Papers by Giorgio Sonnante
La rinascita successiva al Mille determinò profondi cambiamenti nella società dell’Europa occiden... more La rinascita successiva al Mille determinò profondi cambiamenti nella società dell’Europa occidentale e dell’Italia. Nella città di Taranto, favorita dalla sua posizione su una delle direttrici di traffico con l’Oriente e dalla coesistenza tra due culture, latina e greca, il clero recepì le istanze di Riforma della Chiesa e si organizzò in forma collegiale. Allo stesso tempo, nella curia del palazzo episcopio un gruppo di chierici cominciò a condurre vita comune con l’arcivescovo per amministrare gli affari, dando origine al capitolo.
In questo volume ci si sofferma sui ruoli, sulle norme e sulle consuetudini che permisero al clero della cattedrale di Taranto di fondare e di amministrare le chiese filiali e le collegiate, centri di irradiazione per la cura pastorale nei luoghi più remoti del contado.
L’indagine verte particolarmente sull’interdipendenza tra i canonici di Taranto e i chierici regolari stabiliti nel monastero rupestre di Santa Maria di Crispiano. Il percorso si snoda dal Mille fin oltre il tramonto del principato di Taranto, passando attraverso il conflitto tra Papato e Impero, la lite tra l’arcivescovo Giacomo d’Atri e il capitolo e il clero della cattedrale, lo Scisma d’Occidente.
La pubblicazione di numerosi documenti inediti, il continuo confronto con la letteratura e l’analisi delle testimonianze rupestri residue, condotti criticamente con un approccio multidisciplinare, concorrono a una nuova prospettiva sulla storia bassomedievale delle gravine tarantine, dove il contributo pastorale e socioeconomico del clero fu assai più incisivo di quanto si sia mai creduto.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Riflessioni-Umanesimo della Pietra, 2018
A partire da "La Foresta" di Grottaglie, considerato come "caso di studio", viene indagato il tip... more A partire da "La Foresta" di Grottaglie, considerato come "caso di studio", viene indagato il tipico paesaggio del territorio a nord di Taranto nel corso del Medioevo e dell'Età Moderna. La presenza di diversi tipi di querce favorì l'allevamento dei suini, documentato tra Mar Ionio e Mar Adriatico in un ampio comprensorio. Vengono esaminati aspetti sociali, economici e statistici, nonché le tradizionali forme dell'allevamento, il mercato locale e i prezzi dei suini.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Riflessioni - Umanesimo della Pietra, Jul 2017
A partire da fonti di vario genere, nel saggio si propone la storia del Bosco delle Pianelle, ogg... more A partire da fonti di vario genere, nel saggio si propone la storia del Bosco delle Pianelle, oggi esteso nel territorio di Martina Franca e di Crispiano ma anticamente incluso nelle pertinenze dell'Abbazia di Santa Maria di Crispiano.
Sono dettagliatamente analizzate e descritte:
- la successione dei toponimi con cui era indicata l'area boscata;
- gli usi regi e civici attestati nel corso del Medioevo;
- la delicata situazione in atto nel corso del Cinquecento;
- l'esercizio della bagliva tra Quattrocento e Settecento;
- la molteplicità dei processi settecenteschi per la proprietà e per il possesso del Bosco;
- la cartografia storica;
- la topografia storica;
- la viabilità interna;
- i fitonimi e le colonìe;
- nomi e posizione delle masserie formatesi nel Bosco e attorno a esso;
- i confini interni al Bosco tra le antiche abbazie;
- l'analisi dettagliata di tutte le controversie, legali e no, originate tra il 1715 e il 1814;
- la formazione e l'evoluzione di Masseria Piovacqua;
- la parata del frutto pendente dal 1740 al 1809;
- la censuazione dei demani dal 1792 al 1798;
- la definitiva censuazione e delimitazione di Masseria Piovacqua e del Bosco delle Pianelle.
Nel saggio sono citate, in parte o in toto, molte fonti medievali e moderne.
Alcune immagini riproducono particolari della cartografia storica più rilevante.
In particolare, nell'appendice documentaria sono trascritti integralmente otto documenti prodotti tra il 19 luglio 1792 e il 4 agosto 1798.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
M. Vinci, Lə fraschə e lə scòrcə, Crispiano, 2017
Regole grafiche, ortografiche e grammaticali per la trascrizione della parlata di Crispiano (TA)
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Il territorio detto "Li Monti" confine storico fra Taranto e Martina, Jul 2016
Roberto d'Angiò, principe di Taranto (1343-1364), con il privilegio angioino del 15 aprile 1359 d... more Roberto d'Angiò, principe di Taranto (1343-1364), con il privilegio angioino del 15 aprile 1359 delimitò i confini fra Taranto e Martina seguendo il fronte dei Monti, ossia il balzo murgiano che divide l'Anfiteatro Tarantino dalla Murgia più elevata. Questo saggio propone un'analisi topografica del confine meridionale di Martina mediante l'analisi di numerose fonti di origine notarile e cartografica, nonché di trattati pubblicati dal Seicento all'Ottocento. Si osserva, in via preliminare, che la Murgia tarantina è sempre stata comunemente indicata con due toponimi: Appennino , Murge . La questione fu definitivamente risolta a favore della seconda denominazione alla fine dell'Ottocento sulla base degli studi geologici condotti dall'erudito leccese Cosimo De Giorgi (1842-1922). La trascrizione di una parte del detto privilegio da una copia conservata nell'Archivio Caracciolo De Sangro (presso la Biblioteca Comunale di Martina Franca) ha permesso di poter emendare alcuni errori compiuti dallo storico martinese Isidoro Chirulli (1683-1771). Le fonti, dunque, hanno consentito di indagare e localizzare lo specifico toponimo che localmente ha indicato per secoli il predetto balzo murgiano, Li Monti. Vengono, quindi, esaminati e descritti i seguenti microtoponimi, spesso ricorrenti in documenti relativi ai confini fra Taranto, Mottola o Massafra e Martina:
‒ Gravina del Vuolo;
‒ Le Pentimelle ;
‒ Vallenza;
‒ Monte di Sant'Elia degli Schiavi o di Vallenza nel Bosco delle Pianelle;
‒ Rascana (altrimenti attestato nelle forme San Pascano , San Pasca , Rasca , Vasca , Ruscaro , Monterascano , Santa Candida , San Canna );
‒ Monte Sant'Elia di Massafra;
‒ Serra di Sant'Elia ;
‒ Gravina di Sant'Elia ;
‒ Chiesa di Sant'Elia ;
‒ Monti della 'Nzirra ;
‒ Li Monti di Martina ;
‒ Li Monti di Taranto ;
‒ Gravina Musce Canine (di Mosca Canina ) ne Li Monti della Foresta ;
‒ Monte Rotondo o Lardiello ;
‒ Castrum de li Scavi ( degli Schiavi ) o Monte Gargariello o Monte Carrozzella e simili;
‒ Monte Trazzonara;
‒ Montes , Specla et Curtes dicti de la Masonatora.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
La cripta di San Possidonio, Jul 2016
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Riflessioni-Umanesimo della Pietra, Jul 2015
L'indagine prende avvio dai dati del Bollettino Idrografico (successivamente Annali Idrografici) ... more L'indagine prende avvio dai dati del Bollettino Idrografico (successivamente Annali Idrografici) pubblicati dal 1921 al 2012 relativi alle città di Massafra, Taranto, Crispiano, Grottaglie, San Giorgio Jonico.
Precipitazioni
Per ognuno dei suddetti cinque centri urbani sono calcolate le medie delle precipitazioni, le minime assolute e le massime assolute al fine di individuare l'andamento stagionale e generale delle piogge (dati dal 1930 al 2012).
I dati delle cinque stazioni meteo-climatiche vengono confrontati per ottenere una carta della distribuzione delle piogge nella subregione ionica posta ai piedi della Murgia Sud-Orientale.
Particolare attenzione viene prestata, pure, agli estremi: periodi di siccità, nubifragi e alluvioni, precipitazioni di massima intensità e di breve durata.
Temperature
Seguendo gli stessi criteri sopra indicati, vengono indicate le medie delle temperature, le minime assolute e le massime assolute (dati dal 1958 al 2012).
Il confronto tra i dati delle cinque stazioni meteo-climatiche restituisce un particolare quadro della subregione, caratterizzata dall'influsso notevole del Mar Ionio e della ventilazione; le escursioni medie annue, infatti, non sono esclusivamente determinate dall'altitudine.
Direzione e velocità del vento
La subregione è marcatamente influenzata da tre tipi di circolazione, sicché i venti prevalenti provengono da sud-est (scirocco), dai settori settentrionali (maestrale e tramontana) e dal settore orientale (grecale e burian), in rapporto alla stagione.
Eventi pluviometrici estremi
La subregione è particolarmente soggetta a precipitazioni brevi e intense. Si passano in rassegna le dinamiche e gli effetti dei principali fenomeni alluvionali determinatisi tra il 1921 e il 2013, simili a quello disastroso del 14-15 settembre 1883 avvenuto a Grottaglie e a Taranto.
La particolare tendenza delle temperature di Grottaglie
È interessante la rielaborazione e il confronto tra i dati delle temperature delle stazioni meteo-climatiche di Crispiano (264 m s.l.m.) e di Grottaglie (146 m s.l.m.).
Si evince che nella città di Grottaglie le temperature minime notturne sono spesso inferiori a quelle di Crispiano, in controtendenza rispetto alla posizione altimetrica; il dato si ripropone, anche, nelle escursioni mensili e annuali.
Vengono suggerite, di seguito, le possibili cause di questi fenomeni apparentemente contraddittori.
Osservazioni sul riscaldamento globale a livello locale: le precipitazioni
Il trend evidenzia una diminuzione delle precipitazioni nella subregione, soprattutto in alcuni periodi dell'anno, in linea con le tendenze italiane macroregionali e nazionali.
Osservazioni sul riscaldamento globale a livello locale: le temperature
Si conferma a livello locale che le temperature medie sono in graduale aumento, tuttavia si evidenzia l'anomalo andamento della stazione di Grottaglie, ove si nota una curiosa diminuzione delle temperature medie.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Gravine e tratturi, pascoli e campi di Crispiano: letteratura, economia, storia, Antonio Dellisanti Editore, Massafra, 2013, Nov 2013
"A partire dallo studio dei toponimi, il testo esamina le peculiarità del territorio crispianese.... more "A partire dallo studio dei toponimi, il testo esamina le peculiarità del territorio crispianese. In particolare, grazie alle nuove etimologie di San Simini (saltus liminis), del monte Trazzonara (tracheia Aulon, il famoso monte cantato anche da Virgilio e Orazio e noto anche grazie a Marziale, Porfirione e Servio) e di Crispiano (callis plana), l'Autore offre un nuovo preciso contesto a notizie ed eventi menzionati nella letteratura antica e medievale (circa la transumanza, l'allevamento e l'agricoltura intensiva). Ne deriva che Crispiano, fin dai primi tempi della colonizzazione greca, ha vissuto eventi di un tale rilievo economico e sociale che alcune ipotesi qui avanzate hanno conseguenze anche sulla storia della Puglia e dell'Italia.
La ricostruzione della storia antica permette di esaminare con occhi nuovi anche l'età altomedievale e di includere Crispiano (identificata come parte del 'confine' longobardo) tra i territori donati da Arechi II ai Benedettini di Santa Sofia (Benevento): un nuovo legame con la storia già nota dell'Abbazia di Santa Maria di Crispiano e con la Regia Dogana per la Mena delle Pecore, ossia con la storia economica più recente, opportunamente rivisitata."
Qui si pubblica l'indice dell'opera.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Gravine e tratturi, pascoli e campi di Crispiano: letteratura, economia, storia (Antonio Dellisanti Editore, Massafra, 2013), Nov 2013
Chi sono i Calabri? E che cosa si intende per Calabria?
Le fonti antiche, apparentemente, sono c... more Chi sono i Calabri? E che cosa si intende per Calabria?
Le fonti antiche, apparentemente, sono confuse su questo argomento e non chiariscono il significato delle parole, oltre che la localizzazione geografica del popolo e del territorio occupato.
Lo studio del territorio di Crispiano (TA) e l'individuazione del monte Aulon hanno permesso di originare la "regola di Aulon", che spiega alcuni toponimi di origine dorica ancora presenti nel dialetto crispianese.
Dalla "regola di Aulon" deriva anche una nuova ipotesi sull'etimologia di "Calabri" e di "Calabria", con cui si intendeva probabilmente il "popolo delle gravine": in un primo tempo la nuova etnia nata dalla fusione tra indigeni (Iapigi) e Greci (i Dori di Sparta che giunsero a Taranto). In un secondo momento, i Calabri furono gli abitanti della chora di Taranto (detta "Calabria"). Infine, la Calabria, per estensione, indicò il territorio della Puglia sottomesso o controllato dai Tarantini: quindi quanto è compreso tra la linea Gravina-Monopoli (o Gravina-Egnazia) e il Salento.
La tesi prende avvio da ipotesi etimologiche, avvalorate tuttavia dalle fonti letterarie.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Gravine e tratturi, pascoli e campi di Crispiano: letteratura, economia, storia (Antonio Dellisanti Editore, Massafra, 2013), Nov 2013
"Lo studio del territorio di Crispiano ha consentito di svelare il significato (sinora inesplorat... more "Lo studio del territorio di Crispiano ha consentito di svelare il significato (sinora inesplorato) di alcuni toponimi importanti.
A partire dalla dizione dialettale (spesso erroneamente italianizzata), sono stati esaminati i seguenti nomi: Pilano, Cigliano, Cacciagualani, L'Amastuola, Triglie, Trazzonara, Corno della Strega.
Tutti questi nomi derivano dal greco (specificamente dal dorico) e spesso sono toponimi che descrivono oggettivamente il paesaggio. Ciò documenta che questi toponimi sono da riferire al periodo compreso tra il VII e il IV secolo a.C.
Lo studio dimostra che non tutti i nomi che terminano in -ano sono dei prediali latini e soprattutto offre un ulteriore spunto di riflessione sulla "colonizzazione greca" nel territorio tarantino. Questo è tanto più importante se si considera il vivace dibattito suscitato dai recenti scavi sul colle di L'Amastuola. I risultati degli scavi hanno offerto nuovi elementi di riflessione sulle relazioni tra Greci e indigeni tra VII e VI secolo a.C.
Inoltre, si ricorda che a Cacciagualani, nel 1935, è stata ritrovata una parte importante dei cosiddetti "ori di Taranto". Cacciagualani è l'errata italianizzazione del dialettale "Caccəualènə", che dunque deriva direttamente dal greco. Un motivo in più per la denominazione corretta: "Ori di Caccəualènə" oppure "Ori di Cacciagualani".
Anche Pilano ha un significato ben preciso ("porta", da "pylai"): Pilano e "saltus liminis" sono quindi la porta settentrionale della chora tarantina.
Dal territorio di Crispiano, pertanto, continuano ad emergere spunti a favore di una riflessione sulla storia preromana e protoromana di Taranto.""
Bookmarks Related papers MentionsView impact
"Gravine e tratturi, pascoli e campi di Crispiano: letteratura, economia, storia", Nov 2013
"In queste pagine sono presentate le etimologie di tre toponimi del territorio di Crispiano: San ... more "In queste pagine sono presentate le etimologie di tre toponimi del territorio di Crispiano: San Simone è il nome più recente della frazione chiamata ancora in dialetto Santə Sìmənə o San Sìmini; Trazzonara è il nome del monte a Est di Crispiano, al confine tra Crispiano e Martina Franca; Crispiano è il centro urbano a 18 Km a nord di Taranto.
Le tre nuove etimologie permettono di inquadrare molti eventi narrati nella letteratura greca e latina.
L'etimologia di San Sìmini apre nuovi scenari per la chora tarantina, giacché il significato, chiarito meglio nel prosieguo della trattazione, obbliga a identificare l'area a Nord di Taranto come centrale e non periferica (in epoca tanto greca quanto romana).
L'etimologia del Monte Trazzonara, da Aulon, mette in crisi la tradizionale identificazione dell'area circostante Saturo o Roccaforzata con quella descritta da Orazio e Virgilio. I brani letterari di questi autori (e di altri) sono esaminati nel dettaglio nei capitoli successivi.
L'etimologia di Crispiano offre una particolare caratterizzazione del territorio a Nord-Ovest di Taranto come specificamente dedito alla transumanza; altri toponimi del territorio crispianese (descritti nell'opera da cui è estratto il saggio allegato) permettono di contestualizzare a Crispiano quanto avvenuto nel 185 a.C. (la rivolta servile di cui parla Tito Livio)."
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Gravine e tratturi, pascoli e campi di Crispiano: letteratura, economia, storia (Antonio Dellisanti Editore, Massafra, 2013), Nov 2013
Il capitolo 4.2. del testo (La 'via di Pilano': Taranto-Egnazia: pp. 136-139) affronta un problem... more Il capitolo 4.2. del testo (La 'via di Pilano': Taranto-Egnazia: pp. 136-139) affronta un problema piuttosto discusso. Generalmente, la via che da Taranto conduceva ad Egnazia viene fatta passare attraverso l'Orimini in direzione di Martina Franca e quindi di Fasano.
L'etimologia di Santə Sìmənə da saltus liminis (e di Pilano dal greco) e l'individuazione del significato di altri toponimi crispianesi permettono di avanzare l'ipotesi che la strada per Egnazia passava da San Simone e attraversava la gravina di Pilano. Tale gravina, per tutto il Medioevo, è stata l'unica via che consentiva di dirigersi a Nord, sull'altopiano. Ancora oggi la strada è percorsa in alternativa della SS 172.
In tal modo, San Simone si caratterizza come un incrocio fondamentale nell'antichità. Infatti, in direzione Est-Ovest si conserva ancora oggi il tracciato del Regio Tratturello Martinese, che in realtà risalirebbe all'antichità (proprio in contrada Tumarola è stato ritrovato nel 1912 un deposito funerario risalente all'età del Bronzo, ad un periodo appena successivo al XX secolo a.C.).
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Gravine e tratturi, pascoli e campi di Crispiano: letteratura, economia, storia (Antonio Dellisanti Editore, Massafra, 2013), Nov 2013
Il territorio di Crispiano (TA) è stato rianalizzato dal punto di vista toponomastico. Sono emers... more Il territorio di Crispiano (TA) è stato rianalizzato dal punto di vista toponomastico. Sono emerse solide prove sull'etimologia latina di San Simone (frazione di Crispiano, chiamata "Sante Sìmene in dialetto), di Crispiano (non da un prediale), di Statte, di Bocca Ladroni (dal latino), di Monte dei Termiti e di Pozzo del Termite (in realtà, del Termine). D'altronde, dal greco derivano altri toponimi: Trazzonara, L'Amastuola, Cacciagualani... [per tutti si vedano gli abstract pubblicati a parte].
I toponimi latini spesso sono afferenti alla centuriazione, alla pastorizia, all'agricoltura. Ne è derivato un esame dell'intero territorio di Statte e Crispiano per giungere ad una datazione della centuriazione. Pare che solamente in minima parte il territorio di Crispiano e Statte sia stato incluso nella assegnazione del 123 a.C. (colonia Neptunia) e che vi sono alte probabilità che si deve essere verificata un'altra centuriazione (prima della guerra annibalica o appena dopo).
Quello che, per ora, appare consolidato è che la parte occidentale del Comune di Crispiano doveva essere ager publicus dedito in gran parte alla pastorizia.
Saltus liminis (San Simini, ossia San Simone) costituiva probabilmente non un bosco ma un vero e proprio saltus, cioè un terreno agricolo esteso e a policoltura.
Ciò che stupisce, a questo punto, è che nel territorio di Crispiano non permane nessun toponimo di tipo prediale, giacché tutti i toponimi in -ano derivano dal greco e Crispiano non deriva da Crispius ma da "callis plana". Resta da appurare se l'assenza di prediali sia da addebitare proprio alla divisione in saltibus, cioè in appezzamenti più estesi della consuetudine (ciò è documentato per il periodo immediatamente successivo al 202 a.C.). In alternativa, si può supporre che il territorio orientale di Crispiano non sia stato centuriato, ma sia rimasto di proprietà dei precedenti cittadini tarantini.
Nello studio, sono evidenziate le notevoli somiglianze tra il territorio di Crispiano ed altri dell'Italia centrale: Sabina e Marche in particolare. Spesso gli eventi storici di queste tre regioni sono simili. D'altronde, le stesse fonti letterarie mettono in relazione l'Umbria, la Sabina, l'Apulia, la Calabria antica e il Bruzio, come nel caso di Publius Aufidius Pontianus Amiterninus, che per vendere il suo gregge lo fece condurre ad Heraclea attraverso l'Apulia e Metaponto, necessariamente attraversando proprio le calles del Tarantino.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Gravine e tratturi, pascoli e campi di Crispiano: letteratura, economia, storia (Antonio Dellisanti Editore, Massafra, 2013), Nov 2013
Due erano, finora, le correnti etimologiche sul nome della città di Statte (TA): un prediale da S... more Due erano, finora, le correnti etimologiche sul nome della città di Statte (TA): un prediale da Statius oppure un derivato da "statio". La nuova etimologia di Crispiano da "callis plana" e di altri due toponimi crispianese (Corno della Strega e Bocca Ladroni) ha permesso di situare a Crispiano gli eventi del 185 a.C. (la rivolta servile documentata da Tito Livio) e di altre successive rivolte. Tutto ciò ha consentito di effettuare altre deduzioni e di provare che Statte conserva il nome di "statio", ossia di una delle guarnigioni previste da Augusto nel 23 a.C. per il controllo del brigantaggio. Il testo esamina le fonti letterarie e documentarie che conservano memoria degli eventi accaduti nel I secolo a.C. e delle testimonianze che parlano, ancora in tempi recenti, di un "castrum" a Statte.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Gravine e tratturi, pascoli e campi di Crispiano: letteratura, economia, storia (Antonio Dellisanti Editore, Massafra, 2013), Nov 2013
L'etimologia del monte Trazzonara da "tracheia Aulon" consente di localizzare il monte Aulon non ... more L'etimologia del monte Trazzonara da "tracheia Aulon" consente di localizzare il monte Aulon non in pianura (nei pressi di Saturo) o su basse alture (Roccaforzata), ma nella Murgia a Nord di Taranto.
Quest'area presenta un suolo misto: la parte occidentale di Crispiano è collinare e tendenzialente rocciosa, quindi più sfruttabile in senso pastorale (in questa direzione spinge anche la nuova etimologia di Crispiano da "callis plana". si veda l'estratto già pubblicato). La parte orientale del territorio comunale, invece, presenta uno strato di terra rossa più profondo, quindi più propizio per l'agricoltura. Inoltre, l'area crispianese del monte Trazzonara è evvettivamente una vallata (e questo concorda con il significato greco di "aulon").
Le prove geografiche, archeologiche, letterarie permettono di affermare che il territorio descritto nelle Georgiche di Virgilio, ma anche in Odi Epodi e Satire di Orazio, è la zona collinare e pedemontana di Crispiano (posta sotto i 400 metri di altitudine).
Nel testo i testi letterari sono esaminati e confrontati con la realtà geografica del territorio (e in questa direzione sono finalizzate anche le prove archeologiche ed etimologiche).
Nel territorio di Crispiano (facente parte della chora di Taranto) vengono quindi localizzati i seguenti eventi storici:
185 a.C.: rivolta servile (di cui ci parla Tito Livio);
41-37 a.C.: stesura delle Bucoliche da parte di Virgilio;
37 a.C.: trattato di Taranto. In occasione di questo evento, risiedono a Crispiano: Augusto, Antonio, Mecenate, Virgilio, Orazio;
37-30 a.C.: stesura delle Georgiche da parte di Virgilio;
30-19 a.C.: possibile ulteriore permanenza (saltuaria o prolungata) di Virgilio;
19 a.C.: morte di Virgilio nei pressi del monte Aulon (la morte di Virgilio a Taranto è documentata specificamente da Servio, ma viene documentata probabilmente da una autorevole fonte del I secolo a.C.: Orazio).
Poco a Sud del monte Trazzonara sono state ritrovate delle epigrafi di servi pastores di Crispinilla e poi di servi pastores imperiali. Il territorio a sud del monte, dunque, era patrimonium principis almeno dalla fine del I secolo d.C.
Bookmarks Related papers MentionsView impact
Uploads
Papers by Giorgio Sonnante
In questo volume ci si sofferma sui ruoli, sulle norme e sulle consuetudini che permisero al clero della cattedrale di Taranto di fondare e di amministrare le chiese filiali e le collegiate, centri di irradiazione per la cura pastorale nei luoghi più remoti del contado.
L’indagine verte particolarmente sull’interdipendenza tra i canonici di Taranto e i chierici regolari stabiliti nel monastero rupestre di Santa Maria di Crispiano. Il percorso si snoda dal Mille fin oltre il tramonto del principato di Taranto, passando attraverso il conflitto tra Papato e Impero, la lite tra l’arcivescovo Giacomo d’Atri e il capitolo e il clero della cattedrale, lo Scisma d’Occidente.
La pubblicazione di numerosi documenti inediti, il continuo confronto con la letteratura e l’analisi delle testimonianze rupestri residue, condotti criticamente con un approccio multidisciplinare, concorrono a una nuova prospettiva sulla storia bassomedievale delle gravine tarantine, dove il contributo pastorale e socioeconomico del clero fu assai più incisivo di quanto si sia mai creduto.
Sono dettagliatamente analizzate e descritte:
- la successione dei toponimi con cui era indicata l'area boscata;
- gli usi regi e civici attestati nel corso del Medioevo;
- la delicata situazione in atto nel corso del Cinquecento;
- l'esercizio della bagliva tra Quattrocento e Settecento;
- la molteplicità dei processi settecenteschi per la proprietà e per il possesso del Bosco;
- la cartografia storica;
- la topografia storica;
- la viabilità interna;
- i fitonimi e le colonìe;
- nomi e posizione delle masserie formatesi nel Bosco e attorno a esso;
- i confini interni al Bosco tra le antiche abbazie;
- l'analisi dettagliata di tutte le controversie, legali e no, originate tra il 1715 e il 1814;
- la formazione e l'evoluzione di Masseria Piovacqua;
- la parata del frutto pendente dal 1740 al 1809;
- la censuazione dei demani dal 1792 al 1798;
- la definitiva censuazione e delimitazione di Masseria Piovacqua e del Bosco delle Pianelle.
Nel saggio sono citate, in parte o in toto, molte fonti medievali e moderne.
Alcune immagini riproducono particolari della cartografia storica più rilevante.
In particolare, nell'appendice documentaria sono trascritti integralmente otto documenti prodotti tra il 19 luglio 1792 e il 4 agosto 1798.
‒ Gravina del Vuolo;
‒ Le Pentimelle ;
‒ Vallenza;
‒ Monte di Sant'Elia degli Schiavi o di Vallenza nel Bosco delle Pianelle;
‒ Rascana (altrimenti attestato nelle forme San Pascano , San Pasca , Rasca , Vasca , Ruscaro , Monterascano , Santa Candida , San Canna );
‒ Monte Sant'Elia di Massafra;
‒ Serra di Sant'Elia ;
‒ Gravina di Sant'Elia ;
‒ Chiesa di Sant'Elia ;
‒ Monti della 'Nzirra ;
‒ Li Monti di Martina ;
‒ Li Monti di Taranto ;
‒ Gravina Musce Canine (di Mosca Canina ) ne Li Monti della Foresta ;
‒ Monte Rotondo o Lardiello ;
‒ Castrum de li Scavi ( degli Schiavi ) o Monte Gargariello o Monte Carrozzella e simili;
‒ Monte Trazzonara;
‒ Montes , Specla et Curtes dicti de la Masonatora.
Precipitazioni
Per ognuno dei suddetti cinque centri urbani sono calcolate le medie delle precipitazioni, le minime assolute e le massime assolute al fine di individuare l'andamento stagionale e generale delle piogge (dati dal 1930 al 2012).
I dati delle cinque stazioni meteo-climatiche vengono confrontati per ottenere una carta della distribuzione delle piogge nella subregione ionica posta ai piedi della Murgia Sud-Orientale.
Particolare attenzione viene prestata, pure, agli estremi: periodi di siccità, nubifragi e alluvioni, precipitazioni di massima intensità e di breve durata.
Temperature
Seguendo gli stessi criteri sopra indicati, vengono indicate le medie delle temperature, le minime assolute e le massime assolute (dati dal 1958 al 2012).
Il confronto tra i dati delle cinque stazioni meteo-climatiche restituisce un particolare quadro della subregione, caratterizzata dall'influsso notevole del Mar Ionio e della ventilazione; le escursioni medie annue, infatti, non sono esclusivamente determinate dall'altitudine.
Direzione e velocità del vento
La subregione è marcatamente influenzata da tre tipi di circolazione, sicché i venti prevalenti provengono da sud-est (scirocco), dai settori settentrionali (maestrale e tramontana) e dal settore orientale (grecale e burian), in rapporto alla stagione.
Eventi pluviometrici estremi
La subregione è particolarmente soggetta a precipitazioni brevi e intense. Si passano in rassegna le dinamiche e gli effetti dei principali fenomeni alluvionali determinatisi tra il 1921 e il 2013, simili a quello disastroso del 14-15 settembre 1883 avvenuto a Grottaglie e a Taranto.
La particolare tendenza delle temperature di Grottaglie
È interessante la rielaborazione e il confronto tra i dati delle temperature delle stazioni meteo-climatiche di Crispiano (264 m s.l.m.) e di Grottaglie (146 m s.l.m.).
Si evince che nella città di Grottaglie le temperature minime notturne sono spesso inferiori a quelle di Crispiano, in controtendenza rispetto alla posizione altimetrica; il dato si ripropone, anche, nelle escursioni mensili e annuali.
Vengono suggerite, di seguito, le possibili cause di questi fenomeni apparentemente contraddittori.
Osservazioni sul riscaldamento globale a livello locale: le precipitazioni
Il trend evidenzia una diminuzione delle precipitazioni nella subregione, soprattutto in alcuni periodi dell'anno, in linea con le tendenze italiane macroregionali e nazionali.
Osservazioni sul riscaldamento globale a livello locale: le temperature
Si conferma a livello locale che le temperature medie sono in graduale aumento, tuttavia si evidenzia l'anomalo andamento della stazione di Grottaglie, ove si nota una curiosa diminuzione delle temperature medie.
La ricostruzione della storia antica permette di esaminare con occhi nuovi anche l'età altomedievale e di includere Crispiano (identificata come parte del 'confine' longobardo) tra i territori donati da Arechi II ai Benedettini di Santa Sofia (Benevento): un nuovo legame con la storia già nota dell'Abbazia di Santa Maria di Crispiano e con la Regia Dogana per la Mena delle Pecore, ossia con la storia economica più recente, opportunamente rivisitata."
Qui si pubblica l'indice dell'opera.
Le fonti antiche, apparentemente, sono confuse su questo argomento e non chiariscono il significato delle parole, oltre che la localizzazione geografica del popolo e del territorio occupato.
Lo studio del territorio di Crispiano (TA) e l'individuazione del monte Aulon hanno permesso di originare la "regola di Aulon", che spiega alcuni toponimi di origine dorica ancora presenti nel dialetto crispianese.
Dalla "regola di Aulon" deriva anche una nuova ipotesi sull'etimologia di "Calabri" e di "Calabria", con cui si intendeva probabilmente il "popolo delle gravine": in un primo tempo la nuova etnia nata dalla fusione tra indigeni (Iapigi) e Greci (i Dori di Sparta che giunsero a Taranto). In un secondo momento, i Calabri furono gli abitanti della chora di Taranto (detta "Calabria"). Infine, la Calabria, per estensione, indicò il territorio della Puglia sottomesso o controllato dai Tarantini: quindi quanto è compreso tra la linea Gravina-Monopoli (o Gravina-Egnazia) e il Salento.
La tesi prende avvio da ipotesi etimologiche, avvalorate tuttavia dalle fonti letterarie.
A partire dalla dizione dialettale (spesso erroneamente italianizzata), sono stati esaminati i seguenti nomi: Pilano, Cigliano, Cacciagualani, L'Amastuola, Triglie, Trazzonara, Corno della Strega.
Tutti questi nomi derivano dal greco (specificamente dal dorico) e spesso sono toponimi che descrivono oggettivamente il paesaggio. Ciò documenta che questi toponimi sono da riferire al periodo compreso tra il VII e il IV secolo a.C.
Lo studio dimostra che non tutti i nomi che terminano in -ano sono dei prediali latini e soprattutto offre un ulteriore spunto di riflessione sulla "colonizzazione greca" nel territorio tarantino. Questo è tanto più importante se si considera il vivace dibattito suscitato dai recenti scavi sul colle di L'Amastuola. I risultati degli scavi hanno offerto nuovi elementi di riflessione sulle relazioni tra Greci e indigeni tra VII e VI secolo a.C.
Inoltre, si ricorda che a Cacciagualani, nel 1935, è stata ritrovata una parte importante dei cosiddetti "ori di Taranto". Cacciagualani è l'errata italianizzazione del dialettale "Caccəualènə", che dunque deriva direttamente dal greco. Un motivo in più per la denominazione corretta: "Ori di Caccəualènə" oppure "Ori di Cacciagualani".
Anche Pilano ha un significato ben preciso ("porta", da "pylai"): Pilano e "saltus liminis" sono quindi la porta settentrionale della chora tarantina.
Dal territorio di Crispiano, pertanto, continuano ad emergere spunti a favore di una riflessione sulla storia preromana e protoromana di Taranto.""
Le tre nuove etimologie permettono di inquadrare molti eventi narrati nella letteratura greca e latina.
L'etimologia di San Sìmini apre nuovi scenari per la chora tarantina, giacché il significato, chiarito meglio nel prosieguo della trattazione, obbliga a identificare l'area a Nord di Taranto come centrale e non periferica (in epoca tanto greca quanto romana).
L'etimologia del Monte Trazzonara, da Aulon, mette in crisi la tradizionale identificazione dell'area circostante Saturo o Roccaforzata con quella descritta da Orazio e Virgilio. I brani letterari di questi autori (e di altri) sono esaminati nel dettaglio nei capitoli successivi.
L'etimologia di Crispiano offre una particolare caratterizzazione del territorio a Nord-Ovest di Taranto come specificamente dedito alla transumanza; altri toponimi del territorio crispianese (descritti nell'opera da cui è estratto il saggio allegato) permettono di contestualizzare a Crispiano quanto avvenuto nel 185 a.C. (la rivolta servile di cui parla Tito Livio)."
L'etimologia di Santə Sìmənə da saltus liminis (e di Pilano dal greco) e l'individuazione del significato di altri toponimi crispianesi permettono di avanzare l'ipotesi che la strada per Egnazia passava da San Simone e attraversava la gravina di Pilano. Tale gravina, per tutto il Medioevo, è stata l'unica via che consentiva di dirigersi a Nord, sull'altopiano. Ancora oggi la strada è percorsa in alternativa della SS 172.
In tal modo, San Simone si caratterizza come un incrocio fondamentale nell'antichità. Infatti, in direzione Est-Ovest si conserva ancora oggi il tracciato del Regio Tratturello Martinese, che in realtà risalirebbe all'antichità (proprio in contrada Tumarola è stato ritrovato nel 1912 un deposito funerario risalente all'età del Bronzo, ad un periodo appena successivo al XX secolo a.C.).
I toponimi latini spesso sono afferenti alla centuriazione, alla pastorizia, all'agricoltura. Ne è derivato un esame dell'intero territorio di Statte e Crispiano per giungere ad una datazione della centuriazione. Pare che solamente in minima parte il territorio di Crispiano e Statte sia stato incluso nella assegnazione del 123 a.C. (colonia Neptunia) e che vi sono alte probabilità che si deve essere verificata un'altra centuriazione (prima della guerra annibalica o appena dopo).
Quello che, per ora, appare consolidato è che la parte occidentale del Comune di Crispiano doveva essere ager publicus dedito in gran parte alla pastorizia.
Saltus liminis (San Simini, ossia San Simone) costituiva probabilmente non un bosco ma un vero e proprio saltus, cioè un terreno agricolo esteso e a policoltura.
Ciò che stupisce, a questo punto, è che nel territorio di Crispiano non permane nessun toponimo di tipo prediale, giacché tutti i toponimi in -ano derivano dal greco e Crispiano non deriva da Crispius ma da "callis plana". Resta da appurare se l'assenza di prediali sia da addebitare proprio alla divisione in saltibus, cioè in appezzamenti più estesi della consuetudine (ciò è documentato per il periodo immediatamente successivo al 202 a.C.). In alternativa, si può supporre che il territorio orientale di Crispiano non sia stato centuriato, ma sia rimasto di proprietà dei precedenti cittadini tarantini.
Nello studio, sono evidenziate le notevoli somiglianze tra il territorio di Crispiano ed altri dell'Italia centrale: Sabina e Marche in particolare. Spesso gli eventi storici di queste tre regioni sono simili. D'altronde, le stesse fonti letterarie mettono in relazione l'Umbria, la Sabina, l'Apulia, la Calabria antica e il Bruzio, come nel caso di Publius Aufidius Pontianus Amiterninus, che per vendere il suo gregge lo fece condurre ad Heraclea attraverso l'Apulia e Metaponto, necessariamente attraversando proprio le calles del Tarantino.
Quest'area presenta un suolo misto: la parte occidentale di Crispiano è collinare e tendenzialente rocciosa, quindi più sfruttabile in senso pastorale (in questa direzione spinge anche la nuova etimologia di Crispiano da "callis plana". si veda l'estratto già pubblicato). La parte orientale del territorio comunale, invece, presenta uno strato di terra rossa più profondo, quindi più propizio per l'agricoltura. Inoltre, l'area crispianese del monte Trazzonara è evvettivamente una vallata (e questo concorda con il significato greco di "aulon").
Le prove geografiche, archeologiche, letterarie permettono di affermare che il territorio descritto nelle Georgiche di Virgilio, ma anche in Odi Epodi e Satire di Orazio, è la zona collinare e pedemontana di Crispiano (posta sotto i 400 metri di altitudine).
Nel testo i testi letterari sono esaminati e confrontati con la realtà geografica del territorio (e in questa direzione sono finalizzate anche le prove archeologiche ed etimologiche).
Nel territorio di Crispiano (facente parte della chora di Taranto) vengono quindi localizzati i seguenti eventi storici:
185 a.C.: rivolta servile (di cui ci parla Tito Livio);
41-37 a.C.: stesura delle Bucoliche da parte di Virgilio;
37 a.C.: trattato di Taranto. In occasione di questo evento, risiedono a Crispiano: Augusto, Antonio, Mecenate, Virgilio, Orazio;
37-30 a.C.: stesura delle Georgiche da parte di Virgilio;
30-19 a.C.: possibile ulteriore permanenza (saltuaria o prolungata) di Virgilio;
19 a.C.: morte di Virgilio nei pressi del monte Aulon (la morte di Virgilio a Taranto è documentata specificamente da Servio, ma viene documentata probabilmente da una autorevole fonte del I secolo a.C.: Orazio).
Poco a Sud del monte Trazzonara sono state ritrovate delle epigrafi di servi pastores di Crispinilla e poi di servi pastores imperiali. Il territorio a sud del monte, dunque, era patrimonium principis almeno dalla fine del I secolo d.C.
In questo volume ci si sofferma sui ruoli, sulle norme e sulle consuetudini che permisero al clero della cattedrale di Taranto di fondare e di amministrare le chiese filiali e le collegiate, centri di irradiazione per la cura pastorale nei luoghi più remoti del contado.
L’indagine verte particolarmente sull’interdipendenza tra i canonici di Taranto e i chierici regolari stabiliti nel monastero rupestre di Santa Maria di Crispiano. Il percorso si snoda dal Mille fin oltre il tramonto del principato di Taranto, passando attraverso il conflitto tra Papato e Impero, la lite tra l’arcivescovo Giacomo d’Atri e il capitolo e il clero della cattedrale, lo Scisma d’Occidente.
La pubblicazione di numerosi documenti inediti, il continuo confronto con la letteratura e l’analisi delle testimonianze rupestri residue, condotti criticamente con un approccio multidisciplinare, concorrono a una nuova prospettiva sulla storia bassomedievale delle gravine tarantine, dove il contributo pastorale e socioeconomico del clero fu assai più incisivo di quanto si sia mai creduto.
Sono dettagliatamente analizzate e descritte:
- la successione dei toponimi con cui era indicata l'area boscata;
- gli usi regi e civici attestati nel corso del Medioevo;
- la delicata situazione in atto nel corso del Cinquecento;
- l'esercizio della bagliva tra Quattrocento e Settecento;
- la molteplicità dei processi settecenteschi per la proprietà e per il possesso del Bosco;
- la cartografia storica;
- la topografia storica;
- la viabilità interna;
- i fitonimi e le colonìe;
- nomi e posizione delle masserie formatesi nel Bosco e attorno a esso;
- i confini interni al Bosco tra le antiche abbazie;
- l'analisi dettagliata di tutte le controversie, legali e no, originate tra il 1715 e il 1814;
- la formazione e l'evoluzione di Masseria Piovacqua;
- la parata del frutto pendente dal 1740 al 1809;
- la censuazione dei demani dal 1792 al 1798;
- la definitiva censuazione e delimitazione di Masseria Piovacqua e del Bosco delle Pianelle.
Nel saggio sono citate, in parte o in toto, molte fonti medievali e moderne.
Alcune immagini riproducono particolari della cartografia storica più rilevante.
In particolare, nell'appendice documentaria sono trascritti integralmente otto documenti prodotti tra il 19 luglio 1792 e il 4 agosto 1798.
‒ Gravina del Vuolo;
‒ Le Pentimelle ;
‒ Vallenza;
‒ Monte di Sant'Elia degli Schiavi o di Vallenza nel Bosco delle Pianelle;
‒ Rascana (altrimenti attestato nelle forme San Pascano , San Pasca , Rasca , Vasca , Ruscaro , Monterascano , Santa Candida , San Canna );
‒ Monte Sant'Elia di Massafra;
‒ Serra di Sant'Elia ;
‒ Gravina di Sant'Elia ;
‒ Chiesa di Sant'Elia ;
‒ Monti della 'Nzirra ;
‒ Li Monti di Martina ;
‒ Li Monti di Taranto ;
‒ Gravina Musce Canine (di Mosca Canina ) ne Li Monti della Foresta ;
‒ Monte Rotondo o Lardiello ;
‒ Castrum de li Scavi ( degli Schiavi ) o Monte Gargariello o Monte Carrozzella e simili;
‒ Monte Trazzonara;
‒ Montes , Specla et Curtes dicti de la Masonatora.
Precipitazioni
Per ognuno dei suddetti cinque centri urbani sono calcolate le medie delle precipitazioni, le minime assolute e le massime assolute al fine di individuare l'andamento stagionale e generale delle piogge (dati dal 1930 al 2012).
I dati delle cinque stazioni meteo-climatiche vengono confrontati per ottenere una carta della distribuzione delle piogge nella subregione ionica posta ai piedi della Murgia Sud-Orientale.
Particolare attenzione viene prestata, pure, agli estremi: periodi di siccità, nubifragi e alluvioni, precipitazioni di massima intensità e di breve durata.
Temperature
Seguendo gli stessi criteri sopra indicati, vengono indicate le medie delle temperature, le minime assolute e le massime assolute (dati dal 1958 al 2012).
Il confronto tra i dati delle cinque stazioni meteo-climatiche restituisce un particolare quadro della subregione, caratterizzata dall'influsso notevole del Mar Ionio e della ventilazione; le escursioni medie annue, infatti, non sono esclusivamente determinate dall'altitudine.
Direzione e velocità del vento
La subregione è marcatamente influenzata da tre tipi di circolazione, sicché i venti prevalenti provengono da sud-est (scirocco), dai settori settentrionali (maestrale e tramontana) e dal settore orientale (grecale e burian), in rapporto alla stagione.
Eventi pluviometrici estremi
La subregione è particolarmente soggetta a precipitazioni brevi e intense. Si passano in rassegna le dinamiche e gli effetti dei principali fenomeni alluvionali determinatisi tra il 1921 e il 2013, simili a quello disastroso del 14-15 settembre 1883 avvenuto a Grottaglie e a Taranto.
La particolare tendenza delle temperature di Grottaglie
È interessante la rielaborazione e il confronto tra i dati delle temperature delle stazioni meteo-climatiche di Crispiano (264 m s.l.m.) e di Grottaglie (146 m s.l.m.).
Si evince che nella città di Grottaglie le temperature minime notturne sono spesso inferiori a quelle di Crispiano, in controtendenza rispetto alla posizione altimetrica; il dato si ripropone, anche, nelle escursioni mensili e annuali.
Vengono suggerite, di seguito, le possibili cause di questi fenomeni apparentemente contraddittori.
Osservazioni sul riscaldamento globale a livello locale: le precipitazioni
Il trend evidenzia una diminuzione delle precipitazioni nella subregione, soprattutto in alcuni periodi dell'anno, in linea con le tendenze italiane macroregionali e nazionali.
Osservazioni sul riscaldamento globale a livello locale: le temperature
Si conferma a livello locale che le temperature medie sono in graduale aumento, tuttavia si evidenzia l'anomalo andamento della stazione di Grottaglie, ove si nota una curiosa diminuzione delle temperature medie.
La ricostruzione della storia antica permette di esaminare con occhi nuovi anche l'età altomedievale e di includere Crispiano (identificata come parte del 'confine' longobardo) tra i territori donati da Arechi II ai Benedettini di Santa Sofia (Benevento): un nuovo legame con la storia già nota dell'Abbazia di Santa Maria di Crispiano e con la Regia Dogana per la Mena delle Pecore, ossia con la storia economica più recente, opportunamente rivisitata."
Qui si pubblica l'indice dell'opera.
Le fonti antiche, apparentemente, sono confuse su questo argomento e non chiariscono il significato delle parole, oltre che la localizzazione geografica del popolo e del territorio occupato.
Lo studio del territorio di Crispiano (TA) e l'individuazione del monte Aulon hanno permesso di originare la "regola di Aulon", che spiega alcuni toponimi di origine dorica ancora presenti nel dialetto crispianese.
Dalla "regola di Aulon" deriva anche una nuova ipotesi sull'etimologia di "Calabri" e di "Calabria", con cui si intendeva probabilmente il "popolo delle gravine": in un primo tempo la nuova etnia nata dalla fusione tra indigeni (Iapigi) e Greci (i Dori di Sparta che giunsero a Taranto). In un secondo momento, i Calabri furono gli abitanti della chora di Taranto (detta "Calabria"). Infine, la Calabria, per estensione, indicò il territorio della Puglia sottomesso o controllato dai Tarantini: quindi quanto è compreso tra la linea Gravina-Monopoli (o Gravina-Egnazia) e il Salento.
La tesi prende avvio da ipotesi etimologiche, avvalorate tuttavia dalle fonti letterarie.
A partire dalla dizione dialettale (spesso erroneamente italianizzata), sono stati esaminati i seguenti nomi: Pilano, Cigliano, Cacciagualani, L'Amastuola, Triglie, Trazzonara, Corno della Strega.
Tutti questi nomi derivano dal greco (specificamente dal dorico) e spesso sono toponimi che descrivono oggettivamente il paesaggio. Ciò documenta che questi toponimi sono da riferire al periodo compreso tra il VII e il IV secolo a.C.
Lo studio dimostra che non tutti i nomi che terminano in -ano sono dei prediali latini e soprattutto offre un ulteriore spunto di riflessione sulla "colonizzazione greca" nel territorio tarantino. Questo è tanto più importante se si considera il vivace dibattito suscitato dai recenti scavi sul colle di L'Amastuola. I risultati degli scavi hanno offerto nuovi elementi di riflessione sulle relazioni tra Greci e indigeni tra VII e VI secolo a.C.
Inoltre, si ricorda che a Cacciagualani, nel 1935, è stata ritrovata una parte importante dei cosiddetti "ori di Taranto". Cacciagualani è l'errata italianizzazione del dialettale "Caccəualènə", che dunque deriva direttamente dal greco. Un motivo in più per la denominazione corretta: "Ori di Caccəualènə" oppure "Ori di Cacciagualani".
Anche Pilano ha un significato ben preciso ("porta", da "pylai"): Pilano e "saltus liminis" sono quindi la porta settentrionale della chora tarantina.
Dal territorio di Crispiano, pertanto, continuano ad emergere spunti a favore di una riflessione sulla storia preromana e protoromana di Taranto.""
Le tre nuove etimologie permettono di inquadrare molti eventi narrati nella letteratura greca e latina.
L'etimologia di San Sìmini apre nuovi scenari per la chora tarantina, giacché il significato, chiarito meglio nel prosieguo della trattazione, obbliga a identificare l'area a Nord di Taranto come centrale e non periferica (in epoca tanto greca quanto romana).
L'etimologia del Monte Trazzonara, da Aulon, mette in crisi la tradizionale identificazione dell'area circostante Saturo o Roccaforzata con quella descritta da Orazio e Virgilio. I brani letterari di questi autori (e di altri) sono esaminati nel dettaglio nei capitoli successivi.
L'etimologia di Crispiano offre una particolare caratterizzazione del territorio a Nord-Ovest di Taranto come specificamente dedito alla transumanza; altri toponimi del territorio crispianese (descritti nell'opera da cui è estratto il saggio allegato) permettono di contestualizzare a Crispiano quanto avvenuto nel 185 a.C. (la rivolta servile di cui parla Tito Livio)."
L'etimologia di Santə Sìmənə da saltus liminis (e di Pilano dal greco) e l'individuazione del significato di altri toponimi crispianesi permettono di avanzare l'ipotesi che la strada per Egnazia passava da San Simone e attraversava la gravina di Pilano. Tale gravina, per tutto il Medioevo, è stata l'unica via che consentiva di dirigersi a Nord, sull'altopiano. Ancora oggi la strada è percorsa in alternativa della SS 172.
In tal modo, San Simone si caratterizza come un incrocio fondamentale nell'antichità. Infatti, in direzione Est-Ovest si conserva ancora oggi il tracciato del Regio Tratturello Martinese, che in realtà risalirebbe all'antichità (proprio in contrada Tumarola è stato ritrovato nel 1912 un deposito funerario risalente all'età del Bronzo, ad un periodo appena successivo al XX secolo a.C.).
I toponimi latini spesso sono afferenti alla centuriazione, alla pastorizia, all'agricoltura. Ne è derivato un esame dell'intero territorio di Statte e Crispiano per giungere ad una datazione della centuriazione. Pare che solamente in minima parte il territorio di Crispiano e Statte sia stato incluso nella assegnazione del 123 a.C. (colonia Neptunia) e che vi sono alte probabilità che si deve essere verificata un'altra centuriazione (prima della guerra annibalica o appena dopo).
Quello che, per ora, appare consolidato è che la parte occidentale del Comune di Crispiano doveva essere ager publicus dedito in gran parte alla pastorizia.
Saltus liminis (San Simini, ossia San Simone) costituiva probabilmente non un bosco ma un vero e proprio saltus, cioè un terreno agricolo esteso e a policoltura.
Ciò che stupisce, a questo punto, è che nel territorio di Crispiano non permane nessun toponimo di tipo prediale, giacché tutti i toponimi in -ano derivano dal greco e Crispiano non deriva da Crispius ma da "callis plana". Resta da appurare se l'assenza di prediali sia da addebitare proprio alla divisione in saltibus, cioè in appezzamenti più estesi della consuetudine (ciò è documentato per il periodo immediatamente successivo al 202 a.C.). In alternativa, si può supporre che il territorio orientale di Crispiano non sia stato centuriato, ma sia rimasto di proprietà dei precedenti cittadini tarantini.
Nello studio, sono evidenziate le notevoli somiglianze tra il territorio di Crispiano ed altri dell'Italia centrale: Sabina e Marche in particolare. Spesso gli eventi storici di queste tre regioni sono simili. D'altronde, le stesse fonti letterarie mettono in relazione l'Umbria, la Sabina, l'Apulia, la Calabria antica e il Bruzio, come nel caso di Publius Aufidius Pontianus Amiterninus, che per vendere il suo gregge lo fece condurre ad Heraclea attraverso l'Apulia e Metaponto, necessariamente attraversando proprio le calles del Tarantino.
Quest'area presenta un suolo misto: la parte occidentale di Crispiano è collinare e tendenzialente rocciosa, quindi più sfruttabile in senso pastorale (in questa direzione spinge anche la nuova etimologia di Crispiano da "callis plana". si veda l'estratto già pubblicato). La parte orientale del territorio comunale, invece, presenta uno strato di terra rossa più profondo, quindi più propizio per l'agricoltura. Inoltre, l'area crispianese del monte Trazzonara è evvettivamente una vallata (e questo concorda con il significato greco di "aulon").
Le prove geografiche, archeologiche, letterarie permettono di affermare che il territorio descritto nelle Georgiche di Virgilio, ma anche in Odi Epodi e Satire di Orazio, è la zona collinare e pedemontana di Crispiano (posta sotto i 400 metri di altitudine).
Nel testo i testi letterari sono esaminati e confrontati con la realtà geografica del territorio (e in questa direzione sono finalizzate anche le prove archeologiche ed etimologiche).
Nel territorio di Crispiano (facente parte della chora di Taranto) vengono quindi localizzati i seguenti eventi storici:
185 a.C.: rivolta servile (di cui ci parla Tito Livio);
41-37 a.C.: stesura delle Bucoliche da parte di Virgilio;
37 a.C.: trattato di Taranto. In occasione di questo evento, risiedono a Crispiano: Augusto, Antonio, Mecenate, Virgilio, Orazio;
37-30 a.C.: stesura delle Georgiche da parte di Virgilio;
30-19 a.C.: possibile ulteriore permanenza (saltuaria o prolungata) di Virgilio;
19 a.C.: morte di Virgilio nei pressi del monte Aulon (la morte di Virgilio a Taranto è documentata specificamente da Servio, ma viene documentata probabilmente da una autorevole fonte del I secolo a.C.: Orazio).
Poco a Sud del monte Trazzonara sono state ritrovate delle epigrafi di servi pastores di Crispinilla e poi di servi pastores imperiali. Il territorio a sud del monte, dunque, era patrimonium principis almeno dalla fine del I secolo d.C.