Nell' occhio romantico di Ludwig Tieck, un femminicidio di età rinascimentale DA BOMPIANI , «VITTORIA ACCAROMBONA», NUOVA TRADUZIONE DI FRANCESCO MAIONE, A CURA DI STEFAN NIENHAUS Lo scrittore polacco costruiva i propri testi partendo da...
moreNell' occhio romantico di Ludwig Tieck, un femminicidio di età rinascimentale DA BOMPIANI , «VITTORIA ACCAROMBONA», NUOVA TRADUZIONE DI FRANCESCO MAIONE, A CURA DI STEFAN NIENHAUS Lo scrittore polacco costruiva i propri testi partendo da prestiti e citazioni, e aprendoli a finali multipli: Etica e letteratura, un Meridiano a cura di Krystyna Jaworska Senza «fantasia naturale», dunque ostile alla finzione di MICAELA LATINI T estamento poetico di Ludwig Tieck, quasi un precipitato di questio-ni legate al Romantici-smo tedesco, Vittoria Accorombona venne pubblicato nel 1840 e grazie ai temi e alla sua struttura che raccoglie, all'inter-no della trama complessa, un «con-tenuto sedimentato» di motivi, ri-ferimenti, spunti, segnò un mo-mento di rottura con l'assetto let-terario tradizionale. Ora ritradot-to da Francesco Maione e curato da Stefan Nienhaus per Bompiani nei «Narratori stranieri» (pp. 408, e 18,00) racconta la vicenda di una artista ispirata alla realmente esi-stita Vittoria Accoramboni, nata a Gubbio da una famiglia nobile di origine marchigiana, che visse tra intrighi di corti rinascimentali, fi-nendo vittima di una serie di so-prusi, e dunque assassinata, quale ultimo approdo della sua «via ec-centrica». Quattro anni prima di Tieck, Stendhal aveva dedicato un rac-conto alla poetessa italiana, ma en-trambi attingevano a loro volta al-la tragedia inglese poco nota del drammaturgo elisabettiano John Webster The White Devil, or Vittoria Corombona, del 1612. La novità in-trodotta da Tieck sta nell'indugio sulla questione del «femminici-dio», che trova posto in una im-pressionante sequenza di violen-ze, delle quali restano vittime, ol-tre a numerosi uomini, anche al-tre tre donne illustri-Isabella e Lu-crezia de' Medici, Eleonora di Tole-do oltre alla protagonista. Sullo sfondo tardo cinquecente-sco di questi fatti tragici, gli Stati hanno perso il loro ruolo di garan-ti dell'ordine e della giustizia, so-praffatti dai soprusi dei potenti lo-cali e destabilizzati dai rivoltosi masnadieri. Lo stesso Tieck scrisse nell'Introduzione che il suo ro-manzo va letto, fra l'altro, come un ritratto fedele dell'età rinasci-mentale, in cui si staglia la «prodi-giosa bellezza» fisica e spirituale di Victoria, della quale Tieck sottoli-nea l'aura di «seduttività» corpo-rea e al tempo stesso la potenza espressiva, che ne innerva la per-petua trasformazione. Fin dal primo capitolo, la figura di Vittoria è associata al «bello na-turale», alla cascata, al torrente, al movimento (anche vorticoso) de-gli elementi, estensione romanti-ca del senso della libertà. Interlocu-tore privilegiato delle conversazio-ni di Vittoria è Torquato Tasso, una scelta non casuale, se proprio lui aveva personificato, per Goe-the, il poeta del conflitto tra pote-re e arte, ciò che costituisce l'altro filone del romanzo. Se il potere cade in mano alla barbarie, se la vita politica è ottene-brata da calunnie e complotti, la non-conformità genera sospetto. Perciò la fiamma di Vittoria va spenta, e i malfattori che la uccido-no nel buio della sala dedicata alle opere d'arte (proprio come nel so-gno premonitore che Vittoria ave-va avuto da ragazza) violano insie-me alla sua vita un luogo idealmen-te consacrato alla bellezza. Tieck non risparmia timbri brutali men-tre descrive lo stupro che ristabili-sce le gerarchie di genere; ma que-sta è sola la penultima parola. L'ultima è nell'appendice, che descrivendo con minuziosa preci-sione la condanna di Orsini quale mandante del delitto-nota il cu-ratore Nienhaus nella sua postfa-zione-non offrono alcune «reden-zione» del senso a violenze che sen-so non hanno, ma indicano la vo-lontà di serbare in questo roman-zo memoria di una «vita offesa».