Riv Francese

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LA RIVOLUZIONE FRANCESE

La Rivoluzione Francese è uno degli eventi storici più importanti della storia
Occidentale, poiché causò il cambiamento dell’assetto politico della Francia e segnò
il passaggio dall’età moderna a quella contemporanea. Essa ha inizio nel 1789,
quando, durante il regno di Luigi XVI e di Maria Antonietta, la Francia viveva un
periodo di crisi, e può essere considerata anche il tentativo di realizzare gli ideali
dell’Illuminismo come la sovranità popolare ed i diritti inalienabili; infatti, segna la fine
di istituzioni vecchie di secoli come l’assolutismo e ciò che rimaneva del sistema
feudale.

Se la data d’inizio del conflitto è chiara, individuarne la fine è più difficile e la data
presa in considerazione da molti storici è il novembre del 1799, quando, dopo una
degenerazione in un vero e proprio bagno di sangue per la mancata realizzazione di
tutti gli obiettivi dei rivoluzionari, Napoleone Bonaparte diventa Primo Console della
Repubblica con un colpo di stato.

• Le cause

Nel 1789 la Francia era sull’orlo della bancarotta per molti motivi. Uno dei più
evidenti erano le enormi spese sostenute dal re Luigi XVI e dai suoi predecessori per
il mantenimento della corte e per la partecipazione alla Rivoluzione Americana.

Dopo aver registrato una serie di problemi che riguardavano i pessimi raccolti, il
bestiame flagellato da epidemie ricorrenti per tutto il seguito, le conseguenti carestie,
ed un prezzo del pane alle stelle, Luigi XVI si decise a convocare gli Stati Generali,
un organismo di consultazione della nazione eletto sulla base delle tre classi in cui
era divisa la società francese: Clero, Nobiltà e Terzo Stato, categoria a cui
apparteneva la stragrande maggioranza della popolazione.

Infatti, nell’autunno del 1786, Charles Alexandre de Calonne, un economista,


propose al re un pacchetto di riforme finanziarie molto avanzate, che andavano ad
eliminare alcuni privilegi delle classi privilegiate: Nobiltà e Clero e, per scongiurare
una rivolta di queste stesse, il re aveva quindi bisogno di supporto. Sin dal giorno
della convocazione, il 5 maggio 1789, i delegati del Terzo Stato si riunirono
separatamente, per definire le richieste da sottoporre al sovrano, ma la situazione
degenerò quando si autoproclamarono Assemblea Nazionale, dichiarando di essere
gli unici rappresentanti della nazione. Infatti, già prima dell’incontro previsto per il 5
maggio, il Terzo Stato aveva iniziato a chiedere una rappresentazione più equa:
un’assemblea dove a contare sarebbero stati i voti singoli, “per testa”, e non per
“stato”. Questo andava contro gli interessi della nobiltà e del clero, che non erano
minimamente intenzioni ad abbandonare i privilegi di cui godevano tradizionalmente.

Entro una settimana, all’Assemblea Nazionale si unirono moltissimi membri del clero
e 47 nobili. Il 27 giugno, Luigi XVI fu costretto a riconoscere l’assorbimento di tutti e
tre gli ordini in un’unica nuova assemblea: l’Assemblea Nazionale Costituente. Fu
l'atto d'inizio della rivoluzione politica: i deputati dei tre ordini, infatti, si attribuirono il
compito di dare al paese una Costituzione.

• I primi scontri e le prime concessioni


Il 12 giugno, mentre l’Assemblea Nazionale si riuniva a Versailles, per le strade di
Parigi iniziavano a scoppiare i primi episodi di violenza, che davano di fatto il via alla
Rivoluzione Francese. I cittadini temevano un imminente colpo di stato militare. A
causa di questo clima teso, il 14 luglio alcuni rivoltosi assaltano la Bastiglia, una
fortezza che fungeva da carcere, in cerca di munizioni e polvere da sparo e, benché
la Bastiglia fosse il simbolo del potere regio, il re fu costretto a scendere a patti: ritirò
le truppe e concesse una Guardia nazionale, ossia un corpo armato che rispondeva
agli ordini della municipalità di Parigi.

Quando nelle campagne i contadini, in rivolta dopo anni di tasse e sfruttamento,


assaltarono le abitazioni degli esattori delle tasse e dei proprietari terrieri,
generarono un’insurrezione agraria, chiamata “Grande Paura”, che causò la fuga di
molti nobili dalle campagne verso Parigi, dove la borghesia era riuscita a riportare
una relativa calma, facendo sì che l’Assemblea Costituente abolisse una volta per
tutte il feudalesimo (si registra così la fine di un ordine costituito ormai superato) e
adottasse definitivamente la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino,
dove si elencavano i diritti naturali e inviolabili di ogni individuo (libertà di parola e di
pensiero, uguaglianza di fronte alla legge) e la separazione dei poteri statali.
Nei mesi successivi alla rivolta le manifestazioni proseguirono, ma il lavoro riformista
svolto dall'assemblea costituente sembrava poter mantenere l'equilibrio: la Francia
era ormai diventata una Monarchia Costituzionale dove il re era affiancato da un
governo di rappresentati degli Stati e nella quale, quindi, era stata adottata la
Costituzione.

Iniziava comunque ad emergere l’insoddisfazione delle frange più radicali della


Rivoluzione Francese incarnate da pensatori come Robespierre e Danton, che
ambivano ad una Costituzione Repubblicana, oltre che al processo pubblico di Luigi
XVI e ciò non fu altro che una reazione al clima ulteriormente appesantito dal fatto
che gli altri sovrani europei si stessero attrezzando per ripristinare in Francia l'Antico
Regime ed al fallito tentativo di Luigi XVI di fuggire all'estero, che non fece che
alimentare il discredito sulla corona e il disprezzo per la monarchia.

• La degenerazione del conflitto

Nell’aprile del 1792 una nuova Assemblea, l’Assemblea Legislativa, dichiarava


guerra all’Austria e alla Prussia, colpevoli secondo i francesi di ospitare esuli che
stavano organizzando una controrivoluzione. I membri più radicali dell’Assemblea,
Giacobini e Cordiglieri, nutrivano la speranza di poter diffondere attraverso tutta
l’Europa le idee della rivoluzione. D’altro canto, nella stessa Francia, il 1° agosto del
1792 si registrò una rivolta popolare, comandata dai Giacobini più estremisti, che
assaltarono la residenza reale di Parigi per arrestare il re e tutta la sua famiglia. Per
tutto il mese di agosto continuarono ad esserci ondate di violenza, in cui chiunque
venisse anche soltanto sospettato di essere contrario alla Rivoluzione Francese
poteva essere giustiziato.

Il 20 settembre 1792 poi avvenne la svolta: le truppe francesi, ingrossate dall'arrivo di


numerosi volontari, riuscirono a fermare l'avanzata austro-prussiana e, nello stesso
giorno, insidiò la Con venz ione, la nuova Assemblea Esecutiva e Legislativa che si
attribuì l'incarico di stabilire una nuova Costituzione per lo stato francese.
Il 25 settembre del 1792 viene proclamata la Repubblica Francese. Il 21 gennaio del
1793 Luigi XVI venne condannato a morte per alto tradimento e sia lui che sua
moglie, Maria Antonietta, vennero ghigliottinati nel 1793. Nel giugno del 1793 i
Giacobini assunsero il controllo della Convenzione Nazionale, istituendo una serie di
misure radicali, tra cui l’istituzione di un nuovo calendario (oltre che del sistema
metrico decimale in vigore ancora oggi), e la totale eradicazione del cristianesimo,
che venne sostituito da una vera e propria sacralità pubblica, o religione di stato.

• L’inizio della fine


Si aprì così il periodo più duro e violento della Rivoluzione Francese: il cosiddetto
“Terrore”: 10 mesi in cui verranno giustiziati alla ghigliottina migliaia di oppositori del
regime. Il responsabile di molte condanne fu Robespierre, a capo della Comitato di
Salute Pubblica finché non finirà ghigliottinato anche lui, il 28 luglio del 1794. I
francesi, esausti, iniziarono a chiedere la pace. I Giacobini persero credibilità, e su di
loro si abbatté la vendetta spontanea di coloro che desideravano un ritorno alla
monarchia (il Terrore Bianco). La Francia si avviava verso il ritorno al potere della
borghesia liberale, ciò causò, Il 22 Agosto 1975, il passaggio del potere esecutivo
nelle mani di un “Direttorio” composto da 5 membri, e nominato dal Parlamento. Le
proteste degli oppositori vennero soffocate dall’esercito, in cui iniziava ad emergere
un giovane generale di successo, Napoleone Bonaparte. Durante i 4 anni di
governo del direttorio, i problemi furono molti: crisi finanziarie, insoddisfazione da
parte del popolo, inefficienza burocratica ed una forte corruzione, tanto che nella
fase finale della sua carica riuscì a mantenere il potere quasi soltanto per merito
dell’esercito.

• La risoluzione del conflitto


Il 9 novembre del 1799, Napoleone Bonaparte riuscì ad abolirlo tramite un colpo di
stato, assumendo la carica di Primo Console. Con Napoleone la Francia,
profondamente ridefinita dai numerosi cambiamenti degli ultimi anni, arriverà al
dominio di quasi tutta l’Europa continentale.

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