Coordinate: 45°39′41.14″N 9°53′46.86″E

Gandosso

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Gandosso
comune
Gandosso – Stemma
Gandosso – Bandiera
Gandosso – Veduta
Gandosso – Veduta
Veduta con la parrocchiale dell’Annunziata
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
SindacoAlberto Maffi (lista civica-Lega Nord) dall'8-6-2009
Territorio
Coordinate45°39′41.14″N 9°53′46.86″E
Altitudine488 m s.l.m.
Superficie3,13 km²
Abitanti1 435[2] (31-5-2021)
Densità458,47 ab./km²
Frazioninessuna[1]
Comuni confinantiCarobbio degli Angeli, Castelli Calepio, Credaro, Grumello del Monte, Trescore Balneario
Altre informazioni
Cod. postale24060
Prefisso035
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016109
Cod. catastaleD906
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 763 GG[4]
Nome abitantigandossesi
PatronoAnnunciazione della Beata Vergine Maria
Giorno festivo25 marzo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Gandosso
Gandosso
Gandosso – Mappa
Gandosso – Mappa
Posizione del comune di Gandosso nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale

Gandosso [ɡanˈdɔsːo] (Gandòss [ɡanˈdɔs] in dialetto bergamasco[5][6]) è un comune italiano di 1 435 abitanti[2] della provincia di Bergamo in Lombardia.

Situato sul lato destro della Valcalepio, dista circa 30 chilometri ad est dal capoluogo orobico.

In posizione defilata, è posto sulle pendici delle colline da cui si gode un'ottima visuale sull'alta Valcalepio e su gran parte del Sebino.

Si pensa che la presenza umana affondi le proprie origini nell'età preistorica, data la particolare conformazione del territorio collinare è cosparso di un gran numero di grotte ed anfratti naturali, che avrebbero potuto garantire rifugio ai primi abitanti. Anche se in esse non sono stati rinvenuti resti di una certa consistenza, recenti studi avallerebbero questa tesi.

Le grotte più conosciute sono quella chiamata Dol Mosc, la Luga e la Molera. Quest'ultima, situata nella parte bassa del territorio sul confine con Credaro, venne interessata anche da un'intensa attività estrattiva di pietre utilizzate per macinare il grano, fin dai tempi della dominazione romana. Quest'attività ha sempre garantito una solida fonte di occupazione e di reddito per gli abitanti, fino alla seconda metà del XX secolo, quando queste subirono un progressivo ma inesorabile abbandono.

Tuttavia non si sviluppò un vero e proprio borgo fino al periodo medievale, quando il territorio venne inserito nei possedimenti della famiglia dei conti Calepio, proprietaria di gran parte dei terreni e degli edifici più importanti del circondario. Questi mantennero il predominio su Gandosso per alcuni secoli, traghettando il paese dal periodo medievale a quello della Repubblica di Venezia, epoca in cui venne istituita la contea di Calepio.

Nonostante questa apparente tranquillità e linearità degli avvenimenti, anche questi territori furono interessati dagli scontri di fazione tra guelfi e ghibellini, tanto da subire ritorsioni da parte dei Visconti, famiglia milanese acerrima nemica della Serenissima. Al riguardo venne allora decisa la costruzione di un castello, che ben presto assunse la fama di luogo inaccessibile, tanto che tra gli abitanti era usanza dire di essere sicuri come all'interno del castello di Gandosso. Questo tuttavia non garantì lunga durata al maniero, che venne distrutto dai francesi verso la fine del XVIII secolo, del quale ora restano soltanto alcuni resti delle fondamenta, tratti di muratura ed una scalinata scavata nella roccia.

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 17 novembre 1992.

«Semipartito troncato: nel PRIMO, di rosso, alla quercia sradicata d'oro; nel SECONDO, di argento, ai due grappoli d'uva di porpora, pendenti dal tralcio di verde, posto in fascia, pampinoso di due, un pampino a destra, l’altro a sinistra, di verde; nel TERZO, di azzurro, al castello d'oro, merlato alla guelfa, formato da due torri riunite dalla cortina di muro, le torri merlate di tre, la cortina di sei, murato e chiuso di nero, finestrato di tre dello stesso, fondato sulla collina trapezoidale, erbosa di verde, fondata in punta. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo troncato di azzurro e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse

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La chiesa parrocchiale dell'Annunciazione fu edificata nel 1679 in stile barocco su progetto di Andrea Fantoni e custodisce un buon numero di opere di valore, tra le quali spiccano sculture lignee ed intarsi marmorei di scuola fantoniana. Di buon pregio sono anche i dipinti di Girolamo Castelli e di Antonio Balestra ed un organo di produzione della famiglia Bossi. A lato di questo edificio sacro si sviluppa un piccolo agglomerato di edifici, tra i quali un tempo faceva bella mostra di sé il Palazzo Gonzaga che, di origine signorile, ha oggi perso le caratteristiche che lo contraddistinguevano. La chiesa è sede dell'omonima parrocchia afferente al vicariato di Predore, diocesi di Bergamo.

Merita infine menzione il santuario della Madonna del Castello. Edificato in posizione panoramica, di poco discosto dal centro del paese, possiede un gran numero di ex voto degli abitanti, una Via Crucis risalente al XV secolo ed un dipinto raffigurante la Madonna con Bambino, da molti ritenuto miracoloso.

Di particolare interesse sono anche le numerose cascine rurali che costellano il territorio, ricordando il lato rurale di questo paese, conservato fino a qualche decennio fa.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[7]

Amministrazione

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  1. ^ Comune di Gandosso - Statuto
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2021 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 296, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  7. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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