Stanislav Evgrafovič Petrov
Stanislav Evgrafovič Petrov | |
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Petrov nel 2016 | |
Nascita | Vladivostok, 7 settembre 1939 |
Morte | Frjazino, 19 maggio 2017 |
Cause della morte | polmonite |
Dati militari | |
Paese servito | Unione Sovietica |
Forza armata | Vojska PVO |
Anni di servizio | 1972 - 1984 |
Grado | Tenente colonnello |
Guerre | Guerra fredda |
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Stanisláv Evgráfovič Petróv (in russo Станисла́в Евгра́фович Петро́в?; Vladivostok, 7 settembre 1939 – Frjazino, 19 maggio 2017[1][2]) è stato un militare sovietico, tenente colonnello dell'Armata Sovietica durante la guerra fredda.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Petrov nacque il 7 settembre 1939 vicino a Vladivostok. Suo padre, Evgraf, pilotava aerei da caccia durante la seconda guerra mondiale. Sua madre era un'infermiera.[1] Petrov si iscrisse all'Accademia Militare di Ingegneria Aeronautica di Kiev della Aeronautica militare sovietica, e dopo il diploma nel 1972 fu assegnato alla Vojska PVO, la difesa antiaerea.[3]
Nei primi anni settanta venne assegnato all'organizzazione che sovrintendeva al nuovo sistema di allarme precoce che doveva rilevare i lanci di missili balistici da parte dei paesi NATO.[1][4] Il 26 settembre 1983 identificò un falso allarme missilistico - prendendo difficili decisioni al limite delle sue prerogative e dei regolamenti preposti - evitando così il più che probabile scoppio di un conflitto nucleare mondiale.[5][6]
Morì all'età di 77 anni il 19 maggio 2017 a causa di una polmonite. La notizia del suo decesso fu resa pubblica soltanto quattro mesi dopo.
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Petrov era sposato con Raisa ed ebbe due figli, Dmitrij ed Elena. Sua moglie morì di cancro nel 1997.[1]
L'incidente del 26 settembre 1983
[modifica | modifica wikitesto]Intorno alla mezzanotte del 26 settembre 1983 il tenente colonnello Petrov, di stanza alla base militare sovietica Serpukhov-15 ove vengono analizzati i segnali dei satelliti Oko adibiti alla localizzazione di missili nemici, rileva 5 missili intercontinentali con testate atomiche diretti verso l'URSS. Analizzando l'evento rilevato, contravvenendo ai protocolli, non comunicò la segnalazione ai superiori evitando così una rappresaglia sovietica. Ritenne infatti che, qualora gli Stati Uniti d'America avessero voluto attaccare l'URSS, non avrebbero usato solo 5 testate.
Soltanto dopo si scoprì che l'allerta era scattata a causa dei riflessi del Sole sui satelliti sovietici, i quali avevano codificato quei bagliori come lanci missilistici.
La vicenda divenne nota soltanto nel 1988 quando un generale russo definì Petrov come "l’uomo che aveva salvato l’umanità"[7].
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Nel 2004 l'Associazione Cittadini del Mondo (Association of World Citizens[8], AWC ), con base a San Francisco, gli ha consegnato un riconoscimento e un premio simbolico di mille dollari.[5][9]
- Il 23 giugno 2004 il Senato australiano si è congratulato con Petrov per il premio appena ricevuto in riconoscimento per le sue azioni.[10]
- Il 19 gennaio 2006 ha ricevuto un secondo riconoscimento dall'AWC presso l'auditorium Dag Hammarskjöld della sede ONU di New York.[11]
- In Germania, nel 2011, gli è stato conferito un premio dedicato a chi ha apportato significativi contributi alla pace nel mondo, per aver scongiurato una guerra nucleare potenziale, il German Media Award (Deutscher Medienpreis), ritirato a Baden-Baden il 24 febbraio 2012.
- Vincitore del Premio Dresda nel 2013.
Nei media
[modifica | modifica wikitesto]Le vicende dell'incidente che lo ha visto protagonista sono state trasposte in due docufilm: The red button[12] (2011) e The Man Who Saved the World[13] (2014).
Il 18 aprile 2017 viene pubblicato un libro, L'uomo che fermò l'apocalisse, del conduttore televisivo italiano Roberto Giacobbo scritto con Valeria Botta, che tratta il fatto accaduto al militare sovietico[14].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Sewell Chan, Stanislav Petrov, Soviet Officer Who Helped Avert Nuclear War, Is Dead at 77, in The New York Times, 18 settembre 2017. URL consultato il 20 maggio 2020.
- ^ Karl Schumacher, Necrologio (JPG), in Westdeutsche Allgemeine Zeitung-Oberhausen, 9 settembre 2017.
- ^ (RU) Смерть предотвратившего ядерную войну офицера Петрова подтвердили, su lenta.ru, 19 settembre 2017. URL consultato il 20 maggio 2020.
- ^ Ashitha Nagesh, Stanislav Petrov - the man who quietly saved the world - has died aged 77, Metro, 18 settembre 2017. URL consultato il 19 settembre 2017.
- ^ a b Salvo Toscano, Stanislav Petrov, l'eroe sconosciuto, su Parole Corsare. URL consultato il 20 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2016).
- ^ Stanislav Petrov, il russo che salvò il mondo, su doxaliber.it, Doxaliber, 28 settembre 2006. URL consultato il 20 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2016).
- ^ Edoardo De Amicis, LA STORIA CHE DIMENTICA: STANISLAV EVGRAFOVIC PETROV, su GIANO NEWS, 22 novembre 2023. URL consultato il 3 aprile 2024.
- ^ WELCOME TO THE ASSOCIATION OF WORLD CITIZENS, su worldcitizens.org:80, Association of World Citizens. URL consultato il 22 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2010).
- ^ Anastasiya Lebedev, The Man Who Saved the World Finally Recognized, su worldcitizens.org, Association of World Citizens. URL consultato il 7 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2011).
- ^ FOREIGN AFFAIRS—NUCLEAR WEAPON SYSTEMS—COLONEL STANISLAV PETROV, su parlinfo.aph.gov.au, Parliament of Australia, 23 giugno 2004. URL consultato il 20 maggio 2020.
- ^ Stanislav Petrov Averts a Worldwide Nuclear War, su brightstarsound.com, Bright Star Sound. URL consultato il 20 maggio 2020.
- ^ The Red Button (Czerwony Guzik), su logtv.com, logtv. URL consultato il 20 maggio 2020.
- ^ (EN) The Man Who Saved the World, su IMDb, IMDb.com. URL consultato il 16 settembre 2017.
- ^ Roberto Giacobbo e Valeria Botta, L'uomo che fermò l'apocalisse, su railibri.rai.it, Edizioni Rai Eri, 2017, ISBN 88-397-1707-2. URL consultato il 16 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 20 gennaio 2022).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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