Inferno 1 Canto

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I CANTO (inferno) (introduttivo) inizio del viaggio

A metà del percorso della mia vita (a 35 anni), mi ritrovai in un bosco dove la luce filtra poco (oscuro), dove il sentiero
principale era smarrito

ahi quanto anche a raccontarla era un'esperienza dura, spaventosa ; questa selva che appare selvaggia,dura,spaventosa tanto
che addirittura a ripensarci mi ritorna la paura che io ho provato, tanto è stata un esperienza dolorosa, scioccante (amara)
che la morte poco di più; ma per trattare delle cose positive, del bene che ho trovato, vi racconterò tutto quello che io ho
visto.

(sono terzine, c'è sempre un verso in più oltre la terzina che consente la rima del verso centrale, quindi il numero di versi di
ciascun canto è un multiplo di tre più uno; terzina incatenata perchè il secondo verso di una terzina rima con il primo e il
terzo della successiva)

Io non so raccontarvi bene ( non so bene ridire) come io sono entrato in quel bosco, perchè ero pieno di sonno in quel
momento, quando ho abbandonato la vera via (vera nel senso che è il percorso verso la verità , verso Dio, significato
allegorico) (la selva è il peccato e lui non ci sa dire bene come ha fatto a scivolare nel peccato, lui non era consapevole di
scivolare nel peccato: sonno, indica l'assenza di ragione in quel momento).

Ma quando giunsi ai piedi di un colle, là dove finiva questa valle, che mi aveva punto il cuore, mi aveva sollecitato il cuore
con tantissima paura (mi aveva spaventato tanto); guardai in alto e vidi che le pendici del colle erano illuminate dai raggi del
sole (opposizione luce e buio, peccato= buio, che fa paura,fa perdere; la luce=presenza di Dio, vera via, percorso verso il
bene).

Allora la paura si calmò un attimo, una paura che era così estesa e diffusa (come un lago) nel mio cuore, che era durata tutta
la notte che passai con tanto affanno e paura.

E come colui che con grande impegno e sfrozo affannata, uscito dal mare (naufrago) ed è arrivato sulla riva, si volge
indietro e si rende conto aver scampato il pericolo, allo stesso modo il mio animo che ancora si sentiva in fuga, si volta
indietro a guardare quel bosco che non aveva mai fatto uscire viva una persona (nel senso allegorico, metaforico lui intende
che chi si perde nel peccato da solo non riesce a tornare indietro, c'è bisogno dell'aiuto di Dio, del suo perdono).

Dopo che ebbi riposato il corpo stanco, ripresi la via per questo luogo deserto, in modo tale che il piede fermo fosse sempre
il più basso (così vuol dire che sta salendo).

Ed ecco (lo stile, la forma che Dante utilizza per dire che sta per accadere qualcosa), quasi proprio all'inizio della salita, mi
arriva di fronte una lonza (una specie di lince,leopardata) leggiera e molto agile, che era coperta di pelo a chiazze; e non si
toglieva da davanti a me, anzi mi impediva a tal punto il percorso in salita che io fui più volte sul punto di tornare indietro.

Era proprio all'inizio della mattina, e il sole era in corrispondenza di quella costellazione esattamente come quando l'amore
divino aveva creato le prime cose belle (il mondo), tanto che era motivo di sperare bene su quella fiera (su quell'animale
feroce) dalla pelle maculata , il fatto che fosse presto e il fatto che fosse primavera;(Dio ha creato il mondo in primavera,
quindi gli faceva ben sperare il fatto di trovarsi in primavera, all'inizio della giornata, perchè aveva più luce e più tempo);
ma non al punto che mi desse paura la vista di un leone che mi apparve all'improvviso. Il leone pareva che venisse incontro
con la testa alta e con una fame diabolica, così che sembrava che l'aria tremasse per la paura di Dante e per la soggezione
che emanava il leone.
E apparve anche una lupa, che era così magra che sembrava carica di tutti i desideri, affamata, e aveva già tormentato (
fatto vivere male ) molte persone, la vista della lupa mi oppresse tanto con la paura che perdei la speranza di raggiungere la
cima del colle.

lince: lussuria, peccati carnali


leone: la superbia
la lupa: l'avidità (peccato peggiore), l'insaziabile

E come colui che volentieri guadagna ma che a un certo punto perde, e se perde tutto (figura retorica: endiadi) si affligge in
tutti i suoi pensieri e si dispera, così mi ridusse la bestia senza pace (la lupa), che venendomi incontro a poco a poco mi
respingeva giù dove era buio.

Mentre io sprofondavo, precipitavo nel bosco, davanti agli occhi mi si offrì chi sembrava fioco per un lungo silenzio (quasi
come un'ombra; fioco sia per una voce sia per una luce, quindi sia uditivo che visivo).

Quando vidi costui in questo luogo deserto (privo di esseri umani), gridai a lui :" Abbi pietà di me, chiunque tu sia, che tu
sia un ombra o che tu sia un uomo reale come sono un uomo reale io!"

Mi rispose: "Non sono un uomo (un essere in carne ed ossa) , lo sono stato, e i miei genitori furono originari del nord Italia,
originari entrambi di Mantova per patria.

Sono nato sotto Giulio Cesare , per quanto alla fine del suo periodo ( non ho avuto modo di conoscerlo) e sono vissuto a
Roma alla corte di Augusto (SOTTO IL BUON AUGUSTO, PERCHE LUI è colui che ha riportato la pace), nel tempo
degli dei pagani (falsi e bugiardi: endiadi).

Sono stato un poeta, e ho cantato di quel pio Enea (pietas è il rispetto), figlio d'Anchise che giunse da Troia dopo che la
superba città fu bruciata. Ma tu perchè ritorni in questa situazione di difficoltà? Perche non sali questo monte che è colpito
dai raggi dal sole (che ti porta verso una situazione positiva) che è il principio ragione di tutta la gioia?"

SPIEGAZIONE: Virgilio aveva scritto le bucoliche, 10 carmi cantati da pastori, (canto pastorale), il 4 di questi canti è
dedicato alla nascita di un bambino ,il bambino in questione è il figlio di asinio pollione, in questo testo dice che è nato un
bambino che riporta all'età dell'oro ( periodo in cui non c'è bisogno del commercio, tutti sono felici ,tutto è di tutti ,non c'è
aggressività) corrisponde al paradiso terrestre. Letto in chiave cristiana questo bambino è Gesù, quindi Virgilio risulta un
profeta perchè scrive e anticipa fatti che riguardano cristo. La rilettura cristiana ne da una lettura allegorica, questa diventa
l'anticipazione della venuta di Cristo: per questo Virgilio grande poeta e profeta, viene scelto da Dante.

Dante rimane incantato, Virgilio non si presenta, ma da degli elementi per farsi riconoscere

"ma allora sei tu quel Virgilio, quella fonte di poesia che hai sparso così largo fiume in parole poetiche" risposi io con un
atteggiamento vergognoso, umile (non si sente alla sua altezza). captatio benevolentia (capacità di catturarsi la benevolenza,
la disponibilità, l'ascolto dell'altro)

" O onore e luce degli altri poeti (faro per altri poeti) , mi valga ai tuoi occhi il lungo studio e il grande amore che mi ha
fatto cercare il tuo libro (tutto il tempo che ho speso ad analizzare l'Eneide).

Tu sei mio maestro e mio autore (nel senso di LA MIA AUTORITAS: il mio punto di riferimento,la mia fonte informativa)
tu sei soltanto colui da cui ho preso il bello stile che mi ha fatto onore (sei stato mio maestro dal punto di vista del contenuto
e della forma).
Vedi l'animale per cui sono tornato indietro, dammi una mano ad uscire da questa situazione perchè mi spaventa a tal punto
che mi tremano le vene e i polsi."

"A te conviene fare un altro percorso" mi rispose, quando mi vide piangere (Dante deve riuscire a far capire al lettore le
emozioni che lui prova, l'immagine di dante che piange, sono indizio del fatto che sta provando un emozione forte, perchè è
spaventato, non vede via d'uscita),

"se vuoi scampare (liberarti) da questo luogo selvaggio, perchè questa bestia (la lupa) per la quale sei tanto spaventato, non
lascia passare nessun altra persona lungo la sua via, ma impedisce a tal punto da uccidere (non c'è possibilità di passaggio)
(vuol dire che una volta che uno è preda di avidità non riesce a liberarsene da solo, è un peccato da cui un uomo non riesce a
liberarsi da solo), perchè ha una natura così malvagia e colpevole, che non sazia mai il suo desiderio, e dopo il pasto (una
volta ottenuto il pasto) vuole ancora e sempre di più, ha ancora più fame.

Molti sono gli animali con cui si accoppia (sono tante le persone che provano il sentimento di avidità) e saranno sempre di
più finchè (e ora parte una profezia), ficnhè non arriverà un cane da caccia che la farà morire con dolore .

lupa avidità, il cane che abbatte l'avidità chi sarà? Tante interpretazioni
chiosatori (scrivevano le chiose ovvero le spiegazioni a lato) e critici e interpreti. Dante lascia la profezia in modo generico.

Il veltro non avrà bisogno nè di terreni, nè di terre e nè di peltro (lega di metalli, quindi denaro) ( non sarà un grande
proprietario terriero o feudatario, nè avrà bisogno di grande denaro), ma si ciberà di saggezza, sapienza, amore e virtù
(valori,pregi qualità, sarà una persona superiore che non bada a i beni terreni) e la sua nascita sarà fra feltro e feltro

tante interpretazioni:

 riferimento geografico che vuol dire fra feltre e monte feltro, che vuol dire fra il veneto e la marca anconitana , lì
immezzo ci potevano stare gli Scaligeri quidni potrebbe essere Cangrante colui a cui dedica l'ultima cantica.
 il feltro era il tessuto con cui si foderavano le urne delle elezioni, quindi sarà qualcuno che viene votato?
 Il feltro era simile alla lana cotta che serviva per fare il saio dei frati. Sarà un frate?

Questo veltro sarà salvezza di quell'umile (che ha le coste basse) Italia per cui sono morti personaggi che appartengono
all'eneide : Camilla e turno (latini) Eurialo e Niso(di parte troiana).

Questo veltro caccerà la lupa da ogni luogo abitato , finchè l'avrà ricacciata nell'inferno, da dove un tempo prima era stata
tolta, presa dall'invidia (l'aveva tolta dall'inferno, il fatto di invidiare stimola l'avidità). Per cui per il tuo meglio rifletto e
decido (endiadi) che tu mi segua, io sarò la tua guida e io ti porterò via da qui attraverso i luoghi eterni, dove ci sono le
disperate grida (riferimento all'inferno dove ci sono persone che gridano contro il loro destino), vedrai coloro che per non
essere stati battezzati non hanno la possibilità di vedere Dio, e i ciascuno grida alla seconda morte,( cioè al perfezionamento
della condizione nell'aldilà , quella che si chiamava resurrezione dei morti) e vedrai anche coloro che sono contenti nei
patimenti, contenti nel fuoco (riferimento al purgatorio, qui la gente spera di giungere prima o poi fra le sedi beate).

Se vuoi salire in paradiso ,ci sarà un anima più degna di me per accompagnarti a ciò e ti lascerò con lei alla mia partenza
(dice già di Beatrice, Virgilio rappresenta la ragione umana); perchè quell'imperatore che regna lassù (Dio), siccome io sono
stato ribellante alla sua legge (virgilio era pagano) non accetta che io salga in paradiso. Dio regna da tutte le parti e qui ha la
sua reggia, lì è la sua città, li è il suo trono, felice è colui che è scelto di andare fin là. ( Virgilio rimpiange il fatto di non
essere parte del paradiso). Dante si rivolge a Virgilio e dice: Oh poeta, io ti supplico, ti chiedo con insistenza per quel Dio
che tu non hai conosciuto , in modo tale che io possa sfuggire a questa situazione in cui mi ritrovo, a questo male presente e
a cose peggiori a cui potrei venire incontro, che tu mi conduci là dove hai detto (che mi fai iniziare questo viaggio), in modo
tale che io veda la porta di San Pietro (non è la porta del paradiso, o il purgatorio e il paradiso) e i dannati.

Lui cominciò a camminare e io lo seguì.

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