principi di economia politica cap 5

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Capitolo 5:

meccanismi della costruzione della domanda e dell’offerta


fallimento dei mercati
quanto importante sono gli incentivi in economia – incentivo, semplificando, è il prezzo (es tasse benefici...)
in generale tutta l’economia cerca di capire come gli incentivi hanno un’influenza importante sul comportamento di
consumatori e imprese
esempio: campione di persone (negli USA) che vogliono smettere di fumare; due gruppi: una metà trattati
“tradizionalmente” (gruppi di supporto, cerotti alla nicotina ecc) e l’altra metà con un incentivo economico: 4% smette
col trattamento tradizionale / 16% smette con l’incentivo; dopo 6 mesi che smettono di ricevere l’incentivo, anche tra
chi lo prendeva il tasso di successo è al 50%); → questo vale per tutti gli ambiti dell’economia

Capitolo 5: Consumatori e incentivi


In economia le decisioni del consumatore vengono chiamate: “il problema del consumatore”: problema
perché dal punto di vista matematico corrisponde alla risoluzione di un problema matematico.
Il problema del consumatore si riferisce al modo in cui i consumatori pervengono alla scelta di che
cosa acquistare, e si compone di tre elementi:
1. che cosa piace al consumatore;
2. i prezzi di beni e servizi;
3. a quanto ammonta il budget del consumatore; (es l’irpef cambia il budget delle famiglie/consumatori.
Soprattutto nelle famiglie più povere dove anche una piccola variazione conta molto)
Gli economisti assumono che il consumatore tenterà di massimizzare i benefici del consumo.

I prezzi sono i più importanti incentivi studiati dagli economisti perché ci permettono di definire
formalmente il costo relativo dei beni.
L’ingrediente finale del problema del consumatore è quanto può acquistare.
L’insieme di bilancio (o budget set) è l’insieme di tutti i possibili “panieri” di beni e servizi che un
consumatore può acquistare con il suo reddito. budget set: tutte possibilità di consumo (reali); puoi anche
spendere meno di quello che hai;
Il vincolo di bilancio (o budget constraint) rappresenta, tra i beni e servizi che il consumatore può
scegliere, quelli che esauriscono interamente il suo budget./ combinazioni che ti permettono di
spendere tutto quello che hai a disposizione.
Poiché il vostro vincolo di bilancio è una linea retta, la sua pendenza è costante. Ciò significa che il
vostro costo opportunità è costante.

esempio : L’insieme di bilancio e il


vincolo di bilancio: budget di $300
da spendere in maglioni e jeans,
l’insieme di bilancio sintetizza i
panieri di maglioni (25$) e jeans
(50$) che potrebbero essere
acquistati.
il vincolo di bilancio può essere
rappresentato con una linea retta;
la pendenza della retta indica a
quanti jeans devo rinunciare per
comprare un maglione in più →
costo-opportunità: se voglio un jeans
in più pago comprando meno maglioni.
beneficio marginale: il valore che io do ad avere un maglione in più; se il beneficio è più alto del prezzo,
allora lo compro, (il secondo maglione avrà un beneficio più basso rispetto al primo).
la perdita in maglioni misura il numero di maglioni cui dovete
rinunciare per un paio di jeans in più. Il prezzo dei jeans è il doppio di
quello dei maglioni, per cui costo opportunità-jeans = 2 maglioni.
Costo opportunità-maglioni = 1/2 paio di jeans. Per ogni due
maglioni che decidete di acquistare dovete rinunciare a un jeans,
dato che il prezzo dei jeans è due volte il prezzo dei maglioni.

Il problema di ottimizzazione richiede un approccio basato sul ragionamento al margine. Usando


tale approccio, acquisireste il bene disponibile che produce i più alti benefici marginali per dollaro
speso.
Questa regola del processo decisionale può essere riassunta per mezzo di una semplice equazione:
Mbm: il beneficio marginale derivante dai maglioni;
Mbj: il beneficio marginale derivante dai jeans;
Pm: prezzo dei maglioni;
Pj; prezzo dei jeans;
→ arrivare a questa uguaglianza: arrivare combinazione perfetta; alla massimizzare il beneficio complessivo

Talvolta gli economisti chiamano questa equazione la regola dell’uguale soddisfazione per ogni
dollaro (equal bang for your buck)
In equilibrio, il rapporto tra benefici e prezzi deve essere identico per tutti i beni.
Se non è così, vuol dire che potete acquistare un differente paniere di beni e migliorare la vostra
situazione. Ovvero spostare il consumo verso un bene con maggior beneficio marginale per dollaro
speso.

Per fare una scelta ottima compariamo il beneficio marginale per unità di prezzo per maglione e
jeans.
Beneficio marginale decrescente: più è la quantità, minore è il valore. Si dovrebbe sempre spendere
ogni dollaro addizionale sul bene per il quale il beneficio marginale per dollaro speso è maggiore.
La politica agisce attraverso il sistema fiscale sia sui redditi (irpef e aiuti, esenzioni ecc) sia con imposizione chi
impongono sui beni di consumo, l’iva, le accise su tabacchi e alcolici…

Variazioni di prezzo
Quando il prezzo di un bene cambia in relazione all’altro, deve cambiare anche la pendenza del
vincolo di bilancio.
L’aumento del prezzo di un bene fa ruotare il
vincolo di bilancio verso l’interno.
Una rotazione verso l’interno del vincolo di
bilancio in seguito a un aumento di prezzo.
Riproducendo il grafico di prima, con un
aumento del prezzo dei maglioni, vediamo che il
vincolo di bilancio ruota verso l’interno, facendo
perno sull’intercetta che non cambia. Ciò
avviene perché il reddito del consumatore può
acquistare meno unità di un bene se il prezzo
sale. Anche la pendenza cambia perché, quando
il prezzo di un bene cambia, anche il costo
opportunità cambia

La diminuzione del prezzo di un bene fa ruotare


il vincolo di bilancio verso l’esterno.
La diminuzione del prezzo di un bene f ruotare il
vincolo di bilancio verso l’esterno. Ciò accade
perché il reddito del consumatore può
acquistare più unità di un bene se il prezzo
scende. Anche la pendenza cambia, perché
quando il prezzo cambia anche il costo
opportunità cambia.

Variazioni di reddito

Un incremento del reddito sposta il vincolo di bilancio verso


l’esterno. La pendenza del vincolo non varia perché i prezzi
relativi non sono cambiati.
Spostamento verso l’esterno del vincolo di bilancio in
seguito a un incremento del reddito. Un incremento del
reddito sposta il vincolo di bilancio verso l’esterno. Per
comprenderlo, si consideri che cosa succede al numero di
jeans e maglioni che potete acquistare se il budget è
aumentato: le quantità salgono. Inoltre, la pendenza non
cambia, perché il costo opportunità di acquistare maglioni o
jeans non cambia con l’aumento del reddito
Dal problema del consumatore alla curva di domanda
La disponibilità individuale a pagare misurata su differenti quantità dello stesso bene genera la
curva di domanda individuale.
La curva di domanda isola il contributo dato dal prezzo di un bene per determinare la quantità
domandata in un dato periodo (ceteris paribus).
Ogni punto sulla curva di domanda rappresenta un livello unico di prezzi e quantità.

Curva di domanda per i jeans.


La curva di domanda mostra come la quantità
domandata dipenda dal prezzo del bene. La tabella
riassume la quantità domandata di jeans a differenti
prezzi. La figura rappresenta graficamente quei numeri
ponendo la quantità domandata sull’asse delle x e il
prezzo sull’asse delle y.
(ulteriore semplificazione – considera solo i jeans)
La curva di domanda fornisce un’indicazione di quante paia
di jeans vorreste acquistare a ogni livello di prezzo. La curva
di domanda è inclinata negativamente, (verso il basso):
quando il prezzo sale, la quantità domandata diminuisce,
perché il costo opportunità dell’acquisto di un paio di jeans
aumenta.

Il surplus del consumatore


Nei mercati, il processo decisionale ottimale da parte dei consumatori spesso genera benefici totali
superiori al prezzo che pagano per i beni che acquistano.
Il surplus del consumatore è la differenza tra la disponibilità a pagare e il prezzo pagato per quel
bene.
I policy maker (coloro che elaborano le politiche pubbliche) spesso usano il surplus del
consumatore per misurare l’impatto dei provvedimenti da adottare.
(→ in equilibrio il prezzo di mercato è uguale per tutti, ma qualche consumatore sarebbe disposto a pagare
di più)

Calcolare il surplus del consumatore:


Il surplus del consumatore è la distanza
verticale tra la vostra massima disponibilità a
pagare e il prezzo di mercato, che
rappresentiamo con le linee blu.
( il primo paia di jeans saremmo disposti a
pagarlo 100, quindi saremmo disposti a
spendere 50 in più (= guadagnare 50 in termini
di surplus del consumatore), per il secondo 25
in più, il terzo il prezzo che siamo disposti a
pagare è uguale al prezzo di mercato);
Surplus del consumatore a livello di mercato:
Grafico rappresentante una curva di domanda di
mercato per i jeans: la quantità venduta è cresciuta
considerevolmente; si può pensare al surplus del
consumatore a livello di mercato come l’area del
triangolo sotto la curva di domanda di mercato e
sopra il prezzo di mercato.
(molti consumatori danno ai jeans un valore più alto del
prezzo di mercato)

Un senso di vuoto: perdita di surplus del consumatore quando il prezzo aumenta


I policy maker spesso usano il surplus del consumatore per misurare il valore in dollari dei
guadagni che i consumatori ricavano da un mercato specifico e la variazione apportata a questi
guadagni dai provvedimenti proposti.

Surplus del consumatore a livello di mercato quando


i prezzi cambiano:
esempio: il prezzo dei jeans passa da 50 a 75.
Quando i prezzi aumentano, il surplus del
consumatore diminuisce. Il grafico sintetizza
visivamente la spiegazione: più alto è il prezzo, più
piccola è la differenza tra la disponibilità a pagare e il
prezzo di mercato. Inoltre più alto è il prezzo, minore
è la quantità domandata.

aggiungendo una tassa, posso confrontare la differenza


tra differenza dei surplus del consumatore con
l’introito/gettito della tassa, oppure posso paragonarlo
con la diminuzione di benessere nei consumatori;
(possiamo usare questo modello anche per il reddito di
cittadinanza; gruppo di cittadini colpiti – parità di
benessere per aver perso il reddito, confrontato con
quello che guadagna lo stato non dovendolo pagare)

Risultati sperimentali ottenuti da uno studio sul fumo.


Questa figura riassume i risultati dello studio sul fumo. Ogni
barra rappresenta la percentuale che hanno smesso di
fumare. La % di fumatori che ha smesso nel gruppo con
incentivi è molto più alta di quella del gruppo senza incentivi.
(16% con gli incentivi contro 4% senza)
→ tendenzialmente gli incentivi funzionano finché durano
Elasticità della domanda:
elasticità: numero usato per riassumere la domanda: rapporto tra variazioni percentuali delle variabili in comune
(quantità domandata e prezzo)
L’elasticità misura la sensibilità di una variabile economica a una variazione di un’altra variabile
economica (ci dice quanto cambia una variabile quando un’altra variabile cambia).
È il rapporto tra variazioni percentuali delle variazioni in questione.
Le elasticità possono assumere diverse forme (consideriamo quelle più importanti, associate alle
curve di domanda):
1. Elasticità della domanda rispetto al prezzo; (es: quanto cambia la domanda di jeans all’aumentare il suo
prezzo)
2. Elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo; (es: quanto cambia la domanda dei jeans se
aumenta il prezzo dei maglioni; oppure il cambiamento del consumo di pesce se aumenta il prezzo della carne) (il
valore può essere sia positivo che negativo)
3. Elasticità della domanda rispetto al reddito; (quando spendo in più se aumentano i soldi che ho; il valore
può essere sia positivo che negativo, generalmente è positivo, ma non per i beni inferiori che si consumano di meno se
ho più soldi a disposizione, come ad esempio il cibo dei fast food)

L’elasticità della domanda rispetto al prezzo misura la variazione % della quantità domandata di un
bene derivante da una variazione % del prezzo del bene.
Formalmente è calcolata come segue:
Elasticità della domanda rispetto al prezzo

A causa della legge della domanda, l’elasticità della domanda rispetto al prezzo sarà generalmente
negativa (spesso, però, si tralascia il segno meno).
Elasticità di prezzo più alte significano che i consumatori sono più sensibili a un cambiamento di
prezzo.
> 1 : la variazione % della quantità domandata è maggiore della variazione % del prezzo. Ogni
incremento di prezzo porterà a ricavi inferiori.
< 1 : la variazione % della quantità domandata è minore della variazione % del prezzo. Ogni
incremento di prezzo porterà a ricavi superiori.
= 1 : la variazione % della quantità domandata è uguale alla variazione % del prezzo. Ogni
incremento di prezzo lascerà i ricavi immutati.

La curva di domanda di Jacob per la preservazione


delle trote.
La curva di domanda lineare per la preservazione delle
trote qui rappresentata illustra il modo in cui
l’elasticità rispetto al prezzo varia lungo una curva di
domanda lineare. La figura mostra che più ci si muove
verso destra lungo la arte inferiore della curva di
domanda più la domanda è inelastica. Nel punto A la
domanda è elastica, mentre nel punto B la domanda è
inelastica
Nonostante la curva di domanda sia una retta, la
curva di domanda non è sempre uguale.
Anche se quando la domanda è lineare la pendenza è la stessa per l’intera curva, l’elasticità varia.
L’elasticità d’arco è un’altra misura per calcolare l’elasticità.
Il vantaggio di questo metodo è che, usando ne calcolo il prezzo medio e la quantità media, realizza
un’elasticità stabile indipendente dal punto di partenza:

Misure dell’elasticità
I beni con un’elasticità rispetto al prezzo maggiore di 1 hanno una domanda elastica, quando
l’elasticità della domanda rispetto al prezzo è maggiore di 1, la variazione % della quantità
domandata è maggiore della variazione % del prezzo .
Teoricamente, la domanda può essere perfettamente elastica (grafico a), il che significa che la
domanda è molto sensibile alle variazioni di prezzo.
I beni con un’elasticità della domanda rispetto al prezzo uguale a 1 hanno un domanda con
elasticità unitaria (grafico b). Per tali beni, una variazione del prezzo dell’1 per cento influisce sulla
quantità domandata esattamente nella misura dell’1 per cento. In questo caso, un incremento di
prezzo non influenza la spesa totale per il bene.
I beni con un’elasticità della domanda rispetto al prezzo inferiore a 1 hanno una domanda
anelastica. Quanto l’elasticità della domanda rispetto al prezzo è inferiore a 1, la variazione % della
quantità domandata è minore della variazione % del prezzo.
La domanda può anche essere perfettamente inelastica (grafico c), intendendo con ciò che la quantità
domandata non è in alcun modo influenzata dal prezzo.

Esempi (estremi) di curve di domanda


Da sinistra a destra sono presentate una curva di domanda perfettamente elastica, una curva a
elasticità unitaria e una curva di domanda perfettamente inelastica. Benché ci occupiamo principalmente di
semplici curve di domanda lineari, considerare casi estremi come questi può essere utile a livello intuitivo.
a: elasticità “infinita” (anche questo non esiste) la minima variazione di prezzo ha un fortissimo
impatto sul consumo
(una linea retta ci può essere in alcuni tratti – non alle estremità)
b: posso calcolare una differenza di prezzo tra un prezzo = 3 o =2;
c: beni che consumi in quantità fissa, non posso farne a meno, il prezzo non ha nessuna influenza
(non esistono beni che hanno elasticità = 0, es consumo benzina x trasporto individui singoli)
Esempi reali di elasticità
( mercato americano –
2013); il vino ha perfetta
elasticità unitaria (1% →
aumento il prezzo,
diminuisci il consumo),
sotto lo 0 ci sono beni di
prima necessità o beni che
danno dipendenza.

Le tre principali ragioni delle differenze di elasticità:


1. esistenza di stretti sostituti: quando il numero di sostituti disponibili cresce, l’elasticità della
domanda rispetto al prezzo cresce; televisione: ci sono tanto sostituti (abbonamento netflix, prime, disney+
… utilizzabili da pc, smartphone ecc; cambiamento degli ultimi anni)
2. quota del budget per il bene: quando spendete una parte maggiore del vostro budget per quel
bene, l’elasticità della domanda rispetto al prezzo aumenta (famiglie più povere che la maggior parte del
budget va in cibo ...)
3. tempo a disposizione per gli aggiustamenti: i consumatori, in generale, nel breve periodo
reagiscono molto meno che nel lungo periodo alle variazioni di prezzo (affitti: tempo necessario alla
domanda per adeguarsi è elevato / prezzo benzina – auto elettriche/benzina, non si compra una macchina molto
spesso… )

L’elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo è una misura della variazione % della
quantità domandata di un bene dovuta alla variazione % del prezzo di un altro bene.
Formalmente, è calcolata come segue:
Elasticità incrociata rispetto al prezzo:

Questa misura fornisce l’elasticità della domanda per il bene X rispetto al prezzo del bene Y.
Se l’elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo è negativa, allora i due beni sono
complementari. due beni sono complementari quando la caduta del prezzo di un bene porta a uno spostamento a
destra della curva di domanda per l’altro bene
Se l’elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo è positiva, allora i due beni sono sostituti.
Due beni sono sostituti quando l’aumento del prezzo dell’uno produce uno spostamento a destra della curva di
domanda dell’altro
→ la formula dell’elasticità incrociata rispetto al prezzo è importante perché i mercati sono tutti collegati tra
loro e le famiglie (generalmente i consumatori) hanno un budget unico
((stime, non sempre ci sono connessione sono evidenti di beni complementari/sostituti))
L’elasticità della domanda rispetto al reddito è una misura della variazione % della quantità
domandata di un bene dovuta a una variazione % del reddito del consumatore.
Formalmente, è calcolata come segue:
elasticità rispetto al reddito:

Se la quantità domandata aumenta all’aumentare del reddito, un bene è normale.


Se la quantità domandata diminuisce all’aumentare del reddito, un bene è inferiore.
I beni con un’elasticità rispetto al reddito superiore all’1% sono chiamati beni di lusso (definizione un
po' arretrata…).

(dati presi in considerazione negli USA)

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