Il Musical

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IL MUSICAL

Per una definizione del genere

Il termine musical, abbreviazione perlopiù di musical comedy o musical theatre, indica un genere teatrale,

ma anche cinematografico, che si avvale di più tecniche espressive di tipo artistico - canto, danza, dramma

e affini - per presentare in scena un'azione continuativa, centrata su una trama semplice ed immediata,

dallo sviluppo coerente.

Il musical è uno spettacolo derivato dall'operetta e adattato al gusto e al costume statunitense. Questo

spettacolo è costituito da una commedia, in genere brillante e di ambientazione americana nella quale

sono presenti brani che appartengono ai generi della musica leggera, del jazz, o derivano dall'opera lirica e

dal balletto. Tutti questi linguaggi sono uniti tra loro grazie a una orchestrazione elegante e perfetta. Nel

musical non c'è fusione tra i diversi linguaggi; i diversi generi sono invece affiancati in una compresenza ben

integrata e armonizzata.

Nel musical ogni particolare risulta indispensabile per la riuscita dello spettacolo, dai costumi alla

scenografia includendo regia, coreografie e luci senza dimenticare gli attori (o meglio, performers), che

devono essere in grado di comunicare emozioni ricorrendo, spesso contemporaneamente, a discipline

come la recitazione, la danza e il canto.

L'origine del genere è senza dubbio teatrale, legata all'ambiente di Broadway, e risale agli esordi del XX

secolo. Non bisogna però sottovalutare lo sviluppo anche cinematografico del musical, per più di un

motivo: anzitutto la reciproca influenza che ancor oggi si esercita tra i due filoni, ed in secondo luogo il

successo che il film musicale continua a registrare (si pensi, ad esempio, ai lungometraggi d'animazione

Disney). Inoltre, è necessario ricordare che fu il musical cinematografico ad essere esportato per primo in

ambito extra-americano. Ciò avvenne soprattutto grazie alle produzioni MGM e ad una pletora di artisti

assai noti alle platee internazionali, come Fred Astaire e Ginger Rogers, Gene Kelly, Mickey Rooney, Judy

Garland ecc...

Le origini del musical teatrale

Un genere tanto eterogeneo, votato, si direbbe oggi, alla multidisciplinarità, dovette fare i conti, fin dalla

nascita, con la varietà e la mescolanza. Parlando di musical non è certo possibile tracciare una genealogia

netta. Si devono, invece, citare tutta una serie di incroci ed innesti di generi teatrali, gli uni sugli altri.

A fine '800, nel distretto teatrale di Broadway, a New York, erano in voga più tipi di spettacolo sviluppatisi

nella seconda metà del secolo in Europa. Fra questi spiccavano la commedia musicale, l'operetta, il

vaudeville, la rivista (teatro di varietà) ed il burlesque. Si trattava di generi godibili, leggeri, facilmente

fruibili e perciò impostisi ai pubblici popolari di Francia, Austria ed Inghilterra . Ognuna di queste tipologie
di spettacolo aveva, naturalmente, una sua peculiarità e propri artisti.

La commedia musicale era imperniata su un'unica vicenda esile, a lieto fine, ed abusava di melodie

orecchiabili. L’esempio più riuscito fu quello di Gilbert e Sullivan, in Inghilterra negli anni '80 del XIX secolo.

L'operetta era invece costruita secondo una struttura più prosastica, in cui le parti cantate si intercalavano

alle scene di recitazione come numeri a sé stanti, ed era animata da un gusto parodistico nei confronti del

mondo borghese. Conobbe un primo periodo parigino satirico, con Offenbach, alla metà dell'800 e un

secondo periodo viennese sentimentale e gaio, con Strauss e Lehár nella seconda metà del secolo fino alla

Belle Époque.

Il vaudeville, che nella versione europea somigliava più ad un dramma brillante, ricco di equivoci e

situazioni piccanti, divenne in America una sorta di varietà, composto da esibizioni di acrobati, comici, brani

cantati ecc... e quindi qualcosa di molto simile alla rivista, di cui ricalcava la struttura a numeri miscellanei,

assiepati attorno ad un filo conduttore assai lieve. E’ un termine con il quale sono stati designati diversi tipi

di spettacoli nel corso dei secoli. Nel XV secolo, in Francia, si indicava con vaudeville una canzone conviviale

originaria di Vau-de-Vire (Normandia). Il vocabolo si corruppe e si trasformò nel Settecento in voix de ville

("voce di città"). Canzoni di questo tipo venivano spesso inserite nelle commedie in prosa dei théâtres de

foire (teatri da fiera), perché di facile esecuzione e note al pubblico. Nella seconda metà dell'Ottocento, il

nome di "vaudeville", designò commedie leggere e brillanti, non necessariamente ricche di brani cantati,

dense di equivoci e di situazioni piccanti. Negli Stati Uniti il termine "vaudeville" venne a indicare ciò che

noi chiamiamo “varietà” : uno spettacolo composto da numeri di acrobati, brani musicali e vocali eseguiti

da orchestrine familiari, esibizioni di comici, giocolieri, maghi, animali ammaestrati.

Nella rivista, il cui tempio americano fu il teatro di Florence Ziegfield a New York, era lo spettacolo in sé a

contare, piuttosto che il contenuto. L'importante era miscelare un po' di musica, di ballo, di recitazione, di

canto e saperli ben condire con coreografie e costumi d'impatto.

Il burlesque è un genere teatrale satirico, fiorito in Inghilterra nel XVII e XVIII secolo, che parodiava

particolari testi, attori o generi drammatici. Negli Stati Uniti, a metà del XIX secolo, il termine "burlesque"

designava uno spettacolo di varietà allestito con acrobati, comici e ballerine in costumi succinti. Durante gli

anni Venti e Trenta, lo spettacolo di spogliarello divenne un elemento fisso nel burlesque statunitense.

L'avvento dei nuovi mezzi di comunicazione (come il cinema o la radio) o di generi (come il musical)

determinò il lento ma inesorabile declino di questo tipo di spettacolo.

Una forma di intrattenimento teatrale tipicamente statunitense era invece il minstrel show. Nato e

sviluppatosi negli Stati Uniti nella prima metà dell'Ottocento, era composto da canzoni, danze e scenette

comiche interpretate generalmente da attori bianchi truccati da neri. Tra il 1850 e il 1870 il minstrel show
raggiunse l'apice: in quel periodo dieci teatri nella sola New York erano specializzati quasi esclusivamente in

questo genere di spettacolo. Dopo il 1870 la sua popolarità decadde rapidamente, e nel 1919 erano solo tre

le compagnie rimaste in tutti gli Stati Uniti. Motivi economici contribuirono alla decadenza: diventava

sempre più difficile, infatti, sostenere i costi di produzioni sfarzose che, allontanatesi dalla semplice forma

originaria, si facevano sempre più simili al vaudeville.

Infine, la pantomima è un’azione teatrale rappresentata da attori che si esprimono esclusivamente a gesti,

accompagnati eventualmente da musiche o commenti vocali. Il termine deriva dal greco pantómimos =

riproduzione imitativa di una totalità. La pantomima ebbe origine probabilmente delle zone meridionali

dell’Italia e fu introdotta a Roma durante l’impero di Ottaviano Augusto (primo imperatore romano, 63 a.C.

- 14 d.C.). Era una sorta di danza eseguita da un solista che, col volto coperto da una maschera, svolgeva

tutte le parti gesticolando e danzando, accompagnato da un coro e un’orchestra di flauti, pifferi e cembali.

Successivamente il termine “pantomima” assunse differenti significati:

• Il moderno spettacolo di mimo della scuola francese novecentesca di Etienne Decroux, Marcel Marceau,

Jean-Louis Barrault, Jacques Lecoq.

• La pantomima circense otto-novecentesca, con numeri mimico-acrobatici su un tema predefinito, quali ad

esempio ricostruzioni belliche equestri, numeri orientali con elefanti o parodie farsesche con clown.
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