Plasticità
Plasticità
Plasticità
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Plasticit ed analisi limite
Emilio Turco
Dipartimento Strutture, Universit della Calabria
emilio.turco@unical.it 0984 496911
Corso di aggiornamento in Ingegneria antisismica
Obiettivi
Fornire gli strumenti di base per lanalisi
anelastica delle strutture introducendo gli
strumenti di base della teoria
elastoplastica incrementale, dellanalisi
limite e delladattamento plastico
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Corso di aggiornamento in Ingegneria antisismica
Argomenti
Introduzione
Teoria della plasticit
Analisi limite
Adattamento plastico
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Corso di aggiornamento in Ingegneria antisismica
Approfondimenti
M. J irsek, Z. P. Bazant, Inelastic analysis
of structures, Wiley, 2002
J . C. Simo, T. J . R. Hughes,
Computational inelasticity, Springer, 1998
R. Baldacci, G. Ceradini, E. Giangreco,
Plasticit, Sidrservizi, 1988
Report del Laboratorio di meccanica
computazionale dellUniversit della
Calabria
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www.labmec.unical.it
Corso di aggiornamento in Ingegneria antisismica
Alcuni riferimenti storici
Galileo (1564-1642) il padre della resistenza dei materiali
1773 Coulomb fornisce un criterio di plasticizzazione per terre, Poncelet (1840) e
Rankine (1853) applicano il criterio di Coulomb per determinare la spinta sui muri di
sostegno;
1864 Tresca lavora sullestrusione di metalli e propone come criterio di snervamento
quello della massima tensione tangenziale;
1870 Saint Venant formula lattuale teoria in cui gli assi principali degli incrementi di
deformazione coincidono con gli assi principali di tensione; Levy generalizza la
trattazione in 3D;
1913 Von Mises arriva a risultati simili a quelli di Levy in modo indipendente ed
enuncia il suo criterio di snervamento;
1924 Prandtl estende i risultati di Saint Venant-Levy-Mises ai problemi piani
includendo anche le deformazioni elastiche;
1928 Von Mises introduce il potenziale plastico nella relazione costitutiva;
1930 Reuss generalizza il lavoro di Prandtl in 3D;
1949 Melan e Prager trattano i materiali incrudenti;
1951 Drucker introduce la definizione di materiali stabili;
1953 Koiter chiarisce la slip theory di Batdorf e Budiansky (1949)
1954 Prager propone lidea di incrudimento cinematico
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Corso di aggiornamento in Ingegneria antisismica
Impatto su una trave metallica
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Corso di aggiornamento in Ingegneria antisismica
Forming
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Corso di aggiornamento in Ingegneria antisismica
Forming di tubi
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Corso di aggiornamento in Ingegneria antisismica
Impatto su un tetto di automobile
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Corso di aggiornamento in Ingegneria antisismica
Ordine degli Ingegneri della provincia di Cosenza
Corso di aggiornamento in
Ingegneria antisismica
PLASTICIT
`
A ED ANALISI LIMITE
23 APRILE 2004
Emilio Turco
Universit`a della Calabria
1. Introduzione
Il comportamento delle strutture `e essenzialmente nonlineare
Concetti quali collasso o sicurezza non sono inquadrabili nellambito di
un rapporto di proporzionalit`a tra cause ed eetti
I procedimenti usuali basati su soluzioni elastiche e veriche alle tensioni
ammissibili hanno solo base convenzionale
La potenza di calcolo degli attuali calcolatori a basso costo rende possibile
un uso generalizzato di procedimenti di verica basati su analisi di tipo
nonlineare
La nuova normativa italiana sulle costruzioni fa riferimento ad analisi in
campo nonlineare ed i concetti e le procedure dellanalisi non lineare for-
meranno la base delle veriche strutturali
Osservazioni
La non linearit`a del comportamento delle strutture discende sia da aspetti
sici (legame non lineare tra tensioni e deformazioni: plasticit`a) che
geometrici (legame non lineare tra deformazioni e spostamenti: instabilit`a).
2/75
2. Il legame monoassiale sperimentale
La descrizione di una semplice prova eettuate su un materiale duttile in
regime monoassiale consente di descrivere le fasi salienti del comportamento
elastoplastico dei materiali.
3/75
3. Idealizzazione del legame sperimentale
4/75
4. Schemi di modelli costitutivi semplici
5/75
5. Legame elastoplastico incrementale per materiali
perfetti
Il comportamento elastoplastico delle strutture pu`o essere formalizzato in
una teoria, nota come elastoplasticit`a incrementale, ormai consolidata. La
teoria `e basata sui seguenti concetti primitivi:
I materiali presentano una soglia di resistenza
Sono presenti deformazioni irreversibili
Condizione di caricoscarico
6/75
6. Dominio elastico
I materiali presentano una soglia di resistenza. Le tensioni possibili sono cio`e
limitate. Ci` o si formalizza assumendo che, per ogni punto del corpo, la
tensione , appartenga ad un dominio dello spazio delle tensioni, chiamato
dominio elastico del materiale
D
e
:= { : f[] 0}
: tensore delle tensioni
f[] : funzione di snervamento
7/75
7. Decomposizione degli incrementi di deformazione
Sono presenti deformazioni irreversibili. In cicli di carico e scarico la
struttura non recupera completamente la congurazione iniziale. Ci` o si
formalizza separando gli incrementi di deformazione:
=
e
+
p
: incremento di deformazione totale
e
: incremento di deformazione elastica
p
: incremento di deformazione plastica
Soltanto lincremento
e
`e legato elasticamente allincremento di tensione
= C
e
= C (
p
)
8/75
8. Condizione di caricoscarico
Lincremento di deformazione plastica `e non nullo solo se la condizione di
snervamento `e soddisfatta con il segno di uguaglianza
p
= 0 f[] = 0
p
= 0 f[] < 0
9/75
9. Osservazioni
Il problema `e retto da equazioni (equilibrio, compatibilit`a cinematica e
legame elastico) e da disequazioni (ammissibilit`a plastica)
div +
b = 0
n
t = 0
sym( u) = 0
C (
p
) = 0
f[] 0
La presenza di deformazioni residue implica che lo stato di tensione e defor-
mazione presente nel corpo a seguito dellapplicazione di un carico dipenda
non solo dallentit`a nale del carico ma anche dalle modalit`a di applicazione
Il legame costitutivo `e espresso in modo incrementale, ci` o permette di
trattare facilmente il dierente comportamento in fase di carico e scarico
Le equazioni descritte non consentono di risolvere il problema. E necessario
denire in maniera univoca le componenti di deformazione plastica
10/75
10. Postulato di Drucker
Il Postulato di Drucker consente di denire in maniera matematicamente
elegante il comportamento del materiale. Il postulato pu`o essere enunciato
nel modo seguente
Si supponga di applicare alla struttura e successivamente di rimuo-
vere un sistema di forze addizionali. Tale processo `e cos` caratter-
izzato:
(1) durante la fase di carico, le forze addizionali compiono lavoro
nonnegativo;
(2) durante il ciclo di carico e scarico, il lavoro complessivo delle
forze addizionali `e ancora nonnegativo.
11/75
11. Conseguenze del postulato di Drucker
Si consideri un ciclo di carico e scarico che porti la tensione da un punto
qualsiasi
)
p
0
Due sono le conseguenze fondamentali di tale diseguaglianza
Il dominio elastico `e convesso
Lincremento di deformazione plastica
p
deve essere ortogonale alla fron-
tiera di D
e
, frontiera denita dalla funzione di snervamento f[]
p
=
f
12/75
12. Dimostrazione grafica delle conseguenze del postulato
di Drucker
13/75
13. Osservazioni
Equivalente al postulato di Drucker `e il principio della massima dissi-
pazione plastica
Sia
p
un incremento di deformazione plastica assegnata. Fra
tutti gli stati tensionali plasticamente ammissibili
, il lavoro
p
`e massimizzato dalla eettiva soluzione elastoplastica
p
= max
p
)
Il legame costitutivo incrementale `e retto quindi da
= C(
p
)
p
=
f
0, f[] 0, f[] = 0
A tali relazioni `e possibile anche aggiungere la seguente condizione di con-
sistenza che formalizza, in fase plastica, la permanenza della tensione sulla
superce di snervamento
f = 0
14/75
14. Elastoplasticit
`
a incrementale: riepilogo
Sia un punto tensione plasticamente ammissibile e sia
hk
un incremento
di deformazione totale assegnato, sono allora possibili i seguenti casi
f[] < 0
ij
=
e
ij
= C
ijhk
hk
f[] = 0
ij
e
ij
< 0, scarico
ij
=
e
ij
= C
ijhk
hk
ij
e
ij
> 0, carico
ij
=
C
ijhk
hk
ij
e
ij
= 0, carico neutro
ij
=
C
ijhk
hk
oppure
ij
=
e
ij
= C
ijhk
hk
15/75
15. Rappresentazione grafica nel dominio delle tensioni
16/75
16. Materiali metallici: legame di von Mises
Il legame costitutivo per materiali metallici di von Mises rappresenta un
classico legame valido per materiali a comportamento isotropo
La condizione di isotropia viene in genere formulata mediante una funzione
di snervamento dipendente da alcuni invarianti del tensore delle tensioni.
Una scelta tipica `e la seguente
f[I
1
, J
2
, J
3
] = 0
dove I
1
`e la traccia del tensore delle tensioni
I
1
=
kk
=
11
+
22
+
33
e J
2
e J
3
sono gli invarianti del 2
e del 3
kk
3
ij
)(
ij
kk
3
ij
) =
=
1
6
_
(
11
22
)
2
+ (
22
33
)
2
+ (
33
11
)
2
_
+
2
12
+
2
23
+
2
31
J
3
= det(s)
17/75
17. Materiali metallici: legame di von Mises
Nel caso dei metalli la deformazione plastica avviene essenzialmente per
scorrimento lungo i piani cristallograci, pertanto `e un processo che avviene
a volume costante. La condizione di snervamento di von Mises dipende
quindi solo dalla parte deviatorica della tensione ed `e espressa dalla re-
lazione
f[J
2
] :=
_
J
2
3
= 0
dove
y
`e la tensione monoassiale di snervamento.
Nello spazio delle tensioni deviatoriche la superce di von Mises `e una
ipersfera. Nello spazio delle tensioni principali `e un cilindro il cui asse
coincide con la retta lungo la quale le tensioni principali sono uguali, asse
idrostatico.
18/75
18. Legame di von Mises per stati piani di deformazione
Nel caso di deformazione piana valgono le relazioni
13
=
23
= 0
33
=
1
2
(
11
+
22
)
che consentono di semplicare lespressione dellinvariante J
2
nel modo
seguente
J
2
=
_
11
22
2
_
2
+
2
12
pertanto
f[J
2
] :=
s
2
+
2
3
0, s =
11
22
2
, =
12
che mostrano come nel piano (s, ) la superce di snervamento sia un cerchio
di raggio
y
3
.
19/75
19. Legame di von Mises per stati piani di tensione
Nel caso di tensione piana valgono le relazioni
13
=
23
=
33
= 0
Il secondo invariante delle tensioni assume la seguente espressione
J
2
=
2
11
+
2
22
11
22
3
+
2
12
e quindi la condizione di snervamento si esplicita nel modo seguente
f[J
2
] :=
_
2
11
+
2
22
11
22
+ 3
2
12
y
0
20/75
20. Rappresentazione grafica nel piano delle tensioni
principali
f[J
2
] :=
_
2
I
+
2
II
II
y
0
21/75
21. Il problema dellanalisi limite
Data una struttura soggetta a carichi crescenti in modo proporzionale
b e t, determinare il massimo valore raggiungibile dal moltipli-
catore .
Limportanza tecnica del problema `e evidente: se b e t sono i carichi
nominali di esercizio, determinare
max
corrisponde a valutare il coeciente
di sicurezza al collasso della struttura.
Il problema ha senso se la funzione f[] rimane costante (elastoplasticit`a
perfetta) o ha un inviluppo limitato.
La presenza di zone plastiche isolate (circondate da zone elastiche che ne
limitano la possibile deformazione) non rappresenta di per se causa di
rischio.
Diverso `e il caso in cui la deformazione plastica incrementale, non pi` u rac-
chiusa da una zona elastica, forma da sola un meccanismo cinematicamente
compatibile.
22/75
22. Condizione di collasso
Data una struttura a comportamento elastico perfettamente plastico, il
raggiungimento della condizione limite pu`o essere denita come uno stato
in cui le forze applicate sono in equilibrio con le forze interne e piccoli
incrementi di spostamento possono vericarsi anche se il carico applicato
rimane costante.
La condizione di collasso della struttura sar`a individuata dalle seguenti
quantit`a
c
c
u
c
c
rispettivamente tensione, deformazione plastica incrementale, spostamento
plastico incrementale e il moltiplicatore dei carichi a collasso.
23/75
23. Tensione staticamente ammissibili
Si dicono stati staticamente ammissibili campi di tensioni
s
equilibrati
e che non violano la condizione di ammissibilit`a plastica in nessun punto
della struttura
Il moltiplicatore dei carichi associato
s
si chiama moltiplicatore statica-
mente ammissibile
Le equazioni per il calcolo di
s
sono le seguenti:
div
s
+
s
b = 0
s
n
s
t = 0
f[
s
] 0
24/75
24. Incrementi di deformazioni cinematicamente compatibili
Si dicono stati cinematicamente compatibili, meccanismi di collasso plastico
( u
k
,
k
) per il quale il lavoro esterno `e positivo.
Il moltiplicatore dei carichi associato
k
si chiama moltiplicatore cinemati-
camente compatibile.
Le equazioni per il calcolo di
k
sono le seguenti:
k
sym( u
k
) = 0
_
T
k
k
=
_
k
b
T
u
k
+
_
k
t
T
u
k
dove
k
`e il campo di tensione associato a
k
mediante la condizione di
normalit`a alla superce di snervamento.
25/75
25. Teorema statico dellanalisi limite
Sia
s
un campo generico di tensioni staticamente ammissibili e sia ( u
c
,
c
)
il meccanismo di collasso della struttura.
Lapplicazione del principio dei lavori virtuali fornisce:
_
T
s
c
=
_
s
b
T
u
c
+
_
s
t
T
u
c
Anche per la condizione di collasso `e possibile scrivere una relazione analoga
_
T
c
c
=
_
c
b
T
u
c
+
_
c
t
T
u
c
Per dierenza si ottiene
_
(
c
s
)
T
c
= (
c
s
)
__
b
T
u
c
+
_
t
T
u
c
_
Per il postulato di Drucker il primo membro `e certamente non negativo,
cos` come il lavoro dei carichi sul meccanismo di collasso, pertanto si ottiene
c
s
26/75
26. Enunciato del teorema statico dellanalisi limite
Il moltiplicatore di collasso `e il massimo dei moltiplicatori stati-
camente ammissibili
27/75
27. Teorema cinematico dellanalisi limite
Sia ( u
k
,
k
) un meccanismo plastico cinematicamete ammissibile, la con-
dizione di bilancio associata al meccanismo fornisce
_
T
k
k
=
_
k
b
T
u
k
+
_
k
t
T
u
k
Per lo stato di tensione a collasso, equilibrato con i carichi applicati, `e
possibile esprimere il principio dei lavori virtuali nella forma
_
T
c
k
=
_
c
b
T
u
k
+
_
c
t
T
u
k
Per dierenza si ottiene
_
(
k
c
)
T
c
= (
k
c
)
__
b
T
u
c
+
_
t
T
u
c
_
Per il postulato di Drucker il primo membro `e certamente non negativo,
ma anche il lavoro dei carichi `e non negativo, quindi si ottiene
k
c
28/75
28. Enunciato del Teorema cinematico dellanalisi limite
Il moltiplicatore di collasso `e il minimo dei moltiplicatori cine-
maticamente ammissibili
29/75
29. Osservazioni
I teoremi forniscono solo il moltiplicatore di collasso della struttura
Il carico limite `e indipendente dalle condizioni iniziali e dal processo di
carico
Alla luce del teorema statico, il procedimento tradizionale di verica, basato
su soluzioni elastiche e verica alle tensioni ammissibili, acquista un suo
preciso signicato: luso soluzioni equilibrate e plasticamente ammissibili,
fornisce un moltiplicatore che rappresenta una approssimazione per difetto
del moltiplicatore di collasso
Eventuali errori correlati ad una mancanza di informazioni sulle tensioni
iniziali (tensioni presenti nella struttura in corrispondenza a carichi nulli)
risultano irrilevanti a questo ne
30/75
30. Cenno ai metodi di soluzione del problema dellanalisi
limite
Programmazione lineare: si valuta il moltiplicatore di collasso e lo stato si
sollecitazione ultimo
Analisi evolutiva: si ricostruisce per punti la curva carico spostamenti ot-
tenendo in tal modo una informazione completa del comportamento della
struttura (carico di collasso, sollecitazioni e spostamenti allimite elastico
ed ultimi)
Per entrambi i metodi esistono collaudate implementazioni
31/75
31. Esempio di output di un codice per analisi evolutiva
32/75
32. Un esempio
Calcolare il moltiplicatore di collasso per la struttura seguente.
La determinazione del moltiplicatore di collasso usa i teoremi dellanalisi
limite
s
c
k
33/75
33. Moltiplicatore staticamente ammissibile
M = M
0
+ M
1
x
1
+ M
2
x
2
+ M
3
x
3
34/75
34. Diagrammi dei momenti
35/75
35. Legge analitica dei momenti
M
A
= x
1
M
B
=
2
3
x
1
+ x
2
2
3
x
3
M
C
= x
2
M
D
= Fl +
1
3
x
1
+ x
2
+
1
3
x
3
M
E
= x
3
36/75
36. Condizioni di ammissibilit
`
a plastica
M
y
M
A
M
y
M
y
M
B
M
y
M
y
M
C
M
y
M
y
M
D
M
y
M
y
M
E
M
y
37/75
37. Un moltiplicatore statico
=
1
Fl
_
1
3
x
1
+ x
2
+
1
3
x
3
M
D
_
x
1
= M
y
x
2
= M
y
x
3
= M
y
M
D
= M
y
s
=
8
3
M
y
Fl
38/75
38. Il campo dei momenti flettenti corrispondente
M
A
= M
y
M
B
=
1
3
M
y
M
C
= M
y
M
D
= M
y
M
E
= M
y
39/75
39. Moltiplicatore cinematicamente compatibile 1
k
=
L
i
L
e
L
i
= 4M
y
L
e
= Fl
k
= 4
M
y
Fl
40/75
40. Moltiplicatore cinematicamente compatibile 2
L
i
= 4M
y
+ 2(M
y
2)
L
e
= Fl + F2l
k
=
8
3
M
y
Fl
c
=
8
3
M
y
Fl
41/75
41. Adattamento plastico
Le azioni sulle strutture non sono generalmente proporzionali
Ad esempio un caso tipico `e rappresentato dalla combinazione del peso
proprio (azioni sse) e da carichi ciclici (azione del vento)
In tal caso non `e possibile schematizzare le azioni complessive con un carico
che si evolve secondo un solo parametro
In generale si pu`o utilizzare una rappresentazione multiparametrica
f =
p
i=1
f
i
E essenziale conoscere linsieme dei carichi che possono essere sopportati
dalla struttura ovvero costruire il dominio di sicurezza nello spazio delle
azioni (insieme di tutte le combinazioni di carico possibili)
42/75
42. Dominio elastoplastico e dominio di sicurezza
Anch`e una struttura sia sicura nei riguardi del collasso plastico per ogni
meccanismo cinematicamente ammissibile deve risultare
W
ext
< D
int
Tale disuguaglianza pu`o essere utile per costruire il dominio elastoplastico
della struttura il cui contorno prende il nome di supercie limite plastica
In modo analogo si pu`o denire il dominio elastico e la supercie limite
plastica
Il dominio di sicurezza `e distinto da quello elastoplastico poich`e nel caso
considerato (carichi non proporzionali) non sono in generale coincidenti
43/75
43. Dominio elastoplastico per una struttura reticolare
Si consideri la semplice struttura reticolare seguente e si determini il dominio
elastoplastico per carichi F
x
ed F
z
indipendenti nel caso in cui lo sforzo
normale plastico S
0
sia lo stesso per tutte le aste
44/75
44. Meccanismi di collasso
Esistono tre possibili meccanismi di collasso, il primo `e caratterizzato da
e
3
= 0.8 u + 0.6 w = 0 = u = 0.75 w
e
1
= 0.6 u + 0.8 w = 1.25 w
e
2
= w
La struttura `e sicura nei confronti di questo meccanismo se
W
ext
< D
int
ovvero
F
x
u + F
z
w < S
0
| e
1
| + S
0
| e
2
|
(0.75F
x
u + F
z
) w < (1.25S
0
+ S
0
)| w|
che corrisponde, nel piano delle forze, alla striscia
2.25S
0
< 0.75F
x
+ F
z
< 2.25S
0
45/75
45. Dominio elastoplastico per una struttura reticolare
Analogamente per il secondo ed il terzo meccanismo
1.4S
0
< F
x
< 1.4S
0
, 2S
0
< F
x
0.75F
z
< 2S
0
46/75
46. Dominio elastoplastico per un telaio
Si consideri il telaio riportato nella gura e si determini il dominio elasto-
plastico per carichi F
1
ed F
2
nel caso in cui il momento limite M
0
sia lo
stesso per tutte le sezioni
Esistono tre possibili meccanismi di collasso caraterizzati dal parametro
47/75
47. Meccanismi di collasso
Il primo meccanismo `e caratterizzato da
W
ext
= 4F
1
L + 2F
2
L, D
int
= 6M
0
|
|
da cui si trae, per
W
ext
< D
int
3M
0
/L < 2F
1
F
2
< 3M
0
/L
analogamente negli altri due casi
3M
0
/L < F
1
+ F
2
< 3M
0
/L
M
0
/L < F
1
< M
0
/L
48/75
48. Dominio elastoplasico
49/75
49. Carichi ciclici ed adattamento plastico
Dallanalisi precedente si traggono informazioni utili nel caso di carichi
proporzionali
Diversamente accade per carichi ciclici che possono produrre accumuli di
deformazioni plastiche che portano al collasso
Si consideri lesempio della travatura reticolare precedente per il ciclo di
carico seguente: (1) F
x
cresce no a 0.8S
0
, (2) F
z
cresce no a 1.6S
0
, (3)
F
x
`e rimosso e (4) F
z
`e rimosso
Durante il ciclo OABCO i carichi rimangono nel dominio elastoplastico
50/75
50. Analisi evolutiva 1
Per calcolare la soluzione `e necessaria una analisi incrementale i cui ingre-
dienti fondamentali sono
d
(n)
= (K
(n)
)
1
f
(n)
s
(n)
= D
(n)
Bd
(n)
= D
(n)
B(K
(n)
)
1
f
(n)
La D
(n)
dipende dallo stato dellasta e quindi anche la matrice di rigidezza
tangente K
(n)
Si devono considerare i casi seguenti
Risposta elastica
EA
L
_
0.28 0.04
0.04 0.72
_ _
u
w
_
=
_
F
x
F
z
_
_
u
w
_
=
L
EA
_
3.6 0.2
0.2 1.4
_ _
F
x
F
z
_
_
_
S
1
S
2
S
3
_
_
=
EA
24L
_
_
8 0 0
0 10 0
0 0 6
_
_
_
_
0.6 0.8
0 1
0.8 0.6
_
_
_
u
w
_
=
_
_
0.667 0.333
0.083 0.583
0.750 0.250
_
_
_
F
x
F
z
_
51/75
51. Analisi evolutiva 2
Asta 1 plasticizzata 2 e 3 elastiche
EA
L
_
0.16 0.12
0.12 0.507
_ _
u
w
_
=
_
F
x
F
z
_
_
u
w
_
=
L
EA
_
7.6 1.8
1.8 2.4
_ _
F
x
F
z
_
_
_
S
1
S
2
S
3
_
_
=
_
_
0 0
0.75 1
1.25 0
_
_
_
F
x
F
z
_
52/75
52. Analisi evolutiva 3
Asta 2 plasticizzata 1 e 3 elastiche
EA
L
_
0.28 0.04
0.04 0.303
_ _
u
w
_
=
_
F
x
F
z
_
_
u
w
_
=
L
EA
_
3.64 0.48
0.48 3.36
_ _
F
x
F
z
_
_
_
S
1
S
2
S
3
_
_
=
_
_
0.6 0.8
0 0
0.8 0.6
_
_
_
F
x
F
z
_
53/75
53. Analisi evolutiva 4
Levoluzione del sistema `e riportata nella tabella seguente
Si rileva che ad ogni ciclo c`e un accumulo di deformazioni che portano gli
spostamenti u e w ad aumentare ad ogni ciclo no ad esaurire la duttilit`a
del materiale e quindi al collasso
54/75
54. Adattamento plastico di un telaio
Si consideri lesempio del telaio precedente per il ciclo di carico seguente:
(1) F
2
cresce no a 2.6M
0
/L, (2) F
1
= 0.3M
0
/L `e ripetutamente applicato
e rimosso
E necessaria una analisi incrementale considerando anche gli schemi ausil-
iari riportati di seguito
55/75
55. Schemi di calcolo
Struttura reale
M
14
=
F
1
L
3
13
F
2
L
M
21
=
1
3
F
1
L +
17
39
F
2
L
M
32
=
F
1
L
3
13
F
2
L
u
1
=
L
3
EI
_
7
3
F
1
1
9
F
2
_
w
2
=
L
3
EI
_
1
9
F
1
25
117
F
2
_
56/75
56. Schemi di calcolo
Struttura ausiliaria (c)
M
14
=
4
3
F
1
L
2
3
F
2
L
M
21
= 0
M
32
=
2
3
F
1
L
2
3
F
2
L
u
1
=
L
3
EI
_
76
27
F
1
20
27
F
2
_
w
2
=
L
3
EI
_
20
27
F
1
+
28
27
F
2
_
57/75
57. Schemi di calcolo
Struttura ausiliaria (d)
M
14
= 2
F
1
L
M
21
=
2
3
F
1
L +
2
3
F
2
L
M
32
= 0
u
1
=
L
3
EI
_
20
3
F
1
8
9
F
2
_
w
2
=
L
3
EI
_
8
9
F
1
+
4
9
F
2
_
58/75
58. Evoluzione del sistema
Tabella riassuntiva
Evoluzione di spostamenti e momenti
59/75
59. Crisi per fatica
Nei casi precedenti si parla di collasso incrementale
Nel caso di un ciclo di carico denito come segue: F
2
cresce no a 2.6M
0
/L
e poi decresce no a 2.4M
0
/L poi risale e successivamente riscende mentre
F
1
= 0
In tal caso non c`e un accumulo di deformazioni plastiche durante il ciclo
come `e chiaramente riportato nella gura successiva
Comunque, i momenti oscillano intorno allo zero portando in ogni caso la
struttura al collasso per fatica
60/75
60. Fatica, collasso incrementale e adattamento
Una chiara distinzione della dierenza tra collasso incrementale e collasso
per fatica `e riportata nella gura seguente mettendo in relazione il momento
con la rotazione
La gura suggerisce il concetto di sicurezza per carichi ciclici: il lavoro
plastico deve essere limitato su un numero innito di cicli
Per realizzare ci` o, da un certo ciclo di carico in poi la struttura deve
rispondere in modo puramente elastico. Se ci` o avviene allora si dice che la
struttura si `e adattata ai carichi
61/75
61. Teoremi delladattamento plastico
Gli esempi precedenti dimostrano che il dominio elastoplastico rappresenta
il dominio di sicurezza solo nel caso di carichi crescenti in modo monotono
Nei casi di carichi variabili in modo generale la struttura pu`o collassare per
collasso incrementale o fatica
E necessario quindi rivedere il concetto di sicurezza in modo da coprire
anche questo caso
Nello spazio dei carichi si pu`o individuare una regione F, dominio dei
carichi di esercizio, che rappresenta tutte le possibili combinazioni durante
il periodo di servizio della struttura
La verica di sicurezza richiede di
1. vericare che un dominio dei carichi di esercizio sia sicuro
2. determinare il fattore di sicurezza
Ovviamente, la verica deve controllare sia la sicurezza nei riguardi del
collasso incrementale sia nei riguardi della fatica
62/75
62. Approccio statico 1
Per semplicit` a `e utile fare riferimento al caso di storie di carico cicliche
Una struttura che si adatta plasticamente deve, da un certo istante in poi,
rispondere in modo puramente elastico
Con le posizioni
f (t) : vettore della storia dei carichi esterni
s(t) : vettore della storia delle forze interne
s
e
(t) : vettore della storia delle forze interne elastiche (cio`e quelle otteni-
bile se la struttura rispondesse elasticamente senza nessuna deformazione
plastica)
D
0
: matrice dei coecienti elastici
B : matrice di compatibilit`a cinematica
K : matrice di rigidezza
il legame tra forze elastiche interne e carichi esterni vale
s
e
(t) = D
0
BK
1
0
f (t)
il vettore delle forze interne residue `e denito come
s
r
(t) = s(t) s
e
(t) = s(t) D
0
BK
1
0
f(t)
63/75
63. Approccio statico 2
s
r
(t) sono le forze interne che rimangono presenti sulla struttura nel caso
in cui il carico venisse rimosso
Sia le forze interne eettive sia le forze interne elastiche sono in equilibrio
con gli stessi carichi e di conseguenza le forze interne residue risultano
autoequilibrate (in equilibrio con carichi nulli) come risulta dalla serie di
eguaglianze
B
T
s
r
(t) = B
T
s(t)B
T
s
e
(t) = f(t)B
T
D
0
BK
1
0
f (t) = f(t)K
0
K
1
0
f (t) = 0
Le forze interne eettive devono ovviamente soddisfare la condizione di
ammissibilit`a plastica
s
0
s(t) s
0
che equivale a
s
0
s
r
(t) + s
e
(t) s
0
64/75
64. Approccio statico 3
Se la struttura si adatta plasticamente al carico ciclico deve da un certo
istante in poi rispondere in modo puramente elastico
Im modo equivalente da un certo istante in poi la risposta eettiva deve
coincidere con quella elastica e quindi le forze interne residue debbono da
quel momento rimanere costanti
In sintesi la struttura si adatta se esiste un vettore di forze interne s
r
costanti, autoequilibrate e che soddisno la condizione di ammissibilit`a
plastica ad ogni istante:
B
T
s
r
= 0
s
0
s
r
+ s
e
(t) s
0
Il vettore s
r
prende il nome di forze interne di adattamento plastico
65/75
65. Enunciato del teorema di Melan (1936)
Se, per una assegnata storia di carico, esiste s
r
tale da vericare in
senso stretto la condizione di adattamento plastico ad ogni istante t
allora la struttura si adatta plasticamente
66/75
66. Crisi per fatica
Il teorema di Melan rende possibile vericare se un assegnato dominio di
carichi `e sicuro nei riguardi del collasso incrementale
Lo stesso teorema vale anche nel caso della fatica se la condizione di ammis-
sibilit`a plastica garantisce per tutti i punti della sezione il comportamento
elastico come accade per le strutture reticolari
Diversamente accade nelle strutture intelaiate dove i punti estremi del-
la sezione trasversale raggiungono la condizione di plasticizzazione gi` a al
limite elastico
Sotto carichi ciclici occorre quindi vericare che le bre estreme della sezione
non siano soggette a fatica
67/75
67. Il caso delle strutture intelaiate
Supponendo che la struttura si adatti e che quindi la risposta sia period-
ica, il momento ettente in una assegnata sezione trasversale pu`o essere
decomposto nella parte elastica M
e
(t) e nel residuo M
r
M(t) = M
r
+ M
e
(t)
Il momento eettivo varia tra i valori estremi M
min
ed M
max
M
0
M
min
M(t) M
max
M
0
Una versione generalizzata del teorema di Melan assicura che ladatta-
mento `e garantito se esiste una distribuzione di tensioni residue autoequi-
librata tale che sommata al momento elastico soddisfa la condizione di
ammissibilit`a plastica in senso stretto
68/75
68. Verifica a fatica
Le tensioni elastiche
e
sono distribuite in modo lineare allinterno dei limiti
M
min
I
z
e
M
max
I
z z 0
M
max
I
z
e
M
min
I
z z 0
Le tensioni di adattamento possono essere trovate se la distribuzione di
tensioni elastiche rientra in una fascia di ampiezza 2
0
Per i punti critici della sezione, quelli estremi, deve essere
M
max
M
min
I
|z| < 2
0
che `e soddisfatta se
M
max
M
min
<
2
0
I
|z|
= 2
0
W
el
= 2M
el
=
2M
0
69/75
69. Computazionalmente
Tale dierenza `e facile da controllare poich`e si calcola in base ai momenti
elastici
M
max
M
min
= max
t
[M
r
+ M
e
(t)] min
t
[M
r
+ M
e
(t)] = M
max
e
M
min
e
In conclusione la verica a fatica di una sezione pu`o essere controllata
indipendentemente dalla verica a collasso incrementale: `e suciente che
i valori estremi dei momenti ettenti, calcolati elasticamente, nelle
sezioni critiche sia inferiore al doppio del momento elastico limite
70/75
70. Verifica ad adattamento
Il teorema di Melan prova che un assegnato dominio dei carichi F `e si-
curo nei riguerdi del collasso incrementale se esistone delle forze interne di
adattamento tali che
B
T
s
r
= 0
|s
r
+ s
e
(t)| < s
0
La condizione di ammissibilit`a plastica deve essere vericata per ogni storia
di carico ciclica contenuta nel dominio dei carichi
Poich`e `e evidentemente impossibile controllarle tutte si considerano quelle
che producono valori estremali delle forze interne elastiche deniti come
s
min
e
D
0
BK
1
0
f s
max
e
f F
che produce
s
r
+ s
max
e
< s
0
s
r
+ s
max
e
> s
0
71/75
71. Qualche dettaglio 1
Tipicamente F `e un poligono convesso e poich`e la trasformazione da f in
s
e
`e lineare i valori estremi di s
e
possono essere calcolati dai vertici di F
Il coeciente di sicurezza a fatica vale
fat
= min
ij
2M
el,ij
M
max
eij
M
min
eij
= min
ij
2M
0,ij
ij
(M
max
eij
M
min
eij
)
Il coeciente di sicurezza nei riguardi del collasso incrementale
inc
richiede
maggiore dettaglio
Assegnato il dominio dei carichi di esercizio F, s
min
e
e s
max
e
prodotti da
f F si denisce il moltiplicatore staticamente ammissibile
s
come
B
T
s
r
= 0
s
r
+
s
s
max
e
s
0
s
r
+
s
s
min
e
s
0
72/75
72. Qualche dettaglio 2
Dal teorema di Melan segue che se
s
`e un moltiplicatore staticamente
ammissibile il dominio dei carichi F = {f | f F} ottenuto scalando
omoteticamente il dominio dei carichi di esercizio `e sicuro nei confronti del
collasso incrementale per ogni <
s
Il coeciente di sicurezza nei confronti del collasso incrementale
inc
non
pu`o essere pi` u piccolo di un moltiplicatore staticamente ammissibile: il
coeciente di sicurezza `e il massimo dei moltiplicatori staticamente
ammissibili
Il teorema statico delladattamento plastico non `e da confondere con quello
omonimo dellanalisi limite: nellanalisi limite il moltiplicatore statico am-
plica un carico sso assegnato, nelladattamento amplica un dominio di
carichi assegnato
73/75
73. Approccio cinematico e teorema diKoiter
Analogamente al caso dellanalisi limite oltre ad un approccio statico esiste
un approccio cinematico che usa meccanismi di collasso e fornisce un limite
superiore al coeciente di sicurezza
Lo strumento `e fornito dal teorema di Koiter (1956): Se esiste un ciclo di
deformazione plastica ammissibile e
k
(t) tale che
_
T
0
f
T
(t)
d
k
(t)dt >
_
T
0
D
int
(
d
k
(t))dt
allora la struttura non si adatta plasticamente al carico ciclico f(t)
74/75
74. Moltiplicatore cinematicamente ammissibile
Un moltiplicatore
k
`e detto cinematicamente ammissibile se esiste una
storia di carico ciclica f (t) contenuta nel dominio dei carichi di servizio F
ed un ciclo di deformazione plastica ammissibile e
k
(t) tale che
k
_
T
0
f
T
(t)
d
k
(t)dt =
_
T
0
D
int
( e
k
(t))dt
se
d
k
(t) = K
1
0
B
T
D
0
e
k
(t) `e lincremento di spostamenti corrispondente
allincremento di deformazione plastica secondo il poblema elastico
Se
k
`e cinematicamente ammissibile ogni moltiplicatore >
k
non con-
sente ladattamento, per il teorema diKoiter e la sua denizione, sotto il
carico f(t)
Di conseguenza il coeciente di sicurezza non pu`o essere pi` u grande del
pi` u piccolo moltiplicatore cinematicamente ammissibile
75/75