Guido Harari
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Guido Harari (1952 – vivente), fotografo e critico musicale italiano.
Citazioni di Guido Harari
[modifica]- Ci sono foto a cui sono più legato perché colgono bene il rapporto personale che si è stabilito con il soggetto. Trovo molto intimo il ritratto di Lou Reed e Laurie Anderson, fatto in macchina, di notte, sfruttando la luce dei loro cellulari. Con Capossela è successo qualcosa: lui aveva in mente il bianco e nero di Jarmush in "Dead Man", io l' ho convinto a buttarsi vestito nel fiume di Contrada Chiavicone (in Emilia) ed è venuta fuori una bella foto.[1]
- [Cantanti rock] I contemporanei mi interessano poco perché sono molto derivativi. L'ultimo che mi ha fatto vibrare è stato Jeff Buckley.[1]
Citato in Polese Ranieri, Rubo l'anima al rock perché sono un fan, Corriere della Sera, 22 novembre 2007, p. 49
- [Yoko Ono] A differenza della maggior parte dei fans dei Beatles, io la ritengo una grande artista. E penso che la sua influenza su Lennon sia stata infinitamente più importante di quella dei tre compagni.
- [Claudio Baglioni] All'inizio mi chiedevo: che ci azzecco con una popstar così? Poi ho scoperto che mi piaceva entrare in quel mondo tanto lontano dal rock.
- Con la Nanda ho fatto il libro The Beat Goes On: credevo di dover solo fotografare e assemblare documenti, fotografie, lettere, invece lei mi mise alla macchina da scrivere. Dettava e raccontava aneddoti meravigliosi. Anche se a volte aggiungeva: Ti è piaciuto, chissà se è vero?
- [Vasco Rossi] È una rockstar, e come tale è fedele alla linea. Si protegge molto.
- [Alda Merini] L'ho fotografata in casa sua, al telefono, un po' come la Magnani nella Voce umana. È riflessa in uno specchio su cui sono scritti i numeri. La sua casa è un'esperienza mistica. Il giorno che le imbiancarono i muri, manca poco moriva. Mi ricordo che mi chiese: Mi trova piacente? No, risposi, la trovo intensa. E lei: ah, piacente no? Era molto dispiaciuta.
- Non è che ho passato tutta la vita sul fronte del palco, di certo però la musica è stata la mia passione più forte, e da lì ho cominciato.
- [Frank Zappa] Genio inarrestabile, aveva la sua sala di incisione e stampava dischi che poi conservava in un bunker. Geniale provocatore sul palco, in casa era un americano normale. Aveva ricevuto un invito in Italia per un festival: l'agente gli disse che era roba organizzata dai comunisti, lui non venne, anzi inviò una foto con la bandiera a stelle e strisce.
Secondo me gli italiani e l'Italia hanno sempre avuto un rapporto conflittuale, ma la colpa non è certo dell'Italia, ma degli italiani, che sono sempre stati un popolo indisciplinato, individualista, se vogliamo un po' anarchico e ribelle, e troppo spesso cialtrone.[2]
Note
[modifica]- ↑ a b Citato in Il rock in blue di Harari, Corriere della Sera, 1º giugno 2006.
- ↑ Brano dello spettacolo Un'idiozia conquistata a fatica, l'ultimo del Teatro Canzone, portato in scena da Giorgio Gaber tra il 1998 e il 2000.
Bibliografia
[modifica]- Guido Harari (a cura di), Quando parla Gaber - Pensieri e provocazioni per l'Italia di oggi, Chiarelettere editore, 2011. ISBN 9788861901841
Filmografia
[modifica]Voci correlate
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