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Specialization's dissertation (conclusion)

2017

Specialization Course in Literary Forms between Ancient and Modern (it. Corso di Perfezionamento in Forme letterarie tra antico e moderno) at the University of Naples Federico II, with a dissertation on an essay I wrote in Classical Philology entitled “Simile a fiori d’oro. Il rapporto madre-figlia in Saffo” (eng. SIMILAR TO GOLDEN FLOWERS. THE MOTHER-DAUGHTER RELATIONSHIP IN SAPPHO); tutor: prof. Giovan Battista D’Alessio.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI Corso di Perfezionamento in Forme letterarie tra antico e moderno TESINA IN FILOLOGIA CLASSICA “SIMILE A FIORI D’ORO” Il rapporto madre-figlia in Saffo Tutor: Ch.mo Prof. Candidato: Dott. GIOVAN BATTISTA D’ALESSIO EMANUELE VUONO ANNO ACCADEMICO 2016/2017 Conclusione Al di là di alcuni casi particolari, è evidente come in Saffo la visione del rapporto madre-figlia sia sostanzialmente positiva e rivesta un ruolo importante nella vita privata, sociale e culturale della poetessa e nella sua opera. Anche in epoca moderna la relazione tra Saffo e la figlia è generalmente percepita in termini positivi, non contemplando quel deterioramento su cui insiste Ovidio. È interessante, in proposito, il posto di rilievo assunto da Kleis II nella tragedia Sappho: a Play in Verse di Lawrence Durrell, scritta nel 1947 ma edita nel 1950. Nel finale Saffo, dopo una lunga serie di fraintendimenti, dolori e disgrazie, si ricongiunge con la figlia, divenuta adolescente, e le rivolge le seguenti parole 1: SAFFO Vieni qui. (Kleis si alza e s‟avvicina alla madre. Le si inginocchia accanto. La abbraccia e le piange dolcemente in grembo. Saffo le carezza i capelli e sorride appena mentre mormora le ultime frasi.) Piangi, piccola Kleis2. Devi piangere per noi due, e per tutto il mondo, se hai ancora lacrime. E alla fine, quando saprai che al mondo non ci sono più lacrime da versare, piangi sulla tua vita. Solo allora, forse, sarai felice. Solo allora il tempo fermerà la sua lunga sequenza di orrori per lasciarti scegliere il dono che ti aiuterà a vivere. Anche se non possiamo nemmeno concepire questa speranza. Piangi, figlia. Piangi. Piangi. Piangi. 1 È il finale della scena nona (l‟ultima del dramma); la traduzione è di Enrico Groppali (1988, p. 170). È curioso il fatto che sia l‟invito opposto rispetto al fr. 150. Commenta Groppali: “la tragedia si chiude con un imperativo categorico: Saffo ordina alla figlia di piangere” (1988, p. 177). 2 46 Si tratta del suggello dell‟opera: a seguito dei tragici eventi che le hanno provocato immense sofferenze, la protagonista trova la sua estrema consolazione nell‟ultimo legame affettivo familiare che le è rimasto. Commenta così Sotera Fornaro: “l‟amore più intenso che ella prova è di grande purezza, è verso la figlia giovinetta, Kleis”3. È possibile che gli antichi avessero una visione del rapporto tra Saffo e la figlia simile a quella che possiamo riscontrare in Durrell: un legame basato più sull‟affetto che sul sangue, più emotivo che biologico; non tanto quello di un parente verso un altro, ma, piuttosto, quello di una madre premurosa nei confronti della figlia. 3 Fornaro 1991, p. 153. 47