San Giorgio

martire cristiano, venerato come santo del IV secolo
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San Giorgio (in greco antico: Γεώργιος?, Georgios; in siriaco ܓܝܘܪܓܝܣ, Giwargis; in latino Georgius) (Cappadocia, 275-285Nicomedia, 23 aprile 303) è stato un militare romano secondo una consolidata e diffusa tradizione, un martire cristiano, venerato come santo megalomartire (Hàghios Geòrgios ho Megalomàrtys, Ἅγιος Γεώργιος ὁ Μεγαλομάρτυς) da quasi tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi.[1]

San Giorgio
San Giorgio di Carlo Crivelli (1472)
 

Militare e martire

 
NascitaCappadocia, 275-285
MorteNicomedia, 23 aprile 303
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza23 aprile
14 agosto
23 novembre (in Georgia)
AttributiDrago, Armatura, palma, stendardo costituito da una croce rossa in campo bianco.
Patrono diArcieri, cavalieri, soldati, combattenti, Guardia particolare giurata, movimento scout, Esploratori/Guide; Canada, Catalogna, Etiopia, Georgia, Inghilterra, Lituania, Malta, Portogallo, Repubblica di Genova, numerose località (vedi Patronati); invocato contro malattie della pelle, peste e malattie veneree.
Giorgio
NascitaCappadocia, 275-285
MorteNicomedia, 23 aprile 303
EtniaIlliro
ReligioneCristianesimo
Dati militari
Paese servitoImpero romano
Forza armataEsercito romano
CorpoComitatensi
SpecialitàPalatini
UnitàLegio palatina
GradoCenturione
ComandantiDiocleziano
GuerreCrisi del III secolo
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Morì prima di Costantino I, probabilmente sotto le mura di Nicomedia (oppure a Lidda), secondo alcune fonti nel 303.

Il suo culto è molto diffuso ed è antichissimo, risalendo almeno al IV secolo.

Agiografia

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Raffaello, San Giorgio e il drago (1505; Washington, National Gallery of Art).
 
La tomba di San Giorgio a Lidda.

In mancanza di notizie biografiche certe su san Giorgio, le principali informazioni provengono dalla Passio sancti Georgii, che però già il Decretum Gelasianum del 496 classificava tra le opere apocrife. Secondo questa fonte, Giorgio era originario della Cappadocia (regione dell'odierna Turchia), figlio di Geronzio, persiano, e Policromia, cappadoce, nato verso l'anno 280. I genitori lo educarono alla religione cristiana. Trasferitosi in Palestina, si arruolò nell'esercito dell'imperatore Diocleziano, comportandosi da valoroso soldato, fino al punto di giungere a far parte della guardia del corpo dello stesso Diocleziano, divenendo ufficiale delle milizie e forse suo successore.

Il martirio sarebbe avvenuto sotto Diocleziano stesso (che però in molte versioni è sostituito da Daciano, imperatore dei Persiani), il quale avrebbe convocato settantadue re per decidere quali misure prendere contro i cristiani per sterminarli.

Giorgio donò ai poveri tutti i suoi averi e, davanti alla corte, si confessò cristiano; all'invito dell'imperatore di sacrificare agli dei, si rifiutò: secondo la leggenda, venne battuto, sospeso, lacerato e gettato in carcere, dove ebbe una visione di Dio che gli predisse sei anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione.

Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, Giorgio resuscitò, operando la conversione del magister militum Anatolio con tutti i suoi soldati, che vennero uccisi a fil di spada; entrò in un tempio pagano e con un soffio abbatté gli idoli di pietra; convertì l'imperatrice Alessandra, che venne martirizzata.

A richiesta del re Tranquillino, Giorgio risuscitò due persone morte da quattrocentosessant'anni, le battezzò e le fece sparire. L'imperatore Diocleziano lo condannò nuovamente a morte e il santo, prima di essere decapitato, implorò Dio che l'imperatore e i settantadue re fossero inceneriti; dopo la sua preghiera, Giorgio si lasciò decapitare, promettendo protezione a chi avesse onorato le sue reliquie, le quali sono conservate in una cripta sotto la chiesa cristiana (di rito greco-ortodosso) a Lidda, nello stato di Israele.[senza fonte]

La festa liturgica si celebra il 23 aprile. La sua memoria è celebrata in questo giorno anche nei riti siro e bizantino. Invece in Georgia, Paese che prende nome da lui, viene festeggiato il 23 novembre. Egli viene considerato, almeno dal IV secolo, martire di Cristo da quasi tutte le chiese che ammettono il culto dei santi.

Nel 1969 la Chiesa cattolica declassò il santo nella liturgia a una memoria facoltativa,[2] ma la devozione dei fedeli è continuata.

Secondo vari studiosi, san Giorgio e san Michele sono eredi dell'immagine dell'eroe radioso che uccide un drago, parte della fase solare del mito della creazione, il cui archetipo fu il dio babilonese Marduk.[3]

Nella Legenda Aurea

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Si narra che in una città chiamata Silena,[4] in Libia, vi fosse un grande stagno, tale da poter nascondere un drago, che, avvicinandosi alla città, uccideva con il fiato tutte le persone che incontrava. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno ma, quando queste cominciarono a scarseggiare, furono costretti a offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte.
Un giorno fu estratta la giovane figlia del re. Il re, terrorizzato, offrì il suo patrimonio e metà del regno per salvarle la vita, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane si avviò verso il lago per essere offerta al drago.
In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale, saputo dell'imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo intervento per evitarle la brutale morte. Poi disse alla principessa di non aver timore, che l'avrebbe aiutata nel nome di Cristo. Quando il drago si avvicinò, Giorgio salì a cavallo e protettosi con la croce e raccomandandosi al Signore, con grande audacia affrontò il drago che gli veniva incontro, ferendolo gravemente con la lancia e lo gettò a terra, disse quindi alla ragazza[4] di avvolgere la sua cintura al collo del drago, il quale prese a seguirla docilmente verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li tranquillizzò, dicendo loro di non aver timore poiché «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la popolazione si convertirono e il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città, trascinato da quattro paia di buoi.

 
Gustave Moreau, San Giorgio e il drago (1889/90; Londra, National Gallery).
 
San Giorgio (1933) di Orlando Dutton.

Questa leggenda era sorta al tempo delle Crociate e, probabilmente, fu influenzata da una falsa interpretazione di un'immagine dell'imperatore Costantino, trovata a Costantinopoli, in cui il sovrano schiacciava col piede un enorme drago, simbolo del «nemico del genere umano». La fantasia popolare vi ricamò sopra e il racconto, passando per l'Egitto, dove san Giorgio ebbe dedicate molte chiese e monasteri, divenne una leggenda affascinante, spesso ripresa nell'iconografia. San Giorgio tuttavia non è l'unico personaggio che uccide un drago: anche ad altri santi le leggende riconoscono simili imprese; è facile confondere san Giorgio con san Demetrio o san Teodoro. Questa leggenda riecheggia la vicenda di san Siro, vescovo di Genova che sconfisse un mostro chiamato basilisco, sorta di gallo con le ali di pipistrello e la coda di serpente: il mostro avvelenava con il suo fiato tutto ciò che incontrava e pietrificava con il suo sguardo chiunque lo guardasse negli occhi ma Siro riuscì ad ammansirlo e a condurlo docilmente fuori dalle mura della città ordinandogli di scomparire per sempre. Nell'iconografia, San Giorgio spesso compare con l'epiteto "O Τροπαιοφόρος" (tropeoforo, "il vittorioso").

Nel Medioevo la lotta di san Giorgio contro il drago divenne il simbolo della lotta del bene contro il male e, per questo, il mondo della cavalleria vi vide incarnati i suoi ideali. La leggenda del soldato vincitore del drago contribuì al diffondersi del suo culto, che divenne popolarissimo in Occidente e in tutto l'Oriente bizantino, ov'egli è per eccellenza il «grande martire» e il «trionfatore». Rapidamente divenne un santo tra i più venerati in ogni parte del mondo cristiano. Vari Ordini cavallereschi portano oggi il suo nome e i suoi simboli: l'Ordine della Giarrettiera, l'Ordine teutonico, l'Ordine Militare di Calatrava, il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione e molti altri.

Reliquie

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Grande venerazione riscosse il sepolcro del martire; le sue reliquie furono trasferite, probabilmente durante l'invasione persiana all'inizio del VII secolo o poco dopo, all'arrivo dei musulmani in Palestina.

La popolarità del santo nel Medioevo è testimoniata dalla presenza del suo corpo in almeno una trentina di chiese, in Francia, Spagna, Germania, Italia e Paesi Bassi; la sua testa è oggi esposta a Venezia, Praga, Costantinopoli e Lidda, mentre tre delle braccia esistenti del santo si trovano a Roma, Parigi e Conques.[Nota 1] Nella chiesa di San Giorgio in Lemine ad Almenno San Salvatore (BG) è esposta, appesa al soffitto, una costola del drago ucciso da San Giorgio.[5][6]

A Roma, Belisario (ca. 527) affidò alla protezione del santo la porta di san Sebastiano e la chiesa del Velabro, dove venne poi trasferito il cranio di san Giorgio, trovato in Cappadocia da papa Zaccaria (744752).

Una frazione del cranio di san Giorgio è custodita presso la chiesa di San Giorgio Martire in Oriolo (CS). Nella chiesa Matrice di Matino, intitolata a San Giorgio, è conservato un pezzo dello stinco del santo.

Il nome di san Giorgio era invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra e la sifilide e, nei paesi slavi, contro le streghe.[Nota 2]

Dal 1996, dietro autorizzazione ecclesiastica, san Giorgio è il santo protettore delle "Guardie Particolari Giurate".

Edifici religiosi

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Numerosi sono gli edifici religiosi dedicati a San Giorgio nel mondo.

In araldica

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale di San Giorgio.

In araldica San Giorgio è molto diffuso, la raffigurazione di egli in sella al cavallo che trafigge il drago è presente in molteplici stemmi civici italiani, ma anche la Georgia e Mosca raffigurano San Giorgio nel proprio stemma.

Patronati

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In Italia

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In Italia il culto per san Giorgio è assai diffuso e le città e i comuni di cui è patrono sono più di cento, dei quali uno capoluogo di regione (Campobasso) e tre capoluoghi di provincia (Ferrara, Ragusa e Reggio Calabria); inoltre si contano ben ventun comuni che portano il suo nome.[Nota 3]

La sua croce rossa in campo bianco era originariamente vessillo della Repubblica di Genova e quindi fu proclamato protettore della città di Genova (mentre il patrono è San Giovanni Battista); venne in seguito adottata da molte altre città, tra cui Milano e Bologna. Il simbolo venne adottato dai crociati dopo la presa di Gerusalemme del 1099 e poi si diffuse in tutta Europa. La sua "utilità", inoltre, venne colta dal re d'Inghilterra nel XII secolo quando Londra chiese di poter utilizzare la bandiera crociata nel Mediterraneo, in modo da poter godere della protezione della flotta genovese. Per questo privilegio il monarca inglese corrispondeva al Doge della Repubblica di Genova un tributo annuale.

Papa Pio XII, con bolla papale del 1937, elesse San Giorgio martire come protettore della Cavalleria Militare e Civile dello Stato Italiano (Sanctus Georgius Equitum Patronus) quale riferimento e fonte d'ispirazione agli ideali dell'altruismo e della solidarietà.[7][8] Nella "preghiera del Cavaliere" (Esercito Italiano) è detto infatti: «Signore Iddio [...] Tra coloro che hanno servito le istituzioni, hai scelto San Giorgio, per dare testimonianza di amore al dovere e al sacrificio, a difesa della fede, della Patria e dei deboli. Dona a noi, cavalieri, di imitarne le virtú". E ancora: "Fa che sull'esempio del nostro Patrono, senza timore, ma con nobile fierezza, professiamo sempre e dovunque la nostra fede; e che, fedeli al giuramento, buttando il cuore oltre le difficoltà e i pericoli, all'ombra dello Stendardo, serviamo in umiltà di mente e di cuore, la nostra Patria».

Negli altri Stati

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San Giorgio è patrono dell'Inghilterra,[Nota 4] del Portogallo, della Lituania, del Montenegro, della Georgia e dell'Etiopia.

Il santo, assieme a san Paolo apostolo, è compatrono di Malta, mentre è il patrono principale dell'isola di Gozo, il cui capoluogo, Victoria, ospita la chiesa protoparrocchiale di San Giorgio, edificata nel XVII secolo, dal 1958 basilica minore pontificia. La sua festa patronale esterna ricorre la terza domenica di luglio, con apparati solenni e un notevole concorso popolare, a testimonianza della sentita devozione dei gozitani verso il martire di Cappadocia.[9] San Giorgio è anche il santo titolare di una fra le più importanti e antiche parrocchie maltesi, Qormi, la cui comunità lo festeggia solennemente l'ultima domenica di giugno.

In Serbia San Giorgio è uno dei due santi patroni (l'altro è san Sava).

Il santo è anche posto a protezione della Catalogna e il 23 aprile (in catalano: diada de Sant Jordi) i catalani, con una tradizione che risale probabilmente al secolo XV, festeggiano la giornata degli innamorati, in cui le coppie di amanti, ma anche gli amici, genitori e figli, si regalano delle rose e dei libri. La festa è molto popolare e, dal punto di vista dei catalani, è anche diventata una rivendicazione della loro cultura e valori nazionali. A san Giorgio Antoni Gaudí dedicò la Casa Batlló a Barcellona. La versione catalana della leggenda di Sant Jordi dice che dopo un combattimento feroce tra il cavaliere e il drago, la bestia cadde attraversata dalla spada di ferro e, dal sangue del drago caduto a terra, nacque un rosaio che fioriva ogni mese di aprile. Questa è la spiegazione che la tradizione orale ci dona all'usanza di regalare rose per la giornata di Sant Jordi, il 23 aprile.

Sempre in Spagna, San Giorgio è il patrono dell'Aragona essendo il 23 aprile giorno festivo in tutta la regione.

In Germania sono a lui dedicate molte acque ritenute miracolose. La città tedesca di Friburgo in Brisgovia ha San Giorgio come santo patrono.

Tra gli Slavi di Carinzia il santo assume l'aspetto folcloristico di un rito per ottenere la pioggia (Giorgio verde); tra i Georgiani, invece, viene celebrato il 14 agosto e ha preso il posto di una festa al dio Luno (Giorgio bianco). Altri paesi slavi sostituirono il culto di Jarylo con quello di san Giorgio.

In Istria la leggenda racconta che il santo avrebbe ucciso un drago anche presso la città di Pirano (Piran), nella quale gli è dedicato il duomo e un capitello con dipinto raffigurante l'impresa, vicino alla piazza.

In Croazia san Giorgio è il santo patrono del comune di Đurđevac e del comune di Sveti Đurđ (San Giorgio). San Giorgio è stato il santo patrono della città croata di Sussak (Sušak).[Nota 5]

San Giorgio è inoltre il patrono dei Rom, i quali lo celebrano il 6 maggio con la loro più importante festa, detta in romanè Gurgevdan (pronuncia: Giurgevdan).

Altre località non italiane
 
Uso dell'immagine di San Giorgio in una bandiera usata dall'esercito borgognone durante le guerre borgognone, per la sua rappresentazione come ammazza-draghi viene spesso raffigurato in contesti militari.

Culto e devozione

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Nella provincia di Ferrara il culto è particolarmente diffuso poiché spesso, nella credenza popolare dell'Alto Medioevo, il Po e altri corsi minori venivano considerati la tana di un drago, che san Giorgio avrebbe ucciso salvando gli abitanti. In realtà il drago è stato identificato come metafora della pericolosità delle piene del fiume, che rischiavano di distruggere Ferrara e gli altri centri della zona. A Ferrara le due chiese principali gli sono dedicate. Ad Argenta, invece, è presente la pieve di San Giorgio, addirittura precedente alla nascita della città di Ferrara, a provare l'antichità del culto del santo.

A Marsico Nuovo gli è dedicata l'antica Cattedrale di San Giorgio Martire.

Gli è dedicato il palio di Ferrara, nel quale il premio è appunto il drappo del "santo Zorzo" (san Giorgio nel locale dialetto).

A Gubbio è uno dei tre santi nel cui nome si svolge la festa dei ceri (o "corsa") ogni 15 maggio[Nota 6].

A Siena, in ricordo della battaglia di Montaperti, si celebravano ogni anno a settembre i Giochi di San Giorgio.

A Dalmine in suo onore si svolge la festa del frenulo corto ogni 10 maggio.[Nota 7]

A Sindia (NU) è festeggiato insieme a Sant'Isidoro l'Agricoltore e al santo Arcangelo Raffaele.

A Soriano nel Cimino, a san Giorgio è dedicata un'antica chiesa romanica risalente all'XI secolo e porta il suo nome una delle quattro contrade che partecipano alla "Sagra delle Castagne", una delle più importanti manifestazioni medioevali in Italia. Durante il corteo storico viene rievocata la battaglia del santo contro il drago, con un grande carro allegorico in cui compaiono i protagonisti della vicenda.

A Porto San Giorgio la chiesa principale è dedicata a San Giorgio e inoltre il 23 aprile si festeggia il santo patrono con una fiera e una processione che attraversa la città.

San Giorgio martire è il Santo Patrono di Villaputzu. Si festeggia il 15 maggio con l'uscita del santo in processione su un carro sardo trainato da una coppia di buoi, accompagnato, oltre che dai fedeli, da suonatori di launeddas e da gruppi in costume sardo. Segue la Santa Messa Solenne e successivamente proseguono i festeggiamenti nel sagrato della Chiesa.

Vi è una processione anche a Vieste, in Puglia, una a Ragusa (nell'antico quartiere di Ibla) ed a Modica in provincia di Ragusa ed un'altra a Prizzi ed a Piana degli Albanesi provincia di Palermo, in Sicilia. Viene festeggiato inoltre a Marineo, il 23 aprile.

A Caresana, paesino della provincia di Vercelli, ogni anno l'ultima domenica di aprile si scioglie il voto a san Giorgio con la centenaria Corsa dei Buoi, che consiste nel far correre gli animali per duecento metri, partendo dalla chiesetta del Santo.

A Chieuti, in provincia di Foggia, il 23 aprile si svolge l'annuale corsa dei buoi. Carri trainati da buoi e cavalli vengono fatti gareggiare lungo le strade della città.

A Locorotondo san Giorgio è il Patrono principale, mentre San Rocco è il compatrono. In questo borgo ci sono molti festeggiamenti per san Giorgio e la comunità vanta una bellissima statua lignea.

La sera del 23 aprile di ogni anno vi è una processione con carro trionfale sormontato dal quadro di San Giorgio Martire nel grazioso borgo di Loseto, comune autonomo fino al 1937 e ora quartiere di Bari, dove il santo martire è venerato come santo patrono. Il quadro raffigurante il santo nell'atto di uccidere il drago è conservato sul marmoreo altare della settecentesca Chiesa Matrice di San Giorgio. Vi si venera anche una bella statua del martire cristiano.

A Martone il 23 aprile il santo si venera con la solenne messa e la processione. La 2ª domenica di agosto, al rientro degli emigranti, la festa dura 3 giorni: venerdì, taglio da ntinna (albero della cuccagna); sabato, arzata da ntinna (alzata dell'albero della cuccagna molto caratteristico, alto 26 m.); domenica, processione per le vie del paesino e, alla sera alle 22.00 la discesa: il santo dalla chiesa matrice rientra nella sua chiesetta.

 
San Giorgio megalomartire, illustrazione ispirata alla statua del santo che si conserva a Trentola Ducenta (Caserta).

A Maccarese, frazione di Fiumicino, il culto di San Giorgio è legato all'omonimo castello medievale,[10] e la leggenda, analoga a quella del Santo mediorientale, vede il drago sconfitto nella palude che invadeva la zona umida costiera ad opera di un cavaliere, Giorgione, della casata degli Anguillara. Secondo la leggenda il drago si nascondeva nella vicina zona di Malagrotta, resa poi famosa dalla famigerata discarica di Roma.

A Sorriva, frazione di Sovramonte, dal 1631, ogni anno si venera il Santo con la solenne messa e la processione durante la quale si suonano le campane con il batacchio. Durante i giorni di festa, a turno, tre famiglie preparano la tipica minestra per tutto il paese e per i viandanti come voto per aver liberato il paese dalla peste.

A Piacenza, monsignor Luciano Monari, vescovo della diocesi, si fece promotore verso i vertici ecclesiastici per fare riconoscere San Giorgio martire di Lidda come patrono della Guardie Particolari Giurate. Il Vescovo propose San Giorgio perché in vita svolgeva un lavoro che potrebbe paragonarsi a quello delle GPG.

Patrono degli Scout

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San Giorgio, statua marmorea di Donatello.

San Giorgio è da sempre considerato santo patrono degli Scout e delle Guide. Questo non per le origini inglesi del movimento, bensì per la simbologia a lui legata dei cavalieri e del bene che sconfigge il male.[Nota 8] Nella tradizione italiana la Festa di san Giorgio è il giorno del rinnovo dedicato al rinnovo della promessa, proprio per la vicinanza del cerimoniale della promessa a quello della cavalleria. Nei pressi di questa data spesso vengono organizzate attività intergruppo chiamate Campo San Giorgio, che si svolgono attorno al 23 aprile. Anche nelle associazioni scout non confessionali (come per esempio quella britannica o il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani) il giorno di san Giorgio viene sempre festeggiato, con attività spesso in gemellaggio tra diversi gruppi.

  1. ^ Altre braccia risultano presenti a Varzi (PV), Brindisi, Ferrara; mentre a Roma in San Giorgio al Velabro e ancora a Ferrara sono rispettivamente conservate metà della testa e le ossa del cranio ([1]; [2]; [3]; [4]).
  2. ^ San Giorgio venne utilizzato, proprio per certe sue prerogative, come iconografia anche nella Rivoluzione di Ottobre, ad esempio con Lev Trotsky nei panni del santo o con una Guardia Rossa sempre impersonificante il santo.
  3. ^ Molti pensano, erroneamente, che San Giorgio sia anche il santo patrono di Genova, essendo uno dei suoi simboli storici; in realtà il patrono del capoluogo ligure è San Giovanni Battista.
  4. ^ La quale pagava la Repubblica di Genova per poter battere la bandiera bianca con croce rossa di San Giorgio sulle proprie navi, a protezione dai pirati che non osavano aggredire le navi genovesi. Secondo un articolo apparso sul Daily Mail ( Steve Doughty, Will George be slayed as England's patron saint? | Woman with a $15bn voice in a man's world, su Daily Mail, 2 luglio 2006.) la Chiesa d'Inghilterra avrebbe considerato la possibilità di dichiarare sant'Albano patrono al posto di san Giorgio; il motivo sarebbero le scarse informazioni sulla sua storicità, ma anche la diminuzione della devozione verso la sua figura negli ultimi anni.
  5. ^ Nel 1947, in seguito all'unificazione di Sussak con Fiume, fu stabilito che il santo patrono della neonata città sarebbe stato san Vito, che fino ad allora era stato il Patrono di Fiume.
  6. ^ I santi venerati sono sant'Ubaldo, il santo patrono, san Giorgio e sant'Antonio. Tutti i "ceraioli" che sono protagonisti di questa corsa indossano una divisa formata da un fazzoletto e una fascia rossa, dei pantaloni bianchi e una camicia il cui colore cambia in base al santo scelto (i ceraioli sangiorgiari indossano una casacca blu, colore del mantello di san Giorgio).
  7. ^ I santi venerati sono sant'Ubaldo, il santo patrono, san Giorgio e sant'Antonio. Tutti i "ceraioli" che sono protagonisti di questa corsa indossano una divisa formata da un fazzoletto e una fascia rossa, dei pantaloni bianchi e una camicia il cui colore cambia in base al santo scelto (i ceraioli sangiorgiari indossano una casacca blu, colore del mantello di san Giorgio).
  8. ^ Robert Baden-Powell scrive in "Scautismo per Ragazzi" di aver scelto san Giorgio quale patrono degli scout perché "unico Santo Cavaliere raffigurato a Cavallo".

Riferimenti

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  1. ^ Leonid Uspenskij, Vladimir Losskij, Il senso delle icone, traduzione di Maria Grazia Balzarini, 1ª ed., Milano, Jaca Book, settembre 2007, pp. 128, ISBN 978-88-16-40800-5.
  2. ^ Marco Gallo, Indispensabile o facoltativo? Una prefazione (o un viatico?), in San Giorgio e il Drago: l'indispensabile mito, Roma, Ed. Discendo Agitur, 2023, p. V-XIII.
  3. ^ Robert J. Stewart, I miti della creazione, traduzione di Vittorio Cucchi, Milano, Xenia, 1993, p. 69, ISBN 88-7273-042-2.
  4. ^ a b Jacopo da Varazze, Legenda Aurea, a cura di Alessandro e Lucetta Vitale Brovarone, Torino, Einaudi, 1995, ISBN 88-06-13885-5.
  5. ^ Antonio Lombatti, Il culto delle reliquie, Milano, Sugarco, 2007, pp. 202-203, ISBN 978-88-7198-526-8.
  6. ^ Mauro Orletti, Guida alle reliquie miracolose d'Italia, Macerata, Quodlibet, 2018, pp. 36-40, ISBN 978-88-229-0118-7.
  7. ^ Rodolfo Puletti e Mario Falciani, Caricat! Storia dell'Arma di Cavalleria, 2ª ed., Roma, Rivista di Cavalleria, 2011, SBN IT\ICCU\CFI\0989538.
  8. ^ Omaggio al Megalomartire, in Il Quotidiano, 22 aprile 2007.
  9. ^ St George's Basilica - Gozo, Malta, su stgeorge.org.mt.
  10. ^ Eduardo Ciampi, Mino Freda, Paolo Palliccia e Paolo Velonà, San Giorgio e il Drago (L'indispensabile mito). Storia, Metastoria, Arte e Letteratura, Roma, Discendo Agitur, 2023, ISBN 978-88-96540-48-0.

Bibliografia

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  • Per i più recenti orientamenti storiografici sulla figura del Megalomartire, cfr. Guglielmo De' Giovanni-Centelles (a cura di), San Giorgio e il Mediterraneo. Atti del II Colloquio internazionale per il XVII Centenario (Roma, 28-30 novembre 2003), Città del Vaticano, Edizioni Laceno, 2004, SBN IT\ICCU\CFI\0584843.

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