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Lev Jašin

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Lev Jašin
Jašin nel 1965
NazionalitàUnione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica
Altezza189 cm
Peso82 kg
Calcio
RuoloPortiere
Termine carriera1º gennaio 1971
Carriera
Giovanili
19??-1945non conosciuta (bandiera) Krasnyj Oktjabr'
1945-1949Dinamo Mosca
Squadre di club1
1949-1971Dinamo Mosca326 (-220)
Nazionale
1954-1970Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica74 (-68)
Palmarès
 Olimpiadi
OroMelbourne 1956
 Europei di calcio
OroFrancia 1960
ArgentoSpagna 1964
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Hockey su ghiaccio
RuoloPortiere
Termine carriera1953
Carriera
Periodo Squadra PG G A Pt
Squadre di club0
1951-1953 Dinamo Mosca ? 0 0 0
Palmarès
Trofeo Vittorie
Coppa sovietica 1

Vedi maggiori dettagli

0 Dati relativi al campionato e ai playoff.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Lev Ivanovič Jašin (in russo Лев Ива́нович Я́шин?; Mosca, 22 ottobre 1929Mosca, 20 marzo 1990) è stato un calciatore e hockeista su ghiaccio sovietico, di ruolo portiere.

Soprannominato Ragno Nero e Pantera Nera per via dell'uniforme scura che era solito indossare, è considerato uno dei migliori portieri della storia del calcio.[1][2][3][4][5] Unico nel proprio ruolo a vincere il Pallone d'oro, nella classifica della International Federation of Football History and Statistics è stato votato come miglior portiere del XX secolo.[6] Occupa l'11ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla rivista World Soccer[7] e nel 2003 è stato insignito del titolo onorifico di Golden Player della Russia come miglior giocatore russo dell'ultimo mezzo secolo (1954-2003).[8] Nel 2020 è stato inoltre eletto miglior portiere della storia dal settimanale France Football, battendo la concorrenza di Gianluigi Buffon e Manuel Neuer ed è stato pertanto inserito nel Dream Team del Pallone d'oro.

Nell'arco della propria carriera calcistica Jašin ha disputato 812 incontri ufficiali,[9][10] mantenendo la propria porta inviolata in 207 occasioni[3][5][9][11] (270 secondo altre fonti).[4][12][13] Ha sempre militato nella Dinamo Mosca, con cui ha conquistato cinque campionati sovietici e tre Coppe dell'URSS. Conta 74 presenze nella nazionale sovietica, con la quale ha vinto una medaglia d'oro ai Giochi olimpici del 1956 e un campionato d'Europa nel 1960. Nel 1964 ha nuovamente raggiunto la finale del torneo continentale, perdendola però contro la Spagna.

Nel 1953, prima di dedicarsi al calcio, ha vinto una coppa sovietica di hockey su ghiaccio, sempre come portiere della Dinamo Mosca.

Per i meriti sportivi acquisiti nel corso della carriera e per il lustro dato all'URSS, Jašin fu insignito nel 1967 dell'Ordine di Lenin,[11] la massima onorificenza sovietica in tempo di pace e la seconda in assoluto per importanza.

Nato in una famiglia di operai dell'industria pesante, Ivan Petrovič Jašin e Anna Mitrofanovna, morta nel 1935, iniziò a lavorare in fabbrica a 14 anni, durante la seconda guerra mondiale, per rimpiazzare i colleghi più anziani impegnati al fronte.[2][13][14]

Per buona parte della sua carriera calcistica Jašin ha percepito uno stipendio mensile equivalente a quello di un sergente del KGB o di un insegnante di educazione fisica, fino ad arrivare, all'apice della carriera, a circa 200 rubli al mese;[15] questo perché gli atleti della Dinamo Mosca (squadra del Ministero dell'interno)[5] venivano finanziati e retribuiti dallo Stato in quanto suoi dipendenti.[16]

Già reduce da un'emorragia cerebrale, nel 1984 fu sottoposto all'amputazione di una gamba a seguito di una «grave forma di tromboflebite».[17] Nel 1988, dando prova di grande carattere nonostante la menomazione, accettò di accompagnare la nazionale sovietica alle Olimpiadi di Seul,[2] dove l'URSS vinse, per la seconda e ultima volta, la medaglia d'oro nel torneo di calcio. Poco dopo gli venne diagnosticato un tumore dello stomaco,[18] e a poco servì un intervento chirurgico cui si sottopose nel tentativo di salvarsi: morì nel 1990, a 60 anni.[19]

Caratteristiche tecniche

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Jašin in allenamento a Rotterdam nel 1960

Jašin è stato un portiere longevo, in grado di mantenere alti livelli di rendimento per tutta la carriera,[20] durata 22 anni.[21] Le grandi doti fisiche e i notevoli riflessi gli consentivano di coprire efficacemente lo specchio della porta[2][5][22] e di compiere interventi ad alto coefficiente di difficoltà.[19] Tuttavia, il suo stile era sobrio: poco incline a tuffi vistosi, il portiere sovietico prediligeva essenzialità e posizionamento.[2][5][23] Abile nelle uscite,[1][4][13] era inoltre dotato di una spiccata propensione a parare i rigori: si stima che in carriera ne abbia neutralizzati 86,[5][19][24] o persino un centinaio secondo altre fonti.[2][3][4][13][21][25] Sandro Mazzola, al quale Jašin bloccò un rigore durante le qualificazioni al campionato d'Europa 1964,[26] ebbe a dire in proposito: «Mi sentii ipnotizzato. [...] Quando presi la rincorsa vidi che si buttava a destra: potevo tirare dall'altra parte, non ci riuscii. Quel giorno il mio tiro andò dove voleva Jašin».[2]

Dotato di carisma e personalità eccezionali,[1][27] Jašin è stato considerato un innovatore del ruolo:[1][3][4] fu infatti tra i primi a guidare la linea difensiva della propria squadra[1][3][4][27] e ad agire da libero aggiunto,[5][21] estendendo il proprio raggio d'azione oltre l'area di rigore e partecipando attivamente alla costruzione del gioco.[5][19][28]

Alcuni tra i più rappresentativi avversari di Jašin, come Pelé ed Eusébio, spesero inoltre parole d'elogio per le qualità umane del numero 1 sovietico.[29]

Entrato prima dei vent'anni nella polisportiva del Ministero per gli Affari Interni, la Dinamo Mosca, dopo un esordio non brillante nella selezione calcistica fu dirottato verso la squadra di hockey su ghiaccio, visto che il portiere titolare e inamovibile di quella di calcio era Aleksej Chomič, detto la Tigre.[12][30][31] Come portiere della squadra di hockey, Jašin vinse la coppa sovietica del 1953.

La carriera sportiva di Jašin ebbe una svolta nel 1954, quando gli fu offerta l'opportunità di giocare titolare nella squadra di calcio a seguito di un infortunio di Chomič. Da quel momento non abbandonerà più i pali della Dinamo, nella quale giocherà per tutta la carriera, vincendo cinque titoli di campione nazionale sovietico (1954, 1955, 1957, 1959, 1963) e tre Coppe dell'URSS (1953, 1966-1967, 1970). Particolarmente significativa fu l'annata 1963, preludio al Pallone d'oro: oltre a vincere il campionato, Jašin subì appena 6 reti in 27 partite.[29] Nel ritirare il premio di France Football, il portiere sovietico diede prova di modestia, affermando che il pari ruolo Vladimir Beara fosse più forte di lui.[32]

Jašin (a destra) alla Dinamo Mosca nel 1969, in posa con Tomasini del Cagliari in occasione di un'amichevole in Sardegna

Nel complesso, la militanza di Jašin nella Dinamo Mosca coincide con un periodo assai positivo per il club sovietico: da segnalare, oltre alle numerose vittorie, i secondi posti delle stagioni 1950, 1956, 1958, 1962, 1967 e 1970, più la finale di Coppa dell'URSS persa nel 1955.

Jašin si ritirò dall'attività agonistica a 41 anni. Il 27 maggio 1971, a Mosca, in uno stadio Lenin tutto esaurito (103 000 spettatori con oltre 700 000 richieste di biglietti),[2] si celebrò la partita d'addio, in cui la Dinamo Mosca affrontò una selezione di All-Stars.[29]

Contemporaneamente all'affermazione nella Dinamo, per Jašin arrivò anche la convocazione in nazionale, nella quale militò a lungo: tra il 1956 e il 1970 partecipò ad una Olimpiade, vincendola, a due Europei, con una vittoria e un secondo posto, e a quattro Mondiali (tre dei quali da titolare), in cui ottenne come miglior risultato un quarto posto nel 1966.

Entrato nel giro della nazionale nel 1954, due anni dopo fu convocato per il torneo di calcio delle Olimpiadi estive di Melbourne. Subendo solo due reti in tutto il torneo, trascinò l'Unione Sovietica alla vittoria del titolo olimpico, che avvenne battendo in finale la Jugoslavia per 1-0. In questo periodo nacque il soprannome di Ragno Nero.

Nel 1958 arrivò ai quarti di finale nel Mondiale svedese, uscendo proprio contro i padroni di casa.

Nel 1960 Jašin vinse la prima edizione del campionato d'Europa, subendo anche in questo caso solo due reti (complice anche il ritiro della squadra spagnola nei quarti). L'URSS si scontrò rispettivamente contro l'Ungheria agli ottavi, la Cecoslovacchia in semifinale e la Jugoslavia in finale, sconfitta per 2-1 al Parco dei Principi di Parigi.

Nel campionato del mondo 1962, svoltosi in Cile, l'URSS fu nuovamente eliminata ai quarti di finale dai padroni di casa. La prestazione di Jašin non fu all'altezza della sua fama, tanto che il quotidiano francese L'Équipe lo definì ormai sul viale del tramonto.[1][4][27][33] Al termine del Mondiale, il quasi trentatreenne Jašin annunciò il ritiro, salvo poi ripensarci.[29]

Nel 1963 si svolse un'amichevole, per celebrare il centenario della Football Association, tra Inghilterra e Resto del Mondo, terminata 2-1 per gli inglesi. Jašin giocò solo il primo tempo, ma questo bastò per strabiliare il pubblico di Wembley con le sue parate: respinse tutti i tiri degli inglesi e lasciò così inviolata la sua porta.[5]

L'anno successivo, in Spagna, si svolsero le fasi finali del campionato d'Europa 1964. Jašin si fece notare soprattutto per i suoi salvataggi nell'ottavo di finale contro l'Italia (gli ottavi venivano considerati come fase delle qualificazioni); l'andata, a Mosca, terminò 2-0 per i sovietici, mentre nella partita di ritorno, svoltasi a Roma e terminata 1-1, Jašin contribuì all'eliminazione degli Azzurri parando un rigore a Sandro Mazzola.[2] In finale, i sovietici incontrarono i padroni di casa della Spagna, che vinse per 2-1 allo stadio Santiago Bernabéu.

Nel 1966 partecipò al Mondiale, ancora da titolare, portando la compagine sovietica alla conquista del quarto posto, il miglior piazzamento assoluto della selezione sovietica. Fu inoltre eletto miglior portiere della competizione.[17]

Disputò la sua ultima partita in nazionale nel 1967. Non convocato per l'Europeo 1968, fu richiamato per il Mondiale 1970 come riserva, all'età di quarant'anni, in quella che sarà la sua ultima competizione internazionale.[34]

In totale Jašin disputò 74 gare con la maglia della nazionale sovietica, subendo 68 gol e lasciando inviolata la propria porta in 23 occasioni.

Riconoscimenti

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Moneta da due rubli celebrativa del numero uno sovietico
  • Nel 1960, nel 1963 e nel 1966 viene eletto miglior portiere del campionato sovietico dalla rivista Ogonëk.[10]
  • Nel 1963 riceve il Pallone d'oro, unico portiere nella storia a riceverlo, assegnato al miglior calciatore europeo dell'anno; in precedenza, aveva sfiorato per altre tre volte il titolo piazzandosi tra i migliori cinque (1956, 1960, 1961) e si era posizionato per nove volte primo dei portieri.[35]
  • Nel 1967 riceve l'Ordine di Lenin,[11] la massima onorificenza nazionale sovietica.
  • Nel 1986 riceve l'Ordine olimpico[11] assegnatogli direttamente dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale).
  • Nel 1988 la FIFA gli assegna l'Ordine al Merito[11], la sua più alta riconoscenza.
  • Nel 1989, poco prima di morire, riceve la medaglia di Eroe del lavoro socialista, il corrispettivo civile di Eroe dell'Unione Sovietica in campo militare.[36]
  • Nel 1994, in suo onore, la FIFA istituisce il Premio Jašin, da destinarsi al miglior portiere della fase finale dei mondiali di calcio.
  • Nel 1994, nel 1998 e nel 2002 viene inserito rispettivamente nel FIFA World Cup All-Time Team, nel FIFA World Team of the 20th Century e nel FIFA World Cup Dream Team.[37]
  • Nel 2000 viene eletto dalla FIFA e anche dall'IFFHS miglior portiere del XX secolo, precedendo Gordon Banks e Dino Zoff.[6]
  • Nel 2005, per celebrare il proprio 50º anniversario, l'UEFA invita ogni federazione nazionale ad essa affiliata ad indicare il proprio miglior giocatore dell'ultimo mezzo secolo. La scelta della Federcalcio russa ricade su Jašin, designato quindi Golden Player dall'UEFA.
  • Gli è stato dedicato un asteroide: 3442 Yashin.[38]
  • Nel 2019, in suo onore, France Football istituisce il Trofeo Jašin da destinarsi al miglior portiere del mondo.

Presenze e reti nei club

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Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1949 Unione Sovietica (bandiera)/Unione Sovietica (bandiera) Dinamo Mosca PG 0 0 CS 0 0 - - - - - - 0 0
1950 KA 0 0 CS 0 0 - - - - - - 0 0
Totale carriera 284+42 220+34 32 24 - - - - 358 -278

Cronologia presenze in nazionale

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Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Unione Sovietica
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
8-9-1954 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 7 – 0 Svezia (bandiera) Svezia Amichevole -
26-9-1954 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 1 – 1 Ungheria (bandiera) Ungheria Amichevole -1
26-6-1955 Solna Svezia Svezia (bandiera) 0 – 6 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -
21-8-1955 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 3 – 2 Germania Ovest (bandiera) Germania Ovest Amichevole -2
16-9-1955 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 11 – 1 India (bandiera) India Amichevole -1
25-9-1955 Budapest Ungheria Ungheria (bandiera) 1 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
1-7-1956 Copenaghen Danimarca Danimarca (bandiera) 2 – 5 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -2
11-7-1956 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 5 – 0 Israele (bandiera) Israele Qual. Olimpiadi 1956 -
31-7-1956 Ramat Gan Israele Israele (bandiera) 1 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Qual. Olimpiadi 1956 -1
15-9-1956 Hannover Germania Ovest Germania Ovest (bandiera) 1 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
23-9-1956 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 0 – 1 Ungheria (bandiera) Ungheria Amichevole -1
21-10-1956 Colombes Francia Francia (bandiera) 2 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -2
24-11-1956 Melbourne Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 2 – 1 Squadra Unificata Tedesca (bandiera) Squadra Unificata Tedesca Olimpiadi 1956 - Turno di qualificazione -1
29-11-1956 Melbourne Indonesia Indonesia (bandiera) 0 – 0 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Olimpiadi 1956 - Quarti di finale -
5-12-1956 Melbourne Bulgaria Bulgaria (bandiera) 1 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Olimpiadi 1956 - Semifinale -1
8-12-1956 Melbourne Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 1 – 0 Jugoslavia (bandiera) Jugoslavia Olimpiadi 1956 - Finale -
1-6-1957 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 1 – 1 Romania (bandiera) Romania Amichevole -1
23-6-1957 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 3 – 0 Polonia (bandiera) Polonia Qual. Mondiali 1958 -
21-7-1957 Sofia Bulgaria Bulgaria (bandiera) 0 – 4 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -
20-10-1957 Chorzów Polonia Polonia (bandiera) 2 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Qual. Mondiali 1958 -2
24-11-1957 Lipsia Polonia Polonia (bandiera) 0 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Qual. Mondiali 1958 -
18-5-1958 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 1 – 1 Inghilterra (bandiera) Inghilterra Amichevole -1
8-6-1958 Göteborg Inghilterra Inghilterra (bandiera) 2 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1958 - 1º turno -2
11-6-1958 Borås Austria Austria (bandiera) 0 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1958 - 1º turno -
15-6-1958 Göteborg Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 0 – 2 Brasile (bandiera) Brasile Mondiali 1958 - 1º turno -2
17-6-1958 Göteborg Inghilterra Inghilterra (bandiera) 0 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1958 - Spareggio -
19-6-1958 Solna Svezia Svezia (bandiera) 2 – 0 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1958 - Quarti di finale -2
6-9-1959 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 3 – 1 Cecoslovacchia (bandiera) Cecoslovacchia Amichevole -1
27-9-1959 Budapest Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 0 – 1 Ungheria (bandiera) Ungheria Qual. Euro 1960 -1
19-5-1960 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 7 – 1 Polonia (bandiera) Polonia Amichevole -1
6-7-1960 Marsiglia Cecoslovacchia Cecoslovacchia (bandiera) 0 – 3 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Euro 1960 - Semifinale -
10-7-1960 Parigi Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 2 – 1 Jugoslavia (bandiera) Jugoslavia Euro 1960 - Finale -1
17-8-1960 Lipsia Germania Ovest Germania Ovest (bandiera) 0 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -
4-9-1960 Vienna Austria Austria (bandiera) 3 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -3
21-5-1961 Varsavia Polonia Polonia (bandiera) 1 – 0 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
23-8-1961 Oslo Norvegia Norvegia (bandiera) 0 – 3 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Qual. Mondiali 1962 -
12-11-1961 Istanbul Turchia Turchia (bandiera) 1 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Qual. Mondiali 1962 -1
18-11-1961 Buenos Aires Argentina Argentina (bandiera) 1 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
29-11-1961 Montevideo Uruguay Uruguay (bandiera) 1 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
11-4-1962 Lussemburgo Lussemburgo Lussemburgo (bandiera) 1 – 3 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
18-4-1962 Solna Svezia Svezia (bandiera) 0 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -
27-4-1962 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 5 – 0 Uruguay (bandiera) Uruguay Amichevole -
31-5-1962 Arica Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 2 – 0 Jugoslavia (bandiera) Jugoslavia Mondiali 1962 -
3-6-1962 Arica Colombia Colombia (bandiera) 4 – 4 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1962 - 1º turno -4
6-6-1962 Arica Uruguay Uruguay (bandiera) 1 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1962 - 1º turno -1
10-6-1962 Arica Cile Cile (bandiera) 2 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1962 - Quarti di finale -2
22-5-1963 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 0 – 1 Svezia (bandiera) Svezia Amichevole -1
22-9-1963 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 1 – 1 Ungheria (bandiera) Ungheria Amichevole -1
9-10-1963 Roma Italia Italia (bandiera) 1 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Qual. Euro 1964 -1
1-12-1963 Casablanca Marocco Marocco (bandiera) 1 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
13-5-1964 Solna Svezia Svezia (bandiera) 1 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Qual. Euro 1964 -1
27-5-1964 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 3 – 1 Svezia (bandiera) Svezia Qual. Euro 1964 -1
17-6-1964 Barcellona Danimarca Danimarca (bandiera) 0 – 3 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Euro 1964 - 1º turno -
21-6-1964 Madrid Spagna Spagna (bandiera) 2 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Euro 1964 - 1º turno -2
11-10-1964 Vienna Austria Austria (bandiera) 1 – 0 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
4-11-1964 Algeri Algeria Algeria (bandiera) 1 – 3 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1 Cap.
22-11-1964 Belgrado Jugoslavia Jugoslavia (bandiera) 1 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
4-9-1965 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 0 – 0 Jugoslavia (bandiera) Jugoslavia Amichevole -
3-10-1965 Il Pireo Grecia Grecia (bandiera) 1 – 4 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Qual. Mondiali 1966 -1
17-10-1965 Copenaghen Danimarca Danimarca (bandiera) 1 – 3 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Qual. Mondiali 1966 -1
21-11-1965 Rio de Janeiro Brasile Brasile (bandiera) 2 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -2
1-12-1965 Buenos Aires Argentina Argentina (bandiera) 1 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
22-5-1966 Bruxelles Belgio Belgio (bandiera) 0 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -
16-7-1966 Sunderland Italia Italia (bandiera) 0 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1966 - 1º turno -
23-7-1966 Sunderland Ungheria Ungheria (bandiera) 1 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1966 - Quarti di finale -1
25-7-1966 Liverpool Germania Ovest Germania Ovest (bandiera) 2 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1966 - Semifinale -2
28-7-1966 Londra Portogallo Portogallo (bandiera) 2 – 1 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Mondiali 1966 - Finale 3º posto -2 Cap.
23-10-1966 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 2 – 2 Germania Est (bandiera) Germania Est Amichevole -2 Cap.
1-11-1966 Milano Italia Italia (bandiera) 1 – 0 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -1
10-5-1967 Glasgow Scozia Scozia (bandiera) 0 – 2 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -
28-5-1967 Leningrado Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 2 – 0 Messico (bandiera) Messico Amichevole -
3-6-1967 Parigi Francia Francia (bandiera) 2 – 4 Unione Sovietica (bandiera) Unione Sovietica Amichevole -2
11-6-1967 Mosca Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 4 – 3 Austria (bandiera) Austria Qual. Euro 1968 -3
16-7-1967 Tbilisi Unione Sovietica Unione Sovietica (bandiera) 4 – 0 Grecia (bandiera) Grecia Qual. Euro 1968 -
Totale Presenze (7º posto) 74 Reti -68
FK Dinamo Mosca: 1954, 1955, 1957, 1959, 1963
FK Dinamo Mosca: 1953, 1966-1967, 1970
Melbourne 1956
Francia 1960
1963
Sovietiche
Ordine di Lenin (2) - nastrino per uniforme ordinaria
— 1960, 1990[44][39]
Lavoratore meritevole del Ministero degli Affari Interni - nastrino per uniforme ordinaria
Lavoratore meritevole del Ministero degli Affari Interni
— [45]
Internazionali
  1. ^ a b c d e f (EN) Yashin, the impregnable Spider, su fifa.com. URL consultato il 1º febbraio 2016 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2016).
  2. ^ a b c d e f g h i Giovanni Battista Olivero e Filippo Grimaldi, Jascin, idolo e leggenda, in La Gazzetta dello Sport, 19 dicembre 2002. URL consultato il 1º febbraio 2016.
  3. ^ a b c d e (EN) Lev Ivanovich Yashin, su britannica.com. URL consultato il 20 ottobre 2011.
  4. ^ a b c d e f g (EN) The path of the 'Panther', su news.bbc.co.uk, 9 aprile 2012. URL consultato il 14 gennaio 2016.
  5. ^ a b c d e f g h i Giovanni Battistuzzi, Il Ragno nero, su ilfoglio.it, 24 novembre 2014. URL consultato il 2 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2016).
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