Academia.eduAcademia.edu

Labellarte_Ockham, Quodlibet 1, Question 13

Whether the first learned by the intellect by origin is the singular

QUODLIBET 1 QUESTIONE 13 Se il primo appreso dall’intelletto per origine sia il singolare Perché no: Poiché l’universale è il primo ed esclusivo oggetto dell’intelletto, dunque innanzi tutto è conosciuto per origine. Contro: il medesimo è del tutto l’oggetto del senso e dell’intelletto; ma il singolare è il primo oggetto del senso per priorità; dunque etc. In questa circostanza innanzi tutto si deve dare il significato della questione; in secondo luogo, la questione. [Articolo primo] Intorno al primo si deve sapere che qui si prende ‘singolare’ non per tutto ciò che è uno come numero, poiché così ogni cosa sarebbe singolare, ma lo si prende per la cosa che è una di numero e non è segno naturale o volontario o piuttosto in vista del desiderio comune per i più, nel cui tipo il discorso scritto, il concetto e la voce estesa significativa non sono cose singolari, bensì solo la cosa che non è segno comune. In secondo luogo si deve sapere che ad ogni modo non si capisce questa questione della conoscenza singolare, poiché ad ogni modo la conoscenza dell’universale è conoscenza del singolare, perché nulla a causa di tale conoscenza è conosciuto se non il singolare e le cose singolari attraverso questa conoscenza, tuttavia quella è conoscenza comune. Ma si capisce la questione della conoscenza propria e semplice del singolare. [Secondo articolo Conclusione 1] Intorno al secondo, supporrai che la questione sulla conoscenza propria singolare è nota, allora dico innanzi tutto che il singolare, nel modo prima detto, preso per sé come conoscenza propria e semplice è innanzi tutto il conosciuto. Questo è provato, poiché la cosa fuori dell’anima che non è segno in tale conoscenza è innanzi tutto percepita; ma ogni cosa fuori dell’anima è singolare; dunque etc. L’oggetto, in seguito, precede l’atto proprio e primo per origine; nulla, d’altra parte, precede tale atto se non il singolare; dunque etc. [Conclusione 2] In secondo luogo, dico che la conoscenza semplice propria del singolare e prima per origine è la conoscenza intuitiva. Ma è chiaro che tale conoscenza sia prima, poiché la conoscenza singolare astrattiva presume l’intuitiva rispetto allo stesso oggetto e non il contrario. E’ chiaro che (questa conoscenza) sia propria del singolare, poiché immediatamente è causata dalla cosa singolare o è destinata a essere causata, e non è destinata a essere causata da un’altra cosa singolare benché della stessa specie. [Conclusione 3] In terzo luogo, dico che la conoscenza prima astrattiva per origine e semplice non è la conoscenza propria del singolare ma è talvolta conoscenza del comune, anzi sempre. In primo luogo, è chiaro perché la conoscenza propria semplice di qualche singolare non è posseduta finché la conoscenza specifica di quella non può essere posseduta. Ma qualora sia così, infatti è chiaro per colui che viene da lontano, ciò che causa tale sensazione in virtù della quale posso solo giudicare che quel viso è una cosa. E’ manifesto che in questo caso la conoscenza astrattiva che io ho è innanzi tutto per origine conoscenza della cosa e di nulla inferiore; e per conseguenza non è il concetto specifico né il concetto proprio del singolare. Il secondo assunto è chiaro perché nessuna conoscenza astrattiva semplice è somigliante più a una cosa singolare che a un’altra a quella ugualissima, né è causata dalla cosa né è destinata a essere causata; dunque nessuna di questa è propria del singolare bensì ognuna è universale. [Dubbio 1] Ma a questo punto ci sono alcuni dubbi: il primo è, poiché sembra che la conoscenza intuitiva non sia propria, poiché ad ogni modo l’intuitiva si dà, ugualmente è assimilata a una cosa singolare così come a un’altra ugualissima e ugualmente riproduce una così come l’altra; dunque sembra che la conoscenza non sia più dell’una che dell’altra. [Sul dubbio 1] Per il primo di questi, dico che l’intuitiva è la conoscenza propria del singolare, non a causa di una maggiore somiglianza a uno rispetto all’altro, ma perché è causata da uno e non da un altro, né può essere causato da altro. Se dici, può essere causata dal solo Dio: è vero, ma tale visione è destinata a essere causata da un oggetto creato e non da altro; e se è causata naturalmente, è causata da uno e non da altro, né può essere causata da altro. Per cui non a causa della somiglianza, si dice conoscenza intuitiva propria singolare più che astrattiva prima, ma solo a causa della causalità, né può essere assegnata altra causa. [Dubbio 2] Il secondo dubbio è, poiché se la prima astrattiva è tuttavia conoscenza e concetto dell’ente, così come dici di colui che viene da lontano, dunque, in questo modo, la prima intuitiva, nello stesso caso, sarà conoscenza comune dell’ente; perché è impossibile che ci siano più concetti semplici propri della stessa cosa. Ma su colui che viene da lontano posso avere una visione con cui giudico solo che quello è una cosa, altra con cui giudico che quello è un animale, una terza con cui giudico che quello è un uomo, una quarta con cui giudico che quello è Socrate. Ma queste sono visioni di varia ragione, dunque ognuna di queste non può essere conoscenza propria di quella singolare visione. [Sul dubbio 2] Sul secondo dubbio dico che, talvolta, quelle sono visioni della stessa specie e differiscono soltanto come più perfetto e meno perfetto nella stessa specie; per esempio, se qualcosa sembra composto da parti della stessa ragione in cui non ci sono più accidenti sensibili per la vista, allora per approssimazione di quel visibile, per esempio del bianco, la visione si accresce e diventa più chiara; e in secondo luogo questo può causare giudizio diverso e diverso poiché tale visione è un ente o corpo o colore o bianchezza etc. Se dici: quelle differiscono come specie che non possono causare effetto della stessa specie; ma la visione chiara e oscura sono di tal fatta; dunque etc. Replica: dico che le cause, quando accresciute e intense non possono causare l’effetto della stessa, differiscono per specie e non diversamente. Ora, invece, la visione acuta e intensificata può in ogni effetto in cui può la visione chiara; e per conseguenza sono della stessa specie. Talvolta, però, la visione chiara e oscura sono di diversa specie, per esempio quando si vedono diversi oggetti; per esempio se uno scudo sembra colorato da diversi colori secondo maggiore o minore approssimazione. Ma queste non sono visioni dello stesso oggetto ma diverse. [Dubbio 3] Il terzo è, poiché sembra che la prima astrattiva è propria, soprattutto quando l’oggetto è vicino in debito modo, perché attraverso la prima astrattiva posso ricordare quella cosa prima vista; il che non potrebbe accadere se non avessi l’astrattiva propria. [Sul dubbio 3] Sul terzo dico che nel vedere qualcosa, ho qualche conoscenza astrattiva propria, ma quella non sarà semplice ma composta da semplici. E quella notizia composta è il principio del ricordo, perché attraverso questa ricordo Socrate, poiché lo vidi così figurato, colorato, di tale altezza, larghezza e in tale luogo; e attraverso lo stesso concetto composto ricordo che vidi Socrate. Ma se circoscrivi ogni concetto semplice eccetto uno, non ricorderai Socrate più che quell’uomo a lui ugualissimo. Posso ricordare bene che io vidi, ma se sia Socrate o Platone non lo so. E perciò la conoscenza astrattiva semplice non è propria del singolare, ma opportunamente composta può essere propria. [Dubbio 4] Il quarto è, poiché secondo quanto detto sembra che il concetto di genere può essere astratto da un individuo, per esempio il concetto di animale, così come è chiaro per colui che viene da lontano quando ho tale visione con cui giudico che quella visione è un animale. [Sul dubbio 4] Sul quarto dico che mai il concetto di genere è astratto da un individuo. E per quel (concetto) di colui che viene da lontano, dico che giudico che quello è un animale perché prima ho il concetto di animale, il cui concetto è il genere; e perciò con quel concetto io sono condotto nel ricordo. Per cui se prima non avessi il concetto di genere di animale, non giudicherei nulla se non che quello visto è qualcosa. E se domanderai quale notizia astrattiva innanzi tutto si mediante l’intuitiva, replico: talvolta solo il concetto di cosa, talvolta il concetto di genere, talvolta il concetto di specie specialissima, in base al quale l’oggetto è più o meno remoto. Tuttavia, sempre si imprime il concetto di cosa, perché quando l’oggetto è vicino in debito modo, allo stesso tempo è causato dalla cosa singolare in più il concetto specifico e il concetto di cosa. Per primo dico che l’universale è il primo oggetto per priorità di adeguazione, ma non per origine.