MCPP Colza
MCPP Colza
MCPP Colza
Umbria
MANUALE
DI CORRETTA PRASSI PER LA PRODUZIONE
INTEGRATA del COLZA
Gruppo di lavoro
INDICE
Pag. 1
Pag. 2
Pag. 3
Pag. 4
Pag. 5
Pag. 5
Pag. 6
Pag. 6
Pag. 6
Pag. 10
Pag. 10
Pag. 11
Pag. 12
Pag. 13
Pag. 13
Pag. 15
Pag. 16
Pag. 17
Pag. 18
Pag. 19
Pag. 20
Pag. 21
Pag. 22
Pag. 22
Pag. 22
Pag. 23
Pag. 24
Pag. 24
7. DIFESA FITOSANITARIA
7.1. Premessa (ARUSIA) ..
7.2. Schede di difesa (ARUSIA) ...
7.3. Schede di diserbo (ARUSIA) .
7.4. Difesa biologica (B.T. s.r.l.) .
7.4.1. Schede di difesa biologica (B.T. s.r.l.) ..
Pag. 25
Pag. 26
Pag. 26
Pag. 27
Pag. 29
1. GENERALITA
Il colza deriva il suo nome dal fiammingo koolzaad, ossia seme di rapa. Il suo areale di origine
ancora controverso: alcuni lo individuano nella Regione euro-asiatica (testimonianze della sua
coltivazione sono state reperite in India, riportate in scritti sanscriti risalenti al 2.000-1.500 a.C);
altri lo collocano nel Bacino del Mediterraneo da dove, uscito perdente dal confronto con lolivo,
andato a cercare fortuna in altri Paesi.
Limportanza del colza risiede nellelevato contenuto in olio (42-45%) e proteine (20-22%) dei suoi
semi. Mediante spremitura e successiva estrazione con solventi, da 100 kg di semi di colza si
ottengono 41-42 kg di olio grezzo e 54-56 kg di farina di estrazione. Questolio tra i grassi
vegetali pi utilizzati nel mondo; nel commercio mondiale viene subito dopo quelli di soia e di
palma. Lolio di colza, grazie alla sua buona composizione acidica, trova lutilizzazione prevalente
nellalimentazione umana (condimento, frittura, margarina, ecc.) e nella fabbricazione di diversi
prodotti industriali, quali vernici, smalti, materie plastiche, supporto per prodotti fitosanitari.
Ultimamente stato messo a punto un processo industriale per lottenimento di un combustibile
ecologico per motori diesel, da utilizzare da solo o in miscela con il gasolio. Lolio di colza con
alto contenuto in acido erucico, invece, utilizzato solo per ottenere altri prodotti industriali, quali:
materie polimeriche, Nylon 13.13, lubrificanti biodegradabili, fluidi per il trasferimento di calore,
fluidificanti per oleodotti, oli da taglio per metalli, cosmetici, ecc.
La farina di estrazione, ricca di proteine (36-42% su s.s.) di valore biologico pressoch uguale a
quello delle proteine della farina di soia, trova utilizzazione come supporto proteico nei mangimi,
soprattutto per maiali allingrasso e polli da carne. In questi ultimi anni si sta concretizzando la
possibilit di utilizzare i semi interi di colza, mescolati a frumento e pisello proteico, trattati
mediante un processo di estrusione.
In Italia, nellannata 1999-2000, sono stati seminati circa 36.000 ha di colza (dati ISTAT); le
Regioni maggiormente interessate sono state, nellordine: Sardegna, Puglia, Lazio, e Toscana (in
Umbria sono stati coltivati a colza poco pi di 257 ha). La produzione nazionale media degli ultimi
tre anni di raccolta (1998-2000) stata di 1.63 t ha-1, quella degli ultimi tre anni prima della riforma
della PAC (1990-92) era stata di 2,53 t ha-1.
In Italia il colza una coltura a ciclo autunno-primaverile, quindi particolarmente apprezzata nelle
zone asciutte del Centro-Meridione dove la mancanza di risorse irrigue rende difficoltosa la scelta
di colture da avvicendare al frumento.
Il colza migliora la fertilit del terreno, in quanto si avvale di buone concimazioni minerali e una
parte cospicua degli elementi ad esso somministrati torna al terreno con i residui colturali. Questi
residui rappresentano anche una buona fonte di sostanza organica (6-8 t ha-1 di s.s.) dalla quale si
possono ottenere fino a 1.800 kg ha-1 di humus, utilissimi per ripianare il bilancio umico del terreno
lasciato in passivo dal cereale vernino che, di solito, precede il colza; stato accertato che dopo
loleaginosa il frumento produce fino a 1,5 t ha-1 in pi rispetto al ristoppio.
Il colza si raccoglie piuttosto presto (quasi contemporaneamente al frumento), pertanto lascia libero
il terreno per eventuali colture intercalari.
Nel caso la coltura a semina autunnale andasse incontro ad insuccesso, pu essere riseminata in
primavera, o sostituita con unaltra coltura a ciclo primaverile (compatibilmente con il tipo di
diserbante utilizzato).
Coltivare il colza non presenta particolari difficolt; inoltre il miglioramento genetico vegetale
mette a disposizione degli agricoltori variet sempre pi produttive, dotate di buona resistenza alla
deiscenza della silique (minori perdite alla raccolta) e tolleranti verso alcune delle fitopatie che pi
colpiscono la coltura.
2. CARATTERISTICHE BOTANICHE
Colza: Brassica napus L. subsp. oleifera DC.; famiglia Cruciferae.
Esistono due tipi biologici:
biennali, o autunnali, o non alternativi, che fioriscono solo dopo vernalizzazione
(induzione a fiore da parte delle basse temperature), pertanto la loro semina deve avvenire in
autunno;
annuali, o primaverili, o alternativi che, non necessitando di vernalizzazione, possono
essere seminati sia in autunno che in primavera.
NellItalia peninsulare risultano pi produttivi i tipi autunnali, mentre in Sicilia, dove possono
presentarsi problemi di vernalizzazione, danno migliori risultati i tipi primaverili.
2.1. Morfologia
Apparato radicale: fittonante, sviluppato nei primi 0,35-0,40 m di profondit.
Fusto: eretto, pi o meno ramificato, costituito da 20-22 nodi, alto fino a 1,5 m.
Foglie (fig. 1): di colore verde glauco (ricoperte di pruina), semplici e con disposizione
alterna; sulla stessa pianta sono presenti due tipi di foglie: quelle basali (picciolate, lobate,
lirato-pennatosette con lobo terminale molto grande) e quelle superiori (sessili, intere,
oblunghe, parzialmente amplessicauli).
Infiorescenza: terminale a grappolo; porta
fino a 300 fiori.
Fiore: presenta 4 sepali liberi, 4 petali liberi
di colore giallo, 4+2 stami, ovario supero
bicarpellare contenente fino a 20 ovuli.
Fioritura: scalare, pu durare fino a 35-40
giorni; procede in senso acropeto (i fiori
aperti non superano quelli sovrastanti ancora
in boccio).
Fecondazione: prevalentemente autogama
(30%, circa, di fecondazione incrociata
favorita dagli insetti e dal vento).
Frutto: una siliqua di forma allungata, con
falso setto, terminante con un piccolo rostro;
Figura 1 Tipi di foglie del colza
porta da 12 a 15 semi.
Seme: piccolo, sferico con diametro di 2 mm circa e peso di 3,5-5,5 mg; il tegumento di
colore variabile da rosso-bruno fino a nero. Il seme contiene:
30-50 % di olio con varia composizione acidica,
21-24 % di proteine,
4-5 % di zuccheri,
7-11 % di fibra,
~0-1 % di tioglucosinolati.
Figura 2 Stadi fenologici del colza (uno stadio si considera raggiunto quando
rilevabile sul 50% delle piante) (Fonte: INRA, PV. CETIOM; 1988).
3.2. Terreno
Il colza molto adattabile ai diversi terreni, a condizione che siano sani sotto laspetto idraulico
(teme i ristagni idrici). Sono molto indicati i terreni da frumento, specialmente se profondi, freschi e
fertili. Non sono adatti i suoli sabbiosi (scarsa capacit di ritenzione per lacqua) e quelli torbosi.
Il colza mostra una buona tolleranza per il pH e la salinit.
4. AVVERSIT
Il colza soggetto ad avversit naturali di diverso tipo che non necessariamente si presentano tutti
gli anni e, quando si manifestano, non sempre mostrano la stessa intensit. Questo perch gli agenti
sono fortemente condizionati dallambiente e dallo stadio in cui la coltura al momento
dellevento; pertanto, lopportunit di effettuare trattamenti di qualsiasi genere deve essere valutata
di volta in volta.
4.1. Avversit climatiche
Le avversit di ordine climatico che possono limitare la produzione del colza sono: il freddo
invernale, se supera la resistenza della variet; la pioggia e il freddo durante la fioritura che limitano
il contributo degli insetti allimpollinazione; la siccit durante la fioritura, in quanto provoca la
colatura dei fiori e/o la cascola dei frutti, o durante il riempimento dei semi, in quanto riduce il peso
dei semi e laccumulo di olio; la grandine, che durante la maturazione pu provocare gravi perdite
per sgranatura; lallettamento, che pu ridurre la produzione e creare difficolt per la raccolta.
5. TECNICA COLTURALE
5.1. Avvicendamento
E stato gi accennato che il colza una buona precessione per il frumento, cosa di non poco conto
nelle aziende prive di irrigazione; tuttavia, la coltura non pu ritornare con troppa frequenza sullo
stesso terreno per problemi di ordine fitosanitario. Pertanto, necessario che tra una coltura di colza
e la successiva ci sia un intervallo di almeno 4 anni per ridurre la pressione dei parassiti a livelli
controllabili con costi ridotti.
Sempre per motivi sanitari il colza non deve seguire n precedere la barbabietola da zucchero, in
quanto condivide con essa il nematode Heterodera schachtii; la stessa precauzione deve essere
presa per altre due colture, girasole e soia, con le quali condivide il parassita fungino Sclerotinia
sclerotiorum.
5.2. Isolamento
Nel caso si coltivino contemporaneamente tipi a zero erucico e ad alto erucico possibile un
loro interincrocio; questo porterebbe allottenimento di un prodotto di difficile collocazione, in
quanto il contenuto (intermedio) di acido erucico del suo olio sarebbe troppo alto per un uso
alimentare e troppo basso per un uso industriale.
La distanza di isolamento non dovrebbe essere inferiore a 300 m.
La preparazione del terreno uno degli aspetti pi delicati della tecnica colturale del colza: la
realizzazione di un buon letto di semina una condizione irrinunciabile per ottenere nascite pronte e
uniformi da un seme piccolo come quello del colza.
Presupposto essenziale per riuscire a ottenere un terreno ben affinato di lavorare il terreno senza
creare una zollosit eccessiva che sarebbe poi estremamente difficile ridurre nel corso dellestate,
quando non ci si pu avvalere del prezioso aiuto dellalternanza di gelo e disgelo. Unaccortezza da
porre in atto, ogni volta che possibile, di lavorare il terreno subito dopo la raccolta del frumento
(visto che questa la coltura che quasi sempre precede il colza), per evitare che lalidore estivo
dissecchi il suolo, il che porterebbe a un maggior sforzo per le trattrici e alla formazione di grosse
zolle.
La lavorazione pu essere quella tradizionale (aratura a 0,3 m e successivi affinamenti), oppure pu
essere effettuata mediante interventi di scarificatura e successive erpicature o con la lavorazione
minima, senza che le produzioni ne risentano in modo significativo (tab. 1) e con risparmio di
tempo e combustibile (tab. 2).
Tabella 1 Confronto tra diversi metodi di preparazione del terreno
per il colza; effetti sulla fittezza delle piante e sulla produzione. Prove
effettuate su suoli argillosi precedentemente coltivati a frumento.
S.Apollinare (PG).
Annate
1985-86 1986-87 1987-88 Media
Piante alla raccolta (n. m-2)
Metodo di lavorazione:
Aratura a 0,3 m
100
104
81
95
112
107
81
100
Scarificatura (2)
118
111
85
105
Media
Metodo di lavorazione:
110
107
82
100
-1
Produzione (t ha al 9% di umidit)
Aratura a 0,3 m
2,24
3,33
3,36
2,97
Lavorazione minima
2,01
3,44
3,19
2,88
Scarificatura
2,01
3,36
3,10
2,82
2,09
3,38
3,22
2,90
Media
Tabella 2 - Confronto tra diversi metodi di preparazione del terreno; effetti sulla
capacit di lavoro e sul consumo di combustibile. S. Apollinare (PG).
Profondit
Capacit di
Consumo di
lavoro
combustibile
Metodo di lavorazione
di lavoro
(m)
(ha h-1) (%) (1) (kg ha-1) (%) (1)
Aratura profonda
0,45
0,27
79
Aratura leggera
0,30
0,38
+ 41
52
-34
Scarificatura
0,30
1,59
+489
13
-84
Lavorazione minima (2)
0,10
1,97
+630
15
-81
(1) Variazioni rispetto allaratura profonda.
(2) Effettuata con due passaggi di erpice a dischi tipo tandem.
Figura 5 Colza seminato su terreno preparato con la lavorazione minima (la paglia
stata asportata).
Prove effettuate in Francia, Canada, Svezia (nelle ultime due nazioni solo su colture a semina
primaverile) e in Italia, nelle nostre zone, hanno dimostrato la possibilit di effettuare anche la
semina su terreno non lavorato. Con questa tecnica si ottengono risultati pi che soddisfacenti (sia
in termini di produzione che di risparmio di tempo e combustibile), soprattutto in condizioni di
siccit, poich il terreno non lavorato conserva pi acqua negli strati superficiali, favorendo cos la
germinazione (sembra che, in questo caso, i residui del cereale precedente concorrano a conservare
lacqua). I risultati non sono brillanti quando il terreno umido; in questo caso unaratura leggera
assicura un miglior drenaggio del suolo e un pi efficace controllo delle erbe infestanti.
La scelta tra semina diretta e lavorazione tradizionale (aratura + affinamenti) dipende dalla:
natura del suolo (come per la lavorazione minima anche la semina su terreno sodo d i
migliori risultati sui terreni contenenti argille rigonfiabili che si autolavorano);
disponibilit di seminatrici adatte (da sodo);
quantit e natura dei residui della coltura precedente;
tipo di lavorazione della coltura precedente: la non lavorazione attuabile solo se il
terreno stato ben lavorato per la coltura precedente (si pu usufruire di un certo effetto
residuo);
aratura
scarificatura
lavorazione minima
erpicatura
B. Subito prima della semina:
erpicatura
rullatura
(quasi sempre necessaria per evitare
un eccessivo interramento del seme)
semina
Figura 7 - Itinerario tecnico per la preparazione di un terreno argilloso o di medio impasto.
Nel caso di terreni limosi, soggetti a ricompattarsi subito e a formare crosta, sarebbe opportuno
seguire litinerario della figura 8.
A. Entro 2-3 giorni dalla raccolta del frumento:
trinciatura o asportazione della paglia
lavoro preliminare
(es.: passaggio di erpice a dischi)
aratura
scarificatura
erpicatura
erpicatura
semina
semina
(non rullare, n prima
n dopo la semina)
5.4. Semina
Presupposto essenziale per conseguire buone produzioni ottenere emergenze precoci, rapide e
omogenee scegliendo opportunamente lepoca e le modalit di semina.
5.4.1. Epoca di semina
Lepoca di semina deve essere scelta in modo da consentire alle piantine di raggiungere uno stadio
che conferisca loro una buona resistenza al freddo (6-8 foglie vere e 8 mm di diametro al colletto
della radice) prima del sopraggiungere dei rigori invernali che, generalmente, nel nostro ambiente si
verificano intorno ai primi di dicembre. La coltura raggiunge questo stadio dopo una somma
termica di 600-700 GDD (base 0 C) che, sempre nelle nostre zone e per il periodo considerato,
corrispondono a 70-80 giorni; ci significa che il colza dovrebbe essere seminato intorno alla met
di settembre (tab. 3).
Tabella 3 - Effetti dellepoca di semina su data di fioritura e
produzione (t ha-1) di due variet di colza (Capitol, semitardiva,
ed Express, semiprecoce). Papiano (PG), medie delle annate
1997-98 e 1998- 99.
Capitol
Express
Epoca di
semina
Fioritura Produzione Fioritura Produzione
1 settembre
10 settembre
20 settembre
30 settembre
10 ottobre
20 ottobre
6 aprile
7 aprile
10 aprile
12 aprile
16 aprile
17 aprile
3,23
3,14
3,14
3,36
2,79
1,87
5 aprile
6 aprile
9 aprile
11 aprile
15 aprile
15 aprile
2,66
2,46
2,80
2,61
2,17
1,64
10
Per evitare una serie di inconvenienti (fig. 9) estremamente importante seminare allepoca
ottimale; anche se il letto di semina fosse asciutto non esitare: il colza germiner rapidamente dopo
la prima pioggia!
Figura 9 Effetti di una semina tardiva sulla produzione del colza (da: Ringot - Dossier technique, 1988; mod.).
Figura 10 Effetti di una fittezza eccessiva sulla produzione del colza (da: Ringot Dossier technique, 1988;mod.).
11
ibride e 60 per quelle normali); fittezze superiori non sono consigliabili perch porterebbero ad
una serie di inconvenienti (fig. 10).
Per calcolare la quantit si semente necessaria per limpianto della coltura bisogna stimare,
basandosi sullesperienza e, quando possibile, sullosservazione (es.: stato del letto di semina), la
probabile percentuale di perdite allemergenza e nel corso dellinverno; inoltre, bisogna conoscere
(o determinare) il peso di 1.000 semi. Per questi dati e per la fittezza desiderata la tabella 4 riporta
le quantit di semente da utilizzare.
Tabella 4 - Quantit di semente (kg ha-1) da utilizzare tenendo conto della
fittezza desiderata, delle probabili perdite totali e del peso di 1.000 semi.
Fittezza
Perdite Semi da
Peso di 1.000 semi (g)
desiderata
totali utilizzare
3,5
4,0
4,5
5,0
(n. di piante m-2)
(%)
(n. m-2)
40
67
2,3
2,7
3,0
3,4
40
(variet ibride)
60
(linee pure)
50
80
2,8
3,2
3,6
4,0
60
100
3,5
4,0
4,5
5,0
40
100
3,5
4,0
4,5
5,0
50
120
4,2
4,8
5,4
6,0
60
150
5,3
6,0
6,8
7,5
Quantitativi di semente superiori a quelli riportati nella tabella 4 non costituiscono una garanzia per
emergenze pi numerose e uniformi; questo obiettivo pu essere pi facilmente conseguito con una
appropriata preparazione del terreno.
Un notevole risparmio di semente si potrebbe ottenere con la semina in posto (semina di
precisione senza prevedere il diradamento; alla stessa stregua della barbabietola da zucchero), come
avviene in alcune regioni della Francia. E bene tenere presente, per, che questa pratica pu essere
applicata solo in terreni di notevole stabilit strutturale (che non formano crosta) e in climi dove si
pu realisticamente contare su una sufficiente piovosit nel corso della germinazione e del primo
accrescimento delle plantule.
5.4.3. Distanza tra le file
La distanza tra le file ha scarsa o nulla importanza sulla produzione del colza, essendo questa pianta
dotata di una certa plasticit che le permette, mediante un diverso sviluppo delle ramificazioni, di
regolare il proprio accrescimento in funzione dello spazio a disposizione (tab. 5).
Tabella 5 - Relazione tra fittezza di semina, distanza tra le
file e produzione (t ha-1) della variet di colza Santana.
Papiano (PG), media delle annate 1988-89 e 1989-90.
Fittezza
Distanza tra le file (m)
(n. piante m-2)
0,125
0,250
0,375
0,500
Media
20
2,53
2,49
2,60
2,33
2,43
40
2,82
2,70
2,84
2,50
2,72
60
2,99
2,87
3,00
2,56
2,86
80
2,84
2,86
2,94
2,60
2,81
100
2,90
3,04
3,19
2,73
2,97
2,82
2,79
2,91
2,54
Media
12
Tipo di variet
mercato
Fino al 1976-78
1978-90
1991-95
1996
associazioni varietali
1998
veri ibridi
variet transgeniche
Figura 11 Prova di valutazione agronomica di variet di colza. Si noti la diversa precocit di fioritura.
S. Apollinare (PG).
14
Tabella 7 - Prova di valutazione fra 72 cultivar di colza da olio Papiano (PG), 1997-98.
Distributore
Produzione
o
Seme
Olio
responsabile della con- (t ha-1 al 9%
servazione in purezza
di umidit)
(t ha-1)
(1)
Everest VA 75 (AV) Danisco seed Italia
4,41 a
1,91
Cultivar
Contenuto
in olio
Peso di
1 seme
Altezza
pianta
(% su s.s.)
(mg)
(m)
Umidit
semi
al 15-VI
(%)
47,58
3,79
1,18
12,51
Cocktail (AV)
Cargill
4,37 a-b
1,84
46,28
3,86
1,34
12,15
B 014
Serasem
4,34 a-c
1,87
47,26
3,94
1,18
13,60
Taifun
Carla Import
4,26 a-d
1,87
48,18
4,14
1,14
12,11
Adelie
4,26 a-e
1,82
46,90
4,16
1,19
11,75
Bristol
Cargill
4,19 a-f
1,84
48,43
3,81
1,10
13,05
Pronto (H)
4,18 a-f
1,81
47,64
4,01
1,15
10,87
Sinergy (AV)
Serasem
4,15 a-g
1,81
48,01
3,48
1,26
9,86
Eurol
4,09 a-i
1,78
47,64
4,38
1,09
13,57
Orient
SIVAM
4,03 a-k
1,74
47,56
4,30
1,19
13,35
B 013
Serasem
3,99 b-l
1,72
47,21
3,81
1,20
12,84
Ibrix
3,96 c-m
1,71
47,32
4,40
1,38
14,24
Mohican
SIVAM
3,94 c-n
1,78
49,69
4,18
1,14
10,76
Orkan
Carla Import
3,94 c-n
1,71
47,83
4,16
1,22
13,18
Tivoli
3,91 d-p
1,69
47,40
3,83
1,02
11,25
Inca
Renk Venturoli
3,90 d-q
1,70
47,95
4,76
1,07
14,50
Horizon (AV)
Carla Import
3,87 d-r
1,67
47,38
3,77
1,27
15,37
Orakel
Carla Import
3,85 e-s
1,66
47,29
3,83
1,31
15,51
Joker (H)
SerasemMoretti Cer.
3,80 f-t
1,62
46,83
3,97
1,11
13,58
Comet (P)
Moretti
2,63 F
1,14
47,59
3,68
0,92
10,00
Spok
DLF Trifolium
2,61 F
1,10
46,22
4,52
0,92
11,76
Media
3,67
1,58
47,40
4,02
1,17
13,12
CV (%)
6,39
6,89
1,88
3,15
5,03
6,11
(1): Duncan MRT (p <0,05) ; (AV): variet associata; (H): variet ibrida; (P): variet primaverile.
15
Diametro della
piantina al colletto
(mm)
8-10
6-8
4-6
<4
Figura 12 Possibilit di recupero del colza: a sinistra, parcella diradata dal freddo (alluscita dallinverno); a destra,
la stessa parcella alla fioritura.
Spesso diradamenti anche gravi possono essere causati dalle limacce; nelle situazioni di alto rischio
(vicinanza di boschi, suolo zolloso, presenza di residui pagliosi) sar prudente effettuare trattamenti
preventivi.
16
5.5. Concimazione
Scopo della concimazione quello di integrare le riserve di elementi nutritivi del terreno per
metterli a disposizione della coltura nelle quantit e nelle forme pi adeguate ai fabbisogni della
pianta; il tutto nel pieno rispetto dellambiente e della qualit del prodotto.
In fatto di elementi nutritivi il colza abbastanza esigente; ad esempio, ha maggiori fabbisogni
rispetto al frumento, coltura a tutti nota, (tab. 9).
Tabella 9 - Fabbisogni in elementi nutritivi di frumento
e colza e asportazioni del colza, espressi in kg di
elemento per tonnellata di granella prodotta.
Fabbisogni
AsportaElemento
zioni
Frumento
Colza
colza
Azoto
(N)
Fosforo (P2O5)
Potassio (K2O)
Zolfo
(SO3)
Calcio
(CaO)
Magnesio (MgO)
30
15
30
5
8
4
70
25
100
25
50
25
32
13
10
8
5
4
Riferendoci ai soli elementi principali, in base a quanto riportato nella tabella 9, per una produzione
attesa di 3 t ha-1 di granella la coltura deve poter disporre di 210 kg ha-1 di N, 75 di P2O5 e 300 di
K2O. Si tratta di quantitativi cospicui ma, inserendo la concimazione del colza nel bilancio di
fertilizzazione della rotazione, si deve tenere conto che buona parte degli elementi prelevati dalla
oleaginosa torna al terreno con i suoi residui: circa il 55% dellazoto, il 50% del fosforo e fino al
90% del potassio; pertanto, rispetto ai fabbisogni calcolati, i quantitativi di elementi fertilizzanti
effettivamente asportati con la granella sono molto pi bassi.
Lintensit con la quale questi elementi sono assorbiti dalla coltura non costante durante il ciclo
biologico della pianta, ma varia con le diverse fasi fenologiche. Dallemergenza delle piantine
allinizio dellinverno (circa 60 giorni), il colza preleva intorno al 20% del suo fabbisogno in azoto
e potassio e il 10%, circa, di fosforo. Nel corso dellinverno lassorbimento di elementi quasi
trascurabile. Dalla ripresa vegetativa (seconda met di marzo) fino al completamento della fioritura
(seconda met di maggio) il prelevamento diventa intenso, interessando il 70%, circa, dellazoto,
del fosforo e dello zolfo e il restante 80% del potassio. Nella successiva fase di formazione e
riempimento dei semi prelevato il rimanente 10% dellazoto e 20% del fosforo.
Quanto finora detto permette di stabilire le dosi di fertilizzante, le epoche di intervento e i tipi di
concime da utilizzare per una razionale concimazione.
Nel determinare le dosi effettive da somministrare alla coltura bisogna tenere presenti sia i
fabbisogni della coltura, sia linsieme dei fattori di seguito riportati:
la dotazione del terreno in elementi fertilizzanti (rilevabile con lanalisi chimica del
terreno, da ripetere ogni 4-5 anni);
la natura del suolo (rilevabile con lanalisi granulometrica, da effettuare una tantum);
la precessione colturale (quantit e qualit dei residui colturali);
andamento termo-pluviometrico dalla raccolta della coltura precedente al momento della
concimazione (la temperatura influisce sulla mineralizzazione della sostanza organica, la
pioggia sul dilavamento dellazoto);
lo stato del colza alluscita dallinverno (pi cresciuto, pi azoto ha gi assorbito);
la variet utilizzata (per quanto concerne la suscettibilit allallettamento).
17
Le epoche di somministrazione (solo per lazoto) debbono essere individuate in modo da seguire i
fabbisogni della coltura, intervenendo sempre con leggero anticipo sul momento della richiesta.
Per il tipo di concime, quando non sussistono motivi che consigliano determinate scelte, conviene
orientarsi verso quelli con l'unit fertilizzante a minor prezzo (alla radice).
5.5.1. Fosforo
Il fosforo un elemento di primaria importanza per la vita delle piante, a partire dalle prime fasi
dellaccrescimento fino a quelle fondamentali della fioritura, fecondazione e fruttificazione. La
carenza di fosforo si manifesta con foglie di colore verde pallido e margini arrossati (caratteristica
specifica).
La dose da somministrare deve essere determinata in funzione della dotazione del terreno in fosforo
assimilabile; per una sua valutazione agronomica pu essere di aiuto la tabella 10.
Tabella 10 - Valutazione (1) del fosforo assimilabile del terreno (metodo Olsen).
Espressione della dotazione
Valutazione agronomica
Fosforo (P)
Anidride fosforica (P2O5)
(livello)
(ppm)
(ppm)
0-6
0-15
molto bassa
7-12
16-30
bassa
13-20
31-45
media
21-30
46-70
alta
>70
molto alta
Indicazioni per la concimazione
Livello molto basso
La risposta al fosforo certa per tutte le colture. E consigliata una concimazione di arricchimento, con
dosi variabili da 2 a 2,5 volte gli asporti della coltura. Le concimazioni di arricchimento debbono proseguire
fino a quando non si raggiunge il livello di sufficienza per tutte le colture della rotazione.
Livello basso
La risposta al fosforo probabile per tutte le colture. La concimazione consigliata quella di arricchi-.
mento; le dosi da apportare variano da 1,5 a 2 volte gli asporti della coltura.
Livello medio
La risposta al fosforo meno probabile. E consigliata una concimazione di mantenimento: debbono
essere reintegrati gli asporti della coltura con eventuali maggiorazioni (fino a 1,5 volte gli asporti) per tenere
conto della frazione di fosforo assimilabile che, pi o meno in tutti i terreni, va incontro a retrogradazione per
la presenza di calcare o per pH <5,5.
Livello alto
La risposta al fosforo non , in genere, probabile; tuttavia suggerito un moderato apporto di fosforo per
le colture esigenti per questo elemento. Le dosi da apportare variano da 0,5 a 1 volta gli asporti della coltura.
Livello molto alto
La risposta al fosforo assai improbabile, pertanto si consiglia di non fertilizzare.
(1) I valori inferiori dellintervallo si riferiscono a suoli sabbiosi, quelli pi alti a terreni argillosi; per suoli di
medio impasto si assumono valori intermedi.
La dotazione di fosforo assimilabile del terreno pu ritenersi normale quando soddisfa le necessit
di tutte le colture della rotazione, a cominciare da quelle pi esigenti, tra le quali pu essere
compreso il colza.
Considerando la scarsa mobilit di questo elemento, bene interrarlo con la lavorazione principale
per portarlo nello strato di terreno interessato dalla massa delle radici. Ci non sarebbe possibile
quando il letto di semina per il colza dovesse essere preparato con la lavorazione minima o si
optasse per la semina su terreno non lavorato; in questi casi si dovr anticipare alla coltura che
preceder loleaginosa anche la dose di fosforo prevista per questultima.
Per i nostri terreni, solitamente con pH tra il neutro e lalcalino, consigliabile il perfosfato triplo
(titolo 46-48%) che, tra laltro, il concime fosfatico con lunit fertilizzante a pi basso costo.
Esempio.
Deve essere stabilita la dose di anidride fosforica (P2O5) da distribuire a una coltura di colza.
18
Lanalisi chimica del terreno che ospiter la coltura ha rilevato una dotazione di P2O5 pari a 23 ppm. Secondo quanto
riportato nella tabella 10, tale dotazione valutabile come bassa, pertanto dovr essere effettuata una concimazione di
arricchimento che potr essere pari a 1,8 volte gli asporti della coltura.
Prevedendo una produzione di 3 t ha-1 e tenendo presenti gli asporti del colza (tab. 9), la dose di P2O5 sar:
3 x 13 x 1,8 = 70,2 kg ha-1 di P2O5
utilizzando perfosfato triplo (titolo 46-48%) saranno necessari
70, 2 100
= 153 kg ha-1 di concime
46
5.5.2. Potassio
Tra gli elementi nutritivi il potassio occupa un posto di primo piano: pur non entrando nella formula
dei costituenti biologicamente pi importanti, un elemento assolutamente indispensabile in quanto
svolge lazione di regolatore fisiologico in una grande quantit di processi biochimici attinenti alla
produzione, alla qualit dei prodotti, alla resistenza alle avversit, ecc. Nella composizione chimica
dei tessuti vegetali viene subito dopo lazoto e prima del fosforo.
Le necessit del colza per il potassio sono molto elevate e il massimo fabbisogno si ha da poco
prima a tutta la fioritura (fino a 3 kg ha-1 d-1).
Le dosi da apportare debbono essere calcolate tenendo conto della dotazione del terreno in potassio
scambiabile e della valutazione agronomica che lanalisi chimica d di tale dotazione, secondo
quanto indicato nella tabella 11.
Tabella 11 - Valutazione (1) del potassio scambiabile del terreno (metodo internazionale).
Ossido di potassio
(K2O)
(ppm)
0-60
61-120
121-180
181-240
>240
Potassio (K)
Valutazione agronomica
(ppm)
(% CSC)
(livello)
0-50
51-100
101-150
151-200
>200
<2% CSC
2-5% CSC
>5% CSC
-
molto bassa
bassa
media
alta
molto alta
Per il colza il concime potassico da utilizzare il solfato di potassio (titolo 48-52%), anche se pi
costoso rispetto al cloruro di potassio, perch contiene il 18% di zolfo, molto utile al colza, e adatto
ai nostri terreni con pH tra il neutro e lalcalino.
19
5.5.3. Azoto
Lazoto lelemento nutritivo che maggiormente influisce sulla produzione del colza favorendo il
vigore vegetativo delle piante che si manifesta con un apparato fogliare ben sviluppato e con unalta
efficienza fotosintetica, premessa indispensabile per lottenimento di elevate produzioni. I suoi
fabbisogni sono particolarmente elevati, rispetto ad altre specie non leguminose, per la notevole
presenza di sostanze proteiche nei semi. Luso dei fertilizzanti azotati, per, a differenza di quanto
avviene con quelli fosfatici e potassici, richiede particolari attenzioni, soprattutto nello stabilire la
dose ottimale da somministrare. Infatti, errori in difetto non consentirebbero alla coltura di
esprimere tutte le sue potenzialit produttive; mentre gli eccessi potrebbero portare ad allettamenti,
maggiore suscettibilit alle malattie, maggiore competizione da parte delle erbe infestanti
(eventualmente presenti), con conseguente riduzione della produzione che si tradurrebbe in minore
reddito per lagricoltore. Inoltre, la notevole mobilit nel terreno di certe forme di azoto e il
conseguente rischio di lisciviazione da parte dellacqua piovana rende necessarie alcune precauzioni
per la salvaguardia dellambiente (inquinamento delle falde acquifere da parte dellazoto nitrico).
E stato detto che per una produzione attesa di 3 t ha-1 la coltura deve poter disporre di 210 kg di
azoto, ma si tenga ben presente che solo una parte di questo fabbisogno deve essere effettivamente
soddisfatta con le concimazioni. Il colza, infatti, nel corso dellautunno e dellinverno assorbe
qualche decina di unit di azoto (sufficienti per le sue esigenze) presenti nel terreno a seguito della
mineralizzazione della sostanza organica del suolo durante lestate e lautunno (il colza si dimostra
una ottima catch crop). Anche nel corso della primavera la sostanza organica mineralizza, ma
lazoto liberato non sufficiente per i fabbisogni della coltura, diventati ormai elevati, pertanto si
deve intervenire con i concimi minerali; la gestione della fertilizzazione azotata si baser
sullequilibrio tra i fabbisogni della coltura e le forniture di azoto derivanti dal suolo e dai concimi.
Nello stabilire la dose tecnica dei concimi si deve tenere presente che non tutto lazoto distribuito
con la concimazione va a beneficio delle colture, ma pu seguire destini diversi: assorbito dalla
coltura, dilavato dalle acque, volatilizzato allo stato gassoso, immobilizzato temporaneamente con
processi chimici, fisici e biologici, ecc.; pertanto, necessario tenere conto dellefficienza di
assorbimento della concimazione aumentando adeguatamente la dose tecnica. Questa efficienza
dipende dal tipo di terreno (argilloso o sabbioso), dallandamento climatico (pi o meno piovoso),
dalla formulazione utilizzata (forma a pronto o a lento effetto), dalla modalit di distribuzione (tipo
di frazionamento). Nei nostri ambienti, in terreni franco-argillosi e con distribuzioni frazionate a
tutto campo, lefficienza di assorbimento della concimazione azotata pu essere stimata intorno al
75%.
Per evitare perdite per lisciviazione le dosi previste dovranno essere frazionate in 2-3 volte; il
frazionamento in tre volte raccomandato nel caso di dosi elevate (>180 kg), in climi molto
piovosi, quando le piante sono molto piccole e/o con apparato radicale poco sviluppato.
Un razionale piano per la concimazione azotata del colza potrebbe essere il seguente.
In autunno nessuna concimazione azotata, a meno che:
il terreno sia scarsamente dotato di azoto per carenza di sostanza organica o a causa
dellinterramento di grandi quantit di residui ad alto rapporto C/N (umificano con
difficolt), rimasti dalla coltura precedente (es.: paglia di frumento);
laccrescimento della coltura sia stentato per un ritardo nella semina e/o
nellemergenza.
In ogni caso la dose non deve superare i 30-40 kg ha-1 di N, da somministrare alla semina
o in copertura.
Tra la fine di gennaio e i primi di febbraio si interviene con la prima concimazione
distribuendo dal 30 al 50% della dose necessaria (comunque non meno di 60 kg); questa
dose deve essere calcolata riducendo quella totale teorica (es.: i 210 kg ha-1) in funzione
dellazoto gi assorbito dalla coltura. Una stima dellazoto gi prelevato si pu avere
valutando laccrescimento raggiunto dalle piante: pi queste sono cresciute nel corso
dellinverno, pi azoto avranno gi assorbito e, quindi, minore sar la quantit da
20
Figura 13 Metodo visuale per la stima dellazoto assorbito da una coltura di colza; da sinistra: terreno ricoperto
per meno della met; terreno ricoperto per circa la met; terreno totalmente ricoperto.
B - Metodo per pesata. Nel caso di spaziature diverse da quelle considerate sopra, la
quantit di azoto gi assorbita dal colza (da sottrarre alla dose totale) pu essere valutata
attraverso un campionamento della vegetazione. Nellappezzamento da concimare si
scelgono 3-4 aree di saggio da 1 m2 sulle quali si tagliano tutte le piante (al colletto); la
quantit di azoto assorbito dalla coltura pu essere cos ragguagliata:
N assorbito (kg) = kg m-2 di vegetazione x 65.
Nella seconda met di marzo, alla ripresa vegetativa (stadio C1-C2), si effettua lultimo
intervento con il restante 50-70% della dose.
Esempio.
Deve essere concimata con azoto una coltura di colza seminata in epoca normale, a file distanti 0,3 m, su un terreno
franco-argilloso, dalla quale ragionevole attendersi una produzione di 3 t ha-1 di granella (fabbisogno 210 kg ha-1 = 3 x
70).
Ai primi di febbraio la coltura si presenta ben sviluppata, le piante hanno chiuso linterfila, quindi lazoto gi assorbito
dal colza si pu stimare in 90 kg per ettaro; pertanto, la dose di azoto da somministrare sar:
210 kg (fabbisogno della coltura) 90 kg (azoto gi assorbito) = 120 kg
tale dose, per, deve essere aumentata per tenere conto dellefficienza della concimazione azotata (75% = 0,75), quindi
la dose tecnica diverr:
120 /0,75 = 160 kg ha-1.
Considerando la quantit di azoto da applicare e il buon stato della coltura, la dose potr essere distribuita in due volte,
ripartendola in 40 e 60%. Questo, in termini pratici, significa distribuire 140 kg ha-1 di urea, o 250 kg di nitrato
ammonico, subito e 210 kg di urea, o 370 kg di nitrato ammonico, alla ripresa vegetativa.
5.5.4. Zolfo
La presenza di composti solforati (tioglucosinolati) nella pianta e nei semi del colza rende il
fabbisogno di zolfo di questa coltura particolarmente alto (25 kg t-1 di granella prodotta, ossia 75
kg per 3 t ha-1); tuttavia, il ricorso alla concimazione solforica giustificato solo in casi di accertata
carenza, in quanto disponibilit oltre il fabbisogno portano a un aumento di tioglucosinolati nei
21
semi, indesiderabile per una piena utilizzazione delle farine di estrazione nellalimentazione del
bestiame.
La carenza di zolfo si manifesta con diversi sintomi sulle foglie pi giovani che presentano la sommit scolorita e
ingiallita, mentre le nervature rimangono verdi; in seguito queste foglie diventano rossastre e fragili. I sintomi fogliari
sono, a volte, fugaci o poco evidenti; si palesano soprattutto nelle capezzagne, nei punti dove il terreno cambia
pendenza e in tutte le zone dove difetta la mineralizzazione della sostanza organica.
La carenza di zolfo si manifesta anche alla fioritura con fiori scoloriti che abortiscono o danno silique vuote.
Carenze di zolfo si possono verificare:
in terreni poveri di zolfo (<18 ppm, met. Scott): sabbie, terreni acidi o asfittici o superficiali;
in climi piovosi (soprattutto con piovosit invernale);
in climi con basse temperature in primavera.
Quando effettivamente necessaria la concimazione solforica si effettua alla comparsa dei sintomi di
carenza, distribuendo una soluzione di 100-150 kg ha-1di solfato ammonico in 500 l di acqua (per
evitare ustioni sulle piante). Si pu intervenire dallo stadio C2-D1 fino allinizio della fioritura.
Nelle nostre zone raramente si verificano le condizioni per il manifestarsi di carenze di zolfo;
comunque, considerando i forti consumi di questo elemento da parte del colza, bene apportarlo,
ma non attraverso apposite concimazioni solforiche, bens con le normali concimazioni N P K,
utilizzando concimi che contengono anche zolfo. Ad esempio: il solfato ammonico contiene, oltre al
20-21% di azoto, anche il 57% di SO3, pertanto distribuendo 130 kg ha-1 di questo concime si copre
anche il fabbisogno di SO3; lo stesso risultato pu essere conseguito utilizzando 170 kg ha-1 di
solfato di potassio che contiene oltre al 48-52% di K2O anche il 45% di SO3.
5.6. Cure colturali
5.6.1. Concimazioni in copertura
Per queste pratiche si rimanda a quanto riportato nel 5.5.3.
5.6.2. Rullatura.
Quando alluscita da inverni secchi e particolarmente freddi il terreno risultasse troppo soffice, a
causa di una eccessiva strutturazione (pu accadere in terreni argillosi), necessario intervenire con
una rullatura per ripristinare il contatto tra le radici e il terreno.
Quando le piantine sono allo stadio di rosetta di foglie non subiscono alcun danno dal passaggio del
rullo, anche se pesante.
22
6. RACCOLTA E CONSERVAZIONE
6.1. Raccolta
Quando il contenuto di acqua dei semi sceso intorno al 35% il colza ha raggiunto la maturazione
fisiologica: da questo momento in poi non si avranno ulteriori aumenti di produzione, ma solo
perdita di acqua; pertanto, potrebbe essere iniziata la raccolta. Tuttavia, lintervento deve essere
ritardato perch, anche potendo trebbiare il seme senza difficolt, si otterrebbe un prodotto troppo
umido che causerebbe seri inconvenienti, quali: conservazione impossibile senza essiccazione
artificiale (maggiori costi), difficolt nella estrazione e raffinazione dellolio, qualit scadente
dellolio per eccessivo contenuto di clorofilla. Per una raccolta in sicurezza di deve aspettare che
lumidit dei semi scenda sotto il 14%; a questo stadio lo stelo ancora verde (chiaro) nella met
inferiore, le silique e le ramificazioni sono completamente secche (fig. 14), mentre i semi hanno
acquisito il tipico colore nero.
23
24
7. DIFESA FITOSANITARIA
7.1. Premessa
Le schede per la protezione delle colture contenute nel Manuale di Corretta Prassi Produttiva
forniscono indicazioni per lottimizzazione dellimpiego dei prodotti fitosanitari in agricoltura.
Nella scelta dei principi attivi e dei limiti posti al loro uso , si fatto riferimento alle Linee guida
1998 messe a punto dal Comitato Tecnico Scientifico per il Reg. 2078/92 Mis.A1 istituito dal
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, cercando di coniugare lefficacia dellintervento
con la protezione dellagroecosistema, della salute dei consumatori e degli operatori, dai rischi
derivanti dalluso indiscriminato dei prodotti fitosanitari.
Il Manuale di Corretta Prassi Produttiva si ispira ai criteri della difesa integrata, per cui risulta
importante mettere in atto tutti gli accorgimenti che consentano di ridurre gli attacchi dei parassiti
nellambito del concetto del triangolo della malattia (ospite-parassita-ambiente).
Occorre inoltre ricordare che le seguenti schede andranno aggiornate annualmente poich
fotografano la situazione esistente al 20.12.1999, data di approvazione del Disciplinare di
Produzione Integrata per il Colza.
Riteniamo di dover fornire ulteriori indicazioni ed auspici di carattere generale che completano il
quadro dellapproccio integrato alla difesa delle colture nella nostra Regione.
E indispensabile in tal senso:
1. Effettuare il monitoraggio, laddove possibile, di certi patogeni, ad esempio mediante lausilio di
captaspore per rilevare il volo delle ascospore di Venturia inaequalis. Utilizzare diverse
tipologie di trappole per il monitoraggio dei fitofagi e, dove possibile, per la cattura massale (es.
Cossus cossus e Zeuzera pirina). Estendere la rete fenologica ed epidemiologica gi presente sul
territorio regionale per alcune colture (vite e olivo) a tutte le colture oggetto di disciplinari. Le
reti di monitoraggio e campionamento permetteranno per certe avversit la stesura e la
divulgazione di bollettini fitosanitari.
2. Utilizzare la rete agrometeorologica regionale costituita da oltre 60 stazioni meteorologiche
elettroniche diffuse sul territorio per effettuare il monitoraggio climatico ed accertare cos le
condizioni predisponenti le infezioni. I dati raccolti opportunamente elaborati permetteranno la
redazione di bollettini fitosanitari per le diverse colture. La presenza di una rete
agrometeorologica, fenologica ed epidemiologica consentir la validazione di modelli
previsionali attualmente a disposizione sia per malattie causate da fitofagi che da funghi.
3. Razionalizzare luso dei prodotti fitosanitari: risulta sempre pi importante la qualit e
lefficienza della loro distribuzione; i volumi di acqua dovranno essere ottimizzati in relazione
al tipo di irroratrice presente in azienda, alla fase fenologica (maggiore o minore espansione
della superficie vegetativa) ed al parassita da combattere. E auspicabile la creazione di un
servizio regionale di taratura delle macchine irroratrici a cui le aziende potranno ricorrere per
effettuare controlli periodici dellefficienza delle irroratrici.
Il controllo delle principali avversit delle colture regionali, in unottica di difesa integrata, non
potr prescindere dalladozione di misure preventive, quali mezzi agronomici (riduzione delle
concimazioni, riduzione dei ristagni di umidit, adozione di opportune rotazioni colturali, impiego
di semente sana, etc.) e mezzi genetici.
Laddove possibile, si potranno privilegiare strategie che implicano ladozione di tecniche di lotta
biologica.
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P.A. E AUSILIARI
CRITTOGAME
Malattie crittogamiche
Nessun trattamento
(Alternaria brassicae)
(Sclerotinia sclerotiorum)
(Peronospora parasitica)
FITOFAGI
Meligete
Fluvalinate (1)
(Meligetes aeneus)
Altiche, Atalia,
Bifentrin
Ceutorrinchi, Nottue
Deltametrina
Fluvalinate
avversit
Lambdacialotrina
Piretro naturale
Lumache, Limacce
Nessun trattamento
Principio attivo
Trifluralin
% di p.a.
45.8
l o kg/ha
1-2
Pre-emergenza
Metazaclor
43.1
Post-emergenza
Propaquizafop
9.7
Alossifop-etossietile
10
0.75 1.5
Ciclossidim
21
1 1.5
Fenoxaprop-p-etile
6.6
1 1.5
Fluazifop-p-butile
13.3
1 1.5
Setossidim
20
1 1.5
Clopiralid
10
1 1.2
26
27
Sul piano tecnico necessario, tuttavia, adottare un impiego oculato anche degli insetticidi di
origine naturale che, seppur presentino ampie garanzie di pronta degradabilit ambientale, sono
sempre di scarsa selettivit (piretro, rotenone) nei confronti dellentomofauna utile. E quindi
auspicabile anche nellagricoltura biologica il superamento della lotta a calendario e ladozione di
criteri di intervento in qualche modo analoghi a quelli in uso nella lotta integrata. La lotta integrata
infatti, fondata sullaccertamento della reale presenza dei parassiti, sulla conoscenza delle
condizioni microclimatiche predisponenti linsorgenza delle avversit, sulla conoscenza delle soglie
di tolleranza, sulla scelta dei fitofarmaci a pi basso impatto ecologico e con la massima
salvaguardia degli insetti ausiliari, sulluso, infine, dei mezzi di lotta biologica. E utile ricordare
che le soglie dintervento riportate nelle schede per alcuni patogeni e fitofagi, hanno carattere
indicativo in quanto in agricoltura biologica non esistono riferimenti trasferibili alla generalit delle
aziende e per questo motivo vanno adattate alle singole realt (aziende in conversione,
agroecosistemi pi o meno semplificati, diversa tollerabilit per alcune tipologie di danno, etc.).
Le tecniche di lotta biologica che sfruttano gli antagonismi naturali, sono uno strumento di
importanza fondamentale per controllare le popolazioni dei fitofagi e degli agenti di malattia. In
particolare, il controllo biologico classico, attuato non su scala aziendale ma comprensoriale, riveste
un particolare interesse nel fronteggiare parassiti di origine esotica, andando a ricostituire le
associazioni (i sistemi tritrofici) con i loro nemici naturali. Lattivit necessaria alla sua
realizzazione demandata agli istituti di ricerca, che cooperano in tal senso con gli analoghi
organismi internazionali. In altri casi invece possibile far ricorso agli ausiliari allevati in
biofabbriche. Anche la lotta microbiologica divenuta una realt operativa come nel caso del
Bacillus thuringiensis bioinsetticida batterico impiegato con successo contro diversi lepidotteri. I
nematodi entomopatogeni, considerati anchessi agenti di controllo microbiologico, rappresentano
dei validi strumenti di lotta agli insetti che svolgono almeno una parte del loro ciclo nel terreno.
Per quanto attiene alla lotta biologia contro le crittogame, pur se non ancora sviluppata a livello di
quella contro i parassiti animali, bisogna dire che essa mostra interessanti prospettive da sviluppare
nellimmediato futuro.
Un altro efficace strumento di contenimento dei problemi fitosanitari rappresentato dallutilizzo di
variet resistenti. In molti casi il miglioramento genetico ha raggiunto ottimi risultati nella ricerca
della resistenza a diverse crittogame, mentre per gli insetti i risultati positivi sono ancora piuttosto
limitati.
28
P.A. E AUSILIARI
NOTE
CRITTOGAME
Malattia delle macchie nere
(Phoma lingam)
(Alternaria brassicae)
Sclerotinia
(Sclerotinia sclerotiorum)
Peronospora
(Peronospora parasitica)
FITOFAGI
Meligete
(Meligetes aeneus)
(Ceuthorrhynchus napi)
(Ceuthorrhynchus assimilis)
(Brevicoryne brassicae)
(Athalia rosae)
piante
29
30