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Un senso d'angoscia e oppressione pervade alla visione del corto; anche qui come ne "Les ventres", gli uomini, tutti dalle stesse fattezze, si muovono in massa estraniati fino a quando a uno di questi cade il cappello. Tenta la fuga, non viene emarginato ma tampinato. Trovatosi alle strette pensa bene di cedere il suo problema al prossimo dacchè si ricomincia in loop.
Simpatique Philippe!
L'uomo borghese e seriale, riconoscibile dalla bombetta alla Magritte, vive in una società alienata che striscia, dall'inizio del corto, come un serpente. L'uomo imprenditoriale sembra essere punito per ciò che trama senza scrupoli e quasi in modo inconsapevole.
Forse una visione un po' semplicistica, apprezzabile il lavoro estetico.
Il contesto surrealista rimanda chiaramente al lavoro del maestro Topor; il soggetto scelto e l'essere catapultati in un mondo distopico alla fine del corto lasciano pensare rispettivamente a Les escargot, La planete sauvage.