ROOZALEPRES -A LEVERET BIZ


 Ruzzalepre in toscano significa perdigiorno, uno che ruzza quindi, scherza, e se la ride con le "lepri". E cosa fa un perdigiorno, se non suonare un rock'n'roll adrenalinico, scoppiettante e sbrilluccicante?

I Roozalepres, combo toscano guidato dall’immarciescibile Sosso (anche illustratore e tatuatore di una certa marcia qualità), tornano con la loro seconda fatica discografica: A Leveret Biz. Denim, feedback e ritornelloni da cantare a squarciagola: è tutto qui, nella loro gloria senza freni.Il suono è debitore dell’ondata scandinava che, a metà anni ’90, infiammava i turntables dei rocker più intransigenti. Ma dentro c’è anche l’eredità glam punk di metà anni ’70.Hooks e ritornelli ben distinguibili, riff che ti si piantano in testa, ritmi sostenuti ma mai brutali: una formula perfetta per trasformare qualsiasi dancefloor in un campo di battaglia rock'n'roll. E tutte le venues che avranno la sfortuna di incrociare questi quattro irreprensibili rocker se ne ricorderanno.Le influenze? Da una parte The Hellacopters, Gluecifer, Red Aim; dall’altra, elementi classici alla Johnny Thunders, Dead Boys, e persino qualcosa degli Slade, almeno per certi versi. Ne viene fuori una mezz’ora che fa sudare, ballare, cantare ed esaltarsi. Come dovrebbe sempre fare il rock'n'roll: quello vero, quello che non si preoccupa delle etichette ma del tiro.I Roozalepres si distinguono a tutto tondo: hanno un’identità sonora e stilistica ben definita, nel suono ma anche nel look, nei video e nelle grafiche degli acidi delirio Sleaze anni 70,con quel tocco di Robert Crumb che non guasta.Se volete comprendere appieno i Roozalepres, beccateveli dal vivo e passate una serata a ballare, cantare e divertirvi con loro.Ma per ora, mettete Electric City — la traccia migliore per noi  — a tutto volume e disturbate i vicini.

Disco disponibile in vinile giallo.





Ruzzalepre is a Tuscan dialect word meaning slacker — someone who , jokes around, and fools with the “leprei"(a leveret).And what do slackers do if not blast out adrenaline-fueled, explosive, and glittering rock'n'roll?Roozalepres, a Tuscan combo led by the ever-rotting Sosso (also an illustrator and tattooist of a certain deliciously rotten quality), return with their second album: A Leveret Biz. Denim, feedback, and choruses you can singalong along to — this is their glory, unfiltered.The sound is clearly indebted to the Scandinavian wave that, in the mid-'90s, set fire to the turntables of the most hardline rockers. But there’s also a strong whiff of the glam punk wave from the mid-'70s.Expect sharp hooks and unmistakable choruses, riffs that get stuck in your head, and driving rhythms that never feel brutal — the perfect formula for turning any dancefloor into a rock’n’roll battleground. Every venue unlucky enough to host these four irreproachable rockers will remember the night.Influences? Think  Hellacopters, Gluecifer, Red Aim on one end; on the other, classic elements à la Johnny Thunders, Dead Boys, and even a touch of Slade. The result is thirty minutes of sweat, dancing, shouting, and get crazy — exactly what great, classic, and irrepressible rock’n’roll is supposed to do.Roozalepres stand out completely: they have a clear sonic and stylistic identity, from their sound to their look, videos, and artwork.If you really want to understand Roozalepres, catch them live and spend a night dancing, shouting, and having fun with them.But for now, crank up Electric City — our pick for best track on the album — and go ahead, disturb the neighbors.

The album is available on yellow vinyl.


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INTOTHEBAOBAB - MILLE MONDI POSSIBILI

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Mille sono le cause che il punk ha sempre tenuto vicino a sé. Mille sono le declinazioni musicali che questo genere porta con sé. E mille sono i mondi possibili che ci descrivono gli IntoTheBaobab.

Il baobab, di per sé, è un albero enorme. Germoglia e si insedia in questi mille mondi possibili. Ma questa volta il gruppo emiliano, nato a Medicina ma con componenti sparsi nel bolognese, si è fatto attendere tantissimo dal già pluriamato Verdi Acidi Pensieri. E ci ritroviamo davanti a una band che ha sicuramente capito che l’idea di unicità del punk non è soltanto un vessillo da portare avanti a parole.

Lo traduce, infatti, come solo le band nate in provincia sanno fare: sbattendosene altamente di quali intersezioni siano "vietate" nel creare un disco punk. Ed è proprio questo che conferisce agli IntoTheBaobab la loro patina di personalità. Da alcuni difficilmente digeribile, da altri difficilmente dimenticabile.

Se un punk stradaiolo si fa spazio in canzoni come Occhio al Cranio - dove troviamo anche un featuring di Steno dei Nabat - e resta più incasellabile in un filone punk, pezzi come La Luna flirtano in modo mellifluo e sfumato con tutto ciò che è New Wave, Goth e Synth Punk. Le tastiere e i synth, in questo disco, sono una componente pervasiva: inserti stratificati, tappeti densi, un che di sognante che si intreccia ai consueti ritmi medio-veloci della band.

Questa sintesi più unica che rara ci viene quasi da chiamarla dream punk: perché tutto quello che si sogna qui è inversamente proporzionale alla direzione che il mondo sta prendendo. I mille mondi possibili sono quelli del mutualismo, della solidarietà, della condivisione. Sono quelli in cui le barriere cadono, i confini vengono cancellati, e l’amore splendido, tragico e pieno si manifesta nella sua forma più pura: quella libertà che non può essere depauperata.

In questo disco, l’amore è quello per la vita vissuta senza costrizioni, e ce lo urlano in Disertare, un inno antimilitarista diretto, senza fronzoli e bello tirato. Una minaccia ai benpensanti, con tutto il peso di uno statement come “Tutti i vostri figli saranno come noi” che troviamo invece nel pezzo La strada.

Bentornati, IntoTheBaobab. Siete uno dei gruppi più amati da questa webzine, e non ne facciamo mistero. Dedichiamo con piacere questo spazio al vostro disco nel nostro mondo possibile.

Questo album è consigliato a chi ama davvero questo genere musicale e lo accoglie per quel mix di suono e messaggio. Non è per chi cerca solo la moda, né per chi vede il suono come un’ortodossia da non contaminare.

Davvero un bel disco da ascoltare.

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A thousand causes have always been close to punk. A thousand musical variations have shaped this genre. And a thousand possible worlds are what IntoTheBaobab describe to us.with this brand new record called 1000 mondi possibili(1000 possibile worlds)

The baobab itself is a massive tree. It sprouts and takes root in these thousand possible worlds. But this time, the Emilia-based band—born in Medicina but with members scattered around Bologna—has kept us waiting for far too long since the already beloved Verdi Acidi di Pensieri. Now, we find ourselves in front of a band that has clearly understood that punk’s uniqueness is not just a banner to wave around in words.

They embody it in the only way that bands born in the provinces know how: by not giving a single fuck about which intersections are "forbidden" when crafting a punk record. And that has always been what gives IntoTheBaobab their unmistakable personality- some find it hard to swallow, others find it impossible to forget.

If street punk makes its way through tracks like Occhio al Cranio - which even features Steno from Nabat - keeping a more straightforward punk attitude, songs like La Luna flirt fluidly and subtly with everything from New Wave to Goth to Synth Pop. Keyboards and synths are a pervasive presence on this album: layered textures, dense soundscapes, an almost dreamlike atmosphere woven into the band's usual mid-to-fast tempos.

This rare and unique blend almost makes me want to call it dream punk: because everything dreamed of here is inversely proportional to the direction the world is heading. These thousand possible worlds are built on mutual aid, solidarity, sharing. They are worlds where barriers fall, borders are erased, and love- splendid, tragic, and full - manifests in its purest form: the kind of freedom that can never be stripped away.

In this album, love is about living life without constraints, and IntoTheBaobab scream it at us in Disertare - a raw, straightforward, no-frills anti-militarist anthem. A direct threat to the self-righteous, carried in a statement as powerful as “All  your children will be like us” in  La Strada.

Welcome back, IntoTheBaobab. You are one of the most beloved bands on this webzine, and we don’t hide it. We are dedicating this space to you in our "possible world".

This record is for those who truly love this genre, for those who embrace its mix of sound and message. It is not for those who chase trends or see sound as an orthodoxy that cannot be challenged.

Listen to this album. 

 

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TIGRE - NELLA TANA DELLE TIGRI

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Tornano i Tigre, formazione oi! proveniente dai peggiori vicoli di Genova, che già con il loro sette pollici d'esordio "Contro Tigre" si erano rivelati una piacevole, quanto attesa, sorpresa. Questo perché una vecchia conoscenza di questa webzine è il frontman, Lobo, già attivo con band come Clear Cut, Charles Brigade, Sartre e tutta una serie di altri progetti che abbiamo avuto modo di trattare in passato.

Le coordinate stilistiche sono quelle che ci si può immaginare da una band che si chiama Tigre e che si presenta come turbo-oi: uno stile di stampo europeo che pesca dalle influenze italiane anni '80 di gruppi come Klasse Kriminale, Gangland o quelle miriadi di pelati che registravano sette pollici con il preciso intento di fare punk grezzo, lontano da qualsiasi velleità artistica o estetica.

Si fanno tangibili anche le influenze francesi, come quelle dei Komintern Sect e dei Camera Silens. Si tratta di un lavoro piuttosto diretto, composto da quattro anthem ben delineati, come l’iniziale "Insieme", oppure pezzi con una vena quasi motörheadiana, come "Diritto al Lavoro". Non mancano momenti più malinconici e realistici che, pur non ricordando la disillusione torinese a cui alcune band ci hanno abituato, rivelano un malessere diverso: una sorta di resistenza testarda, la volontà di andare avanti, continuando a suonare un genere oltranzista e strettamente codificato. Il tutto arricchito da una vena melodica, senza però mai scivolare nel post-punk, come invece accade a molti gruppi contemporanei, e ben rappresentato nella traccia finale, "NMNL".

È un secondo colpo che i Tigre riescono a mettere a segno con sorprendente facilità. O meglio, la facilità propria di un gruppo punk DIY, che si registra tutto da solo, prova a chilometri di distanza e dimostra che non solo il DIY può superare i propri limiti, ma che quei limiti stessi possono diventare il vero obiettivo.

In questa impresa, la band sarà supportata da Flamingo Records, che stamperà questa meravigliosa festa del coro libero su cassetta. Attendiamo al varco questo grosso felino minaccioso, sperando in un full length che, ne siamo sicuri, sarà altrettanto ottimo.

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Tigre return – an oi! band hailing from the worst alleys of Genoa – who, with their debut 7-inch "Contro Tigre", had already proven to be a pleasant, if not entirely unexpected, surprise. This comes as no shock since the frontman, Lobo, a long-time acquaintance of this webzine, has already been active in bands like Clear Cut, Charles Brigade, Sartre and a bunch of other projects we’ve covered in the past.

The stylistic coordinates are exactly what you’d expect from a band called Tigre (which means of course Tiger), presenting themselves as turbo-oi: a distinctly European style that draws on the 1980s Italian influences of groups like Klasse Kriminale, Gangland and those myriad skinheads who recorded 7-inches with the explicit aim of delivering raw punk, far removed from any artistic or aesthetic pretension.

French influences are also palpable, with nods to bands such as Komintern Sect, and Camera Silens. The record is a straightforward work composed of four well-defined anthems – from the opening track "Insieme" to songs with an almost Motörhead-like , such as "Diritto al Lavoro". There are also more melancholic and realistic moments which, while not echoing the Turin disillusionment to which some bands have accustomed us, reveal a different kind of malaise: a stubborn determination to keep moving forward while continuing to play an outrageous, strictly codified style. All of this is enriched by a melodic vein that never slips into post-punk like many contemporary acts, and is best showcased in the final track, "NMNL".

It’s a second striking move that Tigre manages to land with surprising ease. In fact, it’s the very ease of a punk DIY band – recording everything themselves, pushing boundaries to the extreme – that proves not only can DIY overcome its own limits, but that those very limits can become the goal.

In this endeavor, the band is supported by Flamingo Records, which will release this marvelous celebration of free-spirited gang vocals on cassette. We eagerly await the arrival of this menacing big cat, hoping for a full-length that, we’re sure, will be just as excellent.


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Fosso Della Carogna - Swamp Rehearsal 2024

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Dietro il moniker Fosso della Carogna si cela un culto. Un culto che da qualche anno semina il terrore nelle Marche e che, solo ora, si prepara a un rituale esplicito: una Rehearsal  Tape registrata in presa diretta. I cultisti di questa perversa dottrina non sono estranei a queste pagine. Paolo, voce e chitarra, è già passato di qui con il suo progetto NeroHazet; Alessio, alla batteria, ha già suonato con Paolo negli EternalNoirDoom, mentre la novità nella formazione è Gio, al basso, che debutta con il gruppo proprio in questa registrazione. La band si distacca dal velocismo che ha contraddistinto le precedenti incarnazioni e progetti dei membri e delinea un suono debitore di band come EyeHateGod, BuzzOven, IronMonkey, senza però dimenticarsi degli inserti molto più up-tempo e punk, quando decidono che la velocità deve essere il fulcro dell'attenzione. Sono anche evidenti le influenze black metal, visibili nelle melodie dei riff che richiamano sicuramente il suono di Bergen. Paolo, vocalist estremo e ormai rodato, opta per un registro molto simile a quello della seconda ondata del black metal, uno screaming acuto e acido che, insieme ai testi interamente in italiano, dipinge scenari folk horror che sembrano la colonna sonora del miglior film mai girato da Pupi Avati. Peccato che, in questa demo, le finestre delle case non ridano nemmeno per il cazzo. Il Fosso della Carogna decide di finalizzare il suo rituale con l'ausilio di una presa diretta in studio, delle vere e proprie prove registrate. Essendo così onestə e mostrando quella che è la loro faccia, in un ipotetico live – che si è già svolto più e più volte – la band ha dimostrato di essere molto carica e pronta a portare avanti un discorso di oltranzismo sonoro, primitivo fuzz della morte al parossismo e alla negatività totale. Ma sempre con un'etica e un'estetica DIY. Sul loro Bandcamp troverete infatti dei kit per stampare la vostra cassetta e registrare sopra qualche dannatissima tape di Biagio Antonacci sopravvissuta dagli anni '90. Detto questo, è un periodo fertile per la musica lenta, che sia doom, sludge, stoner o rivalismo settantiano, ma difficilmente si trova una band che continua ad avere un'etica DIY e punk. Ebbene, Fosso della Carogna riesce in questa impresa, facendo sì che lo sludge ritorni alle sue origini punk. Con questo ouroboros che muove la coda speriamo nell'apocalisse, o almeno in una serie di loro ottimi full-length.

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Behind the moniker Fosso della Carogna (the meaning is "carrion pit") lies a cult. A cult that has been terrorizing the Marche region of Italy for a few years and is now preparing for an explicit ritual: a Rehearsal Sal Tape recorded live. The cultists of this perverse doctrine are no strangers to these pages. Paolo, vocals and guitar, has already been featured here with his project NeroHazet. Alessio, on drums, has already played with Paolo in EternalNoirDoom, while the new addition to the lineup is Gio, on bass, making his debut with the band on this recording. The band distances itself from the fast-paced style that characterized the previous incarnations and projects of its members, shaping a sound influenced by bands like EyeHateGod, BuzzOven, IronMonkey, but still incorporating much faster, punk-driven moments when they decide speed must be the focal point of the battle. There are also clear black metal influences, particularly in the riff melodies that clearly echo the sound of Bergen. Paolo, the seasoned extreme vocalist, adopts a register similar to that of the second wave of black metal, with a high-pitched and acidic scream that, alongside lyrics entirely in Italian, paints folk horror scenarios that could be the soundtrack to the best film ever made by Pupi Avati. Unfortunately, in this demo, the windows of houses don’t laugh for shit. Fosso della Carogna decides to finalize its ritual with the help of a direct studio recording, real, unfiltered rehearsal tapes. Being so honest and showing their true face in a hypothetical live setting – one that has already taken place multiple times – the band has proven to be highly energized and ready to continue their discourse of sonic extremism, primitive fuzz death taken to the limit, and total negativity. Yet, it remains with a DIY ethic and aesthetic. On their Bandcamp, you’ll find kits to print your own tape and record over some ancient international pop tape you may have lying around. Think of a forgotten tape from the '90s with a pop star like Britney Spears or Spice Girls, for example. That said, it's a fertile period for slow music, whether doom, sludge, stoner, or 70s-style rivalries, but it’s hard to find a band that still upholds a DIY and punk ethos. Well, Fosso della Carogna succeeds in this endeavor, making sure that sludge returns to its punk origins. With this ouroboros moving its tail, we hope, either in the apocalypse or in a series of their excellent full-lengths.

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INTERVISTA - AUTODIFESA PROLETARIA

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1. Ci affascina il fatto che siete una band sparsa per vari pezzi d'Italia. Essendo isolani, questo concetto ci risulta difficile da comprendere. Raccontateci come e se questo  assetto porta ricchezza al sound della band.
Crediamo che la ricchezza del sound in piccola parte sia anche data dal fatto di aver poco tempo per vedersi fisicamente e scrivere musica, quindi crediamo ci sia stata implicitamente la necessità di dare il 200% in quelle poche ore di prove fatte pre registrazioni. La fortuna in tutto ciò è la logistica che collega Roma-Bologna, tutto sommato sono due ore di Italo, o 5 di flixbus e 10 di bestemmie. Erano forse tre anni che Elia aveva in mente una band con questo nome, questa estetica e questo tipo di contenuti. Cercava dei compagnx della nostra generazione per dare anche un segnale ai vecchi (“qui col cazzo che il punk è morto’’). Siamo solo più maranza nel farlo, ma da dove veniamo e a cosa essere grati lo abbiamo ben chiaro.

2. A voler essere critici, qualcuno vi direbbe che i temi "mutuati" dagli anni di piombo sono anacronistici, vuoti e sloganistici. Ma in realtà sembra che il tempo in cui stiamo vivendo si riaffacci a dinamiche schiaccianti e prevaricatrici. Questi tempi non possono che far emergere un po' di radicalità...?
Analizzando da un punto di vista prettamente politico, chiaramente è un richiamo ad un immaginario che difficilmente è ripetibile in quella forma, in quella misura, con quel tipo di forza. Vediamo tanti compagnx citare determinate organizzazioni, inneggiare a certi slogan, ma purtroppo poca traduzione in azioni concrete. Comprensibile, vista la totale mancanza di uno strato sociale che possa in qualche modo aiutare nell’arginare i processi repressivi. Crediamo che il lavoro a lungo termine portato avanti dagli apparatistatali e parastatali, ovvero il creare un paese in cui il dissenso sia inversamente proporzionale al peggiorare delle condizioni di vita, sia da applauso. Un lavoro (quasi mai pulito seppur impunito) ma che ha portato il conflitto sociale ad un livello bassissimo... al di là delle elezioni, delle destre e di tutte quelle paroline allarmanti della sinistra istituzionale. Non abbiamo paura della Meloni, di Cagapound o di Roberto Fiore, ma delle manovre economiche disastrose che stanno facendo le amministrazioni, spartendosi le cariche di governo dal dopoguerra a oggi; della mancanza di prospettive per la nostra generazione; del potere che il democratico cittadino medio votando regala nelle mani di bestie senza Dio che stanno vendendo la nostra esistenza a Confindustria, alle multinazionali e alle mafie. Ma se in questo pendolo di ansia e disperazione, fermandosi e rileggendo di quando le Brigate Rosse rilasciarono Macchiarini, dirigente della Sit-Siemens, scrivendo nel comunicato che “veniva rilasciato in libertà provissoria”, ebbene, ci scuserete se sorridiamo. Siamo lavoratori, studentx e militanti, qualcuno anche tifoso,contro di noi scagliano fasci e polizia. Non trattiamo questi temi solo per scelta musicale.

3. L'oi sembra tornato per restare. Ci sono orde di band che riprendono i suoni minimali degli anni '80 (vengono in mente i Rixe, ma anche gli italiani Scalpo). Voi però avete seguito un'altra strada, quella dell'oi potente e melodico che nasce con Erode e Razzaparte e si è sviluppato bene in ensemble come i Plakkaggio. Intuisco che siete giovani; sentite queste influenze più vicine a voi?
Indubbiamente e siamo molto contentx di essere influenzatx. Frequentiamo tuttx gli stessi ambienti e ascoltiamo la stessa musica da anni. Da qui nasce la scelta di proporre cover come ‘’Orgoglio Proletario’’. Siamo giovani si, ma con il passare degli anni l’attitudine resta e si tramanda. “Tempo che non ritorna” degli Erode è come la Bibbia e il Capitale in una sola opera. Solo che quel disco è meglio sia della Bibbia sia del Capitale. Per quanto riguarda la musica è Giorgio che se ne occupa, che ha cercato di scrivere avendo come riferimento proprio quei gruppi oi come gli Erode, melodici ma allo stesso tempo di una potenza straordinaria. A questo poi si sono aggiunte le influenze degli altri generi che ascoltiamo, dal metal al rap. Allo stesso tempo la fase di scrittura, vivendo in città diverse, non è stata facile, fatta di registrazioni e idee musicali scambiate via chat che poi abbiamo messo insieme quelle poche volte che siamo riusciti a vederci. Per esempio, l’unica prova fatta prima della demo è stata il giorno prima di registrare, mentre alcune canzoni dell’album nuovo sono state chiuse definitivamente proprio il giorno stesso. Prima di far uscire la demo a dicembre non sapevamo ancora bene che direzione musicale dare al progetto. Ora siamo riusciti a trovare un giusto equilibrio tra la varie influenze a cui ci rifacciamo per creare una sonorità abbastanza originale, con la quale ci si possa riconoscere.

4. Siete una band politicizzata e schierata, con temi molto duri. Era da un po' che non vedevamo una radicalità simile in ambito punk. Cosa pensate del progressivo appiattimento delle tematiche all'interno del punk?
Non vediamo appiattimento, come detto sopra è un problema che attraversa la nostra società, il punk non può fare altro che risentirne. In ogni caso, tanti gruppi nascenti continuano a portare determinati tipi di contenuto, magari più di matrice anarchica, ma poco importa, finché siamo compagnx quale dei due signori con la barba ci aveva azzeccato ci importa poco. Resta importante lo schierarsi, il fare (o il che fare cit.) non l’urlare slogan. E’ stata creata questa band con questi contenuti perché Elia con i Sacro Cuore, così come Giorgio e Greta con i 612 comma 2, e Francesco con i suoi vecchi gruppi, fanno e facevano altro (puro e meraviglioso rock n roll nel caso di Elia, street hardcore punk dal litorale ostiense per Giorgio e Greta,dallo ska-punk al punk hc per Francesco) ma non ci sentiamo da meno. Detto ciò non tolleriamo l’ambiguità. Il punk non è roba da nazisti, l’Oi! non è roba da n@zisti. Quelli che ti dicono che la musica non deve essere schierata hanno quasi sempre qualche amico nazi che frequenta la curva. Ecco: con sta roba non ci mischiamo.Facciamo musica e nella musica facciamo politica. Elia scrive i testi da un condominio occupato dietro la stazione di Bologna con altre 12 etnie da ogni latitudine. Sa bene cosa scrive, perché e che posizione prendere, considerando anche ogni minima posizione del resto del gruppo.

5.Parlateci di 5 dischi essenziali per il vostro suono, ognuno con una breve descrizione.

  • Erode “Tempo che non ritorna”, 
  • Grandine “Accendi la miccia dei tuoi pensieri”,
  • Sempre Peggio “Sempre Peggio”, 
  • Banda Bassotti “Avanzo de Cantiere” 
  • Autodifesa Proletaria “Autunno Caldo”. 
Non sono in grado di descriverli, ogni parola ne sporcherebbe la bellezza.

6. Una parte interessante è aver trovato delle citazioni rap nei vostri testi. A memoria,abbiamo sempre trovato MC che citavano il punk e il metal nelle loro liriche. Come nasce quest'idea? È un semplice "gioco" o un intrecciarsi sottoculturale poco utilizzato.
Questo tipo di intreccio si implementerà. Stiamo lavorando ad un pezzo che sarà un attacco al cuore della tamarraggine. Elia è cresciuto negli anni del liceo in cui approdò la trap in italia con Maruego e Sfera Ebbasta, e ascoltavo Noyz Narcos dalle medie. Cresciuto sulle panchine del parchetto a fumare cilum e ha sempre ascoltato il rap, e si è anche fissato parecchio sulla new school di maranza di seconda generazione milanese come Baby Gang, Neima Ezza e 8blevrai. I contenuti hanno spesso un portato di critica sociale che non va sottovalutata. Pezzi come “Assistente sociale” di Baby Gang, “Casablanca” feat Morad, o “Perif” di Neima Ezza o 8blevrai a Real Talk. Se non ascoltasse rap “Benvenuti in Via Schievano” non sarebbe mai esistita appunto. Pure per Giorgio il rap è parte fondamentale a partire dal truce klan, che a Roma è come un instituzione. L'amore di Giorgio per l'hardcore è a 360 gradi, sopra e sotto dal palco, fuori e dentro dal punk, cantanti come Noyz Narcos, Ketama e Mystic One sono solo alcuni esempi. Questo tipo di intrecci è fondamentale, quantomeno per me, per scrivere dei buoni testi. Il featuring di Renault 4 con Astore della P38 lo dimostra. Il rap come le varie sfaccettature nascono anche loro dalla strada e racchiudono tutta la rabbia della società che viene sempre di più schiacciata e lasciata a morte propria. In Italia negli ultimi anni si sta rafforzando questa ''unione'' delle varie sottoculture, sia musicalmente che politicamente, il tutto sta nel non sentirsi più importante dell’altrx.

7. Il punk sembra parlare ai diretti interessati e trovare presa su chi vive determinate
situazioni oppressive, mentre generi come la trap, nonostante un'esposizione mainstream, sembrano aggregare più strati di persone discriminate. Per citare i Contrasto: "Dove stiamo sbagliando?.
 

In nulla, è giusto che sia così, il punk ha bisogno di amore per bruciare, e quanto sarà più difficile costruire nelle macerie tanto più tornerà con determinazione la voglia di occupare stabili dove attaccare cavi per far suonare chitarre stonate. La trap è importante per capire le nuove generazioni e cosa gli passa per la testa, il punk è importante per consacrare il futuro all’unica cosa che per quelli come noi avrà mai senso. E’ una fede, senza aver bisogno di un Dio a cui rivolgersi. E' chiaro che nel mondo in cui viviamo, le comodità che ci vengono ‘’offerte’’ quotidianamente portano all’emarginazione di determinati fenomeni come nel caso del punk, e non parliamo solo in ambito musicale.

8. Sembra che il periodo della lotta armata vi affascini molto. Che corde toccano queste
suggestioni? Sembrate relativamente giovani; chi ha vissuto il passato spesso
denigra gli slanci di chi ha qualche anno in meno...

Siamo giovani ma ciò è fine a sé stesso e con tutto il rispetto per le generazioni
passate, visto lo scenario che si preannuncia, visto che non sono riusciti a cambiare
un granchè e ci hanno lasciato nella merda, chi ha vissuto il passato non dovrebbero
rompere i coglioni. Noi parliamo di questo perchè i padroni dell'epoca sono gli stessi
di adesso, anche peggiori. Siamo giovani e incazzati proprio come lo erano loro,
vogliamo spronare le persone a prendere una coscienza politica e ribaltare questo
sistema marcio.Se ci sarà modo, terreno e possibilità di sparare, gli spari sopra non saranno per noi!

9. Parlateci di eventuali side projects, collaborazioni, ecc.
Stiamo lavorando ad una sorta di collaborazione con alcuni gruppi punk rock vicini ad H4m4s, sperando ne nasca un sodalizio eterno.

10. Free Space (also Free Palestine).
Elia: بالروح بالدم نفديك يا فلسطين

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