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Le Orchidee degli Iblei

Tutta la famiglia delle orchidee in base alle ultime ricerche filogenetiche è in via di riorganizzazione tassonomica. Problema ancor più aggravato dal polimorfismo caratteristico di tutta la famiglia. Rilevanti sono anche i fenomeni di ibridazione, con conseguente introgressione, a rendere ancor più difficoltosa la definizione delle varie specie e sottospecie.

MELCHIORRE TRIGILIA LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI Ophrys discors Bianca TC MELCHIORRE TRIGILIA LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI TUTTI I DIRITTI RISERVATI © Trigilia Cultura – Ispica 2014 https://sites.google.com/site/trigiliacultura/ TC LE ORCHIDEE Classificazione Conquist Dominio – Eukariota. Regno – Plantae. Superdivisione Spermatophyta. Divisione – Magnoliophyta. Classe – Liliopsida. Sottoclasse Liliidae. Ordine – Orchidales. Famiglia – Orchidaceae. Sottofamiglia – Orchidoideae. Tribù – Orchideae. Sottotribù – Orchidinae. (Genere, Specie, e Sottospecie). Classificazione APG Regno – Plantae. (clade) – Angiosperme. (clade) – Monocotiledoni. Ordine – Asparagales. Famiglia – Orchidaceae. (da Wikipedia). Tutta la famiglia delle orchidee in base alle ultime ricerche filogenetiche è in via di riorganizzazione tassonomica. Problema ancor più aggravato dal polimorfismo caratteristico di tutta la famiglia. Rilevanti sono anche i fenomeni di ibridazione, con conseguente introgressione, a rendere ancor più difficoltosa la definizione delle varie specie e sottospecie. Le Orchidaceae (Juss., 1789) sono una delle famiglie più vaste della divisione tassonomica delle Magnoliophyta Angiosperme. Questa famiglia è una fra le più ricche del regno vegetale e si contende il primato con le Compositae; comprende 788 generi e più di 18500 specie (Strasburger, vol. 2 - p. 807; ma secondo altri autori, 500 generi e 30.000 specie!), 189 delle quali, con 29 generi circa, sono spontanee dei territori italiani. Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Orchidaceae all'ordine Orchidales, mentre la moderna classificazione APG la colloca nel nuovo ordine delle Asparagales. Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori. Biologicamente le Orchidee appartengono a tipi diversi; vi sono infatti specie terrestri e sono la maggior parte delle nostre indigene, con tuberi radicali annuali che hanno il significato di un rizoma tuberizzato, presentante la struttura di fusto alla sommità e di radice alla base. Queste masse tuberose sono spesso ramificate; si tratta in realtà di una radice avventizia tuberizzata: ogni tubero annuale si prolunga in un fusto aereo portante foglie alterne, sessili, con lembo a nervature reticolate, terminante con un’infiorescenza a spiga. I tubercoli vecchi si esauriscono, mentre se ne forma uno nuovo all'ascella della scaglia del tubero (vegetazione simpodiale). Sono dette Geofite Bulbose [G.Bulb.], perché portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, strutture di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. Sono orchidee terrestri in quanto, contrariamente 5 ad altre specie, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni. La maggior parte delle specie tropicali sono orchidee epifite crescenti fissate agli alberi delle foreste o sulle rocce; il fusto ha accrescimento monopodiale, più o meno sviluppato nel senso della lunghezza; porta foglie isolate, o ridotte anche a scaglie, di aspetto carnoso con nervature parallelinervie. Il fusto assume talvolta habitus xerofilo, e diventa carnoso. Le radici aeree pendenti si avvolgono del velamen: esso serve per assorbire l'acqua di pioggia e forma un manicotto attorno alla radice. Gli apici radicali sono verdi e la radice può compiere una certa assimilazione. Le orchidee scandenti, tipo VaniIla, sono radicate al suolo e mediante fusti volubili si attaccano a substrati diversi, ed emettono radici del tipo aereo su ricordato. Un piccolo numero di Orchidee vive parassiticamente: queste sono sfornite o quasi di clorofilla, e conducono vita eterotrofa, come i funghi, a spese dell'humus o dei materiali del terreno dei boschi. Alcune posseggono radici infette da funghi endofiti, altre, come Corallorhiza sono prive di radici, il loro ruolo viene assunto da ramificazioni del rizoma di aspetto coralloide. Alcune radici aeree, nelle specie epifite, mostrano geotropismo negativo, e dirigendosi verso l'alto servono ad accumulare humus. È comune la moltiplicazione vegetativa per mezzo di propaguli che si staccano all'estremità di getti stoloniferi, mediante bulbilli all'ascella di brattee oppure per gemme avventizie fogliari. Distribuzione e Habitat. La famiglia delle Orchidaceae può ritenersi cosmopolita essendo diffusa nei cinque continenti. Sono infatti in grado di adattarsi ad ogni genere di habitat fatta eccezione per i deserti e i ghiacciai. Il loro areale si estende da alcuni territori a nord del circolo polare artico, sino alla Patagonia e all'Isola Macquarie, prossime all'Antartide. La maggior parte delle specie è però originaria delle zone tropicali o subtropicali di Asia, America centrale e Sudamerica. In queste zone raggiungono il massimo di differenziazione e di forme, con adattamenti ecologici i più diversi, e con produzioni di forme florali fra le più belle del mondo vegetale; solo il 15% di esse cresce spontaneamente nelle zona temperate e fredde. In Italia ne crescono spontaneamente circa 29 generi, per circa 189 tra specie e sottospecie. Le infiorescenze sono disposte in spighe, grappoli o pannocchie che terminano il fusto simpodiale delle orchidee terrestri, e che na6 scono invece all'ascella delle foglie nelle forme epifite; ogni fiore nasce all'ascella di una brattea, il peduncolo florale di solito corto, non porta mai un profillo. Il fiore corrisponde alla formula florale delle Liliacee con ovario infero, ma il piano florale è profondamente turbato sia dalla riduzione quasi costante dell'androceo, sia dallo zigomorfismo, condizione necessaria per l'adattamento all’impollinazione zoogama, che trova in questa famiglia la sua massima espressione. Il fiore subisce una torsione di 1800 (detta resupinazione) per cui vengono posti anteriormente quegli elementi che, come il labello, dovrebbero stare posteriormente. Il perianzio [insieme del calice e della corolla del fiore] consta di un verticillo (calicino) esterno, di 3 pezzi sempre petaloidi liberi e di un secondo verticillo interno di cui 2 elementi (petali) sono liberi, posti lateralmente ed infine il petalo posteriore, che per resupinazione è diventato anteriore, assumendo forma slargata, che dicesi labello ed è spesso munito di uno sperone nettariero. Il labello può essere intero, oppure dividersi in 2 o 3 lembi, che sono ottimi caratteri sistematici; di solito vi è un lobo mediano più grande e 2 laterali. Gli elementi fiorali si possono indicare tutti con il nome di tepali, perchè tanto i sepali, quanto i petali sono simili fra loro e tutti petaloidi. L'androceo, [complesso degli organi maschili o stami del fiore] derivato da quello biverticillato delle Liliacee, con 3 elementi per ogni verticillo, subisce una progressiva riduzione. Lo stame unico ed il suo filamento si saldano con lo stilo per formare una colonnina particolare, detta ginostemio, la quale sormonta l'ovario e costituisce l'organo più caratteristico delle Orchidee. Qualche autore ammette che il ginostemio sia la continuazione dell'asse, in quanto talvolta alcuni pezzi del perianzio vi s’inseriscono sopra. Nel caso in cui vi sia un unico stame, questo è situato nella porzione più elevata del ginostemio e consta di un cappuccio che è la vera antera, asportata la quale compaiono le masse polliniche che sono raccolte in uno pseudotessuto compatto, duro, formato da tante tetradi polliniche unite insieme, dove quelle esterne hanno uno strato di sporopollenina più denso delle tetradi situate più profondamente. Il pollinario staccato dalla sua nicchia (antera), è formato da una massa terminale, il vero polline, da una caudicola e dal corpo adesivo basale; quest'ultimo serve per aderire al corpo dei pronubi e per attaccarsi allo stimma qualora vi sia stato trasportato. Esaminando la porzione ultima del ginostemio, [corpo colonnare 7 contenente gli organi maschili (androceo) e femminili (gineceo)], si nota lo stimma, posto sensibilmente più in basso della porzione occupata dall'antera (e formato da due settori dello stimma); il terzo settore dello stimma forma il rostello con un’appendice dentiforme, infine vi possono essere degli staminodi ed un’espansione del connettivo dell'antera. I granuli pollinici solo eccezionalmente sono pulverulenti (Cypripedineae), talvolta si presentano in tetradi (Neottia, Listera), ma per la generalità dei casi sono raccolti nel pollinario, come su descritto. Il gineceo [apparato femminile delle piante Fanerogame] consta di 3 carpelli saldati al margine e formanti una sola cavità, con placentazione parietale; le placente portano degli abbozzi meristemali che solo dopo l'impollinazione iniziano la formazione del gametofito femminile. L'ovario si trasforma in una capsula che si apre per 6 fenditure poste da una parte e dall'altra delle placente (deiscenza paraplacentare) con formazione di 6 valve, delle quali 3 sono fertili, perchè corrispondono ad altrettante placente, e 3 sterili, perchè rappresentano le parti mediane dei carpelli. La fessurazione della capsula procede o dall'estremo distale (restando però unita in alto), oppure dalla parte opposta. I semi in numero grandissimo (alcune centinaia di migliaia per capsula) sono pulverulenti, e constano di un tegumento con ampie cellule e di un meristema indifferenziato (proembrione); manca ogni traccia di albume. La germinazione del seme fu oggetto di molti studi, da quando si vide che i semi germinavano molto bene se invasi da ife fungine del tipo micorrizico, appartenenti al tipo Rhizoctonia. In queste condizioni dal seme nasce un protocormo, dapprima sferoidale e bianco, che ben presto assume forma a pallottola ed inverdisce alla luce, e dal quale sorgono fogliette e rizine, e poi radici. manca sempre la radice principale e tutte le radici comparse sul protocormo sono radici secondarie. L'infezione micorrizica si estende alle porzioni basali del protocormo e viene controllata nella sua diffusione da particolari reazioni di tipo immunitario, e da reazioni citologiche con distruzione del micelio da parte dei tessuti dell'Orchidea. I funghi simbionti possono anche appartenere a gruppi sistematici più elevati. Le foglie delle Orchidacee sono sempre intere e malgrado la loro natura polimorfa hanno una struttura lineare, che a volte può apparire carnosa e di forma tubolare; in questo caso alla base si sviluppano frequentemente dei 8 tuberi con pseudobulbi i quali possono assumere forma corta e arrotondata, appiattita ed ovoidale, oppure lunga e cilindrica; sono tutti organi questi che hanno una funzione di assimilatori di riserva. La disposizione delle foglie è alternata o distica: solo di rado si presentano opposte. Possono presentarsi in coppia oppure solitarie e, all'apice degli pseudobulbi, a volte possono anche essere – specie nelle piante che crescono in piena terra inguainate alla base; possono anche formare delle rosette basali da cui spunta il fiore. Nelle specie saprofitiche le foglie possono essere ridotte a semplici scaglie. Radici. Le specie tropicali hanno spesso radici aeree carnose o fini, rivestite di un velo radicale detto ''velamen'' che consente alla pianta di assorbire l'umidità atmosferica, che si sviluppano alla base delle foglie o fra di esse, e che possono presentare differenti modificazioni e adattamenti alla vita epifitica o saprofitica. Le Orchidaceae europee e mediterranee sono invece, con poche eccezioni, specie ''terricole'', con apparato radicale sotterraneo, costituito da rizotuberi o bulbi, da cui si dipartono radichette o radici filiformi. La forma dei rizotuberi può essere tondeggiante o ovaliforme (come per esempio nei generi ''Ophrys'', ''Orchis'' e ''Serapias''), o più o meno suddivisa in digitazioni (''Dactylorhiza'', ''Platanthera'', ''Spiranthes''); in alcune specie sono presenti dei veri e propri rizomi, con radici filamentose (''Listera'', ''Epipactis''), in altre possono essere presenti radici coralliformi (''Corallorhiza”). Il frutto è una capsula che si apre in vario modo con semi numerosi, piccoli, a tegumento per lo più membranoso, raramente crostoso; l’embrione è poco o affatto differenziato, senza albume. La riproduzione delle Orchidaceae può essere sia sessuata che asessuata. La riproduzione sessuata può avvenire sia per impollinazione incrociata, cioè con trasporto del polline dall'antera di un fiore sullo stigma del fiore di un altro individuo, ovvero per autoimpollinazione, cioè il polline passa dall'antera allo stigma dello stesso fiore. L'impollinazione incrociata è la modalità di riproduzione più frequente tra le Orchidaceae ed è prevalentemente entomofila, cioè affidata agli insetti. Molte specie di orchidee hanno un rapporto specie-specifico con il loro insetto impollinatore, o pronubo. Nonostante in casi sporadici si siano osservate impollinazioni da parte di coleotteri, ditteri, lepidotteri e ortotteri, la maggior parte degli insetti pronubi delle orchidee appartengono all'ordine degli Imenotteri, nella stragrande maggioranza dei casi alla superfamiglia degli Apoidei. Gli insetti impollinatori possono essere attratti con tre differenti meccanismi: 1) attrazione alimentare: è il meccanismo messo in atto dalle specie in grado di produrre il nettare, ricco di sostanze zuccherine, molto appetibili per gli insetti; il nettare è soli9 tamente custodito all'interno dello sperone, la cui forma limita l'accesso ad alcune specie di insetti; il prelievo del nettare porta l'insetto a contatto con le masse polliniche, che aderiscono al corpo dell'insetto mediante specifici organi adesivi detti viscidii o retinacoli. 2) mimetismo: è il meccanismo messo in atto dalle specie non nettarifere, che attraggono gli insetti o grazie ad un'apparenza del fiore simile a quella di specie nettarifere (è quanto avviene, per esempio, in alcune specie di ''Orchis'' (come ''Orchis mascula"), o grazie ad un aspetto del labello che per forma, colore e pelosità ricorda la femmina dell'insetto impollinatore (tale meccanismo è comune a molte specie di ''Ophrys''). Le specie che utilizzano il mimetismo sessuale producono spesso feromoni simili a quelli delle femmine dell'insetto impollinatore, inducendo il maschio ad un tentativo di accoppiamento definito ''pseudo-copulazione''; nel far ciò l'insetto entra in contatto con le masse polliniche che aderiscono alla testa (pseudocopulazione cefalica) o all'addome (pseudo-copulazione addominale). 3) trappola di odori: è il meccanismo tipico della scarpetta di Venere (''Cypripedium calceolus'') che attrae gli insetti nel fondo del labello a forma di tasca grazie a particolari sostanze profumate; nel tentativo di uscire dalla tasca il corpo degli insetti si cosparge di polline vischioso. L’autoimpollinazione può avvenire con 3 differenti modalità: 1) per semplice distacco dei pollinii che cadono sullo stimma sottostante; 2) per curvatura delle caudicole dei pollinii che depositano il polline sullo stimma sottostante - tale meccanismo si osserva per esempio in ''Ophrys apifera''; 3) per '''cleistogamia''' ovvero per autofecondazione prima ancora che avvenga l'apertura del fiore - tale meccanismo si osserva per esempio in ''Limodorum abortivum'' o in ''Serapias parviflora''. La riproduzione asessuata, ovvero senza necessità di fecondazione, può avvenire in due modi: 1) per ''moltiplicazione vegetativa'', con formazione di nuovi individui a partire da una suddivisione dei rizotuberi - tale meccanismo si osserva per esempio in ''Ophrys bombyliflora'', ''Serapias lingua'' e ''Serapias politisii''; 2) per '''apomissia''', cioè con produzione di semi fertili senza necessità di fecondazione - tale fenomeno si verifica, per esempio, in alcune specie del genere ''Nigritella'' (ad es. ''Nigritella rubra''). Simbiosi micorrizica Altra caratteristica biologica importante è la necessità, per completare il ciclo biologico di alcune orchidee, della presenza di una micorriza endotrofica che collabori in simbiosi per lo sviluppo del loro seme, il quale al momento della dispersione è privo di albume e con embrione appena abbozzato. Tassonomia. La famiglia delle Orchidacee veniva suddivisa in passato in due sottofamiglie: ''Diandrae'' – caratterizzata dalla presenza di 2-3 stami 10 fertili e impollinabili; ''Monandrae'' – caratterizzata dalla presenza di un solo stame fertile. Attualmente le sottofamiglie riconosciute sono cinque: 1) Apostasioideae Horan. (1847) 2) Cypripedioideae Kostel 1831 3) Vanilloideae Szlach. (1995) 4) Epidendroideae Lindl. (1821) 5) Orchidoideae Eaton (1836). All'interno di ciascuna sottofamiglia si distinguono differenti tribù (25) e sottotribù (53). Le tribù della sottofamiglia Vanilloideae sono 2: Pogonieae, Vanilleae. Le tribù della Sottofamiglia Epidendroideae sono 17, con 31 sottotribù: Arethuseae (sott. tr.: Arethusinae, Coelogyninae), Calypsoeae, Collabieae (Collabiinae), Cymbidieae, (Catasetinae, Coeliopsidinae, Cymbidiinae, Cyrtopodiinae, Eriopsidinae, Eulophiinae, Maxillariinae, Oncidiinae, Stanhopeinae, Vargasiellinae, Zygopetalinae), Dendrobieae, (Dendrobiinae) Epidendreae, (Bletiinae, Chysinae, Coeliinae, Laeliinae, Pleurothallidinae, Ponerinae) Gastrodieae, Malaxideae, Neottieae, Nervilieae, (Nerviliinae, Epipogiinae) Podochileae, (Eriinae, Thelasinae) Sobralieae, Triphoreae, (Diceratostelinae, Triphorinae) Tropidieae, Vandee (Aerangidinae, Aeridinae, Angraecinae, Polystachyinae) Xerorchideae, Incertae sedis (Agrostophyllinae). Le tribù della sottofamiglia Orchidoideae sono 6: Chloraeeae, Codonorchideae, Cranichideae, Diseae, Diurideae, Orchideae. Cfr. in internet, la voce “Orchidee selvatiche in Italia e in Sicilia” e le singole specie in Wikipedia, l’Enciclopedia libera. Carlo Cappelletti, Trattato di botanica Vol. II, Sistematica, geobotanica, / C. Cappelletti, A. Pignatti, 3a ed. Torino UTET, 1975, XXIV, 1079 pp. Ill. Schonfelder, Ingrid – Schonfelder Peter, La flora mediterranea. Ed. it. a c. di E. Banfi; introduzione di Erica e Sandro Pignatti. De Agostini, Novara 1996. Ill. Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007. LE ORCHIDEE (in E.I.T.). Pignatti Sandro, Flora d’Italia, Edagricole,Bologna 1982 e successive ristampe. 11 Parti del fiore di una Ophrys sp. Pseudobulbo di orchidea epifita 12 Vari tipi di orchidee Orchys militaris, specie tipo 13 Pseudocopulazione di Dasyscolia ciliata su O. speculum ORCHIDACEAE 1, protocormo appena germinato di Cattelya bowrinviana x maximaj 2, la stessa in fase più avanzata con peli radicali e prime fogliette; 3, Callelya skinneri x mossiae, protocormo con inizio di radice (w); 4, lo stesso in una fase più avanzata; 5, protocormo di Neottia nidus-avis con residui del tegumento seminale (t); 6, lo stesso in sezione con tessuti invasi dalla micorriza (m), ingrandito; 7, inizio di germinazione di Neottia con infezione: ~, protocormo di Cypripedilum; 3, stadio pilù giovane dello stesso in sezione; 10, stadio più adulto del n. 8: m e n tessuto invaso da miceli. 14 Orchis militaris A, Fiore intero appoggiato sulla piccola brattea. a; b, ovario intero e contorto; e, tepali esterni; d, i due tepali superiori interni; e, labello con sperone f; g, ginostemio; e lo stesso fiore dopo esser stato tolto il perigonio, ad eccezione della parte superiore del labello; h, stimma; l. rostello; k. appendice dentiforme del rostello; m, loculo dell'antera; n, connettivo; o, pollinio; q, porzione adesiva del pollinio; p, staminodio; C pollinario isolato; s. parte fertile del pollinnario: r caudicola;q, porzione adesiva; D, sezione trasversale di una capsula immatura. 15 16 l, fiore intero di Maxillaria rujescens visto di fronte; 2.porzione dello stesso fiore con labello provvisto di peli commestibili; 3, i peli della zona di cui al numcro precedente visti a notevole ingrandimento, con cellule ripiene di sostanze albuminoidi e di grassi: in b, ispessimenti basali delle membrane. 17 18 TUBERI DI ORCHIDEE: a, Orchys mascula: a’, tubero svuotato; a’’ tubero nuovo con la gemma(g) della pianta che si svilupperà nell’anno successivo; b, Orchys maculata: b’, tubero svuotato; b’’, tubero nuovo Anaamptys pyramidalis Rich. a, parte basale coi tuberi; b, pianta fiorita; c, fiore; d, labello con sprone; e, altra forma di labello; f, pollini 19 LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI Secondo Galesi (1996) le Orchidee degli Iblei appartengono a 13 generi: Acera, Anacamptis, Barlia, Cephalanthera, Epipactis, Himantoglossum, Limodorum, Listera, Neotinea, Ophrys, Orchys, Serapias, Spiranthes. FONTI E STUDI Todaro A., Orchideae siculae sive enumeratio orchidearum in Sicilia hucusque detectarum, ex Empedoclea Officina, Palermo 1842. Indica 53 entità con notizie sulle località di rinvenimento e l’habitat; 21 sono indicate presenti nella Sicilia sud-orientale. Gussone J, Florae siculae synopsis I – “(1) – 2(2). Napoli, 1843 – 1844 – 1845. Annovera 60 entità; 25 nella Sicilia sudorientale G. Bianca, Flora dei dintorni di Avola.- Atti Accad. Gioiena Sci. Nat., ser. I, Mem. I-10 1839-57. Id. Elenco delle Orchidee dei dintorni di Avola (dopo il 1844) comprendente 27 specie (ms.inedito scoperto da Aurichia in Nello Gaudioso, p. 92s.). L’Autore descrisse due nuove specie che portano il suo nome: Ophrys discors Bianca e Ophrys incubacela Bianca. Contributi di G. Bianca si trovano in Gussone e Todaro. Tornabene F., Flora sicula viva ed exsiccata. Catania 1887. Indica 62 specie in Sicilia. Taranto, E. & Gerbino, Catalogus plantarum in agro Calato-hieronensis collectarum. Fasc. 1, Catania. X 1845. Indicano 25 entità, 18 negli Ibli, di cui 5 segnalate per la prima volta. Lojacono Pojero, Flora sicula 1(1) – 1(2), Palermo, 1889 – 1891. Albo Giacomo, La vita delle piante vascolari nella Sicilia MeridionaleOrientale, Parte II – Flora, Ragusa 1919, pp- 58-61; Riporta 25 specie di orchidee: 14 Ophrys, 9 Orchys, 2 Serapias. Id. Biologia delle Piante dei Piani e dei Colli Iblei, in Delphinoa n.s. vol. 2, pp. 193-390, Palermo 1961, altre due specie: Ophrys rosea (p. 322) e Orchys palustris (p. 335) Kunkele S. – Lorenz R., Zum Stand der Orchideenkartierung in Sizilien. Ein Bertrag zum OPTIMA Project “Kartierung der mediterranean Orchideen”. Jber. naturwiss. Ver. Wuppertal, 48, 21-115, 1995 De Langhe & D’Hose. Nel progetto OPTIMA, Distribuzione geografica delle orchidee nella regione mediterranea, (1985-89), effettuarono nella Sicilia sudorientale un’indagine su 49 entità differenti di orchidee. Nello Gaudioso, Cava grande del Cassibile – Il parco delle orchidee selvatiche – I fiori della metafora, Siracusa 1996; 37 specie descritte e illustrate. Bartolo, G. & Pulvirenti S. A checklist of Sicilian Orchids, Bocconea, Palermo 1997. 20 S. Brullo, M. Grillo, A. Guglielmo, Considerazione fitogeografiche sulla flora iblea, in “Flora e Vegetazione degli Iblei”, pp. 89-91, Siracusa 1998. 59 specie. Galesi R., Le orchidaceae (Monocotyledones, Gynandtrae) della Sicilia sud-orientale, in “Flora e Vegetazione degli Iblei”, pp., 225-262, Siracusa 1998. E’ questo lo studio scientifico più ampio e completo, che consideriamo come testo base; il “contingente orchidologico dell’area iblea comprende 50 entità afferenti a 13 generi. Le schede floristiche comprendono: il periodo di fioritura, l’habitat, l’areale, i luoghi del rinvenimento, le note. Nelle pp. 248-51, sono elencati 39 ibridi rinvenuti. Nell’introduzione si accenna agli studiosi che si sono interessati delle orchidee della Sicilia e nelle pp. 259-61 c’è la bibliografia. Id. Le orchidaceae della Riserva Naturale Orientata “Pino d’Aleppo” (Ragusa Sicilia meridionale). J. Eur. Orch. 31(2), 297-328, 1999. G. Maugeri A. Cristaudo, Vegetazione e flora, in “La Riserva Naturale di Cava Grande del Cassibile”, pp. 33-88, Siracusa 1999. Sono censite 24 entità, comprese due endemiche sicule, Ophrys lunulata e O. (discors) Bianca; l’O. vermixia non è censita dagli altri botanici. G. Iacono, Le riserve naturali della Provincia di Ragusa, Palermo 2004. Delforge P., Guide des Orchidées d’Europe, d’Afrique et du ProcheOrient. 2eme ed. – Lausanne & Paris 2001. 3eme ed. – Paris 2005. Pierre Delforge, Orchids of Europe, North Africa And the Middle East, Timber Press, 2006. ISBN 0881927546. Vito Campo, Il parco delle orchidee, in “Il Parco degli Iblei in provincia di Ragusa”, pp. 103-120, Ragusa 2006; 17 foto. G. Giardina, F. M. Raimondo & V. Spadaio, A catalogne of plants growing in Sicily, Palermo 2007. E’ il catalogo più ampio e aggiornato della Flora Sicula. Sono registrate 80 specie di Orchidee. 20 specie in più rispetto a quelle indicate in Kunkele… op. cit. G. Giardina, R. Cundari, F. Fontana. La Flora vascolare della riserva naturale orientata Pino d’Aleppo. Vittoria, 2008. G. Giardina, Conoscere le piante dei Nebrodi, Messina 2008. 320 specie tutte illustrate. Solo 5 specie di orchys e 2 dactylorhiza, romana e saccifera saccifera, non presenti negli Iblei. G. Giardina, Piante rare della Sicilia – Testi e immagini di 500 entità endemiche e rare dell’Isola e dei territori limitrofi, Palermo 2010. P. Minissale S. Sciandrello, Flora e vegetazione terrestre della Riserva naturale di Vendicari (Sicilia sud-orientale), “in “L’Area protetta di Vendicari”, Siracusa 2010. Per le numerose associazioni del territorio sono evidenziate ecologia, struttura e dinamismo. Completa e aggiornata la bibliografia. Nell’ Elenco floristico (p.204s.) sono elencate 24 specie di 21 Orchidaceae: 1 Barlia robertiana, 12 Ophrys, 7 Orchys e 4 Serapias. “Prospetto dei taxa endemici presenti in Sicilia inseriti tra quellim”gravamente minacciati” (CR), “minacciati” (EN) e “vulnerabili” (VU), contenuto nel Suppl. ord. alla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana (p. I) n. 50 del 19-11-2004 (n. 34), pp. 16-19. Sono indicate come VU 12 specie di Orchidee sicule: Ophrys calliantha, O. Lojacono Brullo; O. candida; O. discors Bianca; O. explanata; O. flammeola; O. lacaitae; O. laurensis; O. mirabilis; O. pallida; O. panormitana; O. sphegodes, subs. Garganica; e due Serapias: S. nurrica corrias e S. orientalis subsp. siciliensis. Cfr. inoltre: Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982 Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009. (In internet ha curato “Le orchidee di Cava Grande del Cassibile”). La rivista, Caesiana, Italian Journal of orchidology. 22 ELENCO 1) Aceras anthropophorum Sin. Orchis antropophora (v. sotto). It. Ballerina. Esile orchidea perenne, alta 10-40 cm., che cresce da tuberi appiattiti, e avendo una colorazione poco appariscente, quando circondata dall’erba, è difficilmente visibile. Lo stelo è coperto da foglie inizialmente serrate su di esso e solo in seguito disteso. Le foglie, lunghe fino a 12 cm., sono lanceolate e scanalate, senza macchie. L’infiorescenza, composte da numerosi fiori, ha una forma nel complesso cilindrica. I fiori hanno un piccolo cappuccio verde-rossastro al di sotto del quale è presente la figura di un “uomo”, formato da un labello allungato con due braccia laterali e un tronco centrale che si divide in un paio di “gambe”. Il labello, lungo fino a 15 cm è inizialmente rossastro e diviene in seguito color giallo senape. Il labello è privo dello sperone. Fioritura: Mar. – Mag. Distribuzione: in tutta la regione mediterranea. Habitat: terreni erbosi e pietrosi, margini delle zone boscose, bordi stradali, di solito su suoli calcarei. 2) Anacamptis (Orchys) collina Sin. Orchis saccata (Albo 1919) Ten. Fl. Nap. 1, Prodr.: 53 (1811). (presente nel sito internet “ Orchidee di Cava grande del Cassibile”). È una pianta erbacea geofita bulbosa alta sino a 30 cm. Presenta foglie ellittiche e una infiorescenza cilindrica, lassa, formata da 5-20 fiori, con labello violaceo sfumato di bianco, munito di un corto sperone saccato bianco-violaceo. I sepali sono oblunghi, di colore olivaceo, quelli laterali eretti, il mediano piegato in avanti, a formare un casco lasso con i petali. Fiorisce da febbraio ad aprile. L’insetto impollinatore abituale di questa specie è ''Apis mellifera'' ma talora è visitata anche da ''Eucera'' spp. e ''Andrena'' spp. Distribuzione e habitat. ''A. collina'' è diffusa nei paesi dell'Europa meridionale. In Italia è presente in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Cresce su prati aridi, garighe, pascoli e macchie ad una altitudine da 0 fino a 1000 m. Predilige suoli calcarei e debolmente acidi. Tassonomia. Descritta nel 1794 come ''Orchis collina'' questa specie è stata recentemente assegnata al genere ''Anacamptis''. 3) Anacamptis coriophora (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997. L'orchidea cimicina è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, diffusa in Europa e Medio Oriente. Etim. L'epiteto specifico deriva dal greco κορίς = "cimice" e φορός = "che porta", cioè portatrice di cimici, in riferimento all'odore sgradevole emesso dal fiore. È una pianta erbacea, geofita bulbosa, con fusto alto da 10 a 40 cm, verde alla base, tendente al porpora verso l'apice. L'apparato radicale è costituito da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie inferiori, glaucescenti, sono lineari-lanceolate, quelle cauline sono più corte, disposte a guaina attorno al fusto; le brattee, lanceolate, sono verdastre con sfumature rosate. I fiori sono riuniti, in numero di 15-30, in una infiorescenza densa, inizialmente piramidale, poi cilindrica. I sepali e i petali, di colore porpora con venature verdastre, sono riuniti a formare un casco attorno al labello. Quest'ultimo è trilobato, più lungo che largo, ginocchiato alla base, con lobo mediano rivolto all'indietro e lobi laterali più brevi, con margine dentato. La parte centrale del labello è più chiara e finemente macchiettata di porpora. Lo sperone è conico, arcuato verso il basso. Il ginostemio è di colore rossastro, con antera violacea e masse polliniche giallastre. Fiorisce da aprile a giugno. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di diverse specie di Apidae (''Bombus'' spp., 'Apis'' spp.). Distribuzione e habitat. Ha un areal molto ampio che si estende dall'Europa al Medio Oriente. In Italia è diffusa in tutta la penisola e nelle isole maggiori. Nelle isole è diffusa la sottospecie ''A. coriophora fragrans'' (GIROS 2009|p.118. Cresce in prati, cespuglieti, uliveti e lungo i margini delle strade, da 0 a 1500 m di altitudine. Tassonomia. Descritta da Linneo come ''Orchis coriophora'' questa specie è stata recentemente assegnata al genere ''Anacamptis”. 23 4) Anacamptis laxiflora (Lam.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1977. L'orchidea acquatica è una pianta tipica degli ambienti umidi, da cui il nome comune di galletto di palude. È una geofita bulbosa, alta da 20 a 80 cm, con fusto di colore verde alla base, violaceo alla sommità. L'apparato radicale è costituito da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie lanceolate, sono strette e inguainanti il fusto alla base. Le brattee sono lanceolate, di colore verdastro con sfumature violacee. I fiori sono riuniti in infiorescenze ovate o cilindriche, alquanto lasse; i sepali sono oblungi, i laterali riflessi ed ilmediano rivolto in avanti, di colore purpureo-violaceo; i petali, più brevi e più stretti dei sepali, sono arcuati in avanti. Il labello è largo, con lobatura appena accennata e lobi mediani ripiegati verso il basso, di colore porpora ai margini, più chiaro, tendente al bianco, nella parte centrale. Lo sperone è ascendente, dritto o appena arcuato. Il ginostemio corto, con antera violacea e masse polliniche verdastre. Sono stati descritti esemplari con fiori completamente bianchi (forme apocromatiche). Fiorisce da aprile a giugno. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri dei generi Bombus e Xylocopa (Apidae). È una specie con areale mediterraneo-atlantico. In Italia è presente in tutto il territorio nazionale, isole comprese. Habitat: cresce in zone ricche di acqua quali i prati umidi e gli acquitrini, da 0 a 1350 m sul livello del mare. Tassonomia. In passato attribuita al genere Orchis la specie è stata recentemente assegnata, sulla base di analisi filogenetiche del DNA mitocondriale al genere Anacamptis. 5) Anacamptis longicornu (Sin. Orchis longicornu) Galesi. Fior III-IV. Boscaglie, cespuglietti, pascolo. Stenomedit. Occ. Valle Anapo, Vizzini, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Chiaramonte, Vizzini, Lentini, Melilli, Palazzolo. L'orchide cornuta (Poir.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997) è una pianta erbacea alta 10-20 cm, con fusto eretto, di colore verde alla base, tendente al violaceo verso l’alto. Le foglie inferiori, verdi, sono riunite in rosetta basale, mentre le superiori, verdi -violacee, avvolgono il fusto a guaina. Le brattee sono anch'esse verdi-violacee e avvolgenti l’ovario. I fiori sono riuniti in una infiorescenza apicale abbastanza lassa, e sono caratterizzati da uno sviluppato sperone cilindrico, di colore violaceo, che da il nome alla specie. I tepali sono a cappuccio, con punteggiature violacee all'esterno, bianche all'interno. Il labello, trilobato, è più esteso in larghezza che in lunghezza, e presenta lobi laterali viola e lobo centrale bianco con piccole macchie viola. Ne esiste una forma apocromatica nota come Anacamptis longicornu var. albiflora nella quale il fiore è totalmente bianco. Fiorisce in marzo-aprile. La specie è diffusa nel Mediterraneo occidentale. In Italia è molto comune in Sicilia e Sardegna; è stata segnalata sporadicamente in varie zone della costa tirrenica. Cresce in ambienti soleggiati di prateria mediterranea, gariga, e macchia rada, fino ad una altitudine di 1200 m. Tassonomia. Descritta nel 1789 come Orchis longicornu questa specie è stata recentemente assegnata al genere Anacamptis. 6) Anacamptis (orchis) papilionacea. È una pianta erbacea alta 15-40 cm, con fusto cilindro di colore verde, con macchie rossastre alla sommità. L'apparato radicale è caratterizzato da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie basali, lineari-lanceolate, di colore verde glauco, sono riunite in rosetta mentre le cauline, guainanti, sono di dimensioni decrescenti man mano che si procede verso la sommità e presentano sfumature rossastre. Le brattee, ovato-lanceolate, sono di colore rosaceo con venature brunastre. I fiori, riuniti in infiorescenze dense e allungate, presentano sepali ovato-lanceolati, di colore dal rosa al viola e petali oblunghi, più corti dei sepali. Il labello è roseo, più chiaro al centro ed alla base, talora con venature a ven- 24 taglio. Lo sperone è conico, più corto dell’ovario, dritto o curvo in basso. Fiorisce dalla fine di febbraio a metà giugno. Distribuzione e habitat. È una specie a diffusione mediterranea. In Italia è presente in quasi tutto il territorio. La varietà ''A. papilionacea grandiflora'' è nota solo per Sicilia e Sardegna. Cresce in prateria, gariga e macchia, fino a 5.400 m di altitudine, con predilezione per i suoli asciutti, calcarei o debolmente acidi. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione da parte di diverse specie di lepidotteri: le farfalle adagiano il loro corpo tra le due lamelle basali del labello, e srotolano la spirotromba per raggiungere il nettare, posto in fondo al lungo sperone; nel far ciò entrano in contatto con le masse polliniche che, aderendo al corpo dell'insetto, verranno successivamente trasportate su un altro fiore. Descritta da Linneo come Orchis papilionacea questa specie è stata recentemente assegnata al genere Anacamptis. 7) Anacamptys pyramidalis (L.) Rich., 1817. Galesi, 1996: Comune. L'orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis (L.) Rich., 1817). Sin. Orchis pyramidalis. È una pianta erbacea alta 20-60 cm, dal fusto esile, cilindrico, di colore verde chiaro. Le foglie inferiori, lineari-lanceolate, sono lunghe sino a 25 cm, le cauline diventano più corte avvicinandosi all'apice, le brattee sono violacee e acuminate. I fiori sono riuniti in una caratteristica infiorescenza densa di forma grossolanamente piramidale, da cui il nome della specie. Sono di colore dal rosa pallido al porpora, raramente bianchi. Fiorisce da marzo a giugno. I sepali sono ovato-lanceolati, con petali poco più larghi e più corti. Il sepalo dorsale con i petali contigui formano un casco mentre i sepalilaterali sono distesi e diretti in avanti. Il labello è trilobato con lobi più o meno della stessa grandezza; alla base del labello mediano sono presenti due lamelle longitudinali, leggermente divaricate. Lo sperone è filiforme, lungo sino a 15 mm. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione entomofila da parte di diverse specie di lepidotteri: le farfalle adagiano il loro corpo tra le due lamelle basali del labello, e srotolano la spiritromba per raggiungere il nettare, posto in fondo al lungo sperone; nel far ciò entrano in contatto con le masse polliniche che, aderendo al corpo dell'insetto, verranno successivamente trasportate su un altro fiore. Distribuzione e habitat. È diffusa in Europa centrale e meridionale. È abbastanza comune in tutta l' Italia, isole comprese.Cresce in praterie e garighe, sino a 1400 m di altitudine, prediligendo i terreni calcarei asciutti e le esposizioni soleggiate. 8) Barlia robertiana (Loisel.) Greuter, 1967. Sin.: Orchis longibracteata Biv., Barlia longibracteata Parl., Orchis robertiana Loisel. Galesi, 1996: Habitat: colture abbandonate, siepi, margini delle strade. Pianta perenne, tuberosa, alta 20 - 50 cm., con due organi sotterranei ovoidi. Le foglie sono ovali o ellittiche e di colore verde chiaro. L'infiorescenza, densa e cilindrica, porta numerosi fiori, grandi e profumati, di colore verde-violaceo. Dic. Apr.; è la prima orchidea a fiorire. Il labello può essere intero o più o meno lobato, con o senza apicolo; è di colore rosa violaceo con macchie porporine centrali; I lobi laterali, allungati e sottili, sono a forma di braccia ripiegate verso il centro del labello mentre il lobo mediano è a sua volta diviso in due lobi generalmente divaricati. Lo sperone, conico e più breve dell'ovario, è rivolto in basso. Distribuzione: Steno-mediterranea. Piuttosto diffusa in Italia. Si riproduce ad opera di diversi imenotteri apoidei tra cui Bombus hortorum e Xylocopa violacea. Non produce nettare, ma in compenso ospita numerose colonie dell'afide Dysaphis tulipae, la cui melata si accumula nello sperone dei fiori, fungendo da attrattiva per gli insetti. In rari casi può ricorrere all'autoimpollinazione. Fioritura: gennaio-marzo. Habitat: due stazioni in lembi di lecceta. 25 9) Cephalanthera damasonium Galesi, 1996: Rinv. in C.da S. Maria, Buccheri, dal Galesi nel 1993 e assieme a R. Lorens nel 1996. Etim. Dal gr. kephalè = testa e antheros = fiore, perché simile ad una testa. Damasonium potrebbe derivare dalla città di Damasco. It. “Elleborine”, forse per rassomiglianza con alcuni fiori degli Ellebori. Descrizione. È una pianta perenne alta da 15 a 60 cm. è una orchidea terrestre, geofita rizomatosa, perché ha un fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Le radici sono secondarie da rizoma. Fusto: la parte sotterranea (ipogea) consiste in un rizoma fibroso; quella aerea (epigea) è eretta, di colore bianco. Alla base è scagliosa e inguainata da 2 - 3 foglie quasi atrofizzate. Le foglie: possiede non più di 3 – 5 foglie, larghe 3 cm; e lunghe 7 cm. ca., intere, a forma ovatoellittica con nervature parallele; alla base sono amplessicauli e molto guainanti; l'apice è acuto. Lungo il fusto sono disposte in modo alterno e progressivamente diminuiscono in grandezza fino a confondersi con le brattee dell'infiorescenza. L'infiorescenza si trova all'apice del fusto ed è del tipo a racemo lasso con 2 - 12 fiori per pianta. I fiori, 14 – 20 mm, di colore biancastro o giallognolo, in genere rimangono socchiusi, si aprono appena un po' nelle ore più luminose e calde della giornata. L'infiorescenza è provvista di brattee di protezione lunghe come il fiore (nella parte inferiore dell'infiorescenza superano i fiori); sono posizionate alla base del pedicello e sono di tipo fogliaceo; normalmente tutti i fiori sono posti all'ascella di queste brattee. Il portamento dei fiori è eretto. Sono ermafroditi ed irregolari (zigomorfi), pentaciclici e resupinati, cioè ruotati sotto-sopra. Fior. Mag. – Lug. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno di forma lanceolata; il primo verticillo (esterno e posizionato in alto) ha 3 tepali sub-eguali che formano una specie di elmetto; nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (labello) e più corto e quindi seminascosto dai due tepali esterni più lunghi ed appuntiti. Il labello che inizialmente dovrebbe occupare la posizione superiore, alla fine è sotto; è concavo e privo di sperone. La parte interna (ipochilo) è concava o sacciforme e larga con dei lati rivolti all'insù. Quella più esterna (epichilo) è più larga che lunga (a forma ovatolanceolata) sempre concava con l'apice acuminato; al centro è colorata di giallo-aranciato solcata con delle creste longitudinali. Le due parti (ipochilo e epichilo) sono separate da una strozzatura. Ginostemio: gli stami filamentosi con le rispettive antere (due masse polliniche bilobe) sono concresciuti con lo stilo e formano una specie di organo colonnare chiamato ginostemio. Lo stigma consiste in una superficie concava e vischiosa localizzata sotto le antere stesse. Degli stami (originariamente due verticilli con 6 stami totali in seguito ridotti) solo 1 del verticillo esterno è fertile gli altri sono atrofizzati o presenti in qualità di staminoidi (sono stami che in alcuni casi – in altre specie - possono assumere caratteri morfologici petaloidei). L’Ovario è sub-cilindrico, infero, formato da tre carpelli saldati in modo uniloculare; inoltre è privo di peduncolo (è quindi sessile) ed è resupinato (o contorto – ruotato di 180°). Il frutto consiste in una capsula deiscente (si apre per più fenditure) a tre valve contenente numerosissimi minuti semi che il vento può trasportare facilmente (similmente alle spore). Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta può avvenire per via sessuata, grazie all'impollinazione degli insetti pronubi, ma anche per autogamia e cleistogamia. I fiori di queste piante sono privi di nettare, ma l'impollinazione avviene ugualmente in quanto i vari imenotteri sono attratti dalla zona centrale gialla del labello che viene scambiata per stami ricchi di polline. L'impollinazione avviene in manie- 26 ra specifica e non sempre in modo facile, per cui il fiore attende a lungo prima di essere fecondato. La germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici. Distribuzione: Il genere Cephalanthera comprende una decina di specie diffuse in Europa e in Asia, delle quali tre sono spontanee della flora italiana. E’ diffusa in tutta l’Italia Habitat: boschi di latifoglie faggete, pinete, castagneti, gineprai e querceti. Il substrato preferito è calcareo con pH basico e bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Diffusione: piani collinari e montani fino a 1600 m s.l.m. 10) Cephalanthera longifolia Fior. Apr. Mag. Habitat: boschi di latifoglie. Euro-mediterraneo .Segnalata in diversi siti della Sicilia, ma negli Iblei fu rivenuta solo dal Gussone nel 1844 a Buccheri. La Cefalantera maggiore (nome scientifico Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch, 1888) è una piccola pianta erbacea e perenne dai delicati fiori bianchi Etim. Il nome della specie deriva dal latino: longa e folia e fa riferimento alle foglie che sono molto più lunghe che larghe. Descrizione. È una pianta perenne alta da 20 a 45 cm. La parte aerea del fusto è semplice ed eretta, glabra e ricoperta da scaglie alla base (guaine fogliari). Si presenta sinuoso (un po' a zig-zag) e foglioso fin sotto l'infiorescenza. Le foglie basali sono ridotte a delle guaine attorno al fusto; le foglie cauline sono relativamente numerose (da 6 a 10), tutte con lamina intera e sono disposte in modo distico (a due a due opposte sullo stesso piano, ma su nodi conseguenti) e divergenti di circa 60 gradi. Sulla pagina fogliare sono presenti fino a 9 nervature longitudinali (parallele) principali che all'apice fogliare sono lievemente ripiegate verso la nervatura centrale. Le foglie inferiori (1 o 2) sono più piccole e di forma ellittica; quelle superiori sono più lunghe e dalla forma molto lanceolata e con apice acuto e lungo il fusto sono progressivamente più ristrette verso l'alto. Foglie inferiori larghezza 1 – 2 cm, lunghezza 4 – 7 cm; foglie superiori larghezza da 2 a 1 cm, lunghezza da 10 a 15 cm. [per il resto vedi sopra]. 11) Dactylorhiza romana subsp. markusii (Tineo) Holub. Brullo e Giardina, manca in Galesi. Endemica Italia centro merid. e Sicilia: Pascoli e boschi in altopiani e montagne: rinvenuta nel Monte Lauro. Rara (Giardina). È una pianta erbacea, terrestre, geofita bulbosa , alta 15 – 30 cm. Impollinazione tramite insetti, specialmente bombi. Questi posandosi sul labello per raggiungere con la proboscide il nettare contenuto nel fondo dello sperone, si agitano e si sfregano contro il ginostemio (posto in questo momento sopra il loro corpo) che vibrando rilascia del polline che va a posarsi sulle pari pelose dell'insetto. Quando lo stesso insetto si posa su un'altra orchidea parte di questo polline rimane attaccato al retinacolo (posto nella zona centrale del ginostemio) per merito della sostanza vischiosa presente sulla sua superficie. È avvenuto così il trasferimento del polline da un fiore all'altro. A questo punto lo stigma (parte inferiore del ginostemio) rimane impollinato, si sviluppa quindi un budello pollinico che entrando nell'ovario feconderà l'ovulo. È una sottospecie rara, endemica della Sicilia. Si distingue per lo sperone che è ascendente, arcuato verso l'alto, ma più corto; per le brattee molto più lunghe dei fiori; per l'infiorescenza più densa e per il labello colorato di giallo. L'habitat tipico di questa sottospecie sono i prati a basso contenuto nutrizionale, margini e schiarite dei boschi con terreni a pH acido. 12) Dactylorhiza saccifera Brullo e Giardina, manca in Galesi. Est mediterranea. Frequente nelle montagne in terreni aridi. 27 La Dactylorhiza maculata sacciforme Brongn. Soó 1962 è una pianta erbacea spontanea della flora italiana. Etim. Il nome generico (dactylorhiza) è formato da due parole greche: “dito” e “radice” e si riferisce ai sui tuberi suddivisi in diversi tubercoli (tuberi a forma digito-palmata). Il primo nome specifico (maculata) fa riferimento alle foglie macchiate, mentre il secondo nome specifico (saccifera = a forma di sacco) si riferisce alla forma dello sperone. Descrizione. Questa pianta, fondamentalmente glabra, è alta da 25 a 90 cm. È geofita bulbosa, terrestre. Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo, e si trovano nella parte superiore dei bulbi. Fusto. Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi palmati ognuno più o meno profondamente diviso in più lobi o tubercoli (caratteristica peculiare del genere Dactylorhiza); il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione del fusto, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte aerea è eretta, cilindrica e piena (non cava); la superficie è striata. Alla base sono presenti delle lunghe guaine (foglie radicali atrofizzate). È fogliosa fino all'infiorescenza. Nella parte alta può essere arrossata. Le foglie sono oblunghe o ovalo-lanceolate, carenate e ripiegate verso l'alto e comunque a disposizione eretta (quasi patente); la superficie presenta delle "macchie" scure (da cui il nome della specie) a forma ellissoide-allungata; sono presenti inoltre delle nervature parallele (non troppo evidenti) disposte longitudinalmente. Le foglie possono essere sia radicali (o basali) che caulinari; entrambe sono amplessicauli e abbraccianti il fusto (quelle inferiori abbracciano il fusto fino a metà della loro lunghezza). Quelle basali sono più ovali; larghezza 3 – 4 cm; lunghezza 5 – 9 cm.; le cauline sono più lanceolate, lesiniformi e progressivamente più ristrette. L'infiorescenza è composta da fiori raccolti in dense spighe. Nella prima fioritura la forma dell'infiorescenza è conica, poi a fine fioritura si stabilizza in una forma più cilindrica. I fiori sono posti alle ascelle di brattee membranose a forma lanceolato-lineare e lunghe più dei fiori (possono presentarsi rosseggianti all'apice). I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione dell'ovario in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza delle brattee inferiori: 3 – 4 cm. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo. I colori variano dal rosa chiaro fino al porpora ed anche al bianco con screziature più scure presenti soprattutto sul labello (a volte anche ai margini dei tepali. Perigonio: è composto da 2 verticilli con 3tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali esterni sono patenti (e comunque non conniventi a quello centrale – come invece nel genere affine Orchis): i due laterali hanno una forma lineare, mentre quello centrale è più ovato e concavo e insieme ai due tepali interni centrali (che sono conniventi) formano una specie di cappuccio a protezione degli organi riproduttori. Dei tre tepali interni quello mediano (chiamato labello) è molto diverso dagli altri. Labello: semplice (non formato da due parti distinte), brevemente saldato al ginostemio, è trilobo (non in modo molto evidente) ed è lievemente più largo che lungo; i tre lobi sono quasi uguali (quello mediano è lievemente più stretto e più lungo degli altri due); il margine dei lobi può essere lievemente sfrangiato. Sul retro, alla base, il labello è prolungato in uno sperone sacciforme, molto grosso. La superficie del labello è percorsa da macchie colorate più scure alcune con un caratteristico andamento filiforme tipico di queste orchidee. Dimensione dello sperone: larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 11 – 13 mm. Dimensione del labello: larghezza 12 – 16 mm; lunghezza 8 – 11 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore e in questa specie è molto breve ma con una ampia area stigmatifera. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge che sono 28 fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti sui due retinacoli tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da un'unica borsicola rostellare (a forma di coppa). L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da maggio a luglio. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorriza endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Impollinazione: tramite insetti, specialmente bombi. Areale Steno-Mediterraneo (Centro-orientale). Distribuzione: la diffusione maggiore di questa orchidea si ha in Sicilia e Italia del sud. Fuori dall'Italia è diffusa dal centro del bacino del Mediterraneo fino alla Mesopotamia. L'habitat tipico di questa pianta sono i boschi di latifoglie e i boschi cedui umidi, oppure i prati bagnati. Il substrato preferito è calcareo con pHbasico su terreno bagnato. Sui rilievi queste piante si possono trovare nei piani collinari e montani da 200 fino a 1850 m s.l.m. 13) Epipactis-microphylla Brullo e Giardina, manca in Galesi. Euro mediterranea. Segnalata a Buccheri, cda. S. Maria e Valle dell’ Anapo. Etim. Epipactis forse dal greco “crescere sopra”. Microphylla significa “a foglie piccole”. Descrizione È una pianta erbacea perenne alta da 15 a 50 cm.; è geofita rizomatosa. Le radici sono numerose e secondarie da rizoma. Fusto la parte sotterranea consiste in un rizoma, la parte aerea è poco fogliosa, eretta, semplice, gracile e finemente pubescente. La colorazione del fusto è verde-violacea ma anche grigiastra. Le foglie, poche (da 3 a 6) a disposizione spiralata lungo il fusto, sono intere a forma stretto-lanceolata con apice acuto; sono sessili, appena amplessicauli e lievemente carenate. La lamina è percorsa da diverse nervature longitudinali. Le foglie superiori sono progressivamente più ristrette e più corte; in tutti i casi anche le maggiori hanno una lunghezza minore dell'internodo corrispondente. Il colore è verde-grigio. Dimensioni delle foglie: larghezza 0,8 cm; lunghezza 3 cm. L'infiorescenza è un racemo terminale, lineare con fiori spaziati (al massimo 20 per infiorescenza), penduli e pedicellati; la disposizione è leggermente unilaterale. Alla base del pedicello sono presenti delle brattee erbacee a forma lanceolata. Queste brattee sono di tipo fogliaceo non più grandi dell'ovario, mentre quelle superiori sono progressivamente più piccole; tutte sono pendule come i fiori. I fiori sono resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione del pedicello e non dell'ovario. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami, 1 verticillo dello stilo). I fiori all'esterno sono colorati normalmente di verde, mentre all'interno sono biancastri con sfumature violette. I fiori profumano debolmente di vaniglia e non si aprono molto neppure in pieno sole. Dimensione del fiore: 6 – 10 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni) di forma lanceolata, liberi e patenti; il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali di tipo sepaloide (simili ai sepali di un calice); hanno l'apice acuto e sono verdastri e arrossati sui bordi; nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) è notevolmente diverso rispetto agli altri due laterali che si presentano più ottusi e più grandi dei tre tepali esterni. Il labello è diviso in due sezioni; la porzione posteriore del labello (basale, chiamata ipo- 29 chilo) è concava e stretta, mentre quella anteriore (apicale, chiamata epichilo) è più allargata e incurvata verso il basso con apice appuntito e bordi ondulati. La colorazione del labello è chiara (biancastra nella zona centrale – verdastra all'apice con sfumature violette). Nel mezzo tra l'ipochilo e l'epichilo è presente una strozzatura che collega le due parti. Il labello è inoltre privo di callosità evidenti (sono presenti delle increspature alla base dell'epichilo) e non è speronato come in altri generi e l'ipochilo è nattarifero. Ginostemio: lo stame con la rispettiva antera biloculare è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio. Il colore di questo organo è fondamentalmente giallastro. L'ovario è infero, piriforme-globoso ed è formato da tre carpelli fusi insieme, sorretto da un peduncolo incurvato. Il polline è più o meno incoerente ed è conglutinato in due masse cerose polliniche bilobe (una per ogni loculo dell'antera); queste masse sono prive di “caudicole” (filamento di aggancio all'antera). Fioritura : da giugno ad agosto. Il frutto è una capsula obovoide a più coste contenente moltissimi, minuti semi. Anche le capsule, come i fiori, sono orizzontali o pendule. Riproduzione. Sono piante nettarifere e hanno una impollinazione entomofila (vespe, api e ditteri); ma usano anche l'autogamia. Distribuzione. Il genere Epipactis comprende circa 70 specie diffuse in Europa, in Asia e in America, delle quali circa una decina sono spontanee della flora italiana. Diffusione: questa pianta si trova su tutto il territorio italiano; in alcune zone è comune, in altre è rara (specialmente al sud. L'habitat tipico di questa pianta sono i macereti, i prati aridi e le boscaglie (pioppeti, ontaneti, frassineti e querceti sub-mediterranei). Il substrato preferito è calcareo con pH basico e bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1200 m. s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano. Dal punto di vista fitosociologico appartiene alla classe: Carpino-Fagetea sylvaticae. 14) Epipactis piacentina Giardina. Prati montani decidui di latifoglie, querce e pino lariceo.. Presente in Sicilia ma rara. Etim. dal nome latino di Piacenza, nella cui provincia è stata identificata la prima volta. Distribuzione: eurimediterranea; rara e localizzata in diverse regioni italiane dal Veneto alla Sicilia. Habitat: ambienti boschivi freschi, pref. a mezz'ombra, su suoli profondi, neutri o poco acidi, da 100 a 1400 m di quota. Fioritura: VI-VII. Caratteri: Colore verde Pianta piccola (alta fino 40 cm), fusto robusto. Foglie (4-7), ± spiralate. Fiori piccoli, rosa-magenta. Sepali verdastri-rosati con bordo più rossastro, petali rosei. Labello biancastro, con stretta giunzione ipochilo-epichilo. Ipochilo rosa porporino all'interno. Epichilo largo come lungo, rosa intenso. Clinandrio e viscidio assenti. 15) Himantoglossum hircinum Galesi, Giardina. Fior. Maggio. Prati aridi, cespuglietti, boschi montani; su suoli calcarei. Non molto comune in Sicilia. Segnalata nel 1993 da Galesi negli Iblei. Medit. Atl. Specie di grosse dimensioni, raggiunge i 50 cm di altezza. H. h. (L) Spreng 1826. Descrizione. È una pianta erbacea alta da 20 a 90 cm con due rizotuberi globosi e robusti. Le foglie sono grandi ed oblunghe, acuminate le superiori. L'infiorescenza, densa e multiflora, può portare fino a 80 fiori che emanano un odore sgradevole di caprino. I tepali sono verdi con nervature e margini striati di rosso, conniventi a casco. Il labello è trilobato e di color rossastro o violaceo con la fauce bianca punteggiata di viola; il lobo mediano, più lungo dei laterali, è nastriforme (fino a 6 cm) e allargato e appena bifido all'apice mentre i lobi laterali sono lineari e leggermente divergenti; lo sperone è breve e conico. Periodo di fioritura: da maggio a giugno. Distribuzione. È diffusa dall' Europa occidentale al bacino del Mediterraneo centrooccidentale. In Italia meridionale e in Sicilia: specie molto rara. Habitat Predilige am- 30 bienti aridi su substrato calcareo, scarpate, da 500 fin oltre i 1800 m. 16) Himantoglossum robertianum (Giardina) Prati aridi gariga e cespuglietti. Molto comune in Sicilia. H.R. (Loisel.) P. Delforge (1999). Sin. Orchis longibracteata. Etim. Il nome del genere deriva da due parole greche: "himantos" = cinghia, e "glossa" = lingua e fa riferimento alla lunga lingua del labello, simile ad un nastro. L'epiteto della specie ricorda invece che la dedica è per il botanico francese G. N. Robert (1776-1857). Forma Biologica: G bulb Geofita bulbosa. Pianta erbacea perenne alta 20 - 80 cm con radici formati da 2-3 grossi rizotuberi (fino a 3 cm di Ø) da cui si dipartono le radici secondarie. Fusto ascendente, grosso, di colore violaceo nella parte superiore e verde chiaro in quella intermedia e inferiore; avvolto da squame scariose alla base. Foglie grandi, quelle inferiori 5-10 x 1030, di consistenza carnosa e lucida, di forma ovato lanceolata;le inferiori più piccole e avvolgenti. Brattee lanceolato-lineare, sfumate di viola e più lunghe dei fiori. Infiorescenza densa portante fino a 60 fiori. Si presenta prima conica e poi allungata e cilindrica. Fiori profumati e piuttosto grandi, di colore che varia dal violetto al rosa al bianco e con sfumature verdastre. Tepali di forma ovata e formanti il casco, gli esterni ricurvi e con striature rosso-violaceo, quelli interni più corti e lineari. Petali lineari concolori ai sepali e troncati all'apice. Labello lungo fino a 2 cm , trilobo con i lobi laterali falciformi e con apice rivolto indietro, margini esterni crenulati; il lobo mediano è più lungo e a sua volta diviso in 2 segmenti ottusi e divaricati. Sprone corto, conico e rivolto verso il basso. Ginostenio grande con masse pollinee scure. Stimma a forma di cuore. Ovario sessile. Tipo corologico: Steno-Medit. - Specie con areale limitato alle coste mediterranee, (area dell'Olivo). Fior. Febbraio-Aprile. Distribuzione in Italia: Presente in molte regioni fra cui la Sicilia. Ma è specie protetta a livello nazionale. Habitat: Prati aridi, garighe, cespuglieti. Sempre in pieno sole e preferibilmente su suoli calcarei. Da 0 a 1000 m. s.l.m. 17) Limodorum abortivum Galesi. Fior. Apr. Mag. Unica orchidea parassita presente nella Sicilia sudorientale; segnalata nel 1993 e 95 negli Iblei. Il fior di legna (L. a. (L.) Sw., 1799) è una pianta diffusa in Italia su tutto il territorio. L'epiteto specifico deriva dal latino abortus = aborto, in riferimento alle foglie squamiformi, come abortite. Descrizione. È una pianta alta da 20 a 80 cm. L'apparato radicale è costituito da un breve rizoma e numerose corte radici micorriziche. Il fusto è robusto, di colore violaceo o bruno-violaceo. Le foglie sono ridotte a squame guainanti il fusto e sono povere di clorofilla. L'infiorescenza è lunga e lassa, a racemo, con un numero di fiori variabile da 8 a 20, grandi e di colore bianco-violaceo. Il labello è arcuato e più corto dei sepali, con ipochilo ristretto alla base ed epichilo allargato all'estremità, percorso da venature violacee più intense, con bordi laterali ondulati e rialzati. Lo sperone è più o meno lungo come l'ovario, nettarifero. Il ginostemio è allungato, di colore giallo arancio. Fiorisce da metà aprile a fine giugno. Ha una distribuzione eurimediterranea. In Italia è una specie piuttosto diffusa in tutto il territorio. Habitat. Cresce prevalentemente in boschi termofili di conifere e di latifoglie, macchie, radure e cespuglieti, su suolo preferibilmente calcareo, da 0 a 1800 m di altitudine. Riproduzione. Raramente impollinata dagli insetti, la pianta, pur producendo nettare che viene depositato nel lungo sperone, ricorre per la produzione dei semi maggiormente all'autimpollinazione, che può avvenire anche senza l'apertura dei fiori (cleistogamia). 18) Listera-ovata Galesi. Fior. Maggio. Boschi umidi Rara. Segnalata nel 1996 a Cava Grande del Cassibile da Gaudioso e anche ad Aidone e Peloritani. 31 La Listera maggiore (nome scientifico Listera ovata (L.) R. Br., 1813) è una pianta erbacea dai fiori poco appariscenti. Etim. Il nome generico (Listera) ricorda un naturalista inglese, Martin Lister, vissuto tra 1638 e il 1712; mentre quello specifico (ovata) deriva dal latino e fa riferimento alla particolare forma delle sue foglie. Descrizione. L'altezza di queste piante varia da 40 a 60 cm (minimo 20 cm; massimo 100 cm). La forma biologica è geofita rizomatosa. Le radici sono secondarie da rizoma e sono a consistenza fibrosa e carnosa. Fusto. Parte ipogea: consiste in un breve rizoma ricoperto da guaine. Parte epigea: è semplice, robusta ed eretta. La sezione è cilindrica e la superficie è glabra in basso, mentre è lievemente pubescente-ghiandolosa verso l'infiorescenza. Non sono presenti foglie basali. Foglie cauline: nella parte bassa dello scapo sono presenti due foglie amplessicauli a disposizione sub-opposta (in realtà una è sovrapposta all'altra). Queste due foglie sono posizionate, nella pianta adulta, a circa 1/3 inferiore del fusto. Nelle giovani piante, prima che il fusto si allunghi, queste due foglie sono apparentemente in posizione basale. Le foglie sono intere a forma largamente ovata con svariate nervature longitudinali (15 solchi) e apice arrotondato, ma nell'estrema punta sono bruscamente appuntite. La consistenza di queste foglie è quasi carnosa (sono spesse); il colore è verde chiaro quasi lucido. Queste due foglie sono quasi sessili (o con un picciolo ridotto al minimo). Dimensioni delle foglie: larghezza 3 – 9 cm; lunghezza 5 – 13 cm. L'infiorescenza è una spiga terminale, lineare e più o meno pauciflora (da 10 a 100 fiori per pianta). I fiori sono inodori e ben spaziati uno dall'altro. Fioritura: maggio-giugno. L'infiorescenza è provvista di brattee squamiformi, a forma triangolare, carenate ad apice acuto (la loro funzione è quella di proteggere i fiori). Le brattee sono posizionate alla base del pedicello e sono di tipo fogliaceo; normalmente tutti i fiori sono posti all'ascella di queste brattee. I pedicelli sono leggermente pubescenti-ghiandolari. I fiori sono resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione del pedicello; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza dell'infiorescenza: 7 – 30 cm. Dimensioni delle brattee inferiori: larghezza 3 mm; lunghezza 5 mm. Lunghezza del pedicello: 3 – 4 mm. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il colore dei fiori è verdastro e sono piuttosto piccoli rispetto ai fiori di altre orchidee. Dimensione dei fiori: 9 – 15 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). A parte il segmento centrale del secondo verticillo (il labello), gli altri tepali sono tutti più o meno simili tra di loro: la forma è lanceolato-ovata a portamento ricurvo verso il centro-avanti del fiore (formano un cappuccio a protezione degli organi riproduttivi interni). I due tepali laterali più interni sono sfumati di bruno chiaro e sono lievemente più stretti. Quelli esterni sono conniventi. Dimensione del tepalo dorsale (quello centrale dei tre tepali esterni): larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 5 – 6 mm. Dimensione dei due tepali laterali esterni: larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 4 mm. Il labello (semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo centrale più interno. Ha una forma allungata e stretta (nastriforme) e portamento pendulo. La parte apicale è lungamente bifida, mentre alla base è lievemente concavo. È inoltre privo di sperone. Verso la fine dell'infiorescenza (dopo la fecondazione) il labello si piega all'indietro. Dimensione del labello: larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 7 – 10 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". In questa specie lo ginostemio è corto (larghezza 1,5 mm; lunghezza 2 mm) e di colore verde-giallastro. Il polline è conglutinato in strutture chiamate pollinii (i pollinii sono due, uno per ogni loggia dell'antera). Il retinacolo è privo di caudicole. L'ovario è ovoide (o sub-sferico) in posizione infera con peduncolo arcuato; è formato da tre carpelli fusi insie me. Lunghezza dell'ovario: 5 – 6 mm. Lunghezza del peduncolo: 5 – 7 mm. Fioritura: 32 tra maggio ed agosto. Il frutto è una capsula semi-eretta, a forma ellissoide e pedicellata con diverse coste e deiscente per alcune di queste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. Dimensione delle capsule: larghezza 6 mm; lunghezza 10 mm. Impollinazione: il labello è nettarifero per cui questa pianta viene visitata da diversi insetti (non molto grandi) come coleotteri, imenotteri e ditteri. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). In realtà questa pianta ha dimostrato di riuscire a svilupparsi anche senza la presenza di funghi simbionti; per via vegetativa in quanto il rizoma possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie (getti laterali) capaci di generare nuovi individui. Distribuzione; (area di origine) è Eurasiatico. Diffusione: in Italia questa orchidea è abbastanza comune; si trova nelle Alpi e negli Appennini fino al sud; ed è pure presente in Sicilia e in Sardegna (ma in queste isole è considerata più rara). Habitat: l'habitat di questa pianta è molto variabile, in effetti è una delle orchidee rustiche più adattabili a qualunque tipo di terreno. Quindi la “Listera maggiore” si può trovare nei boschi di latifoglie, ossia nelle zone del castagno, del faggio ma anche delle conifere. Si può trovare inoltre nelle vicinanze di corsi d'acqua, nelle zone a cespuglieti, arbusteti e margini dei boschi, prati e pascoli. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con pH neutro e medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1600 m.s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino. 19) Neotinea lactea Sin.: Orchis lactea Poir. Galesi. Fior III-IV. Cespuglieti. Stenomedit. Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Vizzini, Melilli. Orchidea lattea (R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997). Descrizione. È una pianta erbacea, alta 10-20 cm, con fusto eretto, cilindrico, verde chiaro nella parte inferiore, porporino in quella superiore. L'apparato radicale è caratterizzato dalla presenza di due rizotuberi rotondeggianti. Le foglie basali sono allungate e riunite in rosetta; le foglie cauline, ad 1 a 2, inguainano il fusto ed hanno un vertice appuntito. Presenta una infiorescenza a spiga cilindrica, piuttosto densa (10-30 fiori). I tepali sono bianchi, saldati a formare un casco, con nervature longitudinali rosse all'interno e verdognole all'esterno. Il labello è trilobato con margine dentellato e fondo da bianco a rosa, picchiettato di rosso purpureo; il lobo mediano è più lungo dei laterali ed è leggermente ginocchiato alla base. Lo sperone è conico, rivolto in basso. Fiorisce in marzo-aprile. Distribuzione e habitat È diffusa nei paesi del bacino del Mediterraneo, dal Nordafrica e dalla Spagna all'Anatolia. [2]. In Italia è presente nelle regioni centromeridionali, dalla Toscana alla Calabria, e nelle isole maggiori (Sicilia e Sardegna). Predilige terreni incolti, pascoli e prati ai bordi della macchia, dal livello del mare fino ai 1500 m di altitudine. 20) Neotinea maculata Galesi. Circum-mediterranea. Fior. Mar. Apr. Interno di arbusti di rosmarino ed etrica e in uliveti abbandonati. Pineta Vittoria, Niscemi, Buccheri, Vizzini. Etim. Dal gr. “neos” = “nuovo” e da V. Tineo (1791-1856), famoso botanico siciliano 33 cui è dedicato. Maculata (macchiata) è dovuto alla punteggiatura bruna che quasi sempre è presente sulle foglie e sul fusto di questa pianta. Inquadramento: è prossimo al genere Orchis, soprattutto al gruppo di Orchis militaris; si caratterizza per i fiori molto piccoli, lo sperone cortissimo e le foglie per lo più maculate. Distribuzione: mediterraneo-atlantica; pur estendendosi su un vasto areale, per lo più le sue popolazioni appaiono molto localizzate. In Italia è presente in tutta la penisola, soprattutto sulla costa e nelle isole. Habitat: reperibile in garighe, cespuglieti, pinete e prati, e pianta assai eclettica per il substrato che può essere arido o fresco, basico o acido; inoltre vegeta in pieno sole, ma anche all'ombra. Mediamente si incontra fino a 400 m di altitudine, ma può raggiungere sporadicamente anche i 1000 m. Fioritura: da fine marzo a maggio; le caratteristiche foglie basali finemente maculate sono già ben evidenti dal mese di novembre. Descrizione: due tuberi ovoidali; fusto gracile, a volte maculato di bruno, alto da 10 a 30 cm (anche inferiori a 10, come in molti esemplari pratesi); 2-3 foglie basali lanceolate, ed alcune cauline, spesso maculate; brattee più brevi dell'ovario; infiorescenza cilindrica e densa, costituita da piccoli fiori (3-5 mm) che odorano di vaniglia, biancastri screziati e/o punteggiati di rosso; tepali interni ed esterni conniventi a cappuccio; labello a tre lobi, gli esterni più stretti, il centrale più ampio e bifido con dentino al centro; sperone breve (11,5 mm); ovario semicontorto. 21) Neottia nidus-avis Giardina e Brullo. Euro mediterranea. Faggete in terreni ricchi di humus. Non comune. Nido d'Uccello (nome scientifico Neottia nidus-avis (L.) Rich, 1817) è una pianta erbacea perenne dai fiori poco appariscenti. Etim. Il nome del genere fa riferimento alla particolare forma delle radici “a nido”. In greco “neottia” significa “nido”. Il termine specifico conferma ulteriormente questo concetto: nidus avis è un termine latino e significa nido d'uccello. Descrizione. Questa pianta, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non è epifita, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (ha cioè un proprio rizoma); quindi viene raggruppate fra le orchidee terrestri. In realtà questa è una pianta saprofita, ossia priva di clorofilla. Vive quindi in Simbiosi mutualistica con un fungo (Rhizomorpha neottiae) fissato alle sue radici. Questo fungo si trova anche negli strati più esterni della corteccia. In alcune zone di questa corteccia le sue ife sono settate e ben sviluppate, mentre in altre zone sono trasformate in masse informi. Probabilmente è una degenerazione delle ife indotta dalla Neottia per poterne assorbire le sostanze nutritive e quindi poter vivere senza il meccanismo della fotosintesi clorofilliana. Altrimenti, questa pianta, si nutre in modo eterotrofo assorbendo le sostanze organiche e nutrienti dal terreno (come humus o come micelio fungino) per mezzo delle sue radici. L'altezza di questa pianta varia tra i 15 e 40 cm. La forma biologica è geofita rizomatosa. Le radici sono secondarie da rizoma; sono ingrossate e ramificate in modo inestricabile. Fusto. Parte ipogea: la parte sotterrane consiste in un rizoma a fibre contorte e irregolarmente raggomitolate. Parte epigea: la parte aerea del fusto, carnosa e succosa, è eretta, di colore brunastro e dall'apparenza lucida. Foglie. È una pianta afilla (senza foglie). Le foglie (non più utili per la sopravvivenza) sono ridotte a delle squame (o scaglie) prive di clorofilla e quindi di colore giallastro o bruno chiaro; sono amplessicauli e avvolgono il fusto per tutta lo loro lunghezza. Questa atrofizzazione ha colpito soprattutto le foglie basali, qui completamente assenti, mentre in altri generi della famiglia delle orchidee sono sempre presenti. Lunghezza delle scaglie: 2 – 3,5 cm. Infiorescenza. I fiori sono riuniti in una densa spiga terminale (infiorescenza formata da 20 – 30 fiori); sono posizionati alla base di una brattea squamiforme o lesiniforme. Sia i fiori che le brattee sono brunastre (con delle sfumature violacee) per cui facilmente questa pianta può essere confusa, nell’oscu- 34 rità del bosco, per delle foglie cadute precocemente. I fiori sono resupinati,ruotati sottosopra tramite torsione del pedicello; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza dell'infiorescenza: 5 – 20 cm. Lunghezza delle brattee inferiori: 2 – 3 cm. Dimensione delle brattee superiori: larghezza 1 – 2 mm; lunghezza 5 – 10 mm. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). I fiori profumano debolmente di miele. Dimensione dei fiori: 8 – 15 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali sia quelli esterni che quelli interni (escluso quello centrale, diverso dagli altri, chiamato labello) sono molto simili (lanceolato-ovati e ottusi all'apice) e conniventi in quanto tutti insieme formano un cappuccio a protezione degli organi di riproduzione. Lunghezza media dei tepali: 5 mm. Il labello (semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo centrale più interno. La forma è lanceolata e concava alla base. La parte terminale è biloba. I due lobi divergono all'esterno e quasi sembrano tornare verso l'alto; sono inoltre lievemente crenulati. Il labello è sprovvisto di sperone ed è nettarifero nella cavità basale. Dimensione del labello: larghezza 3 mm; lunghezza 10 – 12 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo si presenta all'interno-centro del fiore ed è colorato di giallo. Il polline ha una consistenza gelatinosa; è posizionato nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). L'ovario, incurvato, è ovoide (o subsferico) in posizione infera; è formato da tre carpelli fusi insieme. Lunghezza dell'ovario: 1 cm. Fioritura: da maggio ad luglio. Il frutto è una capsula semi-eretta, a forma ellissoide e pedicellata con diverse coste e deiscente per alcune di queste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene prevalentemente per via vegetativa o per autofecondazione; è comunque possibile anche la riproduzione tramite impollinazione eterologa, per lo più ad opera di ditteri. Dopo la fioritura la pianta muore e i nuovi individui vengono generati dalla porzione carnosa di radice rimasta viva. Questa radice propagandosi orizzontalmente va ad occupare nuove zone di terreno non ancora sfruttate e quindi più ricche di nutrimento facilitando così la nascita dei nuovi individu. In alcuni periodi (anche diversi anni) è possibile che questa pianta non trovando le condizioni ottimali per far germogliare nuovi individui compia il suo intero ciclo vitale rimanendo sotto terra. Il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatico - Eurosiberiano. Diffusione: la Neottia nidus-avis è comune su tutto il territorio italiano (un po' rara nelle isole). L’Habitat tipico di questa pianta sono tra i muschi o le foglie morte nei boschi di faggio e di latifoglie in ambienti freschi e ombrosi; ma anche nelle pinete, gineprai, carpineti e erceti. Il substrato preferito è calcareo e calcareo/siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali e terreno mediamente umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 m. s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano. 22) Neottia ovata. Giardina e Gaudioso. Prati freschi. Rinvenuta a Caltagirone e Cava Grande del Cassibile, Ganzaria. Rara. Habitat: boschi di latifoglie, cespuglietti. Foglie color verde. Altitudine da 0 a 1900m. Fioritura: da maggio a luglio. 35 Neottia ovata (L.) Bluff & Fingerh. It. Listara maggiore. Forma biologica: G rhiz (Pianta erbacea perenne, con rizoma). Periodo di fioritura: V-VIII. Altitudine (min/max): 0/1600 m. Tipo corologico: Euro-asiat.. Sinonimi: Listera ovata (L.) R. Br. 23) Platanthera chlorantha (Giardina) Rinvenuta in diverse zone della Sicilia (Delforge 2005) ma rara. Etim. Platantera verdastra (nome scientifico P. ch. (Custer)Rehb., 1829) è una pianta erbacea perenne, dai delicati fiori verdastri. Etim. Il nome generico (platanthera) deriva dal greco e fa riferimento alla forma delle antere del fiore (“fiore ad antere larghe e piatte”). Il nome specifico (chlorantha) si riferisce al colore verdastro dei fiori (deriva sempre dal greco: chloros = verde e anthos = fiore). Descrizione. Questa pianta è glabra con una altezza variante tra i 15 ai 70 cm. La forma biologica è geofita bulbosa. Le radici sono secondarie da bulbo; sono fascicolate e carnose e si trovano in posizione superiore rispetto ai bulbi. Fusto. Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in due bulbi interi. La forma di questi bulbi è ovoidale-fusiforme. Dimensione dei bulbi: larghezza 0,8 – 1,5 cm; lunghezza 2 – 4 cm. Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice, robusta ed eretta. Alla base è presente una guaina tubolare di colore scuro. Le foglie sono tutte intere a nervature parallele; la forma delle foglie basali è diversa da quelle cauline (dimorfismo fogliare). Le foglie basali sono due sub-opposte; la forma è oblanceolato-ellittica o spatolata-ellittica, e sono arrotondate all'apice. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 8 cm; lunghezza 10 – 20 cm. Foglie cauline: le foglie cauline sono strettamente lanceolate, acute e progressivamente ridotte verso l'infiorescenza. Lunghezza massima: 3 cm. L'infiorescenza è una spiga semplice e allungata con diversi fiori (da 9 a 32) relativamente spaziati. I fiori sono posti alle ascelle di brattee lanceolate (quelle inferiori sono più lunghe dell'ovario) e sono pedicellati (il pedicello è arcuato). I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione dell'ovario; in questo caso il labello è volto in basso. Dimensione dell'infiorescenza: 5 – 25 cm. Lunghezza delle brattee: 10 – 22 mm. Lunghezza del pedicello: 12 – 18 mm. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il colore dei fiori è verdastro con sfumature biancastre. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). Dei tre tepali esterni quello dorsale è eretto e forma un cappuccio (è connivente con i due laterali interni) a protezione degli organi riproduttivi del fiore; ha una forma ovata, è ottuso all'apice e con 5 venature longitudinali. Quelli laterali sono disposti in modo patente e hanno una forma ovato-lanceolata con 3 – 5 venature; dei tre tepali interni quello mediano (chiamato labello) è molto diverso dagli altri, mentre i due laterali sono identici tra loro, sono eretti e più stretti di quelli esterni (strettamente ovato-lanceolati con 1 – 3 venature). Tutti i tepali hanno l'apice acuto. Dimensione del tepalo centrale: larghezza 5 – 6 mm; lunghezza 5 – 7 mm. Dimensione dei tepali laterali esterni: larghezza 4 – 4,5 mm; lunghezza 7,5 – 8 mm. Dimensione del tepali interni: larghezza 2,5 – 3 mm; lunghezza 5 – 6 mm. Il labello è lineare, intero, pendente e si assottiglia gradualmente verso la sommità, mentre sul retro, alla base, è prolungato in un lungo sperone. La forma dello sperone è filiforme, lievemente pendente ed è clavato all'apice. È lungo circa due volte l'ovario. Dimensione del labello: larghezza 2 mm; lunghezza 8 – 13 mm. Lunghezza dello sperone: 16 – 36 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti sul retinacolo tramite delle caudicole. I retinacoli sono in questo genere privi di borsicole. Le due logge dell'antera 36 sono divergenti alla base. L'ovario, sessile in posizione infera è incurvato a semicerchio, ed è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da maggio a luglio. Il frutto è una capsula globosa e pedicellata con diverse coste ed è deiscente per alcune di queste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. Riproduzione. Impollinazione: tramite farfalle (anche notturne). Il nettare si trova nella parte più interna dello sperone per cui l'insetto deve essere dotato di una spirotromba adatta (abbastanza lunga). L'insetto, durante questa operazione di assunzione del nettare, si spinge tra le masse polliniche staccando così alcuni frammenti di polline che essendo appiccicoso aderisce subito al suo corpo per essere trasportato via. La riproduzione avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume); per via vegetativa in quanto il bulbo possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie (getti laterali) capaci di generare nuovi individui. Distribuzione: il tipo corologico (area di origine) è Eurosiberiano. Diffusione: questa orchidea è diffusa su tutto il territorio italiano, ma è prevalentemente rara. L’Habitat tipico sono i boschi (pinete, faggete, carpineti e gineprai) e gli arbusteti; ma anche schiarite forestali, torbiere basse, prati e pascoli mesofili e igrofili. Il substrato preferito è calcareo oppure calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1200 ms-l.m. frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano. IL GENERE ''OPHRYS'' “Il genere Ophrys comprende specie distribuite soprattutto nella regione mediterranea; le specie con caratteri ancestrali sono accantonate nel Medit. Or., e qui si presume sia il centro d’origine del gruppo. La flora italiana è ricca di Ofridi, soprattutto sul Gargano e nelle zone adiacenti alle Puglie. Fusto e foglie.- Gli organi vegetativi nelle varie specie di O. sono quasi eguali. Due bulbi ipogei, generalmente ovoidi(1-3 cm) e biancastri, carnosi, dai quali si alza un fiore eretto indiviso. Foglie ridotte a squami brevi, le cauline inf. Con pochi (2-4) fiori spaziati, più raramente fino a 15, addensati, spesso rivolti più o meno dalla stessa parte; ogni fiore all’ascella di una brattea lineare-scanalata (2-3 cm). Le specie di O. sono quasi eguali come aspetto delle parti vegetative, e nel fiore i tepali esterni ed interni sono poco appariscenti e scarsamente diffrenziati; il labello invece è vivacemente colorato e presenta unpo straordinario polimorfismo… Il labello rappresenta un fenomeno biologico del tutto singolare… (Il modo in cui avviene l’impollinazione) fu scoperto dal Kullenberg (1961). Il labello imita nella forma e pelosità l’addome della femmina delle specie degli insetti impollinatori, ed il fiore emette gli 37 odori che a queste servono di richiamo sessuale; così il maschio viene attirato dal fiore dell’Ophrys, sul quale si posa effettuando una pseudocopulazione in una posizione obbligata che lo mette in contatto con le masse polliniche; una parte del polline s’incolla sull’insetto, viene asportata e quindi ceduta al fiore successivo. Gli insetti impollinatori sono Bombi, Calabroni, Api e Vespe. Colore e forma del labello sono in generale caratteri ereditari, suquali è pensabile si esplichi una “scelta” da parte dell’insetto impollinatore; evoluzione dell’insetto e della pianta procedono di pari passo. Lo straordinario polimorfismo del labello è dunque probabilmente causato da questa fitta rete di interrelazioni tra impollinatore ed impollinato” (Pignatti). È uno dei generi europei più numerosi della famiglia con più di un centinaio di specie di orchidee terricole (Geofite bulbose), a distribuzione euro-mediterranea. È caratterizzato da fiori con labello senza sperone; questi fiori sono bizzarri e per la forma e i colori ricordano mosche, calabroni, ragni; si ibridano facilmente fra loro e un notevole numero di tali forme sono pure note in Italia. Fra le più frequenti: O. aranifera, O. arachnites, O. apifera, O. tendredinifera, O. neglecta, O. speculum, O. lutea, O. bertolonii ecc. Essendo un gruppo molto polimorfo e variabile, è di difficile classificazione. Negli ultimi decenni sono state individuate molte nuove specie alcune delle quali attendono ancora una sistemazione tassonomica. Questi nuovi taxa non sempre sono accettati da tutti i botanici. Etimologia. Il nome generico (Ophrys), secondo quanto scrive lo scrittore romano Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.), deriva da un'antica parola greca “οφρύς” che significa “sopracciglio”. Gli antichi (scrive sempre il naturalista latino) usavano appunto questa pianta per produrre una tintura per colorare le sopracciglia. Può essere però che il vero significato derivi molto più semplicemente dalla forma delle lacinie interne del perigonio, oppure dalla pelosità del labello (carattere molto più evidente del primo). 24) Ophrys apifera Huds., 1762. Galesi. Fior. Apr. Mag. Formazioni di garica e macchia. Euro-Medit. Rinv. Pineta Vittoria, Niscemi, Cava Grande Cass., Buscemi, Buccheri, Vizzini, Chiaramonte, Ragusa, Caltagirone, Palazzolo. In Albo 1919 anche: altopiano di Modica, Scicli, Valle dell’Irminio, Capo Passero, Vendicari. Suolo calcareo erboso, in luoghi incolti. Dic. Marz. La vesparia o fior di vespa è una pianta erbacea alta 15-50 cm, con foglie basali ovatolanceolate o oblunghe, foglie superiori inguainanti e brattee ovato-lanceolate. L'infiorescenza raggruppa da 3 a 12 fiori con sepali grandi, di colore dal bianco al violaceo, con nervatura centrale e petali corti, pubescenti, di colore dal rosa al verdastro. Il labello è trilobato, con due pronunciate gibbosità villose sui lobi laterali; il lobo mediano, villoso, è di colore bruno, con margine giallastro e appendice triangolare; presenta un disegno variabile, che ricorda l'addome di un insetto, con un’area basale brunastra, lucida, 38 contornata da macchie dal giallo-verde al violaceo. Il ginostemio è ad angolo retto, con apice allungato e sigmoide. Le masse polliniche, giallastre, subito dopo la fioritura si distaccano dalle logge polliniche e si ripiegano in avanti verso la cavità stigmatica.Fiorisce da metà aprile a metà luglio. Riproduzione. È l'unica specie del genere Ophrys che pratica preferenzialmente l'autoimpollinazione: subito dopo la fioritura le caudicole dei pollinii si curvano in avanti favorendo la deposizione del polline sullo stigma sottostante. Distribuzione. È una pianta euromediterranea delle regioni temperate. In Italia è abbastanza diffusa in tutte le regioni. Habitat. Cresce in praterie, garighe, macchie e boschi luminosi, fino ad un’altitudine di 1200-1400 m. Predilige i suoli calcarei e le esposizioni in piena luce o penombra. 25) Ophrys arachnites - Albo 1919. It. Fiormosca, Sic. Lapuzzi. Altopiano di Modica, Cava d’Ispica, Pachino; tra i sassi in luoghi incolti con humus. Apr. Giu. L'Ofride a forma di ragno (nome scientifico Ophrys exaltata subsp. arachnitiformis (Gren. & Philippe) Del Prete, 1984) è una pioanta erbacea spontanea in Italia. Etimologia. Il primo nome specifico (exaltata = elevata in latino) si riferisce al fatto che questo gruppo di orchidee sono mediamente più alte delle altre; il secondo nome specifico (arachnitiformis) significa letteralmente “a forma di ragno”. Descrizione. È alta da 15 a 40 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb). Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. Fusto. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondati; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte aerea del fusto è semplice, eretta, e robusta. Sono presenti sia foglie radicali a forma lanceolata e formanti una rosetta basale, che foglie cauline del tipo amplessicaule. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con 4 – 10 fiori in disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma linearelanceolata; sono lunghe come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti a forma lanceolata. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono appena più piccoli a forma oblunga-lineare, più stretti e con bordi ondulati e glabri, disposti in modo alternato a quelli esterni. Colore dei tepali esterni: verde, bianco o roseo con nervature centrali verdi. Colore dei tepali interni: come quelli esterni o più scuri (giallastri o anche bruni). Il labello (la parte più vistosa del fiore) può assumere forme diverse, è comunque intero a perimetro più o meno ovale e convesso. La parte centrale è pubescente mentre i bordi sono glabri. In questa specie non è presente lo sperone, mentre le gibbosità della zona centrale del labello sono quasi assenti. Colore del labello: bruno, rosso o violaceo sempre scuro al centro; più chiaro ai bordi (di colore quasi giallo o anche rosso mattone); al centro è presente una macchia a forma di “H” o “X”, a colori più chiari (da grigio a blu a violaceo) circondata da bordi ancora più chiari. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato “gino- 39 stemio". Quest'organo, simili a un becco corto e acuminato, è posizionato all'internocentro del fiore sopra la cavità stigmatica che in questa specie è piccola e ristretta alla base. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. L'ovario non è contorto. Fioritura: da febbraio ad aprile. Il frutto è una capsula deiscente: a maturità la capsula si divide lungo la circonferenza per lasciare uscire i semi. I semi sono numerosi, molto minuti e piatti. Sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione entomogama: gli insetti impollinatori sono generalmente imenotteri apoidei del genere Andrena (Andrena senecioni, Andrena nigroaenea, Andrena trimmerana) e anche Colletes cunicularius; questi insetti riconoscono (o credono di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tentano una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i feromoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”[10] e il tipo di impollinazione viene definita come impollinazione a pseudocopulazione. La successiva germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Distribuzione. Il tipo corologico è Mediterraneo Occidentale. L'habitat tipico di questa pianta sono le garighe, i pascoli magri e in genere le zone incolte su substrato calcareo. Altitudine: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 700 m.s.l.m.; frequentano quindi le colline. 26) Ophrys aranifera Solo in Albo 1919: It. Fior ragno, Calabrone. Altopiano di Modica, Scicli, Valle dell’Irminio, Ragusa, Capo Passero, Vendicari. Suolo calcareo erboso, in luoghi incolti. Dic. Mar. Ophrys sphegodes Mill. subsp. Sphegodes, denominata anche: Ophrys aranifera. Nome italiano: Ofride verde-bruna. Dati Generali. Forma Biologica:Geofita bulbosa (G bulb). Tipo Corologico:Eurimediterraneo. Ambiente di crescita: Margini, Prati. Fascia altitudinale: Planiziale, Collinare. Status di protezione:Tutela internazionale e/o nazionale. 27) Ophrys aranifera, ssp. atrata Solo in Albo 1919. Altopiano di Modica, pendici erbose del Monserrato, vallone dei Cappuccini, Scicli, Sampieri in luoghi fertili. Mar. Apr. Piantina a fioritura (aprile-maggio), si rinviene in zone incolte e aride, cespuglieti e garighe con substrato alcalino, fino a 1300 m di quota; la specie viene impollinata da un Imenottero Andrenide: Andrena morio. Ophrys aranifera ssp. atrata. Arcangeli. Pianta perenne con fusti di 20-40 cm d'altezza; fiori i fiori presenti sulla spiga lassa vanno da 4 a 10 e sono distanziati; hanno tepali esterni di forma triangolare allungata, di colore rosei o biancastri di 10-15x4-7 mm e gli interni piú piccoli 6-9,5x2,5-5 mm, verdastri o rosei; labello di 9-14x10-14 mm., intero di 40 colore nero con sfumature rosso porpora, presenta due caratteristiche gibbosità basali, sbiancate all'apice , glabre internamente e ricoperte da una peluria esternamente. Tutto il labello è circondato da una fitta peluria; macchia lucida di colore blu-azzurra con margine biancastro forma una H oppure U, con le estremità in alto confluenti. Distribuzione. Mediterranea centroccidentale. Habitat: Prati aridi, garighe e terreni incolti. Fioritura: marzo – maggio. 28) Ophrys archimedea Giardina. Gariga, prati, cespugli spinosi, fino a 1000 m. l. m. Rinv. : Pineta Vittoria, Vizzini, Chiaramente, Caltagirone, Valle Ippari. L'Ofride di Archimede (Ophrys subfusca subsp. archimedea (P. Delforge, M. Walravens) Kreutz, 2006) è una pianta erbacea spontanea in Italia. Etim. Il primo nome specifico (subfusca) deriva dalle parole latine sub (= sotto) e fuscus (= di colore scuro) e si riferisce al colore quasi nerastro o bruno scuro del labello. Il secondo nome specifico (archimedea) è in onore al matematico siracusano Archimede (287 a.C. – 212 a.C.). È una geofita bulbosa. Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. Fusto. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale, arrotondati e di colore biancastro; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo; la parte aerea è semplice, eretta e slanciata. Il colore è verde. Le foglie basali di norma sono quattro a forma ellittico-lanceolate; mentre quella caulina, posta nella parte bassa del fusto, è unica. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Il colore delle foglie è fondamentalmente verde. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme e lassa con pochi fiori (massimo 5 – 7 fiori) e ben spaziati. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lanceolata con una scanalatura centrale; sono più lunghe dell'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti a forma ovato-triangolare con apice ottuso; i bordi sono revoluti. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli e più stretti; sono disposti in modo alterno a quelli esterni. Colore dei tepali esterni: verde. Colore dei tepali interni: verde-giallastro. Il labello (la parte più vistosa del fiore) si presenta con un portamento pendente o sub-orizzontale. Il colore prevalente è bruno scuro; al centro è presente una caratteristica macchia violetto-grigiastra bordata da linee più chiare; la parte terminale è formata da tre lobi più chiari quasi gialli. Questa sottospecie è priva delle due caratteristiche gibbosità laterali; è priva anche dello sperone. Dimensione del labello: larghezza 9 – 14 mm; lunghezza 10 – 15 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole[6]. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da marzo a maggio. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti nu- 41 merosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume). La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Impollinazione: come per altre specie di Ophrys anche in questa l'impollinazione avviene tramite un ben definito maschio di imenottero del genere Andrena che riconosce (o crede di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tenta una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo (non sempre gradevole per noi umani) emesso dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. Inoltre dal momento che l'insetto è attratto solamente da una specifica femmina (e quindi da una specifica orchidea) si evitano così sterili impollinazioni interspecifiche. Endemico, solo in Sicilia (zone centro-meridionali). Habitat: l'habitat tipico di questa orchidea sono le garighe e le macchie mediterranee su substrato calcareo. Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 40 a 1350 m s.l.m.; piani: collinare e montano. 29) Ophrys bertolonii Moretti Galesi. Fior. Mar. Apr. Garica e uliveti abbandonati. Steno Medit. Occ. Rinv. Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Buccheri, Vizzini, Chiaramente, Lentini, Caltagirone, Gela, Palazzolo. In Giardina: Gariga e prati asciutti, sulle coste e all’interno di suoli collinosi. Non comune in Sicilia. In Albo 1919: Vallone di Cappuccini Modica; suolo calcareo con humus, sotto i carrubi; valle dell’Irminio, Scicli, Donnalucata nei campi erbosi; Ragusa, Salinella, Gerratana; sponde erbose del pantano di Vendicari. Ofride di Bertoloni (Ophrys bertolonii Moretti, 1823). Il nome della specie è un omaggio al medico e botanico bolognese Antonio Bertoloni (1775 - 1869). È una pianta alta 15–25 cm, con foglie oblungo-lanceolate, disposte in rosetta, le superiori disposte a guaina. I fiori, in numero variabile da 2 a 8, sono riuniti in infiorescenze piuttosto lasse. I sepali sono ovato-lanceolati, concavi, da biancastri a rossastri, mentre i petali linearilanceolati, sono rosei o porporini, con margine più scuro e ciliato. Il labello, che può essere intero o trilobato, è a forma di sella, peloso, con uno specchio apicale glabro, lucido e violaceo, cui si deve il nome comune di fior di specchio, e con una appendice apicale giallo-verdastra. Il ginostemio è slanciato e termina con un evidente rostro appuntito che richiama la testa di un uccello, con due pseudoocchi che, nella specie tipo, sono separati dalla cavità stigmatica da una piccola porzione piana. La suddetta cavità è inoltre di forma rettangolare, più alta che larga. Fiorisce da marzo a giugno. Si riproduce per impollinazione entomofila, ad opera degli imenotteri Megachile parietina, M.pyrenaica e M. sicula (Megachilidae). La forma a sella del labello di O. bertolonii si adatta a quella 42 assunta da questi insetti che inarcano l'addome durante la copula. Predilige i suoli calcarei asciutti. Gli habitat usuali sono i pascoli, le garighe e i terreni sassosi, sino a 1000 m di altitudine. 30) Ophrys bombyliflora Link 1799. Galesi. Fior. Mar. Apr. Ampelodesmeti, formazioni erbacee. Stenomedit. Rinv. Vittoria, Niscemi Cava Grande Vizzini, Buccheri, Chiaramente, Melilli, Monterosso, Caltagirone. In Giardina: Prati asciutti, dal livello del mare alla montagna. Molto comune in Sicilia. L'ofride fior di bombo (Ophrys bombyliflora Link,) è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, diffusa sul versante settentrionale del bacino del Mediterraneo. È una pianta erbacea alta 5-20 cm, con foglie ovato-lanceolate disposte a rosetta, e brattee larghe e concave. L'infiorescenza raggruppa 2-5 fiori con sepali verdi, ovati, e petali corti, triangolari, con apice ottuso, pubescenti, giallo-verdastri, brunastri alla base. Il labello è trilobato, con lobi laterali che presentano due gibbosità villose e lobo mediano emisferico, bruno e pubescente all'apice, glabro e plumbeo alla base, con appendice apicale verdastra. Il ginostemio è corto, con apice ottuso e cavità stigmatica cuoriforme, contornata da callosità prominenti. L'apparato radicale è costituito da 3-5 rizotuberi, sferici. Fiorisce da febbraio a maggio. È diffusa in Europa meridionale. In Italia è comune nelle regioni meridionali e nelle isole, rara al centro e in Romagna, assente nel resto dell'Italia settentrionale. Habitat: macchie, garighe e praterie ad Ampelodesmos mauritanicus, fino a 1000 m di altitudine. Predilige i terreni calcarei. Fioritura: febbraio - aprile. L'impollinazione è entomofila, ad opera di imenotteri del genere Eucera (E. grisea, E. nigrilabis, E. longicornis, E. tuberculata). O. bombyliflora può riprodursi anche per via vegetativa, fatto non comune tra le specie del genere Ophrys, per moltiplicazione dei rizotuberi. 31) Ophrys caesiella (Giardina) Gariga, prati aridi, cespuglietti anche nelle aree di bassa montagna. Valle e passo Ippari, Noto. L'Ofride grigia-azzurra (nome scientifico Ophrys fusca subsp. caesiella (P.Delforge) Kreutz, 2004) è una pianta erbacea, geofita bulbosa, spontanea in Italia, appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Il primo nome specifico (fusca) si riferisce al colore scuro del labello; il secondo, (caesiella) deriva dal latino e si riferisce al colore grigio-azzurro della macula al centro del labello. È una pianta erbacea non molto alta (8 - 18 cm). Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondati. La parte aerea del fusto è esile, semplice ed eretta. Sono presenti delle foglie radicali (3 – 4) formanti una rosetta basale; la loro forma è ovato-lanceolata. Le foglie cauline sono generalmente 2, più strette e amplessicauli. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con pochi fiori (da 1 a 5) a disposizione semidensa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata con una scanalatura centrale; sono lunghe come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti a forma largamente ovale con apici appuntiti; tutti sono ripiegati in avanti specialmente quello centrale-mediano. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli a forma oblunga, più stretti e con bordi 43 ondulati, disposti in modo alternato a quelli esterni. Colore dei tepali esterni: verde chiaro. Colore dei tepali interni: più scuri di quelli esterni, quasi olivastri. Il labello è più grande degli altri tepali ed è pubescente; si presenta con un portamento sub-orizzontale. La forma è allungata e triloba; i lobi laterali sono piccoli e arrotondati con estremità ripiegate all'indietro; il lobo centrale a sua volta è diviso in due parti. In questa specie non è presente lo sperone, mentre le gibbosità della zona centrale del labello sono abbastanza evidenti soprattutto per la divisione (incavatura) centrale che si prolunga fino al centro del labello. Colore del labello: marrone scuro, appena più chiaro ai bordi; al centro è presente una macchia divisa in due parti simmetriche di colore grigio-azzurro. Dimensione del label- larghezza 9 – 12 mm; lunghezza 10 – 13 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio"[5]. Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore sopra la cavità stigmatica che in questa specie è chiara e allargata. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme; non è contorto. Fioritura: da marzo ad aprile. Il frutto è una capsula deiscente: a maturità la capsula si divide lungo la circonferenza per lasciare uscire i semi. Il colore del frutto è inizialmente verde, poi a maturità si colora di marrone chiaro. I semi sono numerosi, molto minuti e piatti. Sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione entomogama: l'insetti impollinatori sono generalmente imenotteri apoidei del genere Andrena (in questo caso specifico si tratta della specie Andrena flavipes) che riconoscono (o credono di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tentano una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli” e il tipo di impollinazione viene definita come impollinazione a pseudo-copulazione in posizione addominale. La successiva germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume). La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Tipo corologico Steno-mediterraneo. Distribuzione: In Italia questa orchidea è presente solo in Sicilia. Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono le garighe, le macchie di tipo mediterraneo, i prati su substrato calcareo in zone generalmente soleggiare. Distribuzione altitudinale: sui rilievi collinari fino a 600 m s.l.m. 32) Ophrys callianta It. Ofride dai fiori belli. Brullo e Giardina. Sin. Arachnites o holoserica ? Gariga, prati asciutti e cespugli spinosi. Rinv. : Pachino, Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Niscemi, Buccheri, Caltagirone, Palazzolo, Valle Ippari, ma Molto Rara. Endemica Sicilia Specie VU (vul44 nerabile). In Minissale e Sciandrello (p. 150): “ Specie descritta nel 1997 (Bartolo & Pulvirenti), si localizza nelle schiarite delle gariche e della macchia su suoli di natura calcarea molto superficiali, con rocce affioranti”. Ophrys callianta è simile ad Ophrys fuciflora dalla quale differisce per diversi particolari, soprattutto per le dimensioni dei due petali che nella calliantha sono lunghi circa la metà di quelli della fuciflora. Nello specifico le differenze tra le due specie, ed anche con Oph. oxyrrhynchos, sono state pubblicate dalle professoresse Giuseppina Bartolo e Santa Pulvirenti del Dipartimento di Botanica dell'Università di Catania nella rivista Caesiana (quaderno n.9 - anno 1997, pagg. 41-47). Secondo Delforge, ma anche secondo Grunanger, la fuciflora non è presente in Sicilia. 33) Ophrys candida Brullo. Est Medit. Prati asciutti dal livello del mare alla media montagna. Sicilia e siracusano (Bartolo & Pulvirenti), ma il Giardina la esclude. Ophrys holosericea subsp. candida Renz & Taub. 34) Ophrys ciliata Biv. Solo Brullo… Circum Medit. Distribuzione: sulla penisola rarissima; Sicilia e Sardegna: localmente comune. Habitat: macchie, garighe, prati magri, cespuglieti, boschi luminosi, su suolo calcareo. Si spinge dal livello del mare fino a 1150 m di altitudine. Fioritura: fiorisce da marzo ad aprile. Descrizione: pianta alta 5-25 cm; foglie basali oblunghe ad apice ottuso, foglie caulinari lanceolate ad apice acuto; infiorescenza rada, di solito pauciflora (2-8 fiori); ratei più lunghe dell'ovario; sepali oblunghi, ottusi, verdi con due striature bruno-rossiccie, i laterali patenti, il mediano ricurvo sul ginostemio con margine ispessito; petali lunghi circa 1/2 dei sepali, nastriformi, bruni, pubescenti, troncati all'apice; labello trilobo, lungo fino a 16 mm, interamente circondato da folti e lunghi peli bruno-rossastri, lobi laterali inseriti nella metà basale, più o meno triangolari, lobo mediano molto più grande, obovato, occupato quasi interamente dalla macula glabra, lucida, azzurro-violetta con riflessi metallici, con bordo giallo-aranciato; ginostemio corto, ottuso. 35) Ophrys discors Bianca Guss Scoperta ad Avola dal Bianca nel 1842. Galesi. Fior. Mar. Apr. Garighe ed uliveti abbandonati; nella Sicilia sudorientale predilige suoli calcarei. Endemica Sicilia. Rinv. Vittoria, Valle dell’Anapo, Niscemi, Cava Grande, Chiaramonte, Melilli. Giardina : Gariga, prati asciutti, cespugli spinosi. Rara ma presente in molti luoghi, fra i quali: Sicilia sudorientale (Catania Siracusa e Ragusa), Valle dell’Ippari, Comiso, Cava Randello. Distribuzione: Sicilia sudorientale e nordoccidentale: RARISSIMA. Habitat: prati magri, garighe, pinete luminose. Si spinge dai 50 m fino ai 650 m di altitudine. Fioritura: fiorisce da marzo ad aprile. Descrizione: pianta altra 10-25 cm; simile a Ophrys oxyrrhyncos, ne differisce per sepali e petali sempre rosa o biancastri con nervatura centrale verdina, i fiori meno grandi, il labello decisamente convesso, spesso con un margine giallo più o meno ampio e con la macula relativamente ridotta e poco ramificata. 36) Ophrys esaltata Ten. Galesi. Fior. Mar. Apr. Cespuglietti. Endemica (Sicilia e Calabria). Rinv.: Pineta Vittoria Niscemi, Cava Grande, Chiaramonte, Ragusa, Licodia Eubea, Gela, Caltagirone, Acate. Giardina 45 aggiunge: gariga, prati asciutti, cespugli anche su basse montagne. Valle Ippari, Caltanissett e Montagna della Ganzaria. È una pianta erbacea alta 20-50 cm. I fiori sono riuniti in infiorescenze abbastanza dense (da 4 a 15 fiori) e presentano sepali rosa o biancastri (raramente verdi), con evidenti venature verdastre e petali glabri, oblunghi, di colore dal giallo-verdastro al rossastro, più scuri dei sepali, a margini ondulati. Il labello, marcatamente convesso, è di colore brunorossiccio, con macula basale a forma di H o X; ha margini pelosi e gibbosità appena accennate. La cavità stigmatica è piccola, dello stesso colore del labello, con pseudo-occhi delimitati da un bordo chiaro; il ginostemio è corto, le masse polliniche sono di colore giallo. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce per impollinazione entomogama ad opera dell'imenottero apoideo Colletes cunicularius (Colletidae). Distribuzione. È una pianta distribuita nella parte nord-occidentale del bacino del Mediterraneo. È endemica dell'Italia meridionale, Sicilia e Calabria. Habitat. Cresce in prati aridi, garighe, macchie e radure boschive, in piena luce o mezz'ombra, da 0 a 1.100 m di altitudine. Tassonomia. Appartiene al gruppo Ophrys sphegodes , gruppo polimorfo assai complesso, che in Italia è rappresentato da numerose entità di carattere quasi sempre locale, considerate come entità di livello sottospecifico o specifico, o talora come semplici varietà. 37) Ophrys explanata Galesi. Fior. Mar. Gariga ed aree soggette a pascolo, su suoli calcarei. Endem Sicilia. Rinv. Gela, Siracusa, Vittoria e Niscemi. Localizzata e rara. Descrizione. È una pianta erbacea alta 10–30 cm. L'infiorescenza, lassa, raggruppa da 2 a 5 fiori, più piccoli rispetto a quelli della Ophrys bertolonii subsp. bertolonii, con sepali, ovato-lanceolati, e petali, acuti e triangolari, di colore dal bianco al rosa. Il labello è a forma di sella, meno incurvato rispetto a quello della sottospecie nominale, ricoperto da una fitta peluria bruno-nerastra, con una macula glabra, lucida, di colore grigioviolaceo; presenta una appendice apicale verdastra, anch'essa glabra e rivolta verso l'alto. Il ginostemio è allungato e appuntito, con cavità stigmatica più larga che alta. Altro carattere distintivo rispetto alla sottospecie nominale è la posizione degli pseudo-occhi, collocati a ridosso della cavità stigmatica. Fiorisce da marzo a metà aprile, 2-3 settimane in anticipo rispetto alla sottospecie nominale. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera dell'imenottero Megachile sicula (Megachilidae). È una specie endemica della Sicilia, ove è segnalata nei dintorni di Palermo e nella Sicilia sud-orientale. Habitat. Cresce su garighe e praterie, da 0 a 800 m di altitudine, prediligendo i suoli calcarei. Tassonomia. Descritta originariamente come una mera varietà di Ophrys bertolonii (O. bertolonii var. explanata Lojac., 1908), questa entità è considerata da Pierre Delforge (2006, op. cit., p.621) come una specie a sè stante (Ophrys explanata). Il Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS) in una recente pubblicazione la riduce al rango di sottospecie con il nome di Ophrys bertolonii subsp. explanata. 38) Ophrys subfusca subsp flammeola P. Delforge, Kreutz, 2004. Giardina. Gariga, prati asciutti calcarei, dalla costa alla montagna. Monte Lauro, Valle Ippari, Iblei, varie località. Rara. È alta 15-40 cm. I fiori sono riuniti infiorescenze dense, da 3 a 9 fiori. I sepali sono verdi, ovato-triangolari, conbordi revoluti; i petali sono verde-giallastri, più stretti e più corti dei petali. Il labello, lungo 12-17 mm e largo 10-14 mm, convesso trasversalmente, è di colore bruno-scuro, con un sottile bordo laterale giallo, talora tendente al rossastro; la macula è bilunulata, di colore grigio-violaceo; la pelosità del labello è violacea. Distribuzione e habitat. È una specie endemica della Sicilia. La sottospecie è distribuita in tutta l'isola, anche se non molto comune. Popola praterie ad Ampelodesmos mauritani- 46 cus, garighe e macchie, con predilezione per i suoli calcarei, da 40 a 1350 m di altitudine. Tassonomia. Questa entità è stata descritta nel 2000 da Pierre Delforge come ''Ophrys flammeola'' e successivamente riclassificata da Kreutz, nel 2006, come sottospecie di ''Ophrys subfusca''. Fiorisce da marzo ad aprile. 39) Ophrys (aranifera) furcifera Albo 1919. Altopiano di Modica, pendici erbose della valle del fiume medicano, valle dell’Irminio. Si tratta o di Habenaria furcifera Lindl., Gen. Sp. Orchid. Pl.: 319 (1835); o più probabilmente di Ophrys fuciflora (F. W. Schmidt) Moench. Etim. Fuciflora deriva dal latino fucus (fuco) e flos (fiore), di significato intuitivo. È usato anche il più recente sinonimo Ophrys holoserica, dal greco "tutto" e "di seta", per l'aspetto del labello che appare come "tutto di seta". Inquadramento: è la figura centrale di un gruppo comprendente diverse entità minori che si sono separati da Ophrys fuciflora; vanno sottolineati i suoi complicati rapporti con altri gruppi vicini (soprattutto quelli di Ophrys sphegodes, Ophrys tenthredinifera, Ophrys bornmuelleri), che hanno portato alla formazione di un gran numero di entità originate per la maggior parte da fenomeni di ibridazione e introgressione, o per isolamento ecologico e adattamento ad impollinatori diversi. Se a tutto ciò aggiungiamo la gran variabilità morfologica d'Ophrys fuciflora, possiamo capire la difficoltà di definire i vari taxa (anche in questo caso un tentativo organico di sistemazione è in DELFORGE, 1994). Distribuzione: il gruppo d'Ophrys fuciflora è essenzialmente italiano e centroeuropeo; la specie tipo e presente, ma non frequente, in quasi tutta l'Italia (meno comune in Sardegna). Habitat: preferisce suoli alcalini e non raggiunge in media i 1000 m d'altitudine; il suo habitat è simile a quello d'Ophrys apifera (con la quale si è ritrovata spesso, anche nel nostro territorio, a condividere gli stessi ambienti: ossia radure, prati e pascoli aridi, cespuglieti). Fioritura: da aprile a giugno. Descrizione: pianta alta da 10 a 50 cm; foglie basali ovate; le cauline più acute e amplessicauli; brattee più lunghe dell'ovario (e a volte anche dei fiori); infiorescenza con 2-10 (a volte più) grandi fiori; tepali esterni patenti e larghi, tra bianchi a rosei con venature verdi; tepali interni più piccoli, pubescenti, di colore variabile dal rosa al rossastro al bianco al verdastro; labello appariscente, bruno e vellutato, intero, talora con due gibbosità alla base; specchio con disegni variabili, ma simmetrici; evidente appendice rivolta in avanti, spesso tridentata; ginandrio simile a Ophrys apifera, ma con rostro più breve (G.I.R.O.S.). 40) Ophrys fusca. Galesi. Fior. Gen. Mag. E’ la specie con il più lungo periodo di fioritura.Cespuglietti e pascolo. Syenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Licodia, Buscami, Buccheri, Pedagaggi, Chiaramente, Ragusa, Vizzini, Melilli, Acate, Caltagirone, Gela, Palazzolo. Nota. Questa specie è stata smembrata in diverse specie. La variante a labello molto piccolo è riconosciuta come entità a sé stante. L'Ophrys fusca Link, 1799 è una pianta alta 10-30 cm, con foglie inferiori larghe e corte disposte a rosetta e 1-2 foglie cauline inguainanti il fusto. L'infiorescenza, lassa, comprende da 2 a 8 fiori con sepali verdastri ad apice arrotondato e petali di colore da giallo a bruno, oblunghi, a margini ondulati, con apice ottuso o tronco. Il labello è trilobato, convesso, brunastro, con un sottile margine glabro di colore giallastro, e un disegno ampio, bilobato, di colore da grigiastro a bluastro. Il ginostemio è corto, con apice ottuso. Fiorisce dalla fine di gennaio a metà giugno. Si riproduce per impollinazione en- 47 tomofila ad opera di imenotteri del genere Andrena (A. ovatula, A. nigroaenaea, A. flavipes). È diffusa in Europa meridionale. In Italia è diffusa su quasi tutta la penisola (eccetto le regioni nord-orientali), in Sicilia e in Sardegna. Habitat. Predilige macchie, garighe e prati assolati, dal livello del mare fino a 1450 m di altitudine. Tassonomia. È una specie assai polimorfa di cui è stata recentemente proposta la scissione in varie entità, sulla base di differenze morfologiche, fenologiche e di identità degli insetti impollinatori. Secondo alcuni autori si tratterebbe di una entità distinta da O. lupercalis. La maggior parte degli Autori comunque ritiene ingiustificata una divisione in più specie e propende per la individuazione di alcune sottospecie. 41) Ophrys gackiae (Giardina). Gariga, prati asciutti, cespuglietti. Siracusa. Non comune. Tassonomia. O. fusca subsp. sabulosa fa parte del gruppo Ophrys funerea della sezione Pseudophrys. Pierre Delforge ha descritto una entità molto simile, presente in Sicilia nel siracusano, da lui battezzata Ophris gackiae, che si differenzia da questa sottospecie per una minore altezza (10-20 cm), un labello più piccolo ed una fioritura anticipata di circa due settimane; l'insetto impollinatore di questa entità sarebbe Andrena florentina. Secondo alcuni autori tale entità andrebbe posta in sinonimia con O. fusca subsp. Sabulosa (Paulus & Gack ex P.Delforge) Kreutz, 2004. È una pianta erbacea geofita bulbosa, con fusto alto sino a 25-30 cm. Presenta 3-5 foglie disposte in rosetta basale e 2 foglie cauline lanceolate. L'infiorescenza, abbastanza lassa, è formata da 3 a 8 fiori con sepali grandi, ovali, giallo-verdastri, il dorsale arcuato in avanti sul ginostemio, e petali di colore giallastro, mediamente più piccoli dei sepali. Il labello è bruno e pubescente, trilobato, bordato da un margine glabro di colore giallo vivo. Presenta una marcata scanalatura centrale e una macula ampia, bilobata, di colore da grigiastro a bluastro. I lobi laterali sono arrotondati e ripiegati all'indietro. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera dell'imenottero apoideo Andrena sabulosa (Andrenidae), a cui deve il suo epiteto specifico. Questa specie è endemica della Sicilia. Habitat. Cresce su prati aridi e garighe, da 0 a 1300 m di altitudine. 42) Ophrys galilaea. Fior. Mag. Ampelodesmeti, gariche e macchie. Areale: Sardegna, Sicilia, Algeria, Marzocco, Tunisia. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Buccheri, Buscami, Monterosso, Vizzini, Chiaramente, Caltagirone. Nota: Entità distinta da Ophrys sicula, perché più robusta e con più fiori; labello convesso, bruno bordato di giallo; il lobo mediano non ha la tipica V capovolta. 43) Ophrys garganica. Galesi. Fior. Mar. Apr.. Cespuglietti e uliveti abbandonati. Stenomedit. Occid. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, B Vizzini, Acate, Caltagirone, Gela. Sistematica: la distinzione fra O. garganica e O. sphegodes è basata su caratteri piuttosto labili ed incostanti; inoltre, le due entità non sono differenziate né a livello geografico né a livello ecologico: al contrario, si trovano spesso assieme, talvolta con esemplari dalle caratteristiche intermedie. Descrizione: Differisce da O. Sphegodes per il labello ovale, ampio, arrotondato, rosso-bruno con globbosità basali generalmente assenti, peloso al margine. Disegno rossastro, spesso con ramificazioni basali nette,: Sepali verdastri, petali più larghi e spesso anche più scuri che in sphegodes, verde-bruni. Inoltre gli ocelli sono di colore blu-nero anziché verde. Periodi fioritura Mar.-Mag. Habitat: Prati magri, garighe, macchie, cespuglietti, fino a 1000 m. 48 44) Ophrys grandiflora (Giardina) Gariga, prati asciutti e montani. Siracusa. Comune. Ophrys tenthredinifera subsp. grandiflora (Ten.) Kreutz (sin.: Ophrys grandiflora) Presente in Calabria e Sicilia, caratterizzata da fiori più grandi, con labello trapezoidale. Descrizione. È una pianta erbacea alta da 5 a 25 cm, con foglie basali ovato-lanceolate, disposte a rosetta, e brattee larghe, sfumate di rosa. L'infiorescenza raggruppa da 2 a 10 fiori. I sepali sono di colore dal bianco al rosa, con una sfumatura mediana verde. I petali più piccoli e più scuri, sono cuoriformi, pubescenti. Il labello è giallo-brunastro, villoso e di colore più chiaro al margine, con un disegno centrale a forma di U o di H, bruno con margini bianchi; l'apice è globoso, ottuso, ricoperto da fine peluria. Il ginostemio è corto con apice ottuso. La cavità stigmatica è ampia, di colore bruno scuro. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri apoidei del genere Eucera (E. algira, E. nigrilabris). Habitat. Cresce in praterie e garighe, fino a 1200 m di altitudine. 45) Ophrys holosericea (Burm.f.) Greuter, 1967. Sin.: Ophrys fuciflora (F.W.Schmidt) Moench. Galesi. Fior. IV-V. Pascolo, garighe e uliveti abbandonati. Endem. Sicilia. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Buccheri, Vizzini, Acate, Caltagirone, Gela. Nota. Specie simile a O. oxyrrhinchos per le dimensioni del labello e la forma dello speculum, ma se ne discosta per i sepali bianchi o rosa, il colore più vivo del labello, le gibbe ben evidenti e la fioritura più tarda. Descrizione: La pianta, alta 10–15 cm, presenta una notevole variabilità di forme e colori. Il fiore misura 15–20 mm. Petali e sepali presentano una forte variabilità di colore, dal bianco al rosa. Ancor più marcata è la varietà di disegni del labello, molto allargato, intero, convesso di forma trapezoidale, con evidenti gibbosità laterali e munito di un'appendice evidente, spesso tridentata, orientata in avanti, che permette di riconoscerla facilmente. Rappresenta un esempio di mimetismo, poiché imita le sembianze di un bombo femmina, e a questo pare aggiunga l'emissione di feromoni con lo scopo di attrarre i bombi maschi ai fini dell'impollinazione. Distribuzione e habitat. Il suo areale comprende gran parte dell'Europa continentale, comprese le isole Baleari, Corsica, Creta, Sicilia e Sardegna. Non teme l'aridità e predilige i terreni calcarei. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione entomofila. Tra gli insetti pronubi è stata segnalata la 'Xylocopa violacea'. 46) Ophrys incubacea Bianca. ex Tod., 1842. Sin.: Ophrys sphegodes subsp. Atrata.Scoperta da Bianca ad Avola nel 1842. Giardina. Vittoria, Cav Grande, Modica, Vizzini, Buccheri, Buscami, Chiaramente, Acate, Melilli, Caltagirone, Gela, Ragusa. Descrizione. È alta 20-50 cm, con fusto slanciato, eretto. I fiori, da 3 a 8, hanno sepali verdi, ovato-lanceolati, e petali verde-giallastri o bruni, lanceolati e con estremità tronca. Il labello è di colore bruno-rossiccio scuro, vellutato, con macula grigio-bluastra, lucida, a forma di H; presenta una fitta peluria marginale e due gibbosità laterali pronunciate con superficie interna glabra. La cavità stigmatica è dello stesso colore del labello con fondo ornato da una macchia biancastra e pseudoocchi neri, bordati di blu o bianco; il rostro del ginostemio è corto e acuto, le logge polliniche sono di colore rossiccio. Riproduzione. Si riproduce ad opera dell'imenottero ''Andrena morio''. Distribuzione e habitat. È una specie a distribuzione euro-mediterranea.. In Italia è presente in tutto il territorio, Sicilia e 49 Sardegna comprese. I suoi habitat sono le garighe, i prati aridi, le macchie, dal livello del mare fino a 1200 m di altitudine. 47) Ophrys iricolor Lojacono. Brullo…. Giardina. Prati asciutti, cespuglietti. E’ esclusa dal Deforme; da verificare. Etimologia. Il primo nome specifico (''iricolor'') fa riferimento al labello, la parte più vistosa delle pianta, per i suoi colori iridescenti; il secondo è in onore al botanico siciliano M.Lojacono Pojero (1853 – 1919). Descrizione. È alta fino a 30 cm. Le radici sono secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. Fusto: la parte sotterranea (epigea) del è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondata; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte epigea è breve, semplice, eretta ma esile. Il colore è verde. Le foglie principali sono disposte in una rosetta radicale ed hanno una forma oblungo-lanceolata. Possono essere presenti anche alcune foglie cauline ma più brevi, a portamento amplissicaule e progressivamente di aspetto bratteale. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica del tipo spiciforme) con pochi (3 – 10) fiori in disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare e scanalata, che sono lunghe più o meno come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici. Perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo (Pignatti|Vol. 3 p. 700). Il perigonio è composto da 2 |verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono concavi e patenti a forma ovato-lanceolata. Quello mediano (centrale) è incurvato, ossia ripiegato a cappuccio a protezione del ginostemio. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli a forma strettamente oblunga, quasi lineare (sono più o meno tre volte più lunghi che larghi) e con bordi ondulati. Colore dei tepali esterni: verde; colore dei tepali interni: verde-ocra. Il labello è ampio, carnoso e brevemente pubescente (quasi vellutato); si presenta con un portamento semi-pendente con margini incurvati. La parte terminale è formata da tre lobi, i due lobi laterali esterni sono piccoli e arrotondati, mentre quello centrale, molto più grande, è a sua volta suddiviso in due parti. In questa specie non è presente lo Sperone. Colore del labello: bruno all'esterno, violaceo chiaro (o grigio) al centro con macchie più scure. I bordi di tutto il labello sono glabri e colorati di verde-giallo chiaro. Lunghezza del labello: 12 – 13 cm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore e in questa specie è molto breve e non è rostrato. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera; queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'Ovario sessile in posizione infera, è formato da tre carpelli fusi insieme; inoltre non è contorto. Fioritura: da febbraio ad aprile. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche; questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. Le radici sono secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La 50 parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondata; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte aerea è breve, semplice, eretta ma esile. Il colore è verde. Le foglie principali sono disposte in una rosetta radicale ed hanno una forma oblungo lanceolata. Possono essere presenti anche alcune foglie cauline ma più brevi, a portamento amplissicaule e progressivamente di aspetto bratteale. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica, del tipo spiciforme, con pochi (3 – 10) fiori in disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare e scanalata; sono lunghe più o meno come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con endotrofiche; questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio (Strasburger, vol. 2 - p. 808). La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie insetti pronubi, che sono generalmente imenotteri apoidei del Genere ''Andrena'', che riconoscono (o credono di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tentano una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare, per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. La successiva germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici. La disseminazione è anemocora; per via vegetativa, in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Distribuzione e habitat Endemica della flora italiana: si trova in Puglia, Calabria e Sicilia e sono considerate rare. L'habitat di questa pianta sono i prati sia umidi che asciutti, le garighe e i margini delle strade e sentieri. Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600-1000. Sistematica. Questa orchidea appartiene al gruppo denominato ''”Group of Ophrys fusca and Ophrys lutea”'' e al sottogenere ''Pseudophrys''. La caratteristica principale di questo gruppo è data dall' impollinazione in posizione addominale da parte degli insetti pronubi. 48) Ophrys lacaitae Lojac. Galesi. Fioritura: marzo – giugno. Habitat: praterie e garighe a substrato calcareo.. Formazioni erbacee e garighe. Esclusiva della Sicilia e Italia merid. Tirrenica. Rinv.: Cava Grande, Buccheri, Buscami, Palazzolo. Nota: Specie rara e localizzata, rinvenuta per la prima volta da De Langhe e D’Horse nel 1985. L'ofride di Lacaita (Ophrys lacaitae Lojac., 1909). Il suo nome è un omaggio al botanico inglese, di origine italiana, Charles Carmichael Lacaita (1853-1933). Descrizione. È alta 15-40 cm. I fiori sono riuniti in infiorescenze in numero da 4 a 10 e presentano sepali di colore bianco con sfumature verdastre, lievemente ricurvi al indietro. I petali, bianchi, sono corti e stretti con apice ottuso. Il labello è giallo chiaro di forma trapezoidale, con bordi rialzati e smarginati, pressoché glabro tranne che sulle gibbosità basali, con una macula basale a forma di H, lucida e circondata da una limitata zona bru- 51 nastra, e una caratteristica appendice rivolta verso l'alto. Fiorisce da marzo a giugno. Riproduzione. Si riproduce ad opera dell'|imenottero apoideo ''Eucera eucnemidea'' (Apidae). Distribuzione e habitat.Questa specie fu descritta inizialmente come un endemismo siciliano ma successivamente fu segnalata anche in diverse zone di Puglia, Basilicata, Calabria, Lazio e Molise, nonché a Malta e a Cipro. Il limite settentrionale del suo areale è rappresentato dai Monti Lepini nel Lazio. Cresce su praterie e garighe soleggiate, con predilezione per i terreni calcarei. 49) Ophrys laurensis. Galesi. Fior. V. Formazioni erbacee su vulcaniti. Endemismo esclusivo degli Iblei. Rinv.: Monte Lauro Buscemi, Vizzini. Nota: Ha fusto molto corto, meno di 10 cm, con 2-3 foglie di taglia media; labello separato da un ampio solco, coi margini glabri, bordati di giallo vivo e più o meno ricurvi. Specie rara, VU (lnerabile). L'Ofride del Monte Lauro (Ophrys subfusca subsp. laurensis (Geniez & Melki) Kreutz, 2006) è una pianta erbacea spontanea in Italia (endemica della Sicilia), appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Etimologia. Il primo nome specifico (''subfusca'') deriva dalle parole latine ''sub'' (= sotto) e ''fuscus'' (= di colore scuro) e si riferisce al colore quasi nerastro o bruno scuro del labello. Il secondo nome specifico (''laurensis'') si riferisce al Monte Lauro, areale dei primi ritrovamenti di questo fiore. Descrizione. È una pianta non molto alta (massimo 15 cm). Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale, arrotondati e di colore biancastro; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte aerea del fusto è semplice, eretta e robusta. Il colore è verde. Le foglie basali sono due a forma più o meno lanceolata. Quelle cauline sono pure due con portamenti distinti: una è eretta, l'altra è guainante il fusto. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Il colore delle foglie è fondamentalmente verde. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con pochi fiori (massimo 2 – 4 fiori) ravvicinati. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lanceolata con una scanalatura centrale; sono più lunghe dell'ovario, ma non del fiore. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici; perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato). Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti (disposti a 90°) a forma ovale. Quello centrale è ripiegato in avanti a protezione degli organi di riproduzione (il ginostemio). I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più stretti con margini debolmente ondulati e di colore più chiaro; sono disposti in modo alterno a quelli esterni e anche questi ripiegati in avanti. Colore dei tepali esterni: verdastri. Colore dei tepali interni: verde-giallastro. Il labello si presenta con un portamento pendente o sub-orizzontale. La forma è convessa e termina con alcuni lobi, glabri e di colore più chiaro (giallo). La parte basale si presenta con un solco incavato, ai lati del quale sono evidenti due gibbosità più chiare. Il colore prevalente è bruno scuro. La macchia centrale è grigiastra , quasi lucente, con bordi più chiari. Tutta la zona centrale del labello è densamente pelosa. Questa sottospecie è priva dello sperone. Lunghezza del labello: 10 – 14 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo 52 e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore in posizione eretta rispetto al labello. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'|ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da aprile a maggio. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici. La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Impollinazione: avviene tramite un ben definito maschio di imenottero genere ''Andrena'', che riconosce (o crede di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tenta una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo (non sempre gradevole per noi umani) emesso dall'orchidea imita i [[ferormoni]] dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. Inoltre dal momento che l'insetto è attratto solamente da una specifica femmina (e quindi da una specifica orchidea) si evitano così sterili impollinazioni. Distribuzione. Questa orchidea finora ha una sola stazione sul Monte Lauro del gruppo dei Monti Iblei nella Sicilia sud-orientale. Habitat: zone erbose su substrato basaltico. Distribuzione altitudinale: sui rilievi attorno ai 900 m s.l.m.. 50) Ophrys lucifera Giardina. Gariga, prati asciutti anche nelle basse montagne. Sicilia. Il fior di luce (Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz, 2004 è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, endemica di Toscana, Puglia e Sicilia. Tassonomia. Questa sottospecie di ''Ophrys fusca'' è stata originariamente descritta sul Monte Argentario nel 2000 come ''Ophrys lucifera'' (dal latino ''lucifer'' = portatore di luce, in riferimento alla luminosità del fiore. È stata successivamente declassata al rango sottospecifico. Descrizione. È una neofita bulbosa, con fusto esile, alto sino a 20 cm. Presenta da 3 a 4 foglie ellittiche riunite in rosetta basale, che seccano prima della fioritura. I fiori, da 2 a 4 per esemplare, sono riuniti in una infiorescenza apicale; i sepali sono di colore verde-giallastro, il mediano ripiegato a cappuccio sul ginostemio; i petali, più corti, sono di colore giallo-bruno, leggermente ripiegati in avanti. Il labello è trilobato, lungo sino a 20 mm, ricoperto da una fitta peluria di colore omogeneamente nero, bordato di giallo; presenta una macula basale relativamente corta, che non raggiunge i lobi laterali, con due lunule di colore blu iridescente, talora con sfumature bruno-rossicce. La cavità stigmatica è delimitata da una linea trasversale colorata di rosso o bruno. Fiorisce da marzo ad aprile. Distribuzione. Descritta inizialmente come endemismo del Monte Argentario è risultata presente in mol- 53 te altre località della Toscana sul Gargano e in Sicilia. Habitat. Cresce in ambienti di gariga e macchia, spesso in presenza di cespugli di ''Rosmarinus officinalis'', con predilezione per i suoli calcarei asciutti, dal livello del mare sino a 1000 m di altitudine. 51) Ophrys lunulata. Parl. 1838. Galesi. Fior. III-IV. Macchia e gariga. Endem. Sicilia. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Donnafugata, Lentini, Acate, Caltagirone, Gela, Palazzolo. Nota. Specie rara, VU, protetta dall’U.I.C.N. (Unione internaz. per la conservazione della natura). Descrizione. Ha fusto alto 30-40 cm. Le foglie sono oblungo-lanceolate e inguainano parzialmente il fusto. L'infiorescenza è lassa e raggruppa da 4 a 14 fiori con sepali laterali, lanceolati, di colore variabile dal rosa violetto al bianco rosato, con nervatura centrale verde e petali più brevi e stretti, solitamente di un colore roseo. Il labello è allungato, trilobato e ricoperto di una peluria vellutata, tranne che nel margine del lobo centrale che è verde e glabro. La macula al centro del labello è lucida a forma di mezzaluna (da cui deriva l'epiteto specifico ''lunulata''), da grigio-bluastra a rossastra; l'apicolo è grande, triangolare, di colore giallo-verdastro. Il ginostemio è perpendicolare al labello, con apice largo e acuto; la |cavità stigmatica è relativamente stretta, con due pseudocchi prominenti, neri e lucenti. Fiorisce in marzo-aprile. Riproduzione. Si riproduce ad opera dell'imenottero ''Osmia kohlii''. La disseminazione è anemocora. Distribuzione e habitat. È una specie endemica della Sicilia. Descritta nel 1838 da Filippo Parlatore in provincia di Palermo, l'ofride lunulata è diffusa in tutte le province dell'isola, nonché nelle isole Eolie. Cresce in ambienti di macchia rada, gariga e prateria mediterranea, fino ad una altitudine di 1300 m; predilige suoli calcarei asciutti e luminosi. 52) Ophrys lupercalis (Parco Iblei e Vendicari) (Giardina). Gariga, prati asciutti anche nelle basse montagne. Sicilia. E’ una pianta relativamente bassa che raggiunge i 30 cm di altezza, con un infioriscenza di 2-9 fiori, che cresce nei luoghi incolti e nelle radure, e, come la precedente non è difficile avvistarla a bordo strada. Molti esperti ritengono che la Ophrys lupercalis sia un sinonimo della Ophrys fusca, altri che sia una specie diversa caratterizzata da una fioritura anticipata che va da dicembre a tutto gennaio. Come caratteristiche è quasi del tutto simile alla Ophrys fusca. Quasi in contemporanea con la Barlia robertiana si può assistere alla fioritura di questa prima. Il nome specifico (lupercalis) prende riferimento da Luperco, protettore del bestiame dagli attacchi del lupo, e da un antica festa dell’epoca romana che ricadeva proprio nel periodo di fioritura di questa orchidea, il 14 febbraio, data scelta perché questo era il culmine del periodo invernale nel quale i lupi, affamati, si avvicinavano agli ovili minacciando le greggi. 53) Ophrys lutea. Cav. 1793 Galesi. Fior. III-IV. Ampelodesmeti e ulivi abbandonati. Stenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Chiaramente, Monterosso, Buscemi, Buccheri, Vizzini, Melilli, Lentini, Acate, Gela, Palazzolo. Nota. Specie comune, variabile per la dimensione dei fiori e la ginocchiatura del labello. L'ofride gialla è una pianta appartenente alle Orchidaceae. L'epiteto specifico deriva dal latino luteus = "giallo", colore dominante del labello. Descrizione. È una pianta alta 10-30 cm, con foglie inferiori corte, disposte a rosetta, e brattee verdi-giallastre, larghe. L'infiorescenza raggruppa da 2 a 7 fiori con sepali e petali di colore verde-giallastro. Il labello è trilobato, ovato, concavo alla base e convesso al centro, con lobo mediano bilobo, vellutato, con un ampio margine glabro di colore giallo e una macchia bruna al centro, che presenta un disegno a forma di farfalla di colore grigio-bluastro. Il ginostemio 54 è corto, con apice ottuso. Fiorisce dalla fine di febbraio a fine maggio. Riproduzione. Si riproduce ad opera di diverse specie di api del genere ''Andrena'', tra cui ''Andrena cinerea''. Diffusione. È ampiamente diffusa nei paesi del bacino del Mediterraneo ma anche nelle regioni atlantiche dell'Europa meridionale. In Italia]] è presente in molte regioni fra cui la Sicilia. Habitat. Creasce negli ambienti di prateria e gariga, sino ai 1400 m di altitudine, prediligendo i suoli calcarei soleggiati. Tassonomia. Secondo una recente revisione le sottospecie riconosciute sono quattro: ''Ophyrs lutea'' subsp. ''lutea''; Oprys lutea subsp. ''melena'' - endemica della Grecia, si differenzia per il labello bruno, ad eccezione dello specchio e del margine giallo; Ophrys lutea '' subsp. ''minor''- ha fiori più piccoli (8-12 mm), con la colorazione brunastra del labello che si prolunga e si biforca verso l'apice. Sinonimo (tassonomia). Sinonimo: ''Ophrys sicula''; Ophrys lutea subsp. ''phryganae'' - si differenzia per i fiori più piccoli (10-15 mm) e l'infiorescenza più lassa, e per la netta ginocchiatura del labello nella sua porzione prossimale. Sinonimo: ''Ophrys phryganae. 54) Ophrys lutea ssp. minor Sin.: Ophrys sicula. Fioritura: febbraio – maggio. Brullo… Circum-Medit. 55) Ophrys lutea ssp. murbeckii (Brullo…) Circum-Medit. E’ considerata un sinonimo di O. sicula. 56) Ophrys mirabilis Geniez & Melki. Galesi. Endem. Sicilia centr. e sudor. Rinv.: Sortino e diga di S. Rosalia, dove nel 1996 sono stati rinvenuti più di 200 individui! Nota. Specie rarissima, minacciata di estinzione, da proteggere. Tassonomia. Questa rara orchidea, , è stata trovata per la prima volta nel territorio di Carini dal botanico Michele Lojacono Pojero e descritta erroneamente, come ''Ophrys atlantica''. Dopo molti anni fu riscoperta nel 1991 da Geniez P. & Melfi F. e da Mathè H. nel 1994. Geniez e Melki che la battezzarono come ''Ophrys mirabilis'', appartenente al gruppo di ''Ophrys fusca'' (cfr. N. Gaudioso, 1997, cit.; Maranzano S.G e Marchiano V.J. Storia della bella e misteriosa Ophrys mirabilis Geniez & Melki. GIROS Notizie 2006; 31: 10-11). Descrizione. Si tratta di un'entità appartenente al gruppo di ''Ophrys fusca'', il cui principale carattere distintivo è dato dall'assenza di solco mediano alla base del labello. È una neofita bulbosa con fusto alto 12-22 cm. L'apparato radicale è costituito da 2 rizotuberi rotondeggianti, uno più grande (12 mm) e l'altro più piccolo (8 mm). Le foglie basali, in numero di 3-5, sono lanceolate e disposte in rosetta basale, le caulinari, 1 o 2, inguainano il fusto; spesso, nel periodo della fioritura, si trovano completamente secche. L'infiorescenza è lassa, con 2-6 fiori con sepali di colore verde-giallastro, i laterali aperti e con estremità piuttosto acute, il mediano curvato sopra il ginostemio; i petali, dello stesso colore dei sepali, hanno margine debolmente ondulato, di colore giallo-bruno. Il labello, che come detto è privo di solco basale mediano, è rettilineo, lungo non oltre 19 mm e largo circa 10 mm, ed è ricoperto da una fitta peluria bruno-violacea; i lobi laterali sono piuttosto piccoli, nettamente distaccati dal lobo mediano che si presenta cuneiforme o arrotondato all'estremità; la macula è bilobata, di colore dal blu-grigiastro al rossoviolaceo; il margine è glabro, di colore giallo-bruno. La cavità stigmatica è molto ampia, quasi sferica. Fiorisce da aprile a maggio. Riproduzione. Lo specifico insetto impollinatore, probabilmente un imenottero apoideo del genere ''Andrena'', non è stato ancora individuato. Distribuzione e habitat. È stata rinvenuta in altri luoghi della Sicilia, e nella primavera del 2010 anche sui Monti Climiti, nel territorio di Melilli (Zimmitti A., Una nuova stazione di Ophrys mirabilis nel territorio ibleo (Sicilia sud-orientale), GIROS 55 Notizie, 2011; 48: 63-65). Recentemente è stata segnalata anche in Nord Africa. Cresce in prati aridi ad ''Ampelodesmos mauritanicus'', con predilezione per i terreni calcarei esposti a nord, da 300 a 800 m di altitudine. 57) Ophrys oxyrrhynchos biancae (Tod.) Galesi, Cristaudo & Maugeri, 2004. Cespuglietti, pascolo e uliveti abbandonati. Endem. Sicilia. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buscemi, Buccheri, Caltagirone, Acate, Gela, Palazzolo. Descrizione. È una pianta alta 10-15 cm. Ha sembianze in comune con ''Ophrys oxyrrhynchos'' e ''Ophrys tenthredinifera'' e secondo alcuni potrebbe aver avuto origine da un'ibridazione naturale tra le due specie. La infiorescenza contiene da 4 a 10 fiori piccoli, con sepali bianco-rosati, talora con sfumature verdi e petali triangolari, in genere dello stesso colore dei sepali oppure giallastri. Il labello è trapezoidale, chiaro e villoso al margine, rosso-brunastro al centro, ove è presente una piccola macchia lucida grigioviolacea, a forma di H o di farfalla, con un margine chiaro; l'appendice apicale è grande, giallo-verdastra, romboidale o tridentata, curva verso l'alto. Il ginostemio, lungo 5-6 mm, ha un rostro acuto. Fiorisce in marzo-aprile. Distribuzione e habitat. È una sottospecie endemica della Sicilia, diffusa sia nella Sicilia orientale che in quella occidentale. Cresce fino a 700 m di altitudine, predilige praterie e garighe con suoli calcarei. Tassonomia. Questa entità è stata descritta per la prima volta sotto il nome di ''Ophrys discors'' dal botanico avolese Giuseppe Bianca (1801-1883), il quale comunicò la scoperta a Todaro e a Gussone che la riportarono nelle loro opere sulla Flora sicula. Una recente revisione ha riclassificato l'entità come sottospecie di 'Ophrys oxyrrhynchos'', ''Ophrys oxyrrhynchos'' subsp. ''biancae''. 58) Ophrys pallida Raf., 1810. Brullo…. Sudmediterranea e Sicilia. VU- lnerabile. Giardina. Prati e radure dei querceti nelle colline. L'Ofride pallida è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, endemica della Sicilia. Descrizione. Ha fusto eretto, alto 10-25 cm. e brattee più lunghe dell'ovario. L'infiorescenza è pauciflora, con 2-6 fiori di piccole dimensioni; i sepali laterali, biancastri con sfumature verdi o rosate, sono ellittici mentre il sepalo centrale è ricurvo in avanti; i petali sono corti, tronchi all'apice, di colore dal biancastro al verdastro. Il labello è trilobato, fortemente genicolato alla base e ulteriormente piegato all'indietro nella parte apicale; è di colore bruno, vellutato, con specchio glabro alla base del lobo mediano, di colore grigio-biancastro con riflessi bluastri, diviso da un solco centrale profondo; i lobi laterali sono piccoli e ripiegati all'indietro. Il ginostemio è corto e ottuso. Fiorisce da marzo a maggio. Riproduzione. Si riproduce ad opera dell'imenottero ''Andrena orbitalis'. Distribuzione e habitat. ''O. pallida'' è un raro endemismo siculo. In passato la si etichettava come endemismo siculo-sardo ma la sua presenza in Sardegna è stata smentita. Predilige i pascoli magri, le garighe, le aree soleggiate dei boschi con terreno calcareo, da 200 sino fino a 1100 m di altitudine. Cfr. AA.VV., Piano forestale regionale, Azienda Forestale della Regione Siciliana, 2003. 59) Ophrys sphegodes panormitana (Tod.) Kreutz, 2004). Brullo…. Endemica Sicilia. VU. Giardina. Gariga, prati asciutti, cespuglietti. Cava Grande. Chiaramente, Caltagirone. Valle Ippari. Descrizione. È alta 15-40 cm. Ha foglie verdi lanceolate. I fiori, da 2 a 10, sono riuniti in infiorescenze lasse. I sepali sono bianchi o gialli con una o più venature verdastre (raramente rosa); i petali, glabri, sono giallastri con sfumature ocra verso il margine. Il labello è trilobato, da ovale a quadrangolare, di colore da bruno-rossiccio a nerastro, con piccole gibbosità basali e una senza pelosità submarginale; la macula è lucida, nero-blu- 56 astra, a forma di H; la cavità stigmatica è anch'essa brunastra, con pseudo-occhi grigioverdastri; il ginostemio è corto, con masse polliniche sono di colore giallo. Fiorisce in gennaio-marzo. Riproduzione. Si riproduce ad opera imenotteri del genere ''Andrena'' (''Andrena toracica, A. thoracica'' e ''A. florentina'') (GIROS|p.218. Tassonomia. La posizione tassonomica di questa entità è ancora controversa. Alcuni autori la considerano una forma di ''O. exaltata''. 60) Ophrys passionis garganica Giardina. Ophrys passionis Sennen ex Devillers-Tersch. & Devillers, 1994 è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, in passato nota anche come Ophrys garganica. Descrizione. È alta fino a 50 cm. Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondati; la parte aerea è breve ma piuttosto slanciata, semplice ed eretta. Sono presenti poche foglie radicali a forma oblungo-lanceolata, ad apice acuto mucronato. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Quelle cauline sono progressivamente più ridotte a portamento amplessicaule e simili a brattee. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con pochi fiori sessili. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata con una scanalatura centrale; sono lunghe come o più dell'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente pentaciclici; perigonio a 2 |verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo (Pignatti, Vol. 3 pag. 700). Fioritura: fine Primavera, inizio Estate. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni). Tutti i tepali sono glabri e terminano con un apice ottuso. I tre segmenti esterni sono patenti a forma oblunga, sono piani e lievemente carenati. Quello mediano è spesso lievemente ricurvo in avanti. I due tepali intern sono sempre a forma oblunga appena più stretti, disposti in modo alternato a quelli esterni e con i bordi smarginati o increspati. Colore dei tepali esterni: verde chiaro quasi brillante. Colore dei tepali interni: giallastro, bruno-rossastro ai margini. Il labello è ampio, carnoso e pubescente; si presenta con un portamento pendente e con margini incurvati. La forma è quasi rotondeggiante e intera (i lobi laterali sono quasi inesistenti); tutto il bordo del labello è percorso da una striscia più chiara. In questa specie non è presente lo sperone e neppure gibbosità nella zona centrale del labello. Colore del labello: bruno-purpureo scuro, più chiaro ai bordi; al centro è presente una macchia più chiara fosco-violacea o rosso-brunastra a forma di “H” con le “gambette” allungate; mentre nella parte alta la macchia si dirama ai lati del labello. Dimensione del labello: larghezza 16 mm; lunghezza 14 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera; queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme (Pignatti, Vol. 3 pag. 7009. L'ovario non è contorto. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche so- 57 sostanze di riserva per una germinazione in proprio. (Strasburger|vol. 2 - pag. 808). Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte ipogea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondati; la parte aerea è breve ma piuttosto slanciata, semplice ed eretta. Sono presenti poche foglie radicali a forma oblungo-lanceolata, ad apice acuto mucronato. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (parallelinervie). Quelle cauline sono progressivamente più ridotte a portamento amplessicaule e simili a brattee. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale) del tipo spiciforme con pochi fiori sessili. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata con una scanalatura centrale; sono lunghe come o più dell'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici; perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo (Pignatti |Vol. 3 pag. 700). Fioritura: fine Primavera, inizio Estate. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume). La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). L'impollinazione avviene tramite un maschio di imenottero del genere ''Andrena'' che crede di riconoscere nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tenta una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli. Inoltre dal momento che l'insetto è attratto solamente da una specifica femmina (e quindi da una specifica orchidea) si evitano così sterili impollinazioni. Distribuzione. Il tipo corologico di questa specie è ''Euri-mediterraneo''. In Italia era considerata in passato un endemismo del Gargano, ma è presente in realtà in buona parte dell'Italia centrale e meridionale oltreché in Sicilia e Sardegna. L'habitat tipico per questa orchidea sono i prati aridi, le garighe e le zone incolte in generale da 0 a 800-1000. Tassonomia. Questa entità è stata a lungo classificata come ''Ophrys garganica'' o come ''Ophrys sphegodes'' subsp. ''garganica'', e di recente come identica all’''Ophrys passionis'' (GIROS 2009, p.224). 61) Ophrys passionis subsp. passionis Sennen ex Devillers-Tersch. & Devillers, 1994. Sin.: Ophrys sphegodes subsp. garganica O. et E.Danesch. Fioritura: marzo – maggio (in Orchidee di Cava Grande… in internet). Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi. La parte epigea: la parte aerea del fusto è breve ma piuttosto slanciata, semplice ed eretta. Sono presenti poche foglie radicali a forma lanceolata, ad apice acuto |(mucronato). Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (parallelinervie). Quelle cauline sono progressivamente più ridotte a portamento amplessicaule e simili a brattee. 58 L'infiorescenza e fiori come in O. passionis. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni). Tutti i tepali sono glabri e terminano con un apice ottuso. I tre segmenti esterni sono patenti a forma oblunga, sono piani e lievemente carenati. Quello mediano è spesso lievemente ricurvo in avanti. I due tepali interni (il terzo, il labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono sempre a forma oblunga appena più stretti, disposti in modo alternato a quelli esterni e con i bordi smarginati o increspati. Colore dei tepali esterni: verde chiaro quasi brillante. Colore dei tepali interni: giallastro, bruno-rossastro ai margini. Il labello (la parte più vistosa del fiore) è ampio, carnoso e pubescente; si presenta con un portamento pendente e con margini incurvati. La forma è quasi rotondeggiante e intera (i lobi laterali sono quasi inesistenti); tutto il bordo del labello è percorso da una striscia più chiara . In questa specie non è presente lo sperone e neppure gibbosità nella zona centrale del labello. Colore del labello: bruno-purpureo scuro, più chiaro ai bordi; al centro è presente una macchia più chiara fosco-violacea o rosso-brunastra a forma di “H” con le “gambette” allungate; mentre nella parte alta la macchia si dirama ai lati del labello. Dimensione del labello: larghezza 16 mm; lunghezza 14 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. L'ovario non è contorto. Fioritura: fine Primavera, inizio Estate. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene come nelle altre Ophrys. Distribuzione. Il tipo corologico di questa specie è Euro-mediterraneo. In Italia era considerata in passato un endemismo del Gargano, ma è presente in realtà in buona parte dell'Italia centrale e meridionale oltreché in Sicilia e Sardegna. L'habitat tipico per questa orchidea sono i prati aridi, le garighe e le zone incolte in generale da 0 a 800-1000 m s.l.m.. 62) Ophrys provincialis (Baumann & Kunkele) Paulus , 1988. Questa Ophrys è molto simile all’o. aranifera. E’ endemica del Sud della Francia dal Gard alle Alpi marittime. Si riconosce principalmente dal suo labello scuro, che ha una macchia azzurrognola bordata di bianco e nella base rossastro in contrasto col resto del labello. I pseudo-occhi sono generalmente cerchiati di bianco. Questa specie sembra tuttavia relativamente difficile da distinguere dall’Ophrys passionis. 63) Ophys pseudobertolonii ssp. bertoloniiformis (W. & C. Medit.). Brullo… Endemica Italia centromeridionale e Sicilia 64) Ophrys rosea (Albo Delpinoa, p. 322) Sin. O. tentedriniphera 65) Ophrys sabulosa (Giardina) Ophrys fusca subsp. sabulosa (Paulus & Gack ex P.Delforge) Kreutz, 2004 è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, endemica della Sicilia. 59 Descrizione. È una pianta erbacea geofita bulbosa, con fusto alto sino a 25-30 cm. Presenta 3-5 foglie disposte in rosetta basale e 2 foglie cauline lanceolate.L'infiorescenza, abbastanza lassa, è formata da 3 a 8 fiori con sepali grandi, ovali, giallo-verdastri, il dorsale arcuato in avanti sul ginostemio, e petali di colore giallastro, mediamente più piccoli dei sepali. Il labello è bruno e pubescente, trilobato, bordato da un margine glabro di colore giallo vivo. Presenta una marcata scanalatura centrale e una macula ampia, bilobata, di colore da grigiastro a bluastro. I lobi laterali sono arrotondati e ripiegati all'indietro. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera dell'imenottero apoideo Andrena sabulosa (Andrenidae), a cui deve il suo epiteto specifico. Questa specie è endemica della Sicilia. Cresce su prati aridi e garighe, da 0 a 1300 m di altitudine. Tassonomia. O. fusca subsp. sabulosa fa parte del gruppo Ophrys funerea della sezione Pseudophrys. Pierre Delforge ha descritto una entità molto simile, presente in Sicilia nel siracusano, da lui battezzata Ophris gackiae, che si differenzia da questa sottospecie per una minore altezza (10-20 cm), un labello più piccolo ed una fioritura anticipata di circa due settimane; l'insetto impollinatore di questa entità sarebbe Andrena florentina. Secondo alcuni autori tale entità andrebbe posta in sinonimia con O. fusca subsp. sabulosa. 66) Ophrys sicula Tineo. Galesi. Fior. III-IV. Cespugliet, pascolo e uliveti abbandonati. Stenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Pantalica, Pedagaggi, Chiaramonte, Monterosso, Caltagirone, Acate, Gela, Palazzolo. Sin.: Ophrys lutea var. minor (Todaro) Gussone; Ophrys lutea ssp. minor (Todaro) O. Danesch & E. Danesch; Ophrys Fleischmann & Bornmúller) H.F. Paulus & Gack; Ophrys galilaea ssp. murbeckii (H. Fleischmann) Del Prete. Biologia. Pianta a fioritura (marzo-maggio), la troviamo negli incolti aridi, garighe costiere, cespuglieti, su substrato alcalino; impollinata da apidi solitari del genere Andrena, insetti che nidificano nel terreno. Descrizione. Piantina gracile, tuberosa di 10-20 cm d'altezza con spiga breve a 2-8 piccoli fiori con i tepali esterni ovato-triangolari, verde-giallognolo di 612x3-7 mm e margine debolmente revoluto, gli interni giallognoli di 4,5-7x1-2,5 mm. Labello orizzontale, rilevato longitudinalmente e portamento orizzontale, lungo 8-13 mm e largo 7-12 mm, margine giallo glabro, concavo, della larghezza di 2 mm circa con uno specchio lucido grigiobruno, e con nella parte apicale, una piccola `V' rovesciata dello stesso colore dello specchio. Distribuzione. Bacino Mediterraneo, manca in Francia e penisola Iberica. 67) Ophrys speculum Link, 1800. Galesi. Fior. III-IV. Cespugliet, e colture abbandonate. Stenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Buccheri, Buscami, Vizzini, Pantalica, Pedagaggi, Chiaramonte, Caltagirone, Acate, Gela, Palazzolo. L'ofride specchio è una pianta erbacea geofita bulbosa, alta 5-20 cm, con foglie inferiori ovato-lanceolate, disposte a rosetta, e foglie superiori avvolgenti e brattee larghe e concave. L'infiorescenza raggruppa da 2 a 8 fiori con sepali laterali divergenti, di colore verdastro con striature brune e sepalo mediano oblungo, con apice tondo, di colore bruno; i petali sono corti, pubescenti, di color porpora. Il labello è trilobato, bordato da una fitta peluria bruno-rossastra; il lobo mediano più grande, ovato, è quasi interamente occupato da una macula argenteo-bluastra bordata di giallo, che costituisce l'elemento distintivo della specie, mentre i lobi laterali sono lanceolati, giallo-rossastri. Il ginostemio, nascosto dai sepali, è corto e con apice arrotondato. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce pre- 60 valentemente per impollinazione entomofila, ad opera dell'imenottero vespoideo Dasyscolia ciliata. I maschi di questa specie sono attratti sia dal mimetismo sessuale del labello, che con la sua pelosità ricorda loro l'addome della femmina, ma soprattutto grazie alla produzione di sostanze volatili simili ai feromoni delle femmine. Nelle aree in cui l'insetto pronubo è assente, può riprodursi per moltiplicazione vegetativa. Distribuzione. È una specie mediterranea. In Italia è comune in Sicilia e Sardegna, rara nel resto della penisola. Habitat. Cresce in ambienti di prateria mediterranea, gariga e macchia aperta, con predilezione per i terreni calcarei, da 0 a 1.200 m di altitudine. L'inquadramento tassonomico di questa specie è stato a lungo fonte di controversie. La controversia è legata, almeno in parte, alla esistenza di tre distinte sottospecie, da alcuni autori elevate al rango di specie a sé stanti: 68) Ophrys sphegodes. Miller 1768. Galesi. Fior. III-IV. Cespuglieti e pa- scolo. Euromedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Chiaramonte, Caltagirone, Gela, Palazzolo. Buccheri, Buscami, Ofride verde-bruna. Etimologia. La denominazione scientifica attualmente accettata di questa orchidea (Ophrys sphegodes) è stata proposta dal botanico scozzese Philip Miller (1691 – 1771). È una pianta erbacea alta 15 - 50 cm. Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale. La parte aerea è breve ma piuttosto slanciata, semplice ed eretta. Il colore è verde. Sono presenti poche foglie radicali (massimo 5) a forma oblungo-lanceolata, ad apice acuto (mucronato) e ripiegate a doccia. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente. Quelle cauline sono progressivamente più ridotte a portamento amplessicaule e simili a brattee. Dimensione delle foglie: 5 - 15 mm. L’infiorescenza è “indefinita” del tipo spiciforme con pochi fiori (da 4 a 10 e ben spaziati) sessili. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata con una scanalatura centrale; sono lunghe come o più dell'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[2]. Dimensione dei fiori: 15 – 20 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). Tutti i tepali sono glabri e terminano con un apice ottuso. I tre segmenti esterni sono patenti a forma oblunga e piani. Quello mediano è spesso lievemente ricurvo in avanti. I due tepali interni sono più piccoli (sono lunghi 2/3 di quelli esterni) sempre a forma oblunga, disposti in modo alternato a quelli esterni e con i bordi smarginati o increspati. Colore dei tepali esterni: verde chiaro quasi brillante. Colore dei tepali interni: giallastro, bruno-rossastro ai margini. Il labello è ampio, carnoso e pubescente; si presenta con un portamento pendente e con margini incurvati. La parte terminale è formata da vari lobi appena evidenti; quello centrale, il più grande, è a sua volta suddiviso in due parti. In questa specie non è presente lo sperone, sono presenti invece delle lievi gibbosità nella zona centrale del labello. Colore del labello: bruno (ai bordi è inoltre vistosamente pubescente/vellutato), con macchie lucide più chiare al centro (dal viola al blu) e disegni simili all'addome di un insetto (macchie scure a forma di “H” o “X” contornate da linee bianche). Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. 61 L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme[7]. L'ovario non è contorto. Fioritura: da marzo a giugno; è un'orchidea a fioritura precoce. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata; alcuni studi hanno dimostrato che il profumo che emana l'orchidea Ophrys sphegodes è simile all'odore delle giovani vergini di Andrena nigroaenea. Sono stati segnalati comunque altri imenotteri collegati a questa orchidea: Colletes cunicularius, Xylocopa iris e altre specie del genere Andrena (A. tibialis, A. fulvata). Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui. La disseminazione è di tipo anemocora. Distribuzione: il tipo corologico (area di origine) è Euri-mediterraneo; è una pianta diffusa in tutta la penisola italiana (isole comprese);. L'habitat tipico per questa orchidea sono i prati aridi, le garighe e le zone incolte in generale; ma anche zone pietrose e margini erbacei dei boschi. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Piani collinari e in parte montani, fino a 1200 m. 69) Ophrys sphegodes subsp. panormitana (Tod.) Kreutz, 2004. Endemismo siculo. Fioritura: marzo – giugno. (in Orchidee di Cava Grande.. internet) L'Ofride palermitana (Ophrys sphegodes panormitana (Tod.) Kreutz, 2004) è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, endemica della Sicilia. È una pianta erbacea geofita bulbosa, alta 15-40 cm. Ha foglie verdi lanceolate. I fiori, da 2 a 10, sono riuniti in infiorescenze lasse. I sepali sono bianchi o gialli con una o più venature verdastre (raramente rosa); i petali, glabri, sono giallastri con sfumature ocra verso il margine. Il labello è trilobato, da ovale a quadrangolare, di colore da bruno-rossiccio a nerastro, con piccole gibbosità basali e una senza pelosità submarginale; la macula è lucida, nerobluastra, a forma di H; la cavità stigmatica è anch'essa brunastra, con pseudo-occhi grigioverdastri; il ginostemio è corto, con masse polliniche sono di colore giallo. Cresce, su terreni prevalentemente calcarei, in ambienti di prateria mediterranea e gariga. 70) Ophrys tenthredinifera Willdenow 1805. Fioritura: marzo - maggio. Galesi. Fior. III-IV. Arbusteti. Euromedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Buccheri, Buscami, Chiaramonte, Caltagirone, Gela, Acate. È una pianta erbacea alta da 5 a 25 cm, con foglie basali ovato-lanceolate, disposte a rosetta, e brattee larghe, sfumate di rosa. L'infiorescenza raggruppa da 2 a 10 fiori. I sepali sono di colore dal bianco al rosa, con una sfumatura mediana verde. I petali più piccoli e più scuri, sono cuoriformi, pubescenti. Il labello è giallo-brunastro, villoso e di colore più chiaro al margine, con un disegno centrale a forma di U o di H, bruno con margini bianchi; l'apice è globoso, ottuso, ricoperto da fine peluria. Il ginostemio è corto con apice ottuso. La cavità stigmatica è ampia, di colore bruno scuro. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri apoidei del genere Eucera (E. algira, E. nigrilabris). Diffusa nell'Europa meridionale. In Italia è presente su tutto l'Appennino, in 62 Sicilia e Sardegna. Cresce in praterie e garighe, fino a 1200 m di altitudine. 71) Ophrys tricolor Desf. ex Nyman 1882. Giardina. 72) Ophrys vernixia (Maugeri, Cristaudo) Pianta alta da 5 a 20 cm. Scapo flessuoso. Foglie. Le inferiori grandi lanceolate, le superiori avvolgenti lo scapo. Infiorescenza A spiga lassa. Brattee Lunghe , talvolta più dell’ovario. Fiori Grandi. Tepali esterni giallo - verdastri, i laterali con bande brunastre. Tepali interni molto più corti e vellutati per la presenza di peluria; Il mediano ricurvo sul ginostemio; labello grande, trilobo con al centro una grande macchia azzurra, orlato di fitta peluria. Habitat Molto diffusa lungo le cunette stradali e nei pascoli. Vegeta anche oltre i 1000 m Paricolarità Viene impollinata da un apide che mostra una enorme somiglianza con il labello. ORCHYS Orchis L., 1753 è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Orchidacee, il cui nome deriva dal greco όρχις = testicolo, per via dei rizotuberi appaiati e di forma arrotondata che si presentano in alcune specie. Descrizione. L'apparato radicale è costituito da 2 o 3 rizotuberi di forma tondeggiante o, raramente, appena bilobata. Il fusto è eretto; presenta da 2 a 9 foglie basali, a volte maculate, riunite a rosetta, e 1 o 2 foglie cauline che inguainano il fusto e rivestono l'infiorescenza prima della fioritura. Il fiore si sviluppa in spighe con sepali tutti uguali, petali piccoli e labello intero o a tre lobi; è quasi sempre dotato di sperone, con la sola eccezione della ''Orchis anthropophora''. Il loro colore va dal lilla al viola, più raramente dal bianco al giallo. I fiori della maggior parte delle specie di ''Orchis'' non producono nettare (con alcune eccezioni, come p.es. ''Orchis co-riophora''), ma attraggono le api e i bombi grazie all'aspetto dei fiori, simile a quello di altre specie nettarifere. Distribuzione. Le specie appartenenti a questo genere sono orchidee terricole diffuse in Europa, nel Nord Africa e in Nord America. Tutte quante le specie di questo genere sono rustiche, in special modo in Italia, dove altre invece non riescono ad acclimatarsi perché richiedono una temperatura estiva più fredda. Impollinazione. Quasi tutte le specie di ''Orchis'' sono impollinate da imenotteri della famiglia Apidae. Solo questi insetti sono in grado di perforare con la ligula lo sperone, avendo così accesso al nettare (nelle specie in cui esso è presente). 73) Orchis anthropophora (L.) All., 1785. Sin.: Ophrys anthropophorum, Acerass antropophorum. Galesi. Fior. Apr. Mag. Habitat: prati, macchie, area pascolo; predilige suoli calcarei. Areale: Medit. Atl. Rinvenuta in molti luoghi degli Iblei. Comune. It. Ballerina. Fioritura: marzo-maggio. Habitat: prateria mediterranea e garighe, su suoli calcarei. (Giardina) e in Cava grande internet. 63 Etim. L'epiteto specifico deriva dal greco ἄνθρωπος = uomo e φορὸς = che porta, cioè portatore di uomo, in riferimento alla caratteristica sembianza del labello. Tassonomia. La specie è stata a lungo attribuita al genere monospecifico ''Aceras'' (dal greco α privativo e κερας=corno) per il fatto di essere l'unica specie del genere ''Orchis'' priva di sperone. Recenti studi genetici hanno invece mostrato la sua stretta parentela con ''Orchis militaris'', con la quale da frequentemente luogo a ibridi. Morfologia. È alta 15-40 cm, con foglie basali ovato-lanceolate riunite a rosetta e foglie cauline corte e inguainanti il fusto. I fiori sono riuniti in infiorescenze dense; sepali e petali sono riuniti a formare un casco di colore giallo-verdastro con bordi rossastri; il labello, trilobato, ha una forma caratteristica che ricorda la sagoma di un uomo, da cui deriva l'epiteto specifico. Il ginostemio è corto, con masse polliniche di colore giallo chiaro. Fiorisce da aprile a giugno. Distribuzione. Questa specie ha un areale atlantico-mediterraneo. In Italia è presente in quasi tutta la penisola e nelle isole maggiori, rara al nord. Habitat. Predilige i terreni calcarei in ambienti di prateria ad ''Ampelodesmos mauritanicus'', garighe e nelle radure, da 0 a 1600 m di altitudine. 74) Orchys brancifortii Biv., 1813 (Giardina) Etim. L'epiteto specifico è un omaggio a Ercole Branciforti, principe di Butera, protettore del botanico siciliano Antonino Bivona Bernardi (1770-1837) che descrisse questa specie nel 1813. È una pianta esile, con fusto alto 10-25 cm. Le foglie basali sono ellittico-lanceolate, non maculate, le superiori più strette e avvolgenti il fusto, e le brattee violacee, lanceolate. I fiori, di colore dal rosa al porpora, sono raccolti in dense infiorescenze ovato-cilindriche. I sepali sono ovati e il mediano è posto verticalmente; i petali formano un casco attorno al ginostemio. Il labello è trilobato, con lobi laterali divergenti, molto più stretti di quello mediano. Alla base del labello sono presenti due piccole macchie violacee. Lo sperone è sottile e filiforme. Ne esiste una forma apocromatica interamente bianca. Fiorisce da aprile a maggio. Distribuzione. È endemica della Sardegna, limitatamente ai rilievi calcarei del settore orientale, e della Sicilia, ove si ritrova sulle catene montuose settentrionali (Madonie e Nebrodi) e, con stazioni puntiformi, sull'Etna e sugli Iblei. Ne è nota anche una unica stazione in Calabria, nei pressi di Stilo. Habitat. Cresce nei prati aridi, nelle garighe e nelle macchie, fino ad una altitudine di 1200 m. Predilige terreni calcarei ed asciutti. 75) Orchys collina Solander Sin. O. saccata Ten. O. a sacco. G. bulb. Alt. 12-30 cm. Fusto cilindrico, grosso, avvolto dalle guaine fin quasi all’infiorescenza. Foglie oblanceolate-lineari, acute (1-2,5 x 3-5-7 cm), generalmente erette. Infior. a 4-15 fiori spaziati, cilindrica, lunga fino a 12 cm; tepali esterni 10-11 mm, eretti, ottusi; tepali interni più brevi e sottili, pure eretti; labello non lobato, spesso crenulato, circa tanto lungo che largo (10 mm); sperone saccato 3 x 6-7 mm; sepali bruno-verdastri, labello rosso-violaceo spinoso. Prati aridi e garighe (0-500)” (Pignatti). Galesi. Fior II-III. Colture abbandonate. Stenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Licodia, Lentini, Augusta, Caltagirone, Acate, Gela. 76) Orchys commutata. Sinonimi Neotinea commutata - Neotinea tridentata - Orchis tridentata Scop. subsp. commutata (Tod.) Nyman. Galesi. Fior III-IV. Cespuglietti, garighe, prati. Endemica Sicilia Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Chiaramonte. Diffusa nella Sicilia occidentale. 64 Nome volgare: Orchide screziata. Morfologia : Geofita bulbosa perenne alta 14-45 cm; foglie basali ampie, le cauline più strette; brattee uninervie lunghe come l'ovario o poco più brevi; infiorescenza con fiori ravvicinati, globosa; tepali esterni conniventi e formanti un casco insieme a quelli interni, stretti, lunghi ed acuminati, di colore roseo-violaceo con nervature più scure; labello trilobo rosa-violaceo chiaro, ornato da numerosi punti porporini; lobi laterali divaricati; il mediano più lungo, a sua volta diviso in due lobi uguali, spesso separati da un dente; sperone lungo come l'ovario, arcuato verso il basso, con apice leggermente conico. Neotinea commutata (Sin.) (Tod.) R.M.Bateman, 2003 , Pridgeon & M.W.Chase 1997. Specie quasi completamente uguale a Orchis tridentata Scop., dalla quale si differenzia per l'infiorescenza più conica, i fiori più grandi, i tepali leggermente più lunghi ed acuminati e per il numero cromosomico doppio, e della quale è vicaria per il territorio dell'isola. Predilige i suoli calcarei, da 0 a 1500 m di altitudine. Tassonomia. Questa specie, descritta per la prima volta nel 1842 dal botanico siciliano Agostino Todaro (1818-1892) con il nome di Orchis commutata, fu successivamente declassata, nel 1882, al rango di sottospecie come Orchis tridentata subsp. commutata. Nel 1997 ne è stato proposto lo spostamento all'interno del genere Neotinea come Neotinea tridentata subsp. commutata. Recenti studi filogenetici hanno evidenziato significative differenze tra N. tridentata e N. commutata, sancendo nuovamente la elevazione di quest'ultima al rango di specie a sé stante. Orchis tridentata Scop. 1772. Etimologia: riferita alle tre punte acuminate del casco. Distribuzione: euromediterranea a baricentro orientale, dai Pirenei alla Germania e al Caucaso. In tutte le regioni italiane. Habitat: praterie, garighe, macchie e boschi radi pref. su terreni calcarei, fino >1600 m di quota. Fioritura: IV-VI. Caratteri essenziali. Fusto gracile e angoloso in alto, pianta slanciata h.15-40 cm. Foglie ovate-lanceolate, le basali 3-5 in rosetta, 1-2 erette. Brattee subuguali all’ovario. Infiorescenza breve, inizialm. conica, poi subglobosa; fiori bianco-rosei striati di porporino. Perianzio: casco ovoide con punte acuminate e divergenti; sepali lanceolati, petali linearilanceolati. Labello piano, lungo come il casco, lobi laterali aperti e più brevi del mediano, appena bilobato e spesso con dentino centrale. Sperone subuguale all’ovario e rivolto in basso. Osservazioni: Impollinata da Imenotteri e Coleotteri. Le popolazioni siciliane differiscono dal tipo, non tanto per la morfologia (infiorescenza più conica e fiori più grandi, con tepali più lunghi e acuminati), quanto per il numero cromosomico: 2n = 84: per questa ragione alcuni le hanno considerate una nuova specie: N. commutata (Tod.) R.M.Bateman 2003 (bas.: Orchis commutata Tod.), considerandola la vicariante sicula di N. tridentata. Questo inquadramento però non sembra trovare recenti conferme: se proprio non si vuole far rientrare le popolazioni siciliane nella variabilità del tipo, ci sembrerebbe più appropriato inquadrarle nel rango sottospecifico: subsp. commutata (Tod.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase 1997, oppure varietale: var. commutata (Tod.) Kreutz 2007. 77) Orchys coriophora ssp. fragrans (Pollini) Sudre. (Brullo…). V Anacamptis coriophora. Orchide cimicina profumata. Pianta alta 15-35 cm, scapo eretto, verde o sfumato di porpora in alto, ricoperto di foglie superiori; foglie inferiori lineari- lanceolate, verdi, canicolate, le superiori più corte, acute, inguainanti lo scapo. Infiorescenza di forma cilindrica, molto densa, costituita da 15-30 fiori ravvicinati; brattee lenceolate verdastre o leggermente rosate, con nervatura centrale verdastra. Fiori di colore variabile dal verde al porpora, con odore intenso di vaniglia sepali e petali saldati tra loro a formare un cappuccio; labello trilobo con labello mediano più lungo dei laterali che appaiono dentati al margine; il colore del labello è molto variabile; sprone conico, parallelo e di lunghezza 65 uguale all'ovario. Fiorisce aprile - giugno. Prati umidi e suoli calcarei. 78) Orchys fragrans Galesi. Fior IV-VI. Cespuglieti Euromedit. Rinv.: Cava Grande, Pantano Longarini (Ispica-Pachino). Giardina. V. sopra. 79) Orchys intacta (Albo, Delpinoa, 322) (Giardina). Sin. Neotinea maculata: v. sopra. 80) Orchys italica Poir. 1798. Galesi Fioritura: marzo-maggio. Habitat: Cespuglietti, pascolo, ampelodesmeti. Stenomedit. Valle Anapo, Vizzini, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Chiaramente, Acate, Gela, Palazzolo. L'orchide italica è nota volgarmente come uomo nudo. Come ricorda l'epiteto specifico è una delle più diffuse orchidee selvatiche in Italia. Deve il nome comune alla forma del labello del fiore che sembra imitare il corpo di un uomo, compreso il sesso; ma questa sola caratterizzazione potrebbe portare a confonderla con la Orchis simia; ma si distingue, principalmente, per avere il labello con i lobi laterali "arricciati" e di colore porpora abbastanza carico (in contrasto con la rimanente parte che è biancastra. Pianta è alta da 20 a 50 cm, ma può eccezionalmente arrivare anche ad 80 cm. L'apparato radicale è costituito da due rizotuberi di forma ovoidale, che possono talvolta essere suddivisi in due lobi secondari. Le foglie basali, disposte a rosetta, lunghe circa 10 cm, hanno forma ovata, margini fortemente ondulati e sono talvolta maculate. L'infiorescenza è densa con fiori color rosa chiaro. I sepali sono rosei con evidenti striature purpuree, i petali leggermente più scuri. Il labello è trilobato, bianco-rosaceo, punteggiato di porpora, con lobi laterali sottili e appuntiti e lobo mediano, lungo circa il doppio dei laterali, diviso in due lacinie lineari-acute tra le quali vi è un'appendice sottile: nell'insieme la forma ricorda la sagoma di un uomo. Lo sperone è sottile e discendente, leggermente bilobo all'apice. Ne esiste una forma apocromatica interamente bianca. Fiorisce tra marzo e maggio. Distribuzione e habitat. Si trova nei paesi del Mar Mediterraneo; in Italia è diffusa nelle regioni centro-meridionali ed in Sicilia, manca nelle regioni settentrionali ed in Sardegna. Preferisce i prati aridi, le garighe, la macchia mediterranea o i boschi luminosi con predilezione per i suoli calcarei, da 0 a 1300 metri sul livello del mare. 81) Orchys lactea Poiret. Galesi. Fior III-IV. Cespuglieti. Stenomedit. Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Vizzini, Melilli. Nome volgare: Orchide aguzza Morfologia : Geofita bulbosa perenne di piccole dimensioni (10-20 cm.). Fusto eretto, robusto, rigato. Foglie basali ovato-lanceolate, quelle caulinari guainanti il fusto. Inflorenzenza ovoidale-cilindrica, compatta, con numerosi piccoli fiori, o talvolta più o meno lassa e pauciflora. Brattee più corte dell'ovario, acuminate. Tepali interni ed esterni chiusi a formare un casco, con apici acuminati, esternamente di colore biancastro con nervature verdi, internamente con nervature rosso purpuree; labello trilobato, pendulo, leggermente convesso, di colore bianco rosato, punteggiato da macchioline roseo-purpuree più accentuate sui lobi e più rade nella parte centrale, lobo mediano a sua volta diviso in due lobi spesso con dente centrale; sperone cilindrico, ricurvo verso il basso, più corto dell'ovario. Habitat: Prati magri, garighe, machie. Periodo di fioritura : marzo – aprile. 82) Orchys laxiflora Galesi. Fior IV-VI. Prati umidi. Medit_Atl. Rinv. Buccheri. Nota. Specie rarissima che deve essere protetta. Sin. Anacamptis laxiflora (Lam.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase - Orchide acquatica, Galletto di palude Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose. Descrizione: pianta con due tuberi sessili, subglobosi, sormontati da poche radici secondarie, lineari ed ispessite. Il fusto eretto, robusto, liscio, glabro, angoloso, alto (20)30-60(80) cm, è verde e 66 sfumato in alto di porpora scuro, dove porta l'infiorescenza a spiga cilindrica, allungata e lassa, con 3-10(20) fiori sessili, bratteati e ampiamente distanziati che si aprono dalla base all'apice. Foglie di colore verde pallido, le basali lunghe anche 25 cm, le cauline inguainanti il fusto, tutte lineari-lanceolate, strette ed acute, generalmente canalicolate e con evidenti nervature sulla pagina inferiore. Brattee dell'infiorescenza lanceolato-acute, violacee, con 5-8 nervature, sono lunghe quanto o poco più dell'ovario del fiore adiacente. I Fiori di colore porporino violaceo scuro hanno il labello pendulo, trilobo, più largo che lungo, con il lobo mediano (a volte nullo) più chiaro, bianchiccio nella parte centrale e raramente puntato di rosso, poco più corto dei laterali che sono, arrotondati, più o meno crenati e ripiegati longitudinalmente verso il pedicello. I due tepali esterni laterali, sono ovato-triangolari, ottusi, concavi, liberi, patenti e in genere rivolti all'indietro, quelli interni più piccoli, ripiegati in avanti formano una specie di un cappuccio unitamente al tepalo mediano esterno. Lo sperone concolore, cilindrico, più corto di circa un terzo della misura dell'ovario, ottuso o leggermente bifido alla sommità, è rivolto verso l'alto o patente. Gimnostemio diritto e biancastro, antera ovoide ottusa, ovario glabro. Il frutto è una capsula fissuricida con 6 costolature che deisce numerosi semi piccolissimi. Fioritura: da Aprile a Giugno.Tipo corologico: Euri-Medit. (area della Vite e dell'Olivo). Distribuzione in Italia: assente in Val d'Aosta e da molto tempo non rinvenuta in Trentino Alto Adige, è presente in tutte le altre regioni. A causa dei recenti periodi di siccità, del prosciugamento, drenaggio o danneggiamento delle praterie umide il suo sviluppo è fortemente minacciato. E' segnalata nella lista rossa nazionale. Habitat: pascoli umidi, terreni paludosi, prati acquitrinosi, rive dei corsi d’acqua, dune, su terreni neutri o acidi, fino a 1.200 m 83) Orchys longibracteata (Albo, delpinoa, 322) (Loisel) W.Greuter. Forma Biologica: G bulb - Geofita bulbosaOrchide bratteosa. Pianta alta da 20 a 80 cm, con due rizotuberi grossi, di forma ovoidale. Scapo robusto, verde chiaro, talvolta violetto nella parte apicale. Foglie inferiori lucide, ovate od ovato-lanceolate, verde-giallognole; le superiori più strette ed avvolgenti lo scapo. Infiorescenza molto ricca di fiori, inizialmente conica poi cilindrica a maturità. Brattee lanceolato acuminate, più lunghe dei fiori, le superiori progressivamente decrescenti, colore verdastro con sfumature violette. Fiori profumati, grandi, sepali ovati, petali verde chiaro con apice ricurvo verso il basso, labello trilobo di colore violaceo o bianco-violaceo e fauce biancastra; margine del labello tipicamente crenulato; sprone a forma di sacco, leggermente conico, ginostemio robusto con pollini di colore scuro. Fiorisce da gennaio a maggio. La barlia è una delle prime orchidee a fiorire, molto appariscente, viene spesso raccolta come fiore reciso o con tutti i bulbi come pianta da vaso, per questo motivo è stata inserita tra le specie a rischio di estinzione. 84) Orchis longicornu Poiret. “O. cornuta. G. bulb.1-3 dm. Foglie basali 5-7, oblanceolato-lineari (1-1.5 x 3-10), acute; foglie caulinelungamente guainanti, libere solo all’apice. Infior. 5-15 flora, abbastanza densa; brattee generalmente più brevi dell’ovario; tepali esterni conniventi, con nervature rilevate; labello a 3 lobi, i lat. Più lunghi del med. E sempre riflessi fino quasi a toccarsi; sperone curvato in alto lungo fino al doppio della lamina del labello; colorazione variabile: labello di solito purpureo scuro con linea med. Bianca punteggiata o meno; tepali esterni purpuree con venature più scure. – Boschi, prati umidi (0-1200). Fi. III-IV – Steno-Medit. Occid.” (Pignatti). 85) Orchis longicruris (Albo, delpinoa, 322). Sin. Orchis italica, Orchis longipetala, Serapias longipetala. 86) Orchis morio Galesi. Fior IV. Formazioni erbacee, colline calcaree, 67 pietraie, garighe. Europ.-Caucas. Canicattini, Buccheri. Molto rara; potrebbe essere una forma estrema di Orchys longicornu. L'Orchide minore (Anacamptis morio (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997). Nota anche come Giglio caprino, è un'orchidea appartenente al genere Anacamptis. È una delle più diffuse orchidee selvatiche in Italia infatti quasi in ogni regione esiste un nome diverso per questo fiore. Pur sempre riconoscibile, presenta una notevole variabilità nel colore dei petali. È una pianta erbacea alta 10-35 cm, con fusto cilindrico di colore verde, violaceo verso la sommità. L'apparato radicale è composto da due rizotuberi rotondeggianti. Le foglie sono da ellittiche a lanceolate; quelle basali sono riunite a rosetta mentre quelle cauline inguainano il fusto. Le brattee sono lanceolate, verdi, talora macchiate di porpora alle estremità. I fiori, di colore dal rosa al viola (ma non sono rare le forme albine), sono riuniti in infiorescenze oblunghe, più o meno dense. I sepali sono ovato-oblunghi, i petali un po' più stretti. Il labello, leggermente trilobato, con labello mediano più grande dei laterali, ha margini crenulati; la parte centrale è in genere più chiara e presenta una punteggiatura violacea. Lo sperone è cilindrico, orizzontale o ascendente, più corto dell'ovario. Il ginostemio è a becco corto, con logge dell'antera color porpora e masse polliniche verdastre. Alcuni autori hanno descritto una forma di colore più chiaro e con fusto più gracile come una specie a sé stante, denominata A. picta; recenti ricerche basate su marcatori molecolari sembrano contraddire, almeno per le forme presenti sul territorio italiano, tale inquadramento. Fiorisce da aprile a giugno. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri del genere Bombus. Distribuzione. Si trova quasi in tutta Europa e nei paesi del bacino del Mediterraneo. In Italia è presente su quasi tutto il territorio, con l'eccezione della Sardegna. Il suo habitat va dai prati magri, alle garighe, alle radure di macchia, ai boschi luminosi, con preferenza per i terreni leggermente acidi, alla luce piena del sole o in mezz'ombra. Cresce da 0 a 1900 m di altitudine.Tassonomia. Descritta da Linneo come Orchis morio questa specie è stata recentemente assegnata al genere Anacamptis. 87) Orchys morio ssp. picta (Brullo…). V. sopra. 88) Orchis palustris Galesi. Fior V. Luoghi paludosi. Euro-medit. Nota Specie da considerare estinta per la bonifica delle aree paludose. Secondo il Galesi “l’ultima citazione per la Sicilia si ha in Albo (1917), il quale la segnala per Siracusa, nei pressi del fiume Anapo”. Ma l’Albo nel libro del 1919, non 1917!, p. 61, n. 308 ha: “P. Jacq. Lojac. Fl. Sic.. It. Orchidea di palude. Sui margini erbosi dei pantani costieri, Vendicari, Marza, Morchella. Apr.Mag. In Giardina invece diverse segnalazioni antiche e recenti: Pantani di Siracusa (Bianca, non Albo), Augusta (Lojacono, 1909), Cava d’Aliga, Vendicari, Pantano Longarini (1972-74-82), Cava d’Aliga (1994)”. Ma dopo il ’94 non è stata più rinvenuta. L'orchidea di palude (Anacamptis palustris (Jacq.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1977) è una pianta erbacea geofita bulbosa con fusto alto 20-60 cm, verde alla base, violaceo all'apice. L'apparato radicale è costituito da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie, da 3 a 5, sono strette e lanceolate e inguainano parzialmente il fusto; le brattee, lanceolate, sonoverdastre consfumature violacee. I fiori, da 10 a 30, di colore dalporpora al viola, sono riuniti in infiorescenze cilindriche. I sepali laterali sono allungati ed eretti, mentre il sepalo mediano è unito con i petali a formare un casco che cinge il labello. Quest'ultimo è trilobato, con lobo mediano più lungo dei laterali, talora 68 bifido, con una striscia centrale più chiara, punteggiata di viola. Lo sperone è orizzontale o ascendente, robusto. Il ginostemio è corto, con antera violacea e masse polliniche verdastre. Fiorisce da aprile a maggio. L'impollinazione è entomofila ad opera di imenotteri del genere Bombus (Apidae). Distribuzione e habitat. A. palustris è diffusa nel bacino del Mediterraneo e in Europa centrale e settentrionale. In Italia è in forte regresso: progressivamente scomparsa in numerose regioni, sopravvive con piccole popolazioni la cui sopravvivenza è legata alla tutela dei biotopi idonei alla sua crescita. Il "Libro rosso delle piante d'Italia" la classifica come specie vulnerabile (VU). Il suo habitat naturale sono le paludi e gli acquitrini salmastri, da 0 a 500 m di altitudine. Tassonomia. Descritta nel 1786 come Orchis palustris dal botanico olandese Nikolaus Joseph von Jacquin, è stata recentemente assegnata al genere Anacamptis. 89) Orchis papilionacea ssp. grandiflora (BOISS.) BAUMANN H. Sin. Anacamptis papilionacea - Galesi. Fior IV-V. Cespuglieti. Euromedit. Occ. Vittoria, Sortino, Niscemi, Vizzini, Cava Grande, Buccheri, Buscemi, Chiaramonte, Lentini, Caltagirone, Gela, Palazzolo. Nota: Presenta labelli grandi con base cuneata; alcuni individui hanno labello più lungo che largo. Nome volgare: Orchide a farfalla. Morfologia: Geofita bulbosa perenne, simile alla precedente dalla quale si differenzia per i fiori provvisti di labello più ampio e disposto a ventaglio con striature porporine, e dai tepali dalla forma più tozza. Habitat : Garighe, macchie e prati aridi. Periodo di fioritura : aprile-maggio. Distribuzione nella Sicilia Occidentale : Monte Genuardo; Rocca Vuturo presso Montevago (AG). Note : Secondo recenti ricerche questa entità sarebbe da considerare non sottospecie della precedente ma soltanto una forma dovuta al polimorfismo della specie Orchis papilionacea L. 90) Orchis pauciflora Ten., 1811 (Giardina) Orchis pauciflora è una pianta endemica del bacino del Mediterraneo. È una pianta erbacea con fusto alto 10-30 cm. L'apparato radicale è formato da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie sono ovate, con apice acuminato, inguainanti il fusto, di colore verde chiaro, privo di maculature. Le brattee sono piccole e di colore giallastro. I fiori, biancastri, sono riuniti in infiorescenze pauciflore, da cuil'epiteto specifico. I sepali laterali sono eretti, il mediano congiunto ai petali, più piccoli, ripiegati verso la base del labello; quest'ultimo è trilobato, con margine crenulato, di colore giallo finemente macchiettato di bruno nella parte mediana. Lo sperone è cilindrico, arcuato, ascendente. Fiorisce da marzo agli inizi di giugno. È molto somigliante a Orchis provincialis da cui si distingue per le foglie non maculate. È una specie con areale mediterraneo la cui presenza è limitata a Corsica, Italia centro-meridionale, Dalmazia, Grecia e Creta. Prospera su suoli calcarei rocciosi, prati magri, cespuglieti e radure di macchia, da 0 a 1800 m di altitudine. 91) Orchys provincialis. Galesi. Fior IV-V. Boscaglie e cespuglieti. Stenomedit. Buccheri, Vizzini Orchis provincialis Balb. ex Lam. & DC., 1806. Orchidea gialla. È una pianta erbacea alta 20-40 cm, con foglie inferiori oblungo-lanceolate, riunite a rosetta, verdi maculate di bruno, foglie cauline inguainanti il fusto e brattee lanceolate giallastre. L'infiorescenze raggruppa da 5 a 30 fiori di colore dal bianco crema al giallo chiaro, con sepali laterali ovati, eretti e sepalo mediano leggermente proteso in avanti, e petali conniventi, più corti dei sepali. Il labello, trilobato, presenta lobi laterali riflessi e lobo mediano di colore giallo zolfo nella zona centrale, con una fine punteggiatura di colore dall'arancio al porpora; lo spero- 69 ne è cilindrico arcuato e ascendente, più lungo dell'ovario. Il ginostemio è breve, ottuso, con masse polliniche di colore giallo pallido. Ha un areale mediterraneo: In Italia è comune in tutta la penisola e nelle isole maggiori. Predilige i suoli leggermente acidi di prati, cespuglieti e boschi, da 0 a 1750 m di altitudine. Fior. IV-V. 92) Orchis saccata. Sin. Anacamptis collina V. (Albo) Fiori con sperone, rossiccio-violetti. Feb. Mar. SERAPIAS (Nome derivato dalla dio egiziano Serapide). – “Sono O. mediterranee di probabile origine orientale; a differenza delle Ophrys esse però risultan relativamente poco differenziate (solo 10 specie, 6 delle quali in Italia). Caratteristica per le S. è invece la straordinaria variabilità nell’ambito delle singole specie, ulteriormente complicata dalla frequente presenza di ibridi intergenerici (tra le specie di questo genere) o intergenerici (con specie vicine di altri generi)” (Pignatti). Genere caratterizzato dal labello senza sprone, dai pollini stipitati e dal ginostemio munito alla sommità di un’appendice mediana prolungata. Le cinque specie della regione mediterranea sono esistentin in Italia: S. longipetala,(Tenore) Pollini, la più diffusa; S. lingua,L., S. cordigera L., S. parviflora Parl., S. neglecta D.Ntrs. 93) Serapias bergonii (Vendicari) (Giardina). La Serapide di Bergon (Serapias bergonii E.G.Camus, 1908) è una pianta erbacea alta da 10 a 40 cm con foglie basali in rosetta e arcuate. L'epiteto specifico è un omaggio al botanico francese Paul Bergon (1863-1912). Presenta una infiorescenza costituita da 4-10 piccoli fiori..Le brattee, purpuree sfumate di grigio-argenteo, sono ovato-lanceolate. Il labello, bipartito e di colore bruno-rossastro scuro, si presenta peloso al centro e con 2 callosità basali scure lucide appena divergenti; l'ipochilo è racchiuso nel casco tepalico e presenta due lobi laterali più scuri, l'epichilo, di forma lanceolata, si distingue da quello di S. vomeracea per le minori dimensioni (10-18 mm X 3,5-7 mm). L'ovario è sessile, le masse polliniche da gialle a olivastre. Fiorisce da marzo ad aprile. La specie ha un areale stenomediterraneo orientale. È presente in Italia meridionale (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Il suo habitat sono le praterie aride (xerogramineti) e le garighe, da 10 a 1000 m di altitudine. Fa parte del gruppo Serapias vomeracea. 94) Serapias cordigera. L., 1753. Galesi. Fior III-IV. Formazioni erbacee. Stenomedit. Cava Contessa, Niscemi. Albo 1919: Spiaggia dell’Ambra, Marza, Cava d’Ispica, Scicli, Altopiano di Modica, Ragusa. Luoghi fertili, erbosi, suolo calcareo con humus. Giardina: Gariga, prati asciutti, cespugli spinosi. Non comune ma in tutta la regione. Castello Eurialo. Il nome specifico deriva dal latino cor=cuore e gerere=portare, con riferimento alla morfologia cuoriforme dell'epichilo del labello. È una pianta erbacea geofita bulbosa, con fusto alto 20-50 cm, verde alla base, soffuso di rosso alla sommità. L'apparato radicale è costituito da 2, in rari casi 3, rizotuberi. Le foglie, lineari o lanceolate, sono di colore verde con striature violacee. Le brattee sono argentee con venature porporine. 70 I fiori, da 5 a 10, rosso-brunastri, sono raggruppati in una infiorescenza densa. I sepali e i petali sono uniti a formare un casco che avvolge quasi interamente la base del labello; questo è bipartito in un ipochilo quasi interamente ricoperto dal casco tepalico, dotato di due callosità basali lucide, purpureo-nerastre, divergenti, ed un epichilo largo (19-32 mm x 12-23 mm), cuoriforme, rivolto verso il basso, con parte centrale densamente pelosa. Il ginostemio è purpureo, i pollinii giallo-verdastri. Fiorisce da aprile a giugno. Ha un areale atlantico-mediterraneo. In Italia si trova soprattutto nelle aree costiere tirreniche e sulle isole, rara sul versante adriatico, eccetto che in Puglia ove è abbastanza comune. Dubbia la presenza in Sicilia. Predilige prati umidi, castagneti e querceti, sino a 1100 m di altitudine. Come la maggior parte delle specie di Serapias si riproduce per impollinazione entomofila grazie all'opera degli insetti pronubi cui offre riparo all'interno del casco tepalico. La specie appartiene al gruppo Serapias vomeracea (sezione Bilamellaria). 90) Serapias lingua. (L., 1753) Galesi. Fior III-V. Cespuglietti, in stazioni sia aride che umide. Stenomedit. Niscemi, Cava Grande, Buscemi, Vizzini, Melilli, Lentini, Caltagirone. Albo 1919: Capo Passero, Maucini (Pachino), Vendicari, sui margini erbosi e sui colli presso il pantano; Cozzo S. Lucia, suolo basaltico umoso, in luoghi erbosi freschi; altopiano di Modica, Valle dell’Irminio, Scicli, sulle pendici erbose incolte. Minissale…(p. 205) conferma la presenza a Vendicari e indica l’Albo come il primo che la segnalò. Ha fusto alto da 10 a 40 cm, di colore verde chiaro che sfuma verso il rosso all'apice. Le foglie sono lanceolate e di color verde glauco. Presenta una infiorescenza costituita da pochi fiori (pauciflora). Le brattee fiorali, verdi o roseo-porporine, sono lanceolate e concave. Il labello, trilobato e lungo circa il doppio dei petali, presenta alla base dell'ipochilo un grosso callo violiniforme, indiviso, di colore rosso-porporino, che costituisce un carattere distintivo di questa specie; l'epichilo, più lungo dell'ipochilo, si presenta ovato lanceolato e pendente verso il basso. Il ginostemio è stretto, di colore giallo, con pollinii anch'essi gialli. Periodo di fioritura: da aprile a maggio. La specie ha un areale steno-mediterraneo. In Italia è comune nelle regioni meridionali, in Sicilia e in Sardegna, più rara nelle regioni centrali, assente a nord del Po. Orchidea diffusa nei prati aridi, nelle garighe, in ambienti disturbati, da quote assai modeste fino a 1500 m di altitudine. Predilige un terreno argilloso-marnoso o tufaceo ricco di humus. La specie si riproduce comunemente per impollinazione entomofila, ad opera degli imenotteri apoidei Ceratina cucurbitina e Xylocopa iris. Può riprodursi anche per moltiplicazione vegetativa, con formazione di nuovi individui a partire da una suddivisione dei rizotuberi. È la specie tipo del genere Serapias. 91) Serapias longipetala (Bianca e Brullo…) Serapias vomeracea ssp. longipetala (Ten.) H.Baumann & Künkele. Somiglia alla subsp. bergoni ed alla subsp. vomeracea, ma ha il labello molto più stretto. Presente nell'Italia peninsulare, cresce da 0 a 1300 mt. s.l.m., fiorisce da Aprile a Giugno. 92) Serapias orientalis subsp. siciliensis Bartolo & Pulv., 1993) è una pianta endemica della Sicilia. Fior. III-IV. Boscaglie e radure. Rinv. Niscemi, Sampieri. Descrizione.Presenta una infiorescenza densa, con 3-9 fiori. I sepali e i petali sono riuniti a formare un casco. Il labello è di colore bruno-rossastro, talora tendente al purpureo, con ipochilo reniforme, racchiuso solo in parte nel casco tepalico, ed epichilo lanceolato o cuoriforme, lungo 23-30 mm e largo 13-18 mm, densamente ricoperto da una 71 peluria biancastra. Si differenzia dalla sottospecie nominale (S. orientalis subsp. orientalis) per l'ipochilo più corto e l'epichilo più lungo e più largo. La sottospecie S. orientalis subsp. apulica ha invece un labello di maggiori dimensioni, con epichilo più lanceolato, decisamente più stretto dell'ipochilo. Fiorisce da marzo ad aprile. Ha un areale ristretto alla Sicilia sud-orientale, ove è presente in un numero limitato di stazioni, con una popolazione complessiva di circa 1.500 esemplari. Cresce in garighe a cisto, praterie ad ampelodesma, radure di sugherete, su substrati di arenaria calcifica, da 0 a 450 m di altitudine. Come la maggior parte delle specie di Serapias si riproduce per impollinazione entomofila grazie all'opera degli insetti pronubi cui offre riparo all'interno del casco tepalico. Tassonomia. Questa entità è stata descritta per la prima volta nel 1993 dalle botaniche siciliane Giuseppina Bartolo e Santa Pulvirenti. È una sottospecie riconosciuta dall'autorità tassonomica dei Royal Botanic Gardens di Kew e dal Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS), mentre Delforge la considera una semplice varietà. Appartiene alla sezione Bilamellaria - gruppo Serapias vomeracea, insieme di entità contraddistinte da callosità basale del labello divisa in due parti divergenti. 93) Serapias parviflora. Parl. Fior. IV-V. Aree adibite a pascolo.. Medit. Atl. Rinv. Vittoria Niscemi, Cava Grande, Pantano LOngarini, Vizzini, Caltagirone, Gela, Acate. Giardina. Gariga, prati asciutti, cespuglietti. Presente in Sicilia ma non molto comune. La Serapide minore (Serapias parviflora Parl., 1837) è una specie che, rispetto alle altre del genere Serapias, presenta i fiori più piccoli e i pollinii incoerenti sin dai bottoni fiorali; carattere quest'ultimo responsabile dell'autogamia di questa entità. Pianta alta 2030 cm, con foglie lanceolate-lineari e carenate. L'infiorescenza, lassa e pauciflora, porta da 4 a 8 fiori. Il labello, rosso-brunastro, è trilobato; ipochilo provvisto alla base di due callosità parallele e rossastre; epichilo lanceolato-acuminato di colore rosso scuro e peloso al centro. Il ginostemio è stretto, bruno-rossastro; i pollinii sono di colore giallo. Epoca di fioritura: da marzo a maggio. Specie a distribuzione steno-mediterranea. In Italia è comune nelle regioni meridionali e in Sicilia e Sardegna, più rara nel resto della penisola ove è presente sul versante tirrenico sino alla Liguria e su quello adriatico sino alle Marche. Cresce su prati umidi, garighe, radure delle macchine, dal livello del mare fino a 1200 m di altitudine. Predilige i terreni calcarei. Può riprodursi grazie all'impollinazione entomofila o per cleistogamia, una forma di autoimpollinazione che ha luogo prima ancora dell'apertura del fiore. S. parviflora fa parte della sezione Bilamellaria, raggruppamento del genere Serapias caratterizzato da callosità basale divisa in due parti divergenti; la sezione comprende a sua volta due gruppi: il gruppo Serapias parviflora e il gruppo Serapias vomeracea. 94) Serapias vomeracea ssp. laxiflora (Soó) Gölz & H.R.Reinhard;. Fior. III-V. Aree adibite a pascolo e cespuglietti. Euro-Medit. Rinv. Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Vizzini, Caltagirone, Chiaramente, Melilli, Gela, Palazzolo. Giardina. Gariga, prati asciutti, cespuglietti. Presente in Sicilia ma non molto comune. 95) Serapias vomeracea ssp. vomeracea. (Burm. f.) Briq., 1910. Giardina, Pino d’Aleppo, p. 32. La Serapide maggiore (Serapias vomeracea (Burm. f.) Briq., 1910) è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidacee. L'epiteto specifico fa riferimento alla forma a vomere di aratro del labello. È una geofita bulbosa. I fiori sono formati da 2 tepali esterni, lanceolati e saldati a formare un casco tepalico acuto e da 2 tepali interni che vanno a for- 72 mare una specie di elmo. Il labello, trilobato e di colore rosso scuro, è privo di sperone; la parte esterna del labello (epichilo) è ripiegata all'indietro con una forma che ricorda il vomere dell'aratro, e misura 17–35 mm di lunghezza per 9–14 mm di larghezza (tra i più grandi del genere Serapias). L'ovario è di colore verde chiaro, il ginostemio rosso scuro, i pollinii gialli. Periodo di fioritura: da marzo a maggio. È la specie più diffusa tra le entità del genere Serapias, è distribuita in gran parte delle regioni europee e mediterranee. In Italia è comune in tutto il territorio. Si può trovare nei prati assolati e umidi, ai margini di sentieri, negli ambienti cespugliati, dal piano fino a 1200 m di altitudine. La specie appartiene al gruppo Serapias vomeracea (sezione Bilamellaria), che con 18 specie è il raggruppamento più numeroso del genere Serapias; le specie di questo gruppo sono caratterizzate: da una callosità basale del labello nettamente suddivisa in due distinte lamelle da petali con base orbicolare. 96) Spiranthes spiralis (L). Chevall. Galesi. Fioritura: settembreottobre. Fior. IX-X. Habitat: Boscaglie, cespuglieti, pascolo. Rinv. Vittoria, Cava Grande, Caltagirone. Giardina. Gariga, prati asciutti, sulle coste. Piccola pianta; fiorisce Ag.-Set. La Viticcini autunnali (nome scientifico Spiranthes spiralis (L.) Chevall., 1827) è una pianta con la particolare infiorescenza disposta a spirale. Il nome (sia generico Spiranthes che specifico spiralis) deriva dalla forma dell'infiorescenza. Infatti dal greco sappiamo che ”speira” = spira e ”anthos” =fiore. Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Ophrys spiralis, proposto dal botanico e naturalista svedese Carl von Linné (1707 1778) in una pubblicazione del 1753, modificato successivamente in quello attualmente accettato (Spiranthes spiralis), proposto dal medico e botanico francese François Fulgis Chevallier (1796-1840) in una pubblicazione del 1827. È alta da 6 a 30 cm. Le radici sono secondarie da rizoma. Sono del tipo fascicolato e si trovano nella parte superiore dei rizotuberi. La parte sotterranea del fusto consiste in un corto rizoma terminante in due tubercoli allungati le cui funzioni sono quelle di alimentare la pianta, ma anche di raccolta dei materiali nutritizi di riserva. Questa pianta non è stolonifera. Dimensione dei rizotuberi: 5 – 8 cm. I fusti aerei sono sottili, gracili, ascendenti, eretti e semplici. Il fusto è pubescente ed è privo della rosetta basale (la rosetta basale è decidua appena nasce il nuovo fusto; le foglie presenti vicino al fusto sono quelle della pianta del prossimo anno). Foglie basali: la rosetta foliare basale secca usualmente prima della fioritura; al momento dell'antesi sono presenti alcune foglie (da 3 a 7) in una rosetta laterale, dalla quale emergerà, l'anno seguente, un nuovo fusto fiorifero. Le foglie sono intere a forma ovale allungata o ellittiche con apice acuto. La pagina è percorsa da deboli venature longitudinali (foglie di tipo parallelinervie) ed è lucida. Dimensioni delle foglie: larghezza 7 – 11 mm; larghezza 12 – 25 mm. Foglie cauline: sono progressivamente ridotte a delle squame patenti simili a brattee. L'infiorescenza è una spiga sessile e unilaterale. La disposizione dei fiori (da pochi fino a 20) è a spirale. I fiori sono posizionati alle ascelle di brattee pubescenti e lunghe come l'ovario; sono inoltre resupinati, ossia ruotati di 180° per cui il labello si trova in posizione bassa. Dimensione dell'infiorescenza: 3 – 15 cm. I fiori, piccoli quasi labiati, sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[2]. Dimensione dei fiori: 4 – 7 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I vari tepali (a parte il labello) sono più o meno uguali (a forma ovato-lanceolata), tutti ottusi e conniventi alla base. Quelli interni insieme a quello dorsale esterno formano una specie di cappuccio a protezione degli organi riproduttivi (ginostemio). I due tepali laterali esterni sono invece patenti. Il colore dei tepali è bianco. 73 Il labello è semplice (non formato da due parti distinte) e privo dello sperone. La forma è allargata nella parte terminale, mentre alla base i margini sono ripiegati all'interno così da contenere lo ginostemio. La parte terminale è increspata. Il colore del labello è bianco ai bordi e verde al centro. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio[4]. Il polline è conglutinato in pollinii (o masse polliniche) collegati direttamente (senza caudicole) al retinacolo (una ghiandola vischiosa sporgente che ha la funzione di catturare il polline). L'ovario, infero e sessile, è formato da tre carpelli fusi insieme[5]. L'ovario è inoltre fusiforme e pubescente. Fioritura: da agosto a novembre. È una delle poche (forse l'unica) orchidea a fiorire in autunno. Il frutto è una capsula più o meno ovoidale con alcune coste. E' deiscente lungo tre di queste coste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi (sono probabilmente i semi più piccoli della famiglia delle Orchidee). Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine del genere Rhizoctonia). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi (imenotteri) in quanto è una pianta provvista di nettare; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra); per via vegetativa in quanto i rizomi possono emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui. Distribuzione: il tipo corologico (area di origine) è Europeo - Caucasico. In Italia è comune su tutto il territorio (più rara al nord). L’Habitat tipico sono le pinete e i prati aridi; ma anche le praterie rase, le zone semi-pietrose e i querceti, castagneti, carpineti e i betuleti. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido. Queste piante si possono trovare fino a 900 m s.l.m. 74 ORCHIDEE IBLEE Aceras antropophorum Anacamptis (orchys) collina Anacamptis (Orchys) coriophora Anacamptis laxiflora Anacamptis (Orchys) longicornu con impollinatore Anacamptis (Orchys) papilionacea grandiflora anacamptys pyramidalis Orchys piramidalis (sin. Anacamptis p.) Barlia robertiana Cephalanthera damasonium Cephalanthera longifolia Dactylorhiza markusii Dactylorhiza saccifera Epipactis-microphylla Epipactis piacentina giardina Himantoglossum hircinum Himantoglossum robertianum Limodorum abortivum Listera-ovata Neotinea (orchis) lactea Neotinea maculata Neottia nidus-avis Neottia ovata Platanthera-chlorantha Ophrys apifera Ophrys arachnites Ophrys aranifera Ophrys archimedea Ophrys atrata Ophrys bertolonii Ophrys bombyliflora Ophrys caesiella Ophrys callianta Ophris candida Ophrys ciliata Ophrys discors Bianca Ophrys exaltata Ophrys explanata Ophrys subfusca flammeola Ophrys furcifera Ophrys fusca Ophrys galilaea Ophrys garganica Ophrys grackie Ophrys grandiflora Ophrys holoserica Ophrys incubacela Ophrys iricolor Ophrys lacaitae Ophrys(subfusca) laurensis Ophrys lucifera Ophrys lunulata Ophrys lupercalis Ophrys-lutea ophrys_lutea minor ophrys lutea murbeckei Ophrys mirabilis ophrys oxyrrinchos Ophrys pallida Ophrys panormitana Ophrys passionis garganica Ophrys passionis susp. passionis Ophrys provincialis ophrys pseudobertolonii ophrys rosea Ophrys sabulosa Ophrys sicula Ophrys speculum Ophrys sphegodes Ophrys sphegodes subsp. panormitana Ophrys tenthredinifera Ophrys tricolor Ophrys vernixia Orchis-anthropophora Orchis brancifortii Orchis collina Orchis commuatata (sin Neotinea C.) Orchis commutata Orchis coriophora ssp. fragrans Orchis fragrans Orchis intacta Orchis italica Orchis lactea Orchis laxiflora orchis longibracteata Orchis longicornu orchis longicruris Orchis longipetala Orchis morio Orchis morio picta Orchis palustris Orchis pauciflora Orchis provincialis Orchys saccata Serapias bergonii Serapias cordigera Serapias lingua Serapias orientalis siciliensis Serapias parviflora Serapias vomeracea Serapias vomeracea laxiflora Serapias vomeracea longipetala Serapias vomeracea ssp. vomeracea Spiranthes spiralis INDICE LE ORCHIDEE.....................................................................................p. 5 LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI – FONTI E STUDI......................... ” 20 ELENCO.................................................................................................” 23 FOTO DELLE ORCHIDEE IN ORDINE ALFABETICO...............” 75