Ferdinandea (Calabria)
Ferdinandea (Calabria) | |
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Stati | Italia |
Regioni | Calabria |
Territorio | Al centro delle Serre calabresi in comune di Stilo, |
Lingue | italiano, calabrese |
La Ferdinandea ex fonderia borbonica, è situata in un territorio di 3600 ettari delle Serre calabresi del comune di Stilo, nella provincia di Reggio Calabria. La zona è quasi ricoperta interamente da boschi di faggio e abete e si dispone su un profilo altimetrico compreso tra 501 e 1415 metri sul livello del mare. Vi sorge la "Reale Fonderia Ferdinandea", del 18º secolo, posta nel territorio di Stilo a 1061 metri di altitudine.
Geologia
[modifica | modifica wikitesto]La geologia dell'area si caratterizza da rocce acide biotiche come quarzo, mouronite e granito, con bassa permeabilità[1].
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]La zona si trova alle pendici della Serra di Chindilli e vi scorrono tre ruscelli: il Folea, L'Azzarola e lo Stilaro.
La Ferdinandea ha un clima tipico del fagetum caldo, montano appenninico con precipitazioni annue di 2000 mm, un periodo di siccità da luglio fino alla metà di settembre. L'umidità è sempre superiore al 50% tutto l'anno[1].
La flora è composta per la quasi totalità da abete bianco, faggio e pino rosso, ma sono presenti anche castagno, quercia e pioppo. Sul territorio sono presenti le 5 sorgenti delle fiumare Stilaro, Assi, e dei torrenti Ruggero (affluente dello Stilaro), Don Luca e Mula (affluente dell'Assi)[2].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]«Fresca profonda verde foresta. La luce vi è mite, delicatissima, il cielo pare infinitamente lontano; è deliziosa la freschezza dell'aria; in fondo al burrone canta il torrente; sotto le felci canta il ruscello ...
Si ascende sempre, fra il silenzio, fra la boscaglia fitta, per un'ampia via ...
Tacciono le voci umane ...
Non v'è che questa foresta, immensa, sconfinata: solo quest'alta vegetazione esiste.
Siamo lontani per centinaia di miglia dall'abitato: forse il mondo è morto dietro di noi.
Ma ad un tratto, tra la taciturnà serena di questa boscaglia, un che di bianco traspare tra le altezze dei faggi.
Questa è Ferdinandea.»
Nel 1833 Ferdinando II di Borbone si reca in zona per inaugurare le nuove ferriere costruite sulle rovine delle Ferriere del Piano della Chiesa[3]. L'area prenderà il nome in suo onore[3]. Le ferriere sarebbero servite per produrre ghisa in supporto alle altre di Mongiana raggiungibili da un tratturo. La prima colata avverrà nell'altoforno Sant'Antonio ed il re alloggerà per poche ore negli appartamenti antistanti[3].
Successivamente vi costruirono la caserma, gli edifici residenziali e amministrativi, le scuderie e le stalle[4].
Con la nascita dello stato italiano il governo italiano vende tutti gli stabilimenti siderurgici e i boschi del circondario ad un'asta vinta dall'ex garibaldino e poi parlamentare del nuovo regno Achille Fazzari nel 1874[5]. Egli tentò di riattivare il centro siderurgico chiuso all'inizio del Regno d'Italia per motivi politici ma alla fine abbandonò i beni di Mongiana anche per l'assenza di aiuti da parte del governo e riconvertì tutto in un'azienda agricolo-pastorale. Si dedicò tuttavia alla zona della Ferdinandea, dove vi era la produzione di acqua minerale, una piccola centrale idroelettrica (Centrale idroelettrica Ferdinandea (progettata e realizzata dall'Ingegnere tedesco Guglielmo Freyburg), usata poi nella seconda metà del '900 come cabina elettrica di supporto alla Centrale idroelettrica Marmarico[6]), e segherie. Alla fine dell'Ottocento per volere di Fazzari furono anche costruite due tratte ferroviarie[5], delle quali una lunga 20 km partiva da località Cerasella, passando per Ferdinandea e arrivava nella frazione di Caulonia a Ziia.[7]. Anche queste opere furono progettate e realizzate dall'Ingegnere tedesco Guglielmo Freyburg.
Per 40 anni la Ferdinandea diventa un importante centro economico calabrese. A Ferdinandea fu ospite anche Matilde Serao[7].
Oggi
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente la zona è meta di turisti, oltre a visitare la villa borbonica e la ferriera, si possono fare escursioni sui sentieri contrassegnati dal CAI. Il territorio fa parte del Parco naturale regionale delle Serre. Dalla villa borbonica si può raggiungere la diga Giulia (in onore di una certa contessa Panza[6])[5] costruita nel 1961 da maestranze locali e il suo invaso di 15.000 metri quadrati e una capacità di circa 100.000 metri cubi in 20 minuti, la diga Azzarella in un'ora, la cascata del Marmarico di Bivongi in un'ora e mezza e la vetta più alta delle Serre, il monte Pecoraro in un'ora. Nei pressi della tenuta Ferdinandea, si trova la fonte di Acqua Minerale Mangiatorella, nota per le sue proprietà già dal 1904.
Dalla Ferdinandea passa il sentiero del brigante, itinerario per escursionisti di lunga percorrenza, individuato e realizzato dal G.E.A. - Gruppo escursionisti d'Aspromonte nel 1989. Il sentiero del Brigante collega Gambarie di S. Stefano in Aspromonte a Serra S. Bruno e Stilo.
È un'area in cui è attiva la produzione di legname, e dove, durante il periodo, si va alla ricerca di funghi.
Archeologia industriale
[modifica | modifica wikitesto]Luogo interessante dal punto di vista dell'archeologia industriale. È un territorio infatti facente parte dell'Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria[5] per la presenza della ferriera (da restaurare) che lavorava il minerale estratto nelle miniere di Pazzano (dal monte Stella) per produrre ferro ed il neo-parco siderurgico sito in località "chiesa vecchia" inaugurato nel 2015 con i resti di una fornace, di una chiesa e del palazzo amministrativo. Sempre nell'area vi è ancora la presenza di tre piccole dighe: la diga Azzarera, la diga Giulia e la diga Ruggero nonché le condotte che convogliavano l'acqua verso le due piccole centrali idroelettriche (Marmarico e Guida) di Bivongi lungo il Folea più a valle.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Ferdinandea.com. URL consultato il 13 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2012).
- ^ Ferdinandea.com. URL consultato il 13 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2013).
- ^ a b c Manno 2008.
- ^ Le Serre calabresi, terredelmediterraneo.org, su terredelmediterraneo.org. URL consultato il 20 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2012).
- ^ a b c d Le Reali Ferriere, storia di un glorioso passato • Meraviglie di Calabria, su www.meravigliedicalabria.it, 5 settembre 2023. URL consultato il 18 febbraio 2024.
- ^ a b Emanuele Valenti, L'impianto idroelettrico del Marmarico, su vallatadellostilaro.com. URL consultato il 16 giugno 2013.
- ^ a b Il ferro in Calabria di Danilo Franco, p104,p161
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Cunsolo, Tra le foreste di Ferdinandea, Forni editore, 1906.
- Danilo Franco, Il ferro in Calabria. Vicende storico-economiche del trascorso industriale calabrese, Reggio Calabria, Kaleidon editrice, 2003, ISBN 88-88867-01-5.
- cid Manno, 2008 Brunello De Stefano Manno, Le reali ferriere ed officine di Mongiana, II edizione, Cosenza, Città Calabria Edizioni, 2008, ISBN 978-88-88948-56-0.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Serre Calabresi
- Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria
- Parco siderurgico di Chiesa Vecchia
- Fonderia Ferdinandea
- Stilaro
- Assi (fiumara)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file di Ferdinandea
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ferdinandea.com. URL consultato il 12 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2013).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 304922508 |
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