Papers by Angelo Luttazzi
Atti del Convegno per i 20 anni dell'Archivio Storico Diocesano "Innocenzo III", 2020
SUSSIDI ALLO STUDIO DELLE ANTICHITÀ CRISTIANE XXX, 2022
Rivista Museumgrandtour 1, 2022
Tutti i diritti sono riservati Il presente contenuto risponde alle norme della legislazione itali... more Tutti i diritti sono riservati Il presente contenuto risponde alle norme della legislazione italiana in materia di proprietà intellettuale ed è di proprietà esclusiva dell'Editore ed è soggetta a copyright. Le opere presenti nel sito possono essere consultate, scaricate e riprodotte su supporto cartaceo per uso strettamente personale, escludendo qualsiasi uso di tipo commerciale. Qualsiasi altro tipo di riproduzione è vietato, salvo accordi preliminari con l'Editore.
SACRIPORTO. Il luogo della battaglia Paesaggi, documenti, materiali, immagini, parole, 2021
I taccuini del museumgrandtour SACRIPORTO. Il luogo della battaglia Paesaggi, documenti, material... more I taccuini del museumgrandtour SACRIPORTO. Il luogo della battaglia Paesaggi, documenti, materiali, immagini, parole di Angelo Luttazzi Realizzato nell'ambito del progetto "Fabrica Museumgrandtour" promosso dal Sistema Museale dei Castelli Romani e Prenestini-Museumgrandtour e finanziato con fondi della Regione Lazio a valere sull'Avviso Pubblico "La Cultura fa Sistema 2019".
La Via latina, la Via Labicana e le strade minor! Studio sulla viabilita antica da Roma al Compitum Anagninum, 2020
Una strada non è semplicemente una via di comunicazione, un luogo di passaggio, di incontro, di s... more Una strada non è semplicemente una via di comunicazione, un luogo di passaggio, di incontro, di socializzazione, non è solo una via di transito per viandanti, passeggeri, pellegrini, mercanti o soldati, una strada è molto di più. "How many roads must a man walk down, before you call him a man", quante strade deve percorrere un uomo, prima che tu possa chiamarlo uomo, cantava Bob Dylan negli anni '60, e certamente la strada rappresenta metaforicamente il cammino dell'uomo nella sua esistenza, un cammino che parte da lontano e che, passo dopo passo, ci ha condotti ad essere oggi quello che siamo, e nel tempo continuerà ad indirizzarci verso altre mete, altri traguardi, nella speranza che siano meno problematici di quelli di oggi. Indubbiamente la realtà che stiamo vivendo si presenta decisamente difficile e le strade da percorrere risultano incerte, malsicure…ma questo è un altro discorso. Vero è che i Romani avevano la vista lunga e avevano ben compreso la fondamentale necessità di creare una fitta rete di comunicazione, come ben ci mostra con estrema chiarezza e capacità professionale questa pubblicazione del Dr. Angelo Luttazzi, e per fare in modo che tutte le strade portassero a Roma non lesinavano mezzi e sudore della fronte per costruire ponti o, laddove necessario, addirittura per aprire varchi tra le colline. E la cittadina di cui mi onoro di essere Sindaco, Colleferro, ha la fortuna di trovarsi a due passi da Roma, nella Valle del Sacco, l'antico fiume Tolerus, e dunque di essere stata attraversata, ovviamente ben prima della sua nascita, da una fitta rete strade che si diramavano dalle due principali vie di comunicazione verso il sud della penisola: la Via Latina, che partiva da Roma e si dirigeva verso l'antica Capua, in Campania, la Campania felix come era chiamata per la sua fertilità, e la Via Labicana, che da Roma raggiungeva Labicum, l'attuale Colonna, per poi prolungarsi fino ad unirsi con la Via Latina nel territorio dell'attuale comune di Anagni. Presentare la storia di queste due importanti vie di comunicazione in maniera così attenta e capillare, come appunto avviene in questo lavoro, permette a noi Colleferrini soprattutto, ma in realtà a tutti gli abitanti della Valle del Sacco, di riconoscere il nostro passato, di curiosare tra nomi di località più o meno note, o magari conosciute solo per sentito dire, o conosciute solamente dai cartelli stradali. La passione e la competenza del Dr. Luttazzi, che suffraga i suoi studi anche con una ricchissima e puntuale dotazione fotografica e di immagini, posta alla fine di una altrettanto ricchissima bibliografia, sono per la nostra comunità fonte, oltreché di orgoglio, di arricchimento culturale, che è l'unica vera arma che abbiamo a disposizione contro un impoverimento e un imbarbarimento intellettuale a cui, purtroppo, alcuni tristissimi fatti di cronaca ci mettono di fronte. La conoscenza, la consapevolezza di noi stessi, la curiosità verso il passato, la prospettiva di obiettivi condivisi guardando al futuro, sono queste le strade da percorrere per poterci definire veramente "uomini", per poter ricreare quell'ideale di "humanitas" e di solidarietà che nascono dal senso di appartenenza ad una comunità e al contempo lo rafforzano. 5 Pierluigi Sanna Sindaco di Colleferro uando Roma iniziò la sua opera di conquista e di unificazione dell'Italia le vie di comunicazione Q esistenti erano ancora i modesti percorsi seguiti dal commercio e dalla pastorizia, resi difficoltosi dalla natura accidentata del terreno, che non favoriva la coesione territoriale tra i vari popoli che abitavano la penisola ed anzi accentuavano le rivalità politiche e commerciali fra le varie città. I Romani compresero che una viabilità efficiente era uno strumento imprescindibile per la loro espansione territoriale e, una volta consolidato il loro dominio, una condizione necessaria per il suo mantenimento. Un sistema stradale efficiente garantiva infatti la rapidità dei movimenti delle legioni e la celerità delle comunicazioni fra Roma e il resto dell'impero. Una volta assicurata la pace, le strade diventavano strumento di traffici e di relazioni fra città e popoli e attraverso il sistema viario si svilupparono le reciproche influenze culturali ed economiche tra Roma e le più lontane regioni del bacino del Mediterraneo Il territorio del Comune di Colleferro fu attraversato, sin dall'epoca protostorica, dalla naturale via di 1 comunicazione della Valle del Sacco. In età romana a questo percorso naturale si sostituirono i tracciati 2 delle Vie Latina e Labicana. Agli assi principali di transito, costituiti dalla Latina e Labicana, corrispondeva una fitta rete di viabilità secondaria nata con la funzione sia di collegamento tra le due strade e di queste con i principali centri abitati, che di delimitazione degli appezzamenti agricoli del territorio (fig. 1). Molte delle vie minori persero nel tempo importanza e caddero in disuso, già a partire dalla fine del II sec. d. C., al contrario altre mantennero la loro importanza sino a tutto il Medioevo, anzi i 3 loro percorsi, in alcuni casi, continuarono a essere usati ininterrottamente fino a oggi. 4 LA VIA LATINA Fu una delle vie più antiche del Lazio, fondamentale per i commerci ed i collegamenti sia con l'Italia meridionale che con l'Appennino e l'Adriatico. In età Repubblicana la via usciva dalle mura Serviane, fuori di Porta Capena (fig. 2), con un percorso comune a quello dell'Appia, dalla quale si distingueva dopo circa duecento metri. Con l'avvento dell'impero il suo percorso iniziava dalle mura Aureliane e 5 precisamente dalla porta che ancora oggi ha il nome di Porta Latina. Per il numero dei monumenti di notevole rilevanza artistica che la via vide edificare sul suo tracciato, nell'immediato suburbio di Roma, 6 si meritò l'appellativo di via pleclarissima da Strabone. La Via Latina, arrivando da Roma e superati i Colli Albani, percorreva la via naturale interna tra i monti Lepini, Ausoni, Aurunci, le valli del Sacco-Liri e del Volturno e, penetrata nel territorio campano, 7 arrivava nell'antica Capua (fig. 3). Dopo aver attraversato il Volturno si riuniva all'Appia continuando 8 il suo percorso verso l'Italia meridionale. Essa fu, con la Via Appia ed in alternativa a questa, l'arteria più importante per le comunicazioni tra Lazio e Campania, sfruttando il naturale corridoio della Valle del Sacco e del Liri che, fin dall'VIII secolo a. C., aveva messo in comunicazione l'Etruria con la Magna 9 Grecia. Sulla denominazione della strada esistono due ipotesi. La prima è legata all'attraversamento del 10 territorio della antica Lega Latina , compreso il Latium Novum o Adiectum che Roma si era annessa 11 dopo la sottomissione di Ausoni, Aurunci ed Ernici e fissa la sua costruzione alla fine della guerra latina nel 338 a. C., contemporaneamente all'inizio della colonizzazione romana del territorio, proprio lungo la sua direttrice e che, solo con la sconfitta dei Volsci ed il controllo di Roma del Lazio Meridionale, rinnovò l'antica funzione di collegamento con la Campania, attraverso le valli del Sacco e del Liri. La seconda ipotesi individua una data di fondazione tra il 328 ed il 312 a. C., legandola alle fondazioni di Fregellae ed Interamna Lirenas. Il nome stesso, contrariamente alle altre vie consolari, 12 non derivava né dal magistrato realizzatore né dal luogo di destinazione, ma dai centri attraversati. Elemento a favore di questa ipotesi sta nel nome di Porta Capena, delle mura serviane, da dove la strada originariamente partiva, da ricondursi a Cabum, importante vicus del Latium Vetus, facente parte delle città riunite nella Lega Latina, che corrisponderebbe ad uno dei primi insediamenti nati intorno all'Arx 13 Aesulana del monte Albano dove la via in un primo tempo era diretta. Questa posizione è anche del 14 Radke , il quale pensò che la derivazione del nome doveva ricercarsi nel luogo ove essa inizialmente terminava, il santuario dello Juppiter Latiaris sul Monte Cavo, attribuendo alla via originaria una valenza di carattere religioso. In sintesi si può pensare, già in epoca arcaica, ad un originario tragitto, limitato ai Colli Albani, il cui tracciato, dopo la vittoria romano-latina sugli Equi, fu esteso verso sud oltre il Passo dell'Algido, nei territori ernici e volsci e nella Valle del Sacco, con una trasformazione 15 della strada da cultuale a militare. Poi, con la rifondazione di Fregellae (Ceprano) e la fondazione di
KUROI. Bronzetti votivi dal territorio di Colleferro, 2022
La documentazione offerta dai materiali ceramici di Colle Maiorana è stata organizzata secondo un... more La documentazione offerta dai materiali ceramici di Colle Maiorana è stata organizzata secondo una direttrice che consentisse di ottenere un panorama completo della occupazione del sito nella tarda antichità e, contemporaneamente, facesse comprendere, attraverso l'analisi delle variazioni della distribuzione e dei flussi dei materiali, il preciso momento di massimo sviluppo dell'insediamento, contestualmente all'installazione della Statio 1. L'indagine si basa esclusivamente sui materiali rinvenuti in superficie, in occasione di campagne di raccolta sistematica effettuate tra i primi anni Settanta e la fine degli anni Ottanta (conservati presso l'Antiquarium di Colleferro) e su quelli segnalati in alcune pubblicazioni, conservati presso privati o nell'ambito di raccolte pubbliche (Museo di Artena). L'analisi preliminare di questi materiali, proprio per la tipologia di acquisizione, non consentirà naturalmente un inquadramento cronologico assoluto.
Piazza Grande luglio-agosto, 2005
Rinvenimenti TAV Roma - Napoli
Medioevo dicembre, 2003
Distruzione del Castello di Vicoli
Archeolgia Viva settembre-ottobre, 2009
Archeologia Viva marzo-aprile, 1997
Archeologia Viva settembre-ottobre, 1990
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