PARINI
PARINI
PARINI
1754→ diviene prete e poi precettore presso i duchi Serbelloni→ rappresentanti aristocrazia
milanese)
1752→ scrive RIME DI RIPANO EUPILINO (nome di gusto arcadico) →raccolta 95 poesie
a stampo arcadico→ suscita interesse ambiente letterario→ entra ACCADEMIA DEI
TRASFORMATI
1762→ lascia casa Serbelloni e diventa precettore di Carlo Imbonati→ gli dedica l’ode
L’EDUCAZIONE
LA VITA
Nel 1752:
Pubblica una raccolta di liriche che lo fanno conoscere agli ambienti letterari e gli
valgono l’ammissione all’Accademia dei Trasformati (moderata, uno dei centri più i
portanti della cultura milanese, aperta alle nuove istanze illuministiche) → si lascia
coinvolgere nelle discussioni dell’Accademia→ si schiera:
contro l’attaccamento al passato in campo linguistico
in difesa dell’uso dei dialetti
Scrive le prime odi civili:
DIALOGO SULLA NOBILTÁ
DISCORSO SULLA POESIA
1. Dal 1754 al 1762 entra a servizio del Duca Serbelloni come precettore dei figli→
conosce dall’interno il mondo dell’aristocrazia milanese e inizia a nutrire un senso di
risentimento per quel mondo nobiliare superbo (rappresentato poi satiricamente nel
GIORNO). Inoltre la presenza di vari illuministi nei salotti della famiglia Serbelloni lo
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mettono in contatto con il circolo illuminista. Nel 1762 si licenzia a seguito di una
discussione con la duchessa.
2. Dal 1762 al 1768 entra al servizio di Carlo Imbonati (amante della madre di Manzoni),
di cui diventerà precettore.
Nel frattempo oltre ad alcune odi di argomento civile, Parini pubblica due poemetti
satirici contro la nobiltà oziosa, che per quanto usciti anonimi gli valsero grande
prestigio:
IL MATTINO
IL MEZZOGIORNO
Parini appare deluso dalla politica di Giuseppe II, successore di Maria Teresa, che sconvolge
una serie di istituzioni, imponendo direttive autoritarie. Scoppiata la Rivoluzione francese in
un primo momento la vede con speranza, come realizzazione dei principi illuministi di
liberta ed uguaglianza, poi assume posizioni sempre più negative. Con l’ingresso dei
francesi a Milano nel 1796, entra a far parte della municipalità, ma ben presto viene
emarginato. Nel 1799 assista al ritorno degli austriaci a Milano e all’inizio delle
persecuzioni di tutti coloro che risultavano contro il governo rivoluzionario. Muore il 15
agosto del 1799.
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Non abbraccia una visione rivoluzionaria (sostituire nobiltà con borghesia), né rifiuta le
gerarchie sociali → ma critica altezzosità, ozio e vita dissipata
Critica:
a. Sul piano civile → nella loro vita vacua, protesa ad una frivola ricerca del piacere,
non si curano di ricoprire incarichi utili al bene pubblico
c. Sul piano intellettuale → l’ozio non viene dedicato a coltivare gli studi che servono
all’avanzamento della cultura e della scienza
In questo brano, Parini si appropria di alcuni spunti della riflessione filosofica sensistica,
secondo la quale mediante la finzione artistica l’animo umano può ricevere delle emozioni
che lo rendono particolarmente ricettivo. L’arte, sostiene Parini, ha la capacita di attirare
l’attenzione del pubblico → deve sfruttarla per trasmettere un messaggio educativo. Infatti
se la poesia non si pone n compito educativo e sociale, secondo Parini diventa un’attività
sterile e frivola.
Neoclassicismo pariniano:
LE ODI
Parini scrisse 25 odi in un lasso di tempo che va dal 1757 al 1795. La componente arcadica e quella
illuministica confluiscono nell’adesione alla sensibilità neoclassica. L’ode è un testo poetico nato
nell’ antichità classica (Orazio, Pindaro), nella quale era utilizzato per messaggi importanti, di altro
significato morale e civile. (endecasillabo, settenario, struttura più semplice rispetto alla canzone)
La scelta da parte di Parini di questa forma poetica si spiega con la sua aspirazione a creare una
poesia che trattasse argomenti innovativi e attuali, senza tagliare i ponti con la tradizione letteraria,
capace di assicurare dignità formale ai contenuti.
Fasi composizione delle Odi:
Prima fase (1756-1769 circa) → temi sociali e civili (es. funzione sociale della cultura e
dell’educazione)
Seconda fase (1784-1795 circa) → temi personali (dimensione interiorità)
La vita rustica:
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Tema principale → confronto polemico città-campagna
Visione idilliaca della campagna come sede di una vita quieta e serena
accompagnata da una visione nuova del lavoro del contadino come attività
produttiva e socialmente utile
La salubrità dell’aria:
L’educazione:
I principi educativi che ispirano la sua pedagogia sono enunciati nell’ultima parte
del testo:
Il bisogno:
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Concorda con le posizioni di Cesare Beccaria → afferma che sono il bisogno e la
miseria a determinare la maggior parte dei delitti e quindi occorre non tanto
punirli, quanto prevenirli
La musica:
Attacca il malcostume di evirare i giovanissimi cantori per ottenere una voce dal
timbro particolare
Seconda fase:
Tematiche:
Il dono→ Parini ringrazia la marchesa Paola Castiglioni, che gli aveva donato
un’edizione delle tragedie di Alfieri
Lessico:
Nelle odi dell’impegno civile:
Adesione sensismo→ scelta espressioni nuove, lontane dallo stile arcadico e classico
(termini realistici e capaci di coinvolgere il lettore)
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Nelle ultime odi:
IL GIORNO
Il progetto di Parini, che si realizza nelle parti complete del Il Giorno, è quello di una poesia
civile, che si impegni attivamente nel sottolineare o nel denunciare difetti e corruzioni della
società, con un occhio di riguardo per i comportamenti della classe dirigente (aristocratica o alto
borghese), che ha le maggiori responsabilità in merito alla vita di tutta la cittadinanza.
Il poema in endecasillabi sciolti (no strofe e no rime fisse→ strumento duttile grazie
all’enjambement) aveva per argomento la descrizione della giornata di un nobile milanese e nel
progetto originario era suddivisa in tre parti:
1. Il mattino
2. Il mezzogiorno Vanno di pari passo alle odi illuministiche → riformismo asburgico
3. La sera → divisa poi in Il vespro e La notte → incompiuta
Il mattino → descrive il risveglio del giovin signore a tarda ora, dato che il giorno precedente
egli era a feste, balli e bevute. Poi vi sono la colazione, molto ricca e variegata e poi le
chiacchiere con i maestri di canto e di ballo. Dopo egli compie il dovere di accompagnatore di
dama, facendole compagnia e servendola in ciò che le serve per la giornata, e poi dopo una
piccola pausa con la favola mitologica tra Amore e Imene, l’allievo viene lavato e acconciato,
per recarsi città con la sua carrozza;
Il mezzogiorno → dove l’allievo si reca a tavola della dama, conversando di arte, commercio,
industria, con però una certa arretratezza e pregiudizio. A tavola poi, nessuno è soddisfatto del
cibo, nessuno ha fame, ma cerca solo di soddisfare il piacere e il palato raffinato. Dopo vi è
un’altra breve pausa con la favola del piacere, che mette in risalto l’inferiorità del popolo,
affermando che la differenza tra gli aristocratici e il popolo deriva dal fatto che i nobili hanno
come scopo di vita l’appagamento dei sensi e il piacere, mentre gli altri no. Fra coloro che sono
seduti a tavola vi è inoltre anche un vegetariano che commuove la dama che pensa alla sua
vergine cuccia, ovvero alla sua cagnolina che aveva morso il piede di un servo, il quale le aveva
dato un calcio. Dopo i diversi racconti, i commensali, per non sentire gli odori degli avanzi, si
ritirano e dopo il caffè, l’allievo gioca al tric-trac, un gioco da tavola;
Il vespro → dove all’imbrunire, il giovane e la dama, si recano con la carrozza, tramite le strade
cittadine (descritte dettagliatamente insieme al popolo) dai loro amici e amiche;
La notte → dove l’allievo si dedica alla composizione. Poi vi è la descrizione del salotto
notturno, e dei personaggi che lo frequentano, e infine si gioca con le carte da gioco.
Rispetto alle prime 2 parti, dove Parini si concentra maggiormente nel descrivere le giornate,
nelle ultime 2 vi è una dettagliata descrizione dell’aristocrazia, dei loro amori, litigi e soprattutto
divertimenti. Il tono con cui tutto ciò viene descritto è pensoso, e trasmette la delusione di Parini
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verso l’aristocrazia e i loro privilegi, con la speranza di un cambiamento. Solo in alcuni punti vi
è però proprio la polemica dell’autore, con la quale egli si distacca da tutto ciò.
Il Giorno sembra configurarsi come una poesia didascalica: un genere letterario che si propone
di impartire un insegnamento scientifico, religioso e morale. In realtà l’intento didattico viene
sostituito dall’ironia dell’autore, che si cela dietro il narratore-precettore.
Il precettore è la maschera dietro la quale si cela Parini. Tutto il suo discorso è fondato
sull’antifrasi, che ben si coglie dalla sproporzione tra ciò che viene esaltato e il modo in cui
viene esaltato. Se il precettore si mostra come se condividesse le posizioni del mondo
aristocratico, elogiando in modo iperbolico ed eccezionale, si percepisce chiaramente che dietro
le sue parole ci sono tutto lo sdegno del poeta e tutto il suo disprezzo nei confronti dei costumi
della nobiltà, Questa ironia è ulteriormente accentuata dall’elevatezza dello stile e delle
espressioni usate da Parini, ascrivibili al codice epico, grazie alle quali viene innalzato
smisuratamente ciò che nella realtà è basso e banale.
1. QUADRO STORICO
Governo di Maria Teresa d’Austria → esponente di quei dispotismi illuminati che si erano
formati in diversi stati europei. Alla sua vita riformatrice Parini era favorevole e ciò fa sì che
la poesia di quegli anni abbia una funzione civile particolarmente evidente, ovvero quella di
rieducare la nobiltà, ormai da tempo svuotata del suo ruolo civile e politico.
Governo di Giuseppe II → comportamento molto più autoritario con una netta predilezione
per le scienze a discapito della letteratura, ad esse asservita. Parini reagisce negativamente a
un tale cambiamento → allontanamento dalla concezione di una poesia civilmente utile +
scoppio Rivoluzione francese → segna fine mondo aristocratico con le barbarie del Terrore
(scappano)
2. PERSONAGGI
Partner→ la dama (simile al giovin signore per culto dell’apparenza e futili occupazioni
quotidiane)
Mancata caratterizzazione psicologica e di identità (niente nomi) → solo ruolo che recitano
3. MODELLO SPAZIO-TEMPORALE
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Ambientazione→ palazzo nobiliare (Parini lo aveva conosciuto direttamente)
Spazio in cui si svolge la giornata→ chiuso→ rimanda indirettamente alla chiusura del
mondo nobiliare nei confronti della via reale (fuori da palazzo) → spostamenti fuori da
palazzo simboleggiano brevi tragitti da uno spazio chiuso ad un altro
Annullamento di qualsiasi riferimento al divenire del tempo storico (solo eventi cosmici
come alba, notte, ecc.) e ad eventi politico-sociali→ la nobiltà è ormai fuori dalla Storia,
quindi il mondo della Storia non può entrare nella vita della nobiltà