MELCHIORRE TRIGILIA
LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI
Ophrys discors Bianca
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MELCHIORRE TRIGILIA
LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI
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LE ORCHIDEE
Classificazione Conquist
Dominio – Eukariota. Regno – Plantae. Superdivisione Spermatophyta. Divisione – Magnoliophyta. Classe – Liliopsida.
Sottoclasse Liliidae. Ordine – Orchidales. Famiglia – Orchidaceae.
Sottofamiglia – Orchidoideae. Tribù – Orchideae. Sottotribù –
Orchidinae. (Genere, Specie, e Sottospecie).
Classificazione APG
Regno – Plantae. (clade) – Angiosperme. (clade) – Monocotiledoni.
Ordine – Asparagales. Famiglia – Orchidaceae. (da Wikipedia).
Tutta la famiglia delle orchidee in base alle ultime ricerche filogenetiche
è in via di riorganizzazione tassonomica. Problema ancor più aggravato dal
polimorfismo caratteristico di tutta la famiglia. Rilevanti sono anche i
fenomeni di ibridazione, con conseguente introgressione, a rendere ancor
più difficoltosa la definizione delle varie specie e sottospecie.
Le Orchidaceae (Juss., 1789) sono una delle famiglie più vaste della
divisione tassonomica delle Magnoliophyta Angiosperme. Questa famiglia
è una fra le più ricche del regno vegetale e si contende il primato con
le Compositae; comprende 788 generi e più di 18500 specie (Strasburger,
vol. 2 - p. 807; ma secondo altri autori, 500 generi e 30.000 specie!), 189
delle quali, con 29 generi circa, sono spontanee dei territori italiani. Il
Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Orchidaceae all'ordine
Orchidales, mentre la moderna classificazione APG la colloca nel nuovo
ordine delle Asparagales. Sempre in base alla classificazione APG sono
cambiati anche i livelli superiori.
Biologicamente le Orchidee appartengono a tipi diversi; vi sono
infatti specie terrestri e sono la maggior parte delle nostre indigene, con
tuberi radicali annuali che hanno il significato di un rizoma tuberizzato, presentante la struttura di fusto alla sommità e di radice
alla base. Queste masse tuberose sono spesso ramificate; si tratta
in realtà di una radice avventizia tuberizzata: ogni tubero annuale
si prolunga in un fusto aereo portante foglie alterne, sessili, con
lembo a nervature reticolate, terminante con un’infiorescenza a
spiga. I tubercoli vecchi si esauriscono, mentre se ne forma uno
nuovo all'ascella della scaglia del tubero (vegetazione
simpodiale). Sono dette Geofite Bulbose [G.Bulb.], perché portano
le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non
presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei
chiamati bulbi o tuberi, strutture di riserva che annualmente producono
nuovi fusti, foglie e fiori. Sono orchidee terrestri in quanto, contrariamente
5
ad altre specie, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri
vegetali di maggiori proporzioni.
La maggior parte delle specie tropicali sono orchidee epifite crescenti
fissate agli alberi delle foreste o sulle rocce; il fusto ha
accrescimento monopodiale, più o meno sviluppato nel senso
della lunghezza; porta foglie isolate, o ridotte anche a scaglie, di
aspetto carnoso con nervature parallelinervie. Il fusto assume
talvolta habitus xerofilo, e diventa carnoso. Le radici aeree
pendenti si avvolgono del velamen: esso serve per assorbire
l'acqua di pioggia e forma un manicotto attorno alla radice. Gli
apici radicali sono verdi e la radice può compiere una certa
assimilazione. Le orchidee scandenti, tipo VaniIla, sono radicate
al suolo e mediante fusti volubili si attaccano a substrati diversi,
ed emettono radici del tipo aereo su ricordato. Un piccolo numero
di Orchidee vive parassiticamente: queste sono sfornite o quasi di
clorofilla, e conducono vita eterotrofa, come i funghi, a spese
dell'humus o dei materiali del terreno dei boschi. Alcune
posseggono radici infette da funghi endofiti, altre, come
Corallorhiza sono prive di radici, il loro ruolo viene assunto da
ramificazioni del rizoma di aspetto coralloide. Alcune radici
aeree, nelle specie epifite, mostrano geotropismo negativo, e dirigendosi verso l'alto servono ad accumulare humus.
È comune la moltiplicazione vegetativa per mezzo di
propaguli che si staccano all'estremità di getti stoloniferi,
mediante bulbilli all'ascella di brattee oppure per gemme
avventizie fogliari.
Distribuzione e Habitat. La famiglia delle Orchidaceae può ritenersi
cosmopolita essendo diffusa nei cinque continenti. Sono infatti in grado di
adattarsi ad ogni genere di habitat fatta eccezione per i deserti e i ghiacciai.
Il loro areale si estende da alcuni territori a nord del circolo polare artico,
sino alla Patagonia e all'Isola Macquarie, prossime all'Antartide. La
maggior parte delle specie è però originaria delle zone tropicali o subtropicali di Asia, America centrale e Sudamerica. In queste zone
raggiungono il massimo di differenziazione e di forme, con
adattamenti ecologici i più diversi, e con produzioni di forme
florali fra le più belle del mondo vegetale; solo il 15% di esse cresce
spontaneamente nelle zona temperate e fredde.
In Italia ne crescono spontaneamente circa 29 generi, per circa 189 tra
specie e sottospecie.
Le infiorescenze sono disposte in spighe, grappoli o pannocchie
che terminano il fusto simpodiale delle orchidee terrestri, e che na6
scono invece all'ascella delle foglie nelle forme epifite; ogni fiore
nasce all'ascella di una brattea, il peduncolo florale di solito corto,
non porta mai un profillo.
Il fiore corrisponde alla formula florale delle Liliacee con
ovario infero, ma il piano florale è profondamente turbato sia dalla
riduzione quasi costante dell'androceo, sia dallo zigomorfismo,
condizione necessaria per l'adattamento all’impollinazione
zoogama, che trova in questa famiglia la sua massima espressione.
Il fiore subisce una torsione di 1800 (detta resupinazione) per cui
vengono posti anteriormente quegli elementi che, come il labello,
dovrebbero stare posteriormente.
Il perianzio [insieme del calice e della corolla del fiore] consta di un
verticillo (calicino) esterno, di 3 pezzi sempre petaloidi liberi e di un
secondo verticillo interno di cui 2 elementi (petali) sono liberi,
posti lateralmente ed infine il petalo posteriore, che per
resupinazione è diventato anteriore, assumendo forma slargata,
che dicesi labello ed è spesso munito di uno sperone nettariero. Il
labello può essere intero, oppure dividersi in 2 o 3 lembi, che
sono ottimi caratteri sistematici; di solito vi è un lobo mediano
più grande e 2 laterali. Gli elementi fiorali si possono indicare
tutti con il nome di tepali, perchè tanto i sepali, quanto i petali
sono simili fra loro e tutti petaloidi.
L'androceo, [complesso degli organi maschili o stami del fiore] derivato da
quello biverticillato delle Liliacee, con 3 elementi per ogni verticillo,
subisce una progressiva riduzione. Lo stame unico ed il suo
filamento si saldano con lo stilo per formare una colonnina
particolare, detta ginostemio, la quale sormonta l'ovario e
costituisce l'organo più caratteristico delle Orchidee. Qualche autore
ammette che il ginostemio sia la continuazione dell'asse, in quanto
talvolta alcuni pezzi del perianzio vi s’inseriscono sopra. Nel caso
in cui vi sia un unico stame, questo è situato nella porzione più
elevata del ginostemio e consta di un cappuccio che è la vera
antera, asportata la quale compaiono le masse polliniche che sono
raccolte in uno pseudotessuto compatto, duro, formato da tante
tetradi polliniche unite insieme, dove quelle esterne hanno uno
strato di sporopollenina più denso delle tetradi situate più
profondamente. Il pollinario staccato dalla sua nicchia (antera), è
formato da una massa terminale, il vero polline, da una caudicola
e dal corpo adesivo basale; quest'ultimo serve per aderire al
corpo dei pronubi e per attaccarsi allo stimma qualora vi sia stato
trasportato.
Esaminando la porzione ultima del ginostemio, [corpo colonnare
7
contenente gli organi maschili (androceo) e femminili (gineceo)],
si nota lo
stimma, posto sensibilmente più in basso della porzione occupata
dall'antera (e formato da due settori dello stimma); il terzo settore
dello stimma forma il rostello con un’appendice dentiforme,
infine vi possono essere degli staminodi ed un’espansione del
connettivo dell'antera.
I granuli pollinici solo eccezionalmente sono pulverulenti
(Cypripedineae), talvolta si presentano in tetradi (Neottia,
Listera), ma per la generalità dei casi sono raccolti nel pollinario,
come su descritto.
Il gineceo [apparato femminile delle piante Fanerogame] consta di 3 carpelli
saldati al margine e formanti una sola cavità, con placentazione
parietale; le placente portano degli abbozzi meristemali che solo dopo
l'impollinazione iniziano la formazione del gametofito femminile.
L'ovario si trasforma in una capsula che si apre per 6 fenditure
poste da una parte e dall'altra delle placente (deiscenza
paraplacentare) con formazione di 6 valve, delle quali 3 sono
fertili, perchè corrispondono ad altrettante placente, e 3 sterili,
perchè rappresentano le parti mediane dei carpelli. La
fessurazione della capsula procede o dall'estremo distale
(restando però unita in alto), oppure dalla parte opposta. I semi
in numero grandissimo (alcune centinaia di migliaia per capsula)
sono pulverulenti, e constano di un tegumento con ampie cellule
e di un meristema indifferenziato (proembrione); manca ogni
traccia di albume. La germinazione del seme fu oggetto di molti
studi, da quando si vide che i semi germinavano molto bene se
invasi da ife fungine del tipo micorrizico, appartenenti al tipo
Rhizoctonia. In queste condizioni dal seme nasce un
protocormo, dapprima sferoidale e bianco, che ben presto
assume forma a pallottola ed inverdisce alla luce, e dal quale
sorgono fogliette e rizine, e poi radici. manca sempre la radice
principale e tutte le radici comparse sul protocormo sono radici
secondarie. L'infezione micorrizica si estende alle porzioni
basali del protocormo e viene controllata nella sua diffusione da
particolari reazioni di tipo immunitario, e da reazioni citologiche
con distruzione del micelio da parte dei tessuti dell'Orchidea. I
funghi simbionti possono anche appartenere a gruppi sistematici
più elevati.
Le foglie delle Orchidacee sono sempre intere e malgrado la loro natura
polimorfa hanno una struttura lineare, che a volte può apparire carnosa e di
forma tubolare; in questo caso alla base si sviluppano frequentemente dei
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tuberi con pseudobulbi i quali possono assumere forma corta e arrotondata, appiattita ed ovoidale, oppure lunga e cilindrica; sono tutti organi questi
che hanno una funzione di assimilatori di riserva. La disposizione delle
foglie è alternata o distica: solo di rado si presentano opposte. Possono
presentarsi in coppia oppure solitarie e, all'apice degli pseudobulbi, a volte
possono anche essere – specie nelle piante che crescono in piena terra inguainate alla base; possono anche formare delle rosette basali da cui
spunta il fiore. Nelle specie saprofitiche le foglie possono essere ridotte a
semplici scaglie.
Radici. Le specie tropicali hanno spesso radici aeree carnose o fini,
rivestite di un velo radicale detto ''velamen'' che consente alla pianta di
assorbire l'umidità atmosferica, che si sviluppano alla base delle foglie o
fra di esse, e che possono presentare differenti modificazioni e adattamenti
alla vita epifitica o saprofitica. Le Orchidaceae europee e mediterranee
sono invece, con poche eccezioni, specie ''terricole'', con apparato
radicale sotterraneo, costituito da rizotuberi o bulbi, da cui si dipartono
radichette o radici filiformi. La forma dei rizotuberi può essere
tondeggiante o ovaliforme (come per esempio nei generi ''Ophrys'',
''Orchis'' e ''Serapias''), o più o meno suddivisa in digitazioni
(''Dactylorhiza'', ''Platanthera'', ''Spiranthes''); in alcune specie sono presenti
dei veri e propri rizomi, con radici filamentose (''Listera'', ''Epipactis''), in
altre possono essere presenti radici coralliformi (''Corallorhiza”).
Il frutto è una capsula che si apre in vario modo con semi numerosi,
piccoli, a tegumento per lo più membranoso, raramente crostoso;
l’embrione è poco o affatto differenziato, senza albume.
La riproduzione delle Orchidaceae può essere sia sessuata che
asessuata. La riproduzione sessuata può avvenire sia per impollinazione
incrociata, cioè con trasporto del polline dall'antera di un fiore sullo stigma
del fiore di un altro individuo, ovvero per autoimpollinazione, cioè il
polline passa dall'antera allo stigma dello stesso fiore.
L'impollinazione incrociata è la modalità di riproduzione più frequente
tra le Orchidaceae ed è prevalentemente entomofila, cioè affidata agli
insetti. Molte specie di orchidee hanno un rapporto specie-specifico con il
loro insetto impollinatore, o pronubo. Nonostante in casi sporadici si
siano osservate impollinazioni da parte di coleotteri, ditteri, lepidotteri e
ortotteri, la maggior parte degli insetti pronubi delle orchidee appartengono
all'ordine degli Imenotteri, nella stragrande maggioranza dei casi alla
superfamiglia degli Apoidei. Gli insetti impollinatori possono essere
attratti con tre differenti meccanismi: 1) attrazione alimentare: è il
meccanismo messo in atto dalle specie in grado di produrre il nettare, ricco
di sostanze zuccherine, molto appetibili per gli insetti; il nettare è soli9
tamente custodito all'interno dello sperone, la cui forma limita l'accesso ad
alcune specie di insetti; il prelievo del nettare porta l'insetto a contatto con
le masse polliniche, che aderiscono al corpo dell'insetto mediante specifici
organi adesivi detti viscidii o retinacoli. 2) mimetismo: è il meccanismo
messo in atto dalle specie non nettarifere, che attraggono gli insetti o grazie
ad un'apparenza del fiore simile a quella di specie nettarifere (è quanto
avviene, per esempio, in alcune specie di ''Orchis'' (come ''Orchis
mascula"), o grazie ad un aspetto del labello che per forma, colore e
pelosità ricorda la femmina dell'insetto impollinatore (tale meccanismo è
comune a molte specie di ''Ophrys''). Le specie che utilizzano il mimetismo
sessuale producono spesso feromoni simili a quelli delle femmine
dell'insetto impollinatore, inducendo il maschio ad un tentativo di
accoppiamento definito ''pseudo-copulazione''; nel far ciò l'insetto entra in
contatto con le masse polliniche che aderiscono alla testa (pseudocopulazione cefalica) o all'addome (pseudo-copulazione addominale). 3)
trappola di odori: è il meccanismo tipico della scarpetta di Venere
(''Cypripedium calceolus'') che attrae gli insetti nel fondo del labello a
forma di tasca grazie a particolari sostanze profumate; nel tentativo di
uscire dalla tasca il corpo degli insetti si cosparge di polline vischioso.
L’autoimpollinazione può avvenire con 3 differenti modalità: 1) per
semplice distacco dei pollinii che cadono sullo stimma sottostante; 2) per
curvatura delle caudicole dei pollinii che depositano il polline sullo stimma
sottostante - tale meccanismo si osserva per esempio in ''Ophrys apifera'';
3) per '''cleistogamia''' ovvero per autofecondazione prima ancora che
avvenga l'apertura del fiore - tale meccanismo si osserva per esempio in
''Limodorum abortivum'' o in ''Serapias parviflora''.
La riproduzione asessuata, ovvero senza necessità di fecondazione, può
avvenire in due modi: 1) per ''moltiplicazione vegetativa'', con formazione
di nuovi individui a partire da una suddivisione dei rizotuberi - tale
meccanismo si osserva per esempio in ''Ophrys bombyliflora'', ''Serapias
lingua'' e ''Serapias politisii''; 2) per '''apomissia''', cioè con produzione di
semi fertili senza necessità di fecondazione - tale fenomeno si verifica, per
esempio, in alcune specie del genere ''Nigritella'' (ad es. ''Nigritella rubra'').
Simbiosi micorrizica Altra caratteristica biologica importante è la
necessità, per completare il ciclo biologico di alcune orchidee, della
presenza di una micorriza endotrofica che collabori in simbiosi per lo
sviluppo del loro seme, il quale al momento della dispersione è privo di
albume e con embrione appena abbozzato.
Tassonomia. La famiglia delle Orchidacee veniva suddivisa in passato in
due sottofamiglie: ''Diandrae'' – caratterizzata dalla presenza di 2-3 stami
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fertili e impollinabili; ''Monandrae'' – caratterizzata dalla presenza di un
solo stame fertile. Attualmente le sottofamiglie riconosciute sono cinque:
1) Apostasioideae Horan. (1847) 2) Cypripedioideae Kostel 1831 3)
Vanilloideae Szlach. (1995) 4) Epidendroideae Lindl. (1821) 5)
Orchidoideae Eaton (1836). All'interno di ciascuna sottofamiglia si
distinguono differenti tribù (25) e sottotribù (53). Le tribù della
sottofamiglia Vanilloideae sono 2: Pogonieae, Vanilleae. Le tribù della
Sottofamiglia Epidendroideae sono 17, con 31 sottotribù: Arethuseae (sott.
tr.: Arethusinae, Coelogyninae),
Calypsoeae, Collabieae (Collabiinae),
Cymbidieae, (Catasetinae, Coeliopsidinae, Cymbidiinae, Cyrtopodiinae, Eriopsidinae,
Eulophiinae, Maxillariinae, Oncidiinae, Stanhopeinae, Vargasiellinae, Zygopetalinae),
Dendrobieae, (Dendrobiinae) Epidendreae, (Bletiinae, Chysinae, Coeliinae,
Laeliinae, Pleurothallidinae, Ponerinae) Gastrodieae, Malaxideae, Neottieae,
Nervilieae, (Nerviliinae, Epipogiinae) Podochileae, (Eriinae, Thelasinae)
Sobralieae, Triphoreae, (Diceratostelinae, Triphorinae) Tropidieae, Vandee
(Aerangidinae, Aeridinae, Angraecinae, Polystachyinae) Xerorchideae, Incertae
sedis (Agrostophyllinae). Le tribù della sottofamiglia Orchidoideae sono 6:
Chloraeeae, Codonorchideae, Cranichideae, Diseae, Diurideae, Orchideae.
Cfr. in internet, la voce “Orchidee selvatiche in Italia e in Sicilia” e le
singole specie in Wikipedia, l’Enciclopedia libera.
Carlo Cappelletti, Trattato di botanica Vol. II, Sistematica,
geobotanica, / C. Cappelletti, A. Pignatti, 3a ed. Torino UTET, 1975, XXIV, 1079 pp. Ill.
Schonfelder, Ingrid – Schonfelder Peter, La flora mediterranea. Ed.
it. a c. di E. Banfi; introduzione di Erica e Sandro Pignatti. De
Agostini, Novara 1996. Ill.
Eduard Strasburger, Trattato di Botanica, Roma, Antonio Delfino Editore,
2007.
LE ORCHIDEE (in E.I.T.).
Pignatti Sandro, Flora d’Italia, Edagricole,Bologna 1982 e
successive ristampe.
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Parti del fiore di una Ophrys sp.
Pseudobulbo di orchidea epifita
12
Vari tipi di orchidee
Orchys militaris, specie tipo
13
Pseudocopulazione di Dasyscolia ciliata su O. speculum
ORCHIDACEAE
1, protocormo appena germinato di Cattelya bowrinviana x maximaj 2, la stessa in fase più avanzata
con peli radicali e prime fogliette; 3, Callelya skinneri x mossiae, protocormo con inizio di radice (w); 4,
lo stesso in una fase più avanzata; 5, protocormo di Neottia nidus-avis con residui del tegumento seminale
(t); 6, lo stesso in sezione con tessuti invasi dalla micorriza (m), ingrandito; 7, inizio di germinazione di Neottia
con infezione: ~, protocormo di Cypripedilum; 3, stadio pilù giovane dello stesso in sezione; 10, stadio più
adulto del n. 8: m e n tessuto invaso da miceli.
14
Orchis militaris
A, Fiore intero appoggiato sulla piccola brattea. a; b, ovario intero e contorto; e, tepali esterni;
d, i due tepali superiori interni; e, labello con sperone f; g, ginostemio; e lo stesso fiore dopo esser stato tolto il
perigonio, ad eccezione della parte superiore del labello; h, stimma; l. rostello; k. appendice dentiforme del
rostello; m, loculo dell'antera; n, connettivo; o, pollinio; q, porzione adesiva del pollinio; p, staminodio; C
pollinario isolato; s. parte fertile del pollinnario: r caudicola;q, porzione adesiva; D, sezione trasversale di una
capsula immatura.
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l, fiore intero di Maxillaria rujescens visto di fronte;
2.porzione dello stesso fiore con labello provvisto di peli commestibili; 3, i peli della zona di cui al numcro
precedente visti a notevole ingrandimento, con cellule ripiene di sostanze albuminoidi e di grassi: in b,
ispessimenti basali delle membrane.
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18
TUBERI DI ORCHIDEE: a, Orchys mascula:
a’, tubero svuotato; a’’ tubero nuovo con la
gemma(g) della pianta che si svilupperà nell’anno successivo; b, Orchys maculata: b’,
tubero svuotato; b’’, tubero nuovo
Anaamptys pyramidalis Rich.
a, parte basale coi tuberi; b, pianta fiorita; c, fiore;
d, labello con sprone; e, altra forma di labello; f, pollini
19
LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI
Secondo Galesi (1996) le Orchidee degli Iblei appartengono a 13 generi:
Acera, Anacamptis, Barlia, Cephalanthera, Epipactis, Himantoglossum,
Limodorum, Listera, Neotinea, Ophrys, Orchys, Serapias, Spiranthes.
FONTI E STUDI
Todaro A., Orchideae siculae sive enumeratio orchidearum in Sicilia
hucusque detectarum, ex Empedoclea Officina, Palermo 1842. Indica 53
entità con notizie sulle località di rinvenimento e l’habitat; 21 sono indicate
presenti nella Sicilia sud-orientale.
Gussone J, Florae siculae synopsis I – “(1) – 2(2). Napoli, 1843 – 1844 –
1845. Annovera 60 entità; 25 nella Sicilia sudorientale
G. Bianca, Flora dei dintorni di Avola.- Atti Accad. Gioiena Sci. Nat.,
ser. I, Mem. I-10 1839-57. Id. Elenco delle Orchidee dei dintorni di Avola
(dopo il 1844) comprendente 27 specie (ms.inedito scoperto da Aurichia in
Nello Gaudioso, p. 92s.). L’Autore descrisse due nuove specie che portano
il suo nome: Ophrys discors Bianca e Ophrys incubacela Bianca.
Contributi di G. Bianca si trovano in Gussone e Todaro.
Tornabene F., Flora sicula viva ed exsiccata. Catania 1887. Indica 62
specie in Sicilia.
Taranto, E. & Gerbino, Catalogus plantarum in agro Calato-hieronensis
collectarum. Fasc. 1, Catania. X 1845. Indicano 25 entità, 18 negli Ibli, di
cui 5 segnalate per la prima volta.
Lojacono Pojero, Flora sicula 1(1) – 1(2), Palermo, 1889 – 1891.
Albo Giacomo, La vita delle piante vascolari nella Sicilia MeridionaleOrientale, Parte II – Flora, Ragusa 1919, pp- 58-61; Riporta 25 specie di
orchidee: 14 Ophrys, 9 Orchys, 2 Serapias.
Id. Biologia delle Piante dei Piani e dei Colli Iblei, in Delphinoa n.s. vol.
2, pp. 193-390, Palermo 1961, altre due specie: Ophrys rosea (p. 322) e
Orchys palustris (p. 335)
Kunkele S. – Lorenz R., Zum Stand der Orchideenkartierung in Sizilien.
Ein Bertrag zum OPTIMA Project “Kartierung der mediterranean
Orchideen”. Jber. naturwiss. Ver. Wuppertal, 48, 21-115, 1995
De Langhe & D’Hose. Nel progetto OPTIMA, Distribuzione geografica
delle orchidee nella regione mediterranea, (1985-89), effettuarono nella
Sicilia sudorientale un’indagine su 49 entità differenti di orchidee.
Nello Gaudioso, Cava grande del Cassibile – Il parco delle orchidee
selvatiche – I fiori della metafora, Siracusa 1996; 37 specie descritte e
illustrate.
Bartolo, G. & Pulvirenti S. A checklist of Sicilian Orchids, Bocconea, Palermo 1997.
20
S. Brullo, M. Grillo, A. Guglielmo, Considerazione fitogeografiche sulla
flora iblea, in “Flora e Vegetazione degli Iblei”, pp. 89-91, Siracusa 1998.
59 specie.
Galesi R., Le orchidaceae (Monocotyledones, Gynandtrae) della Sicilia
sud-orientale, in “Flora e Vegetazione degli Iblei”, pp., 225-262, Siracusa
1998. E’ questo lo studio scientifico più ampio e completo, che
consideriamo come testo base; il “contingente orchidologico dell’area iblea
comprende 50 entità afferenti a 13 generi. Le schede floristiche
comprendono: il periodo di fioritura, l’habitat, l’areale, i luoghi del
rinvenimento, le note. Nelle pp. 248-51, sono elencati 39 ibridi rinvenuti.
Nell’introduzione si accenna agli studiosi che si sono interessati delle
orchidee della Sicilia e nelle pp. 259-61 c’è la bibliografia.
Id. Le orchidaceae della Riserva Naturale Orientata “Pino d’Aleppo”
(Ragusa Sicilia meridionale). J. Eur. Orch. 31(2), 297-328, 1999.
G. Maugeri A. Cristaudo, Vegetazione e flora, in “La Riserva Naturale di
Cava Grande del Cassibile”, pp. 33-88, Siracusa 1999. Sono censite 24
entità, comprese due endemiche sicule, Ophrys lunulata e O. (discors)
Bianca; l’O. vermixia non è censita dagli altri botanici.
G. Iacono, Le riserve naturali della Provincia di Ragusa, Palermo 2004.
Delforge P., Guide des Orchidées d’Europe, d’Afrique et du ProcheOrient. 2eme ed. – Lausanne & Paris 2001. 3eme ed. – Paris 2005. Pierre
Delforge, Orchids of Europe, North Africa And the Middle East, Timber
Press, 2006. ISBN 0881927546.
Vito Campo, Il parco delle orchidee, in “Il Parco degli Iblei in provincia
di Ragusa”, pp. 103-120, Ragusa 2006; 17 foto.
G. Giardina, F. M. Raimondo & V. Spadaio, A catalogne of plants
growing in Sicily, Palermo 2007. E’ il catalogo più ampio e aggiornato
della Flora Sicula. Sono registrate 80 specie di Orchidee. 20 specie in più
rispetto a quelle indicate in Kunkele… op. cit.
G. Giardina, R. Cundari, F. Fontana. La Flora vascolare della riserva
naturale orientata Pino d’Aleppo. Vittoria, 2008.
G. Giardina, Conoscere le piante dei Nebrodi, Messina 2008. 320 specie
tutte illustrate. Solo 5 specie di orchys e 2 dactylorhiza, romana e
saccifera saccifera, non presenti negli Iblei.
G. Giardina, Piante rare della Sicilia – Testi e immagini di 500 entità
endemiche e rare dell’Isola e dei territori limitrofi, Palermo 2010.
P. Minissale S. Sciandrello, Flora e vegetazione terrestre della Riserva
naturale di Vendicari (Sicilia sud-orientale), “in “L’Area protetta di
Vendicari”, Siracusa 2010. Per le numerose associazioni del territorio sono
evidenziate ecologia, struttura e dinamismo. Completa e aggiornata la
bibliografia. Nell’ Elenco floristico (p.204s.) sono elencate 24 specie di
21
Orchidaceae: 1 Barlia robertiana, 12 Ophrys, 7 Orchys e 4 Serapias.
“Prospetto dei taxa endemici presenti in Sicilia inseriti tra
quellim”gravamente minacciati” (CR), “minacciati” (EN) e “vulnerabili”
(VU), contenuto nel Suppl. ord. alla Gazzetta Ufficiale della Regione
Siciliana (p. I) n. 50 del 19-11-2004 (n. 34), pp. 16-19. Sono indicate come
VU 12 specie di Orchidee sicule: Ophrys calliantha, O. Lojacono Brullo;
O. candida; O. discors Bianca; O. explanata; O. flammeola; O. lacaitae; O.
laurensis; O. mirabilis; O. pallida; O. panormitana; O. sphegodes, subs.
Garganica; e due Serapias: S. nurrica corrias e S. orientalis subsp.
siciliensis.
Cfr. inoltre: Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna,
Edagricole, 1982
Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS),
Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il
Castello, 2009. (In internet ha curato “Le orchidee di Cava Grande del
Cassibile”).
La rivista, Caesiana, Italian Journal of orchidology.
22
ELENCO
1) Aceras anthropophorum Sin. Orchis antropophora (v. sotto).
It. Ballerina. Esile orchidea perenne, alta 10-40 cm., che cresce da tuberi appiattiti, e
avendo una colorazione poco appariscente, quando circondata dall’erba, è difficilmente
visibile. Lo stelo è coperto da foglie inizialmente serrate su di esso e solo in seguito
disteso. Le foglie, lunghe fino a 12 cm., sono lanceolate e scanalate, senza macchie.
L’infiorescenza, composte da numerosi fiori, ha una forma nel complesso cilindrica. I
fiori hanno un piccolo cappuccio verde-rossastro al di sotto del quale è presente la figura
di un “uomo”, formato da un labello allungato con due braccia laterali e un tronco centrale
che si divide in un paio di “gambe”. Il labello, lungo fino a 15 cm è inizialmente rossastro
e diviene in seguito color giallo senape. Il labello è privo dello sperone. Fioritura: Mar. –
Mag. Distribuzione: in tutta la regione mediterranea. Habitat: terreni erbosi e pietrosi,
margini delle zone boscose, bordi stradali, di solito su suoli calcarei.
2) Anacamptis (Orchys) collina Sin. Orchis saccata (Albo 1919)
Ten. Fl. Nap. 1, Prodr.: 53 (1811). (presente nel sito internet “ Orchidee di Cava grande
del Cassibile”). È una pianta erbacea geofita bulbosa alta sino a 30 cm. Presenta foglie
ellittiche e una infiorescenza cilindrica, lassa, formata da 5-20 fiori, con labello violaceo
sfumato di bianco, munito di un corto sperone saccato bianco-violaceo. I sepali sono
oblunghi, di colore olivaceo, quelli laterali eretti, il mediano piegato in avanti, a formare
un casco lasso con i petali. Fiorisce da febbraio ad aprile. L’insetto impollinatore abituale
di questa specie è ''Apis mellifera'' ma talora è visitata anche da ''Eucera'' spp. e ''Andrena''
spp. Distribuzione e habitat. ''A. collina'' è diffusa nei paesi dell'Europa meridionale. In
Italia è presente in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Cresce su prati aridi,
garighe, pascoli e macchie ad una altitudine da 0 fino a 1000 m. Predilige suoli calcarei e
debolmente acidi. Tassonomia. Descritta nel 1794 come ''Orchis collina'' questa specie è
stata recentemente assegnata al genere ''Anacamptis''.
3) Anacamptis coriophora (L.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase,
1997. L'orchidea cimicina è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae,
diffusa in Europa e Medio Oriente. Etim. L'epiteto specifico deriva dal greco κορίς =
"cimice" e φορός = "che porta", cioè portatrice di cimici, in riferimento all'odore
sgradevole emesso dal fiore. È una pianta erbacea, geofita bulbosa, con fusto alto da 10
a 40 cm, verde alla base, tendente al porpora verso l'apice. L'apparato radicale è costituito
da due rizotuberi tondeggianti. Le foglie inferiori, glaucescenti, sono lineari-lanceolate,
quelle cauline sono più corte, disposte a guaina attorno al fusto; le brattee, lanceolate,
sono verdastre con sfumature rosate. I fiori sono riuniti, in numero di 15-30, in una
infiorescenza densa, inizialmente piramidale, poi cilindrica. I sepali e i petali, di colore
porpora con venature verdastre, sono riuniti a formare un casco attorno al labello.
Quest'ultimo è trilobato, più lungo che largo, ginocchiato alla base, con lobo mediano
rivolto all'indietro e lobi laterali più brevi, con margine dentato. La parte centrale del
labello è più chiara e finemente macchiettata di porpora. Lo sperone è conico, arcuato
verso il basso. Il ginostemio è di colore rossastro, con antera violacea e masse polliniche
giallastre. Fiorisce da aprile a giugno. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione
entomofila ad opera di diverse specie di Apidae (''Bombus'' spp., 'Apis'' spp.).
Distribuzione e habitat. Ha un areal molto ampio che si estende dall'Europa al Medio
Oriente. In Italia è diffusa in tutta la penisola e nelle isole maggiori. Nelle isole è diffusa
la sottospecie ''A. coriophora fragrans'' (GIROS 2009|p.118. Cresce in prati, cespuglieti,
uliveti e lungo i margini delle strade, da 0 a 1500 m di altitudine. Tassonomia. Descritta
da Linneo come ''Orchis coriophora'' questa specie è stata recentemente assegnata al
genere ''Anacamptis”.
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4) Anacamptis laxiflora (Lam.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase,
1977. L'orchidea acquatica è una pianta tipica degli ambienti umidi, da cui il nome
comune di galletto di palude. È una geofita bulbosa, alta da 20 a 80 cm, con fusto di
colore verde alla base, violaceo alla sommità. L'apparato radicale è costituito da due
rizotuberi tondeggianti. Le foglie lanceolate, sono strette e inguainanti il fusto alla base.
Le brattee sono lanceolate, di colore verdastro con sfumature violacee. I fiori sono riuniti
in infiorescenze ovate o cilindriche, alquanto lasse; i sepali sono oblungi, i laterali riflessi
ed ilmediano rivolto in avanti, di colore purpureo-violaceo; i petali, più brevi e più stretti
dei sepali, sono arcuati in avanti. Il labello è largo, con lobatura appena accennata e lobi
mediani ripiegati verso il basso, di colore porpora ai margini, più chiaro, tendente al
bianco, nella parte centrale. Lo sperone è ascendente, dritto o appena arcuato. Il
ginostemio corto, con antera violacea e masse polliniche verdastre. Sono stati descritti
esemplari con fiori completamente bianchi (forme apocromatiche). Fiorisce da aprile a
giugno. Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri dei generi
Bombus e Xylocopa (Apidae). È una specie con areale mediterraneo-atlantico. In Italia è
presente in tutto il territorio nazionale, isole comprese. Habitat: cresce in zone ricche di
acqua quali i prati umidi e gli acquitrini, da 0 a 1350 m sul livello del mare. Tassonomia.
In passato attribuita al genere Orchis la specie è stata recentemente assegnata, sulla base
di analisi filogenetiche del DNA mitocondriale al genere Anacamptis.
5) Anacamptis longicornu (Sin. Orchis longicornu) Galesi. Fior III-IV.
Boscaglie, cespuglietti, pascolo. Stenomedit. Occ. Valle Anapo, Vizzini,
Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Chiaramonte, Vizzini,
Lentini, Melilli, Palazzolo.
L'orchide cornuta (Poir.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997) è una pianta
erbacea alta 10-20 cm, con fusto eretto, di colore verde alla base, tendente al violaceo
verso l’alto. Le foglie inferiori, verdi, sono riunite in rosetta basale, mentre le superiori,
verdi -violacee, avvolgono il fusto a guaina. Le brattee sono anch'esse verdi-violacee e
avvolgenti l’ovario. I fiori sono riuniti in una infiorescenza apicale abbastanza lassa, e
sono caratterizzati da uno sviluppato sperone cilindrico, di colore violaceo, che da il nome
alla specie. I tepali sono a cappuccio, con punteggiature violacee all'esterno, bianche
all'interno. Il labello, trilobato, è più esteso in larghezza che in lunghezza, e presenta lobi
laterali viola e lobo centrale bianco con piccole macchie viola. Ne esiste una forma
apocromatica nota come Anacamptis longicornu var. albiflora nella quale il fiore è
totalmente bianco. Fiorisce in marzo-aprile. La specie è diffusa nel Mediterraneo
occidentale. In Italia è molto comune in Sicilia e Sardegna; è stata segnalata
sporadicamente in varie zone della costa tirrenica. Cresce in ambienti soleggiati di prateria
mediterranea, gariga, e macchia rada, fino ad una altitudine di 1200 m. Tassonomia.
Descritta nel 1789 come Orchis longicornu questa specie è stata recentemente assegnata
al genere Anacamptis.
6) Anacamptis (orchis) papilionacea.
È una pianta erbacea alta 15-40 cm, con fusto cilindro di colore verde, con macchie
rossastre alla sommità. L'apparato radicale è caratterizzato da due rizotuberi tondeggianti.
Le foglie basali, lineari-lanceolate, di colore verde glauco, sono riunite in rosetta mentre le
cauline, guainanti, sono di dimensioni decrescenti man mano che si procede verso la
sommità e presentano sfumature rossastre. Le brattee, ovato-lanceolate, sono di colore
rosaceo con venature brunastre. I fiori, riuniti in infiorescenze dense e allungate,
presentano sepali ovato-lanceolati, di colore dal rosa al viola e petali oblunghi, più corti
dei sepali. Il labello è roseo, più chiaro al centro ed alla base, talora con venature a ven-
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taglio. Lo sperone è conico, più corto dell’ovario, dritto o curvo in basso. Fiorisce dalla
fine di febbraio a metà giugno. Distribuzione e habitat. È una specie a diffusione
mediterranea. In Italia è presente in quasi tutto il territorio. La varietà ''A. papilionacea
grandiflora'' è nota solo per Sicilia e Sardegna. Cresce in prateria, gariga e macchia, fino a
5.400 m di altitudine, con predilezione per i suoli asciutti, calcarei o debolmente acidi.
Riproduzione. Si riproduce per impollinazione da parte di diverse specie di lepidotteri: le
farfalle adagiano il loro corpo tra le due lamelle basali del labello, e srotolano la
spirotromba per raggiungere il nettare, posto in fondo al lungo sperone; nel far ciò entrano
in contatto con le masse polliniche che, aderendo al corpo dell'insetto, verranno
successivamente trasportate su un altro fiore. Descritta da Linneo come Orchis
papilionacea questa specie è stata recentemente assegnata al genere Anacamptis.
7) Anacamptys pyramidalis (L.) Rich., 1817. Galesi, 1996: Comune.
L'orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis (L.) Rich., 1817). Sin.
Orchis pyramidalis.
È una pianta erbacea alta 20-60 cm, dal fusto esile, cilindrico, di colore verde chiaro. Le
foglie inferiori, lineari-lanceolate, sono lunghe sino a 25 cm, le cauline diventano più
corte avvicinandosi all'apice, le brattee sono violacee e acuminate. I fiori sono riuniti in
una caratteristica infiorescenza densa di forma grossolanamente piramidale, da cui il nome
della specie. Sono di colore dal rosa pallido al porpora, raramente bianchi. Fiorisce da
marzo a giugno. I sepali sono ovato-lanceolati, con petali poco più larghi e più corti. Il
sepalo dorsale con i petali contigui formano un casco mentre i sepalilaterali sono distesi e
diretti in avanti. Il labello è trilobato con lobi più o meno della stessa grandezza; alla base
del labello mediano sono presenti due lamelle longitudinali, leggermente divaricate. Lo
sperone è filiforme, lungo sino a 15 mm. Riproduzione. Si riproduce per impollinazione
entomofila da parte di diverse specie di lepidotteri: le farfalle adagiano il loro corpo tra le
due lamelle basali del labello, e srotolano la spiritromba per raggiungere il nettare, posto
in fondo al lungo sperone; nel far ciò entrano in contatto con le masse polliniche che,
aderendo al corpo dell'insetto, verranno successivamente trasportate su un altro fiore.
Distribuzione e habitat. È diffusa in Europa centrale e meridionale. È abbastanza
comune in tutta l' Italia, isole comprese.Cresce in praterie e garighe, sino a 1400 m di
altitudine, prediligendo i terreni calcarei asciutti e le esposizioni soleggiate.
8) Barlia robertiana (Loisel.) Greuter, 1967. Sin.: Orchis longibracteata
Biv., Barlia longibracteata Parl., Orchis robertiana Loisel. Galesi, 1996:
Habitat: colture abbandonate, siepi, margini delle strade.
Pianta perenne, tuberosa, alta 20 - 50 cm., con due organi sotterranei ovoidi. Le foglie
sono ovali o ellittiche e di colore verde chiaro. L'infiorescenza, densa e cilindrica, porta
numerosi fiori, grandi e profumati, di colore verde-violaceo. Dic. Apr.; è la prima
orchidea a fiorire. Il labello può essere intero o più o meno lobato, con o senza apicolo; è
di colore rosa violaceo con macchie porporine centrali; I lobi laterali, allungati e sottili,
sono a forma di braccia ripiegate verso il centro del labello mentre il lobo mediano è a sua
volta diviso in due lobi generalmente divaricati. Lo sperone, conico e più breve
dell'ovario, è rivolto in basso.
Distribuzione: Steno-mediterranea. Piuttosto diffusa in Italia. Si riproduce ad opera di
diversi imenotteri apoidei tra cui Bombus hortorum e Xylocopa violacea. Non produce
nettare, ma in compenso ospita numerose colonie dell'afide Dysaphis tulipae, la cui
melata si accumula nello sperone dei fiori, fungendo da attrattiva per gli insetti. In rari
casi può ricorrere all'autoimpollinazione. Fioritura: gennaio-marzo. Habitat: due stazioni
in lembi di lecceta.
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9) Cephalanthera damasonium Galesi, 1996: Rinv. in C.da S. Maria,
Buccheri, dal Galesi nel 1993 e assieme a R. Lorens nel 1996.
Etim. Dal gr. kephalè = testa e antheros = fiore, perché simile ad una testa.
Damasonium potrebbe derivare dalla città di Damasco. It. “Elleborine”, forse per
rassomiglianza con alcuni fiori degli Ellebori.
Descrizione. È una pianta perenne alta da 15 a 60 cm. è una orchidea terrestre, geofita
rizomatosa, perché ha un fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con
nuove radici e fusti avventizi. Le radici sono secondarie da rizoma. Fusto: la parte
sotterranea (ipogea) consiste in un rizoma fibroso; quella aerea (epigea) è eretta, di colore
bianco. Alla base è scagliosa e inguainata da 2 - 3 foglie quasi atrofizzate. Le foglie:
possiede non più di 3 – 5 foglie, larghe 3 cm; e lunghe 7 cm. ca., intere, a forma ovatoellittica con nervature parallele; alla base sono amplessicauli e molto guainanti; l'apice è
acuto. Lungo il fusto sono disposte in modo alterno e progressivamente diminuiscono in
grandezza fino a confondersi con le brattee dell'infiorescenza. L'infiorescenza si trova
all'apice del fusto ed è del tipo a racemo lasso con 2 - 12 fiori per pianta. I fiori, 14 –
20 mm, di colore biancastro o giallognolo, in genere rimangono socchiusi, si aprono
appena un po' nelle ore più luminose e calde della giornata. L'infiorescenza è provvista di
brattee di protezione lunghe come il fiore (nella parte inferiore dell'infiorescenza superano
i fiori); sono posizionate alla base del pedicello e sono di tipo fogliaceo; normalmente tutti
i fiori sono posti all'ascella di queste brattee. Il portamento dei fiori è eretto. Sono
ermafroditi ed irregolari (zigomorfi), pentaciclici e resupinati, cioè ruotati sotto-sopra.
Fior. Mag. – Lug. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno di forma
lanceolata; il primo verticillo (esterno e posizionato in alto) ha 3 tepali sub-eguali che
formano una specie di elmetto; nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (labello) e
più corto e quindi seminascosto dai due tepali esterni più lunghi ed appuntiti. Il labello
che inizialmente dovrebbe occupare la posizione superiore, alla fine è sotto; è concavo e
privo di sperone. La parte interna (ipochilo) è concava o sacciforme e larga con dei lati
rivolti all'insù. Quella più esterna (epichilo) è più larga che lunga (a forma ovatolanceolata) sempre concava con l'apice acuminato; al centro è colorata di giallo-aranciato
solcata con delle creste longitudinali. Le due parti (ipochilo e epichilo) sono separate da
una strozzatura. Ginostemio: gli stami filamentosi con le rispettive antere (due masse
polliniche bilobe) sono concresciuti con lo stilo e formano una specie di organo colonnare
chiamato ginostemio. Lo stigma consiste in una superficie concava e vischiosa localizzata
sotto le antere stesse. Degli stami (originariamente due verticilli con 6 stami totali in
seguito ridotti) solo 1 del verticillo esterno è fertile gli altri sono atrofizzati o presenti in
qualità di staminoidi (sono stami che in alcuni casi – in altre specie - possono assumere
caratteri morfologici petaloidei). L’Ovario è sub-cilindrico, infero, formato da tre carpelli
saldati in modo uniloculare; inoltre è privo di peduncolo (è quindi sessile) ed è resupinato
(o contorto – ruotato di 180°). Il frutto consiste in una capsula deiscente (si apre per più
fenditure) a tre valve contenente numerosissimi minuti semi che il vento può trasportare
facilmente (similmente alle spore). Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni
contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante
vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono
svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione
di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche
sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta può
avvenire per via sessuata, grazie all'impollinazione degli insetti pronubi, ma anche per
autogamia e cleistogamia. I fiori di queste piante sono privi di nettare, ma l'impollinazione
avviene ugualmente in quanto i vari imenotteri sono attratti dalla zona centrale gialla del
labello che viene scambiata per stami ricchi di polline. L'impollinazione avviene in manie-
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ra specifica e non sempre in modo facile, per cui il fiore attende a lungo prima di essere
fecondato. La germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici.
Distribuzione: Il genere Cephalanthera comprende una decina di specie diffuse in
Europa e in Asia, delle quali tre sono spontanee della flora italiana. E’ diffusa in tutta
l’Italia Habitat: boschi di latifoglie faggete, pinete, castagneti, gineprai e querceti. Il
substrato preferito è calcareo con pH basico e bassi valori nutrizionali del terreno che deve
essere secco. Diffusione: piani collinari e montani fino a 1600 m s.l.m.
10) Cephalanthera longifolia Fior. Apr. Mag. Habitat: boschi di
latifoglie. Euro-mediterraneo .Segnalata in diversi siti della Sicilia, ma
negli Iblei fu rivenuta solo dal Gussone nel 1844 a Buccheri.
La Cefalantera maggiore (nome scientifico Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch,
1888) è una piccola pianta erbacea e perenne dai delicati fiori bianchi Etim. Il nome della
specie deriva dal latino: longa e folia e fa riferimento alle foglie che sono molto più
lunghe che larghe.
Descrizione. È una pianta perenne alta da 20 a 45 cm. La parte aerea del fusto è
semplice ed eretta, glabra e ricoperta da scaglie alla base (guaine fogliari). Si presenta
sinuoso (un po' a zig-zag) e foglioso fin sotto l'infiorescenza. Le foglie basali sono ridotte
a delle guaine attorno al fusto; le foglie cauline sono relativamente numerose (da 6 a 10),
tutte con lamina intera e sono disposte in modo distico (a due a due opposte sullo stesso
piano, ma su nodi conseguenti) e divergenti di circa 60 gradi. Sulla pagina fogliare sono
presenti fino a 9 nervature longitudinali (parallele) principali che all'apice fogliare sono
lievemente ripiegate verso la nervatura centrale. Le foglie inferiori (1 o 2) sono più
piccole e di forma ellittica; quelle superiori sono più lunghe e dalla forma molto
lanceolata e con apice acuto e lungo il fusto sono progressivamente più ristrette verso
l'alto. Foglie inferiori larghezza 1 – 2 cm, lunghezza 4 – 7 cm; foglie superiori larghezza
da 2 a 1 cm, lunghezza da 10 a 15 cm. [per il resto vedi sopra].
11) Dactylorhiza romana subsp. markusii (Tineo) Holub.
Brullo e Giardina, manca in Galesi. Endemica Italia centro merid. e
Sicilia: Pascoli e boschi in altopiani e montagne: rinvenuta nel Monte
Lauro. Rara (Giardina).
È una pianta erbacea, terrestre, geofita bulbosa , alta 15 – 30 cm.
Impollinazione tramite insetti, specialmente bombi. Questi posandosi sul labello per
raggiungere con la proboscide il nettare contenuto nel fondo dello sperone, si agitano e si
sfregano contro il ginostemio (posto in questo momento sopra il loro corpo) che vibrando
rilascia del polline che va a posarsi sulle pari pelose dell'insetto. Quando lo stesso insetto
si posa su un'altra orchidea parte di questo polline rimane attaccato al retinacolo (posto
nella zona centrale del ginostemio) per merito della sostanza vischiosa presente sulla sua
superficie. È avvenuto così il trasferimento del polline da un fiore all'altro. A questo punto
lo stigma (parte inferiore del ginostemio) rimane impollinato, si sviluppa quindi un
budello pollinico che entrando nell'ovario feconderà l'ovulo. È una sottospecie rara,
endemica della Sicilia. Si distingue per lo sperone che è ascendente, arcuato verso l'alto,
ma più corto; per le brattee molto più lunghe dei fiori; per l'infiorescenza più densa e per il
labello colorato di giallo. L'habitat tipico di questa sottospecie sono i prati a basso
contenuto nutrizionale, margini e schiarite dei boschi con terreni a pH acido.
12) Dactylorhiza saccifera Brullo e Giardina, manca in Galesi. Est
mediterranea. Frequente nelle montagne in terreni aridi.
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La Dactylorhiza maculata sacciforme Brongn. Soó 1962 è una pianta erbacea spontanea
della flora italiana. Etim. Il nome generico (dactylorhiza) è formato da due parole greche:
“dito” e “radice” e si riferisce ai sui tuberi suddivisi in diversi tubercoli (tuberi a forma
digito-palmata). Il primo nome specifico (maculata) fa riferimento alle foglie macchiate,
mentre il secondo nome specifico (saccifera = a forma di sacco) si riferisce alla forma
dello sperone. Descrizione. Questa pianta, fondamentalmente glabra, è alta da 25 a 90 cm.
È geofita bulbosa, terrestre. Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo, e si trovano
nella parte superiore dei bulbi. Fusto. Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è
composta da due tuberi palmati ognuno più o meno profondamente diviso in più lobi o
tubercoli (caratteristica peculiare del genere Dactylorhiza); il primo svolge delle
importanti funzioni di alimentazione del fusto, mentre il secondo raccoglie materiali
nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte
aerea è eretta, cilindrica e piena (non cava); la superficie è striata. Alla base sono presenti
delle lunghe guaine (foglie radicali atrofizzate). È fogliosa fino all'infiorescenza. Nella
parte alta può essere arrossata. Le foglie sono oblunghe o ovalo-lanceolate, carenate e
ripiegate verso l'alto e comunque a disposizione eretta (quasi patente); la superficie
presenta delle "macchie" scure (da cui il nome della specie) a forma ellissoide-allungata;
sono presenti inoltre delle nervature parallele (non troppo evidenti) disposte
longitudinalmente. Le foglie possono essere sia radicali (o basali) che caulinari; entrambe
sono amplessicauli e abbraccianti il fusto (quelle inferiori abbracciano il fusto fino a metà
della loro lunghezza). Quelle basali sono più ovali; larghezza 3 – 4 cm; lunghezza 5 – 9
cm.; le cauline sono più lanceolate, lesiniformi e progressivamente più ristrette.
L'infiorescenza è composta da fiori raccolti in dense spighe. Nella prima fioritura la
forma dell'infiorescenza è conica, poi a fine fioritura si stabilizza in una forma più
cilindrica. I fiori sono posti alle ascelle di brattee membranose a forma lanceolato-lineare
e lunghe più dei fiori (possono presentarsi rosseggianti all'apice). I fiori inoltre sono
resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione dell'ovario in questo caso il labello è volto
in basso. Lunghezza delle brattee inferiori: 3 – 4 cm. I fiori sono ermafroditi ed
irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami
(di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo. I colori variano
dal rosa chiaro fino al porpora ed anche al bianco con screziature più scure presenti
soprattutto sul labello (a volte anche ai margini dei tepali. Perigonio: è composto da 2
verticilli con 3tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali esterni sono
patenti (e comunque non conniventi a quello centrale – come invece nel genere affine
Orchis): i due laterali hanno una forma lineare, mentre quello centrale è più ovato e
concavo e insieme ai due tepali interni centrali (che sono conniventi) formano una specie
di cappuccio a protezione degli organi riproduttori. Dei tre tepali interni quello mediano
(chiamato labello) è molto diverso dagli altri. Labello: semplice (non formato da due parti
distinte), brevemente saldato al ginostemio, è trilobo (non in modo molto evidente) ed è
lievemente più largo che lungo; i tre lobi sono quasi uguali (quello mediano è lievemente
più stretto e più lungo degli altri due); il margine dei lobi può essere lievemente
sfrangiato. Sul retro, alla base, il labello è prolungato in uno sperone sacciforme, molto
grosso. La superficie del labello è percorsa da macchie colorate più scure alcune con un
caratteristico andamento filiforme tipico di queste orchidee. Dimensione dello sperone:
larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 11 – 13 mm. Dimensione del labello: larghezza 12 – 16
mm; lunghezza 8 – 11 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si
tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma
una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato
all'interno-centro del fiore e in questa specie è molto breve ma con una ampia area
stigmatifera. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge che sono
28
fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti sui due
retinacoli tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da un'unica borsicola
rostellare (a forma di coppa). L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli
fusi insieme. Fioritura: da maggio a luglio. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono
contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli
embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule.
Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorriza endotrofiche, questo significa che i
semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici
(infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli
hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di
questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti
pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi
specifici (i semi sono privi di albume; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi
possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare
nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Impollinazione: tramite insetti,
specialmente bombi. Areale Steno-Mediterraneo (Centro-orientale). Distribuzione: la
diffusione maggiore di questa orchidea si ha in Sicilia e Italia del sud. Fuori dall'Italia è
diffusa dal centro del bacino del Mediterraneo fino alla Mesopotamia. L'habitat tipico di
questa pianta sono i boschi di latifoglie e i boschi cedui umidi, oppure i prati bagnati. Il
substrato preferito è calcareo con pHbasico su terreno bagnato. Sui rilievi queste piante si
possono trovare nei piani collinari e montani da 200 fino a 1850 m s.l.m.
13) Epipactis-microphylla Brullo e Giardina, manca in Galesi. Euro
mediterranea. Segnalata a Buccheri, cda. S. Maria e Valle dell’ Anapo.
Etim. Epipactis forse dal greco “crescere sopra”. Microphylla significa “a foglie piccole”.
Descrizione È una pianta erbacea perenne alta da 15 a 50 cm.; è geofita rizomatosa. Le
radici sono numerose e secondarie da rizoma. Fusto la parte sotterranea consiste in un
rizoma, la parte aerea è poco fogliosa, eretta, semplice, gracile e finemente pubescente. La
colorazione del fusto è verde-violacea ma anche grigiastra. Le foglie, poche (da 3 a 6) a
disposizione spiralata lungo il fusto, sono intere a forma stretto-lanceolata con apice
acuto; sono sessili, appena amplessicauli e lievemente carenate. La lamina è percorsa da
diverse nervature longitudinali. Le foglie superiori sono progressivamente più ristrette e
più corte; in tutti i casi anche le maggiori hanno una lunghezza minore dell'internodo
corrispondente. Il colore è verde-grigio. Dimensioni delle foglie: larghezza 0,8 cm;
lunghezza 3 cm. L'infiorescenza è un racemo terminale, lineare con fiori spaziati (al
massimo 20 per infiorescenza), penduli e pedicellati; la disposizione è leggermente
unilaterale. Alla base del pedicello sono presenti delle brattee erbacee a forma lanceolata.
Queste brattee sono di tipo fogliaceo non più grandi dell'ovario, mentre quelle superiori
sono progressivamente più piccole; tutte sono pendule come i fiori. I fiori sono resupinati,
ruotati sotto-sopra tramite torsione del pedicello e non dell'ovario. I fiori sono ermafroditi
ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di
stami, 1 verticillo dello stilo). I fiori all'esterno sono colorati normalmente di verde,
mentre all'interno sono biancastri con sfumature violette. I fiori profumano debolmente di
vaniglia e non si aprono molto neppure in pieno sole. Dimensione del fiore: 6 – 10 mm. Il
perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni) di forma
lanceolata, liberi e patenti; il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali di tipo sepaloide (simili
ai sepali di un calice); hanno l'apice acuto e sono verdastri e arrossati sui bordi; nel
secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) è notevolmente diverso
rispetto agli altri due laterali che si presentano più ottusi e più grandi dei tre tepali esterni.
Il labello è diviso in due sezioni; la porzione posteriore del labello (basale, chiamata ipo-
29
chilo) è concava e stretta, mentre quella anteriore (apicale, chiamata epichilo) è più
allargata e incurvata verso il basso con apice appuntito e bordi ondulati. La colorazione
del labello è chiara (biancastra nella zona centrale – verdastra all'apice con sfumature
violette). Nel mezzo tra l'ipochilo e l'epichilo è presente una strozzatura che collega le due
parti. Il labello è inoltre privo di callosità evidenti (sono presenti delle increspature alla
base dell'epichilo) e non è speronato come in altri generi e l'ipochilo è nattarifero.
Ginostemio: lo stame con la rispettiva antera biloculare è concresciuto con lo stilo e
forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio. Il colore di questo organo è
fondamentalmente giallastro. L'ovario è infero, piriforme-globoso ed è formato da tre
carpelli fusi insieme, sorretto da un peduncolo incurvato. Il polline è più o meno
incoerente ed è conglutinato in due masse cerose polliniche bilobe (una per ogni loculo
dell'antera); queste masse sono prive di “caudicole” (filamento di aggancio all'antera).
Fioritura : da giugno ad agosto. Il frutto è una capsula obovoide a più coste contenente
moltissimi, minuti semi. Anche le capsule, come i fiori, sono orizzontali o pendule.
Riproduzione. Sono piante nettarifere e hanno una impollinazione entomofila (vespe, api
e ditteri); ma usano anche l'autogamia. Distribuzione. Il genere Epipactis comprende
circa 70 specie diffuse in Europa, in Asia e in America, delle quali circa una decina sono
spontanee della flora italiana. Diffusione: questa pianta si trova su tutto il territorio
italiano; in alcune zone è comune, in altre è rara (specialmente al sud. L'habitat tipico di
questa pianta sono i macereti, i prati aridi e le boscaglie (pioppeti, ontaneti, frassineti e
querceti sub-mediterranei). Il substrato preferito è calcareo con pH basico e bassi valori
nutrizionali del terreno che deve essere secco. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste
piante si possono trovare fino a 1200 m. s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani
vegetazionali: collinare e montano. Dal punto di vista fitosociologico appartiene alla
classe: Carpino-Fagetea sylvaticae.
14) Epipactis piacentina Giardina. Prati montani decidui di latifoglie,
querce e pino lariceo.. Presente in Sicilia ma rara.
Etim. dal nome latino di Piacenza, nella cui provincia è stata identificata la prima volta.
Distribuzione: eurimediterranea; rara e localizzata in diverse regioni italiane dal Veneto
alla Sicilia. Habitat: ambienti boschivi freschi, pref. a mezz'ombra, su suoli profondi,
neutri o poco acidi, da 100 a 1400 m di quota. Fioritura: VI-VII. Caratteri: Colore verde
Pianta piccola (alta fino 40 cm), fusto robusto. Foglie (4-7), ± spiralate. Fiori piccoli,
rosa-magenta. Sepali verdastri-rosati con bordo più rossastro, petali rosei. Labello
biancastro, con stretta giunzione ipochilo-epichilo. Ipochilo rosa porporino all'interno.
Epichilo largo come lungo, rosa intenso. Clinandrio e viscidio assenti.
15) Himantoglossum hircinum Galesi, Giardina. Fior. Maggio. Prati
aridi, cespuglietti, boschi montani; su suoli calcarei. Non molto comune in
Sicilia. Segnalata nel 1993 da Galesi negli Iblei. Medit. Atl. Specie di
grosse dimensioni, raggiunge i 50 cm di altezza.
H. h. (L) Spreng 1826. Descrizione. È una pianta erbacea alta da 20 a 90 cm con due
rizotuberi globosi e robusti. Le foglie sono grandi ed oblunghe, acuminate le superiori.
L'infiorescenza, densa e multiflora, può portare fino a 80 fiori che emanano un odore
sgradevole di caprino. I tepali sono verdi con nervature e margini striati di rosso,
conniventi a casco. Il labello è trilobato e di color rossastro o violaceo con la fauce bianca
punteggiata di viola; il lobo mediano, più lungo dei laterali, è nastriforme (fino a 6 cm) e
allargato e appena bifido all'apice mentre i lobi laterali sono lineari e leggermente
divergenti; lo sperone è breve e conico. Periodo di fioritura: da maggio a giugno.
Distribuzione. È diffusa dall' Europa occidentale al bacino del Mediterraneo centrooccidentale. In Italia meridionale e in Sicilia: specie molto rara. Habitat Predilige am-
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bienti aridi su substrato calcareo, scarpate, da 500 fin oltre i 1800 m.
16) Himantoglossum robertianum (Giardina) Prati aridi gariga e
cespuglietti. Molto comune in Sicilia.
H.R. (Loisel.) P. Delforge (1999). Sin. Orchis longibracteata. Etim. Il nome del genere
deriva da due parole greche: "himantos" = cinghia, e "glossa" = lingua e fa riferimento
alla lunga lingua del labello, simile ad un nastro. L'epiteto della specie ricorda invece che
la dedica è per il botanico francese G. N. Robert (1776-1857). Forma Biologica: G bulb Geofita bulbosa. Pianta erbacea perenne alta 20 - 80 cm con radici formati da 2-3 grossi
rizotuberi (fino a 3 cm di Ø) da cui si dipartono le radici secondarie. Fusto ascendente,
grosso, di colore violaceo nella parte superiore e verde chiaro in quella intermedia e
inferiore; avvolto da squame scariose alla base. Foglie grandi, quelle inferiori 5-10 x 1030, di consistenza carnosa e lucida, di forma ovato lanceolata;le inferiori più piccole e
avvolgenti. Brattee lanceolato-lineare, sfumate di viola e più lunghe dei fiori.
Infiorescenza densa portante fino a 60 fiori. Si presenta prima conica e poi allungata e
cilindrica. Fiori profumati e piuttosto grandi, di colore che varia dal violetto al rosa al
bianco e con sfumature verdastre. Tepali di forma ovata e formanti il casco, gli esterni
ricurvi e con striature rosso-violaceo, quelli interni più corti e lineari. Petali lineari
concolori ai sepali e troncati all'apice. Labello lungo fino a 2 cm , trilobo con i lobi
laterali falciformi e con apice rivolto indietro, margini esterni crenulati; il lobo mediano è
più lungo e a sua volta diviso in 2 segmenti ottusi e divaricati. Sprone corto, conico e
rivolto verso il basso. Ginostenio grande con masse pollinee scure. Stimma a forma di
cuore. Ovario sessile. Tipo corologico: Steno-Medit. - Specie con areale limitato alle
coste mediterranee, (area dell'Olivo). Fior. Febbraio-Aprile. Distribuzione in Italia:
Presente in molte regioni fra cui la Sicilia. Ma è specie protetta a livello nazionale.
Habitat: Prati aridi, garighe, cespuglieti. Sempre in pieno sole e preferibilmente su suoli
calcarei. Da 0 a 1000 m. s.l.m.
17) Limodorum abortivum Galesi. Fior. Apr. Mag. Unica orchidea
parassita presente nella Sicilia sudorientale; segnalata nel 1993 e 95 negli
Iblei. Il fior di legna (L. a. (L.) Sw., 1799) è una pianta diffusa in Italia su tutto il
territorio. L'epiteto specifico deriva dal latino abortus = aborto, in riferimento alle foglie
squamiformi, come abortite. Descrizione. È una pianta alta da 20 a 80 cm. L'apparato
radicale è costituito da un breve rizoma e numerose corte radici micorriziche. Il fusto è
robusto, di colore violaceo o bruno-violaceo. Le foglie sono ridotte a squame guainanti il
fusto e sono povere di clorofilla. L'infiorescenza è lunga e lassa, a racemo, con un
numero di fiori variabile da 8 a 20, grandi e di colore bianco-violaceo. Il labello è arcuato
e più corto dei sepali, con ipochilo ristretto alla base ed epichilo allargato all'estremità,
percorso da venature violacee più intense, con bordi laterali ondulati e rialzati. Lo
sperone è più o meno lungo come l'ovario, nettarifero. Il ginostemio è allungato, di colore
giallo arancio. Fiorisce da metà aprile a fine giugno. Ha una distribuzione
eurimediterranea. In Italia è una specie piuttosto diffusa in tutto il territorio. Habitat.
Cresce prevalentemente in boschi termofili di conifere e di latifoglie, macchie, radure e
cespuglieti, su suolo preferibilmente calcareo, da 0 a 1800 m di altitudine. Riproduzione.
Raramente impollinata dagli insetti, la pianta, pur producendo nettare che viene depositato
nel lungo sperone, ricorre per la produzione dei semi maggiormente
all'autimpollinazione, che può avvenire anche senza l'apertura dei fiori (cleistogamia).
18) Listera-ovata Galesi. Fior. Maggio. Boschi umidi Rara. Segnalata
nel 1996 a Cava Grande del Cassibile da Gaudioso e anche ad Aidone e
Peloritani.
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La Listera maggiore (nome scientifico Listera ovata (L.) R. Br., 1813) è una pianta
erbacea dai fiori poco appariscenti. Etim. Il nome generico (Listera) ricorda un naturalista
inglese, Martin Lister, vissuto tra 1638 e il 1712; mentre quello specifico (ovata) deriva
dal latino e fa riferimento alla particolare forma delle sue foglie. Descrizione. L'altezza di
queste piante varia da 40 a 60 cm (minimo 20 cm; massimo 100 cm). La forma biologica è
geofita rizomatosa. Le radici sono secondarie da rizoma e sono a consistenza fibrosa e
carnosa. Fusto. Parte ipogea: consiste in un breve rizoma ricoperto da guaine. Parte
epigea: è semplice, robusta ed eretta. La sezione è cilindrica e la superficie è glabra in
basso, mentre è lievemente pubescente-ghiandolosa verso l'infiorescenza. Non sono
presenti foglie basali. Foglie cauline: nella parte bassa dello scapo sono presenti due
foglie amplessicauli a disposizione sub-opposta (in realtà una è sovrapposta all'altra).
Queste due foglie sono posizionate, nella pianta adulta, a circa 1/3 inferiore del fusto.
Nelle giovani piante, prima che il fusto si allunghi, queste due foglie sono apparentemente
in posizione basale. Le foglie sono intere a forma largamente ovata con svariate nervature
longitudinali (15 solchi) e apice arrotondato, ma nell'estrema punta sono bruscamente
appuntite. La consistenza di queste foglie è quasi carnosa (sono spesse); il colore è verde
chiaro quasi lucido. Queste due foglie sono quasi sessili (o con un picciolo ridotto al
minimo). Dimensioni delle foglie: larghezza 3 – 9 cm; lunghezza 5 – 13 cm.
L'infiorescenza è una spiga terminale, lineare e più o meno pauciflora (da 10 a 100 fiori
per pianta). I fiori sono inodori e ben spaziati uno dall'altro. Fioritura: maggio-giugno.
L'infiorescenza è provvista di brattee squamiformi, a forma triangolare, carenate ad apice
acuto (la loro funzione è quella di proteggere i fiori). Le brattee sono posizionate alla base
del pedicello e sono di tipo fogliaceo; normalmente tutti i fiori sono posti all'ascella di
queste brattee. I pedicelli sono leggermente pubescenti-ghiandolari. I fiori sono resupinati,
ruotati sotto-sopra tramite torsione del pedicello; in questo caso il labello è volto in basso.
Lunghezza dell'infiorescenza: 7 – 30 cm. Dimensioni delle brattee inferiori: larghezza
3 mm; lunghezza 5 mm. Lunghezza del pedicello: 3 – 4 mm. I fiori sono ermafroditi ed
irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami
(di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il colore dei
fiori è verdastro e sono piuttosto piccoli rispetto ai fiori di altre orchidee. Dimensione dei
fiori: 9 – 15 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti)
ciascuno (3 interni e 3 esterni). A parte il segmento centrale del secondo verticillo (il
labello), gli altri tepali sono tutti più o meno simili tra di loro: la forma è lanceolato-ovata
a portamento ricurvo verso il centro-avanti del fiore (formano un cappuccio a protezione
degli organi riproduttivi interni). I due tepali laterali più interni sono sfumati di bruno
chiaro e sono lievemente più stretti. Quelli esterni sono conniventi. Dimensione del tepalo
dorsale (quello centrale dei tre tepali esterni): larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 5 – 6 mm.
Dimensione dei due tepali laterali esterni: larghezza 2 – 3 mm; lunghezza 4 mm. Il labello
(semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo centrale più interno. Ha una
forma allungata e stretta (nastriforme) e portamento pendulo. La parte apicale è
lungamente bifida, mentre alla base è lievemente concavo. È inoltre privo di sperone.
Verso la fine dell'infiorescenza (dopo la fecondazione) il labello si piega all'indietro.
Dimensione del labello: larghezza 3 – 4 mm; lunghezza 7 – 10 mm. Ginostemio: lo stame
con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge)
è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio".
In questa specie lo ginostemio è corto (larghezza 1,5 mm; lunghezza 2 mm) e di colore
verde-giallastro. Il polline è conglutinato in strutture chiamate pollinii (i pollinii sono due,
uno per ogni loggia dell'antera). Il retinacolo è privo di caudicole. L'ovario è ovoide (o
sub-sferico) in posizione infera con peduncolo arcuato; è formato da tre carpelli fusi insie
me. Lunghezza dell'ovario: 5 – 6 mm. Lunghezza del peduncolo: 5 – 7 mm. Fioritura:
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tra maggio ed agosto. Il frutto è una capsula semi-eretta, a forma ellissoide e pedicellata
con diverse coste e deiscente per alcune di queste. Al suo interno sono contenuti numerosi
minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in
essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in
stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono
svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione
di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche
sostanze di riserva per una germinazione in proprio. Dimensione delle capsule: larghezza
6 mm; lunghezza 10 mm. Impollinazione: il labello è nettarifero per cui questa pianta
viene visitata da diversi insetti (non molto grandi) come coleotteri, imenotteri e ditteri. La
riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie
all'impollinazione degli insetti pronubi; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla
presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). In realtà questa
pianta ha dimostrato di riuscire a svilupparsi anche senza la presenza di funghi simbionti;
per via vegetativa in quanto il rizoma possiede la funzione vegetativa per cui può emettere
gemme avventizie (getti laterali) capaci di generare nuovi individui. Distribuzione; (area
di origine) è Eurasiatico. Diffusione: in Italia questa orchidea è abbastanza comune; si
trova nelle Alpi e negli Appennini fino al sud; ed è pure presente in Sicilia e in Sardegna
(ma in queste isole è considerata più rara). Habitat: l'habitat di questa pianta è molto
variabile, in effetti è una delle orchidee rustiche più adattabili a qualunque tipo di terreno.
Quindi la “Listera maggiore” si può trovare nei boschi di latifoglie, ossia nelle zone del
castagno, del faggio ma anche delle conifere. Si può trovare inoltre nelle vicinanze di
corsi d'acqua, nelle zone a cespuglieti, arbusteti e margini dei boschi, prati e pascoli. Il
substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con pH neutro e medi valori nutrizionali del
terreno che deve essere mediamente umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste
piante si possono trovare fino a 1600 m.s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani
vegetazionali: collinare, montano e subalpino.
19) Neotinea lactea Sin.: Orchis lactea Poir. Galesi. Fior III-IV.
Cespuglieti. Stenomedit. Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buccheri,
Buscemi, Vizzini, Melilli.
Orchidea lattea (R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase, 1997).
Descrizione. È una pianta erbacea, alta 10-20 cm, con fusto eretto, cilindrico, verde
chiaro nella parte inferiore, porporino in quella superiore. L'apparato radicale è
caratterizzato dalla presenza di due rizotuberi rotondeggianti. Le foglie basali sono
allungate e riunite in rosetta; le foglie cauline, ad 1 a 2, inguainano il fusto ed hanno un
vertice appuntito. Presenta una infiorescenza a spiga cilindrica, piuttosto densa (10-30
fiori). I tepali sono bianchi, saldati a formare un casco, con nervature longitudinali rosse
all'interno e verdognole all'esterno. Il labello è trilobato con margine dentellato e fondo da
bianco a rosa, picchiettato di rosso purpureo; il lobo mediano è più lungo dei laterali ed è
leggermente ginocchiato alla base. Lo sperone è conico, rivolto in basso. Fiorisce in
marzo-aprile. Distribuzione e habitat È diffusa nei paesi del bacino del Mediterraneo, dal
Nordafrica e dalla Spagna all'Anatolia. [2]. In Italia è presente nelle regioni centromeridionali, dalla Toscana alla Calabria, e nelle isole maggiori (Sicilia e Sardegna).
Predilige terreni incolti, pascoli e prati ai bordi della macchia, dal livello del mare fino ai
1500 m di altitudine.
20) Neotinea maculata Galesi. Circum-mediterranea. Fior. Mar. Apr.
Interno di arbusti di rosmarino ed etrica e in uliveti abbandonati. Pineta
Vittoria, Niscemi, Buccheri, Vizzini.
Etim. Dal gr. “neos” = “nuovo” e da V. Tineo (1791-1856), famoso botanico siciliano
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cui è dedicato. Maculata (macchiata) è dovuto alla punteggiatura bruna che quasi sempre
è presente sulle foglie e sul fusto di questa pianta. Inquadramento: è prossimo al genere
Orchis, soprattutto al gruppo di Orchis militaris; si caratterizza per i fiori molto piccoli, lo
sperone cortissimo e le foglie per lo più maculate. Distribuzione: mediterraneo-atlantica;
pur estendendosi su un vasto areale, per lo più le sue popolazioni appaiono molto
localizzate. In Italia è presente in tutta la penisola, soprattutto sulla costa e nelle isole.
Habitat: reperibile in garighe, cespuglieti, pinete e prati, e pianta assai eclettica per il
substrato che può essere arido o fresco, basico o acido; inoltre vegeta in pieno sole, ma
anche all'ombra. Mediamente si incontra fino a 400 m di altitudine, ma può raggiungere
sporadicamente anche i 1000 m. Fioritura: da fine marzo a maggio; le caratteristiche
foglie basali finemente maculate sono già ben evidenti dal mese di novembre.
Descrizione: due tuberi ovoidali; fusto gracile, a volte maculato di bruno, alto da 10 a 30
cm (anche inferiori a 10, come in molti esemplari pratesi); 2-3 foglie basali lanceolate, ed
alcune cauline, spesso maculate; brattee più brevi dell'ovario; infiorescenza cilindrica e
densa, costituita da piccoli fiori (3-5 mm) che odorano di vaniglia, biancastri screziati e/o
punteggiati di rosso; tepali interni ed esterni conniventi a cappuccio; labello a tre lobi, gli
esterni più stretti, il centrale più ampio e bifido con dentino al centro; sperone breve (11,5 mm); ovario semicontorto.
21) Neottia nidus-avis Giardina e Brullo. Euro mediterranea. Faggete in
terreni ricchi di humus. Non comune.
Nido d'Uccello (nome scientifico Neottia nidus-avis (L.) Rich, 1817) è una pianta
erbacea perenne dai fiori poco appariscenti. Etim. Il nome del genere fa riferimento alla
particolare forma delle radici “a nido”. In greco “neottia” significa “nido”. Il termine
specifico conferma ulteriormente questo concetto: nidus avis è un termine latino e
significa nido d'uccello. Descrizione. Questa pianta, contrariamente ad altri generi delle
orchidee, non è epifita, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (ha
cioè un proprio rizoma); quindi viene raggruppate fra le orchidee terrestri. In realtà questa
è una pianta saprofita, ossia priva di clorofilla. Vive quindi in Simbiosi mutualistica con
un fungo (Rhizomorpha neottiae) fissato alle sue radici. Questo fungo si trova anche negli
strati più esterni della corteccia. In alcune zone di questa corteccia le sue ife sono settate e
ben sviluppate, mentre in altre zone sono trasformate in masse informi. Probabilmente è
una degenerazione delle ife indotta dalla Neottia per poterne assorbire le sostanze nutritive
e quindi poter vivere senza il meccanismo della fotosintesi clorofilliana. Altrimenti,
questa pianta, si nutre in modo eterotrofo assorbendo le sostanze organiche e nutrienti dal
terreno (come humus o come micelio fungino) per mezzo delle sue radici. L'altezza di
questa pianta varia tra i 15 e 40 cm. La forma biologica è geofita rizomatosa. Le radici
sono secondarie da rizoma; sono ingrossate e ramificate in modo inestricabile. Fusto.
Parte ipogea: la parte sotterrane consiste in un rizoma a fibre contorte e irregolarmente
raggomitolate. Parte epigea: la parte aerea del fusto, carnosa e succosa, è eretta, di colore
brunastro e dall'apparenza lucida. Foglie. È una pianta afilla (senza foglie). Le foglie (non
più utili per la sopravvivenza) sono ridotte a delle squame (o scaglie) prive di clorofilla e
quindi di colore giallastro o bruno chiaro; sono amplessicauli e avvolgono il fusto per tutta
lo loro lunghezza. Questa atrofizzazione ha colpito soprattutto le foglie basali, qui
completamente assenti, mentre in altri generi della famiglia delle orchidee sono sempre
presenti. Lunghezza delle scaglie: 2 – 3,5 cm. Infiorescenza. I fiori sono riuniti in una
densa spiga terminale (infiorescenza formata da 20 – 30 fiori); sono posizionati alla base
di una brattea squamiforme o lesiniforme. Sia i fiori che le brattee sono brunastre (con
delle sfumature violacee) per cui facilmente questa pianta può essere confusa, nell’oscu-
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rità del bosco, per delle foglie cadute precocemente. I fiori sono resupinati,ruotati sottosopra tramite torsione del pedicello; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza
dell'infiorescenza: 5 – 20 cm. Lunghezza delle brattee inferiori: 2 – 3 cm. Dimensione
delle brattee superiori: larghezza 1 – 2 mm; lunghezza 5 – 10 mm. I fiori sono ermafroditi
ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di
stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). I fiori
profumano debolmente di miele. Dimensione dei fiori: 8 – 15 mm. Il perigonio è
composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali
sia quelli esterni che quelli interni (escluso quello centrale, diverso dagli altri, chiamato
labello) sono molto simili (lanceolato-ovati e ottusi all'apice) e conniventi in quanto tutti
insieme formano un cappuccio a protezione degli organi di riproduzione. Lunghezza
media dei tepali: 5 mm. Il labello (semplice – non formato da due parti distinte) è il tepalo
centrale più interno. La forma è lanceolata e concava alla base. La parte terminale è
biloba. I due lobi divergono all'esterno e quasi sembrano tornare verso l'alto; sono inoltre
lievemente crenulati. Il labello è sprovvisto di sperone ed è nettarifero nella cavità basale.
Dimensione del labello: larghezza 3 mm; lunghezza 10 – 12 mm. Ginostemio: lo stame
con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge)
è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio".
Quest'organo si presenta all'interno-centro del fiore ed è colorato di giallo. Il polline ha
una consistenza gelatinosa; è posizionato nelle due logge dell'antera, queste sono fornite
di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). L'ovario, incurvato, è ovoide (o subsferico) in posizione infera; è formato da tre carpelli fusi insieme. Lunghezza dell'ovario:
1 cm. Fioritura: da maggio ad luglio. Il frutto è una capsula semi-eretta, a forma
ellissoide e pedicellata con diverse coste e deiscente per alcune di queste. Al suo interno
sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e
gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule.
Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i
semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici
(infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli
hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di
questa pianta avviene prevalentemente per via vegetativa o per autofecondazione; è
comunque possibile anche la riproduzione tramite impollinazione eterologa, per lo più ad
opera di ditteri. Dopo la fioritura la pianta muore e i nuovi individui vengono generati
dalla porzione carnosa di radice rimasta viva. Questa radice propagandosi orizzontalmente
va ad occupare nuove zone di terreno non ancora sfruttate e quindi più ricche di
nutrimento facilitando così la nascita dei nuovi individu. In alcuni periodi (anche diversi
anni) è possibile che questa pianta non trovando le condizioni ottimali per far germogliare
nuovi individui compia il suo intero ciclo vitale rimanendo sotto terra. Il tipo corologico
(area di origine) è Eurasiatico - Eurosiberiano. Diffusione: la Neottia nidus-avis è comune
su tutto il territorio italiano (un po' rara nelle isole). L’Habitat tipico di questa pianta
sono tra i muschi o le foglie morte nei boschi di faggio e di latifoglie in ambienti freschi e
ombrosi; ma anche nelle pinete, gineprai, carpineti e erceti. Il substrato preferito è
calcareo e calcareo/siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali e terreno mediamente
umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1500 m.
s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.
22) Neottia ovata. Giardina e Gaudioso. Prati freschi. Rinvenuta a
Caltagirone e Cava Grande del Cassibile, Ganzaria. Rara. Habitat: boschi
di latifoglie, cespuglietti. Foglie color verde. Altitudine da 0 a 1900m.
Fioritura: da maggio a luglio.
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Neottia ovata (L.) Bluff & Fingerh. It. Listara maggiore. Forma biologica: G rhiz (Pianta
erbacea perenne, con rizoma). Periodo di fioritura: V-VIII. Altitudine (min/max): 0/1600
m. Tipo corologico: Euro-asiat.. Sinonimi: Listera ovata (L.) R. Br.
23) Platanthera chlorantha (Giardina) Rinvenuta in diverse zone della
Sicilia (Delforge 2005) ma rara.
Etim. Platantera verdastra (nome scientifico P. ch. (Custer)Rehb., 1829) è una pianta
erbacea perenne, dai delicati fiori verdastri. Etim. Il nome generico (platanthera) deriva
dal greco e fa riferimento alla forma delle antere del fiore (“fiore ad antere larghe e
piatte”). Il nome specifico (chlorantha) si riferisce al colore verdastro dei fiori (deriva
sempre dal greco: chloros = verde e anthos = fiore). Descrizione. Questa pianta è glabra
con una altezza variante tra i 15 ai 70 cm. La forma biologica è geofita bulbosa. Le radici
sono secondarie da bulbo; sono fascicolate e carnose e si trovano in posizione superiore
rispetto ai bulbi. Fusto. Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in due bulbi interi. La
forma di questi bulbi è ovoidale-fusiforme. Dimensione dei bulbi: larghezza 0,8 – 1,5 cm;
lunghezza 2 – 4 cm. Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice, robusta ed eretta.
Alla base è presente una guaina tubolare di colore scuro. Le foglie sono tutte intere a
nervature parallele; la forma delle foglie basali è diversa da quelle cauline (dimorfismo
fogliare). Le foglie basali sono due sub-opposte; la forma è oblanceolato-ellittica o
spatolata-ellittica, e sono arrotondate all'apice. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 8
cm; lunghezza 10 – 20 cm. Foglie cauline: le foglie cauline sono strettamente lanceolate,
acute e progressivamente ridotte verso l'infiorescenza. Lunghezza massima: 3 cm.
L'infiorescenza è una spiga semplice e allungata con diversi fiori (da 9 a 32)
relativamente spaziati. I fiori sono posti alle ascelle di brattee lanceolate (quelle inferiori
sono più lunghe dell'ovario) e sono pedicellati (il pedicello è arcuato). I fiori inoltre sono
resupinati, ruotati sotto-sopra tramite torsione dell'ovario; in questo caso il labello è volto
in basso. Dimensione dell'infiorescenza: 5 – 25 cm. Lunghezza delle brattee: 10 – 22 mm.
Lunghezza del pedicello: 12 – 18 mm. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente
zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno
solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il colore dei fiori è
verdastro con sfumature biancastre. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o
segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). Dei tre tepali esterni quello dorsale è eretto e
forma un cappuccio (è connivente con i due laterali interni) a protezione degli organi
riproduttivi del fiore; ha una forma ovata, è ottuso all'apice e con 5 venature longitudinali.
Quelli laterali sono disposti in modo patente e hanno una forma ovato-lanceolata con 3 – 5
venature; dei tre tepali interni quello mediano (chiamato labello) è molto diverso dagli
altri, mentre i due laterali sono identici tra loro, sono eretti e più stretti di quelli esterni
(strettamente ovato-lanceolati con 1 – 3 venature). Tutti i tepali hanno l'apice acuto.
Dimensione del tepalo centrale: larghezza 5 – 6 mm; lunghezza 5 – 7 mm. Dimensione dei
tepali laterali esterni: larghezza 4 – 4,5 mm; lunghezza 7,5 – 8 mm. Dimensione del tepali
interni: larghezza 2,5 – 3 mm; lunghezza 5 – 6 mm. Il labello è lineare, intero, pendente e
si assottiglia gradualmente verso la sommità, mentre sul retro, alla base, è prolungato in
un lungo sperone. La forma dello sperone è filiforme, lievemente pendente ed è clavato
all'apice. È lungo circa due volte l'ovario. Dimensione del labello: larghezza 2 mm;
lunghezza 8 – 13 mm. Lunghezza dello sperone: 16 – 36 mm. Ginostemio: lo stame con
le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è
concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio".
Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza
gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola
vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti sul retinacolo tramite delle
caudicole. I retinacoli sono in questo genere privi di borsicole. Le due logge dell'antera
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sono divergenti alla base. L'ovario, sessile in posizione infera è incurvato a semicerchio,
ed è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da maggio a luglio. Il frutto è una
capsula globosa e pedicellata con diverse coste ed è deiscente per alcune di queste. Al suo
interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di
endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da
poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo
significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di
funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in
quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.
Riproduzione. Impollinazione: tramite farfalle (anche notturne). Il nettare si trova nella
parte più interna dello sperone per cui l'insetto deve essere dotato di una spirotromba
adatta (abbastanza lunga). L'insetto, durante questa operazione di assunzione del nettare,
si spinge tra le masse polliniche staccando così alcuni frammenti di polline che essendo
appiccicoso aderisce subito al suo corpo per essere trasportato via. La riproduzione
avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; ma la
germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi
di albume); per via vegetativa in quanto il bulbo possiede la funzione vegetativa per cui
può emettere gemme avventizie (getti laterali) capaci di generare nuovi individui.
Distribuzione: il tipo corologico (area di origine) è Eurosiberiano. Diffusione: questa
orchidea è diffusa su tutto il territorio italiano, ma è prevalentemente rara. L’Habitat tipico
sono i boschi (pinete, faggete, carpineti e gineprai) e gli arbusteti; ma anche schiarite
forestali, torbiere basse, prati e pascoli mesofili e igrofili. Il substrato preferito è calcareo
oppure calcareo/siliceo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere
umido. Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1200 ms-l.m. frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.
IL GENERE ''OPHRYS''
“Il genere Ophrys comprende specie distribuite soprattutto nella
regione mediterranea; le specie con caratteri ancestrali sono accantonate
nel Medit. Or., e qui si presume sia il centro d’origine del gruppo. La flora
italiana è ricca di Ofridi, soprattutto sul Gargano e nelle zone adiacenti alle
Puglie.
Fusto e foglie.- Gli organi vegetativi nelle varie specie di O. sono quasi
eguali. Due bulbi ipogei, generalmente ovoidi(1-3 cm) e biancastri,
carnosi, dai quali si alza un fiore eretto indiviso. Foglie ridotte a squami
brevi, le cauline inf. Con pochi (2-4) fiori spaziati, più raramente fino a
15, addensati, spesso rivolti più o meno dalla stessa parte; ogni fiore
all’ascella di una brattea lineare-scanalata (2-3 cm).
Le specie di O. sono quasi eguali come aspetto delle parti vegetative, e nel
fiore i tepali esterni ed interni sono poco appariscenti e scarsamente
diffrenziati; il labello invece è vivacemente colorato e presenta unpo
straordinario polimorfismo… Il labello rappresenta un fenomeno biologico
del tutto singolare… (Il modo in cui avviene l’impollinazione) fu scoperto
dal Kullenberg (1961). Il labello imita nella forma e pelosità l’addome
della femmina delle specie degli insetti impollinatori, ed il fiore emette gli
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odori che a queste servono di richiamo sessuale; così il maschio viene
attirato dal fiore dell’Ophrys, sul quale si posa effettuando una
pseudocopulazione in una posizione obbligata che lo mette in contatto
con le masse polliniche; una parte del polline s’incolla sull’insetto, viene
asportata e quindi ceduta al fiore successivo. Gli insetti impollinatori sono
Bombi, Calabroni, Api e Vespe. Colore e forma del labello sono in
generale caratteri ereditari, suquali è pensabile si esplichi una “scelta” da
parte dell’insetto impollinatore; evoluzione dell’insetto e della pianta
procedono di pari passo. Lo straordinario polimorfismo del labello è
dunque probabilmente causato da questa fitta rete di interrelazioni tra
impollinatore ed impollinato” (Pignatti).
È uno dei generi europei più numerosi della famiglia con più di un
centinaio di specie di orchidee terricole (Geofite bulbose), a distribuzione
euro-mediterranea. È caratterizzato da fiori con labello senza sperone;
questi fiori sono bizzarri e per la forma e i colori ricordano mosche,
calabroni, ragni; si ibridano facilmente fra loro e un notevole numero di
tali forme sono pure note in Italia. Fra le più frequenti: O. aranifera, O.
arachnites, O. apifera, O. tendredinifera, O. neglecta, O. speculum, O.
lutea, O. bertolonii ecc. Essendo un gruppo molto polimorfo e variabile, è
di difficile classificazione. Negli ultimi decenni sono state individuate
molte nuove specie alcune delle quali attendono ancora una sistemazione
tassonomica. Questi nuovi taxa non sempre sono accettati da tutti i
botanici. Etimologia. Il nome generico (Ophrys), secondo quanto scrive lo
scrittore romano Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.), deriva da un'antica parola
greca “οφρύς” che significa “sopracciglio”. Gli antichi (scrive sempre il
naturalista latino) usavano appunto questa pianta per produrre una tintura
per colorare le sopracciglia. Può essere però che il vero significato derivi
molto più semplicemente dalla forma delle lacinie interne del perigonio,
oppure dalla pelosità del labello (carattere molto più evidente del primo).
24) Ophrys apifera Huds., 1762. Galesi. Fior. Apr. Mag. Formazioni di
garica e macchia. Euro-Medit. Rinv. Pineta Vittoria, Niscemi, Cava Grande Cass., Buscemi, Buccheri, Vizzini, Chiaramonte, Ragusa, Caltagirone,
Palazzolo. In Albo 1919 anche: altopiano di Modica, Scicli, Valle
dell’Irminio, Capo Passero, Vendicari. Suolo calcareo erboso, in luoghi
incolti. Dic. Marz.
La vesparia o fior di vespa è una pianta erbacea alta 15-50 cm, con foglie basali ovatolanceolate o oblunghe, foglie superiori inguainanti e brattee ovato-lanceolate.
L'infiorescenza raggruppa da 3 a 12 fiori con sepali grandi, di colore dal bianco al
violaceo, con nervatura centrale e petali corti, pubescenti, di colore dal rosa al verdastro. Il
labello è trilobato, con due pronunciate gibbosità villose sui lobi laterali; il lobo mediano,
villoso, è di colore bruno, con margine giallastro e appendice triangolare; presenta un
disegno variabile, che ricorda l'addome di un insetto, con un’area basale brunastra, lucida,
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contornata da macchie dal giallo-verde al violaceo. Il ginostemio è ad angolo retto, con
apice allungato e sigmoide. Le masse polliniche, giallastre, subito dopo la fioritura si
distaccano dalle logge polliniche e si ripiegano in avanti verso la cavità
stigmatica.Fiorisce da metà aprile a metà luglio. Riproduzione. È l'unica specie del genere
Ophrys che pratica preferenzialmente l'autoimpollinazione: subito dopo la fioritura le
caudicole dei pollinii si curvano in avanti favorendo la deposizione del polline sullo
stigma sottostante. Distribuzione. È una pianta euromediterranea delle regioni temperate.
In Italia è abbastanza diffusa in tutte le regioni. Habitat. Cresce in praterie, garighe,
macchie e boschi luminosi, fino ad un’altitudine di 1200-1400 m. Predilige i suoli calcarei
e le esposizioni in piena luce o penombra.
25) Ophrys arachnites - Albo 1919. It. Fiormosca, Sic. Lapuzzi.
Altopiano di Modica, Cava d’Ispica, Pachino; tra i sassi in luoghi incolti
con humus. Apr. Giu.
L'Ofride a forma di ragno (nome scientifico Ophrys exaltata subsp. arachnitiformis
(Gren. & Philippe) Del Prete, 1984) è una pioanta erbacea spontanea in Italia.
Etimologia. Il primo nome specifico (exaltata = elevata in latino) si riferisce al fatto che
questo gruppo di orchidee sono mediamente più alte delle altre; il secondo nome specifico
(arachnitiformis) significa letteralmente “a forma di ragno”. Descrizione. È alta da 15 a
40 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb). Le radici sono fascicolate e
secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore
dei bulbi. Fusto. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma
ovoidale e arrotondati; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre
il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si
formerà nell'anno venturo. La parte aerea del fusto è semplice, eretta, e robusta. Sono
presenti sia foglie radicali a forma lanceolata e formanti una rosetta basale, che foglie
cauline del tipo amplessicaule. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature
parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). L'infiorescenza è
“indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con 4 – 10 fiori in
disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma linearelanceolata; sono lunghe come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra;
in questo caso il labello è volto in basso.
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente
zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno
solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il perigonio è composto
da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti
esterni sono patenti a forma lanceolata. I due tepali interni (il terzo, quello centrale,
chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono appena più piccoli a forma
oblunga-lineare, più stretti e con bordi ondulati e glabri, disposti in modo alternato a quelli
esterni. Colore dei tepali esterni: verde, bianco o roseo con nervature centrali verdi.
Colore dei tepali interni: come quelli esterni o più scuri (giallastri o anche bruni).
Il labello (la parte più vistosa del fiore) può assumere forme diverse, è comunque intero
a perimetro più o meno ovale e convesso. La parte centrale è pubescente mentre i bordi
sono glabri. In questa specie non è presente lo sperone, mentre le gibbosità della zona
centrale del labello sono quasi assenti. Colore del labello: bruno, rosso o violaceo sempre
scuro al centro; più chiaro ai bordi (di colore quasi giallo o anche rosso mattone); al centro
è presente una macchia a forma di “H” o “X”, a colori più chiari (da grigio a blu a
violaceo) circondata da bordi ancora più chiari. Ginostemio: lo stame con le rispettive
antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto
(o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato “gino-
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stemio". Quest'organo, simili a un becco corto e acuminato, è posizionato all'internocentro del fiore sopra la cavità stigmatica che in questa specie è piccola e ristretta alla
base. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste
sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su
due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due
borsicole. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme.
L'ovario non è contorto. Fioritura: da febbraio ad aprile. Il frutto è una capsula
deiscente: a maturità la capsula si divide lungo la circonferenza per lasciare uscire i semi.
I semi sono numerosi, molto minuti e piatti. Sono privi di endosperma e gli embrioni
contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante
vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono
svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione
di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche
sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta
avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione entomogama: gli insetti
impollinatori sono generalmente imenotteri apoidei del genere Andrena (Andrena
senecioni, Andrena nigroaenea, Andrena trimmerana) e anche Colletes cunicularius;
questi insetti riconoscono (o credono di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una
propria femmina e quindi tentano una copulazione col solo risultato di trasferire il polline
da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i feromoni
dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento.
Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene
nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori
ingannevoli”[10] e il tipo di impollinazione viene definita come impollinazione a pseudocopulazione. La successiva germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi
specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). La disseminazione è di tipo
anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa
per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo
generalmente è di riserva). Distribuzione. Il tipo corologico è Mediterraneo Occidentale.
L'habitat tipico di questa pianta sono le garighe, i pascoli magri e in genere le zone
incolte su substrato calcareo. Altitudine: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a
700 m.s.l.m.; frequentano quindi le colline.
26) Ophrys aranifera Solo in Albo 1919: It. Fior ragno, Calabrone.
Altopiano di Modica, Scicli, Valle dell’Irminio, Ragusa, Capo Passero,
Vendicari. Suolo calcareo erboso, in luoghi incolti. Dic. Mar.
Ophrys sphegodes Mill. subsp. Sphegodes, denominata anche: Ophrys aranifera. Nome
italiano: Ofride verde-bruna. Dati Generali. Forma Biologica:Geofita bulbosa (G bulb).
Tipo Corologico:Eurimediterraneo. Ambiente di crescita: Margini, Prati. Fascia
altitudinale: Planiziale, Collinare. Status di protezione:Tutela internazionale e/o nazionale.
27) Ophrys aranifera, ssp. atrata Solo in Albo 1919. Altopiano di
Modica, pendici erbose del Monserrato, vallone dei Cappuccini, Scicli,
Sampieri in luoghi fertili. Mar. Apr.
Piantina a fioritura (aprile-maggio), si rinviene in zone incolte e aride, cespuglieti e
garighe con substrato alcalino, fino a 1300 m di quota; la specie viene impollinata da un
Imenottero Andrenide: Andrena morio.
Ophrys aranifera ssp. atrata. Arcangeli. Pianta perenne con fusti di 20-40 cm d'altezza;
fiori i fiori presenti sulla spiga lassa vanno da 4 a 10 e sono distanziati; hanno tepali
esterni di forma triangolare allungata, di colore rosei o biancastri di 10-15x4-7 mm e gli
interni piú piccoli 6-9,5x2,5-5 mm, verdastri o rosei; labello di 9-14x10-14 mm., intero di
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colore nero con sfumature rosso porpora, presenta due caratteristiche gibbosità basali,
sbiancate all'apice , glabre internamente e ricoperte da una peluria esternamente. Tutto il
labello è circondato da una fitta peluria; macchia lucida di colore blu-azzurra con margine
biancastro forma una H oppure U, con le estremità in alto confluenti. Distribuzione.
Mediterranea centroccidentale. Habitat: Prati aridi, garighe e terreni incolti. Fioritura:
marzo – maggio.
28) Ophrys archimedea Giardina. Gariga, prati, cespugli spinosi, fino a
1000 m. l. m. Rinv. : Pineta Vittoria, Vizzini, Chiaramente, Caltagirone,
Valle Ippari.
L'Ofride di Archimede (Ophrys subfusca subsp. archimedea (P. Delforge, M.
Walravens) Kreutz, 2006) è una pianta erbacea spontanea in Italia.
Etim. Il primo nome specifico (subfusca) deriva dalle parole latine sub (= sotto) e fuscus
(= di colore scuro) e si riferisce al colore quasi nerastro o bruno scuro del labello. Il
secondo nome specifico (archimedea) è in onore al matematico siracusano Archimede
(287 a.C. – 212 a.C.). È una geofita bulbosa. Le radici sono fascicolate e secondarie da
bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi.
Fusto. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale,
arrotondati e di colore biancastro; il primo svolge delle importanti funzioni di
alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo
della pianta che si formerà nell'anno venturo; la parte aerea è semplice, eretta e slanciata.
Il colore è verde. Le foglie basali di norma sono quattro a forma ellittico-lanceolate;
mentre quella caulina, posta nella parte bassa del fusto, è unica. Sulla pagina fogliare sono
presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo
parallelinervie). Il colore delle foglie è fondamentalmente verde. L'infiorescenza è
“indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme e lassa con pochi fiori
(massimo 5 – 7 fiori) e ben spaziati. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma
lanceolata con una scanalatura centrale; sono più lunghe dell'ovario. I fiori inoltre sono
resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono
ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2
verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello
stilo). Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno
(3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti a forma ovato-triangolare con
apice ottuso; i bordi sono revoluti. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato
labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli e più stretti; sono disposti in
modo alterno a quelli esterni. Colore dei tepali esterni: verde. Colore dei tepali interni:
verde-giallastro. Il labello (la parte più vistosa del fiore) si presenta con un portamento
pendente o sub-orizzontale. Il colore prevalente è bruno scuro; al centro è presente una
caratteristica macchia violetto-grigiastra bordata da linee più chiare; la parte terminale è
formata da tre lobi più chiari quasi gialli. Questa sottospecie è priva delle due caratteristiche gibbosità laterali; è priva anche dello sperone.
Dimensione del labello: larghezza 9 – 14 mm; lunghezza 10 – 15 mm. Ginostemio: lo
stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due
logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo
colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore.
Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono
fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due
retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due
borsicole[6]. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme.
Fioritura: da marzo a maggio. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti nu-
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merosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni
contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante
vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono
svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione
di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche
sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta
avviene in due modi: per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la
germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi
sono privi di albume). La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in
quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme
avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva).
Impollinazione: come per altre specie di Ophrys anche in questa l'impollinazione avviene
tramite un ben definito maschio di imenottero del genere Andrena che riconosce (o crede
di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tenta una
copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro.
Anche il profumo (non sempre gradevole per noi umani) emesso dall'orchidea imita i
ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio
all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta
l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i
“fiori ingannevoli”. Inoltre dal momento che l'insetto è attratto solamente da una specifica
femmina (e quindi da una specifica orchidea) si evitano così sterili impollinazioni
interspecifiche. Endemico, solo in Sicilia (zone centro-meridionali). Habitat: l'habitat
tipico di questa orchidea sono le garighe e le macchie mediterranee su substrato calcareo.
Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 40 a 1350 m
s.l.m.; piani: collinare e montano.
29) Ophrys bertolonii Moretti Galesi. Fior. Mar. Apr. Garica e uliveti
abbandonati. Steno Medit. Occ. Rinv. Vittoria, Niscemi, Cava Grande,
Buccheri, Vizzini, Chiaramente, Lentini, Caltagirone, Gela, Palazzolo. In
Giardina: Gariga e prati asciutti, sulle coste e all’interno di suoli collinosi.
Non comune in Sicilia. In Albo 1919: Vallone di Cappuccini Modica;
suolo calcareo con humus, sotto i carrubi; valle dell’Irminio, Scicli,
Donnalucata nei campi erbosi; Ragusa, Salinella, Gerratana; sponde erbose
del pantano di Vendicari.
Ofride di Bertoloni (Ophrys bertolonii Moretti, 1823). Il nome della specie è un
omaggio al medico e botanico bolognese Antonio Bertoloni (1775 - 1869). È una pianta
alta 15–25 cm, con foglie oblungo-lanceolate, disposte in rosetta, le superiori disposte a
guaina. I fiori, in numero variabile da 2 a 8, sono riuniti in infiorescenze piuttosto lasse. I
sepali sono ovato-lanceolati, concavi, da biancastri a rossastri, mentre i petali linearilanceolati, sono rosei o porporini, con margine più scuro e ciliato. Il labello, che può essere intero o trilobato, è a forma di sella, peloso, con uno specchio apicale glabro, lucido e
violaceo, cui si deve il nome comune di fior di specchio, e con una appendice apicale
giallo-verdastra. Il ginostemio è slanciato e termina con un evidente rostro appuntito che
richiama la testa di un uccello, con due pseudoocchi che, nella specie tipo, sono separati
dalla cavità stigmatica da una piccola porzione piana. La suddetta cavità è inoltre di forma
rettangolare, più alta che larga. Fiorisce da marzo a giugno. Si riproduce per
impollinazione entomofila, ad opera degli imenotteri Megachile parietina, M.pyrenaica e
M. sicula (Megachilidae). La forma a sella del labello di O. bertolonii si adatta a quella
42
assunta da questi insetti che inarcano l'addome durante la copula. Predilige i suoli calcarei
asciutti. Gli habitat usuali sono i pascoli, le garighe e i terreni sassosi, sino a 1000 m di
altitudine.
30) Ophrys bombyliflora Link 1799. Galesi. Fior. Mar. Apr.
Ampelodesmeti, formazioni erbacee. Stenomedit. Rinv. Vittoria, Niscemi
Cava Grande Vizzini, Buccheri, Chiaramente, Melilli, Monterosso,
Caltagirone. In Giardina: Prati asciutti, dal livello del mare alla montagna.
Molto comune in Sicilia.
L'ofride fior di bombo (Ophrys bombyliflora Link,) è una pianta appartenente alla
famiglia delle Orchidaceae, diffusa sul versante settentrionale del bacino del
Mediterraneo. È una pianta erbacea alta 5-20 cm, con foglie ovato-lanceolate disposte a
rosetta, e brattee larghe e concave. L'infiorescenza raggruppa 2-5 fiori con sepali verdi,
ovati, e petali corti, triangolari, con apice ottuso, pubescenti, giallo-verdastri, brunastri
alla base. Il labello è trilobato, con lobi laterali che presentano due gibbosità villose e lobo
mediano emisferico, bruno e pubescente all'apice, glabro e plumbeo alla base, con
appendice apicale verdastra. Il ginostemio è corto, con apice ottuso e cavità stigmatica
cuoriforme, contornata da callosità prominenti. L'apparato radicale è costituito da 3-5
rizotuberi, sferici. Fiorisce da febbraio a maggio. È diffusa in Europa meridionale. In
Italia è comune nelle regioni meridionali e nelle isole, rara al centro e in Romagna,
assente nel resto dell'Italia settentrionale. Habitat: macchie, garighe e praterie ad
Ampelodesmos mauritanicus, fino a 1000 m di altitudine. Predilige i terreni calcarei.
Fioritura: febbraio - aprile. L'impollinazione è entomofila, ad opera di imenotteri del
genere Eucera (E. grisea, E. nigrilabis, E. longicornis, E. tuberculata). O. bombyliflora
può riprodursi anche per via vegetativa, fatto non comune tra le specie del genere Ophrys,
per moltiplicazione dei rizotuberi.
31) Ophrys caesiella (Giardina) Gariga, prati aridi, cespuglietti anche
nelle aree di bassa montagna. Valle e passo Ippari, Noto.
L'Ofride grigia-azzurra (nome scientifico Ophrys fusca subsp. caesiella (P.Delforge)
Kreutz, 2004) è una pianta erbacea, geofita bulbosa, spontanea in Italia, appartenente alla
famiglia delle Orchidaceae. Il primo nome specifico (fusca) si riferisce al colore scuro del
labello; il secondo, (caesiella) deriva dal latino e si riferisce al colore grigio-azzurro della
macula al centro del labello. È una pianta erbacea non molto alta (8 - 18 cm). Le radici
sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate
nella parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi
bulbosi a forma ovoidale e arrotondati. La parte aerea del fusto è esile, semplice ed eretta.
Sono presenti delle foglie radicali (3 – 4) formanti una rosetta basale; la loro forma è
ovato-lanceolata. Le foglie cauline sono generalmente 2, più strette e amplessicauli. Sulla
pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie
di tipo parallelinervie). L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del
tipo spiciforme con pochi fiori (da 1 a 5) a disposizione semidensa. Questi ultimi sono
posti alle ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata con una scanalatura centrale; sono
lunghe come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il
labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici
(perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo
l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo). Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3
tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti a
forma largamente ovale con apici appuntiti; tutti sono ripiegati in avanti specialmente
quello centrale-mediano. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è
molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli a forma oblunga, più stretti e con bordi
43
ondulati, disposti in modo alternato a quelli esterni. Colore dei tepali esterni: verde chiaro.
Colore dei tepali interni: più scuri di quelli esterni, quasi olivastri. Il labello è più grande
degli altri tepali ed è pubescente; si presenta con un portamento sub-orizzontale. La forma
è allungata e triloba; i lobi laterali sono piccoli e arrotondati con estremità ripiegate
all'indietro; il lobo centrale a sua volta è diviso in due parti. In questa specie non è
presente lo sperone, mentre le gibbosità della zona centrale del labello sono abbastanza
evidenti soprattutto per la divisione (incavatura) centrale che si prolunga fino al centro del
labello. Colore del labello: marrone scuro, appena più chiaro ai bordi; al centro è presente
una macchia divisa in due parti simmetriche di colore grigio-azzurro. Dimensione del
label- larghezza 9 – 12 mm; lunghezza 10 – 13 mm. Ginostemio: lo stame con le
rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è
concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare
chiamato "ginostemio"[5]. Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore sopra la
cavità stigmatica che in questa specie è chiara e allargata. Il polline ha una consistenza
gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola
vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite
delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'ovario, sessile in
posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme; non è contorto. Fioritura: da
marzo ad aprile. Il frutto è una capsula deiscente: a maturità la capsula si divide lungo la
circonferenza per lasciare uscire i semi. Il colore del frutto è inizialmente verde, poi a
maturità si colora di marrone chiaro. I semi sono numerosi, molto minuti e piatti. Sono
privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto
formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize
endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere
infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo
è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una
germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via
sessuata grazie all'impollinazione entomogama: l'insetti impollinatori sono generalmente
imenotteri apoidei del genere Andrena (in questo caso specifico si tratta della specie
Andrena flavipes) che riconoscono (o credono di riconoscere) nella figura disegnata sul
labello una propria femmina e quindi tentano una copulazione col solo risultato di
trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso
dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto
maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione
avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere
classificata tra i “fiori ingannevoli” e il tipo di impollinazione viene definita come
impollinazione a pseudo-copulazione in posizione addominale. La successiva
germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi
di albume). La disseminazione è di tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei
due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci
di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva). Tipo corologico
Steno-mediterraneo. Distribuzione: In Italia questa orchidea è presente solo in Sicilia.
Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono le garighe, le macchie di tipo
mediterraneo, i prati su substrato calcareo in zone generalmente soleggiare. Distribuzione
altitudinale: sui rilievi collinari fino a 600 m s.l.m.
32) Ophrys callianta It. Ofride dai fiori belli. Brullo e Giardina. Sin.
Arachnites o holoserica ? Gariga, prati asciutti e cespugli spinosi. Rinv. :
Pachino, Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Niscemi, Buccheri, Caltagirone,
Palazzolo, Valle Ippari, ma Molto Rara. Endemica Sicilia Specie VU (vul44
nerabile). In Minissale e Sciandrello (p. 150): “ Specie descritta nel 1997
(Bartolo & Pulvirenti), si localizza nelle schiarite delle gariche e della
macchia su suoli di natura calcarea molto superficiali, con rocce
affioranti”.
Ophrys callianta è simile ad Ophrys fuciflora dalla quale differisce per diversi
particolari, soprattutto per le dimensioni dei due petali che nella calliantha sono lunghi
circa la metà di quelli della fuciflora. Nello specifico le differenze tra le due specie, ed
anche con Oph. oxyrrhynchos, sono state pubblicate dalle professoresse Giuseppina
Bartolo e Santa Pulvirenti del Dipartimento di Botanica dell'Università di Catania nella
rivista Caesiana (quaderno n.9 - anno 1997, pagg. 41-47). Secondo Delforge, ma anche
secondo Grunanger, la fuciflora non è presente in Sicilia.
33) Ophrys candida Brullo. Est Medit. Prati asciutti dal livello del mare
alla media montagna. Sicilia e siracusano (Bartolo & Pulvirenti), ma il
Giardina la esclude.
Ophrys holosericea subsp. candida Renz & Taub.
34) Ophrys ciliata Biv. Solo Brullo… Circum Medit.
Distribuzione: sulla penisola rarissima; Sicilia e Sardegna: localmente comune.
Habitat: macchie, garighe, prati magri, cespuglieti, boschi luminosi, su suolo calcareo. Si
spinge dal livello del mare fino a 1150 m di altitudine. Fioritura: fiorisce da marzo ad
aprile.
Descrizione: pianta alta 5-25 cm; foglie basali oblunghe ad apice ottuso, foglie caulinari
lanceolate ad apice acuto; infiorescenza rada, di solito pauciflora (2-8 fiori); ratei più
lunghe dell'ovario; sepali oblunghi, ottusi, verdi con due striature bruno-rossiccie, i
laterali patenti, il mediano ricurvo sul ginostemio con margine ispessito; petali lunghi
circa 1/2 dei sepali, nastriformi, bruni, pubescenti, troncati all'apice; labello trilobo, lungo
fino a 16 mm, interamente circondato da folti e lunghi peli bruno-rossastri, lobi laterali
inseriti nella metà basale, più o meno triangolari, lobo mediano molto più grande,
obovato, occupato quasi interamente dalla macula glabra, lucida, azzurro-violetta con
riflessi metallici, con bordo giallo-aranciato; ginostemio corto, ottuso.
35) Ophrys discors Bianca Guss Scoperta ad Avola dal Bianca nel 1842.
Galesi. Fior. Mar. Apr. Garighe ed uliveti abbandonati; nella Sicilia
sudorientale predilige suoli calcarei. Endemica Sicilia. Rinv. Vittoria,
Valle dell’Anapo, Niscemi, Cava Grande, Chiaramonte, Melilli. Giardina :
Gariga, prati asciutti, cespugli spinosi. Rara ma presente in molti luoghi,
fra i quali: Sicilia sudorientale (Catania Siracusa e Ragusa), Valle
dell’Ippari, Comiso, Cava Randello.
Distribuzione: Sicilia sudorientale e nordoccidentale: RARISSIMA. Habitat: prati
magri, garighe, pinete luminose. Si spinge dai 50 m fino ai 650 m di altitudine. Fioritura:
fiorisce da marzo ad aprile. Descrizione: pianta altra 10-25 cm; simile a Ophrys
oxyrrhyncos, ne differisce per sepali e petali sempre rosa o biancastri con nervatura
centrale verdina, i fiori meno grandi, il labello decisamente convesso, spesso con un
margine giallo più o meno ampio e con la macula relativamente ridotta e poco ramificata.
36) Ophrys esaltata Ten. Galesi. Fior. Mar. Apr. Cespuglietti. Endemica
(Sicilia e Calabria). Rinv.: Pineta Vittoria Niscemi, Cava Grande,
Chiaramonte, Ragusa, Licodia Eubea, Gela, Caltagirone, Acate. Giardina
45
aggiunge: gariga, prati asciutti, cespugli anche su basse montagne. Valle
Ippari, Caltanissett e Montagna della Ganzaria.
È una pianta erbacea alta 20-50 cm. I fiori sono riuniti in infiorescenze abbastanza
dense (da 4 a 15 fiori) e presentano sepali rosa o biancastri (raramente verdi), con evidenti
venature verdastre e petali glabri, oblunghi, di colore dal giallo-verdastro al rossastro, più
scuri dei sepali, a margini ondulati. Il labello, marcatamente convesso, è di colore brunorossiccio, con macula basale a forma di H o X; ha margini pelosi e gibbosità appena accennate. La cavità stigmatica è piccola, dello stesso colore del labello, con pseudo-occhi
delimitati da un bordo chiaro; il ginostemio è corto, le masse polliniche sono di colore
giallo. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce per impollinazione entomogama ad
opera dell'imenottero apoideo Colletes cunicularius (Colletidae). Distribuzione. È una
pianta distribuita nella parte nord-occidentale del bacino del Mediterraneo. È endemica
dell'Italia meridionale, Sicilia e Calabria. Habitat. Cresce in prati aridi, garighe, macchie
e radure boschive, in piena luce o mezz'ombra, da 0 a 1.100 m di altitudine. Tassonomia.
Appartiene al gruppo Ophrys sphegodes , gruppo polimorfo assai complesso, che in Italia
è rappresentato da numerose entità di carattere quasi sempre locale, considerate come entità di livello sottospecifico o specifico, o talora come semplici varietà.
37) Ophrys explanata Galesi. Fior. Mar. Gariga ed aree soggette a
pascolo, su suoli calcarei. Endem Sicilia. Rinv. Gela, Siracusa, Vittoria e
Niscemi. Localizzata e rara.
Descrizione. È una pianta erbacea alta 10–30 cm. L'infiorescenza, lassa, raggruppa da
2 a 5 fiori, più piccoli rispetto a quelli della Ophrys bertolonii subsp. bertolonii, con
sepali, ovato-lanceolati, e petali, acuti e triangolari, di colore dal bianco al rosa. Il labello
è a forma di sella, meno incurvato rispetto a quello della sottospecie nominale, ricoperto
da una fitta peluria bruno-nerastra, con una macula glabra, lucida, di colore grigioviolaceo; presenta una appendice apicale verdastra, anch'essa glabra e rivolta verso l'alto.
Il ginostemio è allungato e appuntito, con cavità stigmatica più larga che alta. Altro
carattere distintivo rispetto alla sottospecie nominale è la posizione degli pseudo-occhi,
collocati a ridosso della cavità stigmatica. Fiorisce da marzo a metà aprile, 2-3 settimane
in anticipo rispetto alla sottospecie nominale. Si riproduce per impollinazione entomofila
ad opera dell'imenottero Megachile sicula (Megachilidae). È una specie endemica della
Sicilia, ove è segnalata nei dintorni di Palermo e nella Sicilia sud-orientale. Habitat.
Cresce su garighe e praterie, da 0 a 800 m di altitudine, prediligendo i suoli calcarei.
Tassonomia. Descritta originariamente come una mera varietà di Ophrys bertolonii (O.
bertolonii var. explanata Lojac., 1908), questa entità è considerata da Pierre Delforge
(2006, op. cit., p.621) come una specie a sè stante (Ophrys explanata). Il Gruppo Italiano
per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS) in una recente pubblicazione la riduce
al rango di sottospecie con il nome di Ophrys bertolonii subsp. explanata.
38) Ophrys subfusca subsp flammeola P. Delforge, Kreutz, 2004. Giardina. Gariga, prati asciutti calcarei, dalla costa alla montagna. Monte
Lauro, Valle Ippari, Iblei, varie località. Rara.
È alta 15-40 cm. I fiori sono riuniti infiorescenze dense, da 3 a 9 fiori. I sepali sono
verdi, ovato-triangolari, conbordi revoluti; i petali sono verde-giallastri, più stretti e più
corti dei petali. Il labello, lungo 12-17 mm e largo 10-14 mm, convesso trasversalmente, è
di colore bruno-scuro, con un sottile bordo laterale giallo, talora tendente al rossastro; la
macula è bilunulata, di colore grigio-violaceo; la pelosità del labello è violacea.
Distribuzione e habitat. È una specie endemica della Sicilia. La sottospecie è distribuita
in tutta l'isola, anche se non molto comune. Popola praterie ad Ampelodesmos mauritani-
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cus, garighe e macchie, con predilezione per i suoli calcarei, da 40 a 1350 m di altitudine.
Tassonomia. Questa entità è stata descritta nel 2000 da Pierre Delforge come ''Ophrys
flammeola'' e successivamente riclassificata da Kreutz, nel 2006, come sottospecie di
''Ophrys subfusca''. Fiorisce da marzo ad aprile.
39) Ophrys (aranifera) furcifera Albo 1919. Altopiano di Modica,
pendici erbose della valle del fiume medicano, valle dell’Irminio.
Si tratta o di Habenaria furcifera Lindl., Gen. Sp. Orchid. Pl.: 319 (1835); o
più probabilmente di Ophrys fuciflora (F. W. Schmidt) Moench.
Etim. Fuciflora deriva dal latino fucus (fuco) e flos (fiore), di significato intuitivo. È
usato anche il più recente sinonimo Ophrys holoserica, dal greco "tutto" e "di seta", per
l'aspetto del labello che appare come "tutto di seta". Inquadramento: è la figura centrale
di un gruppo comprendente diverse entità minori che si sono separati da Ophrys fuciflora;
vanno sottolineati i suoi complicati rapporti con altri gruppi vicini (soprattutto quelli di
Ophrys sphegodes, Ophrys tenthredinifera, Ophrys bornmuelleri), che hanno portato alla
formazione di un gran numero di entità originate per la maggior parte da fenomeni di ibridazione e introgressione, o per isolamento ecologico e adattamento ad impollinatori
diversi. Se a tutto ciò aggiungiamo la gran variabilità morfologica d'Ophrys fuciflora,
possiamo capire la difficoltà di definire i vari taxa (anche in questo caso un tentativo
organico di sistemazione è in DELFORGE, 1994). Distribuzione: il gruppo d'Ophrys
fuciflora è essenzialmente italiano e centroeuropeo; la specie tipo e presente, ma non
frequente, in quasi tutta l'Italia (meno comune in Sardegna). Habitat: preferisce suoli
alcalini e non raggiunge in media i 1000 m d'altitudine; il suo habitat è simile a quello
d'Ophrys apifera (con la quale si è ritrovata spesso, anche nel nostro territorio, a
condividere gli stessi ambienti: ossia radure, prati e pascoli aridi, cespuglieti). Fioritura:
da aprile a giugno.
Descrizione: pianta alta da 10 a 50 cm; foglie basali ovate; le cauline più acute e
amplessicauli; brattee più lunghe dell'ovario (e a volte anche dei fiori); infiorescenza con
2-10 (a volte più) grandi fiori; tepali esterni patenti e larghi, tra bianchi a rosei con
venature verdi; tepali interni più piccoli, pubescenti, di colore variabile dal rosa al
rossastro al bianco al verdastro; labello appariscente, bruno e vellutato, intero, talora con
due gibbosità alla base; specchio con disegni variabili, ma simmetrici; evidente appendice
rivolta in avanti, spesso tridentata; ginandrio simile a Ophrys apifera, ma con rostro più
breve (G.I.R.O.S.).
40) Ophrys fusca. Galesi. Fior. Gen. Mag. E’ la specie con il più lungo
periodo di fioritura.Cespuglietti e pascolo. Syenomedit. Rinv.: Vittoria,
Niscemi, Cava Grande, Licodia, Buscami, Buccheri, Pedagaggi,
Chiaramente, Ragusa, Vizzini, Melilli, Acate, Caltagirone, Gela,
Palazzolo. Nota. Questa specie è stata smembrata in diverse specie. La
variante a labello molto piccolo è riconosciuta come entità a sé stante.
L'Ophrys fusca Link, 1799 è una pianta alta 10-30 cm, con foglie inferiori larghe e corte
disposte a rosetta e 1-2 foglie cauline inguainanti il fusto. L'infiorescenza, lassa,
comprende da 2 a 8 fiori con sepali verdastri ad apice arrotondato e petali di colore da
giallo a bruno, oblunghi, a margini ondulati, con apice ottuso o tronco. Il labello è
trilobato, convesso, brunastro, con un sottile margine glabro di colore giallastro, e un
disegno ampio, bilobato, di colore da grigiastro a bluastro. Il ginostemio è corto, con apice
ottuso. Fiorisce dalla fine di gennaio a metà giugno. Si riproduce per impollinazione en-
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tomofila ad opera di imenotteri del genere Andrena (A. ovatula, A. nigroaenaea, A.
flavipes). È diffusa in Europa meridionale. In Italia è diffusa su quasi tutta la penisola
(eccetto le regioni nord-orientali), in Sicilia e in Sardegna. Habitat. Predilige macchie,
garighe e prati assolati, dal livello del mare fino a 1450 m di altitudine. Tassonomia. È
una specie assai polimorfa di cui è stata recentemente proposta la scissione in varie entità,
sulla base di differenze morfologiche, fenologiche e di identità degli insetti impollinatori.
Secondo alcuni autori si tratterebbe di una entità distinta da O. lupercalis. La maggior
parte degli Autori comunque ritiene ingiustificata una divisione in più specie e propende
per la individuazione di alcune sottospecie.
41) Ophrys gackiae (Giardina). Gariga, prati asciutti, cespuglietti.
Siracusa. Non comune.
Tassonomia. O. fusca subsp. sabulosa fa parte del gruppo Ophrys funerea della
sezione Pseudophrys. Pierre Delforge ha descritto una entità molto simile, presente in
Sicilia nel siracusano, da lui battezzata Ophris gackiae, che si differenzia da questa
sottospecie per una minore altezza (10-20 cm), un labello più piccolo ed una fioritura
anticipata di circa due settimane; l'insetto impollinatore di questa entità sarebbe Andrena
florentina. Secondo alcuni autori tale entità andrebbe posta in sinonimia con O. fusca
subsp. Sabulosa (Paulus & Gack ex P.Delforge) Kreutz, 2004. È una pianta erbacea
geofita bulbosa, con fusto alto sino a 25-30 cm. Presenta 3-5 foglie disposte in rosetta
basale e 2 foglie cauline lanceolate. L'infiorescenza, abbastanza lassa, è formata da 3 a 8
fiori con sepali grandi, ovali, giallo-verdastri, il dorsale arcuato in avanti sul ginostemio, e
petali di colore giallastro, mediamente più piccoli dei sepali. Il labello è bruno e
pubescente, trilobato, bordato da un margine glabro di colore giallo vivo. Presenta una
marcata scanalatura centrale e una macula ampia, bilobata, di colore da grigiastro a
bluastro. I lobi laterali sono arrotondati e ripiegati all'indietro. Fiorisce da marzo ad aprile.
Si riproduce per impollinazione entomofila ad opera dell'imenottero apoideo Andrena
sabulosa (Andrenidae), a cui deve il suo epiteto specifico. Questa specie è endemica
della Sicilia. Habitat. Cresce su prati aridi e garighe, da 0 a 1300 m di altitudine.
42) Ophrys galilaea. Fior. Mag. Ampelodesmeti, gariche e macchie.
Areale: Sardegna, Sicilia, Algeria, Marzocco, Tunisia. Rinv.: Vittoria,
Niscemi, Buccheri, Buscami, Monterosso, Vizzini, Chiaramente,
Caltagirone. Nota: Entità distinta da Ophrys sicula, perché più robusta e
con più fiori; labello convesso, bruno bordato di giallo; il lobo mediano
non ha la tipica V capovolta.
43) Ophrys garganica. Galesi. Fior. Mar. Apr.. Cespuglietti e uliveti
abbandonati. Stenomedit. Occid. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, B
Vizzini, Acate, Caltagirone, Gela.
Sistematica: la distinzione fra O. garganica e O. sphegodes è basata su caratteri
piuttosto labili ed incostanti; inoltre, le due entità non sono differenziate né a livello
geografico né a livello ecologico: al contrario, si trovano spesso assieme, talvolta con
esemplari dalle caratteristiche intermedie. Descrizione: Differisce da O. Sphegodes per
il labello ovale, ampio, arrotondato, rosso-bruno con globbosità basali generalmente
assenti, peloso al margine. Disegno rossastro, spesso con ramificazioni basali nette,:
Sepali verdastri, petali più larghi e spesso anche più scuri che in sphegodes, verde-bruni.
Inoltre gli ocelli sono di colore blu-nero anziché verde. Periodi fioritura Mar.-Mag.
Habitat: Prati magri, garighe, macchie, cespuglietti, fino a 1000 m.
48
44) Ophrys grandiflora (Giardina) Gariga, prati asciutti e montani.
Siracusa. Comune.
Ophrys tenthredinifera subsp. grandiflora (Ten.) Kreutz (sin.: Ophrys grandiflora)
Presente in Calabria e Sicilia, caratterizzata da fiori più grandi, con labello trapezoidale.
Descrizione. È una pianta erbacea alta da 5 a 25 cm, con foglie basali ovato-lanceolate,
disposte a rosetta, e brattee larghe, sfumate di rosa. L'infiorescenza raggruppa da 2 a 10
fiori. I sepali sono di colore dal bianco al rosa, con una sfumatura mediana verde. I petali
più piccoli e più scuri, sono cuoriformi, pubescenti. Il labello è giallo-brunastro, villoso e
di colore più chiaro al margine, con un disegno centrale a forma di U o di H, bruno con
margini bianchi; l'apice è globoso, ottuso, ricoperto da fine peluria. Il ginostemio è corto
con apice ottuso. La cavità stigmatica è ampia, di colore bruno scuro. Si riproduce per
impollinazione entomofila ad opera di imenotteri apoidei del genere Eucera (E. algira, E.
nigrilabris). Habitat. Cresce in praterie e garighe, fino a 1200 m di altitudine.
45) Ophrys holosericea (Burm.f.) Greuter, 1967. Sin.: Ophrys fuciflora
(F.W.Schmidt) Moench. Galesi. Fior. IV-V. Pascolo, garighe e uliveti
abbandonati. Endem. Sicilia. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande,
Buccheri, Vizzini, Acate, Caltagirone, Gela. Nota. Specie simile a O.
oxyrrhinchos per le dimensioni del labello e la forma dello speculum, ma
se ne discosta per i sepali bianchi o rosa, il colore più vivo del labello, le
gibbe ben evidenti e la fioritura più tarda.
Descrizione: La pianta, alta 10–15 cm, presenta una notevole variabilità di forme e
colori. Il fiore misura 15–20 mm. Petali e sepali presentano una forte variabilità di colore,
dal bianco al rosa. Ancor più marcata è la varietà di disegni del labello, molto allargato,
intero, convesso di forma trapezoidale, con evidenti gibbosità laterali e munito di
un'appendice evidente, spesso tridentata, orientata in avanti, che permette di riconoscerla
facilmente. Rappresenta un esempio di mimetismo, poiché imita le sembianze di un
bombo femmina, e a questo pare aggiunga l'emissione di feromoni con lo scopo di attrarre
i bombi maschi ai fini dell'impollinazione. Distribuzione e habitat. Il suo areale
comprende gran parte dell'Europa continentale, comprese le isole Baleari, Corsica, Creta,
Sicilia e Sardegna. Non teme l'aridità e predilige i terreni calcarei. Riproduzione. Si
riproduce per impollinazione entomofila. Tra gli insetti pronubi è stata segnalata la
'Xylocopa violacea'.
46) Ophrys incubacea Bianca. ex Tod., 1842. Sin.: Ophrys sphegodes
subsp. Atrata.Scoperta da Bianca ad Avola nel 1842. Giardina. Vittoria,
Cav Grande, Modica, Vizzini, Buccheri, Buscami, Chiaramente, Acate,
Melilli, Caltagirone, Gela, Ragusa.
Descrizione. È alta 20-50 cm, con fusto slanciato, eretto. I fiori, da 3 a 8, hanno sepali
verdi, ovato-lanceolati, e petali verde-giallastri o bruni, lanceolati e con estremità tronca.
Il labello è di colore bruno-rossiccio scuro, vellutato, con macula grigio-bluastra, lucida, a
forma di H; presenta una fitta peluria marginale e due gibbosità laterali pronunciate con
superficie interna glabra. La cavità stigmatica è dello stesso colore del labello con fondo
ornato da una macchia biancastra e pseudoocchi neri, bordati di blu o bianco; il rostro del
ginostemio è corto e acuto, le logge polliniche sono di colore rossiccio. Riproduzione. Si
riproduce ad opera dell'imenottero ''Andrena morio''. Distribuzione e habitat. È una
specie a distribuzione euro-mediterranea.. In Italia è presente in tutto il territorio, Sicilia e
49
Sardegna comprese. I suoi habitat sono le garighe, i prati aridi, le macchie, dal livello del
mare fino a 1200 m di altitudine.
47) Ophrys iricolor Lojacono. Brullo…. Giardina. Prati asciutti,
cespuglietti. E’ esclusa dal Deforme; da verificare.
Etimologia. Il primo nome specifico (''iricolor'') fa riferimento al labello, la parte più
vistosa delle pianta, per i suoi colori iridescenti; il secondo è in onore al botanico siciliano
M.Lojacono Pojero (1853 – 1919).
Descrizione. È alta fino a 30 cm. Le radici sono secondarie da bulbo e consistono in
sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. Fusto: la parte sotterranea
(epigea) del è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondata; il primo
svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali
nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte
epigea è breve, semplice, eretta ma esile. Il colore è verde. Le foglie principali sono
disposte in una rosetta radicale ed hanno una forma oblungo-lanceolata. Possono essere
presenti anche alcune foglie cauline ma più brevi, a portamento amplissicaule e
progressivamente di aspetto bratteale. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale
o politelica del tipo spiciforme) con pochi (3 – 10) fiori in disposizione lassa. Questi
ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare e scanalata, che sono lunghe più o
meno come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il
labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici.
Perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo
l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo (Pignatti|Vol. 3 p. 700). Il perigonio è composto
da 2 |verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti
esterni sono concavi e patenti a forma ovato-lanceolata. Quello mediano (centrale) è
incurvato, ossia ripiegato a cappuccio a protezione del ginostemio. I due tepali interni (il
terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli a
forma strettamente oblunga, quasi lineare (sono più o meno tre volte più lunghi che larghi)
e con bordi ondulati. Colore dei tepali esterni: verde; colore dei tepali interni: verde-ocra.
Il labello è ampio, carnoso e brevemente pubescente (quasi vellutato); si presenta con un
portamento semi-pendente con margini incurvati. La parte terminale è formata da tre lobi,
i due lobi laterali esterni sono piccoli e arrotondati, mentre quello centrale, molto più
grande, è a sua volta suddiviso in due parti. In questa specie non è presente lo Sperone.
Colore del labello: bruno all'esterno, violaceo chiaro (o grigio) al centro con macchie più
scure. I bordi di tutto il labello sono glabri e colorati di verde-giallo chiaro. Lunghezza del
labello: 12 – 13 cm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di
una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo
stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è
posizionato all'interno-centro del fiore e in questa specie è molto breve e non è rostrato. Il
polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera; queste sono
fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due
retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due
borsicole. L'Ovario sessile in posizione infera, è formato da tre carpelli fusi insieme;
inoltre non è contorto. Fioritura: da febbraio ad aprile. Il frutto è una capsula. Al suo
interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di
endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da
poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche;
questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore
di funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno
poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio. Le radici sono secondarie da
bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La
50
parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e
arrotondata; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo
raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno
venturo. La parte aerea è breve, semplice, eretta ma esile. Il colore è verde. Le foglie
principali sono disposte in una rosetta radicale ed hanno una forma oblungo lanceolata.
Possono essere presenti anche alcune foglie cauline ma più brevi, a portamento
amplissicaule e progressivamente di aspetto bratteale. L'infiorescenza è “indefinita”
(senza fiore apicale o politelica, del tipo spiciforme, con pochi (3 – 10) fiori in
disposizione lassa. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare e
scanalata; sono lunghe più o meno come l'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati
sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed
irregolarmente zigomorfi, pentaciclici perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami
(di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo. Il frutto è
una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi
sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto
formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con endotrofiche; questo
significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di
funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche
sostanze di riserva per una germinazione in proprio (Strasburger, vol. 2 - p. 808). La
riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie insetti pronubi,
che sono generalmente imenotteri apoidei del Genere ''Andrena'', che riconoscono (o
credono di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi
tentano una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale
all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per
incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare,
per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie
può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. La successiva germinazione dei
semi è condizionata dalla presenza di funghi specifici. La disseminazione è anemocora;
per via vegetativa, in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può
emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente
è di riserva). Distribuzione e habitat Endemica della flora italiana: si trova in Puglia,
Calabria e Sicilia e sono considerate rare. L'habitat di questa pianta sono i prati sia umidi
che asciutti, le garighe e i margini delle strade e sentieri. Distribuzione altitudinale: sui
rilievi queste piante si possono trovare fino a 600-1000.
Sistematica. Questa orchidea appartiene al gruppo denominato ''”Group of Ophrys fusca
and Ophrys lutea”'' e al sottogenere ''Pseudophrys''. La caratteristica principale di questo
gruppo è data dall' impollinazione in posizione addominale da parte degli insetti pronubi.
48) Ophrys lacaitae Lojac. Galesi. Fioritura: marzo – giugno. Habitat:
praterie e garighe a substrato calcareo.. Formazioni erbacee e garighe.
Esclusiva della Sicilia e Italia merid. Tirrenica. Rinv.: Cava Grande,
Buccheri, Buscami, Palazzolo. Nota: Specie rara e localizzata, rinvenuta
per la prima volta da De Langhe e D’Horse nel 1985.
L'ofride di Lacaita (Ophrys lacaitae Lojac., 1909). Il suo nome è un omaggio al botanico
inglese, di origine italiana, Charles Carmichael Lacaita (1853-1933).
Descrizione. È alta 15-40 cm. I fiori sono riuniti in infiorescenze in numero da 4 a 10 e
presentano sepali di colore bianco con sfumature verdastre, lievemente ricurvi al indietro.
I petali, bianchi, sono corti e stretti con apice ottuso. Il labello è giallo chiaro di forma
trapezoidale, con bordi rialzati e smarginati, pressoché glabro tranne che sulle gibbosità
basali, con una macula basale a forma di H, lucida e circondata da una limitata zona bru-
51
nastra, e una caratteristica appendice rivolta verso l'alto. Fiorisce da marzo a giugno.
Riproduzione. Si riproduce ad opera dell'|imenottero apoideo ''Eucera eucnemidea''
(Apidae). Distribuzione e habitat.Questa specie fu descritta inizialmente come un
endemismo siciliano ma successivamente fu segnalata anche in diverse zone di Puglia,
Basilicata, Calabria, Lazio e Molise, nonché a Malta e a Cipro. Il limite settentrionale del
suo areale è rappresentato dai Monti Lepini nel Lazio. Cresce su praterie e garighe
soleggiate, con predilezione per i terreni calcarei.
49) Ophrys laurensis. Galesi. Fior. V. Formazioni erbacee su vulcaniti.
Endemismo esclusivo degli Iblei. Rinv.: Monte Lauro Buscemi, Vizzini.
Nota: Ha fusto molto corto, meno di 10 cm, con 2-3 foglie di taglia media;
labello separato da un ampio solco, coi margini glabri, bordati di giallo
vivo e più o meno ricurvi. Specie rara, VU (lnerabile).
L'Ofride del Monte Lauro (Ophrys subfusca subsp. laurensis (Geniez & Melki)
Kreutz, 2006) è una pianta erbacea spontanea in Italia (endemica della Sicilia),
appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Etimologia.
Il primo nome specifico (''subfusca'') deriva dalle parole latine ''sub'' (= sotto) e ''fuscus'' (=
di colore scuro) e si riferisce al colore quasi nerastro o bruno scuro del labello. Il secondo
nome specifico (''laurensis'') si riferisce al Monte Lauro, areale dei primi ritrovamenti di
questo fiore. Descrizione. È una pianta non molto alta (massimo 15 cm). Le radici sono
fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella
parte superiore dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a
forma ovoidale, arrotondati e di colore biancastro; il primo svolge delle importanti
funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo
sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo. La parte aerea del fusto è semplice,
eretta e robusta. Il colore è verde. Le foglie basali sono due a forma più o meno
lanceolata. Quelle cauline sono pure due con portamenti distinti: una è eretta, l'altra è
guainante il fusto. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte
longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Il colore delle foglie è
fondamentalmente verde. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica)
del tipo spiciforme con pochi fiori (massimo 2 – 4 fiori) ravvicinati. Questi ultimi sono
posti alle ascelle di brattee a forma lanceolata con una scanalatura centrale; sono più
lunghe dell'ovario, ma non del fiore. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in
questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente
zigomorfi, pentaciclici; perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno
solo fertile – essendo l'altro atrofizzato). Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3
tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti (disposti a 90°) a
forma ovale. Quello centrale è ripiegato in avanti a protezione degli organi di riproduzione
(il ginostemio). I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto
diverso da tutti gli altri) sono più stretti con margini debolmente ondulati e di colore più
chiaro; sono disposti in modo alterno a quelli esterni e anche questi ripiegati in avanti.
Colore dei tepali esterni: verdastri. Colore dei tepali interni: verde-giallastro. Il labello si
presenta con un portamento pendente o sub-orizzontale. La forma è convessa e termina
con alcuni lobi, glabri e di colore più chiaro (giallo). La parte basale si presenta con un
solco incavato, ai lati del quale sono evidenti due gibbosità più chiare. Il colore prevalente
è bruno scuro. La macchia centrale è grigiastra , quasi lucente, con bordi più chiari. Tutta
la zona centrale del labello è densamente pelosa. Questa sottospecie è priva dello sperone.
Lunghezza del labello: 10 – 14 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in
realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo
52
e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo
è posizionato all'interno-centro del fiore in posizione eretta rispetto al labello. Il polline ha
una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di
una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli
distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole.
L'|ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme. Fioritura: da
aprile a maggio. Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi
minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in
essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in
stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono
svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici. Questo
meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una
germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via
sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia
condizionata dalla presenza di funghi specifici. La disseminazione è di tipo anemocora;
per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può
emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente
è di riserva). Impollinazione: avviene tramite un ben definito maschio di imenottero
genere ''Andrena'', che riconosce (o crede di riconoscere) nella figura disegnata sul labello
una propria femmina e quindi tenta una copulazione col solo risultato di trasferire il
polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo (non sempre gradevole per
noi umani) emesso dall'orchidea imita i [[ferormoni]] dell'insetto femmina per incitare
ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di nettare per cui a
impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può
quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. Inoltre dal momento che l'insetto è
attratto solamente da una specifica femmina (e quindi da una specifica orchidea) si
evitano così sterili impollinazioni. Distribuzione. Questa orchidea finora ha una sola
stazione sul Monte Lauro del gruppo dei Monti Iblei nella Sicilia sud-orientale. Habitat:
zone erbose su substrato basaltico. Distribuzione altitudinale: sui rilievi attorno ai 900 m
s.l.m..
50) Ophrys lucifera Giardina. Gariga, prati asciutti anche nelle basse
montagne. Sicilia.
Il fior di luce (Ophrys fusca subsp. lucifera (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz,
2004 è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, endemica di Toscana,
Puglia e Sicilia. Tassonomia. Questa sottospecie di ''Ophrys fusca'' è stata
originariamente descritta sul Monte Argentario nel 2000 come ''Ophrys lucifera'' (dal
latino ''lucifer'' = portatore di luce, in riferimento alla luminosità del fiore. È stata
successivamente declassata al rango sottospecifico. Descrizione. È una neofita bulbosa,
con fusto esile, alto sino a 20 cm. Presenta da 3 a 4 foglie ellittiche riunite in rosetta
basale, che seccano prima della fioritura. I fiori, da 2 a 4 per esemplare, sono riuniti in
una infiorescenza apicale; i sepali sono di colore verde-giallastro, il mediano ripiegato a
cappuccio sul ginostemio; i petali, più corti, sono di colore giallo-bruno, leggermente
ripiegati in avanti. Il labello è trilobato, lungo sino a 20 mm, ricoperto da una fitta peluria
di colore omogeneamente nero, bordato di giallo; presenta una macula basale
relativamente corta, che non raggiunge i lobi laterali, con due lunule di colore blu
iridescente, talora con sfumature bruno-rossicce. La cavità stigmatica è delimitata da una
linea trasversale colorata di rosso o bruno. Fiorisce da marzo ad aprile. Distribuzione.
Descritta inizialmente come endemismo del Monte Argentario è risultata presente in mol-
53
te altre località della Toscana sul Gargano e in Sicilia. Habitat. Cresce in ambienti di
gariga e macchia, spesso in presenza di cespugli di ''Rosmarinus officinalis'', con
predilezione per i suoli calcarei asciutti, dal livello del mare sino a 1000 m di altitudine.
51) Ophrys lunulata. Parl. 1838. Galesi. Fior. III-IV. Macchia e gariga.
Endem. Sicilia. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Donnafugata,
Lentini, Acate, Caltagirone, Gela, Palazzolo. Nota. Specie rara, VU,
protetta dall’U.I.C.N. (Unione internaz. per la conservazione della natura).
Descrizione. Ha fusto alto 30-40 cm. Le foglie sono oblungo-lanceolate e inguainano
parzialmente il fusto. L'infiorescenza è lassa e raggruppa da 4 a 14 fiori con sepali
laterali, lanceolati, di colore variabile dal rosa violetto al bianco rosato, con nervatura
centrale verde e petali più brevi e stretti, solitamente di un colore roseo. Il labello è
allungato, trilobato e ricoperto di una peluria vellutata, tranne che nel margine del lobo
centrale che è verde e glabro. La macula al centro del labello è lucida a forma di
mezzaluna (da cui deriva l'epiteto specifico ''lunulata''), da grigio-bluastra a rossastra;
l'apicolo è grande, triangolare, di colore giallo-verdastro. Il ginostemio è perpendicolare al
labello, con apice largo e acuto; la |cavità stigmatica è relativamente stretta, con due
pseudocchi prominenti, neri e lucenti. Fiorisce in marzo-aprile. Riproduzione. Si
riproduce ad opera dell'imenottero ''Osmia kohlii''. La disseminazione è anemocora.
Distribuzione e habitat. È una specie endemica della Sicilia. Descritta nel 1838 da
Filippo Parlatore in provincia di Palermo, l'ofride lunulata è diffusa in tutte le province
dell'isola, nonché nelle isole Eolie. Cresce in ambienti di macchia rada, gariga e prateria
mediterranea, fino ad una altitudine di 1300 m; predilige suoli calcarei asciutti e luminosi.
52) Ophrys lupercalis (Parco Iblei e Vendicari) (Giardina). Gariga, prati
asciutti anche nelle basse montagne. Sicilia.
E’ una pianta relativamente bassa che raggiunge i 30 cm di altezza, con un
infioriscenza di 2-9 fiori, che cresce nei luoghi incolti e nelle radure, e, come la
precedente non è difficile avvistarla a bordo strada. Molti esperti ritengono che la Ophrys
lupercalis sia un sinonimo della Ophrys fusca, altri che sia una specie diversa
caratterizzata da una fioritura anticipata che va da dicembre a tutto gennaio. Come
caratteristiche è quasi del tutto simile alla Ophrys fusca. Quasi in contemporanea con la
Barlia robertiana si può assistere alla fioritura di questa prima. Il nome specifico
(lupercalis) prende riferimento da Luperco, protettore del bestiame dagli attacchi del
lupo, e da un antica festa dell’epoca romana che ricadeva proprio nel periodo di fioritura
di questa orchidea, il 14 febbraio, data scelta perché questo era il culmine del periodo
invernale nel quale i lupi, affamati, si avvicinavano agli ovili minacciando le greggi.
53) Ophrys lutea. Cav. 1793 Galesi. Fior. III-IV. Ampelodesmeti e ulivi
abbandonati. Stenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande,
Chiaramente, Monterosso, Buscemi, Buccheri, Vizzini, Melilli, Lentini,
Acate, Gela, Palazzolo. Nota. Specie comune, variabile per la dimensione
dei fiori e la ginocchiatura del labello.
L'ofride gialla è una pianta appartenente alle Orchidaceae. L'epiteto specifico deriva dal
latino luteus = "giallo", colore dominante del labello. Descrizione. È una pianta alta 10-30
cm, con foglie inferiori corte, disposte a rosetta, e brattee verdi-giallastre, larghe.
L'infiorescenza raggruppa da 2 a 7 fiori con sepali e petali di colore verde-giallastro. Il
labello è trilobato, ovato, concavo alla base e convesso al centro, con lobo mediano
bilobo, vellutato, con un ampio margine glabro di colore giallo e una macchia bruna al
centro, che presenta un disegno a forma di farfalla di colore grigio-bluastro. Il ginostemio
54
è corto, con apice ottuso. Fiorisce dalla fine di febbraio a fine maggio. Riproduzione. Si
riproduce ad opera di diverse specie di api del genere ''Andrena'', tra cui ''Andrena
cinerea''. Diffusione. È ampiamente diffusa nei paesi del bacino del Mediterraneo ma
anche nelle regioni atlantiche dell'Europa meridionale. In Italia]] è presente in molte
regioni fra cui la Sicilia. Habitat. Creasce negli ambienti di prateria e gariga, sino ai 1400
m di altitudine, prediligendo i suoli calcarei soleggiati. Tassonomia. Secondo una recente
revisione le sottospecie riconosciute sono quattro: ''Ophyrs lutea'' subsp. ''lutea''; Oprys
lutea subsp. ''melena'' - endemica della Grecia, si differenzia per il labello bruno, ad
eccezione dello specchio e del margine giallo; Ophrys lutea '' subsp. ''minor''- ha fiori più
piccoli (8-12 mm), con la colorazione brunastra del labello che si prolunga e si biforca
verso l'apice. Sinonimo (tassonomia). Sinonimo: ''Ophrys sicula''; Ophrys lutea subsp.
''phryganae'' - si differenzia per i fiori più piccoli (10-15 mm) e l'infiorescenza più lassa, e
per la netta ginocchiatura del labello nella sua porzione prossimale. Sinonimo: ''Ophrys
phryganae.
54) Ophrys lutea ssp. minor Sin.: Ophrys sicula. Fioritura: febbraio –
maggio. Brullo… Circum-Medit.
55) Ophrys lutea ssp. murbeckii (Brullo…) Circum-Medit.
E’ considerata un sinonimo di O. sicula.
56) Ophrys mirabilis Geniez & Melki. Galesi. Endem. Sicilia centr. e
sudor. Rinv.: Sortino e diga di S. Rosalia, dove nel 1996 sono stati
rinvenuti più di 200 individui! Nota. Specie rarissima, minacciata di
estinzione, da proteggere.
Tassonomia. Questa rara orchidea, , è stata trovata per la prima volta nel territorio di
Carini dal botanico Michele Lojacono Pojero e descritta erroneamente, come ''Ophrys
atlantica''. Dopo molti anni fu riscoperta nel 1991 da Geniez P. & Melfi F. e da Mathè H.
nel 1994. Geniez e Melki che la battezzarono come ''Ophrys mirabilis'', appartenente al
gruppo di ''Ophrys fusca'' (cfr. N. Gaudioso, 1997, cit.; Maranzano S.G e Marchiano V.J.
Storia della bella e misteriosa Ophrys mirabilis Geniez & Melki. GIROS Notizie 2006;
31: 10-11).
Descrizione. Si tratta di un'entità appartenente al gruppo di ''Ophrys fusca'', il cui
principale carattere distintivo è dato dall'assenza di solco mediano alla base del labello. È
una neofita bulbosa con fusto alto 12-22 cm. L'apparato radicale è costituito da 2
rizotuberi rotondeggianti, uno più grande (12 mm) e l'altro più piccolo (8 mm). Le foglie
basali, in numero di 3-5, sono lanceolate e disposte in rosetta basale, le caulinari, 1 o 2,
inguainano il fusto; spesso, nel periodo della fioritura, si trovano completamente secche.
L'infiorescenza è lassa, con 2-6 fiori con sepali di colore verde-giallastro, i laterali aperti
e con estremità piuttosto acute, il mediano curvato sopra il ginostemio; i petali, dello
stesso colore dei sepali, hanno margine debolmente ondulato, di colore giallo-bruno. Il
labello, che come detto è privo di solco basale mediano, è rettilineo, lungo non oltre 19
mm e largo circa 10 mm, ed è ricoperto da una fitta peluria bruno-violacea; i lobi laterali
sono piuttosto piccoli, nettamente distaccati dal lobo mediano che si presenta cuneiforme
o arrotondato all'estremità; la macula è bilobata, di colore dal blu-grigiastro al rossoviolaceo; il margine è glabro, di colore giallo-bruno. La cavità stigmatica è molto ampia,
quasi sferica. Fiorisce da aprile a maggio. Riproduzione. Lo specifico insetto
impollinatore, probabilmente un imenottero apoideo del genere ''Andrena'', non è stato
ancora individuato. Distribuzione e habitat. È stata rinvenuta in altri luoghi della Sicilia,
e nella primavera del 2010 anche sui Monti Climiti, nel territorio di Melilli (Zimmitti A.,
Una nuova stazione di Ophrys mirabilis nel territorio ibleo (Sicilia sud-orientale), GIROS
55
Notizie, 2011; 48: 63-65). Recentemente è stata segnalata anche in Nord Africa. Cresce in
prati aridi ad ''Ampelodesmos mauritanicus'', con predilezione per i terreni calcarei
esposti a nord, da 300 a 800 m di altitudine.
57) Ophrys oxyrrhynchos biancae (Tod.) Galesi, Cristaudo & Maugeri,
2004. Cespuglietti, pascolo e uliveti abbandonati. Endem. Sicilia. Rinv.:
Vittoria, Niscemi, Cava Grande,
Monterosso, Buscemi, Buccheri,
Caltagirone, Acate, Gela, Palazzolo.
Descrizione. È una pianta alta 10-15 cm. Ha sembianze in comune con ''Ophrys
oxyrrhynchos'' e ''Ophrys tenthredinifera'' e secondo alcuni potrebbe aver avuto origine da
un'ibridazione naturale tra le due specie. La infiorescenza contiene da 4 a 10 fiori piccoli,
con sepali bianco-rosati, talora con sfumature verdi e petali triangolari, in genere dello
stesso colore dei sepali oppure giallastri. Il labello è trapezoidale, chiaro e villoso al
margine, rosso-brunastro al centro, ove è presente una piccola macchia lucida grigioviolacea, a forma di H o di farfalla, con un margine chiaro; l'appendice apicale è grande,
giallo-verdastra, romboidale o tridentata, curva verso l'alto. Il ginostemio, lungo 5-6 mm,
ha un rostro acuto. Fiorisce in marzo-aprile. Distribuzione e habitat. È una sottospecie
endemica della Sicilia, diffusa sia nella Sicilia orientale che in quella occidentale. Cresce
fino a 700 m di altitudine, predilige praterie e garighe con suoli calcarei.
Tassonomia. Questa entità è stata descritta per la prima volta sotto il nome di ''Ophrys
discors'' dal botanico avolese Giuseppe Bianca (1801-1883), il quale comunicò la
scoperta a Todaro e a Gussone che la riportarono nelle loro opere sulla Flora sicula. Una
recente revisione ha riclassificato l'entità come sottospecie di 'Ophrys oxyrrhynchos'',
''Ophrys oxyrrhynchos'' subsp. ''biancae''.
58) Ophrys pallida Raf., 1810. Brullo…. Sudmediterranea e Sicilia. VU-
lnerabile. Giardina. Prati e radure dei querceti nelle colline.
L'Ofride pallida è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, endemica
della Sicilia. Descrizione. Ha fusto eretto, alto 10-25 cm. e brattee più lunghe dell'ovario.
L'infiorescenza è pauciflora, con 2-6 fiori di piccole dimensioni; i sepali laterali,
biancastri con sfumature verdi o rosate, sono ellittici mentre il sepalo centrale è ricurvo in
avanti; i petali sono corti, tronchi all'apice, di colore dal biancastro al verdastro. Il labello
è trilobato, fortemente genicolato alla base e ulteriormente piegato all'indietro nella parte
apicale; è di colore bruno, vellutato, con specchio glabro alla base del lobo mediano, di
colore grigio-biancastro con riflessi bluastri, diviso da un solco centrale profondo; i lobi
laterali sono piccoli e ripiegati all'indietro. Il ginostemio è corto e ottuso. Fiorisce da
marzo a maggio. Riproduzione. Si riproduce ad opera dell'imenottero ''Andrena orbitalis'.
Distribuzione e habitat. ''O. pallida'' è un raro endemismo siculo. In passato la si
etichettava come endemismo siculo-sardo ma la sua presenza in Sardegna è stata smentita.
Predilige i pascoli magri, le garighe, le aree soleggiate dei boschi con terreno calcareo, da
200 sino fino a 1100 m di altitudine. Cfr. AA.VV., Piano forestale regionale, Azienda
Forestale della Regione Siciliana, 2003.
59) Ophrys sphegodes panormitana (Tod.) Kreutz, 2004). Brullo….
Endemica Sicilia. VU. Giardina. Gariga, prati asciutti, cespuglietti. Cava
Grande. Chiaramente, Caltagirone. Valle Ippari.
Descrizione. È alta 15-40 cm. Ha foglie verdi lanceolate. I fiori, da 2 a 10, sono riuniti
in infiorescenze lasse. I sepali sono bianchi o gialli con una o più venature verdastre
(raramente rosa); i petali, glabri, sono giallastri con sfumature ocra verso il margine. Il
labello è trilobato, da ovale a quadrangolare, di colore da bruno-rossiccio a nerastro, con
piccole gibbosità basali e una senza pelosità submarginale; la macula è lucida, nero-blu-
56
astra, a forma di H; la cavità stigmatica è anch'essa brunastra, con pseudo-occhi grigioverdastri; il ginostemio è corto, con masse polliniche sono di colore giallo. Fiorisce in
gennaio-marzo. Riproduzione. Si riproduce ad opera imenotteri del genere ''Andrena''
(''Andrena toracica, A. thoracica'' e ''A. florentina'') (GIROS|p.218. Tassonomia. La
posizione tassonomica di questa entità è ancora controversa. Alcuni autori la considerano
una forma di ''O. exaltata''.
60) Ophrys passionis garganica Giardina.
Ophrys passionis Sennen ex Devillers-Tersch. & Devillers, 1994 è una pianta
appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, in passato nota anche come Ophrys
garganica. Descrizione. È alta fino a 50 cm. Le radici sono fascicolate e secondarie da
bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi. La
parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e
arrotondati; la parte aerea è breve ma piuttosto slanciata, semplice ed eretta. Sono
presenti poche foglie radicali a forma oblungo-lanceolata, ad apice acuto mucronato. Sulla
pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie
di tipo parallelinervie). Quelle cauline sono progressivamente più ridotte a portamento
amplessicaule e simili a brattee. L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o
politelica) del tipo spiciforme con pochi fiori sessili. Questi ultimi sono posti alle ascelle
di brattee a forma lineare-lanceolata con una scanalatura centrale; sono lunghe come o più
dell'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è
volto in basso.
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente pentaciclici; perigonio a 2 |verticilli di tepali, 2
verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo (Pignatti, Vol. 3 pag. 700). Fioritura: fine Primavera, inizio Estate. Il perigonio è
composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni). Tutti i tepali sono
glabri e terminano con un apice ottuso. I tre segmenti esterni sono patenti a forma
oblunga, sono piani e lievemente carenati. Quello mediano è spesso lievemente ricurvo in
avanti. I due tepali intern sono sempre a forma oblunga appena più stretti, disposti in
modo alternato a quelli esterni e con i bordi smarginati o increspati. Colore dei tepali
esterni: verde chiaro quasi brillante. Colore dei tepali interni: giallastro, bruno-rossastro ai
margini. Il labello è ampio, carnoso e pubescente; si presenta con un portamento pendente
e con margini incurvati. La forma è quasi rotondeggiante e intera (i lobi laterali sono quasi
inesistenti); tutto il bordo del labello è percorso da una striscia più chiara. In questa specie
non è presente lo sperone e neppure gibbosità nella zona centrale del labello. Colore del
labello: bruno-purpureo scuro, più chiaro ai bordi; al centro è presente una macchia più
chiara fosco-violacea o rosso-brunastra a forma di “H” con le “gambette” allungate;
mentre nella parte alta la macchia si dirama ai lati del labello. Dimensione del labello:
larghezza 16 mm; lunghezza 14 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in
realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo
e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo
è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si
trova nelle due logge dell'antera; queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata
retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre
i retinacoli sono protetti da due borsicole. L'ovario, sessile in posizione infera è formato
da tre carpelli fusi insieme (Pignatti, Vol. 3 pag. 7009. L'ovario non è contorto. Il frutto è
una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi
sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto
formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize
endotrofiche. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche so-
57
sostanze di riserva per una germinazione in proprio. (Strasburger|vol. 2 - pag. 808). Le
radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali
posizionate nella parte superiore dei bulbi. La parte ipogea del fusto è composta da due
tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondati; la parte aerea è breve ma piuttosto slanciata,
semplice ed eretta. Sono presenti poche foglie radicali a forma oblungo-lanceolata, ad
apice acuto mucronato. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele
disposte longitudinalmente (parallelinervie). Quelle cauline sono progressivamente più
ridotte a portamento amplessicaule e simili a brattee. L'infiorescenza è “indefinita” (senza
fiore apicale) del tipo spiciforme con pochi fiori sessili. Questi ultimi sono posti alle
ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata con una scanalatura centrale; sono lunghe
come o più dell'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il
labello è volto in basso.
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici; perigonio a 2 verticilli
di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1
verticillo dello stilo (Pignatti |Vol. 3 pag. 700). Fioritura: fine Primavera, inizio Estate.
La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via sessuata grazie
all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata
dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume). La disseminazione è di
tipo anemocora; per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione
vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui
(l'altro bulbo generalmente è di riserva). L'impollinazione avviene tramite un maschio di
imenottero del genere ''Andrena'' che crede di riconoscere nella figura disegnata sul
labello una propria femmina e quindi tenta una copulazione col solo risultato di trasferire
il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo emesso dall'orchidea imita i
ferormoni dell'insetto femmina
per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento. Questo fiore è privo di
nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa
specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli. Inoltre dal momento che
l'insetto è attratto solamente da una specifica femmina (e quindi da una specifica orchidea)
si evitano così sterili impollinazioni. Distribuzione. Il tipo corologico di questa specie è
''Euri-mediterraneo''. In Italia era considerata in passato un endemismo del Gargano, ma è
presente in realtà in buona parte dell'Italia centrale e meridionale oltreché in Sicilia e
Sardegna.
L'habitat tipico per questa orchidea sono i prati aridi, le garighe e le zone incolte in
generale da 0 a 800-1000. Tassonomia. Questa entità è stata a lungo classificata come
''Ophrys garganica'' o come ''Ophrys sphegodes'' subsp. ''garganica'', e di recente come
identica all’''Ophrys passionis'' (GIROS 2009, p.224).
61) Ophrys passionis subsp. passionis Sennen ex Devillers-Tersch. &
Devillers, 1994. Sin.: Ophrys sphegodes subsp. garganica O. et
E.Danesch. Fioritura: marzo – maggio (in Orchidee di Cava Grande… in
internet).
Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali
posizionate nella parte superiore dei bulbi.
La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi. La parte epigea: la parte
aerea del fusto è breve ma piuttosto slanciata, semplice ed eretta. Sono presenti poche
foglie radicali a forma lanceolata, ad apice acuto |(mucronato). Sulla pagina fogliare sono
presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (parallelinervie). Quelle
cauline sono progressivamente più ridotte a portamento amplessicaule e simili a brattee.
58
L'infiorescenza e fiori come in O. passionis. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3
tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni). Tutti i tepali sono glabri e terminano con un apice
ottuso. I tre segmenti esterni sono patenti a forma oblunga, sono piani e lievemente
carenati. Quello mediano è spesso lievemente ricurvo in avanti. I due tepali interni (il
terzo, il labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono sempre a forma oblunga appena più
stretti, disposti in modo alternato a quelli esterni e con i bordi smarginati o increspati.
Colore dei tepali esterni: verde chiaro quasi brillante. Colore dei tepali interni: giallastro,
bruno-rossastro ai margini. Il labello (la parte più vistosa del fiore) è ampio, carnoso e
pubescente; si presenta con un portamento pendente e con margini incurvati. La forma è
quasi rotondeggiante e intera (i lobi laterali sono quasi inesistenti); tutto il bordo del
labello è percorso da una striscia più chiara . In questa specie non è presente lo sperone e
neppure gibbosità nella zona centrale del labello. Colore del labello: bruno-purpureo
scuro, più chiaro ai bordi; al centro è presente una macchia più chiara fosco-violacea o
rosso-brunastra a forma di “H” con le “gambette” allungate; mentre nella parte alta la
macchia si dirama ai lati del labello. Dimensione del labello: larghezza 16 mm; lunghezza
14 mm. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera
fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e lo stigma e forma una specie
di organo colonnare chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro
del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera,
queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (retinacolo). I pollinii sono inseriti su due
retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due
borsicole. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme.
L'ovario non è contorto. Fioritura: fine Primavera, inizio Estate. Il frutto è una capsula.
Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di
endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da
poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo
significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di
funghi micorrizici. Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche
sostanze di riserva per una germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta
avviene come nelle altre Ophrys. Distribuzione. Il tipo corologico di questa specie è
Euro-mediterraneo. In Italia era considerata in passato un endemismo del Gargano, ma è
presente in realtà in buona parte dell'Italia centrale e meridionale oltreché in Sicilia e
Sardegna. L'habitat tipico per questa orchidea sono i prati aridi, le garighe e le zone
incolte in generale da 0 a 800-1000 m s.l.m..
62) Ophrys provincialis (Baumann & Kunkele) Paulus , 1988.
Questa Ophrys è molto simile all’o. aranifera. E’ endemica del Sud della
Francia dal Gard alle Alpi marittime. Si riconosce principalmente dal suo
labello scuro, che ha una macchia azzurrognola bordata di bianco e nella
base rossastro in contrasto col resto del labello. I pseudo-occhi sono
generalmente cerchiati di bianco. Questa specie sembra tuttavia
relativamente difficile da distinguere dall’Ophrys passionis.
63) Ophys pseudobertolonii ssp. bertoloniiformis (W. & C. Medit.).
Brullo… Endemica Italia centromeridionale e Sicilia
64) Ophrys rosea (Albo Delpinoa, p. 322) Sin. O. tentedriniphera
65) Ophrys sabulosa (Giardina)
Ophrys fusca subsp. sabulosa (Paulus & Gack ex P.Delforge) Kreutz, 2004 è
una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, endemica della Sicilia.
59
Descrizione. È una pianta erbacea geofita bulbosa, con fusto alto sino a 25-30 cm.
Presenta 3-5 foglie disposte in rosetta basale e 2 foglie cauline lanceolate.L'infiorescenza,
abbastanza lassa, è formata da 3 a 8 fiori con sepali grandi, ovali, giallo-verdastri, il
dorsale arcuato in avanti sul ginostemio, e petali di colore giallastro, mediamente più
piccoli dei sepali. Il labello è bruno e pubescente, trilobato, bordato da un margine glabro
di colore giallo vivo. Presenta una marcata scanalatura centrale e una macula ampia,
bilobata, di colore da grigiastro a bluastro. I lobi laterali sono arrotondati e ripiegati
all'indietro. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce per impollinazione entomofila ad
opera dell'imenottero apoideo Andrena sabulosa (Andrenidae), a cui deve il suo epiteto
specifico. Questa specie è endemica della Sicilia. Cresce su prati aridi e garighe, da 0 a
1300 m di altitudine. Tassonomia. O. fusca subsp. sabulosa fa parte del gruppo Ophrys
funerea della sezione Pseudophrys.
Pierre Delforge ha descritto una entità molto simile, presente in Sicilia nel siracusano, da
lui battezzata Ophris gackiae, che si differenzia da questa sottospecie per una minore
altezza (10-20 cm), un labello più piccolo ed una fioritura anticipata di circa due
settimane; l'insetto impollinatore di questa entità sarebbe Andrena florentina. Secondo
alcuni autori tale entità andrebbe posta in sinonimia con O. fusca subsp. sabulosa.
66) Ophrys sicula Tineo. Galesi. Fior. III-IV. Cespugliet, pascolo e
uliveti abbandonati. Stenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Pantalica,
Pedagaggi, Chiaramonte, Monterosso, Caltagirone, Acate, Gela, Palazzolo.
Sin.: Ophrys lutea var. minor (Todaro) Gussone; Ophrys lutea ssp. minor
(Todaro) O. Danesch & E. Danesch; Ophrys Fleischmann & Bornmúller)
H.F. Paulus & Gack; Ophrys galilaea ssp. murbeckii (H. Fleischmann) Del
Prete.
Biologia. Pianta a fioritura (marzo-maggio), la troviamo negli incolti aridi, garighe
costiere, cespuglieti, su substrato alcalino; impollinata da apidi solitari del genere
Andrena, insetti che nidificano nel terreno.
Descrizione. Piantina gracile, tuberosa di 10-20 cm d'altezza con spiga breve a 2-8 piccoli
fiori con i tepali esterni ovato-triangolari, verde-giallognolo di 612x3-7 mm e margine
debolmente revoluto, gli interni giallognoli di 4,5-7x1-2,5 mm. Labello orizzontale,
rilevato longitudinalmente e portamento orizzontale, lungo 8-13 mm e largo 7-12 mm,
margine giallo glabro, concavo, della larghezza di 2 mm circa con uno specchio lucido
grigiobruno, e con nella parte apicale, una piccola `V' rovesciata dello stesso colore dello
specchio. Distribuzione. Bacino Mediterraneo, manca in Francia e penisola Iberica.
67) Ophrys speculum Link, 1800. Galesi. Fior. III-IV. Cespugliet, e
colture abbandonate. Stenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi, Cava Grande,
Buccheri, Buscami, Vizzini, Pantalica, Pedagaggi, Chiaramonte,
Caltagirone, Acate, Gela, Palazzolo.
L'ofride specchio è una pianta erbacea geofita bulbosa, alta 5-20 cm, con foglie inferiori
ovato-lanceolate, disposte a rosetta, e foglie superiori avvolgenti e brattee larghe e
concave. L'infiorescenza raggruppa da 2 a 8 fiori con sepali laterali divergenti, di colore
verdastro con striature brune e sepalo mediano oblungo, con apice tondo, di colore bruno;
i petali sono corti, pubescenti, di color porpora. Il labello è trilobato, bordato da una fitta
peluria bruno-rossastra; il lobo mediano più grande, ovato, è quasi interamente occupato
da una macula argenteo-bluastra bordata di giallo, che costituisce l'elemento distintivo
della specie, mentre i lobi laterali sono lanceolati, giallo-rossastri. Il ginostemio, nascosto
dai sepali, è corto e con apice arrotondato. Fiorisce da marzo ad aprile. Si riproduce pre-
60
valentemente per impollinazione entomofila, ad opera dell'imenottero vespoideo
Dasyscolia ciliata. I maschi di questa specie sono attratti sia dal mimetismo sessuale del
labello, che con la sua pelosità ricorda loro l'addome della femmina, ma soprattutto grazie
alla produzione di sostanze volatili simili ai feromoni delle femmine. Nelle aree in cui
l'insetto pronubo è assente, può riprodursi per moltiplicazione vegetativa. Distribuzione.
È una specie mediterranea. In Italia è comune in Sicilia e Sardegna, rara nel resto della
penisola. Habitat. Cresce in ambienti di prateria mediterranea, gariga e macchia aperta,
con predilezione per i terreni calcarei, da 0 a 1.200 m di altitudine. L'inquadramento
tassonomico di questa specie è stato a lungo fonte di controversie. La controversia è
legata, almeno in parte, alla esistenza di tre distinte sottospecie, da alcuni autori elevate al
rango di specie a sé stanti:
68) Ophrys sphegodes. Miller 1768. Galesi. Fior. III-IV. Cespuglieti e pa-
scolo. Euromedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi,
Chiaramonte, Caltagirone, Gela, Palazzolo.
Buccheri,
Buscami,
Ofride verde-bruna. Etimologia. La denominazione scientifica attualmente accettata di
questa orchidea (Ophrys sphegodes) è stata proposta dal botanico scozzese Philip Miller
(1691 – 1771). È una pianta erbacea alta 15 - 50 cm. Le radici sono fascicolate e
secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore
dei bulbi. La parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma
ovoidale. La parte aerea è breve ma piuttosto slanciata, semplice ed eretta. Il colore è
verde. Sono presenti poche foglie radicali (massimo 5) a forma oblungo-lanceolata, ad
apice acuto (mucronato) e ripiegate a doccia. Sulla pagina fogliare sono presenti delle
nervature parallele disposte longitudinalmente. Quelle cauline sono progressivamente più
ridotte a portamento amplessicaule e simili a brattee. Dimensione delle foglie: 5 - 15 mm.
L’infiorescenza è “indefinita” del tipo spiciforme con pochi fiori (da 4 a 10 e ben
spaziati) sessili. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata
con una scanalatura centrale; sono lunghe come o più dell'ovario. I fiori inoltre sono
resupinati, ruotati sotto-sopra; in questo caso il labello è volto in basso. I fiori sono
ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2
verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello
stilo)[2]. Dimensione dei fiori: 15 – 20 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3
tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). Tutti i tepali sono glabri e terminano
con un apice ottuso. I tre segmenti esterni sono patenti a forma oblunga e piani. Quello
mediano è spesso lievemente ricurvo in avanti. I due tepali interni sono più piccoli (sono
lunghi 2/3 di quelli esterni) sempre a forma oblunga, disposti in modo alternato a quelli
esterni e con i bordi smarginati o increspati. Colore dei tepali esterni: verde chiaro quasi
brillante. Colore dei tepali interni: giallastro, bruno-rossastro ai margini. Il labello è
ampio, carnoso e pubescente; si presenta con un portamento pendente e con margini
incurvati. La parte terminale è formata da vari lobi appena evidenti; quello centrale, il più
grande, è a sua volta suddiviso in due parti. In questa specie non è presente lo sperone,
sono presenti invece delle lievi gibbosità nella zona centrale del labello. Colore del
labello: bruno (ai bordi è inoltre vistosamente pubescente/vellutato), con macchie lucide
più chiare al centro (dal viola al blu) e disegni simili all'addome di un insetto (macchie
scure a forma di “H” o “X” contornate da linee bianche). Ginostemio: lo stame con le
rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è
concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare
chiamato "ginostemio". Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline
ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge sono inseriti su due retinacoli
distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole.
61
L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme[7]. L'ovario non è
contorto. Fioritura: da marzo a giugno; è un'orchidea a fioritura precoce. Il frutto è una
capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono
privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto
formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize
endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere
infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo
è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una
germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via
sessuata; alcuni studi hanno dimostrato che il profumo che emana l'orchidea Ophrys
sphegodes è simile all'odore delle giovani vergini di Andrena nigroaenea. Sono stati
segnalati comunque altri imenotteri collegati a questa orchidea: Colletes cunicularius,
Xylocopa iris e altre specie del genere Andrena (A. tibialis, A. fulvata). Questo fiore è
privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna
ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra i “fiori ingannevoli”. per via
vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può
emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui. La disseminazione è di
tipo anemocora. Distribuzione: il tipo corologico (area di origine) è Euri-mediterraneo; è
una pianta diffusa in tutta la penisola italiana (isole comprese);. L'habitat tipico per
questa orchidea sono i prati aridi, le garighe e le zone incolte in generale; ma anche zone
pietrose e margini erbacei dei boschi. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi
valori nutrizionali del terreno che deve essere secco. Piani collinari e in parte montani,
fino a 1200 m.
69) Ophrys sphegodes subsp. panormitana (Tod.) Kreutz, 2004.
Endemismo siculo. Fioritura: marzo – giugno. (in Orchidee di Cava
Grande.. internet)
L'Ofride palermitana (Ophrys sphegodes panormitana (Tod.) Kreutz, 2004) è una pianta
appartenente alla famiglia delle Orchidaceae, endemica della Sicilia. È una pianta erbacea
geofita bulbosa, alta 15-40 cm. Ha foglie verdi lanceolate. I fiori, da 2 a 10, sono riuniti in
infiorescenze lasse. I sepali sono bianchi o gialli con una o più venature verdastre
(raramente rosa); i petali, glabri, sono giallastri con sfumature ocra verso il margine. Il
labello è trilobato, da ovale a quadrangolare, di colore da bruno-rossiccio a nerastro, con
piccole gibbosità basali e una senza pelosità submarginale; la macula è lucida, nerobluastra, a forma di H; la cavità stigmatica è anch'essa brunastra, con pseudo-occhi grigioverdastri; il ginostemio è corto, con masse polliniche sono di colore giallo. Cresce, su
terreni prevalentemente calcarei, in ambienti di prateria mediterranea e gariga.
70) Ophrys tenthredinifera Willdenow 1805. Fioritura: marzo -
maggio. Galesi. Fior. III-IV. Arbusteti. Euromedit. Rinv.: Vittoria,
Niscemi, Cava Grande, Buccheri, Buscami, Chiaramonte, Caltagirone,
Gela, Acate.
È una pianta erbacea alta da 5 a 25 cm, con foglie basali ovato-lanceolate, disposte a
rosetta, e brattee larghe, sfumate di rosa. L'infiorescenza raggruppa da 2 a 10 fiori. I
sepali sono di colore dal bianco al rosa, con una sfumatura mediana verde. I petali più
piccoli e più scuri, sono cuoriformi, pubescenti. Il labello è giallo-brunastro, villoso e di
colore più chiaro al margine, con un disegno centrale a forma di U o di H, bruno con
margini bianchi; l'apice è globoso, ottuso, ricoperto da fine peluria. Il ginostemio è corto
con apice ottuso. La cavità stigmatica è ampia, di colore bruno scuro. Si riproduce per
impollinazione entomofila ad opera di imenotteri apoidei del genere Eucera (E. algira, E.
nigrilabris). Diffusa nell'Europa meridionale. In Italia è presente su tutto l'Appennino, in
62
Sicilia e Sardegna. Cresce in praterie e garighe, fino a 1200 m di altitudine.
71) Ophrys tricolor Desf. ex Nyman 1882. Giardina.
72) Ophrys vernixia (Maugeri, Cristaudo)
Pianta alta da 5 a 20 cm. Scapo flessuoso. Foglie. Le inferiori grandi lanceolate, le
superiori avvolgenti lo scapo. Infiorescenza A spiga lassa. Brattee Lunghe , talvolta più
dell’ovario. Fiori Grandi. Tepali esterni giallo - verdastri, i laterali con bande brunastre.
Tepali interni molto più corti e vellutati per la presenza di peluria; Il mediano ricurvo sul
ginostemio; labello grande, trilobo con al centro una grande macchia azzurra, orlato di
fitta peluria. Habitat Molto diffusa lungo le cunette stradali e nei pascoli. Vegeta anche
oltre i 1000 m Paricolarità Viene impollinata da un apide che mostra una enorme
somiglianza con il labello.
ORCHYS
Orchis L., 1753 è un genere di piante appartenente alla famiglia delle
Orchidacee, il cui nome deriva dal greco όρχις = testicolo, per via dei
rizotuberi appaiati e di forma arrotondata che si presentano in alcune
specie. Descrizione. L'apparato radicale è costituito da 2 o 3 rizotuberi di
forma tondeggiante o, raramente, appena bilobata. Il fusto è eretto;
presenta da 2 a 9 foglie basali, a volte maculate, riunite a rosetta, e 1 o 2
foglie cauline che inguainano il fusto e rivestono l'infiorescenza prima
della fioritura. Il fiore si sviluppa in spighe con sepali tutti uguali, petali
piccoli e labello intero o a tre lobi; è quasi sempre dotato di sperone, con la
sola eccezione della ''Orchis anthropophora''. Il loro colore va dal lilla al
viola, più raramente dal bianco al giallo. I fiori della maggior parte delle
specie di ''Orchis'' non producono nettare (con alcune eccezioni, come
p.es. ''Orchis co-riophora''), ma attraggono le api e i bombi grazie
all'aspetto dei fiori, simile a quello di altre specie nettarifere.
Distribuzione. Le specie appartenenti a questo genere sono orchidee
terricole diffuse in Europa, nel Nord Africa e in Nord America. Tutte
quante le specie di questo genere sono rustiche, in special modo in Italia,
dove altre invece non riescono ad acclimatarsi perché richiedono una
temperatura estiva più fredda. Impollinazione. Quasi tutte le specie di
''Orchis'' sono impollinate da imenotteri della famiglia Apidae. Solo questi
insetti sono in grado di perforare con la ligula lo sperone, avendo così
accesso al nettare (nelle specie in cui esso è presente).
73) Orchis anthropophora (L.) All., 1785. Sin.: Ophrys anthropophorum, Acerass antropophorum. Galesi. Fior. Apr. Mag. Habitat: prati,
macchie, area pascolo; predilige suoli calcarei. Areale: Medit. Atl.
Rinvenuta in molti luoghi degli Iblei. Comune. It. Ballerina. Fioritura:
marzo-maggio. Habitat: prateria mediterranea e garighe, su suoli calcarei.
(Giardina) e in Cava grande internet.
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Etim. L'epiteto specifico deriva dal greco ἄνθρωπος = uomo e φορὸς = che porta, cioè
portatore di uomo, in riferimento alla caratteristica sembianza del labello. Tassonomia.
La specie è stata a lungo attribuita al genere monospecifico ''Aceras'' (dal greco α
privativo e κερας=corno) per il fatto di essere l'unica specie del genere ''Orchis'' priva di
sperone. Recenti studi genetici hanno invece mostrato la sua stretta parentela con ''Orchis
militaris'', con la quale da frequentemente luogo a ibridi. Morfologia. È alta 15-40 cm,
con foglie basali ovato-lanceolate riunite a rosetta e foglie cauline corte e inguainanti il
fusto. I fiori sono riuniti in infiorescenze dense; sepali e petali sono riuniti a formare un
casco di colore giallo-verdastro con bordi rossastri; il labello, trilobato, ha una forma
caratteristica che ricorda la sagoma di un uomo, da cui deriva l'epiteto specifico. Il
ginostemio è corto, con masse polliniche di colore giallo chiaro. Fiorisce da aprile a
giugno. Distribuzione. Questa specie ha un areale atlantico-mediterraneo. In Italia è
presente in quasi tutta la penisola e nelle isole maggiori, rara al nord. Habitat. Predilige i
terreni calcarei in ambienti di prateria ad ''Ampelodesmos mauritanicus'', garighe e nelle
radure, da 0 a 1600 m di altitudine.
74) Orchys brancifortii Biv., 1813 (Giardina)
Etim. L'epiteto specifico è un omaggio a Ercole Branciforti, principe di Butera,
protettore del botanico siciliano Antonino Bivona Bernardi (1770-1837) che descrisse
questa specie nel 1813. È una pianta esile, con fusto alto 10-25 cm. Le foglie basali sono
ellittico-lanceolate, non maculate, le superiori più strette e avvolgenti il fusto, e le brattee
violacee, lanceolate. I fiori, di colore dal rosa al porpora, sono raccolti in dense
infiorescenze ovato-cilindriche. I sepali sono ovati e il mediano è posto verticalmente; i
petali formano un casco attorno al ginostemio. Il labello è trilobato, con lobi laterali
divergenti, molto più stretti di quello mediano. Alla base del labello sono presenti due
piccole macchie violacee. Lo sperone è sottile e filiforme. Ne esiste una forma
apocromatica interamente bianca. Fiorisce da aprile a maggio. Distribuzione. È
endemica della Sardegna, limitatamente ai rilievi calcarei del settore orientale, e della
Sicilia, ove si ritrova sulle catene montuose settentrionali (Madonie e Nebrodi) e, con
stazioni puntiformi, sull'Etna e sugli Iblei. Ne è
nota anche una unica stazione in Calabria, nei pressi di Stilo. Habitat. Cresce nei prati
aridi, nelle garighe e nelle macchie, fino ad una altitudine di 1200 m. Predilige terreni calcarei ed asciutti.
75) Orchys collina Solander Sin. O. saccata Ten. O. a sacco. G. bulb.
Alt. 12-30 cm. Fusto cilindrico, grosso, avvolto dalle guaine fin quasi
all’infiorescenza. Foglie oblanceolate-lineari, acute (1-2,5 x 3-5-7 cm),
generalmente erette. Infior. a 4-15 fiori spaziati, cilindrica, lunga fino a 12
cm; tepali esterni 10-11 mm, eretti, ottusi; tepali interni più brevi e sottili,
pure eretti; labello non lobato, spesso crenulato, circa tanto lungo che largo
(10 mm); sperone saccato 3 x 6-7 mm; sepali bruno-verdastri, labello
rosso-violaceo spinoso. Prati aridi e garighe (0-500)” (Pignatti). Galesi.
Fior II-III. Colture abbandonate. Stenomedit. Rinv.: Vittoria, Niscemi,
Cava Grande, Licodia, Lentini, Augusta, Caltagirone, Acate, Gela.
76) Orchys commutata. Sinonimi Neotinea commutata - Neotinea
tridentata - Orchis tridentata Scop. subsp. commutata (Tod.) Nyman. Galesi. Fior
III-IV. Cespuglietti, garighe, prati. Endemica Sicilia Rinv.: Vittoria,
Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Chiaramonte.
Diffusa nella Sicilia occidentale.
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Nome volgare: Orchide screziata. Morfologia : Geofita bulbosa perenne alta 14-45 cm;
foglie basali ampie, le cauline più strette; brattee uninervie lunghe come l'ovario o poco
più brevi; infiorescenza con fiori ravvicinati, globosa; tepali esterni conniventi e formanti
un casco insieme a quelli interni, stretti, lunghi ed acuminati, di colore roseo-violaceo con
nervature più scure; labello trilobo rosa-violaceo chiaro, ornato da numerosi punti
porporini; lobi laterali divaricati; il mediano più lungo, a sua volta diviso in due lobi
uguali, spesso separati da un dente; sperone lungo come l'ovario, arcuato verso il basso,
con apice leggermente conico.
Neotinea commutata (Sin.) (Tod.) R.M.Bateman, 2003 , Pridgeon & M.W.Chase 1997.
Specie quasi completamente uguale a Orchis tridentata Scop., dalla quale si differenzia
per l'infiorescenza più conica, i fiori più grandi, i tepali leggermente più lunghi ed
acuminati e per il numero cromosomico doppio, e della quale è vicaria per il territorio
dell'isola. Predilige i suoli calcarei, da 0 a 1500 m di altitudine. Tassonomia. Questa
specie, descritta per la prima volta nel 1842 dal botanico siciliano Agostino Todaro
(1818-1892) con il nome di Orchis commutata, fu successivamente declassata, nel 1882,
al rango di sottospecie come Orchis tridentata subsp. commutata. Nel 1997 ne è stato
proposto lo spostamento all'interno del genere Neotinea come Neotinea tridentata subsp.
commutata. Recenti studi filogenetici hanno evidenziato significative differenze tra N.
tridentata e N. commutata, sancendo nuovamente la elevazione di quest'ultima al rango di
specie a sé stante.
Orchis tridentata Scop. 1772. Etimologia: riferita alle tre punte acuminate del casco.
Distribuzione: euromediterranea a baricentro orientale, dai Pirenei alla Germania e al
Caucaso. In tutte le regioni italiane. Habitat: praterie, garighe, macchie e boschi radi
pref. su terreni calcarei, fino >1600 m di quota. Fioritura: IV-VI. Caratteri essenziali.
Fusto gracile e angoloso in alto, pianta slanciata h.15-40 cm. Foglie ovate-lanceolate, le
basali 3-5 in rosetta, 1-2 erette. Brattee subuguali all’ovario. Infiorescenza breve,
inizialm. conica, poi subglobosa; fiori bianco-rosei striati di porporino. Perianzio:
casco ovoide con punte acuminate e divergenti; sepali lanceolati, petali linearilanceolati. Labello piano, lungo come il casco, lobi laterali aperti e più brevi del
mediano, appena bilobato e spesso con dentino centrale.
Sperone subuguale all’ovario e rivolto in basso. Osservazioni: Impollinata da Imenotteri
e Coleotteri. Le popolazioni siciliane differiscono dal tipo, non tanto per la morfologia
(infiorescenza più conica e fiori più grandi, con tepali più lunghi e acuminati), quanto per
il numero cromosomico: 2n = 84: per questa ragione alcuni le hanno considerate una
nuova specie: N. commutata (Tod.) R.M.Bateman 2003 (bas.: Orchis commutata Tod.),
considerandola la vicariante sicula di N. tridentata. Questo inquadramento però non
sembra trovare recenti conferme: se proprio non si vuole far rientrare le popolazioni
siciliane nella variabilità del tipo, ci sembrerebbe più appropriato inquadrarle nel rango
sottospecifico: subsp. commutata (Tod.) R.M.Bateman, Pridgeon & M.W.Chase 1997,
oppure varietale: var. commutata (Tod.) Kreutz 2007.
77) Orchys coriophora ssp. fragrans (Pollini) Sudre. (Brullo…). V
Anacamptis coriophora.
Orchide cimicina profumata. Pianta alta 15-35 cm, scapo eretto, verde o sfumato di
porpora in alto, ricoperto di foglie superiori; foglie inferiori lineari- lanceolate, verdi,
canicolate, le superiori più corte, acute, inguainanti lo scapo. Infiorescenza di forma
cilindrica, molto densa, costituita da 15-30 fiori ravvicinati; brattee lenceolate verdastre o
leggermente rosate, con nervatura centrale verdastra. Fiori di colore variabile dal verde al
porpora, con odore intenso di vaniglia sepali e petali saldati tra loro a formare un
cappuccio; labello trilobo con labello mediano più lungo dei laterali che appaiono dentati
al margine; il colore del labello è molto variabile; sprone conico, parallelo e di lunghezza
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uguale all'ovario. Fiorisce aprile - giugno. Prati umidi e suoli calcarei.
78) Orchys fragrans Galesi. Fior IV-VI. Cespuglieti Euromedit. Rinv.:
Cava Grande, Pantano Longarini (Ispica-Pachino). Giardina. V. sopra.
79) Orchys intacta (Albo, Delpinoa, 322) (Giardina). Sin. Neotinea
maculata: v. sopra.
80) Orchys italica Poir. 1798. Galesi Fioritura: marzo-maggio. Habitat:
Cespuglietti, pascolo, ampelodesmeti. Stenomedit. Valle Anapo, Vizzini,
Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Chiaramente, Acate, Gela,
Palazzolo.
L'orchide italica è nota volgarmente come uomo nudo. Come ricorda l'epiteto specifico
è una delle più diffuse orchidee selvatiche in Italia. Deve il nome comune alla forma del
labello del fiore che sembra imitare il corpo di un uomo, compreso il sesso; ma questa
sola caratterizzazione potrebbe portare a confonderla con la Orchis simia; ma si
distingue, principalmente, per avere il labello con i lobi laterali "arricciati" e di colore
porpora abbastanza carico (in contrasto con la rimanente parte che è biancastra. Pianta è
alta da 20 a 50 cm, ma può eccezionalmente arrivare anche ad 80 cm. L'apparato
radicale è costituito da due rizotuberi di forma ovoidale, che possono talvolta essere
suddivisi in due lobi secondari. Le foglie basali, disposte a rosetta, lunghe circa 10 cm,
hanno forma ovata, margini fortemente ondulati e sono talvolta maculate. L'infiorescenza
è densa con fiori color rosa chiaro. I sepali sono rosei con evidenti striature purpuree, i
petali leggermente più scuri. Il labello è trilobato, bianco-rosaceo, punteggiato di porpora,
con lobi laterali sottili e appuntiti e lobo mediano, lungo circa il doppio dei laterali, diviso
in due lacinie lineari-acute tra le quali vi è un'appendice sottile: nell'insieme la forma
ricorda la sagoma di un uomo. Lo sperone è sottile e discendente, leggermente bilobo
all'apice. Ne esiste una forma apocromatica interamente bianca. Fiorisce tra marzo e
maggio. Distribuzione e habitat. Si trova nei paesi del Mar Mediterraneo; in Italia è
diffusa nelle regioni centro-meridionali ed in Sicilia, manca nelle regioni settentrionali ed
in Sardegna. Preferisce i prati aridi, le garighe, la macchia mediterranea o i boschi
luminosi con predilezione per i suoli calcarei, da 0 a 1300 metri sul livello del mare.
81) Orchys lactea Poiret. Galesi. Fior III-IV. Cespuglieti. Stenomedit.
Niscemi, Cava Grande, Monterosso, Buccheri, Buscemi, Vizzini, Melilli.
Nome volgare: Orchide aguzza Morfologia : Geofita bulbosa perenne di piccole
dimensioni (10-20 cm.). Fusto eretto, robusto, rigato. Foglie basali ovato-lanceolate,
quelle caulinari guainanti il fusto. Inflorenzenza ovoidale-cilindrica, compatta, con
numerosi piccoli fiori, o talvolta più o meno lassa e pauciflora. Brattee più corte
dell'ovario, acuminate. Tepali interni ed esterni chiusi a formare un casco, con apici
acuminati, esternamente di colore biancastro con nervature verdi, internamente con
nervature rosso purpuree; labello trilobato, pendulo, leggermente convesso, di colore
bianco rosato, punteggiato da macchioline roseo-purpuree più accentuate sui lobi e più
rade nella parte centrale, lobo mediano a sua volta diviso in due lobi spesso con dente
centrale; sperone cilindrico, ricurvo verso il basso, più corto dell'ovario. Habitat: Prati
magri, garighe, machie. Periodo di fioritura : marzo – aprile.
82) Orchys laxiflora Galesi. Fior IV-VI. Prati umidi. Medit_Atl. Rinv.
Buccheri. Nota. Specie rarissima che deve essere protetta.
Sin. Anacamptis laxiflora (Lam.) R.M. Bateman, Pridgeon & M.W. Chase - Orchide
acquatica, Galletto di palude Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose. Descrizione:
pianta con due tuberi sessili, subglobosi, sormontati da poche radici secondarie, lineari ed
ispessite. Il fusto eretto, robusto, liscio, glabro, angoloso, alto (20)30-60(80) cm, è verde e
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sfumato in alto di porpora scuro, dove porta l'infiorescenza a spiga cilindrica, allungata e
lassa, con 3-10(20) fiori sessili, bratteati e ampiamente distanziati che si aprono dalla base
all'apice. Foglie di colore verde pallido, le basali lunghe anche 25 cm, le cauline
inguainanti il fusto, tutte lineari-lanceolate, strette ed acute, generalmente canalicolate e
con evidenti nervature sulla pagina inferiore. Brattee dell'infiorescenza lanceolato-acute,
violacee, con 5-8 nervature, sono lunghe quanto o poco più dell'ovario del fiore adiacente.
I Fiori di colore porporino violaceo scuro hanno il labello pendulo, trilobo, più largo che
lungo, con il lobo mediano (a volte nullo) più chiaro, bianchiccio nella parte centrale e
raramente puntato di rosso, poco più corto dei laterali che sono, arrotondati, più o meno
crenati e ripiegati longitudinalmente verso il pedicello. I due tepali esterni laterali, sono
ovato-triangolari, ottusi, concavi, liberi, patenti e in genere rivolti all'indietro, quelli
interni più piccoli, ripiegati in avanti formano una specie di un cappuccio unitamente al
tepalo mediano esterno. Lo sperone concolore, cilindrico, più corto di circa un terzo della
misura dell'ovario, ottuso o leggermente bifido alla sommità, è rivolto verso l'alto o
patente. Gimnostemio diritto e biancastro, antera ovoide ottusa, ovario glabro. Il frutto è
una capsula fissuricida con 6 costolature che deisce numerosi semi piccolissimi. Fioritura:
da Aprile a Giugno.Tipo corologico: Euri-Medit. (area della Vite e dell'Olivo).
Distribuzione
in Italia: assente in Val d'Aosta e da molto tempo non rinvenuta in Trentino Alto Adige, è
presente in tutte le altre regioni. A causa dei recenti periodi di siccità, del prosciugamento,
drenaggio o danneggiamento delle praterie umide il suo sviluppo è fortemente minacciato.
E' segnalata nella lista rossa nazionale. Habitat: pascoli umidi, terreni paludosi, prati
acquitrinosi, rive dei corsi d’acqua, dune, su terreni neutri o acidi, fino a 1.200 m
83) Orchys longibracteata (Albo, delpinoa, 322) (Loisel) W.Greuter.
Forma Biologica: G bulb - Geofita bulbosaOrchide bratteosa. Pianta alta da 20 a 80 cm,
con due rizotuberi grossi, di forma ovoidale. Scapo robusto, verde chiaro, talvolta violetto
nella parte apicale. Foglie inferiori lucide, ovate od ovato-lanceolate, verde-giallognole; le
superiori più strette ed avvolgenti lo scapo. Infiorescenza molto ricca di fiori, inizialmente
conica poi cilindrica a maturità. Brattee lanceolato acuminate, più lunghe dei fiori, le
superiori progressivamente decrescenti, colore verdastro con sfumature violette. Fiori
profumati, grandi, sepali ovati, petali verde chiaro con apice ricurvo verso il basso, labello
trilobo di colore violaceo o bianco-violaceo e fauce biancastra; margine del labello
tipicamente crenulato; sprone a forma di sacco, leggermente conico, ginostemio robusto
con pollini di colore scuro. Fiorisce da gennaio a maggio. La barlia è una delle prime
orchidee a fiorire, molto appariscente, viene spesso raccolta come fiore reciso o con tutti i
bulbi come pianta da vaso, per questo motivo è stata inserita tra le specie a rischio di
estinzione.
84) Orchis longicornu Poiret. “O. cornuta. G. bulb.1-3 dm. Foglie basali 5-7,
oblanceolato-lineari (1-1.5 x 3-10), acute; foglie caulinelungamente guainanti, libere solo
all’apice. Infior. 5-15 flora, abbastanza densa; brattee generalmente più brevi dell’ovario;
tepali esterni conniventi, con nervature rilevate; labello a 3 lobi, i lat. Più lunghi del med.
E sempre riflessi fino quasi a toccarsi; sperone curvato in alto lungo fino al doppio della
lamina del labello; colorazione variabile: labello di solito purpureo scuro con linea med.
Bianca punteggiata o meno; tepali esterni purpuree con venature più scure. – Boschi, prati
umidi (0-1200). Fi. III-IV – Steno-Medit. Occid.” (Pignatti).
85) Orchis longicruris (Albo, delpinoa, 322).
Sin. Orchis italica, Orchis longipetala, Serapias longipetala.
86) Orchis morio Galesi. Fior IV. Formazioni erbacee, colline calcaree,
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pietraie, garighe. Europ.-Caucas. Canicattini, Buccheri. Molto rara;
potrebbe essere una forma estrema di Orchys longicornu.
L'Orchide minore (Anacamptis morio (L.) R.M.Bateman, Pridgeon &
M.W.Chase, 1997).
Nota anche come Giglio caprino, è un'orchidea appartenente al genere Anacamptis. È una
delle più diffuse orchidee selvatiche in Italia infatti quasi in ogni regione esiste un nome
diverso per questo fiore. Pur sempre riconoscibile, presenta una notevole variabilità nel
colore dei petali. È una pianta erbacea alta 10-35 cm, con fusto cilindrico di colore verde,
violaceo verso la sommità. L'apparato radicale è composto da due rizotuberi
rotondeggianti. Le foglie sono da ellittiche a lanceolate; quelle basali sono riunite a rosetta
mentre quelle cauline inguainano il fusto. Le brattee sono lanceolate, verdi, talora
macchiate di porpora alle estremità. I fiori, di colore dal rosa al viola (ma non sono rare le
forme albine), sono riuniti in infiorescenze oblunghe, più o meno dense. I sepali sono
ovato-oblunghi, i petali un po' più stretti. Il labello, leggermente trilobato, con labello
mediano più grande dei laterali, ha margini crenulati; la parte centrale è in genere più
chiara e presenta una punteggiatura violacea. Lo sperone è cilindrico, orizzontale o
ascendente, più corto dell'ovario. Il ginostemio è a becco corto, con logge dell'antera color
porpora e masse polliniche verdastre. Alcuni autori hanno descritto una forma di colore
più chiaro e con fusto più gracile come una specie a sé stante, denominata A. picta; recenti
ricerche basate su marcatori molecolari sembrano contraddire, almeno per le forme
presenti sul territorio italiano, tale inquadramento. Fiorisce da aprile a giugno. Si
riproduce per impollinazione entomofila ad opera di imenotteri del genere Bombus.
Distribuzione. Si trova quasi in tutta Europa e nei paesi del bacino del Mediterraneo. In
Italia è presente su quasi tutto il territorio, con l'eccezione della Sardegna. Il suo habitat
va dai prati magri, alle garighe, alle radure di macchia, ai boschi luminosi, con preferenza
per i terreni leggermente acidi, alla luce piena del sole o in mezz'ombra. Cresce da 0 a
1900 m di altitudine.Tassonomia. Descritta da Linneo come Orchis morio questa specie è
stata recentemente assegnata al genere Anacamptis.
87) Orchys morio ssp. picta (Brullo…). V. sopra.
88) Orchis palustris Galesi. Fior V. Luoghi paludosi. Euro-medit. Nota
Specie da considerare estinta per la bonifica delle aree paludose. Secondo
il Galesi “l’ultima citazione per la Sicilia si ha in Albo (1917), il quale la
segnala per Siracusa, nei pressi del fiume Anapo”. Ma l’Albo nel libro del
1919, non 1917!, p. 61, n. 308 ha: “P. Jacq. Lojac. Fl. Sic.. It. Orchidea di
palude. Sui margini erbosi dei pantani costieri, Vendicari, Marza,
Morchella. Apr.Mag. In Giardina invece diverse segnalazioni antiche e
recenti: Pantani di Siracusa (Bianca, non Albo), Augusta (Lojacono, 1909),
Cava d’Aliga, Vendicari, Pantano Longarini (1972-74-82), Cava d’Aliga
(1994)”. Ma dopo il ’94 non è stata più rinvenuta.
L'orchidea di palude (Anacamptis palustris (Jacq.) R.M.Bateman, Pridgeon &
M.W.Chase, 1977) è una pianta erbacea geofita bulbosa con fusto alto 20-60 cm, verde
alla base, violaceo all'apice. L'apparato radicale è costituito da due rizotuberi
tondeggianti. Le foglie, da 3 a 5, sono strette e lanceolate e inguainano parzialmente il
fusto; le brattee, lanceolate, sonoverdastre consfumature violacee. I fiori, da 10 a 30, di
colore dalporpora al viola, sono riuniti in infiorescenze cilindriche. I sepali laterali sono
allungati ed eretti, mentre il sepalo mediano è unito con i petali a formare un casco che
cinge il labello. Quest'ultimo è trilobato, con lobo mediano più lungo dei laterali, talora
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bifido, con una striscia centrale più chiara, punteggiata di viola. Lo sperone è orizzontale
o ascendente, robusto. Il ginostemio è corto, con antera violacea e masse polliniche
verdastre. Fiorisce da aprile a maggio. L'impollinazione è entomofila ad opera di
imenotteri del genere Bombus (Apidae).
Distribuzione e habitat. A. palustris è diffusa nel bacino del Mediterraneo e in Europa
centrale e settentrionale. In Italia è in forte regresso: progressivamente scomparsa in
numerose regioni, sopravvive con piccole popolazioni la cui sopravvivenza è legata alla
tutela dei biotopi idonei alla sua crescita. Il "Libro rosso delle piante d'Italia" la classifica
come specie vulnerabile (VU). Il suo habitat naturale sono le paludi e gli acquitrini
salmastri, da 0 a 500 m di altitudine. Tassonomia. Descritta nel 1786 come Orchis
palustris dal botanico olandese Nikolaus Joseph von Jacquin, è stata recentemente
assegnata al genere Anacamptis.
89) Orchis papilionacea ssp. grandiflora (BOISS.) BAUMANN H. Sin.
Anacamptis papilionacea - Galesi. Fior IV-V. Cespuglieti. Euromedit. Occ.
Vittoria, Sortino, Niscemi, Vizzini, Cava Grande, Buccheri, Buscemi,
Chiaramonte, Lentini, Caltagirone, Gela, Palazzolo. Nota: Presenta labelli
grandi con base cuneata; alcuni individui hanno labello più lungo che
largo.
Nome volgare: Orchide a farfalla. Morfologia: Geofita bulbosa perenne, simile alla
precedente dalla quale si differenzia per i fiori provvisti di labello più ampio e disposto a
ventaglio con striature porporine, e dai tepali dalla forma più tozza. Habitat : Garighe,
macchie e prati aridi. Periodo di fioritura : aprile-maggio. Distribuzione nella Sicilia
Occidentale : Monte Genuardo; Rocca Vuturo presso Montevago (AG). Note : Secondo
recenti ricerche questa entità sarebbe da considerare non sottospecie della precedente ma
soltanto una forma dovuta al polimorfismo della specie Orchis papilionacea L.
90) Orchis pauciflora Ten., 1811 (Giardina)
Orchis pauciflora è una pianta endemica del bacino del Mediterraneo.
È una pianta erbacea con fusto alto 10-30 cm. L'apparato radicale è formato da due
rizotuberi tondeggianti. Le foglie sono ovate, con apice acuminato, inguainanti il fusto, di
colore verde chiaro, privo di maculature. Le brattee sono piccole e di colore giallastro. I
fiori, biancastri, sono riuniti in infiorescenze pauciflore, da cuil'epiteto specifico. I sepali
laterali sono eretti, il mediano congiunto ai petali, più piccoli, ripiegati verso la base del
labello; quest'ultimo è trilobato, con margine crenulato, di colore giallo finemente
macchiettato di bruno nella parte mediana. Lo sperone è cilindrico, arcuato, ascendente.
Fiorisce da marzo agli inizi di giugno. È molto somigliante a Orchis provincialis da cui si
distingue per le foglie non maculate. È una specie con areale mediterraneo la cui presenza
è limitata a Corsica, Italia centro-meridionale, Dalmazia, Grecia e Creta. Prospera su suoli
calcarei rocciosi, prati magri, cespuglieti e radure di macchia, da 0 a 1800 m di altitudine.
91) Orchys provincialis. Galesi. Fior IV-V. Boscaglie e cespuglieti.
Stenomedit. Buccheri, Vizzini
Orchis provincialis Balb. ex Lam. & DC., 1806. Orchidea gialla. È una pianta erbacea
alta 20-40 cm, con foglie inferiori oblungo-lanceolate, riunite a rosetta, verdi maculate di
bruno, foglie cauline inguainanti il fusto e brattee lanceolate giallastre. L'infiorescenze
raggruppa da 5 a 30 fiori di colore dal bianco crema al giallo chiaro, con sepali laterali
ovati, eretti e sepalo mediano leggermente proteso in avanti, e petali conniventi, più corti
dei sepali.
Il labello, trilobato, presenta lobi laterali riflessi e lobo mediano di colore giallo zolfo
nella zona centrale, con una fine punteggiatura di colore dall'arancio al porpora; lo spero-
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ne è cilindrico arcuato e ascendente, più lungo dell'ovario. Il ginostemio è breve, ottuso,
con masse polliniche di colore giallo pallido. Ha un areale mediterraneo: In Italia è
comune in tutta la penisola e nelle isole maggiori. Predilige i suoli leggermente acidi di
prati, cespuglieti e boschi, da 0 a 1750 m di altitudine. Fior. IV-V.
92) Orchis saccata. Sin. Anacamptis collina V.
(Albo) Fiori con sperone, rossiccio-violetti. Feb. Mar.
SERAPIAS
(Nome derivato dalla dio egiziano Serapide). – “Sono O. mediterranee di
probabile origine orientale; a differenza delle Ophrys esse però risultan
relativamente poco differenziate (solo 10 specie, 6 delle quali in Italia).
Caratteristica per le S. è invece la straordinaria variabilità nell’ambito delle
singole specie, ulteriormente complicata dalla frequente presenza di ibridi
intergenerici (tra le specie di questo genere) o intergenerici (con specie
vicine di altri generi)” (Pignatti).
Genere caratterizzato dal labello senza sprone, dai pollini stipitati e dal
ginostemio munito alla sommità di un’appendice mediana prolungata. Le
cinque specie della regione mediterranea sono esistentin in Italia: S.
longipetala,(Tenore) Pollini, la più diffusa; S. lingua,L., S. cordigera L., S.
parviflora Parl., S. neglecta D.Ntrs.
93) Serapias bergonii (Vendicari) (Giardina).
La Serapide di Bergon (Serapias bergonii E.G.Camus, 1908) è una pianta erbacea alta
da 10 a 40 cm con foglie basali in rosetta e arcuate. L'epiteto specifico è un omaggio al
botanico francese Paul Bergon (1863-1912). Presenta una infiorescenza costituita da 4-10
piccoli fiori..Le brattee, purpuree sfumate di grigio-argenteo, sono ovato-lanceolate. Il
labello, bipartito e di colore bruno-rossastro scuro, si presenta peloso al centro e con 2
callosità basali scure lucide appena divergenti; l'ipochilo è racchiuso nel casco tepalico e
presenta due lobi laterali più scuri, l'epichilo, di forma lanceolata, si distingue da quello di
S. vomeracea per le minori dimensioni (10-18 mm X 3,5-7 mm). L'ovario è sessile, le
masse polliniche da gialle a olivastre. Fiorisce da marzo ad aprile. La specie ha un areale
stenomediterraneo orientale. È presente in Italia meridionale (Campania, Puglia,
Basilicata, Calabria e Sicilia. Il suo habitat sono le praterie aride (xerogramineti) e le
garighe, da 10 a 1000 m di altitudine. Fa parte del gruppo Serapias vomeracea.
94) Serapias cordigera. L., 1753. Galesi. Fior III-IV. Formazioni erbacee.
Stenomedit. Cava Contessa, Niscemi. Albo 1919: Spiaggia dell’Ambra,
Marza, Cava d’Ispica, Scicli, Altopiano di Modica, Ragusa. Luoghi fertili,
erbosi, suolo calcareo con humus. Giardina: Gariga, prati asciutti, cespugli
spinosi. Non comune ma in tutta la regione. Castello Eurialo.
Il nome specifico deriva dal latino cor=cuore e gerere=portare, con riferimento alla
morfologia cuoriforme dell'epichilo del labello. È una pianta erbacea geofita bulbosa, con
fusto alto 20-50 cm, verde alla base, soffuso di rosso alla sommità. L'apparato radicale è
costituito da 2, in rari casi 3, rizotuberi. Le foglie, lineari o lanceolate, sono di colore
verde con striature violacee. Le brattee sono argentee con venature porporine.
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I fiori, da 5 a 10, rosso-brunastri, sono raggruppati in una infiorescenza densa. I sepali e i
petali sono uniti a formare un casco che avvolge quasi interamente la base del labello;
questo è bipartito in un ipochilo quasi interamente ricoperto dal casco tepalico, dotato di
due callosità basali lucide, purpureo-nerastre, divergenti, ed un epichilo largo (19-32 mm
x 12-23 mm), cuoriforme, rivolto verso il basso, con parte centrale densamente pelosa. Il
ginostemio è purpureo, i pollinii giallo-verdastri. Fiorisce da aprile a giugno. Ha un
areale atlantico-mediterraneo. In Italia si trova soprattutto nelle aree costiere tirreniche e
sulle isole, rara sul versante adriatico, eccetto che in Puglia ove è abbastanza comune.
Dubbia la presenza in Sicilia. Predilige prati umidi, castagneti e querceti, sino a 1100 m di
altitudine. Come la maggior parte delle specie di Serapias si riproduce per impollinazione
entomofila grazie all'opera degli insetti pronubi cui offre riparo all'interno del casco
tepalico. La specie appartiene al gruppo Serapias vomeracea (sezione Bilamellaria).
90) Serapias lingua. (L., 1753) Galesi. Fior III-V. Cespuglietti, in
stazioni sia aride che umide. Stenomedit. Niscemi, Cava Grande, Buscemi,
Vizzini, Melilli, Lentini, Caltagirone.
Albo 1919: Capo Passero, Maucini (Pachino), Vendicari, sui margini
erbosi e sui colli presso il pantano; Cozzo S. Lucia, suolo basaltico umoso,
in luoghi erbosi freschi; altopiano di Modica, Valle dell’Irminio, Scicli,
sulle pendici erbose incolte. Minissale…(p. 205) conferma la presenza a
Vendicari e indica l’Albo come il primo che la segnalò.
Ha fusto alto da 10 a 40 cm, di colore verde chiaro che sfuma verso il rosso all'apice. Le
foglie sono lanceolate e di color verde glauco. Presenta una infiorescenza costituita da
pochi fiori (pauciflora). Le brattee fiorali, verdi o roseo-porporine, sono lanceolate e
concave. Il labello, trilobato e lungo circa il doppio dei petali, presenta alla base
dell'ipochilo un grosso callo violiniforme, indiviso, di colore rosso-porporino, che
costituisce un carattere distintivo di questa specie; l'epichilo, più lungo dell'ipochilo, si
presenta ovato lanceolato e pendente verso il basso. Il ginostemio è stretto, di colore
giallo, con pollinii anch'essi gialli. Periodo di fioritura: da aprile a maggio. La specie ha
un areale steno-mediterraneo. In Italia è comune nelle regioni meridionali, in Sicilia e in
Sardegna, più rara nelle regioni centrali, assente a nord del Po. Orchidea diffusa nei prati
aridi, nelle garighe, in ambienti disturbati, da quote assai modeste fino a 1500 m di
altitudine. Predilige un terreno argilloso-marnoso o tufaceo ricco di humus. La specie si
riproduce comunemente per impollinazione entomofila, ad opera degli imenotteri apoidei
Ceratina cucurbitina e Xylocopa iris. Può riprodursi anche per moltiplicazione vegetativa,
con formazione di nuovi individui a partire da una suddivisione dei rizotuberi. È la specie
tipo del genere Serapias.
91) Serapias longipetala (Bianca e Brullo…)
Serapias vomeracea ssp. longipetala (Ten.) H.Baumann & Künkele. Somiglia alla subsp.
bergoni ed alla subsp. vomeracea, ma ha il labello molto più stretto. Presente nell'Italia
peninsulare, cresce da 0 a 1300 mt. s.l.m., fiorisce da Aprile a Giugno.
92) Serapias orientalis subsp. siciliensis Bartolo & Pulv., 1993) è una
pianta endemica della Sicilia. Fior. III-IV. Boscaglie e radure. Rinv. Niscemi, Sampieri.
Descrizione.Presenta una infiorescenza densa, con 3-9 fiori. I sepali e i petali sono
riuniti a formare un casco. Il labello è di colore bruno-rossastro, talora tendente al
purpureo, con ipochilo reniforme, racchiuso solo in parte nel casco tepalico, ed epichilo
lanceolato o cuoriforme, lungo 23-30 mm e largo 13-18 mm, densamente ricoperto da una
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peluria biancastra. Si differenzia dalla sottospecie nominale (S. orientalis subsp.
orientalis) per l'ipochilo più corto e l'epichilo più lungo e più largo. La sottospecie S.
orientalis subsp. apulica ha invece un labello di maggiori dimensioni, con epichilo più
lanceolato, decisamente più stretto dell'ipochilo. Fiorisce da marzo ad aprile. Ha un
areale ristretto alla Sicilia sud-orientale, ove è presente in un numero limitato di stazioni,
con una popolazione complessiva di circa 1.500 esemplari. Cresce in garighe a cisto,
praterie ad ampelodesma, radure di sugherete, su substrati di arenaria calcifica, da 0 a 450
m di altitudine. Come la maggior parte delle specie di Serapias si riproduce per
impollinazione entomofila grazie all'opera degli insetti pronubi cui offre riparo all'interno
del casco tepalico. Tassonomia. Questa entità è stata descritta per la prima volta nel 1993
dalle botaniche siciliane Giuseppina Bartolo e Santa Pulvirenti. È una sottospecie
riconosciuta dall'autorità tassonomica dei Royal Botanic Gardens di Kew e dal Gruppo
Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS), mentre Delforge la considera
una semplice varietà. Appartiene alla sezione Bilamellaria - gruppo Serapias vomeracea,
insieme di entità contraddistinte da callosità basale del labello divisa in due parti
divergenti.
93) Serapias parviflora. Parl. Fior. IV-V. Aree adibite a pascolo..
Medit. Atl. Rinv. Vittoria Niscemi, Cava Grande, Pantano LOngarini,
Vizzini, Caltagirone, Gela, Acate. Giardina. Gariga, prati asciutti,
cespuglietti. Presente in Sicilia ma non molto comune.
La Serapide minore (Serapias parviflora Parl., 1837) è una specie che, rispetto alle
altre del genere Serapias, presenta i fiori più piccoli e i pollinii incoerenti sin dai bottoni
fiorali; carattere quest'ultimo responsabile dell'autogamia di questa entità. Pianta alta 2030 cm, con foglie lanceolate-lineari e carenate. L'infiorescenza, lassa e pauciflora, porta da
4 a 8 fiori. Il labello, rosso-brunastro, è trilobato; ipochilo provvisto alla base di due
callosità parallele e rossastre; epichilo lanceolato-acuminato di colore rosso scuro e peloso
al centro. Il ginostemio è stretto, bruno-rossastro; i pollinii sono di colore giallo. Epoca di
fioritura: da marzo a maggio. Specie a distribuzione steno-mediterranea. In Italia è
comune nelle regioni meridionali e in Sicilia e Sardegna, più rara nel resto della penisola
ove è presente sul versante tirrenico sino alla Liguria e su quello adriatico sino alle
Marche. Cresce su prati umidi, garighe, radure delle macchine, dal livello del mare fino a
1200 m di altitudine. Predilige i terreni calcarei. Può riprodursi grazie all'impollinazione
entomofila o per cleistogamia, una forma di autoimpollinazione che ha luogo prima
ancora dell'apertura del fiore. S. parviflora fa parte della sezione Bilamellaria,
raggruppamento del genere Serapias caratterizzato da callosità basale divisa in due parti
divergenti; la sezione comprende a sua volta due gruppi: il gruppo Serapias parviflora e il
gruppo Serapias vomeracea.
94) Serapias vomeracea ssp. laxiflora (Soó) Gölz & H.R.Reinhard;.
Fior. III-V. Aree adibite a pascolo e cespuglietti. Euro-Medit. Rinv.
Vittoria, Niscemi, Cava Grande, Vizzini, Caltagirone, Chiaramente,
Melilli, Gela, Palazzolo. Giardina. Gariga, prati asciutti, cespuglietti.
Presente in Sicilia ma non molto comune.
95) Serapias vomeracea ssp. vomeracea. (Burm. f.) Briq., 1910.
Giardina, Pino d’Aleppo, p. 32.
La Serapide maggiore (Serapias vomeracea (Burm. f.) Briq., 1910) è una pianta
appartenente alla famiglia delle Orchidacee. L'epiteto specifico fa riferimento alla forma a
vomere di aratro del labello. È una geofita bulbosa. I fiori sono formati da 2 tepali esterni,
lanceolati e saldati a formare un casco tepalico acuto e da 2 tepali interni che vanno a for-
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mare una specie di elmo. Il labello, trilobato e di colore rosso scuro, è privo di sperone; la
parte esterna del labello (epichilo) è ripiegata all'indietro con una forma che ricorda il
vomere dell'aratro, e misura 17–35 mm di lunghezza per 9–14 mm di larghezza (tra i più
grandi del genere Serapias). L'ovario è di colore verde chiaro, il ginostemio rosso scuro, i
pollinii gialli. Periodo di fioritura: da marzo a maggio. È la specie più diffusa tra le entità
del genere Serapias, è distribuita in gran parte delle regioni europee e mediterranee. In
Italia è comune in tutto il territorio. Si può trovare nei prati assolati e umidi, ai margini di
sentieri, negli ambienti cespugliati, dal piano fino a 1200 m di altitudine. La specie
appartiene al gruppo Serapias vomeracea (sezione Bilamellaria), che con 18 specie è il
raggruppamento più numeroso del genere Serapias; le specie di questo gruppo sono
caratterizzate: da una callosità basale del labello nettamente suddivisa in due distinte
lamelle da petali con base orbicolare.
96) Spiranthes spiralis (L). Chevall. Galesi. Fioritura: settembreottobre. Fior. IX-X. Habitat: Boscaglie, cespuglieti, pascolo. Rinv. Vittoria,
Cava Grande, Caltagirone. Giardina. Gariga, prati asciutti, sulle coste.
Piccola pianta; fiorisce Ag.-Set.
La Viticcini autunnali (nome scientifico Spiranthes spiralis (L.) Chevall., 1827) è una
pianta con la particolare infiorescenza disposta a spirale. Il nome (sia generico Spiranthes
che specifico spiralis) deriva dalla forma dell'infiorescenza. Infatti dal greco sappiamo che
”speira” = spira e ”anthos” =fiore. Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente
era Ophrys spiralis, proposto dal botanico e naturalista svedese Carl von Linné (1707 1778) in una pubblicazione del 1753, modificato successivamente in quello attualmente
accettato (Spiranthes spiralis), proposto dal medico e botanico francese François Fulgis
Chevallier (1796-1840) in una pubblicazione del 1827. È alta da 6 a 30 cm. Le radici
sono secondarie da rizoma. Sono del tipo fascicolato e si trovano nella parte superiore dei
rizotuberi. La parte sotterranea del fusto consiste in un corto rizoma terminante in due
tubercoli allungati le cui funzioni sono quelle di alimentare la pianta, ma anche di raccolta
dei materiali nutritizi di riserva. Questa pianta non è stolonifera. Dimensione dei
rizotuberi: 5 – 8 cm. I fusti aerei sono sottili, gracili, ascendenti, eretti e semplici. Il fusto
è pubescente ed è privo della rosetta basale (la rosetta basale è decidua appena nasce il
nuovo fusto; le foglie presenti vicino al fusto sono quelle della pianta del prossimo anno).
Foglie basali: la rosetta foliare basale secca usualmente prima della fioritura; al momento
dell'antesi sono presenti alcune foglie (da 3 a 7) in una rosetta laterale, dalla quale
emergerà, l'anno seguente, un nuovo fusto fiorifero. Le foglie sono intere a forma ovale
allungata o ellittiche con apice acuto. La pagina è percorsa da deboli venature
longitudinali (foglie di tipo parallelinervie) ed è lucida. Dimensioni delle foglie:
larghezza 7 – 11 mm; larghezza 12 – 25 mm. Foglie cauline: sono progressivamente
ridotte a delle squame patenti simili a brattee. L'infiorescenza è una spiga sessile e
unilaterale. La disposizione dei fiori (da pochi fino a 20) è a spirale. I fiori sono
posizionati alle ascelle di brattee pubescenti e lunghe come l'ovario; sono inoltre
resupinati, ossia ruotati di 180° per cui il labello si trova in posizione bassa. Dimensione
dell'infiorescenza: 3 – 15 cm. I fiori, piccoli quasi labiati, sono ermafroditi ed
irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami
(di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[2]. Dimensione
dei fiori: 4 – 7 mm. Il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti)
ciascuno (3 interni e 3 esterni). I vari tepali (a parte il labello) sono più o meno uguali (a
forma ovato-lanceolata), tutti ottusi e conniventi alla base. Quelli interni insieme a quello
dorsale esterno formano una specie di cappuccio a protezione degli organi riproduttivi
(ginostemio). I due tepali laterali esterni sono invece patenti. Il colore dei tepali è bianco.
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Il labello è semplice (non formato da due parti distinte) e privo dello sperone. La forma è
allargata nella parte terminale, mentre alla base i margini sono ripiegati all'interno così da
contenere lo ginostemio. La parte terminale è increspata. Il colore del labello è bianco ai
bordi e verde al centro. Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di
una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una
specie di organo colonnare chiamato ginostemio[4]. Il polline è conglutinato in pollinii (o
masse polliniche) collegati direttamente (senza caudicole) al retinacolo (una ghiandola
vischiosa sporgente che ha la funzione di catturare il polline). L'ovario, infero e sessile, è
formato da tre carpelli fusi insieme[5]. L'ovario è inoltre fusiforme e pubescente.
Fioritura: da agosto a novembre. È una delle poche (forse l'unica) orchidea a fiorire in
autunno. Il frutto è una capsula più o meno ovoidale con alcune coste. E' deiscente lungo
tre di queste coste. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi (sono
probabilmente i semi più piccoli della famiglia delle Orchidee). Questi semi sono privi di
endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da
poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo
significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di
funghi micorrizici (infestazione di ife fungine del genere Rhizoctonia). Questo
meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una
germinazione in proprio. La riproduzione di questa pianta avviene in due modi: per via
sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi (imenotteri) in quanto è una pianta
provvista di nettare; ma la germinazione dei semi è condizionata dalla presenza di funghi
specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra); per via vegetativa in quanto i rizomi
possono emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui. Distribuzione: il
tipo corologico (area di origine) è Europeo - Caucasico. In Italia è comune su tutto il
territorio (più rara al nord). L’Habitat tipico sono le pinete e i prati aridi; ma anche le
praterie rase, le zone semi-pietrose e i querceti, castagneti, carpineti e i betuleti. Il
substrato preferito è sia calcareo che siliceo, con pH neutro, bassi valori nutrizionali del
terreno che deve essere mediamente umido. Queste piante si possono trovare fino a 900 m
s.l.m.
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ORCHIDEE IBLEE
Aceras antropophorum
Anacamptis (orchys) collina
Anacamptis (Orchys) coriophora
Anacamptis laxiflora
Anacamptis (Orchys) longicornu con impollinatore
Anacamptis (Orchys) papilionacea grandiflora
anacamptys pyramidalis
Orchys piramidalis (sin. Anacamptis p.)
Barlia robertiana
Cephalanthera damasonium
Cephalanthera longifolia
Dactylorhiza markusii
Dactylorhiza saccifera
Epipactis-microphylla
Epipactis piacentina giardina
Himantoglossum hircinum
Himantoglossum robertianum
Limodorum abortivum
Listera-ovata
Neotinea (orchis) lactea
Neotinea maculata
Neottia nidus-avis
Neottia ovata
Platanthera-chlorantha
Ophrys apifera
Ophrys arachnites
Ophrys aranifera
Ophrys archimedea
Ophrys atrata
Ophrys bertolonii
Ophrys bombyliflora
Ophrys caesiella
Ophrys callianta
Ophris candida
Ophrys ciliata
Ophrys discors Bianca
Ophrys exaltata
Ophrys explanata
Ophrys subfusca flammeola
Ophrys furcifera
Ophrys fusca
Ophrys galilaea
Ophrys garganica
Ophrys grackie
Ophrys grandiflora
Ophrys holoserica
Ophrys incubacela
Ophrys iricolor
Ophrys lacaitae
Ophrys(subfusca) laurensis
Ophrys lucifera
Ophrys lunulata
Ophrys lupercalis
Ophrys-lutea
ophrys_lutea minor
ophrys lutea murbeckei
Ophrys mirabilis
ophrys oxyrrinchos
Ophrys pallida
Ophrys panormitana
Ophrys passionis garganica
Ophrys passionis susp. passionis
Ophrys provincialis
ophrys pseudobertolonii
ophrys rosea
Ophrys sabulosa
Ophrys sicula
Ophrys speculum
Ophrys sphegodes
Ophrys sphegodes subsp. panormitana
Ophrys tenthredinifera
Ophrys tricolor
Ophrys vernixia
Orchis-anthropophora
Orchis brancifortii
Orchis collina
Orchis commuatata (sin Neotinea C.)
Orchis commutata
Orchis coriophora ssp. fragrans
Orchis fragrans
Orchis intacta
Orchis italica
Orchis lactea
Orchis laxiflora
orchis longibracteata
Orchis longicornu
orchis longicruris
Orchis longipetala
Orchis morio
Orchis morio picta
Orchis palustris
Orchis pauciflora
Orchis provincialis
Orchys saccata
Serapias bergonii
Serapias cordigera
Serapias lingua
Serapias orientalis siciliensis
Serapias parviflora
Serapias vomeracea
Serapias vomeracea laxiflora
Serapias vomeracea longipetala
Serapias vomeracea ssp. vomeracea
Spiranthes spiralis
INDICE
LE ORCHIDEE.....................................................................................p. 5
LE ORCHIDEE DEGLI IBLEI – FONTI E STUDI......................... ” 20
ELENCO.................................................................................................” 23
FOTO DELLE ORCHIDEE IN ORDINE ALFABETICO...............” 75