Papers by Elena Maria Menotti
L'Orante...nel tuo nome alzerò le mie mani..., Catalogo della Mostra Milano 2022, 2022
Armarsi per comunicare con gli uomini e con gli Dei. Le armi come strumenti di attacco e di difesa, status symbol e dono agli Dei, PPE Atti XIII 2016, 2018
In area mantovana le attestazioni di armi nei corredi funerari sono rare, sia per quanto riguarda... more In area mantovana le attestazioni di armi nei corredi funerari sono rare, sia per quanto riguarda l’età del bronzo finale che per l’età del ferro. Per il Bronzo Finale la necropoli di Fontanella (Casalromano) è l’unico contesto funerario ad oggi conosciuto nel Mantovano: la presenza di una coppia di coltelli nel corredo di una sepoltura, e di altri esemplari sporadici dalla stessa necropoli, permette di ipotizzare l’utilizzo di questi manufatti come rappresentativi del corredo di armati. Indizi in tal senso provengono da coltelli presenti all’interno di sepolture databili allo stesso periodo, provenienti da aree limitrofe, che presentano altri tipi di armi in associazione.
Nell’età del ferro nel Mantovano sono presenti necropoli che presentano elementi etruschi e veneti, alcune delle quali hanno restituito armi. Nella necropoli etrusca di Bagnolo San Vito località Ca’ Rossina, proviene un coltello in ferro, di cui si conserva il fodero, posto a corredo della deposizione di un incinerato.
Da una sepoltura a inumazione della necropoli veneta di San Giorgio di Mantova località Valdaro proviene una punta di lancia in ferro. Un’ulteriore presenza di arma è indiziata a Valdaro, da una sepoltura a incinerazione, che presenta una catena di ferro forse identificabile come elemento di sospensione per spada. Nel complesso l’ideologia funeraria attestata in area mantovana, sia nelle fasi del Bronzo Finale, sia successivamente in ambito etrusco e veneto, non presenta elementi difensivi o offensivi dell’armamento come particolarmente identificativi di genere e di ruolo, contrariamente a quello che si verifica, in quest’area, nelle necropoli celtiche.
In the Mantua district the evidence of weapons in funerary contexts is quite rare, both during the Final Bronze Age and the Iron Age. As regards the Final Bronze Age, Fontanella (Casalmromano), the only necropolis known for this area does not present weapons like swords or spears, but the presence of knives, both in the grave No. VII and among the sporadic finds of the necropolis, indicates the possible presence of warriors. Similar knives in nearby necropolis, in association with swords or spears, especially in the Veneto area, indicate the possible use of the knife as part of the warrior armament.
As regards the Iron Age, a knife in the necropolis of Bagnolo Ca’ Rossina and a spear in a grave of the necropolis of Valdaro were found. On the whole, the funerary ideology of the Mantua area, for a long chronological span, during the final Bronze Age and the Iron Age, did not include defensive or offensive elements of the armaments as particularly indicative elements of role and gender, as opposed to what is common in the same area for the Celtic necropolis.
PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA Ornarsi per comunicare con gli uomini e con gli Dei Gli oggetti di ornamento come status symbol, amuleti, richiesta di protezione Ricerche e scavi, PPE.Atti XII 2014, 2016
Diversi contesti del Bronzo Finale del Mantovano hanno restituito oggetti di ornamento, che veng... more Diversi contesti del Bronzo Finale del Mantovano hanno restituito oggetti di ornamento, che vengono presentati in questo contributo, sulla base della documentazione edita e di quella in corso di studio. I contesti di provenienza sono di natura insediativa o funeraria, con alcuni ritrovamenti sporadici che contribuiscono ad ampliare il quadro: si tratta quindi di reperti che avevano una valenza funzionale e allo stesso tempo simbolica. Gli oggetti di ornamento maggiormente attestati sono spilloni e fibule, seguiti da saltaleoni, bracciali, pendagli, rotelle in osso-corno e perline in pasta vitrea. I siti che hanno restituito tali manufatti sono quello di Fontanella Mantovana, per l’ambito funerario, di Casalmoro e Sacca di Goito per quello insediativo.
This contribution introduces a review of Final bronze Age ornaments from the Mantua area, on the basis of the published record and of the on-going studies.
The provenience of this artefacts is both from settlement and funerary contexts, with some sporadic finds from the territory. They represent functional objects but could have had also a symbolic significance. The most frequent ornament finds in the Final Bronze Age are represented by dress-pins, fibulae, bracelets, necklaces elements, pendants and circular decorated bone ornaments.
The sites of provenience are the cemetery of Fontanella Mantovana, Casalmoro and Sacca di Goito
Il paesaggio nell'era del mutamento. un problema deontologico, Atti del Convegno Nazionale di Studi, Mantova 2007, 2007
Nella nostra mente di persone mediamente colte la domanda che costituisce il titolo del mio inter... more Nella nostra mente di persone mediamente colte la domanda che costituisce il titolo del mio intervento sembra richiedere una risposta ovvia: ad "esiste un paesaggio archeologico?" sembra naturale rispondere "certo, è evidente!", che cosa sono altrimenti Pompei, il Foro Romano, la Valle dei Templi di Agrigento? Tuttavia a questa risposta dobbiamo fare seguire una nuova domanda: che cosa si intende per paesaggio archeologico? Di sicuro la risposta che viene alle labbra di tutti è per l'appunto lo skyline della Valle dei Templi, o l'apparire degli acquedotti nella campagna romana, o i templi di Paestum o Pompei. Ma paesaggio archeologico è anche quello della pianura padana.
Il paesaggio nell'era del mutamento. Un problema deontologico, Atti del Convegno Nazionale di Studi Mantova 2007, 2007
Nella nostra mente di persone mediamente colte la domanda che costituisce il titolo del mio inter... more Nella nostra mente di persone mediamente colte la domanda che costituisce il titolo del mio intervento sembra richiedere una risposta ovvia: ad "esiste un paesaggio archeologico?" sembra naturale rispondere "certo, è evidente!", che cosa sono altrimenti Pompei, il Foro Romano, la Valle dei Templi di Agrigento? Tuttavia a questa risposta dobbiamo fare seguire una nuova domanda: che cosa si intende per paesaggio archeologico? Di sicuro la risposta che viene alle labbra di tutti è per l'appunto lo skyline della Valle dei Templi, o l'apparire degli acquedotti nella campagna romana, o i templi di Paestum o Pompei.
Sicuramente i tanti elementi utilizzati anche nella pittura.
Ma anche le tante tracce lasciate nella campagna padana.
Nella nostra mente di persone mediamente colte la domanda che costituisce il titolo del mio inter... more Nella nostra mente di persone mediamente colte la domanda che costituisce il titolo del mio intervento sembra richiedere una risposta ovvia: ad "esiste un paesaggio archeologico?" sembra naturale rispondere "certo, è evidente!", che cosa sono altrimenti Pompei, il Foro Romano, la Valle dei Templi di Agrigento? Tuttavia a questa risposta dobbiamo fare seguire una nuova domanda: che cosa si intende per paesaggio archeologico? Di sicuro la risposta che viene alle labbra di tutti è per l'appunto lo skyline della Valle dei Templi, o l'apparire degli acquedotti nella campagna romana. Ma forse è proprio Pompei che sembra più di tutte rappresentare nell'immaginario il paesaggio archeologico, città imponente per la vastità delle sue rovine, ma città a misura d'uomo, in cui il mondo antico, ritrovata la sua dimensione domestica, ritorna in ogni angolo delle sue strade nel suo quotidiano. Pompei è ancora oggi uno dei luoghi più straordinari per chi viaggia in Italia: le rovine pompeiane si offrono in modo differente all'occhio dell'archeologo e dell'architetto, dello storico e del filologo. Esse si prestano a letture differenti che talvolta si completano, spesso si oppongono, ma che, insieme, cercano di ridare la dimensione più esatta di un mondo scomparso, applicando sempre il rigore scientifico. Ma soprattutto essa è per il visitatore non distratto, così come sempre è stato, su una collina di rocce e nella memoria di chi vi ha fermato lo sguardo "l'immagine della città grigia e rossiccia… con le sue file di muri spessi e di basoli bluastri, nell'aria smagliante di candore; intorno, il mare, le montagne e l'orizzonte infinito", come disse Taine, nel suo Voyage en Italie. 1 D'altro canto Pompei ha rappresentato per secoli, assieme a Baia, Cuma, Paestum, uno dei luoghi più straordinari che sia dato da visitare a chi effettua il rituale voyage d'Italie. Essa è stata una delle destinazioni dei Pensionnaires dell'Accademia di Francia a Roma, 2 uno dei soggetti privilegiati degli Envois, il cui tema era un monumento nel suo insieme, ovvero un complesso monumentale, che doveva comprendere uno "stato attuale" e un "restauro", cioè una ricostruzione grafica di un edificio, e quante volte il Foro, piuttosto che il tempio di Iside, od il Foro Triangolare sono stati soggetti degli envois! E di quante stampe e di quanta pittura, bisognerebbe aggiungere. D'altro canto il monumento archeologico ha costituito spesso un elemento di paesaggio nell'opera pittorica, basti pensare al caso di Andrea Mantegna. L'artista distribuì nelle sue opere una congerie di monumenti antichi, reali o di fantasia, a costituire elementi paesaggistici, fino a giungere all'affascinante resa del paesaggio che nella Camera Picta nel Castello di San Giorgio di Palazzo Ducale a Mantova fa da sfondo all'incontro del marchese Ludovico Gonzaga col figlio Cardinale. 3 Ci troviamo, in questo caso, di fronte ad un colle ricco di testimonianze antiche, con una ricostruzione dell'antica Roma di gran lunga superiore a quella delle opere precedenti. Le mura che cingono il colle sono sicuramente quelle aureliane, che veramente racchiudevano la città di Roma. In esse è inserito un arco ad un unico fornice, nel quale si può 3. Un confronto fra professionisti
Archeologia e Tecnica dei pozzi per acqua dalla protostoria all'età moderna,,Atti del Convegno, Borgoricco, 2010, 2011
Archeologia e tecnica dei pozzi per acqua dalla protostoria all'età moderna, Atti del Convegno Borgoricco (Padova) 2010, in Antichità Altoadriatiche LXX, 2011
Il paesaggio mantovano nel Medioevo, Atti del Convegno, Mantova 2002, 2005
Necropoli longobarde in Italia. Indirizzi della ricerca e nuovi dati, Atti del Convegno Internazionale trento 2011, 2014
Nella città di Mantova e nel territorio mantovano dagli anni '90 del secolo scorso sono stati eff... more Nella città di Mantova e nel territorio mantovano dagli anni '90 del secolo scorso sono stati effettuati numerosi scavi e ritrovamenti di necropoli longobarde o di età longobarda che hanno permesso di comprendere la realtà del territorio durante l'Alto Medioevo.
Atti XXVI colloquio AISCOM- Roma 2020, 2021
Archeological discoveries in the city of Mantua have helped to identify some black-and-white tes... more Archeological discoveries in the city of Mantua have helped to identify some black-and-white tessellated
floors, decorated with geometrical patterns. The most important is a lacunar floor brought to light in Ac
cademia street. A grid pattern of simple guilloche forms the lacunar which has four different geometrical
patterns; other lacunar floors occur in Mantua and in many Roman mosaic paviments of the Cisalpina.
The mosaic dates back to the end of the 1st century AD – 2nd century AD
Atti XXVI Colloquio AISCOM, Roma 2020, 2021
Archeological discoveries in the city of Mantua have helped to identify some black-and-white tes... more Archeological discoveries in the city of Mantua have helped to identify some black-and-white tessellated floors, decorated with geometrical patterns. The most important is a lacunar floor brought to light in
Accademia street. A grid pattern of simple guilloche forms the lacunar which has four different geometrical patterns; other lacunar floors occur in Mantua and in many Roman mosaic paviments of the Cisalpina.
The mosaic dates back to the end of the 1st century AD – 2nd century AD
Atti e Memorie dell'Accademia Nazionale Virgiliana 2016, 2018
2 la presenza veneta è testimoniata nel territorio dell'odierna provincia di Mantova a partire da... more 2 la presenza veneta è testimoniata nel territorio dell'odierna provincia di Mantova a partire dal Bronzo Finale, con le principali attestazioni da abitati di casalmoro, sacca di goito, sermide, castellaro lagusello e dalla necropoli a incinerazione di Fontanella Mantovana di casalromano, a tal proposito si veda r. DE Marinis, Il confine occidentale del mondo protoveneto/paleoveneto dal Bronzo Finale alle invasioni galliche del 388 a.
PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA ATTI voll.II volume II DEL DECIMO INCONTRO DI STUD, 2012
A Casale di Roncoferraro (MN), nel corso dell’attività di tutela esercitata dalla Soprintendenza... more A Casale di Roncoferraro (MN), nel corso dell’attività di tutela esercitata dalla Soprintendenza, è venuta in luce parte di una necropoli di II-I secolo a.C., costituita da quattordici tombe di incinerati e cinque di inumati. In assenza dei dati relativi alle analisi antropologiche, ancora in corso, si può tuttavia asserire che i cinque inumati siano individui in età infantile, mentre gli incinerati sono adulti, indifferentemente maschi o femmine. I ricchi corredi presentano materiali caratteristici di ambiente sia celtico sia ligure. Anche il rituale funerario presenta forti affinità con l’ambito ligure, poiché anche le donne sono cremate, contrariamente a quanto avviene nelle necropoli cenomani nel periodo della romanizzazione, quando donne e bambini vengono inumati. È probabile che ci si trovi in presenza di un gruppo simile a quelli di genti liguri presenti nell’Appennino emiliano.
During routine surveillance work by the archaeological superintendence in Casale di Roncoferraro, province of Mantua, a second and first century BC burial ground was discovered. Thirteen cremations and five inhumations were recorded. Though still lacking the data from the ongoing anthropological analysis, it is clear that the five inhumations were children, while the adults, both male and female, had been cremated. The richness of the grave goods is characteristic of both a Celtic and Ligurian culture. The funerary ritual also indicates a strong Ligurian influence, since the women had been cremated, whereas on Gallic Cenomani burial grounds during the period of the Romanisation, women and children tended to be buried. It is probable that the burial ground belongs to a
group similar to other Ligurian groups present in the Emilian Apennines
federiCa fontana, antonio guerreSChi, Stefano bertoLa, maria giovanna Cremona, fabio CavuLLi, Lau... more federiCa fontana, antonio guerreSChi, Stefano bertoLa, maria giovanna Cremona, fabio CavuLLi, Laura faLCeri, aLeSSia gajardo, CyriL montoya, matar ndiaye, davide vi-Sentin, I livelli più antichi della serie epigravettiana "interna" di Riparo Tagliente: sfruttamento delle risorse litiche e sistemi tecnici matteo romandini, Stefano bertoLa, niCoLa nannini, Nuovi dati sul Pa leo litico dei Colli Berici: risultati preliminari dello studio archeozoologico e delle materie prime litiche della Grotta del Buso Doppio del Broion (Lumignano, Longare, Vicenza) roSSeLLa duCheS, miCheLe baSSetti, eLiSabetta fLor, KLauS KompatSCher, maria hrozny KompatSCher, Stefano neri, giampaoLo daLmeri, Trasformazione della mobilità epigravettiana durante il Dryas recente: nuove informazioni dalle ricerche in territorio trentino federiCa fontana, franCeSCo vaLLetta, urSuLa thun hohenStein, Stefano bertoLa, antonio guerreSChi, gabrieLLa petruCCi, Sara zanini, maria Chiara turrini, Il sito
Questo contributo vuole rappresentare un primo passo nell'opera di stesura di una completa storia... more Questo contributo vuole rappresentare un primo passo nell'opera di stesura di una completa storia riguardante lo sviluppo della città di Mantova che l'Accademia Nazionale Virgiliana ha in animo di editare a cura della scrivente. Il lavoro di raccolta dati, necessario per l'elaborazione di questo lavoro come di quello previsto in futuro, ha avuto inizio nel 2000. La schedatura dei dati è avvenuta con la collaborazione di Cristina Ambrosini, Marco Minoja e Giovanna Ziliani. Mi è gradito ringraziare Silvana Attene, Daniela Castagna, Chiara Gradella, Enrico Pajello, Giampaolo Rodighiero al cui lavoro, non solo di scavo, e alla stesura delle loro accurate relazioni finali questo mio articolo deve tanto, ma soprattutto li ringrazio per il proficuo scambio di idee e per le discussioni sullo scavo, a volte vivaci, che hanno fatto crescere tutti noi. Mi è necessario ricordare i lavori fondamentali del Marani e della Tamassia, che per primi affrontarono questo problema, e devo segnalare l'opera di Giovanna Vigna, che nella sua ottima tesi ha colto l'essenza del problema della città romana. 1 L'area è quella ove sorgeva l'hotel Dante. 2 Menotti, Pau, Tirabassi 2012. Nel 2006 la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, intervenne in un cantiere del Comparto 2/1 di Fiera Catena, posto nell'angolo nord-est fra via Gradaro e via P. Mazzolari. L'intervento, che ha interessato un'area di 3724 m², ha interessato tre diverse fasi edilizie rinascimentali sovrapposte. Nel terreno di base, sul quale insistevano le tre fasi, sono state rinvenute e scavate alcune piccole fosse e numerosi depositi sabbiosolimosi neri, contenenti ceramiche di cronologia eterogenea, comprese fra l'età del Bronzo e l'Alto Medioevo. Alcune di queste fosse e depositi hanno restituito reperti dell'età del bronzo. Pochi reperti stavano all'interno di uno strato sabbioso-limoso rosso, posto alla base di tutta la stratigrafia, il quale poggiava sulla sabbia sterile della paleospiaggia del lago.
LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, May 2, 2022
Le scoperte archeologiche occorse a Mantova negli annui duemila hanno portato all'individuazione ... more Le scoperte archeologiche occorse a Mantova negli annui duemila hanno portato all'individuazione di elementi che, a partire dall'età arcaica, definiscono un'area sacra. Tre graffiti vascolari hanno dediche alle divinità femminili Vei e Zipni. Vei corrisponde per taluni aspetti a Demetra e per altri a Kore ed il suo culto era diffuso in molti siti dell'Etruria centro meridionale e a Mantova, Felsina, Marzabotto, Servirola di San Polo d'Enza e Parma. Il suo partner, Dis Pater noto anche come Mantus, era la divinità più importante della dodecapoli padana. La presenza di un culto di Vei in Mantova può essere prova della presenza del culto di Dis Pater/Mantus. Alcuni dati paleografici e onomastici graffiti su supporti vascolari indicano la presenza di devoti di lingua celtica.
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Papers by Elena Maria Menotti
Nell’età del ferro nel Mantovano sono presenti necropoli che presentano elementi etruschi e veneti, alcune delle quali hanno restituito armi. Nella necropoli etrusca di Bagnolo San Vito località Ca’ Rossina, proviene un coltello in ferro, di cui si conserva il fodero, posto a corredo della deposizione di un incinerato.
Da una sepoltura a inumazione della necropoli veneta di San Giorgio di Mantova località Valdaro proviene una punta di lancia in ferro. Un’ulteriore presenza di arma è indiziata a Valdaro, da una sepoltura a incinerazione, che presenta una catena di ferro forse identificabile come elemento di sospensione per spada. Nel complesso l’ideologia funeraria attestata in area mantovana, sia nelle fasi del Bronzo Finale, sia successivamente in ambito etrusco e veneto, non presenta elementi difensivi o offensivi dell’armamento come particolarmente identificativi di genere e di ruolo, contrariamente a quello che si verifica, in quest’area, nelle necropoli celtiche.
In the Mantua district the evidence of weapons in funerary contexts is quite rare, both during the Final Bronze Age and the Iron Age. As regards the Final Bronze Age, Fontanella (Casalmromano), the only necropolis known for this area does not present weapons like swords or spears, but the presence of knives, both in the grave No. VII and among the sporadic finds of the necropolis, indicates the possible presence of warriors. Similar knives in nearby necropolis, in association with swords or spears, especially in the Veneto area, indicate the possible use of the knife as part of the warrior armament.
As regards the Iron Age, a knife in the necropolis of Bagnolo Ca’ Rossina and a spear in a grave of the necropolis of Valdaro were found. On the whole, the funerary ideology of the Mantua area, for a long chronological span, during the final Bronze Age and the Iron Age, did not include defensive or offensive elements of the armaments as particularly indicative elements of role and gender, as opposed to what is common in the same area for the Celtic necropolis.
This contribution introduces a review of Final bronze Age ornaments from the Mantua area, on the basis of the published record and of the on-going studies.
The provenience of this artefacts is both from settlement and funerary contexts, with some sporadic finds from the territory. They represent functional objects but could have had also a symbolic significance. The most frequent ornament finds in the Final Bronze Age are represented by dress-pins, fibulae, bracelets, necklaces elements, pendants and circular decorated bone ornaments.
The sites of provenience are the cemetery of Fontanella Mantovana, Casalmoro and Sacca di Goito
Sicuramente i tanti elementi utilizzati anche nella pittura.
Ma anche le tante tracce lasciate nella campagna padana.
floors, decorated with geometrical patterns. The most important is a lacunar floor brought to light in Ac
cademia street. A grid pattern of simple guilloche forms the lacunar which has four different geometrical
patterns; other lacunar floors occur in Mantua and in many Roman mosaic paviments of the Cisalpina.
The mosaic dates back to the end of the 1st century AD – 2nd century AD
Accademia street. A grid pattern of simple guilloche forms the lacunar which has four different geometrical patterns; other lacunar floors occur in Mantua and in many Roman mosaic paviments of the Cisalpina.
The mosaic dates back to the end of the 1st century AD – 2nd century AD
During routine surveillance work by the archaeological superintendence in Casale di Roncoferraro, province of Mantua, a second and first century BC burial ground was discovered. Thirteen cremations and five inhumations were recorded. Though still lacking the data from the ongoing anthropological analysis, it is clear that the five inhumations were children, while the adults, both male and female, had been cremated. The richness of the grave goods is characteristic of both a Celtic and Ligurian culture. The funerary ritual also indicates a strong Ligurian influence, since the women had been cremated, whereas on Gallic Cenomani burial grounds during the period of the Romanisation, women and children tended to be buried. It is probable that the burial ground belongs to a
group similar to other Ligurian groups present in the Emilian Apennines
Nell’età del ferro nel Mantovano sono presenti necropoli che presentano elementi etruschi e veneti, alcune delle quali hanno restituito armi. Nella necropoli etrusca di Bagnolo San Vito località Ca’ Rossina, proviene un coltello in ferro, di cui si conserva il fodero, posto a corredo della deposizione di un incinerato.
Da una sepoltura a inumazione della necropoli veneta di San Giorgio di Mantova località Valdaro proviene una punta di lancia in ferro. Un’ulteriore presenza di arma è indiziata a Valdaro, da una sepoltura a incinerazione, che presenta una catena di ferro forse identificabile come elemento di sospensione per spada. Nel complesso l’ideologia funeraria attestata in area mantovana, sia nelle fasi del Bronzo Finale, sia successivamente in ambito etrusco e veneto, non presenta elementi difensivi o offensivi dell’armamento come particolarmente identificativi di genere e di ruolo, contrariamente a quello che si verifica, in quest’area, nelle necropoli celtiche.
In the Mantua district the evidence of weapons in funerary contexts is quite rare, both during the Final Bronze Age and the Iron Age. As regards the Final Bronze Age, Fontanella (Casalmromano), the only necropolis known for this area does not present weapons like swords or spears, but the presence of knives, both in the grave No. VII and among the sporadic finds of the necropolis, indicates the possible presence of warriors. Similar knives in nearby necropolis, in association with swords or spears, especially in the Veneto area, indicate the possible use of the knife as part of the warrior armament.
As regards the Iron Age, a knife in the necropolis of Bagnolo Ca’ Rossina and a spear in a grave of the necropolis of Valdaro were found. On the whole, the funerary ideology of the Mantua area, for a long chronological span, during the final Bronze Age and the Iron Age, did not include defensive or offensive elements of the armaments as particularly indicative elements of role and gender, as opposed to what is common in the same area for the Celtic necropolis.
This contribution introduces a review of Final bronze Age ornaments from the Mantua area, on the basis of the published record and of the on-going studies.
The provenience of this artefacts is both from settlement and funerary contexts, with some sporadic finds from the territory. They represent functional objects but could have had also a symbolic significance. The most frequent ornament finds in the Final Bronze Age are represented by dress-pins, fibulae, bracelets, necklaces elements, pendants and circular decorated bone ornaments.
The sites of provenience are the cemetery of Fontanella Mantovana, Casalmoro and Sacca di Goito
Sicuramente i tanti elementi utilizzati anche nella pittura.
Ma anche le tante tracce lasciate nella campagna padana.
floors, decorated with geometrical patterns. The most important is a lacunar floor brought to light in Ac
cademia street. A grid pattern of simple guilloche forms the lacunar which has four different geometrical
patterns; other lacunar floors occur in Mantua and in many Roman mosaic paviments of the Cisalpina.
The mosaic dates back to the end of the 1st century AD – 2nd century AD
Accademia street. A grid pattern of simple guilloche forms the lacunar which has four different geometrical patterns; other lacunar floors occur in Mantua and in many Roman mosaic paviments of the Cisalpina.
The mosaic dates back to the end of the 1st century AD – 2nd century AD
During routine surveillance work by the archaeological superintendence in Casale di Roncoferraro, province of Mantua, a second and first century BC burial ground was discovered. Thirteen cremations and five inhumations were recorded. Though still lacking the data from the ongoing anthropological analysis, it is clear that the five inhumations were children, while the adults, both male and female, had been cremated. The richness of the grave goods is characteristic of both a Celtic and Ligurian culture. The funerary ritual also indicates a strong Ligurian influence, since the women had been cremated, whereas on Gallic Cenomani burial grounds during the period of the Romanisation, women and children tended to be buried. It is probable that the burial ground belongs to a
group similar to other Ligurian groups present in the Emilian Apennines
d’Austria che in Lombardia, fra il 1768 e il 1786,
diede vita in due importanti città, come Mantova
e Milano, a istituzioni aperte agli studi
socialmente utili, quali furono le accademie. Nel
1768, infatti, è istituita a Mantova la Reale
Accademia di Scienze e Belle Lettere, l’attuale
Accademia Nazionale Virgiliana, cui farà seguito
nel 1776 a Milano l’Accademia di Brera.
A fianco delle due Accademie furono istituite le due importanti biblioteche.
A queste realtà e alla cultura di quel tempo sono dedicati i contributi