Vai al contenuto

Guido Harari

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Versione del 30 ott 2023 alle 15:10 di 134.0.0.126 (discussione) (Incipit di Quando parla Gaber)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

Guido Harari (1952 – vivente), fotografo e critico musicale italiano.

Citazioni di Guido Harari

[modifica]
  • Ci sono foto a cui sono più legato perché colgono bene il rapporto personale che si è stabilito con il soggetto. Trovo molto intimo il ritratto di Lou Reed e Laurie Anderson, fatto in macchina, di notte, sfruttando la luce dei loro cellulari. Con Capossela è successo qualcosa: lui aveva in mente il bianco e nero di Jarmush in "Dead Man", io l' ho convinto a buttarsi vestito nel fiume di Contrada Chiavicone (in Emilia) ed è venuta fuori una bella foto.[1]
  • [Cantanti rock] I contemporanei mi interessano poco perché sono molto derivativi. L'ultimo che mi ha fatto vibrare è stato Jeff Buckley.[1]
Citato in Polese Ranieri, Rubo l'anima al rock perché sono un fan, Corriere della Sera, 22 novembre 2007, p. 49
  • [Yoko Ono] A differenza della maggior parte dei fans dei Beatles, io la ritengo una grande artista. E penso che la sua influenza su Lennon sia stata infinitamente più importante di quella dei tre compagni.
  • [Claudio Baglioni] All'inizio mi chiedevo: che ci azzecco con una popstar così? Poi ho scoperto che mi piaceva entrare in quel mondo tanto lontano dal rock.
  • Con la Nanda ho fatto il libro The Beat Goes On: credevo di dover solo fotografare e assemblare documenti, fotografie, lettere, invece lei mi mise alla macchina da scrivere. Dettava e raccontava aneddoti meravigliosi. Anche se a volte aggiungeva: Ti è piaciuto, chissà se è vero?
  • [Vasco Rossi] È una rockstar, e come tale è fedele alla linea. Si protegge molto.
  • [Alda Merini] L'ho fotografata in casa sua, al telefono, un po' come la Magnani nella Voce umana. È riflessa in uno specchio su cui sono scritti i numeri. La sua casa è un'esperienza mistica. Il giorno che le imbiancarono i muri, manca poco moriva. Mi ricordo che mi chiese: Mi trova piacente? No, risposi, la trovo intensa. E lei: ah, piacente no? Era molto dispiaciuta.
  • Non è che ho passato tutta la vita sul fronte del palco, di certo però la musica è stata la mia passione più forte, e da lì ho cominciato.
  • [Frank Zappa] Genio inarrestabile, aveva la sua sala di incisione e stampava dischi che poi conservava in un bunker. Geniale provocatore sul palco, in casa era un americano normale. Aveva ricevuto un invito in Italia per un festival: l'agente gli disse che era roba organizzata dai comunisti, lui non venne, anzi inviò una foto con la bandiera a stelle e strisce.

Incipit di Quando parla Gaber

[modifica]

Secondo me gli italiani e l'Italia hanno sempre avuto un rapporto conflittuale, ma la colpa non è certo dell'Italia, ma degli italiani, che sono sempre stati un popolo indisciplinato, individualista, se vogliamo un po' anarchico e ribelle, e troppo spesso cialtrone.[2]

Note

[modifica]
  1. a b Citato in Il rock in blue di Harari, Corriere della Sera, 1º giugno 2006.
  2. Brano dello spettacolo Un'idiozia conquistata a fatica, l'ultimo del Teatro Canzone, portato in scena da Giorgio Gaber tra il 1998 e il 2000.

Bibliografia

[modifica]
  • Guido Harari (a cura di), Quando parla Gaber - Pensieri e provocazioni per l'Italia di oggi, Chiarelettere editore, 2011. ISBN 9788861901841

Filmografia

[modifica]

Voci correlate

[modifica]

Altri progetti

[modifica]