Chiffon cake all'arancia

Oggi sarebbe stato il compleanno di mio papà, avrebbe compiuto 94 anni, ma purtroppo ci ha lasciati quando ne aveva soltanto 42. Voglio ricordarlo con tutto il mio amore dedicandogli una torta sofficissima e leggera, nella mia personale interpretazione, avendo utilizzato le arance della sua terra natia, la Sicilia. 

Per questa ragione nell'impasto ho messo spremuta d'arance bio che mi sono state donate e che arrivano direttamente da un piccolo agrumeto di famiglia e la mia marmellata di arance a lucidare.


Cosa serve per uno stampo da chiffon cake da 26D:
300 g farina 00
250 g zucchero semolato (la proporzione generalmente è pari farina, ma io diminuisco sempre un po' per gusto personale)
2 pizzichi sale
6 uova
120 g olio semi
90 ml acqua naturale
130 ml spremuta fresca d'arancia
la buccia grattugiata di 2 arance naturali
1 bustina lievito
1 bustina cremor tartaro

Poi serve:
marmellata di arance q.b.
granella di pistacchio q.b.

Usare tutti gli ingredienti a temperatura ambiente (tirare fuori le uova dal frigo almeno un'ora prima di usarle)
Preriscaldare il forno statico a 175°
Non imburrare lo stampo. 
In una ciotola, anche con la frusta a mano, mescolare tuorli e zucchero fino a quando risulta sciolto, poi unire la spremuta, l'acqua, sale, olio e le scorza, infine aggiungere la farina setacciata con il lievito e tenere da parte.
In un'altra ciotola con le fruste elettriche montare a neve (ferma ma non fermissima leggi qui chiffon cake agli agrumi)  gli albumi con il cremor tartaro setacciato.


Unire gli albumi montati al composto dei tuorli in tre step usando una spatola o cucchiaio di legno con un movimento dal basso verso l'alto per non smontare il composto.
Versare subito l'impasto ottenuto nello stampo da chiffon cake ed infornare per circa un'ora, fare la prova stecchino, quando è asciutto sfornare e capovolgere subito lo stampo, NON toccarlo, il dolce si staccherà da solo quando sarà freddo, ovvero dopo 6/8 ore circa, eventualmente passare un coltello dalla lama piatta alla base in modo delicato per agevolare questa operazione, se serve quando sarà completamente raffreddata.
Spennellare la superficie con 3 o 4 cucchiai di marmellata d'arance con un un po' d’acqua, decorare a piacere con granella di pistacchi. Si mantiene per molti giorni conservata semplicemente su un piatto e coperta a campana da una ciotola di vetro.






Cappellacci di mortadella e ricotta con salsa alle noci e pistacchi

Alla rubrica "al km0" siamo già al lavoro per organizzare il pranzo di Pasqua, io ho deciso di preparare succulenti cappellacci fatti a mano, la pasta ripiena in Piemonte si prepara spesso e a casa mia piace sempre tanto in ogni sua declinazione. 

Se vuoi dai un'occhiata anche alle altre mie ricette di pasta fresca fatta in casa 


Per 650 g circa di cappellacci (4 persone)

per la pasta serve:
200 g farina 00
20 g semola rimacinata di grano duro
2 uova (volendo a pasta gialla)
un goccio d'acqua

Per la farcia serve:
200 g ricotta vaccina
90 g mortadella con pistacchi
un pizzico sale
pepe e erbe aromatiche q.b. (mix rosmarino, maggiorana, salvia, timo)
30 g parmigiano grattugiato

Per il condimento serve:
vai a leggere la mia ricetta della salsa alle noci (fanne metà dose)
granella di pistacchi q.b.

Mettere la ricotta in un colino dentro ad una ciotola, coprire con pellicola e mettere in frigo a scolare tutta una notte o comunque almeno 6-8 ore. Buttare via il siero, mettere la ricotta nella ciotola ed unire la mortadella tritata finemente, condire con sale, pepe ed erbe aromatiche, aggiungere anche il parmigiano. Tenere da parte in frigo.

Fare la pasta con gli ingredienti elencati, formare una palla, metterla dentro ad un sacchetto per surgelati apri e chiudi oppure avvolgerla con pellicola. Fare riposare 20-30 minuti poi stenderla in una sfoglia sottile (penultimo foro della macchinetta o sfogliatrice).


Formare tanti mucchi con l'aiuto di una sac a poche (o un cucchiaino), inumidire i bordi con l'aiuto di un pennello e poca acqua, adagiare sopra un'altra sfoglia, schiacciare delicatamente per fare aderire bene la pasta e coppare con un coppapasta rotondo da 6D, con i polpastrelli schiacciare bene per eliminare l'aria poi congiungere due lati formando i cappellacci. Adagiare la pasta su un vassoio ben infarinato con farina di riso ( o semola) e proseguire fino a terminare gli ingredienti.



Cuocere un paio di minuti i cappellacci in acqua al bollore salata, scolarli con una schiumarola e mantecarli in padella con salsa di noci allungata con mezzo mestolo di acqua di cottura, impiattare e spolverizzare con granella di pistacchi. Servire.
Si possono congelare mettendo i cappellacci appena formati, distanziati su un vassoio rivestito con carta da forno, quando risultano surgelati riporli in un sacchetto idoneo e al momento di cuocerli buttarli in acqua al primo bollore ancora congelati, lasciandoli bollire un minuto in  più.





Pane Senatore Cappelli e farro tipo 2 con semi di sesamo (e lievito madre)

Ecco il pane presentato l'altro giorno in un reel su Instagram. Ho utilizzato il mio lievito madre, ma se si desidera fare questo pane con il lievito di birra si può, in questo caso consiglio d' usare 2-3 g di lievito di birra fresco sbriciolato direttamente nella farina, aumentando la semola di 70 g e l'acqua di 35 g, lasciando invariato tutto il resto.


Cosa serve:
300 g semola di grano duro Senatore Cappelli
200 g farina di farro integrale bio monococco
120 g lievito madre rinfrescato e al raddoppio
12 g sale fino marino integrale
1 cucchiaino malto d'orzo bio in polvere
2 cucchiai olio evo
370 g acqua
semi di sesamo bio bianchi q.b.
semi di sesamo neri bio q.b.

Rinfrescare il lievito madre (se si adopera) ed utilizzare ciò che serve dopo 3 ore. Nel frattempo setacciare le farine, metterle nella ciotola e irrorare con 340 g d'acqua a temperatura ambiente, mescolare in modo grossolano, coprire con pellicola e lasciare riposare per 3 ore.
Nella ciotola delle farine unire il malto e il lievito spezzato (o il lievito di birra sbriciolato), iniziare ad impastare, dopo una decina di minuti unire l'olio, farlo assorbire e quindi aggiungere il sale e la restante acqua pochissima alla volta, continuare ad impastare per altri 5/10 minuti. Chiudere l'impasto, formare una palla e metterla in una ciotola oleata, coprire con pellicola e lasciarla a t.a. per 1 ora e mezza se si è usato il lievito madre, altrimenti basta un'ora, poi trasferirla in frigo a fare maturare l'impasto per 16/18 

La mattina successiva (o comunque dopo le ore di maturazione in frigo)
Togliere la ciotola dal frigo e lasciarla a temperatura ambiente una mezz'oretta per farla acclimatare poi delicatamente rovesciare l'impasto sul piano da lavoro, allargarlo le mani (come fosse un lenzuolo) fino ad ottenere un grande rettangolo, dare una piega a libro (guardare le foto) coprire con pellicola e lasciare riposare 10 minuti poi girare l'impasto (guardare la foto) e arrotolarlo in modo molto leggero. Versare sul piano di lavoro un mix di semi di sesamo bianchi e neri e arrotolare il pane su di essi per farli aderire.
Mettere l'impasto nel cestino di lievitazione rivestito con canovaccio ben infarinato tenendo i lembi della chiusura di sopra, spolverizzare anche la superficie, coprirlo con pellicola e canovaccio e lasciarlo lievitare circa 2 o 3 ore (dipende dal lievito utilizzato)



Preriscaldare il forno statico a 250° con la leccarda all'interno.
Capovolgere il pane sulla leccarda tirata fuori dal forno e rivestita con carta da forno, praticare un taglio sul fianco del pane, di sbieco,  con l'aiuto di una lametta o un coltellino affilato, praticare poi tagli più e meno profondi a piacere.

Buttare mezzo bicchiere d'acqua sul fondo del forno e inserire subito la leccarda all'interno, cuocere 10 minuti, poi abbassare a 220°, lasciare cuocere per 10 minuti, di seguito abbassare la temperatura a 190° e lasciare cuocere per altri 30 minuti, poi abbassare ancora il forno a 150° e lasciare 5 minuti con lo sportello aperto a fessura.
Infine spegnere il forno, aprire lo sportello a fessura ma lasciare ancora il pane all'interno per 5 minuti.
Tutto questo calare graduale della temperatura farà sì che il pane possa avere una bella crosta croccante esterna, che sia ben cotto internamente e che l'umidità del pane stesso possa evaporare rendendolo asciutto oltre che cotto.


Sfornare il pane e metterlo a raffreddare su una gratella (se possibile inclinando il pane dato che è una pezzatura grande, il vapore interno evaporerà meglio).






Torta di mele classica (con confettura di albicocche)

Si sa, le torte di mele non bastano mai e non stancano, io la gradisco dodici mesi all'anno, d'inverno magari tiepida con salsa alla vaniglia o pucciata in una bevanda calda e, d'estate, servita con una pallina di gelato fiordilatte; insieme alle crostate sono le mie preferite. Questa è la versione più classica, pochi e genuini ingredienti, anche le proporzioni tra loro sono standard, insomma qui si va sul sicuro, nessuna stravaganza. Ho usato la mia confettura di albicocche e amaretti


Cosa serve per una tortiera da 22D
250 g farina 00
mezza bustina di lievito per dolci
1 pizzico sale
150 g burro morbido
150 g zucchero semolato
3 uova
3 mele
il succo e la scorza di 1 limone
latte q.b.
confettura albicocca q.b.
pinoli q.b.
zucchero di canna q.b.

Preriscaldare il forno a 180° statico, imburrare e infarinare la tortiera oppure rivestirla con carta da forno. Sbucciare le mele e tagliarle a tocchi sottili, mescolarli con un po' di zucchero di canna e con una spruzzata di succo di limone, tenere da parte.

Montare il burro morbido con lo zucchero fino a renderlo spumoso, unire un uovo alla volta (non incorporare quello successivo se il precedente non risulta ben assorbito), unire il pizzico di sale. il succo del limone e la scorza grattugiata, unire la farina setacciata al lievito, mescolare ed aggiungere latte a filo quanto basta per ottenere un composto morbido ma non troppo (circa mezzo bicchiere ma dipende dalla grandezza delle uova utilizzate), aggiungere quindi le mele, mescolare e versare il composto nella tortiera, livellare e cospargere la superficie qua e la con poca confettura di albicocca, spolverizzare con una manciata di pinoli.


Infornare per circa 40 minuti (gli ultimi 5 nel ripiano in alto per fare colorire e caramellare i pinoli e lo zucchero). Fare la prova stecchino. Sfornare e lasciare raffreddare bene prima di togliere la torta dallo stampo, quindi servire.



Tajine di coniglio speziato

Amo molto aggiungere spezie alla carne bianca e la cottura lenta e dolce della tajine arricchisce il piatto, rendendolo umido e morbido, come ad esempio il galletto, ma è perfetta anche per i moscardini cotti in tajine con melanzane


Cosa serve per DUE persone:
1/2 coniglio tagliato a piccoli pezzi
trito di: carota, sedano, cipolla e aglio q.b.
rosmarino, salvia, alloro e timo serpillo q.b.
1 cucchiaio paprika dolce
1 cucchiaio garam masala
1 piccolo peperoncino di piccantezza media (facoltativo)
aceto di vino rosso q.b.
poca acqua calda
olio evo q.b.
sale q.b.

Nella tajine inserire un filo d'olio evo con le verdure tritate e le erbe aromatiche, il peperoncino tagliato a pezzi, lasciare insaporire a fuoco basso, unire il coniglio lavato ed asciugato, fare rosolare e sfumare co un goccio di aceto di vino rosso, salare, aggiungere le spezie e poca acqua calda, portare la fiamma al minimo, se disponibile usare anche uno spargifiamma, mettere il coperchio della tajine e lasciare cuocere 40 minuti, girando i pezzi di carne almeno due o tre volte, portare a cottura controllando anche se serve aggiungere ancora un po' d'acqua.




Mini burger di ceci e aglio orsino (vegan)

Ho parlato varie volte dell'aglio orsino, nel nostro Paese poco conosciuto, anche perchè è un'erba spontanea che cresce solo nel sottobosco in alcuni luoghi del nostro nord Italia, molte persone lo confondo con il bulbo, ma non c'entra nulla. Potete dare un'occhiata al mio pesto di aglio orsino ((bärlauch) oppure replicare il mio hummus all'aglio orsino, rifare il godurioso burro all'aglio orsino per citare alcune ricette.

Oggi, alla rubrica "al km0" parliamo di erbe spontanee ed io porto quindi la mia preferita con questa ricetta vegan e senza lattosio, per ottenere una preparazione senza glutine e quindi  adatta a tutti, è sufficiente utilizzare pangrattato e lievito in polvere gluten free, un secondo piatto leggero e appagante. 



Cosa serve per 6 mini burger:
80 g ceci secchi (oppure 200 g già cotti)
un pezzo di carota-sedano-cipolla + 1 foglia di alloro*
40 g aglio orsino
1 cipollotto di Tropea
sale e pepe q.b.
mezzo cucchiaino miele di castagno
2 cucchiai olio evo + q.b per la cottura
2/3 cucchiai pangrattato
1 pizzico lievito per torte salate
scorza di mezzo limone
poca salsa piccante di pomodoro (facoltativa)


La sera prima mettere in ceci in una ciotola e coprire abbondantemente con acqua fredda, lasciare in ammollo i legumi per 12 ore. Il giorno seguente scolare i ceci e metterli in pentola a pressione con carota-sedano-cipolla e la foglia di alloro, coprire con acqua, chiudere la pentola e cuocere 25 minuti dal sibilo (in alternativa lessare in pentola normale ma occorrerà un tempo molto più lungo, leggere sulla confezione). *Se si utilizzano ceci in scatola gli aromi naturalmente non serviranno. 

Nel robot da cucina inserire i ceci cotti, dare una frullata grossolana e toglierne metà, tenere da parte.

Alla metà rimasta nel bicchiere del robot aggiungere il cipollotto tagliato a rondelle (solo la parte più tenera), il miele, il pizzico di lievito per torte, l'aglio orsino e la scorza del limone grattugiata. Azionare di nuovo le lame, unire a filo l'olio evo. Trasferire il composto in una ciotola, aggiungere la metà dei ceci cotti frullati in precedenza, unire il pangrattato, regolare sale e pepe e valutare se unire altro pangrattato o se il composto è abbastanza sodo (ma non asciutto). Coprire con pellicola e metterlo in frigo un'oretta.

Adagiare un coppapasta/tagliabiscotti da 7D oliato internamente su un foglio di carta da forno, versare all'interno del composto, schiacciare con il dorso di un cucchiaio per ottenere dei mini burger alti circa 1 cm e mezzo; proseguire fino a terminare il composto. Scaldare un filo d'olio in una padella antiaderente, fare rosolare i mini burger qualche minuto da entrambi i lati. "sporcare" il fondo del piatto da portata con un po' di salsa piccante di pomodoro, adagiare i mini burger e servirli caldi.






Canestrelli tradizionali

I canestrelli fanno parte della pasticceria secca di tutto il Piemonte (e Liguria) andando ad arricchire i vassoi con le nostre Paste di meligai baci di dama, gli amarettini morbidi, i brutti ma buoni gli ovis mollis (con confettura) i torcetti al burro piemontesi i ventaglietti di pasta sfoglia e tanti altri. 

Si differenziano dai biscotti canestrelli semplici in quanto, pur avendo la stessa forma, sono costituiti da una frolla ricca e friabile come un buon frollino burroso, invece i canestrelli tradizionali di pasticceria sono impastati con tuorli sodi (ovis mollis) e parte della farina è sostituita dalla fecola di patate, elementi che doneranno una friabilità e scioglievolezza assoluta.


Cosa serve per una teglia di canestrelli:
2 tuorli medi sodi
100 g farina 00
100 g fecola di patate
60 g zucchero semolato
125 g burro morbido
buccia grattugiata di mezzo limone naturale
i semi di mezza bacca di vaniglia
1 pizzico sale

In una ciotola montare il burro (tenuto temperatura ambiente per almeno un'ora) con lo zucchero finchè diventa spumoso e bianco, unire il pizzico di sale e gli aromi, unire poi i tuorli sodi e sbriciolati con una forchettina, appena il composto risulta amalgamato (bisogna lavorarlo in meno possibile) aggiungere la farina e la fecola precedentemente setacciate, tutta in una volta. Fare incorporare per pochi minuti, formare un panetto ed avvolgerlo con pellicola alimentare. Riporre in frigo alcune ore (meglio se tutta la notte).

Trascorso il periodo di riposo, riprendere la frolla dal frigo, manipolarla molto brevemente sul piano di lavoro leggermente infarinato e stenderla con l'aiuto del mattarello (anch'esso infarinato) per ottenere uno spessore di circa mezzo centimetro, coppare con un tagliabiscotti a orma di fiore di diametro 4 , poi con un altro cutter tondo e liscio piccolo (io ho utilizzato il levatorsoli) creare un foro centrale, continuare in questo modo fino ad esaurire la frolla (impastando sempre brevemente i ritagli). Sistemare i canestrelli sulla teglia rivestita con carta da forno inumidita ed asciugata e metterla in frigo.


Accendere il forno statico a 170° e, quando arriva a temperatura, infornare e cuocere 12/14 minuti. Controllare a vista i canestrelli che devono risultare cotti ma bianchi, non toccarli assolutamente perché si sbriciolano, lasciare quindi che raffreddino completamente fuori dal forno a temperatura ambiente nella teglia prima di poterli toccare e trasferire in un piatto, alzatina o vassoio per poterli servire. Conservare in una scatola di latta.




Farinata di ceci ai porcini secchi

Le giornate si allungano e alla rubrica "al km 0" abbiamo voglia di passare più tempo fuori casa, viva quindi le ricette veloci. Oggi ho preparato la farinata, da noi a Torino in pizzeria è irrinunciabile, oggi la propongo aromatizzata ai funghi porcini. La cottura ideale è in forno a legna, in casa bisogna un po' aggiustarsi, quindi optare per la temperatura massima disponibile e la modalità ventilata, di seguito regolarsi a seconda del proprio forno. Puoi anche provare la mia farinata di ceci classica

Io ho utilizzato una farina di ceci piemontese e i funghi porcini li ho fatti seccare io lo scorso autunno, scegliere comunque ingredienti di qualità! Pochi ma buoni, mi raccomando.

Una ricetta vegana, senza lattosio, senza glutine. Davvero per tutti




Cosa serve per una teglia da 32D (se disponibile, in rame):
180 g farina di ceci
580 g acqua
10 g funghi porcini secchi
4 cucchiai olio evo
3 generosi pizzichi sale fino
pepe macinato al momento q.b.

In una brocca inserire la farina di ceci, l'acqua e il sale, emulsionare col frullatore ad immersione molto bene per eliminare ogni grumo. Tritare finemente i porcini a coltello (sconsiglio di tritarli con il tritatutto elettrico perchè si otterrebbe una polvere), versarli nella pastella e mescolare con un cucchiaio. Coprire con pellicola e mettere la brocca in frigo lasciando riposare la pastella per 5/6 ore, se si fa la farinata per pranzo consiglio di farla anche la sera prima; se si serve a cena, di preparala la mattina.


Al momento di cuocerla preriscaldare il forno in modalità ventilata al massimo della temperatura (il mio 250° modalità ventilata intensa), versare l'olio evo all'interno della teglia e distribuirlo in modo omogeneo (l'olio anche se sembra, non sarà troppo, anzi...), tirare fuori dal frigo la brocca, mescolare con un cucchiaio e quando il forno è arrivato a temperatura estrarre parzialmente la gratella, appoggiare la teglia, quindi versare lentamente la pastella all'interno, poi con un cucchiaio mescolare in modo casuale per distribuire meglio l'olio all'interno e in superficie. 


Cuocere per 20/25 minuti poi con una forchetta alzare la base della farinata e decidere se cuocerla ancora 5 minuti lasciandola nel ripiano intermedio o spostarla nel ripiano più basso, o al contrario più alto col grill acceso in base alla doratura formata, dev'essere bella croccante sia sopra che in superficie.
Infine, sfornare, aspettare qualche minuto e macinare pepe nero q.b. secondo il proprio gusto e servire.






Canederli con crema di cavolfiore, nocciole e prosciutto croccante

I canederli sono deliziosi in ogni modo si voglia degustarli, per questa ricetta ho utilizzato quelli già pronti della Valsugana, se desiderate prepararli in casa, potete seguire la mia ricetta dei canederli tirolesi in brodo oppure asciutti candederli speck e funghi


Cosa serve per DUE persone:
450 g canederli allo speck
1/2 cavolfiore piccolo
70 g prosciutto cotto
30/50 g burro
olio evo q.b.
sale q.b.
nocciole tostate q.b.

Far cuocere il cavolfiore al vapore, tagliarlo a cimette e passarlo nel burro spumeggiante, tenere da parte qualche cimetta per la decorazione del piatto.

Intanto fare cuocere i canederli come indicato sulla confezione (15 minuti in acqua salata dalla ripresa del bollore) intanto nel bicchiere del minipimer frullare il restante cavolfiore con qualche cucchiaio d'acqua di cottura e un filo d'olio evo. Tagliare il prosciutto cotto a listarelle e renderlo croccante facendolo tostare pochissimi istanti in un padellino caldo e oleato, tenere da parte, fare tostare anche le nocciole.

Quando i canederli sono pronti, scolarli con una schiumarola e passarli velocemente nella padella in cui sono state saltate le cimette di cavolfiore nel burro, se necessario aggiungerne ancora un po'.
Impiattare adagiando i canederli rosolati nel burro sulla crema di cavolfiore calda (o riscaldata) decorando poi con le nocciole, le cimettine tenute da parte e il prosciutto croccante.



 

Biscotti del lagaccio

Amo moltissimo i biscotti del lagaccio (il termine deriva dal quartiere di Genova dal quale prende il nome) sono similissimi ai nostri biscotti della salute piemontesi, la differenza sta nella forma (questi ultimi identici alla classica fetta biscottata) e dal fatto che, i nostri, non vengano aromatizzati con semi di finocchio, sono biscotti più leggeri anche per la percentuale di grassi all'interno dell'impasto(burro o margarina), infatti sono l'ideale da offrire agli anziani, ma oggi, per la rubrica "al km 0" per la quale dedichiamo le nostre ricetta alla prima colazione, lo volevo gustoso, quindi ho optato per il lagaccio ho prendendo spunto dalla ricetta della mia amica Maria Grazia apportando solamente un paio di leggere modifiche, ovvero, ho voluto una lievitazione mista, avendo esuberi di lievito madre, per ciò che riguarda le farine ho optato per un sapore più integrale e rustico, quindi ne ho usata anche una di tipo 2 di un grano antico piemontese (verna), ho diminuito leggermente la dose dei semi di finocchio perché ho voluto aromatizzare anche con il liquore all'anice (non sambuca eh? proprio anice!), ho riadattato le dosi della farina del primo impasto (lievitino) perché ho usato, come detto, sia il lievito di birra che il lievito madre) per il resto ho copiato papale/papale, e sono soddisfattissima, sono poco dolci, proprio come piacciono a me, anche perché li gusto a colazione con le mie confetture. 

Per la storia di questi biscotti vi invito ad andare sul blog di M.G. 




Cosa serve per circa 30 biscotti

per il lievitino:
40 g farina per biscotti e frolle tipo 1 (W160/170)
30 g farina di grani antichi tipo 2 (la mia grano Verna del Piemonte)
5 g lievito di birra fresco (la ricetta originale prevede solo lievito di birra nella quantità di 15 g)
30 g esuberi non rinfrescati lievito madre
60 g acqua a t.ambiente

per il 2° impasto:
il lievitino pronto
120 g farina per biscotti e frolle tipo 1 (W160/170)
120 g farina di grani antichi tipo 2 (la mia grano Verna del Piemonte)
5 g fior di semi di finocchio (o semi polverizzati nel tritatutto elettrico, la ricetta originale prevede 7 g e non c'è il liquore)
10 g liquore all'anice (mia aggiunta)
100 g zucchero semolato
80 g burro fuso (ma raffreddato)
2 g sale fino
acqua q.b. (circa 50 g ma dipende dalla farina)
1 cucchiaino malto d'orzo (mia aggiunta, facoltativo)


In una ciotolina sciogliere il lievito nell'acqua, unire le farine precedentemente setacciate, quando il composto è ben amalgamato, coprire con pellicola e mettere la ciotolina a lievitare in luogo tiepido (va bene il forno spento con la luce accesa) fino al raddoppio. Il mio è raddoppiato in un'ora e mezza.

Nella ciotola della planetaria o ciotola capiente se si impasta a mano (usando dapprima un cucchiaio) inserire il lievitino pronto, metà dell'acqua, i fior di semi di finocchio, le farine, il malto e lo zucchero, iniziare ad impastare ed aggiungere il burro fuso un po' per volta, infine la restante acqua con il sale e il liquore, impastare fino a quando la pasta risulta omogenea, formare una palla e metterla in una ciotola di misura leggermente oleata. Coprire con pellicola e mettere a lievitare in forno spento con luce accesa, fino al raddoppio (per me 2 ore e mezza), riprendere quindi l'impasto lievitato, rovesciarlo delicatamente sul piano da lavoro, pesarlo e dividerlo a metà, formare quindi due filoncini lunghi circa 25 cm, adagiarli sulla placca del forno rivestita con carta da forno, coprire di nuovo con pellicola e mettere la teglia in forno spento con lucina accesa, lasciare che lieviti nuovamente per circa 30 minuti se si è usato solo lievito di birra oppure circa 50 minuti se lievitazione mista.

Tirare fuori la teglia e preriscaldare il forno statico a 190°, infornare e cuocere 30/40 minuti dipende dal forno, controllare inserendo uno stecchino.


Sfornare, lasciare completamente raffreddare, poi coprire i filoncini con un canovaccio da cucina pulito e lasciarli riposare tutta una notte o comunque per circa 12 ore.
Trascorso il periodo di riposo, accendere il forno a 190°, tagliare i filoncini di sbieco fette spesse 1 cm e mezzo, posizionarle quindi sulla teglia una accanto all'altra, senza sovrastarle ed infornare nuovamente per tostare il lagaccio, 20 minuti (10 per parte) ma controllare può volerci anche qualche minuto in meno o in più dipende dal forno e dalle farine utilizzate, i biscotti devono esser ben dorati. Conservare i biscotti del lagaccio in una scatola di latta





Charlotte cioccolato e pere

Questa è una torta super squisita, delicata, golosa, assolutamente non carica di pastrocchi e zuccheri (caratteristica che detesto nelle ricette) è raffinata ed equilibrata, non difficile da fare se si seguono alcune accortezze. Perfetta per festeggiare un compleanno (a proposito, oggi è il mio) o per una cena alla quale desideriamo fare bella figura. 

La tabella di marcia:

l'ideale è fare la pasta biscotto due giorni prima di servire la torta, ovvero un giorno prima di montarla, poi deve riposare in frigo una notte intera, se si ha fretta si può fare il giorno precedente, montare la torta la mattina se si serve poi la sera dopo cena, ma i tempi di riposo delle varie preparazioni rimangono abbastanza stretti. La torta va poi tirata fuori frigo mezz'ora prima di tagliarla.

-2 giorni: fare la pasta biscotto
-1 giorno: fare le pere sciroppate, la mousse di cioccolato, assemblare la torta e riposo in frigo una notte
il giorno stesso: fare le pere caramellate, finire di decorare la torta e di nuovo riposo in frigo alcune ore



Per prima cosa fare la pasta biscotto (usare uova lasciate a temperatura ambiente da qualche ora)
preriscaldare il forno statico a 190°, prendere due fogli di carta da forno (da appoggiare poi su due teglie), disegnare due cerchi da 18D su un foglio e sull'altro disegnare due rettangoli per una lunghezza totale di cm 58 alti cm 8 (sarà il giro torta), poi girarli in modo tale che la parte scritta rimanga a contatto con la teglia, spennellarli in modo molto leggero con un po' di burro fuso e tenere da parte.
Nella planetaria o ciotola capiente se si usano le fruste elettriche, preparare la meringa francese: montare gli albumi con lo zucchero da versare gradatamente, fino a quando il composto risulta sodo e lucido, trasferirlo quindi in una ciotola. Nella stessa ciotola usando le stesse fruste (non fare il contrario, perché se si monta prima il tuorlo poi l'albume se contaminato, non monta). 

Montare quindi il tuorlo con lo zucchero e i semi della bacca fino a quando risulta una massa biancastra e bella soffice, ora unire un po' per volta la meringa alla massa montata di tuorli mescolando dal basso verso l'alto e di seguito unire a pioggia la farina e la fecola precedentemente setacciate sempre con una spatola o cucchiaio di legno e sempre con un movimento leggero dal basso verso l'alto, mettere quindi il composto in una grande sac a poche (da 35/40 mm) col beccuccio tondo da 12D, oppure se più piccola riempirla in più riprese.

Formare due cerchi (partendo dal centro) in modo tale da ottenere due basi da 18D e poi formare tanti piccoli salsicciotti attaccati finno a completare il rettangolo precedentemente disegnato, con la pasta biscotto avanzata, formare piccoli savoiardi, spolverizzare velocemente e leggermente la superficie con zucchero a velo ed infornare subito (occorre essere rapidi perché si smonta velocemente); questa pasta biscotto è ricca di tuorli e si otterrà un prodotto abbastanza "elastico"; cuocere per circa 18/20 minuti poi togliere dal forno, lasciare intiepidire e staccare il tutto con garbo, appoggiando sia le basi, che il girotorta che i savoiardi su una gratella affinché raffreddi del tutto.


Quando la pasta biscotto è raffreddata, foderare l'interno di un cerchio in acciaio da 20D (va bene anche il cerchio di una tortiera apribile) con un giro di acetato (in mancanza usare la carta da forno facendo due o tre giri), fermarlo con un punto della pinzatrice o con una graffetta. Adagiare il cerchio su una base in cartoncino per torte, quindi inserire il girotorta di pasta biscotto e all'interno una base tonda e qualche piccolo savoiardo per rendere la base più spessa.
Tenere da parte il tutto a temperatura ambiente.

Il giorno successivo per prima occuparsi di preparare le pere sciroppate: sbucciare le pere, tagliarle a metà, eliminare l'interno e il filamento centrale, intanto portare a bollore l'acqua, lo zucchero e la buccia della bacca di vaniglia, quando bolle unire le pere e lasciarle sciroppare 15/20 minuti, occorre ricoprirle con lo sciroppo molto spesso, in modo delicato, dipende da quanto sono dure, infilzandole con uno stuzzicadenti devono risultare ancora sode ma cedevoli. lasciarle raffreddare poi tagliarle a cubettini molto piccoli.
Mettere poi lo sciroppo delle pere in un biberon per bagne (o in un bicchiere e si userà poi un cucchiaio per inumidire la basi della torta)

Preparare la mousse di cioccolato. 
In una ciotola ben fredda semi montare 150 g di panna (dev'essere soffice e spumosa ma non troppo montata) intanto sciogliere il cioccolato tagliato a coltello al microonde a 360W per qualche istante, oppure scioglierlo a bagnomaria, tenerlo da parte. Fare la crema inglese: in un piccolo pentolino (con una piccola frusta o un cucchiaio) emulsionare il tuorlo con lo zucchero, scaldare nel microonde la panna con il latte, unire i due composti e mettere sul fuoco dolce mescolando con la frusta di continuo fino a quando accenna a bollire, poi spegnere subito altrimenti si straccia (non deve addensare) e versarla in una ciotola; sciogliere la gelatina in polvere nei 50 g rimasti di panna fredda ed unirla alla crema inglese calda. Unire anche il cioccolato fuso un po' per volta, mescolando con una spatola fino a quando si ottiene un composto lucido e spumoso, coprire quindi con pellicola a contatto e lasciare raffreddare del tutto.

Riprendere il cerchio con la pasta biscotto inserita il giorno precedente, inumidire la base con lo sciroppo (dev'essere bagnato appena-appena mi raccomando!) quindi versare metà mousse, continuare versando sulla mousse metà delle pere sciroppate, adagiare quindi il secondo disco di pasta biscuit, bagnare leggermente anche questo disco e versare sopra metà della mousse rimasta (quindi 1/4 del totale), le restanti pere sciroppate, di nuovo la restante mousse (l'ultimo 1/4), coprire quindi con pellicola e riporre la torta in frigo tutta la notte o comunque almeno 8 ore.


Il giorno successivo preparare le pere caramellate:
in una larga padella sciogliere a fuoco dolcissimo lo zucchero a secco (non aggiungere acqua e non mescolare, ma scuotere solamente la padella, facendo attenzione che lo zucchero non bruci, utile uno spargifiamma), intanto lavare e sbucciare le pere avendo l'accortezza di non togliere il peduncolo perché crea una bella estetica alla charlotte, tagliarle a metà, eliminare la parte centrale coi semi e il filamento duro interno, quando il caramello è pronto, allontanare la padella dal fuoco e adagiare all'interno le mezze pere, riporre sul fuoco (sempre dolce) e lasciare che il caramello le cuocia e le avvolga rivoltandole spesso con due spatole o cucchiai, facendo attenzione a non romperle, inizialmente il caramello, a contatto con l'acqua rilasciata dalle pere, formerà degli agglomeramenti, non c'è problema, continuando a cuocere si scioglieranno. Occorreranno anche qui 15/20 minuti. 

Quando sono pronte, con l'aiuto di una spatola, spostare le pere su un foglio di carta da forno direttamente sul piano da lavoro e farle raffreddare. (con il caramello avanzato si possono fare altre preparazioni) Quando saranno fredde, con un coltellino affilato, ricavare tante fettine molto sottili avendo cura di non tagliare le mezze pere fino alla sommità, si deve ricavare una sorta di ventaglio. Adagiare quindi le mezze pere sulla superficie della torta, aprirle a ventaglio mantenendo il peduncolo in centro. (guardare le foto)


Rimettere la charlotte in frigo (non coprirla altrimenti la pellicola si attacca alle pere caramellate) per un paio d'ore. Ricordarsi di tirare fuori frigo la charlotte 30/40 minuti prima di servirla per gustarla al meglio.




Rolata di manzo all'amarone con frittata

Gli arrosti, i bolliti, gli stracotti, le lunghe cotture sono sempre piatti squisiti, comfort food per eccellenza e questa rolata (o arrosto arrotolato che dir si voglia) ne è un valido esempio. Ottima anche fredda, si presta anche ad essere congelata.


Cosa serve:
500 g fesa di manzo/bovino adulto in un'unica fetta
2 uova
1 carciofo sardo spinoso
3 fette sottili prosciutto cotto (non magro)
sale e pepe q.b.
rosmarino, alloro, aglio q.b.
olio evo q.b.
vino amarone q.b. circa 1/4 bicchiere (o vino rosso corposo)

Chiedere al macellaio di allargare la fesa o taglio idoneo e batterla per ottenere una grande fetta di carne spessa il giusto, salare e pepare leggermente.

Sbattere le uova, condirle con un pizzico di sale e tenerle da parte.

Pulire il carciofo dalle foglie esterne, eliminare la punta e la barbetta interna, tritarlo a coltello (compreso il gambo al quale occorre eliminare la parte dura esterna e i filamenti) e stufarlo per una decina di minuti con poca acqua e un filo d'olio nella padella che si userà per fare la frittata (che dovrà risultare larga quasi quanto la fetta di carne e sottile), quindi quando sarà tenerlo unirlo alle uova, mescolare e riversare il tutto nella padella oleata. Si dovrà ottenere una frittata sottile ma spumosa e non troppo cotta.
Adagiare il prosciutto (che se è un po' grassetto è meglio) sulla fetta di carne, quindi la frittata intiepidita e arrotolare abbastanza stretto, formando la rolata. Legare con spago da cucina.

In un tegame piuttosto alto e antiaderente, mettere un filo d'olio evo e un trito di rosmarino e aglio insieme ad una foglia di alloro, fare rosolare la rolata molto bene da ogni lato, quindi sfumare con vino rosso corposo, lasciare che evapori, salare molto leggermente anche l'esterno della carne, aggiungere mezzo bicchiere d'acqua calda, il coperchio e fare cuocere a fiamma bassissima (se si dispone di spargifiamma, consiglio di usarlo) per un'ora e mezza dal momento in cui si mette il coperchio.

Rivoltarla ogni tanto e se necessario aggiungere man mano un goccio d'acqua (calda).
Lasciare intiepidire e tagliarla a fette regolari, servire con il suo sughetto. Ottima anche fredda. La frittata si può fare anche di spinaci o di bietoline