe di ogni calibro hanno distrutto o reso agibile il 72% degli edifici della città. Cagliari è travolta da 2.000 tonnellate di esplosivo. Dopo la guerra, la città si riprende nel giro di pochi anni.