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Margini e subalternita nei Quaderni Semiario "Ai margini della storia: Gramsci e i subalterni", Laboratio gramsciano dell'Unical 15 novembre 17:00, Aula Burgarella, cubo 28c Dipartimento di Studi umanistici, Università della Calabria
2016
Il presente contributo indaga la presenza della famiglia di lemmi subalterno/i nell’opera di Gramsci, con particolare riferimento alle opere del carcere. Il lemma, che deriva dal lessico militare, largamente diffuso nella riflessione politica e giornalistica italiana dopo la Prima guerra mondiale e che ha in Gramsci molte e notissime esemplificazioni, appare prima come aggettivo, divenendo in seguito sostantivo. Esso designa sia le classi più marginali, sia il blocco di forze raccolte intorno alla “classe fondamentale” rivoluzionaria, la classe operaia, che è in lotta per l’egemonia, almeno potenzialmente. Questa ambivalenza semantica non è priva di problemi, ma è probabilmente anche alla base della odierna fortuna del termine. In Gramsci inoltre il lemma (o la famiglia di lemmi) subisce ulteriori allargamenti di significato, passando a designare – col progredire della riflessione carceraria – non solo le classi o i gruppi sociali, ma anche gli individui e le caratteristiche del lor...
International Gramsci Journal, 2021
l'ESODO GIULIANO-DALMATA NELLA LETTERATURA, 2014
C acciati dal nido. Stando alla testimonianza epistolare di Enrico Morovich nei versi Esercizio di memoria n°3, è questo il titolo del primo compito in classe che il professore di italiano aveva assegnato : « 'Ora sentirete il compito di Osvaldo' / quattordicenne Osvaldo era già / scrittore noto, sia pure per/ un pubblico scolasti-co. » 1 Osvaldo Ramous è adolescente all'epoca dell'impresa dannunziana ma riesce già ad accerchiarsi di un fedele pubblico di lettori. Un compito, diremo oggi, pre-monitore. Dopo alcuni decenni, lo scrittore si ritrova nuovamente a trattare il tema sentendo l'obbligo morale di registrare su carta l'esperienza vissuta in prima persona. Lo attesta nella pagina di diario del 14 settembre 1962 2 e lo spiega nelle lettere rivolte all'allora caporedattore della « Fiera letteraria » di Roma, Eraldo Miscia « io volevo cogliere due momenti della sua storia : quello in cui l'italianità venne sancita politica-mente, e l'altro in cui l'italianità bruscamente venne cancellata. Questi due momenti storici sono rappresentati dalla prima e dalla seconda guerra mondiale », 3 precisando ancora « volevo fissare una testimonianza attraverso personaggi ed episodi che [...] riflettono con scrupolosa fedeltà ciò che è accaduto realmente a Fiume ». 4 Nella considerazione dell'esodo istroquarnerino del Novecento, le discipline storiche devono far tesoro dell'insieme di contributi letterari individuali che formano l'esperien-za collettiva, in assenza dei quali sarebbero caduti in oblio eventi sottaciuti, volutamente dimenicati dai tanti che per decenni hanno ritenuto 'scomodo' l'argomento. L'abban-dono della propria terra, la lacerazione delle famiglie, lo strappare l'uomo dalle proprie radici, porta conseguenze profonde e i momenti del nuovo vissuto nascono sui ricordi, sui rimpianti tendenti a mistificazioni. Il fenomeno dell'esodo e i mutamenti profondi che produce, vengono vissuti anche da chi rimane in città sentendosi progressivamente uno straniero. Tra i primi scritti che trattano la questione in chiave storiograficamente corretta, va ricordato il lavoro di Goran Moravček, Prešućena povijest. 5 La letteratura co-glie in origine queste esperienze, con brani nati ancor prima che le ricerche storiche si soffermino sulle vicende. Per il loro valore testimoniale i vissuti formano un mosaico di testi letterari, narrazioni autobiografiche, memorie e ricordi che, preziosi per ricreare un clima sociale, politico, identitario e culturale, diventano storia condivisa. Oggi, tra le testimonianze significative figurano due opere nate ai margini di un discorso incentrato sull'esodo : Il cavallo di cartapesta di Osvaldo Ramous e I testimoni muti. Le foibe, l'esodo, i pregiudizi di Diego Zandel. 1 Gianna Mazzieri Sanković, Lettere fiumane. Morovich e Ramous due scelte, « Archeografo triestino », iv, lxviii, Trieste, 2008, p. 237. 2 Cfr. Osvaldo Ramous, Diario, tratto dall'Archivio inedito di famiglia (tutte le citazioni tratte dall'Ar-chivio di famiglia sono inedite). 3 Osvaldo Ramous, Lettera a Eraldo Miscia datata 22 giugno 1969 tratta dall'Archivio di famiglia. 4 Ibidem. 5 Cfr. Goran Moravček, Prešućena povijest, Rijeka, Nezavisno izdanje,1990.
Italian Culture, 2018
2019
Il tentativo del presente volume vuole essere quello di contribuire in forma interdisciplinare al dibattito nazionale e internazionale-relativo principalmente agli studi urbani, ma non solo-sui concetti di margine e marginalità. Il numero «Margini. Pratiche, politiche e immaginari», da cui prende il titolo anche questo saggio introduttivo, include riflessioni antropologiche, sociologiche, geografiche, urbanistiche e architettoniche che si concentrano sia sull'analisi di forme di cittadinanza attiva, creativa e originale all'interno dei processi di produzione e di riproduzione dei margini urbani sia dei dispositivi istituzionali di controllo, a cui queste sono soggette. Obiettivo del volume è costruire un terreno di incontro tra autori e autrici che propongono prospettive disciplinari e metodologie di ricerca certamente differenti, ma ugualmente tese alla costruzione di una teoria critica, in primis urbana, che valorizzi la complessità prospettica e il valore epistemologico della nozione di margine.
La Regione Umbria, a conclusione del progetto PAYS.MED.URBAN (2007-2013), ha realizzato una pubblicazione per approfondire il processo attivato e i risultati ottenuti da tre delle sei azioni chiave del progetto: azione pilota, attività di sensibilizzazione e linee guida. La pubblicazione quindi si propone come strumento di confronto sui metodi e sulle tecniche attivate in processi partecipativi e di sensibilizzazione sul e nel paesaggio.
2016
Il saggio e diviso in due parti, dedicate rispettivamente all’uso del concetto di egemonia prima e negli scritti del carcere di Gramsci. Nella prima parte cerco di ricostruire una sorta di “preistoria” del termine, dall’origine greca alla lunga eclissi in eta romana, nel Medioevo e nella prima modernita. Mi soffermo quindi sulla sua ripresa ottocentesca, prima nel lessico politico dei fautori dell’unita nazionale italiana e tedesca, e poi nel dibattito marxista della Seconda Internazionale. Ma e tra i bolscevichi (Lenin, Bucharin, Radek, Stalin, Zinov’ev) che il concetto assume il significato pregnante sul quale Gramsci – dopo aver utilizzato l’espressione “egemonia” nel senso corrente di predominio (militare, politico, economico, culturale) nei suoi articoli di giornale fin dal 1916 – inizia a riflettere durante il soggiorno a Mosca (1922-23), nel periodo trascorso a Vienna (1923-24) e soprattutto dopo il ritorno in Italia (1924-26). La seconda parte del saggio tenta di ripercorrer...
QUADERNI BAGNARESI Il saggio tratta il tema della Bagnarota e il c.d. Matriarcato con un approfondimento sulla Battaglia di Lepanto e il ruolo delle Brigantesse durante l'Insorgenza.
Consecutio Rerum, 2023
Through Margins and Subalternity. A Gramscian Political Key to Think about the South of Italy The idea of subaltern groups is one of the most notable Gramscian concepts that has become part of the global historical-political lexicon, and not only that: the work on the Southern Question has been integrated into the broader discourse of the Global South. If these new views, on the one hand, had the merit of spreading some of the key terms from Quaderni del carcere beyond Italy, on the other hand they had the effect of depoliticising and historicising the potential topicality of Gramscian thought. Global readings of Gramsci have developed to the detriment of more specific aspects concerning the Mezzogiorno and the idea of «subaltern social groups»: consider, for example, the change in direction carried out by the Subaltern Studies in rereading the relation between hegemony and subalternity under a dichotomous light. The conception of subalternity outlined by Gramsci cannot be separated from his Marxism, as it is precisely within hegemony that the subaltern classes can reaffirm the non-synchronicity and thus show the multiplicity of the lines of historical movement. Hegemony for Gramsci thus assumes a strategic character, where the analysis of power coincides with its critique. The aim of this contribution is to relocate the concept of subalternity within the philosophy of praxis, thus unfolding the political potential of Gramscian reflections. It will be thus possible to ascertain not only the political topicality, but also how Gramsci's ideas on the Mezzogiorno can still provide insights for renewed perspectives of analysis.
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NFPA 13E, 2020
Revista de Literatura, História e Memória Inter-relações entre a literatura e a sociedade, 2009
Cahiers philosophiques, 2023
Kant-e-Prints, 2024
Journal of Religion & Health, 2007
Biota : Jurnal Ilmiah Ilmu-Ilmu Hayati, 2011
Journal of Environmental Quality, 2007
Revista Malala , 2024
Crossing Time and Space: From the Perspective of Japanese Studies , 2018
Journal of Applied Physics, 2021