Books by Pietro Montorfani
Questo volume ricostruisce tutti gli sforzi fatti sin dall’inizio dell’Ottocento per assicurare u... more Questo volume ricostruisce tutti gli sforzi fatti sin dall’inizio dell’Ottocento per assicurare un’università alla Svizzera italiana. Tra i tentativi più conosciuti quello non realizzato dell’Accademia di Stefano Franscini, approvato dal Gran Consiglio nel 1844, e il CUSI caduto in votazione popolare nel 1986. Per avere finalmente un’università bisogna aspettare il 1995, quando dapprima il Consiglio Comunale di Lugano e poi il Gran Consiglio ticinese votarono la creazione della Fondazione per le Facoltà di Lugano e la Legge cantonale sull’Università della Svizzera italiana. Il Ticino fu in seguito riconosciuto cantone universitario dalla Confederazione nell’anno 2000. Ne emerge l’immagine di una realtà politica e sociale che per il progetto universitario ha saputo compattarsi superando steccati storici. È grazie al coraggio insperato di un ristretto numero di politici, accademici e funzionari che il progetto universitario ha potuto andare in porto, ed è anche grazie alla paziente e intelligente opera di cucitura delle commissioni legislative preposte all’esame dei due progetti, quello comunale e quello cantonale, che la Svizzera italiana ha potuto realizzare un’università coesa che comprende oggi sei facoltà e che sta inanellando tanti risultati positivi, ben testimoniati dalle recenti classifiche internazionali.
a cura di C. Agliati, P. Montorfani e L. Saltini, Lugano, Biblioteca Cantonale, 2019
a cura di P. Montorfani, G. Jori e S. Garau, Lugano, Pagine storiche luganesi, 2018
Giorgio Orelli, Tutte le poesie, a cura di Pietro De Marchi, Milano, Mondadori, Oct 2015
Gradiva Publications (Stony Brook, N.Y.), 2014
Sul modello degli album dedicati a Pessoa e Montale, che Contini amava molto, si disegna un profi... more Sul modello degli album dedicati a Pessoa e Montale, che Contini amava molto, si disegna un profilo biografico per immagini, che oltre al protagonista ritraggono i suoi luoghi, le sue amicizie, i suoi lavori.
Sul finire del XVI secolo anche il genere tragico, l'ultima e più sofferta conquista innestata su... more Sul finire del XVI secolo anche il genere tragico, l'ultima e più sofferta conquista innestata sul supremo esempio della tradizione classica, poteva oramai dirsi del tutto assimilato alla produzione culturale italiana. La via battuta da Trissino, Giraldi e Aretino aveva trovato il suo culmine nel Torrismondo tassiano, di cui le tragedie di Pomponio Torelli sono figlie precoci ma già sorprendentemente mature. Composti in poco meno di un ventennio in un piccolo castello della campagna parmense, i cinque titoli del Conte di Montechiarugolo (Merope, Tancredi, Galatea, Vittoria e Polidoro) stupiscono per l'alto tasso di sperimentazione e per la varietà di fonti letterarie cui si ispirano, dal magistero euripideo ai più recenti "classici" del medioevo volgare (Boccaccio e Dante). Sullo sfondo si staglia un unico, grande tema: il rapporto del sovrano con il suo popolo e le responsabilità cui è chiamato a rispondere chi detiene il potere, nella certezza che questo non vada esercitato in solitaria bensì con il generoso ausilio di tutta la società civile.
«Posso confessarle che mi ritengo non-poeta all’anagrafe, soltanto per pigrizia. Io non mi sono m... more «Posso confessarle che mi ritengo non-poeta all’anagrafe, soltanto per pigrizia. Io non mi sono mai applicato a scrivere poesie per esercizio, sennò in fondo potevo essere uno come tanti altri; non il migliore del tempo, ma non dei peggiori». Gianfranco Contini autore di poesia, lirico acuto e sensibile, biografo in versi. Quello che ai più parve soltanto un perdonabile vezzo fu in realtà, agli occhi del diretto interessato, una vocazione letteraria irrinunciabile, qualcosa di profondamente radicato in lui sì da accompagnarlo per tutta la vita, dai banchi del Collegio Rosmini di Domodossola fino agli ultimi, difficili anni. Apparse sporadicamente tra il 1939 e il 1950, per lo più in riviste («Prospettive», «Belle lettere») o in volumi d’altri a circolazione limitata (Almanacco letterario della Collana di Lugano, Le maschere di Gonzato, Né bianco né viola di Orelli), le nove poesie edite si raccolgono qui per la prima volta, con introduzione e commento puntuale, nella speranza di dare finalmente voce ad un aspetto certo secondario – ma non per questo meno importante – dell’attività del grande filologo domese. «Per ora diranno che son le poesie di un critico (ma che vuol dire? E Sainte- Beuve?) ma molti si morderanno la coda. Ti rileggerò, ti rileggerò... Ne hai molte?». La curiosità di Eugenio Montale, qui in una lettera del 24 novembre 1939, dev’essere anche dei moderni lettori: chiedersi perché il curatore delle Rime di Dante o dei Poeti del Duecento (per non dire di molto altro) abbia sentito la necessità di scrivere della poesia equivale ad accogliere la sua umanità in un’ottica altra dalla vastissima produzione intellettuale, così come emerge nei tanti carteggi di cui si è venuti a conoscenza in anni recenti. L’invito è insomma a guardare Contini con gli occhi di chi, come Curzio Malaparte, Pino Bernasconi, Carlo Emilio Gadda o lo stesso Montale, lo ritenne a tutti gli effetti un poeta degno di tale nome.
Papers by Pietro Montorfani
The purpose of this essay is to focus on the syntactic strategies in Da Vinci’s Codex Leicester (... more The purpose of this essay is to focus on the syntactic strategies in Da Vinci’s Codex Leicester (former Codex Hammer), mainly considering its longest and more complex sentences about the motion and the nature of water. Using frequently hierarchical structures built with many dependent clauses, similar to Latin grammar, Leonardo shows in practise his faith in the power of language, denying with facts the fame of « omo sanza lettere » (i.e. a man without a proper literary education).
The goal of this dissertation is an introduction to Torelli's five tragedies (Merope, Tancred... more The goal of this dissertation is an introduction to Torelli's five tragedies (Merope, Tancredi, Galatea, Vittoria e Polidoro) and to his complex culture, engrained with ancient authors (Ovid, Euripides Vergil) and modern (Dante, Boccaccio, Tasso, Castiglione) .
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Books by Pietro Montorfani
Papers by Pietro Montorfani
Giovanni Giudici, "Il Paradiso. Perché mi vinse il lume d’esta stella", a cura di Riccardo Corcione, Milano, Ledizioni, 2019.
Giovanni Giudici, Franco Fortini, "Carteggio 1959-1993", a cura di Riccardo Corcione, Firenze, Olschki (“Collana Officina”), 2018.
ricorda il nitore e l’ansietà di questi versi del giovane Sereni,
posti a un passo dall’incanto invernale che inaugura Frontiera,
prima che tutto precipiti? E che rinviano a quell’ésprit
européen, così vivo nella cultura entre deux guerres, destinato a
rinascere dalle rovine dell’ultimo conflitto e a fruttificare nei
decenni a venire, non esclusi gli ultimi sempre più inquieti,
sempre più colmi di minaccia. Di questo parla il bel libro che
stiamo per aprire, e ce ne faremo persuasi accompagnando il
suo autore per un viaggio attraverso un continente che non
è solo una geografia, ma è in primo luogo un’idea. Un’idea
che si nutre di più idee, di città e di confini, rilievi e corsi
d’acqua, di memoria e progetto, e inevitabilmente di dubbi
e domande. (Marco Vitale)